Era ormai ora di pranzo quando Andrea se n’andò, cosi andarono in un ristorantino vicino sul mare per mangiare e dopo rientrarono in camera per buttarsi sul letto, rigorosamente matrimoniale.Claudio, il pomeriggio del secondo giorno, mentre Sara prendeva il sole, che costrinse a mettersi in topless, fece conoscenza con due ragazzi, suoi coetanei, che si stavano mangiando con gli occhi il seno di sua madre.Presto entrò in confidenza con loro ed iniziò a fare degli apprezzamenti su Sara, senza rivelare loro che era il figlio, e, eccitatoli al punto giusto, gli disse che lui la conosceva e se volevano poteva organizzare una piccola orgetta per quella sera, quindi gli diede appuntamento per la sera davanti all’albergo. Non disse niente alla madre, voleva prenderla di sorpresa.Quando entrò in camera con i due ragazzi lei era distesa sul letto con in dosso una camicetta da notte completamente trasparente e nient’altro sotto. La sua prima reazione fu quella di coprirsi con il lenzuolo dagli sguardi dei due. Claudio disse "vi presento Sara, mia madre" i due non credevano alle loro orecchie, mentre lei chiese spiegazioni e lui gli rispose che faceva parte della scommessa che aveva perso. Claudio si spogliò, si sedette accanto a lei e gli levò di dosso il lenzuolo dicendo ai ragazzi di mettersi nudi, iniziò a baciarla sul collo e gli mise la mano fra le gambe, lavorandola con le dita. Sara, con i sensi sconvolti, gli afferrò il cazzo già duro e farfugliò che se era quello che lui voleva, se li sarebbe presi tutti e tre. Raggiunti dagli altri ragazzi, si fece spogliare e si trovò al centro delle loro attenzioni. Mentre Claudio le stava lavorando la fica, uno era attaccato ai suoi seni e l’altro glielo aveva messo in bocca. Per primo la prese il figlio che, stesosi sul letto, se la fece montare sopra, mentre gli altri due si contendevano la sua bocca con i loro cazzi, ma si stancarono presto e pretesero altro. Sara fu fatta mettere a quattro zampe e, a rotazione, la incularono, occupandole, di tanto in tanto, anche la bocca. Dopo un paio di turni, uno dei ragazzi volle fatta una spagnola mentre l’altro glielo sbatté nella fica, a Claudio non restò che la bocca per una pompa. Sara disse che voleva averli dentro tutti, contemporaneamente, e fece stendere il ragazzo a cui aveva fatto la spagnola, gli montò sopra e se lo accomodò nella fica, il figlio le si portò dietro e glielo mise nel culo ed il terzo glielo mise in bocca. Si fece fottere per tutta la notte dai tre ragazzi che la fecero venire varie volte, al mattino erano tutti stanchi morti e, rimasti soli madre e figlio, si addormentarono sul teatro di battaglia. Quando si svegliarono, era pomeriggio inoltrato, parlarono e lui gli disse che per tutta la loro permanenza in quel posto lei doveva sottostare ai suoi capricci, incondizionatamente, gli diede dei baci ed andarono a fare la doccia. Claudio, il giorno dopo, di sera, volle uscire. Finirono in una sala da ballo, si sedettero ad un tavolo e, dopo aver bevuto qualcosa, fecero qualche ballo. Fermatisi, Sara si sedette e lui andò a fare un giro per il locale. Durante la sua assenza un uomo, sui quarantacinque-cinquanta anni, si avvicinò a sua madre ed iniziò a parlarle, lui, incuriosito, si avvicinò quel tanto che bastava per ascoltare quello che dicevano e non farsi scorgere da lui. L’uomo le chiese se voleva ballare con lui e lei cercava di rifiutarsi, ma Claudio, di senza farsi notare dall’uomo, gli fece cenno di accettare, e si mise a guardarli. Quel tizio era poco più alto di lei e mostrava un fisico ben tenuto. Con tenacia riuscì a vincere la rigidità di Sara e le si strinse contro.Dopo circa un’ora di ballo lui la invitò ad andare a fare quattro passi insieme e lei, incrociato lo sguardo incitante del figlio, accettò. Claudio uscì subito dietro di loro e li seguì di soppiatto. Giunti in prossimità della spiaggia, l’uomo la condusse in un luogo appartato fra le cabine di un lido, ed iniziò a baciarla. Sara non sapeva che cosa fare, se il figlio li aveva seguiti, ma quando quel tizio le prese la mano e se la poggiò sulla patta rimase sconvolta da quello che tastava. Quel cazzo era enorme ed il solopensiero che fosse per lei la faceva bagnare tutta, la presenza del figlio passò in secondo piano, e, inginocchiatasi, lo liberò iniziando a baciarlo epercorrerlo con la lingua, sentendolo crescere ed irrigidirsi.Claudio, nel frattempo, si era portato molto vicino a loro, riusciva a sentire e vedere tutto. Vide quell’uomo spingere sua madre contro la parete di una cabina, aprirle la camicetta, alzarle la gonna, appoggiarle una mano sulla fica, lei non portava né mutandine né reggiseno quella sera, farle poggiare un piede su un panchetto e