Era stata la solita giornata uggiosa. e in quel momento avevo una gran voglia di vederla: purtroppo lei era ancora indaffarata con il suo lavoro. Così decisi di passarla a prendere appena smontava e la portai in un bar della periferia, dove nessuno poteva riconoscerci. Ci piaceva flirtare in quel modo, ormai da molti giorni, ma il desiderio quel giorno era fortissimo: il desiderio di poter baciare ogni centimetro della sua pelle, di affondare tra quei seni morbidi e gonfi, di sentire il calore della sua femminilità avvolgersi su di me. Lei lo sapeva benissimo, sapeva perfettamente quali erano gli sguardi giusti e le posizioni giuste del suo corpo affinché si stimolasse il desiderio, e in modo vagamente erotico, continuava a fissare i miei occhi. Ad un certo punto fu lei a chiedermi se poteva restare da me a dormire, perché era molto stanca e non se la sentiva di affrontare il lungo viaggio di ritorno. Io ne approfittai e la portai a casa mia. Appena arrivati le proposi di farsi una doccia, per togliersi di dosso la stanchezza e la fatica di quel giorno e lei accetto con immenso piacere, tanto che mi trascinò con se sotto l’acqua cercando di toccare ogni parte del mio corpo con le sue mani avide. Mi tolse i vestiti ormai inzuppati così come feci io con lei, e quando fummo completamente nudi ci stringemmo in un abbraccio appassionato: sentii i suoi capezzoli duri premere contro il mio petto, spinti dai suoi seni che sembravano esplodere. La mia asta si era eretta tra le sue gambe, appena divaricate davanti a me giusto per far spazio alla nascente erezione. Così il mio glande si appoggiò alle sue labbra mentre ci stavamo baciando appassionatamente. La sua lingua si muoveva rapidamente e ampiamente nella mia bocca intersecandosi con la mia… sentivo la ruvidità delle sue papille passare sulle mie. La mia asta pulsava e toccava ritmicamente la sua vulva, tanto che la sentivo scaldarsi, nonostante l’acqua che colava su di noi. Le sue mani avvinghiavano le mie natiche e spingevano il mio pube contro il suo, e dopo un attimo scesero sul mio pene e cominciarono a massaggiarlo, scoprendo e ricoprendo il mio glande, e facendo attenzione a che esso strusciasse contro il suo clitoride. Poi gentilmente mi abbassai e lei lo direzionò verso l’introito della sua vagina e sempre delicatamente mi rialzai penetrandola fino a quanto mi era consentito. Lei alzo la sua gamba destra appoggiandola sul bordo della vasca per rendere più agevole la mia penetrazione e ondeggiando con il bacino inarcò la schiena spingendo il suo pube fino a toccare il mio e mostrandomi i suoi seni su cui affondai subito la bocca. Mentre le succhiavo i capezzoli cominciai a muovere il mio bacino avanti e indietro, ritmicamente e sempre più velocemente, e lei lo assecondava con movimenti ritmici di suzione. Sembrava spremesse il mio pene al suo interno per poi lasciarlo scivolare fuori e ricominciare di nuovo da capo. Continuammo quell’amplesso a lungo fino a che sentii la sua vagina contrarsi sempre più velocemente e disorganizzatamene e questo mi fece raggiungere la soglia del piacere fino a che entrambi scoppiammo in un orgasmo prepotente. lei mi baciò e si avvinghiò nuovamente a me senza far uscire la mia asta ormai esausta.mi lavò passando la schiuma ovunque e così feci con lei per poi sciacquarci l’un l’altra. Ci separammo e ci asciugammo e già vedevo la scintilla nei suoi occhi: la sollevai baciandola e la presi in braccio portandola sul nostro letto dove l’adagiai, e dopo esserci guardati a lungo senza parlare ricominciammo un amplesso meraviglioso. Fu la nostra prima relazione… da allora non siamo riusciti più a farne a meno!
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