Marco non si era limitato a preparami una cena qualsiasi. Si era dato da fare per organizzare qualcosa di ricercato. Nell’aria un profumino molto attraente richiamava l’attenzione verso la cucina dove gamberi, pesce e vino bianco ghiacciato facevano bella mostra di se.- Amore lavati con calma e fatti bella che al piccolo ci penso io. Mi raccomando: ti voglio sexy per me stasera.Mi chiusi in bagno e mi abbandonai sotto la doccia. Sentivo l’acqua calda scendermi lungo il corpo e sciogliere e portarsi via, con tutto il sale dalla pelle, anche gli odori di quella fantastica scopata. Mi strofinai tutto il corpo soffermandomi sulle tette e nell’inguine. Provavo ancora piacere nel toccarmi le labbra ed il clitoride e per pochi minuti ripresi a sditalinarmi, poi mi insaponai anche il solco del sedere e giunta nell’ano avvertii un violento bruciore. Certo dopo tanto tempo due inculate nel giro di due giorni erano troppo anche per un sederino con un bel rodaggio come il mio. Uscii dalla doccia e mi avviai in camera avvolta nell’asciugamano, fuori incrociai Marco che tentò di sfilarmelo. Lo bloccai con lo sguardo severo.- Prima devi conquistarmi!Sfilai in camera e chiusi la porta. Decisi che lo avrei fatto sballare. Mi infilai un tanga e nulla più. Scelsi un abitino leggero e corto da cui fuoriusciva il mio decolté generoso. Mi truccai vistosamente gli occhi e con molta attenzione feci risaltare la linea delle mie labbra carnose. Raccolsi i capelli all’indietro stirandoli al meglio. Infine mi allacciai una collana con un pendente che cascava giusto nella linea del seno. Era ormai buio e uscita dalla camera controllai che Luca dormisse. Era disteso placidamente nel suo lettino mentre dal salottino splendeva una tremolante candela al centro del tavolo. Mi voltai e vidi Marco, doveva aver preparato i suoi vestiti nella camera di Luca perché indossava su di un paio di pantaloni scuri una splendida camicia bianca. Mi osservava e mi baciò delicatamente aiutandomi a sedere. Fu una serata dolce e simpatica. Sembrava che mi facesse la corte o forse era proprio così. Giunti alla fine mise su un po’ di musica e mi chiese di ballare. Era un lento e cominciò a stringermi sempre di più. Con un braccio mi cingeva il fianco mentre l’altra mano scivolò lungo la coscia. Sentivo la sua eccitazione crescere con la durezza del suo membro che mi schiacciava contro la coscia. A riposo non era un granché, invece se era su di giri veniva fuori un arnese considerevole, soprattutto ben largo. Incominciò a parlarmi nell’orecchio infilandoci la lingua. Allora mi girai e lo baciai intensamente. Per tutta risposta la sua mano, giunta al filo del tanga, cominciò a tirarlo stimolandomi il clitoride che era sotto la pressione del davanti incuneatosi tra le labbra. Poi allontanatomi si slacciò il pantalone sfilando il suo membro. Lo lasciai lì da solo avviandomi in camera. Mi seguì per trovarmi che mi sfilavo il vestito rimanendo con indosso solo il tanga e la collana. Anche lui si sfilò i vestiti e mi spinse sul letto cercando di penetrarmi.- No, non ancora, stasera non voglio così. Sii più dolce, è ormai da quando avevo tuo figlio in pancia che non mi prendi.Rimase inginocchiato con le mani poggiate sul letto.Alzai il bacino per togliermi il tanga e mantenni le gambe larghe ponendo la mia natura davanti al suo viso.- Caso mai ringrazia lei per averti dato Luca.Si fiondò sulla fica affondandosi tra le mie cosce. Serrai così il suo capo aumentando la stretta man mano che con la lingua stimolava o mordeva ora il clitoride ora le labbra. Ben presto sentii avvamparmi e godetti lasciando fuoriuscire una piccola colata di umori dalla fica che Marco succhiò. Avevo il suo capo tra le mie mani e lo giravo strusciandolo su per l’addome e poi lungo le cosce sino a che le contrazioni dell’orgasmo non scomparvero. Marco stravolto mi disse:- Ti prego fammi godere. Se non lo ho fatto durante la gravidanza e dopo era proprio per rispettare la tua maternità. Eri così distaccata anche in questi mesi dopo il parto che pensavo che ti fossi bloccata. Ma ora non ce la faccio ad aspettare. Anzi ti voglio tutta sei troppo eccitante stasera. Ti voglio dove non ti ho preso mai. Voglio farti provare quello che non hai mai sentito.Lo guardai severa.