Voglio raccontarvi quando un pomeriggio di qualche anno fa, mi vidi costretta a scopare con sei ragazzi insieme. Avevo circa 18 anni, ed un pomeriggio, a casa di un mio amico di scuola, fui attirata in un tranello e costretta con la forza (o forse no…) a scopare per un intero pomeriggio con tutti e sei i presenti, uno dopo l’altro… A quel tempo, momentaneamente finita la storia con Giancarlo P. (in 5 anni, ci saremo ripresi e lasciati almeno trenta volte…) frequentavo un mio compagno di scuola, Ambrogio de G. Era da poco arrivato a Roma da Milano; era veramente un bel figo ed aveva sempre un nugolo di ragazze che gli andavano dietro.. . Soprattutto erano quelle del quinto anno che lo insidiavano di più! Molte lo concupivano, ma poche erano quelle che potevano dire di essere riuscite a combinare qualcosa con lui… Si diceva pure che solamente Ada e Gianna della V B fossero riuscite a farselo… Tutto ciò non faceva altro che rendercelo ancora più prezioso! Capirete, come mi potevo sentire quando lui mise gli occhi su di me… La prima volta che lo vidi, era in palestra quando si giocò una partita di pallacanestro contro un’altro istituto di Roma per i”Giochi della Gioventù”. Inutile descrivere il baccano che tutte noi femminucce (io compresa) si faceva. La ns. scuola vinse quella partita che ci portava alle finali provinciali di pallacanestro. Ci fu una corsa all’accaparramento delle divise della ns. squadra. Molti dei ns. compagni d’istituto (compreso Ambrogio de G.) rimasero praticamente …in mutande. Quello che mi colpì, erano i muscoli pettorali e dorsali di Ambrogio de G. Sotto la maglietta XXL, erano ben nascosti… ma “nature” erano fantastici… Anche qualcun altro degli altri della ns. squadra, avrebbe meritato qualche attenzione, ma… Ambrogio era fuori gara!!! Dopo quella partita, lo rincontrai qualche giorno dopo in palestra. Lui, insieme a quelli della squadra di pallacanestro, era lì per gli allenamenti; noi (cioè le ragazze della ns. classe) arrivavamo per la ns. ora di Educazione Fisica. Per tutto il tempo, non feci altro che squadarmelo da cima a fondo! Era a dorso nudo con solo dei pantaloncini di raso rosso, dei calzini bianchi lunghi di spugna e le All Star. Il sudore, rendeva ancora più lucenti ed appetibili i suoi splendidi muscoli… Penso che non fossi la sola che se lo stava mangiando con gli occhi… Più di una volta, incrociai il suo sguardo!!! Mi sembra inutile scrivere che ogni sua occhiata era un colpo che dal cuore, scendeva diritta in mezzo alle gambe… Finita la ns. ora di ginnastica, stavamo uscendo dalla palestra, quando il pallone giunse dalle mie parti. Mi chinai per restituirlo ai giocatori. Mi venne incontro proprio lui! E, nel porgerle la palla gli dissi:”Nella partita contro l’Aranjoruiz, sei stato il migliore… Hai fatto canestro da ogni posizione…” E lui mi replicò prontamente: “Grazie per il complimento… Ma avrei preferito di più colpire il tuo cuore…”. Ed io, da gran puttana:”Può darsi che tu lo abbia già colpito…” e così dicendo tornai dalle mie compagne di classe. Per tutto il tragitto fino alla ns. aula, Gemma e Patrizia (altre due troie di prima categoria…) non fecero altro che chiedermi cosa ci fossimo detti. All’uscita di scuola, lo trovai che mi aspettava; ma non volevo cedere subito! Aspettai sul pianerottolo la professoressa di italiano per chiederLe come era andata l’interrogazione della mattina. Già sapevo quale era stato l’esito. Ma mi serviva come diversivo per poter prendere insieme a lei l’autobus