La stanza era nella penombra; le finestre accostate impedivano al caldo esterno di penetrare e la temperatura nella casa si manteneva confortevole.Daniele, indossando solo un paio di slip, era sdraiato con la testa sul cuscino, appoggiato alla testiera del letto, in una sorta di torpore nel quale si stava crogiolando già da un po’.Il pranzo era stato abbastanza leggero e, d’altra parte, l’afa esterna non consentiva di esagerare con le libagioni.Dalla cucina provenivano i rumori provocati da Claudia che stava terminando di riordinare.Erano sposati da cinque anni (ne avevano entrambi ventotto a quell’epoca) e il loro menage matrimoniale era sempre stato soddisfacente sotto tutti i punti di vista, anche da quello dell’intesa sessuale che era andata affinandosi via via nel tempo; ora il solo guardarsi negli occhi in un certo modo, permetteva di entrare in un mondo tutto loro, dove potevano dare spazio e vita a tutto quello che passava per la mente in fatto di sesso, senza inibizione alcuna.I rumori provenienti dalla cucina erano cessati, segno che Claudia aveva terminato di rigovernare.Nel torpore della siesta, Daniele concepì l’idea che qualcuno si era materializzato vicino a lui, sul letto; socchiuse gli occhi… Claudia era lì in ginocchio davanti a lui… non indossava niente… i suoi seni da quarta misura oscillavano al ritmo del suo respiro e il suo gradevole profumo stava esalando nella stanza.Claudia si avvicinò al marito e dopo avergli sfiorato le labbra con le sue cominciò a scendere sul suo corpo insistendo con la bocca nei punti che sapeva essere particolarmente erogeni per lui.Arrivò così all’inguine; gli tolse gli slip e passò la lingua sull’asta fremente di lui che immediatamente rispose all’appello raddrizzandosi seguita da un gemito di Daniele.Claudia era entrata nella stanza con l’intenzione di sdraiarsi vicino al marito per riposare anche lei ma quando lo aveva intravisto sul letto, nella penombra, con quel corpo disteso nella tranquillità del sonno ristoratore e che l’aveva conquistata qualche anno prima e che ancora le faceva girare la testa, le era come esplosa una voglia intensa di “possederlo” in qualche modo; così lo aveva cominciato a lavorare fino a fargli tirare su l’uccello.Appoggiò le avide labbra su quel membro pulsante ingoiandolo lentamente mentre lo scappellava e scese giù, sempre più giù, fino a farlo scomparire tutto nella sua bocca; poi cominciò la lenta risalita e, mentre usciva, lo vellicava con sapienti tocchi di lingua insistendo sul filetto e sulla cappella che cominciava ad essere ben turgida.Claudia conosceva bene l’arte del pompino e non era la prima volta che vi si dedicava (neanche la prima volta con Daniele, ovviamente); in questo caso voleva dare il meglio di se stessa, voleva fare impazzire il suo uomo di piacere, voleva che arrivasse ad implorarla di dargli il colpo finale.Seguendo il suo istinto, Claudia proseguiva nella sua opera di su e giù, per il momento usando solo la bocca e carezzando con le mani il corpo di Daniele, indugiando sul suo ano e sulle palle che si vedevano ben gonfie di quel nettare di cui lei già pregustava in bocca quel dolce sapore che ben conosceva.Daniele si stava svegliando del tutto, seguendo l’esempio del suo “amico” in basso, e stava godendo delle sensazioni che il suo cazzo, sollecitato da Claudia, gli stava mandando al cervello; la sua donna sapeva bene quali “interruttori” toccare per farlo partire veramente; inoltre l’aveva preso in un momento in cui era senza difese perché stava quasi dormendo e questo l’aveva completamente spiazzato rendendolo incapace di reagire ma solo di gustarsi quella lingua e quella bocca che lo stavano trasportando in un eden di piacere.Dopo qualche minuto di quel trattamento, Claudia giudicò che Daniele era “cotto” al punto giusto, e anche lei, del resto, era già abbondatemente bagnata; così, spostando una mano impugnò la base del cazzo e infilò l’altra fra le sue gambe.Cominciò a sincronizzare i movimenti delle due mani con quelli della bocca che continuava nel suo andirivieni su quell’asta lucida della sua saliva; quando il cazzo di Daniele usciva del tutto dalla sua bocca, alcuni fili biancastri di saliva restavano appesi tra i due a formare piccole ragnatele di desiderio…Claudia voleva che arrivassero insieme a godere; per questo era concentrata a controllare come si comportava Daniele, per evitare che sborrasse troppo presto rispetto ai suoi tempi.Daniele continuava a mugolare beandosi di quel pompino delizioso e Claudia ormai si stava sditalinando con foga sentendo prossimo il suo piacere.Claudia era ormai al limite per cui decise di accelerare le pompate sul cazzo di Daniele e contemporaneamente il suo ditalino… sentì nella sua bocca che la cappella di Daniele diventava sempre più turgida e aumentò il ritmo della mano sulla sua fica e sul clitoride… sempre di più… poi con un urlo Daniele cominciò a spruzzare la sua sborra nella bocca di Claudia che, arrivando all’orgasmo in quel momento, urlò anche lei il suo piacere doppio, lasciando che lo sperma colasse sul suo viso e sull’asta del suo uomo.Quindi cominciò a passare le labbra su quella cappella, suggendo e ripulendo quel nettare agognato, lavorando anche di lingua per raccogliere quello più distante mentre Daniele era ancora scosso dagli ultimi sussulti dell’orgasmo.Quasi con devozione, Claudia continuò nella sua opera di ripulitura mentre il cazzo cominciava a perdere la sua rigidità e Daniele godeva delle ultime leccate della sua donna.Quando ebbe finito, Claudia baciò con la lingua il suo uomo per fargli sentire il sapore del piacere e si sdraiò vicino a lui. Ma il pomeriggio era ancora lungo…
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