- Non so se lo fai per gelosia o perché non ti importa più di rispettarmi dopo che ti ho dato il figlio. Sai già che non sono più vergine da nessuna parte. Te lo dissi quando ci siamo conosciuti. Pensavo di trovare in te un uomo che pensasse a me come donna e non come un oggetto di piacere come tutti i precedenti. Non ho voluto e non voglio certi rapporti nel matrimonio. Sono solo materia. Sono cose non adatte a due che si amano, se si amano.Si era bloccato e riuscì solo a farfugliare:- Ma se con…loro…con tutti loro?…lo hai fatto…tutto…si…un poco di gelosia…anzi molta c’è n’è.Gli sorrisi e mi rivolsi a lui con un tono più dolce.- Se sei geloso ti capisco ed in fondo non mi dispiace ma se vuoi saperlo, una volta per tutte, sono stati in molti che hanno usato il mio corpo per avere piacere, e ne ho provato anch’io tanto. Li facevo impazzire e mi avrebbero pagato per continuare a farlo. Ma era solo un fatto materiale e ho deciso di cambiare con te. Avere un marito, figli, una famiglia. Ora se vuoi scaricarti ti accontento io. Ma prima portami qualcosa di forte, una vodka ghiacciata!Quando tornò lo vidi camminare nudo col pisello moscio che ondeggiava. Sedette sul letto e versò un dito di liquore in un bicchiere ghiacciato porgendomelo, ma lo rifiutai. Mi alzai lentamente facendo ondeggiare i seni e presolo per mano lo tirai verso la sedia di fronte al letto e gli feci segno di sedersi. Poi poggiai le mani sul letto con le gambe divaricate lasciando alla sua vista la mia fica.- Ti piace, ne senti il sapore ancora in bocca? Allora prenditi il pisellino moscio in mano e lavoratelo voglio vederti godere da solo!Mi voltai e mi distesi sul letto osservandolo mentre si masturbava. Presi la bottiglia e riempii sino all’orlo il bicchiere di vodka incominciando a sorseggiarlo. Poi, col bicchiere in mano dopo averlo fatto scivolare nel seno e lungo le cosce rabbrividendo per il gelo, anch’io mi sfiorai il clitoride con l’indice per poi infilarlo in vagina. Marco ormai ansimava e rapidamente godette spruzzando via tre lunghi getti di sperma. In quel momento Luca cominciò ad agitarsi e a farsi sentire. Marco si alzò e corse da lui. Tornò dopo qualche minuto.- Mentre finisco di bere pulisci per terra.Lo vidi ritornare con uno straccio e chinato portare via le tracce del suo sperma. Quindi si stese al mio fianco mentre mi ero accesa una sigaretta. Se la fece passare per l’ultimo tiro e la spense cercando di scostare il lenzuolo che mi copriva.- No, per stasera basta così.La mattina dopo molto presto fummo svegliati dal trillo del suo cellulare. Era un suo impiegato che lo telefonava per avvisarlo che c’era urgente bisogno di lui. Sembrò sorpreso ma non arrabbiato, anzi. Era contento perché lo chiamavano per occuparsi di un caso molto ambito da tutti i suoi colleghi. – Cercherò di tornare il più presto possibile e riprenderemo da dove abbiamo interrotto. Organizzamo tutto così rapidamente che un’ora dopo era già in viaggio.Ritornai nuda in camera dopo essermi lavata ed indossai una maglietta. Mentre osservavo la camera notai un piccolo schizzo bianco sul letto. Lo sperma di Marco era giunto sin lì. Tolsi la crosta e la portai sulla lingua. Strano ma era la prima volta che assaggiavo lo sperma di mio marito, e lui non lo avrebbe mai saputo. Penso che non lo avrei mai ingoiato davanti a lui. Strano per me che ne ero tanto golosa e ne avevo bevuto a volontà da tanti altri. Mentre ero presa da questi pensieri sentii bussare alla porta. Per fortuna non avevamo mai messo un campanello elettrico ed il battente dava un suono ovattato così che Luca non si svegliò. Feci entrare una biondina sui 18 anni che con accento slavo si presentò come Irina.- Mi manda il Dott. ***, sono stipendiata da lui per badare al piccolo Luca. Mi ha raccomandato di non parlare senza il vostro consenso a vostro marito e mi ha detto di chiamarlo con questo telefono. E’ acceso ed ha già il numero in memoria, è vostro.Mi porse un cellulare molto alla moda. Lo presi e la osservai. Era alta sui 165 cm., molto magra con un seno appena accennato e lineamenti da bambina. Le sorrisi e le feci vedere tutto della casa. Le chiesi da dove veniva (Romania) quanti anni avesse (18) se era regolarizzata (certamente) quindi la accompagnai da Luca e la lasciai in camera guardandola a vista mentre telefonavo dal corridoio.