Carlo, è un uomo sulla quarantina, sposato senza figli, sua moglie Sonia di origine siciliana di 37 anni, una cosiddetta falsa magra, altezza 1,67 m, tette abbastanza grosse che risaltavano sul suo corpo. Coppia cosiddetta tranquilla ma quello che successe quell’estate del 99 ha cambiato la loro vita e ha fatto riscoprire nei loro corpi una voglia incontrollabile.Erano anni che pensavano di andare in vacanza, purtroppo le possibilità finanziare della coppia erano abbastanza limitate, ma quell’estate decisero addirittura di fare un prestito per potersi permettere di andare in un villaggio turistico in Calabria e godersi quei meritati quindici giorni.Partirono il 10 agosto per Tropea una bellissima località balneare e appena arrivarono in quel villaggio furono accolti dalla direzione in un modo squisito e subito li fecero accomodare nel loro appartamento dove c’era una camera da letto, un soggiorno con salotto ed infine una piccola cucina. Carlo e Sonia la prima cosa che notarono in quel villaggio e di essere circondati da persone che senz’altro non dovevano alzarsi alla mattina per sbarcare il lunario, e questa differenza si notava in tutti i loro comportamenti come negli abiti che avevano addosso ma siccome ormai si trovavano in quel posto decisero di divertirsi a dispetto di tutti gli altri.Vicino al loro appartamento c’era un signore distinto abbastanza giovanile, una età che poteva essere intorno ai cinquanta, e quello che si notava il modo autoritario con cui si rivolgeva al personale di servizio e in particolare ad una cameriera, abbastanza formosa, con labbre pronunciate con un età che poteva avvicinarsi ai cinquantenni ma che praticamente pendeva dalle sue labbra.Sonia quando incontrava lo sguardo di quest’uomo, tendeva sempre ad abbassare gli occhi anche perché gli incuteva un timore da far paura, ma nello stesso tempo lo affascinava. Il suo timore derivava anche da un carattere remissivo e anche suo marito era più meno fatto della stessa pasta.Un giorno lei stava sulla terrazza stesa su una sedia sdraio a prendere il sole e leggeva una delle riviste mondane, suo marito faceva la solita pennichella dopo un abbuffata alla tavola calda. In una pausa di lettura Silvia alzò gli occhi dalla rivista e nel guardarsi intorno i suoi occhi scrutarono la stanza del vicino e quello che apparve alla sua vista la fece irrigidire. Lui stava steso su una poltrona e quella cameriera era inginocchiata ai suoi piedi e praticamente gli faceva un pompino.Ma quello che fece irrigidire Sonia fu la dimensione di quel coso che pendeva tra le gambe di quel signore, era enorme, almeno il doppio del marito. Cercò di distogliere lo sguardo da quella scena e si rimise a leggere ma la sua mente correva a quella scena e quindi era più forte di lei e alzando di nuovo lo sguardo i suoi occhi oltre a vedere la scena del pompino incontrarono anche gli occhi di quel signore che ormai con un riso beffardo la sfidava a guardare. Lei rimase affascinata da quella donna inginocchiata ai piedi di quell’uomo che si prodigava a soddisfare quell’uomo come se fosse l’ultima cosa che gli restava da fare. Vedeva la sua bocca che si allargava a dismisura per imboccare quel cazzo mostruoso, ma non vedeva sofferenza ne costrizione, anzi notò una sua mano nascosta sotto la gonna che senz’altro accarezzava il suo pube per darsi un sollievo.Silvia in un primo momento fu tentata anche lei a toccarsi ma fu quel rumore improvviso del marito che si svegliava che la fece sobbalzare e quindi in fretta allontanarsi dal balcone.Corse in bagno e dovette dare sfogo masturbandosi con violenza….erano anni che non lo faceva e la sua goduta fu talmente forte da sedersi per terra per prendere fiato. Il marito chiaramente non se ne accorse niente, anzi si avvicinò al bagno e chiese alla moglie di entrare perché doveva urinare. Silvia si ricompose e nello stesso tempo apri la porta per far entrare il marito il quale si avvicinò al water e incominciò ad urinare. Silvia quasi sott’occhio guardò il marito e fu giocoforza fare un raffronto con il cazzo del vicino. Suo marito non era stato mai un grande amatore, lui assolveva i suoi compiti di marito assai raramente e si vedeva chiaramente che per lui non era una cosa che gli piacesse molto. Silvia fin adesso non si era mai preoccupato di queste cose, lei si era sempre sentita una donna realizzata , ma quella scena del pompino l’aveva stravolta ed era deciso a dimenticare il tutto. Ma fu proprio una sera che lei era rimasta solo in camera, mentre suo marito era andato a vedere una partita di calcetto che si giocava al villaggio.Faceva un