La giornata è iniziata nel migliore dei modi. Splende un sole magnifico, ma non troppo caldo. Posso andare in ufficio in moto, sfrecciare per le vie trafficate della mia città, godere appieno della sensazione di libertà che solo sulle due ruote riesco ad avvertire. Infilo il mio casco bianco e corro in ufficio, in ritardo, come sempre. Anche qui tutto tranquillo: è venerdì, il pensiero vola al fine settimana, non c’è un carico eccessivo di lavoro, perfino i clienti sembrano non volerci assillare di richieste di interventi. Accendo la chat e subito comincia a lampeggiare il suo nome on-line. ‘Buongiorno amore…’ La giornata è cominciata bene davvero. Eppure…..io non mi sento così. Oggi mi sento come una persona cui manca qualcosa. Oggi avverto il desiderio di lui come una necessità, un bisogno vitale. Oggi vorrei tutte le attenzioni che so potrebbe darmi. Oggi, vorrei sovvertire tutte le regole, fare tutto ciò di cui ho sempre pensato di poter fare a meno. Oggi vorrei averlo con me. Già, perché noi siamo due amanti lontani. Noi viviamo solo a certi orari ed in certi giorni. Di lui non ho il calore del corpo al risveglio, né lo sguardo assonnato della sera. Di lui non ho il bacio rubato in un secondo, né la sorpresa di trovarmelo di fronte all’uscita dal lavoro. Posso avere il mio spazio solo se programmato, se organizzato, se concordato. Noi siamo sempre in fondo alla lista delle incombenze. Se rimane tempo ci siamo anche noi. Noi non viviamo delle cose materiali. Noi ci nutriamo dell’idea che abbiamo del nostro amore. Perché si tratta comunque di amore. Comunque si manifesti, di qualsiasi cosa si nutra, è comunque amore. Io so che mi ama, so di amarlo…ma oggi non mi basta. Oggi vorrei esserle una di quelle donne che pretendono, che non si accontentano, che richiedono sempre di più. Oggi vorrei che lui fosse un uomo che rischia, che si butta dalla montagna sperando di atterrare. Vorrei che fossimo due incoscienti che si buttano l’uno nelle braccia dell’altro. Invece siamo solo due amanti lontani. Due persone che si amano profondamente, ma che non si avranno mai, non completamente almeno. Siamo due razionali, forse io un poco meno di lui. Abbiamo tanti doveri, responsabilità, impegni, che non possiamo tradire né dimenticare. Ma non possiamo stare lontani. Che buffo…noi siamo lontani, eppure vicini…più vicini di tante coppie tradizionali. Chissà perché oggi mi sento così. Ho tanto da lui. So di avere il suo cuore, la sua anima, il suo desiderio. Gode del mio pensiero, del ricordo di ciò che sono stata per lui. Impazzisce di voglia al suono della mia voce…del mio grido quando esplodo sola, desiderando il suo corpo, ancora una volta su di me. Forse perché si avvicina il suo compleanno e con questo la consapevolezza che non esisteranno mai ricorrenze da festeggiare insieme. Non vedrò mai l’espressione del suo viso scartando il mio pacchetto regalo. Non ci saranno mai gli auguri sussurrati in un orecchio, nudi in un letto, facendo l’amore da ore. Non ci saranno mai, per noi, brindisi né coppe alzate. Noi siamo noi solo lontano da tutti. Lontano dagli sguardi. Lontano dal pensiero. Noi siamo noi al buio. Luce abbagliante l’uno per l’altra. Ieri ho spedito il mio regalo, il mio biglietto di auguri. Ho baciato la fredda carta sulla quale ho scritto il mio augurio. Trascorreremo insieme, con un telefono in mano il nostro momento. Che stranezza. Più mi arrovello la mente con questi pensieri e più sento il bisogno di lui crescere in maniera spasmodica. Vorrei fosse qui a baciarmi, in