- Pronto…pronto…sono…- Divina! Ti stavo aspettando per parlarti liberamente. Visto che tuo marito, il gran cornutone, sta facendo carriera ho pensato che anche a te un’aiuto ti fosse necessario tanto per vederci con calma. Irina sa che è stata assunta da te e cos’ dirà e ti sarà fedele. Non ti preoccupare di lei. Piuttosto penso che prima di domani non potrò raggiungerti. Ho preso per vederci una bella sistemazione, una villa dalle tue parti. Ci divertiremo e potrai scoprire altri aspetti inaspettati del mio carattere. Ho parecchi regali per te oltre alle sorprese. Quando vuoi chiamami con questo cellulare, ti risponderò sempre, è tuo. Un bacio.Mi ero divertita e mio marito aveva avuto quello che cercava, almeno nel lavoro. Stando così le cose non potevo che approfittarne. Svegliatosi Luca andammo in tre al mare. Mentre ero stesa al sole vidi Andrea avvicinarsi al lettino. Era allegro.Ci salutammo e scherzando gli dissi che se aveva il luogo giusto al resto avrei pensato io. Mi interruppe indicandomi un indirizzo.- Seguimi, mia sorella è tornata in città e sino a dopodomani non ci sarà.Lasciai detto ad Irina che sarei tornata nel giro di qualche ora e le ricordai quello che le avevo spiegato su come lavare e preparare da mangiare a Luca, lo baciai e mi allontanai. Raggiunsi Andrea all’indirizzo indicato. Trovai la porta socchiusa ed entrai. Le imposte erano chiuse e nel buio rischiarato da qualche raggio di sole che filtrava scorsi la sagoma di Andrea ed anche quella di un secondo uomo.- Sabry ti presento Pietro, mio cognato. E’ un tuo ammiratore.Si avvicinò e si mise alle mie spalle. Mi slacciò il costume. Divaricai le gambe aiutandolo a sfilarmi lo slip. Sentii accarezzarmi la vagina ed il suo cazzo appoggiarsi tra le mie natiche. Mi prese le tette e mi strinse a se. Ormai ansimavo e guardai, mentre con la lingua mi leccavo la tetta che Andrea mi spingeva in bocca, Pietro (un uomo sui 30-35 anni, alto circa 180 cm, con un fisico robusto e massiccio) nudo con un cazzo lungo ed arcuato che si avvicinava. Si inginocchiò e prese a leccarmi la fica dopo avermi divaricato le labbra. Ingoiava tutti i succhi che cominciavano a colarmi mentre con le dita mi penetrava ora in culo ed ora in vagina. Sentii Andrea scostarsi e lo vidi accendere tutte le luci.- Voglio vederla per bene mentre si diverte a fare la troia.Ne approfittai subito per tirare su Pietro e ricambiargli le premure. Afferrai alla base il suo cazzo e cominciai ad ingoiarlo. Ogni tanto mi trombava in bocca spingendomi il capo da dietro, altre lasciava che sfilassi le labbra sino alla cappella e poi che con la lingua lo leccassi fino alle palle. Nel frattempo Andrea aveva preso a smanettarsi il proprio cazzo ed ad ondeggiarlo davanti ai miei occhi. Li afferrai entrambi alla base e presi a ripetere ora all’uno ora all’altro lo stesso servizio. Poi mentre avevo il cazzo di Pietro affondato completamente nella bocca lo sentii pulsare Mi fermai con le labbra allargate alla base dell’asta, guardando con gli occhi rivolti in alto i loro volti estasiati, e rimasi in attesa. In breve mi arrivarono due getti che parai con la lingua evitando che lo sperma mi colpisse in gola. Mentre Pietro sfilava il suo randello lasciai scivolare un fiotto di sborra lungo l’asta e la raccolsi in bocca riprendendo di nuovo il su e giù. Quindi mi voltai verso Andrea con la bocca semi aperta e bloccata per evitare di far cadere lo sperma prima di ingoiarlo. Andrea mi ficcò il suo e dopo pochi colpi lo sfilò in parte per eiacularmi nella parte interna della guancia. Così con la bocca piena del loro sperma mi avviai sotto la luce di un lampada alogena. Impastai il tutto con la saliva e mi guardai in uno specchio la bianca schiuma che mi colava anche leggermente dagli angoli delle labbra. Anche i due mi osservavano su di giri.- Dai vacca ingoia, facci vedere come te la gusti la sborra, dai!Ingoiai con un rumore che sembrava quasi uno schiocco e gli occhi che mi lacrimavano. Mi leccai le gocce ai lati della bocca e afferratoli per i piselli me li tirai verso il corridoio.