Nel mio periodo universitario Stefano e Giovanni sono stati ombra di dubbio i miei amici più stretti.Insieme a loro mi c capitato di vivere le mie esperienze più vere ed anche qualcosa di più, come mi accingo a raccontare.Andavo spesso a casa loro per fare i compiti ed anche per farci sane risate assieme, da bravi amici. I genitori erano molto simpatici ed ospitali, anche se il padre, Antonio, era spesso via, impegnato sovente all’estero da un lavoro che lo assorbiva quasi completamente.La madre, una bella donna di 46 anni, c stata, da quando l’ho vista per la prima volta, la protagonista dei miei sogni erotici più inconfessabili: Sandra, questo è il suo nome, è una donna che, pur avendo abbondantemente superato gli "anta", mantiene florida la sua bellezza, coniugandola con un’esuberanza di carattere che io intuivo mai sopita nel fondo dei suoi begli occhi azzurri. Le curve floride, non esaltate con abbigliamento vistoso, ma forse ancor più evidenziate da un abbigliamento apparentemente dimesso, ma molto curato, me la facevano intuire nel fiore della sua maturità. Praticamente un invito a nozze per i miei riti masturbatori.Quel giorno Antonio doveva ritornare ad un orario imprecisato dall’ennesimo viaggio di lavoro in Yemen durato oltre sei mesi: io non potevo non intuire in Sandra un appetito sessuale ormai palese. Mi trovai a bussare alla casa di Stefano e Giovanni per l’ennesima fatica scolastica. La loro madre mi accolse molto affabilmente (io la divoravo con gli occhi…) e mi fece accomodare in salotto offrendomi da bere, dicendomi di aspettare Stefano e Giovanni. Conversammo del più e del meno e fu lei stessa a versarmi da bere: nel fare questo, dato il tavolino basso da cui prendeva le bevande, mi mostrò tutta la propria rotonda nobiltà posteriore, a stento trattenuta in una gonna stretta. Le gambe, ideale complemento di tale fondoschiena, erano fasciate in un paio di autoreggenti nere, di cui potevo vedere (od intuire?) il confine con la bianca pelle dal provvidenziale spacco della gonna. Se la fotografia posteriore che le feci mi faceva star male, almeno altrettanto si poteva dire di quella anteriore: una bocca carnosa, un bel nasino, un paio di malandrini occhi azzurri erano incorniciati da una lunga cascata di capelli biondo sporco, accuratamente e signorilmente raccolti da un fermaglio posteriore: del resto vi avevo avvertito che la signora si portava bene i suoi "anta"… Ma quello che mi faceva letteralmente uscire di senno erano le sue sontuose mammelle, la cui forma rotonda si intuiva dai traballamenti associati al suo muoversi e la cui consistenza mi aveva causato turbamento più di unavolta. "Ma la ragazza ce l’hai?""No, non ancora""Non mi dirai che un bel ragazzo come te…"La pantera si avvicinava o mi sbagliavo? Ma no, stavo fantasticando su di una donna che, ancorché incantevole ai miei occhi, aveva più del doppio deimiei anni… Non poteva essere possibile. Mormorai con un groppo in gola, ormai color porpora: "Signora posso andare in bagno?""Senz’altro, del resto sai dove si trova…"Ebbi appena il tempo di salutare Stefano e Giovanni, arrivati in quell’istante, e sgattaiolai nel bagno, alla ricerca di un provvidenziale sfogo alle mie fantasie. Mi chiusi a chiave la porta alle mie spalle, mi sbottonai la cerniera dei pantaloni e, con un guizzo possente, il mio cazzo fece una prepotente irruzione all’esterno: capii immediatamente che, almeno questa volta, non sarebbe bastata una rinfrescata all’arnese e, ormai rassegnato, mi masturbai, prolungando il piacere sulle immagini mentali di Sandra. Un fiotto di sperma proruppe al culmine del mio orgasmo, imbrattando lo specchio:avevo fatto centro… Pulii tutto ed uscii, finalmente soddisfatto, ritornando in salotto.Mi sedetti in mezzo ai miei due amici, con la madre di fronte, le magiche gambe accavallate. La discussione andò avanti per un po’, con la madre che serviva da bere anche ai due suoi figli, facendo nuovamente dono a me (e questa volta anche a Stefano e Gianni) delle sue bellezze. Un pensiero strano si impadronì di me: sospettavo infatti che anche i miei due amici non fossero insensibili al fascino della madre, le occhiate che si scambiavano erano più che eloquenti in questo senso…La sottile tensione erotica che ormai (almeno nella mia mente ipereccitata) pareva avvolgere tutti mi suggerì un’idea:"Perché non andiamo a farci un giretto su Internet, prima di studiare?""No, dai" disse Stefano, dei due sicuramente il più ligio al quotidiano dovere dello studio. "Ma si, tanto i compiti per domani non sono cose pesanti…" replico Giovanni."Ok" si convinse Stefano.Ci avviammo quindi verso la camera di Stefano, ed accadde allora proprio quello che avevo segretamente sperato. Sandra disse infatti:"Ragazzi, posso venire anch’io: Internet mi affascina ma non ne so proprio nulla"Le resistenze dei due fratelli, furono deboli ed inutili: ci stavamo infatti consacrando ad una sessione "casta" di Internet, che mal si conciliava con l’esasperato livello ormonale dovuto alla nostra baldanza giovanile. In poche parole, stava sfumando l’occasione di andare in giro per siti porno…Ciononostante intravedevo in quella situazione delle cose che parevano travalicare la semplice consultazione di siti porno.Mentre sei mani cominciavano a prendere possesso in contemporanea di quell’abbondanza, tre bocche e tre lingue intrecciavano complicate fantasie