Il silenzio della stanza era diventato opprimente e io mi sentivo strana, come pervasa da una sensazione che prendendomi dall’intimo del mio pensiero si trasferiva all’esterno, verso il mio corpo trasformandolo in una entità che riuscivo con fatica a controllare e a far reagire.Era una di quelle serate che sapevo già come si sarebbero concluse: a casa ad annoiarmi e a guardare il tempo scorrere, cadenzato dai rintocchi del pendolo del soggiorno, mentre fuori il mondo continuava il suo vivere ignaro di me e del mio stato d’animo. Fu un attimo… e decisi che per quella volta non me ne sarei stata ad ammuffire tra quelle pareti, sola nella vita da single, in compagnia dei miei 35 anni !!! Mi cambiai, mi detti una rinfrescatina e in un attimo ero già per strada a vedere se si rimediava qualcosa di diverso per quella serata. Iniziai a girovagare fra negozi e grandi magazzini, attirata da vetrine più o meno luccicanti, finché non arrivai dinanzi ad una boutique dove esposto c’era un abitino niente male e pensai che il chiedere di provarlo non avrebbe certamente impegnato poi il fatto di doverlo comprare. Entrai decisa e chiesi alla proprietaria, una donna di una trentina d’anni circa, se potevo provare il capo di abbigliamento esposto, e lei con aria un po’ pensierosa mi guardò squadrandomi dalle scarpe alla testa e poi con molta gentilezza disse che non c’erano problemi. Prese l’abito con delicatezza e me lo porse accompagnandomi al camerino dove toltami i vestiti che avevo indosso e rimasta con le sole autoreggenti bianche, slip e reggiseno indossai il capo di abbigliamento, rimirandomi allo specchio che adornava tutti intorno il piccolo stanzino. Pensai tra me e me che mi stava bene, perché metteva in mostra la giusta proporzione del mio corpo e affacciatami chiesi alla proprietaria, se poteva darmi una mano nel giudicare come mi stava, così, per avere il giudizio di un’altra persona.Si avvicinò, mi guardò a lungo con un aria professionale, disse che mi stava benissimo e che forse era stato fatto appositamente per me, cosa che mi fece ridere di cuore, anche perché lei aveva un modo di esprimersi che rendeva benissimo l’accento romanesco della sua intonazione. La notai allora per la prima volta… aveva un sorriso bellissimo…pareva che gli si accendessero gli occhi quando sorrideva… occhi… stupendi… di un verde incredibile. Continuammo così per qualche minuto con lei che si prodigava nel darmi il suo parere sull’abito, sul come mi cadeva bene, sul colore che faceva risaltare il mio viso, sulle mie gambe che venivano valorizzate da quel capo di abbigliamento, ed io ero a mio agio quasi fossi con una cara amica e non con una sconosciuta che avevo visto solo pochi istanti prima. Accadde quasi in un attimo, o fu forse di più, ebbi soltanto il tempo di pensare che se fosse stato un uomo avrei sicuramente pensato che mi stava facendo delle avances quando la sua mano si appoggiò sul mio seno con la scusa di sistemare l’orlo e poi scese sul corpo quasi a carezzarlo con leggerezza, fino a passarmi sui fianchi e spingermi verso di lei. Le nostre labbra si incontrarono, mentre il mio viso divenne sicuramente di un rosso fiamma tanto era la sensazione di imbarazzo che provai in quegli istanti, ma fu questione di attimi, e Claudia (così si chiamava) fu brava ad approfittare della mia indecisione per darmi un bacio che definirei da favola, e che vinse le mie resistenze (poche…). Sentii la sua lingua entrare dentro le mie labbra con un movimento saettante e farsi strada all’interno del mio palato, mentre le sue mani mi abbracciavano e rovistavano dappertutto stropicciando il vestitino…ma chi pensava più al vestito ora? Non pensai più a nulla, mi lasciai portare da questa esperienza con una voluttà che non avrei pensato essere in me…mi sentivo di trasgredire a una vita di sani insegnamenti familiari e morali e non me ne fregava niente, anzi questo fugace pensiero spingeva le mie labbra a ricambiare con foga il bacio e le mie mani a toccare il suo corpo, bellissimo corpo che ora era li pronto a essere carezzato, baciato e amato con passione. Cademmo su un tappeto, nella stanza posta nel retro del negozio e in un attimo mi aveva spogliata anche dei miei indumenti intimi lasciandomi solo con le autoreggenti e mi baciava i seni, leccandomi i capezzoli e passando poi la sua lingua sul mio corpo scendendo verso la vagina che ormai era un lago di umori e di eccitazione. Leccò a lungo con passione e io mi contorcevo dalla libidine osservando il mio corpo riflesso negli specchi che qua e là erano posti sulle pareti, e intuivo il suo viso immerso fra le mie gambe a gustare il sapore della mia voglia. Sentivo le sue dita entrare dentro di me con dolcezza muovendosi piano quasi a simulare un rapporto con il membro maschile… una… due … ancora… pensavo sempre più persa in queste sensazioni. E lei sembrò leggere il mio pensiero perché iniziò a spingermi dentro sempre più dita, finché non sentii la mia vagina dilatarsi quasi a rompersi, in un crescendo di piacere e dolore… non riuscivo a realizzare cosa stesse facendo…ero persa in una perversione che mi faceva desiderare solo di godere ancora e ancora, finché sfinita da queste sensazioni realizzai quello che stava succedendo e girandomi