- Non pensate di aver finito il tutto solo con questo. Vi voglio dentro tutte due! E sul letto dove tua sorella fotte con Pietro.Raggiungemmo un letto matrimoniale dove presi a leccare i cazzi sino a farli ritornare rigidi. Andrea si mise supino ed io lo cavalcai riempiendomi la fica. Poi Andrea si mise seduto e Pietro allargandomi le natiche puntò il suo membro contro l’ano penetrandomi. Presero a fottermi in profondità e con forza. Da quanto tempo non ero penetrata da due uomini contemporaneamente e che cosa stupenda sentire due membri che erano dentro di me separati solo da un piccolo lelmbo di pelle! Li incoraggiai:- Spingete che ve li sento dentro ma li voglio ancora più sopra, forza spaccatemi, voglio godere!Andrea incominciò ad urlare:- Senti come gode la vacca Pietro, spingi che la troia se no non ne ha mai dal cornuto di suo marito. Fagli sentire i veri uomini come le trattano le maiale come lei!Anche Pietro rispose a queste battute lanciando ulteriori commenti sul conto di mio marito. Sotto i colpi dei due pensai a Marco in viaggio ed io a fare la troia e godetti sempre di più. Presi l’asta di Andrea e di lato posi un mio dito per penetrarmi contemporaneamente al suo cazzo. Pietro avvertendolo mi afferrò le tette con forza inculandomi con maggiore violenza dopo che Andrea urlando mi aveva sborrato in fica. Continuò a lungo sempre con forza, ormai sentivo un vero e proprio dolore ma i lamenti lo galvanizzavano. Sentii lo sperma di Andrea colarmi dalla topa. Con l’indice ed il medio lo raccolsi e me lo portai in bocca, non prima di essermi girato verso Pietro. Lui a questa vista non resistette ed mi arrivò. Sentii il dolore delle budelle svuotate e mi accasciai sul letto di fianco ad Andrea. Ci baciammo, era sempre stato un porco e non aveva remore, per questo mi era sempre piaciuto per le maialate più spinte. Sentii un dito raccogliermi lo sperma dall’ano e vidi poi Pietro porgemelo sulla lingua. Lo portai in bocca gustandomelo. Poi con la bocca semiaperta lo lasciai colare lungo il mento fissandoli entrambi. Fu di nuovo Andrea che si mostrò un amante senza tabù nel leccarmi lo sperma di Pietro e baciarmi permettendomi di farlo colare nella sua bocca. Lo ripresi di nuovo nella mia bocca voltandomi verso Pietro. Era titubante e fece un passo indietro mi alzai e dovetti rincorrerlo. Lo fissai ed ingoiai il tutto. Rimanemmo a lungo tutti e tre sul letto. Andrea prese in giro a lungo Pietro per la sua fuga continuando a ciucciarmi ed ad accarezzarmi il seno, infilarmi le sue dita dovunque ed a baciarmi. All’improvviso Pietro aprì un cassetto.- Sorpresa, vedi cosa piace a tua sorella?Andrea era stupito, anche lui non immaginava che a sua sorella non bastasse il marito. Rimirò un lungo dildo, translucido e colorato di un bel blu cobalto. Anch’io lo osservai trepidante e lasciai fare Pietro mentre me lo infilava in vagina e ripiegandolo nell’ano. Ognuno di loro prese allora un capo e prese a spingerlo dentro. La superficie ondulata era particolarmente stimolante ed in breve mi sentii squassata da ondate di piacere. Mi inarcai e dopo aver spinto con forza godetti. Questa volta mi addormentai. Mi svegliarono invitandomi sotto la doccia. Dopo che mi ero insaponata e ripulita ben bene mi spinsero di nuovo dentro la cabina. A stento entrammo in tre. Riaprirono l’acqua e presero ad insaponarmi. Ben presto sentii i loro membri in erezione. Li cacciai e mi ripulii di nuovo. All’uscita dalla doccia non potetti evitarli e sedutami sulla tazza li spompinai uno alla volta. Preferirono entrambi schizzarmi sul seno. Poi con le mani spalmarono la sborra lasciandomi un velo su tutto il busto e con le lingue presero a leccarmi. Mi infilai le dita in fica sditalinandomi e pensai a come raccattare il dildo quando gli occhi si posarono sull’orologio. Era ora di pranzo e dovevo scappare. Mi dovetti lavare di nuovo e indossare il costume. Mentre ci salutavamo baciandoci mi rivolsi ad Andrea:- Mi sa che con una sorella porca ed un cognato così perverso potresti divertirti anche in famiglia quando non ci sono.Andrea rimase silenzioso mentre Pietro sembrò prendere coraggio:- Potremmo scoprire cose deliziose.La mia era una battuta provocante come spiritosaggine ed invece sembrava che avessi toccato un punto mai prima scoperto. Ma era troppo tardi per pensare ai loro fatti familiari. Corsi per i vialetti ed arrivai a vedere Luca sorridente finire la pappina. La tavola era imbandita e mangiai. Nulla di eccezionale ma molto meno peggio di quanto temessi. Rilassata e felice mi stesi e mi lasciai prendere dal sonno.
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