su quella pelle serica e vogliosa, mentre Sandra era in preda ai contorcimenti più erotici e cominciava a fare buon uso delle proprie mani sui nostri svettanti arnesi.Ben presto approfittammo del letto a disposizione e la sdraiammo le sopra: mani e bocca mi impossessai della capace mammella sinistra, mentre Giovanni faceva lo stesso con la destra. Stefano, ormai infoiato, lecca in maniera inesperta (si vede che non l’ha mai fatto) ma efficace la fica depilata. La signora si gode queste attenzioni contorcendosi come un gatto che faccia le fusa ed incoraggiandoci ulteriormente, nel delirio erotico mi tratta come un figlio suo: "Dai mordetemi i capezzoloni di vostra madre. E tu Stefano lecca più veloce e infilami anche un dito". Si vedeva che aveva preso la regia di questo film hard che giravamo tutti insieme, lo si vedeva anche da come si impossessava a due mani della testa di Stefano per usarla come puro strumento di piacere sulla propria imperbe fica, costringendo la lingua di Stefano ora a passare sul pulsante clitoride, ora nelle sue latebre umidità. Nel frattempo tutti noi ci masturbavamo. "Ohhh, che sto facendo, vengo, porcellini miei" sospirò sconnessamente la signora perbene, agitandosi come una biscia. Evidentemente la vogliosa signora era a secco da diversi mesi della sua razione di sesso e voleva recuperare tutto in una volta sola, incurante del fatto che il marito le avrebbe dato di le ad un po’ una sana razione…Io e Giovanni ci rialzammo per giocare con la sua lingua esperta, mentre la signora sostituiva alle nostre mani le sue, dedicandosi allo sci ritmico di fondo… letto. Stefano continuava noncurante la propria opera orale e faceva ormai mirabilie… Le mani esperte ci avevano portato fuori giri, per non sprecare l’omaggio della nostra giovinezza a tanto savoir faire io chiesi: "Signora possiamo…" e mimai la fellatio. "Certo miei cari, c tanto che non lo faccio… ne ho voglia"Alla velocità della luce ci inginocchiammo, sempre baloccandoci con le generose poppe. Lei passava freneticamente la lingua sulle nostre timide cappelle, spartendo in parti uguali le amorevoli attenzioni anche sul resto dei nostri arnesi, mentre con le mani soppesava le nostre gonfie palle. Ma noi ed anche lei volevamo qualcosa di più profondo, cose avanzammo nella sua golosa bocca, penetrandola entrambi. Il doppio pompino associato alle attenzioni su tutto il resto del corpo ebbe un effetto a dir poco dirompente sulla signora che ebbe il suo secondo orgasmo: "Siii, Ohhh, vengo ancora, diavoletti…"Queste frasi ci diedero la carica per un’abbondante venuta che lei si fece spruzzare tutta in gola, apprezzando tantissimo e ripulendo con la lingua impavida quanto era fuoriuscito sulle tumide labbra. Nel frattempo Stefano le si era messo a cavalcioni per godere del caldo abbraccio delle mammellone sul suo arnese. Anche lui sprizzo la propria giovane irruenza sui seni della bella: il caldo prodotto di tanta irruenza fu lascivamente spalmato sul seno. Facemmo mettere la nostra schiava del piacere alla pecorina e mentre le bocche i figli si appropriavano all’unisono di fica e culo, io, ancorandomi alle ballonzolanti mammellone le infilavo il pisello fino in gola, godendo di quel caldo sudario. Il pompaggio durò abbastanza, finché lei disse, dopo il terzo orgasmo: "Ora penetratemi tutta, vi voglio in tutti i buchi."Fece stendere Stefano sotto di lei se lo infilò di colpo nella figa, con un rumore come di sciabordio e poi continuò calandosi in bocca il cazzo di Giovanni. "Ne voglio ancora"Non mi feci pregare, del resto i due figli avevano fatto un buon lavoro nell’insalivare ogni centimetro quadrato dal clitoride al culo, pertanto la penetrazione anale si preannunciava goduriosa per entrambi. Due globi di puro opalescente splendore mi sfidavano a cogliere il tesoro tra di essi rinchiuso.Restai a guardare meravigliato io stesso, come il ritmo che aveva preso con i figli nei due restanti buchi stesse crescendo. Poi lei stessa si divaricò le chiappe ed io provai a forzarle la rosetta anale prima con un dito, poi con due e poi con tre, senza incontrare alcuna resistenza. Imbaldanzito da tale prova afferrai il mio arnese e lo puntai con decisione sul bruno e palpitante garofanino, sprofondando nell’antro del piacere per tutta la cappella, ancorandomi alle tornite anche. Lei non mascherò un certo dolore ma non me diedi per inteso, aggrappandomi alle sue mammellone, con una spinta decisa vinsi le sue ultime resistenze e lo infilai fino alla base. Il ritmo di noi tre cominciò ad avere degli affetti sulla porca che venne per due volte di seguito, sempre incitandoci a continuare a riempirla."Mamma, sto per venire" disse infine Stefano, sommerso da quell’orgia di corpi che pompavano "posso dentro?" "No, miei porcellini, voglio fare il bagno nella vostra sborra… vi voglio bere tutti"Sulla soglia del piacere uscimmo tutti e le infilammo le cappelle in bocca, mentre la signora veniva per l’ennesima volta. "Ohhh, veng ohhhh" il grido le si smorzò in gola, a seguito delle nostre copiose venute.Le tempie mi pulsavano mentre mi scaricavo nella bocca di quella che fino a due ore prima avevo ritenuto la mamma integerrima dei miei due migliori amici. Mentre la signora lucidava ad arte le nostre cappelle ormai in fase calante, percepii una presenza alle mie spalle e mi voltai…
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