Mamma si avviò in cucina e mentre si accingeva a preparare i tramezzini chiamò a casa di Marco. Noi la seguimmo, un po’ perché non ci volevamo staccare da lei e un po’ anche perché Marco era un tantino preoccupato di ciò che le due nostre mamme si potessero dire:- Buonasera signora , sono la mamma di Mario, come sta?- …- Anche io, la ringrazio. – …- No, assolutamente, anzi Marco è sempre un ragazzo gentile ed educatissimo. Inoltre è anche divertente.- …- Invece le assicuro che oggi mi ha fatto proprio divertire. – …- No, le assicuro che è stato adorabile, anzi, le volevo chiedere, se non ha nulla in contrario, se Marco può rimanere a dormire da noi visto che onestamente li ho distratti un pochino dallo studio e avrebbero ancora qualche cosina da fare. – …- Non lo dica neanche per scherzo, per me è un piacere.Marco tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo avevamo temuto che mia madre volesse spifferare tutto. Ma subito mamma aggiunse qualcosa che ci fece cadere:- Senta signora, visto che anche lei è sola, perché non ci viene a fare compagnia a cena?- …- Ma si figuri, lei lo sa che vivo sola con mio figlio, come del resto lei, e non ci capita spesso di avere compagnia- …- Allora facciamo una cosa, mentre i ragazzi finiscono di studiare io vado a prendere quattro pizze, così lei ha tutto il tempo di arrivare da me.- …- Non si preoccupi, ci vediamo da me tra un’oretta. Lei sa dove abito?- …- Ok, ci vediamo tra poco. Arrivederci.Io e Marco la guardammo interrogativi. Non capivamo per quale motivo aveva deciso in quel modo. – Cosa vi prende? – disse con un sorriso ironico – non vi va di essere in quattro invece che in tre?- Mamma, ma che intenzioni hai?- Voi non vi preoccupate e lasciate fare a me.Marco deglutì rumorosamente.- Vediamo un attimo… ho circa mezzora di tempo prima di dover scendere. Ho tutto il tempo per insegnarvi qualche altra cosina. No, forse è meglio che risparmi le vostre forze. Fate una cosa, andate a riposarvi quest’oretta ma mi raccomando, fate i bravi.- Ma signora, che intenzioni ha- Senti giovanotto, prima di tutto dopo quello che abbiamo fatto credo che sia il caso che mi dia del tu. Poi non aver paura che non ti combino nessuno scherzo. Ora forza, il tempo è poco e io mi devo preparare.Io e Marco ci guardammo negli occhi. Non sapevamo minimamente cosa mamma avesse intenzione di fare, ma alzando le spalle decidemmo di assecondarla. Ci rintanammo nella mia camera e ci stendemmo sul letto l’uno vicino all’altro senza parlare e con la mente piena zeppa di nuovissime sensazioni. Trascorremmo tutto il tempo in quel modo fino a che, dopo circa un’oretta, sentimmo bussare alla porta. Andai ad aprire e per poco non mi veniva un accidente: era Anna, la mamma di Marco, la quale indossava una gonna non eccessivamente al di sopra del ginocchio, ma con uno spacco sulla coscia che quasi arrivava all’inguine e una camicetta di seta bianca piuttosto aderente a anche trasparente al punto da lasciar individuare la posizione dei capezzoli. Rimasi imbambolato come un imbecille con lo sguardo fisso sul suo corpo.- Ciao Mario, cosa ne diresti di farmi entrare? – disse sorridendo- Mi… mi… mi scusi signora, prego si accomodi. Mamma non è ancora tornata ma a momenti dovrebbe essere qui- Lo so, l’ho incontrata per strada. Il tempo di prendere le pizze e torneràMarco ci venne incontro e salutò gioiosamente sua madre. La feci accomodare in salotto e da bravo ospite le chiesi se gradiva qualcosa di fresco da bere.- Se mi porti un bel bicchiere d’acqua fredda mi fai un piacere. Il caldo che fa è insopportabile. Per fortuna che a quest’ora il sole è già calato altrimenti non credo che sarei venuta.La mamma di Marco si accomodò sulla poltrona mentre noi due andammo a prendere l’acqua. Quando tornammo mi resi conto che Anna aveva iniziato a rilassarsi in quanto si era lasciata sprofondare nella comodissima poltrona. Quella posizione però faceva in modo che la gonna le risalisse mettendo in bella mostra le sue cosce. Ancora una volta restai come ipnotizzato da quella visione. Dopo pochi minuti mamma rientrò con il suo carico di pizze che immediatamente portammo a tavola. – Evitiamo inutili convenevoli e godiamoci le pizze – disse mamma sorridendo.