Elena ha 34 anni. E’ veramente stufa di quella vita del cazzo che il marito le fa fare: mai un’uscita, mai un divertimento, mai una nuova emozione, per non parlare del sesso che ormai era diventato un unico appuntamento mensile. Al marito interessava solamente quello stupido hobby per il modellismo e le partite di calcio la domenica.E’ per questo che un giorno si sveglia con una voglia irrefrenabile di evadere da tutto ciò. Cerca nell’armadio qualcosa che possa mettere in risalto il suo sensuale corpo: 1 metro e 74 di altezza, 58 kg, due gambe sode e ben tornite, un culetto che lei considera la miglior parte del proprio corpo e due tette grosse come meloni. Sceglie un maglioncino nero aderente, una minigonna da urlo, calze autoreggenti e scarpe con tacchi alti. Si guarda allo specchio: è veramente oscena. “Solo le troie si vestono così” pensa. Se l’avesse vista il marito l’avrebbe obbligata a cambiarsi. Ma nonostante questo esce non con l’intento di tradire il marito, non l’aveva mai fatto, ma vuole solo provare cosa significa sentirsi ammirata e desiderata.Prende l’autobus che a causa dell’ora è affollatissimo, riesce a malapena a entrare e a farsi largo tra la gente per trovare un appiglio a cui sorreggersi. Lo strusciarsi dei corpi è inevitabile, tutti sono a stretto contatto l’un con l’altro. A un certo punto Elena sente un movimento diverso dagli altri, lento e costante, qualcosa le sta premendo contro il sedere. Si volta e vede un ragazzo che le sorride: il bastardo le sta facendo sentire la propria nerchia crescere in mezzo alle chiappe. Improvvisamente sente un rigangnolo scendere nell’interno coscia: si sta eccitando. Ad ogni scossone dell’autobus la spinta e le dimensioni aumentano, Elena non sa cosa fare e rimane impietrita. Non contento ora il ragazzo comincia a muovere il bacino strusciando il suo arnese sempre più velocemente. Si sente un lieve gemito, Elena si gira guardando verso il basso notando una chiazza in prossimità della cappella: il giovane era venuto. Giunta alla fermata scende ancora scossa dall’accaduto e si dirige verso il mercatino dell’usato. Dopo aver visitato alcune bancarelle nota un negozio di articoli etnici e decide di entrare. All’interno ci sono due ragazzi di colore, presumibilmente i titolari. Elena sbircia fra gli scaffali incuriosita dagli oggetti provenienti da terre lontane, viene poi attratta da alcune statue in legno poste sul pavimento. Ingenuamente si china per vederle meglio favorendo l’alzarsi della minigonna che svela così l’elastico delle autoreggenti. I due che fin dall’inizio non le avevano tolto gli occhi da dosso le si fanno incontro: “Ciao. Se ti interessano le statue in legno ne abbiamo di più belle in magazzino”. Elena annuendo li segue nel retro. La fanno accomodare su una poltrona. E’ incantata dalla bellezza di quegli oggetti. “Guarda che bei monoliti che abbiamo qua…” Si volta per vedere rimanendo a bocca aperta ….sono dritti davanti a lei entrambi con il cazzo in mano. Nonostante siano mosci hanno delle dimensioni notevoli. Elena ammira quelle due mazze paragonandole al cazzetto del marito. Cerca però di alzarsi per scappare ma viene bloccata. Il più grosso tenendole ferma la testa le caccia i suoi 30 cm in gola e comincia a scoparla in bocca. Elena, non può ribellarsi e sente la grossa verga crescerle in bocca. Anche l’altro si fa avanti ma due cazzi di quelle dimensioni sono troppo è così costretta o spompinarli alternativamente uno dopo l’altro ma ormai non lo fa più contro la sua volontà. Comincia a piacerle quell’odore acre e muore dalla voglia di essere penetrata da un simile palo di carne. “Mettiti a pecorina sulla poltrona che voglio prenderti da dietro.” Lei esegue gli ordini e si ritrova davanti un’asta di carne che lecca con vigore arrivando fino ad inghiottire le palle per poi risalire fino alla cappella mentre da dietro l’altro le rovista la fica. Quando è ormai zuppa fradicia sente una pressione sulla passera e subito dopo si ritrova riempita dalla grossa mazza . Emette un piccolo grido di dolore che si trasforma subito in ansimi di piacere mentre continua a sbocchinare quello davanti. Viene posseduta in maniera bestiale i due maschi sono sempre più ingoiati e non danno segno di cedere, lei ormai in estasi e si lascia andare a frasi oscene che mai aveva pronunciato “Che bei cazzi neri….. fottetemi maiali…. voglio assaggiare il vostro succo…. voglio un cazzo nella fica e uno nel culo alla faccia di quel cornuto di mio marito”. Ora uno si siede sulla poltrona, lei ci si accomoda sopra prendendo il cazzo in mano e guidandolo nella sorca… finalmente si sentiva nuovamente riempita, mente l’altro dopo essersi sputato sulla cappella gli affonda i suoi 30 cm di carne nello sfintere. Il suo corpo è ormai in possesso dei due che la palpano, la rovistano, la umiliano: “dai puttana bianca datti da fare a muovere quelle chiappe… la prossima volta che vieni trovarci porta anche tuo marito così gli facciamo vedere come si tromba una vera troia come te… non preoccuparti che da bere te lo offriamo noi…” e per mantenere la promessa la fanno inginocchiare e le offrono i loro cazzi tesi al massimo pronti per schizzarle addosso il loro piacere.Giunge a casa poco prima del rientro del marito che porta con se una scatola di montaggio. “Ciao cara stasera non mi disturbare che devo montare questo” Sul volto di Elena si disegna un malizioso sorriso mentre pensa a chi aveva montato lei poche ore prima.
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