sbatterglielo in pancia afferrandola con una mano da un seno e con l’altra dalla coscia alzata. Sara non riusciva a trattenersi dal gemere, quell’affare che si muoveva dentro di lei la mandava in delirio, quando no ce la fece più, gli chiese di metterglielo nel culo. Lui lo tirò fuori, la fece girare, chinare, poggiare le mani alla parete e, lentamente, lo affondò fra le sue chiappe, infilandolo tutto dentro. Tenendola per i fianchi, iniziò a muoversi lentamente, avanti ed indietro, poi accelerò per rallentare nuovamente dopo poco, quindi iniziò ad uscire lentamente ed entrare con un colpo di reni deciso, e, quando stava per venire, l’afferrò dal seno. Sara, giratasi, si inginocchiò e glielo pulì tutto con la lingua, facendolo tornare duro, si accanì su di lui, lo passava in lungo ed in largo, se lo faceva scomparire in bocca, gli slinguava e baciava i testicoli, portandolo a venire nuovamente, inondandole la bocca. Si ricomposero, si portarono sulla strada, e si lasciarono.Claudio la raggiunse appena quell’uomo non era più in vista, rientrarono in albergo e, dopo che Sara si fece una doccia, si misero a letto, dove il figlio le domandò com’era stato, se gli era piaciuto e via dicendo, prima di addormentarsi. Il quarto giorno passò tranquillo, furono in spiaggia al mattino, a riposare in albergo dopo pranzo, di nuovo in spiaggia al pomeriggio e a letto dopo cena. Il quinto giorno Claudio conobbe una ragazza bellissima, si chiamava Jessy, iniziò subito a corteggiarla, si dettero appuntamento per il pomeriggio, ma quando la rivide fu assalito da un gruppo di ragazzi, senza saperne il motivo. La spiegazione era che quella ragazza faceva parte della loro banda, quindi non poteva farsi fottere da un pivello qualsiasi, specialmente se non faceva parte di loro. Claudio cercò di trovare un modo per farseli amici e potersela fare, ma quelli non sentivano ragione. Mentre stavano per andarsene, Claudio ebbe un’idea, gli chiese se volevano fare un baratto, propose che per tutto il tempo che Jessy fosse stata con lui, loro avrebbero avuto la sua donna. Quello che sembrava il capo si mise a ridere, gli disse "vorrai dire la tua ragazza", ma lui precisò che aveva quarant’anni questa donna e per di più era sua madre. Ci pensarono un po’ su ed accettarono l’accordo, dandosi appuntamento, dopo cena, davanti l’albergo.Durante la cena aveva pensato a come dire a sua madre quello che doveva fare, ma non gli volle dire niente fino a quando non risalirono in camera. Claudio si decise e raccontò tutto a Sara, che disse che non l’avrebbe mai fatto, ma il figlio gli ricordò la scommessa che aveva perso e che ritornati a casa non sarebbe accaduta più una cosa del genere, lei cercò di obiettare che se si fosse saputo in giro l’avrebbero presa per una troia, ma Claudio la rassicurò dicendogli che nessuno li conosceva lì e che sarebbe stata in una casa subito fuori del paese, lontana da occhi indiscreti.Scesero assieme all’appuntamento, lei aveva a dosso uno di quei vestitini estivi corti, aderente, con sotto niente ed un paio di scarpe con il tacco, la scelta fu del figlio. Li aspettava una macchina con cinque persone a bordo, Jessy e altri quattro ragazzi. Claudio esordì presentandogli Sara, quindi la ragazza si mise al suo fianco mentre Sara salì in macchina con gli altri, in mezzo fra i due seduti dietro, e partirono. Subito quei ragazzi le misero gli occhi addosso, e ben presto anche le mani, iniziando a baciarla, a strizzarle le tette attraverso il vestito, uno le mise una mano sulla coscia e la fece scivolare sino all’inguine, dove infilò due dita, mentre lei cercava di restare impassibile.Arrivarono ed entrarono in questa casa che era la loro tana, circondata da alberi, con la casa più vicina ad oltre cento metri. Sara pensò che era nei guai, se volevano le potevano fare qualsiasi cosa, senza che nessuno se n’accorgesse, paura che aumentò quando entrò e vide che dentro c’erano almeno altri quindici ragazzi che attendevano. Il ragazzo che le aveva fatto il ditalino in macchina zitti tutti e disse che per primo se la sarebbe fottutta lui e dopo sarebbe stata di tutti e, presala per una mano, la condusse in una stanza dove il pavimento era coperto di materassi.Chiusasi la porta dietro, mentre si spogliava, gli disse che non doveva essere così tesa, che erano dei bravi ragazzi, che volevano solo divertirsi e non farle del male, quindi la fece stendere ed iniziò a baciarla. Sara si era calmata un poco dopo quelle parole, ma ancora non riusciva a lasciarsi andare, ma quando quel ragazzo si mise a lavorargli la fica con la lingua, i sensi le partirono, iniziò a pensare solo ai cazzi di quei ragazzi, e per far capire che ormai si era calmata ed aveva accettato