che ci avrebbe riportato alla Stazione. Sconcertato dalla mia azione, probabilmente rimase come un pezzo di m…. La mattina seguente lo rividi davanti il cancello della scuola che con lo sguardo mi cercava. Ma ancora non era il momento di cedere! Quando suonò la campanella, andai in segreteria a parlare col segretario economo. Non dovevo dirgli nulla (tanto è vero che, feci una figura barbina…). Ma anche questo mi serviva come diversivo. Durante la ricreazione, evitai di uscire dall’aula; ero sicura che mi stesse aspettando! Gemma venne ad avvertirmi che lo aveva visto in corridoio. Proprio come me lo aspettavo! A malincuore, ma non uscii. Al cambio dell’ora, chiesi alla prof di Lettere di poter andare in bagno:”Siccome ho dovuto studiare per un’interrogazione di matematica, non ho fatto la ricreazione ed ora dovrei andarci…” Permesso accordato. Mi guardai in giro, per vedere se ancora era nei paraggi. Ma di lui neanche l’ombra! Proprio davanti alla porta incontrai una mia amica della palestra e ci fermammo a parlare. Lo vidi in fondo al corridoio che ci veniva incontro. Arrivatoci davanti, chiese una sigaretta alla mia amica, mentre a me non rivolse nè una parola, nè uno sguardo. Come fossi invisibile!!! Poi se ne tornò in fondo al corridoio e si mise a leggere il “Corriere dello Sport” che era sul tavolo del bidello. Appena finita la conversazione con Persia (la mia amica), entrai nel bagno. Dieci secondi dopo, sentii dei passi dietro la porta! Da sotto l’uscio, riuscii a scorgere le scarpe, erano le sue! Ci avrei scommesso qualsiasi cosa che lo avrebbe fatto!!! Incurante del fatto che se lo avessero scoperto lì dentro, lo avrebbero sospeso, aspettò che uscissi. Tanto per rendergli più ardua l’impresa, aspettai qualche minuto di più per uscire… Ma appena aprii la porta, lui entrò come una furia dentro e la richiuse! Presa alla sprovvista, non potei neanche difendermi! Mi si avventò addosso. Era una furia (e ci mancava pure che non lo fosse… con tutto quello che gli avevo fatto…) Mi baciò sulle labbra con veemenza ed intanto cercava di toccarmi il seno ed in mezzo alle gambe. La sua lingua mulinava nel mio palato cercando la mia. Ormai, lo avevo provocato abbastanza, e come si dice “il gioco è bello quando dura poco…”. Ed ora non era più il momento di giocare. Le ns. lingue si cercavano alacremente. Una pomiciata molto, molto piacevole. Difficilmente mi ero eccitata così tanto con un altro uomo solo per una pomiciata. Le sue mani, sembravano quelle di una piovra… Lì sotto già stavo diventando un lago… Si sentivano delle voci di altre ragazze nei bagni. Che, per fortuna non si trattennero molto. Non voglio immaginare cosa che sarebbe successo se qualcuno ci avesse trovati lì dentro. Alla fine della pomiciata, con la solita veemenza, mi rimise a sedere sulla tazza del bagno. Con la mano sinistra mi prese per i capelli e con la destra si aprì la patta per potermi esibire “il suo scettro di carne”. Per quanto si era eccitato, non riusciva neanche a tirarlo fuori!!! Lo aiutai io. Quando lo ebbi davanti, una cosa notevole. Sicuramente non eccezionale… ma notevole , SI! Degno dei suoi muscoli… In men che non si dica, me lo infilò in bocca. Poi con entrambe le mani sulla nuca, mi “dava il tempo”. Però, più che un bocchino, sembrava proprio una “scopata con la bocca”!!! Ogni tanto, lo stronzo, si spingeva oltre il consentito. Il suo cazzo, mi arrivava fin quasi alle tonsille! Però, devo ammettere ci sapeva fare! Benchè mi dessi da fare anche con