Una sera di fine luglio, assediati da un caldo asfissiante, mia moglie e io ciodolavamo per casa in attesa che si facesse ora di cena. Improvvisamente, la vidi venirmi incontro e chiedermi, con una strana luce negli occhi, se mi andava di uscire per una cenetta ‘.. coi fiocchi’. Pensarmi fuori casa, con la speranza di un po’ di fresco e rispondere affermativamente fu un tutt’uno. "Allora mi preparo" disse e si allontanò verso la nostra stanza per cambiarsi. Anche io iniziai a prepararmi nel giro di una mezz’ora eravamo pronti."Dai che si fa tardi" le gridai da una stanza all’altra, quando ormai pronti, vidi che si attardava ancora a fare chissà che nello spogliatoio. "Arrivo, comincia a prendere la macchina" mi rispose e così mi avviai in garage. Lei arrivò pochi minuti dopo e notai che si era cambiata d’abito. Ora indossava una cortissima gonna bianca a portafoglio e una maglietta blu con una vistosa scollatura. Notai subito che sotto la maglietta non portava reggiseno e i capezzoli spuntavano prepotenti dal leggero tessuto della maglietta. Mia moglie è una donna di 38 anni, non alta, ma estremamente attraente, armoniosa nelle forme e decisamente eccitante. Pensai con piacere che quella ‘mise’ era dedicata a me, visto che è molto difficile vederla uscire con abbigliamento meno che elegante e serio.Ci avviammo, dunque, verso un paesino sul mare vicino la nostra città, dove sapevamo di un ristorante che notoriamente preparava piatti squisiti. Durante il tragitto, per gioco, si cominciò a parlare di sesso, di mostrarla spogliata in pubblico, cosa che mi eccita moltissimo, di offrirla ad altri per vederla fare sesso con qualcuno che non ero io.Ad un certo punto, stendendosi leggermente sul sedile, mi chiese: "Ti piacerebbe che mi vedessero così?" e mentre lo diceva scostò abbondantemente le due falde della minigonna facendo apparire i neri peletti che le circondano la topa. "Allora ti piacerebbe o no?" insistette cominciando a carezzarsi il pube con lentezza. "Diavolo, se mi piacerebbe" risposi cominciando a saltare con lo sguardo tra la strada e il suo monte di venere, che lei protendeva sempre più verso l’alto e che poteva tranquillamente essere visto dai radi pedoni che incrociavamo. Superato un tratto di curve, allungai la mano per cominciare a carezzare anche io quel posto stupendo, che tanto piacere è capace di dare, e sentii che cominciava a bagnarsi in modo considerevole. Continuai con decisione nella manovra, un po’ perché adoro vederla quando è stimolata sessualmente, un po’ per vedere fin dove si sarebbe spinta nella sua esibizione. Purtroppo, dopo poco tempo fui costretto a desistere dalla mia azione sulla sua topa perché entrammo nel centro abitato del paesino nostra destinazione. Giunti al ristorante scendemmo e mentre entravamo nel locale notai che la gonna era leggermente trasparente e lasciava appena intravedere il bianco del suo morbido sedere. La cena, breve e leggera visto quello che si preparava, fu rapidamente completata e ci avviammo di nuovo verso la macchina. "Che ne dici di pagare il parcheggiatore non solo con soldi" le chiesi provocatoriamente, convinto che con un sorriso imbarazzato mi avrebbe risposto di no. "Che intendi…… ho capito." mi rispose, e entrata in macchina di nuovo aprì la gonnellina mettendo in vista quel ben di Dio che c’era sotto.L’atmosfera in macchina si fece molto calda quando l’uomo del parcheggio si avvicinò per prendere i soldi. Gli allungai qualche biglietto da mille lire dal finestrino e notai che la sua mano rimase per un tempo molto più lungo del normale tesa nel gesto di prendere i soldi senza metterli in tasca.Ci avviammo rapidamente verso casa, già immaginando cosa sarebbe successo, quando la vidi infilare con decisione una mano tra le gambe e cominciare a toccarsi languidamente. Poco