la situazione, glielo prese in bocca, facendolo irrigidire al punto giusto, quindi si stese divaricando le gambe, facendoselo mettere in pancia. Il ragazzo, apprezzato il buco, volle provare l’altro, facendola mettere a quattro zampe e infilandoglielo senza tanti complimenti. Dopo essergli venuto dentro si alzò e chiamò gli altri, che entrarono ed iniziarono a spogliarsi e a mettergli le mani addosso. Sara era in estasi, tutte quelle mani che la toccavano dappertutto, tutti quei cazzi che afferrava, lasciò docilmente che facessero di lei qualsiasi cosa. Iniziarono a prenderla in due, tre per volta, non lasciandola mai inattiva, si davano i turni, dalle dieci di sera si fermarono dopo tredici ore. Gli faceva male la mascella per quanti cazzi aveva lavorato, i capezzoli erano indolenziti per i baci, morsi, slinguate, succhiate che avevano ricevuto ed i buchi in fiamme per il continuo sfregamento. Nel frattempo, in albergo, Claudio alternava le scopate ai riposini, fino a quando non arrivò sua madre e Jessy andò via. Sara diede un bacio al figlio, che avvertì il sapore di sperma sulle sue labbra, e si spogliò per farsi una doccia, dicendogli di farsi portare su il pranzo. Mentre mangiavano gli raccontò quello che aveva fatto, di non sapere neanche lei quante volte era venuta, ma che era stata un’esperienza fantastica. Finito di pranzare si misero a dormire e si svegliarono la mattina dopo, giorno in cui Andrea doveva andare a prenderli.Rientrati a casa nel primo pomeriggio, Sara andò immediatamente dal suo ginecologo, facendosi ricevere dopo l’ultima visita della giornata.Il medico rimase colpito dalla situazione in cui era, conoscendola da quando aveva partorito Claudio, cercò di indagare su come aveva fatto, lei gli rispose che era da tanto tempo che era rimasta sola ed aveva esagerato nella foga di rifarsi. Sara si accorse che al poveretto era venuto duro, guardandolo di profilo, sapeva che sarebbe piaciuto anche a lui farle passare la solitudine e, quando gli fissò appuntamento dopo una settimana, ci fece un pensierino su. In quei sette giorni non si fece scopare né dal figlio né da Andrea, si limitò a fargli qualche pompino. Quest’astinenza la stava rendendo nervosa, dopo quelle overdose di cazzo che aveva fatto, poterlo prendere solo in bocca era un supplizio. Almeno, anche se era ancora metà settembre, era arrivato il primo freddo che la aiutava a calmare le fregole. Passati i sette giorni, si recò alla visita di controllo, speranzosa di poter ricominciare ad usare i suoi buchini. Si presentò con un vestito molto stretto, che la fasciava dalle spalle alle ginocchia che si tolse quando doveva farsi visitare. Al povero ginecologo mancò poco che non gli prendesse un colpo quando, girandosi, la vide con un paio di calze nere, il reggicalze e un reggiseno a balconcino che le sorreggeva i seni senza coprirli. Sara spiegò che non portava le mutandine perché preferiva prendere aria per aiutare la guarigione, quindi si distese sul lettino ponendo le gambe sulle staffe. Il medico iniziò a visitarla e, introducendo le dita nella sua fica, le chiese se sentiva dolore e lei rispose che quello che sentiva non era dolore. Quindi si passò all’ano e, quando introdusse il dito, Sara produsse solo una vocale "ah", che lo fece gelare, tirò fuori il dito e le chiese se gli aveva fatto molto male e lei gli rispose che non gli aveva fatto male per niente, anzi. Il poveretto stava iniziando a sudare, non sapeva che fare, ma lei sì e disse "sa, mi deve capire, sono una donna sola, senza un uomo, non ho intenzione di risposarmi perché mi voglio dedicare a mio figlio, ma ho bisogno di qualcuno che non si leghi a me e trovo solo degli uomini che non sanno come trattarmi e mi mettono in queste condizioni. Forse mi dovrei trovare un uomo sposato, che ha voglia di una relazione extraconiugale, senza impegni e che sappia trattarmi. Lei è sposato vero?" lui rispose di si, alzandosi in piedi ed appoggiandosi a lei, fra le sue gambe divaricate, gli chiese se aveva intenzione di avere una relazione extraconiugale. Il povero medico non disse niente, si chinò su di lei ed iniziò a baciarla, sulla bocca, sui seni, sulla fica e tiratosi giù i pantaloni glielo sbatté in pancia, testandole le condizioni in uso. Gli controllò anche il culo con questo metodo, per finire lui sdraiato sul lettino con le gambe sulle staffe a farsi spompinare. Sara, finita la visita, se n’andò contenta di poter riutilizzare di nuovo tutto il suo corpo e, tornata a casa, fece sfogare il figlio concedendogli una scopata di un’oretta, per non rischiare di esagerare nell’uso e senza raccontargli del ginecologo.E vissero tutti felici e godenti!
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