le mani e con la lingua, il suo membro non accennava segni di cedimento. Solo dopo circa una decina di minuti di mio lavoro, sentìì sussultare il suo uccello. Orami c’eravamo! Mi arpionò ancora più forte la nuca e mi introdusse ancora più in fondo il suo cazzo. La mia bocca era appiccicata al suo ventre ed immersa nei suoi peli pubici. Un fiume di sperma mi invase il palato! Spingeva con forza la mia testa verso il suo ventre. Anche se avessi voluto, non avrei potuto rifiutarmi. Eruttò almeno sei o sette volte nel mio palato. Le prime più possenti mi scesero direttamente in gola, le successive sul palato. Alla fine della “prestazione orale”, volle anche che, con la lingua, gli ripulissi il cazzo!!! Accuratamente… Poi, mentre si rimetteva a posto il suo “scettro di carne”, mi disse: “Finalmente sono riuscito a fare qualcosa con te! E’ da quattro mesi che vorrei scoparti e, purtroppo soltanto adesso ci sono riuscito! Certo non è stata una vera scopata, ma se le premesse sono queste…” Sentivo le sue parole ed ero come in trance… Si rivestì ed uscì dal bagno. Qualche minuto dopo, anche io mi rivestii. Lo trovai fuori che mi aspettava. Ci sedemmo per qualche minuto sui scalini e lì continuammo a pomiciare. Seduta tra le sue gambe, mi circondava le spalle con quelle sue braccia da airone. Ero completamente in suo possesso! A malincuore, dovetti staccarmi da lui, dovevo rientrare in classe. Era già passata una buona mezz’ora… Mi lasciò dicendomi soltanto:”Quando ci rivedremo?” “Quando vorrai… Ma al più presto!” poi scappai via. All’uscita, questa volta ero io che lo aspettavo! Anche lui mi cercava con lo sguardo. I nostri occhi s’incontrarono. Venne verso di me e mi baciò. Poi mi mise il suo braccio destro sulla spalla, ma glielo tolsi. Non volevo ingenerare gelosia stupida nelle altre ragazze. Mi accompagnò all’autobus ed attese con me. Non lo avevo mai visto prendere l’autobus. Prima di allora, lo avevo sempre visto venire e tornare da scuola a piedi. Per me, il fatto che prendesse l’auto era una novità! Pensai che era stato un pensiero gentile per me. Salimmo sull’autobus, ultra affollato. Io davanti e lui dietro a me. L’autobus era stracolmo, solo posti in piedi. Non potevamo muoverci, tutti spingevano tutti. Ambrogio, ne approfittò, comunque, per “darsi da fare…” Col ventre (e con quello che c’era sotto.. .) si appoggiava al mio di dietro, con la sinistra, si appoggiava al mancorrente, l’altra mano si appoggiava al …mio seno. Mi mise la mano sotto al golfino, e trovò le mie tette. Non portavo il reggiseno, o meglio dopo l’ora di ginnastica me lo ero tolto, un ferretto mi procurava un po’ di dolore… Avrei voluto vedere la sua faccia quando se ne accorse… Coi polpastrelli e col palmo della mano, mi titillava i capezzoli già induriti dalla situazione che stavo vivendo… Col culo cercavo sempre più un contatto ravvicinato con la sua patta (purtroppo… solo con quella). Sotto, la mia pussy stava diventando un lago… Se mi avesse toccato sotto, giuro che mi sarei denudata lì dentro e, davanti a tutti, gli avrei gridato:”SCOPAMI!!!” Ormai ero cotta a puntino. L’autobus arrivò, finalmente, alla Stazione. Appena scesi, mi disse:”Non riesco a stare senza vederti più di un’ora!!! Mi piaci da morire… Ti voglio vedere al più presto! Anzi, perchè non vieni questo pomeriggio a casa mia. Alle tre tre e mezza? Saremo soli io e te. Poi, se vuoi, alle cinque possiamo andare ad una festa di una mia amica…””OK Dammi l’indirizzo che vengo. Anche io, non riesco a