Io, e Luisa la mia compagna, ci eravamo recati a fine agosto a Marsiglia presso una nostra conoscente a passare alcuni giorni di vacanza. Come al solito speravamo che ci accadesse qualcosa di intrigante e per aiutare il fato Luisa girava con audaci mini e senza mutandine. Purtroppo, anche se eravamo stati in più sex shop e spesso seduti in locali per mostrare le grazie di lei, oltre a sguardi eccitati non eravamo riusciti combinare granchè fino a che un tardo pomeriggio decidemmo di andare a visitare un villaggio di pescatori alle Calanque. Salimmo sul pullman che oltre a noi due non aveva altri passeggeri e ci sedemmo ai primi posti. Dopo circa dieci minuti di tragitto mi avvicinai all’autista per chiedere, con il mio masticato francese, quanto mancava all’arrivo. Mi rispose che saremmo arrivati entro cinque minuti e che lui sarebbe ripartito dopo 20 minuti e che quella sarebbe stata l’ultima corsa di ritorno. Indispettito dal fatto che era l’ultima corsa mi voltai per comunicarlo a Luisa e con mio grande stupore vidi che si era alzata la gonna fino alla pancia e passando la mano sotto la coscia aveva iniziato a toccarsi la fica. La cosa non mi irritò anzi mi provocò una forte eccitazione; comunque continuai a parlare all’autista mentre con la coda dell’occhio continuavo a guardare la troia che si sditalinava. “Non so dove avevo preso il coraggio ma avevo voluto sbalordire Antonio; il piacere che mi dava sditalinarmi pensando che l’autista mi potesse vedere aumentava la mia eccitazione e venni almeno due volte. Pensavo che se mi avesse visto gli si sarebbe rizzato il cazzo che immaginavo, chissà perchè, molto grande.” Luisa continuava a sditalinarsi ma io ero sicuro che all’arrivo avrebbe smesso anche perchè non la consideravo così troia da andare oltre. Avevo avuto comunque l’impressione che l’autista, dallo specchietto retrovisore interno, stesse guardando i movimenti di Luisa e questo mi faceva indurire ancora di più il cazzo. Quando il pullman si fermò guardai Luisa credendo che si sarebbe coperta ed invece lei continuò a sditalinarsi anche quando l’autista si girò verso di lei, anzi con un gran sorriso gli fece cenno di avvicinarsi. “ero talmente eccitata che avevo deciso di superare tutti i miei tabù e di fare quello che avevo sempre sognato. Quando mi fu vicino mi allungai ancor di più sul sedile e gli feci cenno di inginocchiarsi davanti a me. Cominciò a leccarmi la fica, infilando a lingua e ritirandola, passandola fino al buco del culo facendomi venire a ripetizione mentre Antonio mi fissava allibito” Non avevo mai visto Luisa con un altro uomo ma il fatto che adesso gli stesse leccando la fica ed il culo sotto i miei occhi mi eccitava enormemente ed ancor di più mi eccitava vedere Luisa venire sulla bocca di uno sconosciuto in maniera quasi animalesca. Mi tirai fuori il cazzo, durissimo e mi avvicinai alla bocca di Luisa che non ci pensò sopra neanche un secondo e cominciò a leccarmelo prendendo il ritmo della lingua dell’autista. “si era avverato un sogno: finalmente avevo due uomini contemporaneamente… mi sentivo soddisfatta e troia più che mai e ormai pensavo solo al cazzo dell’autista che avrei voluto prendere dappertutto. Mi sollevai e girandomi mi misi a quattro zampe sul sedile con il culo rivolto all’autista e la fica bagnata dalla voglia; lui si slacciò i pantaloni e tirò fuori il cazzo… mostruoso una vera proboscide e cominciò a strofinarmelo tra le chiappe, sulla fica” Il cazzo del francese era enorme ma Luisa l’avevo abituata anche a bastoni e cazzi finti di vario tipo per cui ero sicuro che l’avrebbe gradito; guardai l’autista e gli feci cenno di infilarla. Non appena il grosso cazzo entrò Luisa, lanciò un urlo di goduria e quando lui prese a sbatterla cominciò a godere come una vacca dicendo all’autista: dai rompimi la fregna, aprimi tutta, sbattimi, fammi godere davanti a questo cornuto. “avevo due cazzi a disposizione… feci avvicinare Antonio e glielo presi in bocca mentre da dietro venivo sbattuta come una vacca; i colpi di cazzo mi arrivavano fino all’utero e gli orgasmi si susseguivano violenti; la fica era dilatata all’inverosimile e pregna di umori. La libidine saliva ancora per cui mi sfilai il cazzo dalla fica e lo puntai sul buco del culo esortandolo ad infilarmi. Quando di colpo mi infilò sentii un dolore fortissimo ma dopo due colpi la goduria era superiore al dolore… ero fuori di me… mi stavo facendo inculare davanti al mio lui.” Avevo visto quell’enorme bastone entrare nel culo di Luisa e l’eccitazione mi portò a sborrare nella sua bocca mentre l’autista continuava a pompare; la sborra usciva dalle labbra di Luisa che continuava a godere come una cagna in calore… mi portai vicino al suo culo per assistere da molto vicino… il culo si apriva e chiudeva attorno al cazzo seguendo il ritmo delle pompate che, all’improvviso divennero più frequenti fino a che il francese non tirò fuori la proboscide dal culo ruggendo e riempiendo di sborra il buco del culo di Luisa che era rimasto slabbrato in maniera indecente “ero piena di sborra in bocca, nel culo, sulle chiappe ed ero sfatta e soddisfatta. Mi girai verso l’autista e delicatamente gli presi in bocca il cazzo ripulendolo dello sperma rimasto e degustando anche i miei sapori sulla sua cappella.” Ci ricomponemmo e ripartimmo verso Marsiglia dove, arrivati, salutammo l’autista il con un rapido cenno e Luisa con un ultimo bacio sulla bocca.
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