Il mio nome e’ Lara, ho 19 anni, capelli nero corvino, occhi scuri e grandi da cerbiatta, tettine grandi il giusto, pancia piatta, gambe lunghe e un culo sodo e pieno, esaltato dalla mia schiena arcuata. Sono una gran bella fighetta, non c’e che dire, qualcuno dice che posso ricordare l’attrice Penelope Cruz ma io credo di assomigliare di piu’ a Miriana Trevisan, almeno per quanto riguarda il corpo. Se mi vedeste camminare per la strada, all’uscita della scuola coi libri sotto il braccio, con la mia coda di cavallo e la minigonna a pieghe e i miei calzettoni bianchi, non pensereste mai che io sia la troietta incallita che in effetti sono. Se provaste ad osservare con piu’ attenzione pero’, potreste notare il dondolio, studiato, del mio culetto tondo, il tremolio delle tette lasciate libere, senza la costrizione del reggiseno (non che ne abbia bisogno, del resto). Con piu’ attenzione notereste che la minigonna e’ almeno 5 centimetri sopra il livello di guardia, lasciando scoperta buona parte delle mie cosce lisce, cosa che mi comporta qualche problema ogni tanto in metropolitana, con tutti i maiali che ci sono in giro attratti dalle ragazzine come me: maiali loro? Se solo sapessero quello che mi gira per la testa, quello che si cela sotto questi occhioni apparentemente innocenti, e soprattutto sotto la gonna, dove la fighetta e’ costantemente umida, scivolosa, al punto da consigliarmi di usare mutandine di spugna, assorbenti, per cercare di contenere il flusso delle secrezioni, quando io avrei voglia di indossare sempre il perizoma ridottissimo che in questo momento, mentre scrivo, si annida al calduccio tra le chiappe e le labbra gonfie della figa. Qualche volta mi azzardo a farlo, ma quello che ottengo e’ essere ancora piu’ eccitata, col risultato di sentire letteralmente il mio succo tiepido e profumato scorrere lentamente lungo l’interno delle cosce, andando ad asciugarsi sull’orlo dei calzettoni. Ho capito di essere troia qualche anno fa, quando, cominciando a svilupparmi, ho scoperto di provare piacere ad attirare l’attenzione degli uomini, compresi quelli piu’ vicini a me. Ma faccio un passo indietro per descrivere le mia famiglia, che e’ composta da me, mio fratello Gabriele, 30 anni, mia madre Stefania, 50 anni, e mio padre Ciro, 56. Io sono la baby di quella che e’ considerata da tutti una famiglia “bene”, la viziata (e viziosa), quella che vuole sempre averla vinta, da brava zoccoletta stronzetta. Se sono cosi’ puttana forse la colpa e’ proprio di mio padre, che ha cominciato a farmi sentire “importante” gia’ quattro anni fa, quando mi accorsi di avere i suoi occhi incollati sul didietro ogni qualvolta indossavo qualcosa di aderente o troppo piccolo per le mie forme che cominciavano a cambiare. Non posso biasimarlo, perche’ gia’ allora il mio culo era pressoche’ perfetto, come una pesca vellutata. Ciononostante non e’ mai successo nulla di “importante” fino ad un anno fa. Credo che mia madre non si sia mai accorta delle sue occhiate, santa donna, senno’ non saremmo al punto in cui siamo adesso, e non ha mai dato troppo peso a quelle pacche amichevoli che il mio papa’ riserva al mio sederino (soffermandosi sempre un momento di troppo) quando e’ fasciato dai miei jeans scoloriti, se solo sapesse! Quando realizzai che piacevo a mio padre la cosa non mi sconvolse come avrebbe dovuto, e cio’ testimonia che in qualche maniera troiette si nasce, non si diventa, aggiungete il fatto che a scuola avevo gia sentito qualche voce di un paio di mie coetanee che se la intendevano una con lo zio e una con il fratello maggiore (seghe e pompini a quanto si mormorava), e quello che si ottiene e’ che io avrei cercato di sfruttare la situazione a mio vantaggio per spassarmela un po’, togliermi qualche voglia e soprattutto il prurito che avevo sotto le mutande. Raccontero’ le mie storie passate un’altra volta, se a qualcuno fa’ piacere, ora voglio concentrarmi su quello che succede ADESSO, in questi giorni. Solo a pensare di confessare tutto a voi che mi leggete mi mette il fuoco alla figa, e il condizionatore impostato sui trenta gradi nella mia cameretta non mi aiuta a stare meglio, ma il caldo mi piace, mi permette di stare pressoche’ nuda davanti al mio computer, a colare il nettare della mia passera sulla sedia ricoperta in pelle che forse sara’ da buttare domani con tutta la grazia di Dio che sta’ assorbendo, col pericolo costante di essere “beccata” dal mio fratellone che magari viene a chiedermi se voglio una limonata o che so io. Penserete sicuramente che io sia una troia marcia a fare quello che faccio, una puttanella buona solo ad usare il suo culo e la sua figa per ottenere con poco sforzo quello che desidera, una zoccoletta capricciosa capace di qualsiasi cosa per essere accontentata dal suo paparino, una sgualdrinella calda che non si spaventa neanche davanti all’incesto, anzi ne e’ eccitata al punto di sgrillettarsi tre o quattro volte al giorno al solo pensiero, ma io sono cosi’, una troietta incallita, e presto piacero’ anche a voi. Tutto comincio’ quando desiderai un’automobile tutta per me…
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