fare a meno di te…” Ormai, era inutile tirarsi indietro. Ero stata io a tirare la corda fino a quel punto e, francamente, mi sembrava inutile (oltre che deleterio) “continuare a tirarla ancora”. Tira tira prima o poi la corda si rompe… Tornata a casa, mangiai praticamente con la testa altrove. Lei, la mia testa, era ancora dentro l’autobus… Alle due in punto, entrai in bagno per “farmi bella per lui”. Una doccia veloce, un rapido trucco (un po’ da troia…), e poi di corsa in camera per vestirmi. Scelsi una mini, una camicia di seta ed una maglione di cashmere (era nuovissimo, lo avevo comprato solamente il sabato precedente…), poi calze autoreggenti e scarpe col tacco. L’intimo era costituito da un coordinato reggiseno a balconcino + perizoma. Per ultimo un soprabito completava la mia mise per l’imminente incontro con Ambrogio. Unico colore: il nero. Sembravo forse un po’ dark, ma è anche vero che il colore nero è molto eccitante… Riuscii a prendere al volo l’autobus. Arrivata alla Stazione presi quello per Casal Palocco. Il tempo, però, inesorabilmente scorreva. Arrivai a casa di Ambrogio appena un minuto prima delle tre e mezza prestabilite. Mi venne ad aprire lui. In accappatoio. Lasciato, neanche tanto involontariamente, slegato. Potevo vedere tutti i muscoli del torace, poi giù fino allo “scettro”! Era già sull’attenti! Forse lo aveva causato il mio arrivo? Comunque, avevo modo di poter indagare… Gli porsi il mio cappotto e, non prima di esserci scambiati un languido bacio, andai a sedermi sul candido divano del soggiorno. Mi offrì della Coca Cola ghiacciata e per lui si versò del whisky pieno di cubetti di ghiaccio. Poi, accese lo stereo ed inserì un cd di Mina. Serviva creare un clima intrigante??? Quando mi offrì la coca, preferii invece, bere il suo whisky ghiacciato! In un attimo, me lo scolai!!! Un fuoco d’alcool si sprigionò nel mio stomaco. Ma, già immaginavo altri fuochi…. nel mio ventre… Già il vedermelo girare intorno così desiderabile, così nudo, così invitante, così eccitante, così “già sull’attenti”, stava mettendo a dura prova la mia pazienza… Poi, venne a sedersi vicino a me. M’offrì un altro bicchiere di whisky. Era il secondo in meno di cinque minuti! E pensare che fino ad allora di whisky, non ne avevo mai bevuto nemmeno uno. Aveva ancora l’accappatoio addosso. Dopo aver brindato “al nostro pomeriggio di passione” (NdA.: queste furono le sue testuali parole…) mi invitò a ballare un sensuale lento. Passarono non più di dieci secondi che insinuò la sua lingua tra le mie labbra. Chiaramente non opposi resistenza. Fu un “lingua a lingua” da urlo. Ed intanto il suo scettro premeva sul mio ventre. Mentre lo baciavo, lo spogliavo dell’unico ed ormai inutile, indumento che indossava. Lo stesso fece lui con me! La mini, neanche me la slacciò; la tirò semplicemente giù! In breve era ai miei piedi. Poi mi arpionò le chiappe e, stringendole tra le sue dita, mi spinse il ventre ancora più a contatto col “suo scettro”. Non volendo “far condurre le danze“ solo a lui, iniziai a strusciarmi ancora più lascivamente al suo muscoloso corpo. Presi il suo cazzo, e me lo infilai tra le gambe. Ora, solo una sottile striscia di seta divideva la mia fica dal suo uccello!!! Un calore non indifferente, s’irradiava lungo tutto il mio corpo. Ancora più infoiato, Ambrogio, intrufolò le sue calde mani sui miei fianchi per poi risalire e potermi togliere il rimanente dei vestiti. Dovetti, comunque, intervenire io. Mi tolsi il maglioncino, ma lasciai