dopo, l’altra mano scostò la maglietta e mise in mostra un bel seno con il capezzolo turgido, che lei cominciò a toccare e carezzare ritmicamente.Lo spettacolo continuò per qualche minuto, poi "fermati, ti prego" mi disse "non riesco ad aspettare fino a casa". Dopo qualche istante trovai posto in una strada poco frequentata che costeggiava un laghetto, dove già erano appartate altre coppie.Appena fermi si spogliò completamente e si attaccò alla mia bocca avidamente, tenendosi stretta a me in un lungo e lascivo bacio. Quindi le sue mani si rivolsero verso i mie pantaloni, dove con abili mosse, in un attimo, misero in libertà il mio uccello, che dall’inizio della serata aveva assunto delle dimensioni difficilmente nascondibili dal pantalone.Si inginocchiò davanti al sedile e, avvicinata la sua faccia, cominciò a succhiarmelo con un movimento dolcissimo e molto stimolante, che solo lei ho trovato capace di fare. La sua azione andò avanti per qualche minuto, tra affondate fino in gola o solo leccatine sulla cappella, poi si sdraiò sul sedile, che aveva in precedenza abbassato, dicendo "Vieni ora, lo voglio tutto dentro".Superato un attimo di titubanza, dovuto al fatto che eravamo su una strada, sì secondaria, ma sempre con un certo traffico, mi sdraiai su di lei e la penetrai, aprendomi in varco nella sua vagina inondata di umori, caldissima e morbidissima. Se c’è una cosa che non dimenticherò mai di lei, è quanto la sua topa possa essere accogliente, delicata e nello stesso tempo eccitante e puttana.Cominciammo a scopare e lei, tra un sospiro e un gridolino, all’improvviso mi chiese "quando mi trovi un altro per fare l’amore?""Davvero lo vorresti" le chiesi, "Sì, se tu mi stai a guardare" rispose mentre i chiari segni di un orgasmo incipiente cominciavano ad alterare i lineamenti del suo viso e il suo respiro. Aprii subito il finestrino più vicino a lei e, mentre il suo orgasmo cominciava a invaderla e farla sussultare, le dissi "Ora grida forte, e fai sentire a tutto il mondo il piacere che stai avendo". Non avevo neanche terminato di dirlo, che un lungo, forte urlo le uscì dalla bocca, seguito poi da altri con lo stesso ritmo dei brividi che l’orgasmo le stava provocando. Notai, in un paio di macchine vicine, movimenti di teste che si giravano verso di noi.Si calmò, e io mi riportai sul sedile lato guida per permettere ai nostri corpi di rinfrescarsi un po’. Lei si mise seduta, si rassettò i lunghi capelli biondi e poi si stese di traverso sui due sedili, con la testa sulle mie gambe. Mentre parlavamo, giaceva stesa con tutto il suo corpo nudo luccicante per il sudore e un filo di aria fresca entrava dai finestrini aperti. Ad un certo punto, scorsi due ragazzi che si avvicinavano a piedi alla nostra auto. "Arrivano due tipi" dissi "copriti un po’".Lei, per tutta risposta allargò e sollevò ancora di più le gambe e portò la sua mano a giocherellare nella topa e "Voglio che mi vedano" disse "mi eccita l’idea di essere vista così". Io mi irrigidii un po’. Mi piaceva l’idea di mostrarla bellissima nella sua nudità al mondo esterno, ma non sapevo con chi avremmo avuto a che fare. I due tipi si avvicinarono ancora, ora si potevano chiaramente udire le parole e le risate, e infine passarono vicinissimi alla nostra macchina. Per un attimo, mentre passavano, ci fu silenzio; non più parole né risate. Anche noi rimanemmo immobili, con lei sempre completamente nuda e oscenamente aperta nella sua intimità, finché i due non si allontanarono. Prima che fossero troppo lontani, feci in tempo ad udire dei pezzi di frase "…. Non mi dispiacerebbe stare là dentro ……………. bella troia ……….. coraggiosa..".Ci mettemmo in ordine e riprendemmo la via del ritorno; lei si addormentò dopo poco.Settembre 1999
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