verso lo specchio capii che quello che pensavo era vero…la sua mano…tutta la mano, era dentro di me, nel mio corpo e le sue dita sembravano tentacoli che sfioravano le pareti interne della mia vagina dandomi sensazioni che mai avevo provato…ebbi un orgasmo che mi squassò profondamente, lasciandomi sfinita fra le sue braccia, indifesa e prona a qualsiasi altro desiderio lei avesse avuto. Tolse la sua mano e mi costrinse a leccare le sue dita piene del sapore del mio piacere e questo pensiero mi diede nuova forza per rispondere ai suoi desideri. Mi baciò ancora con voluttà e mi voltò con il viso verso il pavimento, iniziando a carezzarmi le spalle dandomi dei baci qua e là a caso, ma lentamente scendendo verso le mie natiche dove iniziò a mordicchiare con dolcezza, avvicinandosi piano verso il solco per poi risalire con movimenti felini verso il collo e poi scendere ancora slinguando al centro dove la colonna vertebrale segna il corpo per finire poi giù sul solco fino al forellino anale dove, dopo avermi allargato le natiche iniziò a soffermarsi e a penetrare con quella lingua che pareva un piccolo pene saettante. Mi piacque tantissimo (ci sarei rimasta ore a subire quel trattamento), ma lei mi penetrò subito con un dito spingendolo tutto all’interno del piccolo canale e proseguì con un lento movimento di andirivieni mentre il mio corpo era scosso da una serie di fremiti. Mi girò verso di lei tenendomi il dito sempre in culo e mi baciò sui seni che ora erano nuovamente con i capezzoli diritti e duri dall’eccitazione, e mi disse con una voce impastata dal desiderio:- Bacia il mio corpo, ti prego!! – Soggiogata da quella voce le tirai il vestito con forza e strappandolo riuscii a scoprirle i seni e mi gettai con foga su di essi iniziando a leccarli e succhiarli mentre il suo viso cambiava colore e dava segno di grande eccitazione. Sentivo il suo dito nel mio culo che si muoveva con meno convinzione e minor coordinamento, segno che stava perdendo il controllo della situazione, e questo pensiero aumentava il mio desiderio e mi portava a fare con più foga quello che già stavo facendo. Le mie mani si muovevano su quel corpo con frenesia quasi avessero paura di perdere un solo centimetro di pelle, e piano si spinsero verso il basso, verso la sua vagina che doveva essere umida di umori come la mia, e spostati gli slip che portava le mie dita si racchiusero intorno ad un pene di buone proporzioni, smisuratamente duro per l’eccitazione. Ebbi un sussulto, rimasi per un attimo bloccata, ma la sua voce disse: – Dai non fermarti ora, continua…- La mia mano si mosse da sola, meccanicamente, separata dal mio pensiero che era lì fermo a pensare che ero abbracciata ad un trans… un bellissimo trans… più bello di tante donne… E poi la mia bocca scese verso quel cazzo che sentivo pulsare nelle mie dita e persi ogni contegno quando lo vidi uscire incredibilmente strano da quel corpo di donna. Statuario e attraente, mi ipnotizzò in un attimo e la mia bocca si posò su di esso pronta a fare un pompino che mai avrei pensato di essere capace di saper fare. Lo leccai e succhiai al punto che Claudia mi implorò di smettere perché se no sarebbe venuta in un attimo, e invece la serata era appena iniziata… gli tolsi anche il resto del vestito e lei mi venne sopra invitandomi a penetrarmi con il suo cazzo…- La mia vagina accolse quel "mostro" tranquillamente, visto che la strada era stata aperta prima dalla sua mano, che ora si divertiva ancora con il mio buchetto. Mi montò a lungo, con forza, e quindi mi girò e mi mise a carponi con il viso poggiato su una poltroncina. Sentii che mi lavorava il culetto con la sua lingua e forzava il buco con le sue dita, quando d’un tratto non sentii il suo cazzo appoggiarsi sul forellino ed ebbi una sensazione di panico, solo una sensazione, perché un istante dopo il "mostro" forzava dentro lo sfintere e la mia gola si apriva ad un urlo incredibile. – – Tranquilla, disse Claudia – mentre mi teneva i fianchi che io cercavo di staccare da lei per sfuggire a quel dolore immenso, e iniziò a muoversi dentro di me con una foga che indicava quanto non gli fregasse nulla del fatto che a me faceva male, ma forse aveva ragione, perché bastarono un paio di movimenti per darmi l’impressione che poi il dolore non era così forte e il piacere poteva arrivare anche da quell’inculata che mai prima di allora avevo provato. Venni subito travolta dal piacere mentre lei resistette ancora per parecchi minuti, e poi, tolto il cazzo dal mio culo lo avvicino alla mia bocca e mi disse di aprirla e di leccarlo che stava per godere. Avevo ormai perso ogni controllo delle mie azioni e inghiottii quel cazzo in un pompino che pochi istanti dopo si trasformò in una fontana di sperma che andò a finire in fondo alla mia gola, e Claudia mi costrinse a tenere il bestione fra le labbra finché non terminò di eruttare obbligandomi a inghiottire il suo seme. Sfinite rimanemmo sdraiate per terra per una decina di minuti, abbracciate e felici come non mai, poi mi aiutò a rivestirmi e mi regalò il vestito che mi piaceva tanto..Ci guardammo negli occhi e… adesso di tanto in tanto, quando mi sento sola vado a trovarla per vedere che vestiti ha……
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