a lui il privilegio di sbottonarmi la camicetta. Non tralasciando la nostra pomiciata, in breve fummo nudi. O meglio, indossavo ancora l’intimo! Ma, da lì a poco, sarei stata ancora più nuda. Mi scolai un’altro whisky (forse per rendermi incosciente o per prendere coraggio o per fargli credere di essere più adulta?). Continuammo sul divano. Oltretutto, saranno stati i tre wisky, sarà stata l’eccitazione, o tutte e due le cose insieme, comunque, le gambe stavano cedendomi. Lui steso sotto ed io sopra, continuammo a pomiciare. In breve, mi tolse anche il reggiseno ed il perizoma. Avevo solo le calze e le scarpe. Solo l’essenziale!!! Scesi a slinguargli i capezzoli per poi proseguire fino …alla meta. Avevo appena iniziato “la discesa”, quando suonarono alla porta! Il terrore s’impadronì di me! In un attimo, fuggii in un altra stanza per nascondermi. Entrai nella prima che trovai, era il guardaroba. Lui cercò (probabilmente) di nascondere i vestiti. Ma, evidentemente, o non lo fece affatto oppure lo fece male. Sentii delle voci maschili in salone che salutavano, rumorosamente, Ambrogio. Poi il silenzio. Sentìì però qualcuno che cercava qualcun altro. Ero terrorizzata! Era chiaro che cercavano me! In breve, sentii aprire e chiudere delle porte. Per sembrare meno indecente, avevo reindossato il mio cappotto. Pensai: “Se mi scoprono qui, almeno non sono nuda…” Il terrore mi stava assalendo! Ma, non ebbi molto tempo per provarlo. Mi scoprirono in pochissimi minuti. Aprirono la porta e gli apparsi così com’ero! Sulla porta m’apparvero alcuni ragazzi in fila, ed in fondo alla fila, LUI. Non so’ quanti colori cambiai in quei pochi secondi… Ormai mi avevano scoperta! Ma cosa volevano da me quei ragazzi? Non ci misi molto a comprenderlo! Il primo della fila, mi prese per un braccio e mi fece uscire. Non usò alcuna violenza, anche perchè docilmente uscii. Mi portò in salone, mi fece sedere sul divano e poi rivolgendosi agli altri, disse:”Avete capito che razza di amico è Ambrogio… Si scopa una figa come questa e neanche ci dice niente. Secondo me, non è un comportamento da amico. Voi che ne dite?” Nel frattempo si spogliava… Inutile scrivere che cosa dissero gli altri. Intanto guardavo Ambrogio anche per capire qualcosa… Ma non c’era niente da capire! I miei vestiti erano ancora dov’erano prima. Evidentemente, avevano concordato tutto! Cercai di reagire, ma me lo impedirono. Erano cinque, erano uomini, erano possenti. Io ero sola, vagamente ubriaca, terribilmente eccitata. Mentre due mi bloccavano le gambe e le braccia, intanto gli altri si spogliavano. Anche loro non erano messi male!!! Quello che fino ad allora aveva parlato, che sembrava essere anche quello più anziano rispetto agli altri, e che si atteggiava a capo della gang, ormai nudo, mi presentò il suo cazzo davanti agli occhi! Non è che potessi oppormi più di tanto… Lui in piedi davanti a me ed io seduta in mezzo ad altri due. Lanciai un’altro sguardo verso Ambrogio che abbassò gli occhi. Ormai “ero in ballo e dovevo ballare”!!! Imboccai il suo cazzo ed iniziai il mio pompino. Il primo di una lunga serie di quel pomeriggio… Qualche minuto dopo, anche i miei “angeli custodi” si alzarono per spogliarsi. Intanto, “il pubblico circostante” iniziava a rumoreggiare. Reclamavano i loro diritti… Aldo (il presunto capo) mi fece alzare e poi mettere in ginocchio davanti al divano. “Uno del pubblico” (Luciano) m’invitò a fare con lui quello che avevo iniziato con Aldo. Nel frattempo, “il capo”, postosi