- Hanno un’ottimo aspetto signora – disse Anna.- Senti, se vuoi andare d’accordo con me è meglio che ci diamo del “tu”. – Per me va benissimo.Dopo i primi bocconi mamma si alzò:- Scusatemi, ma ho troppo caldo, ho bisogno di mettermi qualcosa di più comodo.- Beata te – disse Anna – io ho sto soffrendo da cani.- E allora vieni, credo di avere qualcosa di adatto.- Ti ringrazio, sei molto gentile, ma non vorrei disturbare eccessivamente.- Ma non lo dire neanche per scherzo. Mamma e Anna si alzarono e scomparvero alla nostra vista.- Tu che dici, che intenzioni ha tua madre?- Non ne ho idea. Di sicuro qualcosa accadrà, ma non so proprio cosa.Nel frattempo continuammo a divorare le nostra pizze. L’attività svolta ci aveva completamente svuotati e ora avevamo bisogno di energie. Mamma e Anna ritornarono. Mamma aveva messo un leggero vestitino estivo di cotone bianco con le bretelline ed una vistosissima scollatura sia davanti che dietro. La sua lunghezza, ma forse sarebbe il caso di dire “cortezza”, arrivava poco al di sotto delle mutande. Già questo bastò per farmi brillare gli occhi, ma quando vidi la mamma di Marco rimasi proprio senza fiato: indossava una canottierina bianca anch’essa con le bretelline e si vedeva perfettamente che aveva tolto il reggiseno. Da sotto invece indossava una gonna di lino molto svasata anch’essa cortissima. Io e Marco evitammo di guardarci negli occhi per non tradire la nostra eccitazione. Le due mamme si riaccomodarono a tavola ed iniziarono a parlare come se si fossero conosciute mille anni prima. All’inizio i loro argomenti erano vari. Poi man mano il discorso iniziò ad essere rivolto al sesso, ma in maniera alquanto diplomatica, almeno fino a quando:- E’ da parecchio che non stai con un uomo? – disse mamma provocando un diffuso rossore sulle guance di Anna.- In effetti… diciamo che non lo ricordo nemmeno.- Se parliamo di uomini adulti neanche io me lo ricordo- Scusami – intervenne Anna – non capisco. Cosa intendi per uomini adulti? Mica lo avrai fatto con dei ragazzini?- Si, con i nostri figli.Avvertii come un pugno fortissimo allo stomaco e dalla sua espressione anche Marco dovette avere la stessa sensazione.- Scherzo, intendo dire che purtroppo ho talmente da fare con mio figlio che certe cose ormai mi sono quasi passate dalla mente.- Lo avevo capito – disse Anna – anche per me è la stessa cosa… ma… ragazzi… cosa vi prende?Io e Marco eravamo rimasti terrorizzati e il nostro respirare lo lasciava intendere perfettamente.- Nulla mamma, nulla. – Sicuro tesoro, mi sembrate un tantino strani.- No, signora, glielo assicuro. Stiamo benissimo, solo il caldo eccessivo…Mamma si era alzata per prendere dell’acqua. Ma quando ritornò a tavola perse l’equilibrio e per non cadere rovesciò buon parte del contenuto della brocca addosso ad Anna.- Mio Dio… scusami… non l’ho fatto apposta.- Non ti preoccupare – disse Anna cercando di asciugarsi – non è successo nulla di grave.In effetti non era successo proprio nulla di grave, solo che l’acqua aveva reso la canottiera indossata da Anna completamente trasparente e attaccandosi alla pelle faceva sembrare la mamma di Marco praticamente nuda.- Lascia che ti aiuti – disse prontamente mamma – ora ci penso ioPrese dei tovaglioli di carta e con decisione iniziò a tamponare sui seni di Anna. In un attimo i capezzoli s’irrigidirono e diventarono enormi. Sembrava volessero bucare la stoffa. Anna ebbe un sussulto ma mamma continuò quello che iniziò a sembrare più un massaggio che altro.- Accidenti però! Vedo che sei ben messa.- Sai, il freddo dell’acqua – disse Anna rossa in viso e mordendosi le labbra – Be, sembra quasi che tu ti voglia scusare. Ma non credo che ce ne sia motivo- Sai, … in effetti è un tantino imbarazzante…- Non mi dirai che è per i ragazzi?- Noooo, ma che dici. – Allora è per me. Ma io sono una donna come te.Ormai mamma era passata decisamente ad accarezzare le tette di Anna la quale sia pur molto imbarazzata sembrava gradire quell’attenzione. Nel frattempo io e Marco guardavamo la scena e ci godevamo lo spettacolo. Era evidente che ad Anna piaceva il trattamento di mamma ma era chiaro che non poteva ammetterlo.