caldo terribile e per di più quella sera c’era un’umidità pazzesca. Silvia era in camicia da notte e per rinfrescarsi si era spostata in terrazza. Fuori sembrava che l’aria si appiccicasse addosso e Silvia cercava di mettersi in un punto dove c’era più fresco, dove poteva sentire la brezza del mare. Sentii bussare alla porta e convinta che fosse il marito, non pensò di coprirsi e quindi la sua sorpresa fu grande quando sulla porta apparve la figura maestoso di quel signore. Rimase senza parola per un attimo, lui grande e grosso la guardò, e fu in un attimo che entro nell’appartamento chiudendo la porta alle sue spalle. A Silvia si era bloccata la sua voce, voleva gridare, fare un qualcosa per buttare fuori quel signore, ma lui incurante andò verso il salotto e con padronanza assoluta si siede su una poltrona e si mette a fissarla con quel modo imperioso quasi come se volesse ipnotizzarla. Fu in quel piccolo attimo di lucidità che Silvia disse: ma come si permette?? Chi e lei che entra in casa mia??? Lui continuava a guardarla, con occhi profondi da metterla in imbarazzo, e con modi lenti incominciò a sbottonare la patta dei suoi pantaloni. Negli occhi di Silvia, il terrore incominciava ad invaderla e voleva scappare anzi poteva benissimo scappare ma si sentiva inchiodata, non riusciva a muoversi. Furono le sue parole calme e decise che praticamente la inchiodarono in quella posizione: piccola, tu hai una voglia matta di vedere il mio cazzo, ti ho vista l’altra volta, se tu vuoi io me ne vado, basta che tu lo dici, io mi alzerò e andrò via. Silvia non rispose anche perché la sua voce sembrava sparita…. cercò di dire un qualcosa ma l’unica cosa che riuscì a fare fu quello di appoggiarsi vicino ad una parete per non svenire visto che ormai si sentiva venir meno. Bruno (cosi si chiamava quell’uomo) sorrise e continuò a sbottonare la patta dei suoi pantaloni, anzi abbasso del tutto le su mutande in modo da rimanere scoperto con il cazzo fuori.Silvia a quella visione cercò di andare via e poteva benissimo farlo quando all’improvviso la porta si apri ed entrò la cameriera dei piani. Era quella signora che Silvia aveva visto dal balcone e che aveva fatto il pompino. Entrò in camera come se Silvia non esistesse, chiuse la porta e si avvicinò a Bruno, si inginocchio ai suoi piedi e incominciò a fargli una sega guardandolo negli occhi. Bruno con un cenno gli fece capire che da lei voleva qualcosa di più e lei subito imboccò il cazzo per pomparlo ma con calma. Silvia era rimasta paralizzata ma ormai si sentiva parte di quel gioco e fu più forte di lei che si quasi senza accorgersene si avvicinò ad osservare meglio la scena. Lui beato si godeva quel pompino fatto con cura e la sua eccitazione cresceva ancora di più perché c’era lei. Silvia, una nuova preda da assoggettare alle sue voglie, da rendere schiava come aveva fatto con tante donne e anche uomini. Lui la fissò in modo osceno e con la mano la invitò ad avvicinarsi a lui in modo da poterla toccare. La cameriera continua a succhiare e lo faceva con risucchi rumorosi, la sua testa andava su e giù con ritmo continuo….. Silvia ormai faceva parte di quel gioco e quando Bruno incominciò a toccarla la fica per masturbarla per lei fu quasi una liberazione. Infatti bastarono poche sgrillettate alla sua fica da parte di Bruno per portarla ad un orgasmo che la fece quasi inginocchiare ai suoi piedi. Fu proprio in quel momento di debolezza che Bruno allontana la bocca della cameriera dal suo cazzo ormai prossimo all’orgasmo, e quasi con una dolce violenza fa piegare Silvia a novanta gradi e senza darla il tempo di pensare la inforca nella fica e incomincia a chiavarla: – godi, che fra poco sborro e tu lo terrai in te e stasera ti farai leccare la fica da quel frocio di tuo marito. Silvia, sembrava vivere un altro mondo, per lei era un orgasmo continuo e incredibile, eppure non gli sembrava vero, lei stava chiamando con uno sconosciuto con una donna che la guardava e si masturbava davanti a lei, con il marito che poteva venire da un momento all’altro.I suoi pensieri furono interrotti dalla lava di sperma che Bruno gli versava nella fica e chiaramente un nuovo orgasmo travolse Silvia. Quando Bruno tolse il cazzo dalla fica di Silvia si senti quasi uno schioppo e solo con lo sguardo guardando la cameriera che lei accorse per inginocchiarsi di nuovo davanti a lui e pulire con la lingua il cazzo del suo padrone.- Domani sari tu a venire da me, – disse Bruno rivolgendosi a Silvia, – e non ti preoccupare di tuo marito – anche lui sarà mio schiavo.
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