dietro di me, iniziò a scoparmi. La mia pussy, era già abbastanza lubrificata, il suo cazzo era stato abbondantemente insalivato… Per cui, l’ingresso non oppose la minima resistenza. Iniziò così un lento avanti e indietro. Sia in bocca che nella mia fica. Gli altri, tanto per non rimanere inoperosi, iniziavano a palparmi il corpo. Chi si occupava delle tette, chi del culo, chi …non potendo di più, del resto del corpo. Passati dieci minuti, dapprima Aldo e subito dopo Luciano, si svuotarono nei rispettivi buchi. Si accomodarono altri due. Neanche mi avevano fatto muovere. “Si accomodarono”, semplicemente, al posto dei precedenti “ospiti”. Quello dietro, lo riconobbi dalla voce, era Ambrogio! Altri dieci minuti e di nuovo inondata nei due pertugi. Mi stavano riempiendo ben bene. Nuovo cambio di “ospiti”. Gli ultimi due. Quello dietro (Demetrio) era indubbiamente molto ben dotato. Quando mi penetrò, nonostante fossi piena di sborra dei precedenti e dei miei umori, provai un po’ di dolore. Ad un certo punto, si fermò, estrasse il suo “scettro” e provò a forzare la mia “porta di servizio”. Lo scostai subito e mi alzai in piedi.”No! Nel culo non se ne parla!” Gli altri, per paura di perdere il loro giocattolo, mi rincuorarono e sgridarono “il mandingo”. Ora, era il mio turno! Mi rimisi a sedere sul divano ed invitai Ambrogio ad occuparsi della mia figa. Mi distesi ed afferratolo per la testa, lo invitai a leccarmi tutta. Ero piena di sborra e di ciprigno! Ma la colpa (o il merito…) era suo. Quindi, in entrambi i casi, lui doveva porre rimedio! Ero distesa sul divano che mi stavo godendo quella leccata, titillandomi i capezzoli, quando con un lungo lamento seguito da un altrettanto lungo sospiro, venni nella bocca del “cestista”… Aldo e Demetrio, proposero di spostarci in una camera da letto. Proposta accettata da tutti, subito. Da me per prima; meglio scopare con maggiore comodità che farlo scomodamente…. Variazione dell’assunto di Catalano… La camera era un’enorme stanza al piano superiore. Ambrogio e Massimo, arraffarono alla meglio i vestiti di tutti e li portarono in camera. Ormai anche io ci stavo, incredibilmente, prendendo gusto. Ho sempre saputo di avere un animo da troia. Qualcuno è riuscito a farmela uscire fuori, e ne ha goduto immensamente e ripetutamente… Qualcun’altro, forse per timore, o per troppo rispetto verso di me, non ha potuto approfittarne. Mal per lui… Luciano ed Aldo si procurarono nelle altre stanze dei materassi e li stesero per terra. Ne trovarono quattro. Massimo e Gianni, si stesero sui materassi pronti a ricevere le mie carezze orali. Luciano di dietro pronto a scoparmi. Iniziai con Massimo mentre masturbavo Gianni. Poi feci cambio. Intanto Luciano si dava da fare di dietro. In un eccesso di libidine, volli fare qualcosa che avevo visto fare solo nei film porno. Chiesi a Luciano di fermarsi un attimo. Presi entrambi i cazzi, uno per mano, e lentamente me li introdussi in gola. Per fortuna madre natura mi ha fornito di una bocca capiente… (parafrasando Cappuccetto Rosso… per fare meglio i bocchini…) Seppur con qualche difficoltà, ma riuscii nell’impresa! Ero appena riuscita nell’opera quando una lunga sequela di fiotti di sperma, mi allagò il palato!!! Neanche una goccia cadde sul lenzuolo!!! Luciano se ne venne subito dopo. Ero esausta, ma non appagata di sesso. Mi sistemai di schiena sui materassi, un cuscino sotto il culo per metterlo ancora più in risalto, le gambe completamente divaricate, e così messa, attendevo