- Se ti da fastidio smetto – disse mamma con la voce più languida e sensuale che avessi mai sentito – – Non … è… che mi dia fastidio… anzi…. Però…- Allora se non ti da fastidio continuo?Anna era in preda a sensazioni fortissime. Avrebbe voluto dire di smettere ma le piaceva troppo per rinunziarci. D’altronde però la nostra presenza faceva da deterrente e suo malgrado dovette allontanare le mani di mamma. Questa però, a sorpresa, disse:- Senti, facciamo una cosa. Visto che non puoi rimanere tutta bagnata e che la presenza mia e di mio figlio ti possa imbarazzare, ti togli la canottiera e anche io mi metto a torso nudo, tanto Mario è abituato e credo che anche Marco lo sia. Mentiva spudoratamente: io fino a quel giorno le avevo visto le tette solo di nascosto.- Ma… non so… e poi tu non hai la canottiera, hai solo il vestitoMamma allora con un gesto deciso si sfilò le bretelline del vestito e con un movimento degno delle più grandi attrici porno, lasciò scivolare il vestito a terra rimanendo solo con un paio di ridottissimi slip. Poi senza attendere conferma sfilò la canottiera ad Anna scoprendo definitivamente i suoi prosperosi seni. Poi con tutta la calma di questo mondo disse:- Ora però non siamo pari, tu indossi ancora la gonna.Anna allora come ipnotizzata si alzò e si sfilò l’indumento rimanendo anch’essa solo con un paio di slip. Lo spettacolo era a dir poco eccezionale e le mani mie e di Marco già andavano a stringere i nostri cazzi sull’attenti. Le nostre mamme rimasero a lungo l’una di fronte all’altra come ipnotizzate. Anna non riusciva a distogliere lo sguardo dalle forme di mamma. Poi con un gesto timido le sfiorò i capezzoli. Mamma allora le prese l’altra mano e con naturalezza se la portò in mezzo alle cosce facendosi toccare la fica. Non ci volle molto che le due si ritrovarono avvinghiate l’una all’altra con le loro bocche spalancate dalle quali le lingue saettavano in cerca della saliva dell’altra. Le loro tette si schiacciavano a vicenda e le mani sembravano fondersi sui loro culi. Ormai incuranti della nostra presenza le due donne si erano scatenate. Anna aveva letteralmente strappato gli slip di mamma e le aveva infilato due dita nella fica. Mamma si divincolò dicendo:- Togliete questa roba da sopra al tavolo voi due. Non restate come due cazzoni a guardarci.Io e Marco ci affrettammo a togliere tutto e dopo un attimo il tavolo era sgombro. Mamma allora vi scaraventò sopra letteralmente Anna e sfilatole gli slip si tuffo con la faccia in mezzo alle sue cosce. Erano letteralmente impazzite. Anna mugolava dal piacere incitando mamma ad infilarle la lingua nella fessa. Io e Marco non perdemmo altro tempo e ci denudammo in un attimo. I nostri cazzi erano duri come il marmo e sembravano voler scoppiare. All’improvviso mamma si fermò e preso per un braccio Marco lo fece stendere sul tavolo acanto a sua madre. Poi rituffandosi a leccare la fessa di Anna disse:- Forza Mario, se il sapore del figlio è come quello della mamma…Mi buttai a capofitto sul cazzo di Marco infilandomelo completamente alla gola e mentre lo sbocchinavo gli infilavo due dita nel culo. Anna se ne venne con un violentissimo orgasmo in bocca a mamma e nello stesso istante Marco sborrò. Lo continuai a succhiare fino a ripulirlo perfettamente.- Sei proprio un bocchinaro nato – disse mamma – sei più bravo di me con i cazzi- Già, ma tu sei più brava di me con le pucchiacche.Ridemmo tutti di gusto. Anna e Marco sembravano voler riprendere un attimo fiato, ma io e Mamma non avevamo ancora avuto la nostra parte. Li aiutammo a rialzarsi e prendendoli per mano andammo in camera di mamma buttandoci sul letto. Anna e Marco come era logico ci riservarono lo stesso trattamento. In pochi attimi godemmo all’unisono anche noi. Io nella bocca di Marco e mamma in quella di Anna. Ma non ci fermammo neanche un istante. Mamma prese per un braccio Anna e se la fece stendere al sua fianco poi senza parafrasare:- Forza voi due, spero che abbiate ancora la forza di chiavarci – e così dicendo spalancò oscenamente le cosce- Che pucchiacca che hai mamma – dissi realmente colpito dalle dimensioni della sua fessa- Ma io non sono certo da meno – disse Anna allargando anch’essa le cosceEffettivamente le due donne avevano delle fiche che sembravano due caverne e la cosa illuminò gli occhi miei e del mio amico. Marco allora si buttò addosso a mia madre con l’intento di chiamarsela, ma inaspettatamente fu respinto con decisione- Forse non avete capito bene, io voglio essere chiavata da mio figlio e tu, Marco, ti devi sfottere tua madre.