piedi dietro a me che scrivo, chinato sul mio collo. Vorrei mi baciasse, scivolandomi nell’orecchio. Sussurrandomi il suo amore, scaldandomi il cuore con il suo respiro caldo. Vorrei interrompermi, girarmi e baciare le sue labbra, la sua lingua. Respirare con lui. Vorrei abbandonare la tastiera per cercare il suo corpo, che già saprei vibrare per me. Sentire le sue mani scendere lungo la mia camicia, cercare i bottoni e liberarmi da ogni indumento. Vorrei lasciarmi spogliare, abbandonarmi sulla poltrona e seguire con lo sguardo la sua lingua disegnare dolci percorsi di piacere sulla mia pelle. Smetto di scrivere. Sono sola. Sola con il mio pensiero, sola con lui e con la mia voglia. Lo desidero. Lo voglio. Voglio godere ancora, come ieri. Con lui che mi gridava quanto fossi sua. Con lui che ansimava con me. Voglio esplodere ancora nel mare del piacere. Voglio lasciarmi andare. Sbottono la camicia lasciando che i seni spingano contro il prezioso pizzo nero del mio reggiseno. Stuzzico i capezzoli duri, rabbrividendo al tocco delle mie stesse dita. Oggi mi voglio guardare. Sfilo i pantaloni rimanendo nuda. Non avevo indossato gli slip. Mi sistemo sulla sedia, divaricando vergognosamente le gambe. Inspiro il mio profumo che sembra riempire l’aria. Mi eccito di me, osservando il mio sesso. Mi eccito della mia stessa passione, del mio stesso desiderio che prorompente mi avvolge. Mi sento vibrare dentro, come se lui fosse qui, davanti a me, ad osservarmi. Lo immagino poggiato alla scrivania, che mi guarda. Dolcemente apro le grandi labbra per cogliere le gocce del mio desiderio. Le sento già scivolare lungo le cosce. Immergo le dita in un lago caldo e le estraggo bianche. Piene di desiderio. Bevo. Voglio bere, assaporare ogni mio sapore. La testa reclinata all’indietro, gli occhi chiusi, sento la sua lingua leccare le mie dita, il sapore mi riempie la bocca, il mio odore mi inebria. Ancora. Ancora le dita dentro di me, mentre un piacere sembra riempirmi completamente. Voglio di più. Divarico ancora un poco le gambe per raggiungere un altro piccolo segreto. Voglio entrare anche lì. Voglio impazzire, sola. Voglio poter gridare il suo nome, mentre la passione mi travolge. Spingo con dolcezza, ed ogni limite è superato. Non posso più fermarmi, non riesco a trattenermi. Vorrei prolungare infinitamente questo piacere, ma la mano si muove, le dita entrano ed escono, dietro, davanti, in bocca, e poi ancora davanti spingono fino in fondo. Sento il mio respiro accelerare. Sento gli occhi chiudersi, i sensi lasciarsi andare, Sento che sto per esplodere, ma prima ancora una cosa. Un regalo. Afferro il telefono, compongo il suo numero facendo scattare la segreteria telefonica. Una voce metallica mi suggerisce di lasciare un messaggio, mentre ricomincio a muovere le dita dentro di me. Godo del morbidezza che mi sento dentro. Godo della mia nudità. Godo del sapore che avverto sulle labbra, sulla lingua. Godo. I miei gemiti rimangono incisi sul nastro. Il mio orgasmo giungerà fino a lui. Il suo nome gridato nell’infinito desiderio di farlo mio. Ho ancora un briciolo di energia. Premo il tasto rosso del cellulare e sorrido compiaciuta del messaggio che sentirà. Mi abbandono spossata sulla poltrona, succhio con dolcezza le mie dita, una alla volta, ripensando alla frase che mi disse l’impiegato cui consegnai il pacchetto da spedire, osservando i miei occhi lucidi…’se è la persona giusta, la lontananza non conta!’. Forse ha proprio ragione.
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