gli eventi… Si fecero avanti Demetrio (in bocca) e Aldo (de retro) mentre Ambrogio si dava da fare col mio seno. Solo allora, avendolo davanti agli occhi, mi resi conto delle dimensioni, gigantesche, del cazzo di Demetrio! Praticamente, un braccio di un bambino piccolo!!! I capezzoli erano diventati enormi e durissimi. Ambrogio, non so quanto involontariamente, mi dava anche qualche morso (la qual cosa, in quel contesto, non mi dispiaceva affatto). Ero scossa da fremiti di goduria che partivano da ogni parte del corpo. Smaniavo, ed urlavo loro, di essere scopata con più rudezza. Non se lo fecero ripetere due volte… Questa volta l’amplesso durò più dei precedenti! Erano veramente duri a venire. Ma, come gli altri, anche loro mi allagarono… Ed anch’io li seguii. Urlando epiteti irriferibili, per una 17enne… Ora si accomodò anche l’ultimo: Ambrogio. Non so se sia stato un caso, ma proprio lui era l’ultimo! Gliene dissi di tutti i colori. Con lui, volli scatenarmi al massimo! Iniziai a leccargli il cazzo da cima a fondo, poi scesi alle palle, e quindi al perineo. Risalii per lo stesso “percorso” e così fino alla fine… Che di lì a poco arrivò! Con le mani dietro la nuca, mi spinse la testa fino a farmi toccare il suo ventre. Mi accorsi che stava venendo e mi fermai. Volevo portarlo al parossismo! Mi riaccomodai sopra di lui, ma questa volta nella posizione del 69. Ripresi dove avevo interrotto precedentemente. Lui intanto si occupava della mia figa. Poi, con le sue possenti mani, mi rigirò e risistematami alla pecorina, mi scopò di nuovo. Mi depositò un po’ di saliva sul didietro ed iniziò così ad incularmi dapprima con un dito, poi con due e finì col penetrarmi con ben tre dita!!! A quel punto, se qualcuno avesse provato a sostituite le dita col proprio cazzo, non so se mi fossi rifiutata… Ormai ero pronta a ricevere qualsiasi cosa!!! Nulla escluso!!! In ginocchio, per il troppo godere, cercavo qualcosa con cui sfogarmi. Non trovai di meglio di mordere i materassi!!! Con un grugnito più animalesco che umano, Ambrogio, mi inondò ancora una volta. Ora, ero veramente “alla frutta…” Lentamente, scivolai distesa in terra. Poi, qualche secondo dopo, volli rigirarmi sui materassi e mi posi schiena a terra, con le gambe divaricate (volevo far prendere un po’ d’aria alla mia figa quel giorno sfruttata oltremodo???) Stavo ancora godendo con gli occhi chiusi, rivivendo con la mente quel pomeriggio (e masturbandomi infaticabilmente…) quando una marea di sperma mi colpì in ogni dove! Sulla faccia, sui seni, sul ventre, sulle gambe e perfino sui piedi. Praticamente, una “doccia spermatica” in piena regola. Era ormai inutile andare alla festa della loro amica… Entrai in bagno per farmi una doccia (anche se avrei preferito lasciarmi addosso la loro sborra…) Al centro del bagno, notai una splendida Jacuzzi. Ne approfittai subito. Mentre ero immersa nella rigenerante acqua tiepida, ritornai con la mente al pomeriggio appena passato. Non potevo neanche lontanamente pensare che, una semplice scopata con un amico che mi piaceva, si sarebbe evoluta in un orgia colossale con sei ragazzi che mi scopavano senza sosta per tre ore. Ma, non serbavo nessun rancore per Ambrogio. Dopotutto la cosa mi era piaciuta… E pure tanto!!! Uno dopo l’altro, sentii gli altri che si accomiatavano dal padrone di casa. Poi più nulla! Rimasi nella jacuzzi per moltissimo tempo. Forse mi ci addormentai addirittura dentro… Guardai l’orologio sulla toeletta ed indicava le otto di sera. Di