- Ma… io…. Veramente con mio figlio…Anna balbettava sorpresa, ma l’espressione del suo volto tradiva il fatto che non aspettava altro e a dire il vero anche io non vedevo l’ora d’infilare il mio cazzo nella fessa che mi aveva partorito. Mi buttai addosso a mia madre e altrettanto fece Marco. I nostri corpi divennero un tutt’uno così come le nostre lingue. Il mio cazzo scivolò letteralmente nella fica di mamma mentre questa mi tirava a se tenendomi per il culo. La chiamavo con foga, consapevole anche che sicuramente non avrei sborrato facilmente visto i precedenti. Mamma era completamente impazzita. Si prese le tette tra le mani stringendole fortissimo al punto che sembravano voler scoppiare. Io mi tuffai a leccarle i capezzoli enormi. Poi per un istante mamma si bloccò per poi lanciare un urlo liberatorio- Ahhhhhhhh…. Siiiiiii…. Godo……. Siiiii ….. ahhhhhAvvertii perfettamente le contrazioni della vagina di mia madre che aveva un orgasmo multiplo. Sembrava non finire mai. Poi un’ultima ma fortissima contrazione le fece inarcare la schiena nonostante io le fossi addosso. Infine si accasciò priva di forze. Me ne uscii dalla sua fessa e mi misi seduto di fianco a lei. Nel frattempo anche Marco e Anna stavano chiavando come forsennati. Anche la mamma di Marco se ne venne urlando e tremando tutta. Marco mi imitò e anche lui si mise di fianco alla mamma seduto. Rimanemmo tutti immobili con il fiato grosso. Poi Anna disse:- Non ho mai goduto in questo modo. È stato bellissimo. – Hai ragione – disse mamma – anche per me è stato magnificoAnna allora fece per alzarsi, ma mamma la bloccò:- Dove vai?- Scusami, ma dopo che sono stata… insomma dopo essere penetrata ho sempre la necessità di fare pipì.- Ho capito, a volte accade anche a me. ma non c’è bisogno che ti alzi- Come? Scusa, non capisco…- Se devi pisciare piscia pure.Anna si guardò intorno interrogativa- Scusa, ma come faccio?- Falla e basta.- Ma… qui?- Si, falla qui.- Sul letto?- Non preoccuparti, piscia pure. Anzi dopo di te lo faccio anche ioAnna allora si convinse e si mise accovacciata. I suoi occhi divennero languidi ma solo alcune goccioline uscirono dalla sua fessa.- Non ci riesco – disse sforzandosiMamma allora le mise una mano tra le gambe accarezzandole la fica- Dai, ora puoi farla tranquillamente. Non essere tesaAll’improvviso un fiotto di piscio iniziò a zampillare dalla pucchiacca di Anna la quale rilassatasi lasciò uscire un grugnito di soddisfazione. Immediatamente il suo piscio inzuppò il letto, ma prima che potesse finire mamma con grande stupore infilò la testa in mezzo alle cosce di Anna ricevendo direttamente in faccia la pisciata. Quando la mamma di Marco ebbe finito senza scomporsi minimamente disse:- Allora ora tocca a te pisciare.Mamma zuppa di urina allora si mise in piedi sul letto a gambe larghe. Anna le si stese sotto incitandola:- Dai, forza, piscia. Pisciami addosso. Fammi bere il tuo piscioUn getto di urina uscì prepotente e violento andando a finire direttamente nella bocca di Anna che lo accolse sfacciatamente. Mamma allora spostandosi diresse il getto sul corpo della mamma di Marco inondandola completamente. Quando le ultime gocce furono uscite le due donne si avvinghiarono in un abbraccio languido. Le loro lingue andavano a cercare l’urina per poi riportarla nella bocca dell’altra. Io e Marco avremmo voluto pisciarle addosso anche noi, ma la nostra erezione non ce lo consentiva. Allora ci avvicinammo ai loro volti e iniziammo a masturbarci. Dopo pochi attimi io sborrai indirizzando il mio sperma proprio sulle loro bocche unite. Immediatamente dopo Marco fece altrettanto. Felici di buttammo nella mischia. Le nostre quattro lingue si scambiavano un misto di piscio e sperma che tutti assaporavamo volentieri cercando d’ingoiarne il più possibile.Tutti sporchi dei nostri stessi liquidi biologici ci accasciammo abbracciati