là sentivo che Ambrogio aveva acceso la televisione e stava sentendo il telegiornale. Rimasi ancora una mezz’oretta e poi uscii. Mi asciugai e mi rivestii. Lo incontrai in salone che ascoltava attentamente la televisione. Mi accoccolai vicino a lui. Alla fine del telegiornale, mi invitò a mangiare fuori. Declinai l’invito! Dovevo, e soprattutto volevo, tornare a casa. Gli chiesi di riaccompagnarmi a casa, e così fece. Durante il breve tragitto (dieci chilometri…) nessuno dei due parlò del pomeriggio appena trascorso. Sotto casa mia, ci demmo l’appuntamento per l’indomani mattina a scuola. Poi un ultimo, infinito bacio, suggellò il commiato. Mi coricai subito e non feci altro che ripensare al pomeriggio trascorso. Mi accorsi però di avere paura di confessare ad Ambrogio che quello successo a casa sua, mi era piaciuto… E… pure tanto!!! E se mi avesse preso per una squaldrina qualunque? In fondo lui mi piaceva!!! Mi addormentai con quei dubbi. La mattina dopo, a scuola, non feci parola con nessuno di quello che era successo a casa di Ambrogio. Avevo il timore che le mie amiche, mi giudicassero per …quello che ero! Non avrebbero mai creduto che fossi arrivata fino a quel punto! Per due giorni evitai pure di incontrare Ambrogio. Me lo ritrovai, quattro giorni dopo, un giovedì sera, sotto casa. Mi chiese scusa per quello che era successo… che non era colpa sua… che non avrebbe più rivisto i suoi amici… che non voleva perdermi… che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me… che si sarebbe dedicato solo a me… Lo lasciai parlare. Poi, dopo un lungo silenzio, gli risposi:”Guarda che non ti devi scusare… Ho ripensato per tutta la notte di venerdì ed anche in questi giorni a quello che è successo a casa tua… non ce l’ho con te, anzi.. A me è piaciuto… e pure tanto…” Seguì un lungo silenzio. Mi aspettavo una sua reazione, violenta. Invece, lui replicò:”Non ho capito bene… Mi vuoi dire che ti è piaciuto tanto? Così tanto che saresti disposta a rifarlo ancora?””Si certo che lo rifarei… In fondo, nelle mie fantasie, mi immaginavo sempre di scopare con tanti uomini… Magari non sei tutti insieme… Ma due o tre insieme, si! Anzi, da qualche tempo, sogno una relazione con un’altra donna… A volte mi faccio schifo! Ma poi, immancabilmente, mi ritrovo sempre a fantasticare delle stesse cose…””Ah bello a sapersi… Allora, che faccio organizzo qualcosa? Magari per domani sera?””Oddio… Ma cosa stai dicendo!!! Ma che mi hai preso, veramente, per una puttanella qualunque? Ma, non è colpa tua… E’ colpa mia, ho paura che mi stia spingendo troppo oltre… No, non organizzare niente… Ci ho ripensato.. Dimentica tutto quello che ti ho detto! Anzi, non vediamoci più, preferisco così! Ed ora fammi scendere. E’ tardi e devo tornare a casa… Ti prego, Ambrogio, non vediamoci più e scordiamoci tutto quello che è successo e che ti ho detto adesso! Consideralo solo come un mio momento di debolezza! Ma, per favore scordati di me.” Subito dopo scesi dall’auto, infilai la chiave nel portone del condominio salii le scale a tre per volta. Appena entrata in casa salutai i miei frettolosamente e mi richiusi in camera, mi sdraiai sul letto, ed affondando il viso sul cuscino, piansi. Mi vergognai di aver confessato ad Ambrogio (dopotutto era ancora uno sconosciuto per me) le mie debolezze sessuali. Mi telefonò Giancarlo, ma con una scusa lo congedai in un attimo. In questa condizioni, Morfeo, mi accolse tra le sue braccia…
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