“Allora anche questo anno in Croazia?” La domanda che mi pose la mia ragazza a due mesi dalle vacanze estive. Non siamo una coppia abitudinaria ma in fatto di vacanze la Croazia per tre anni consecutivi è stata la nostra meta. Tranquillità, sole, mare e tante ore di sesso, questo mi aspettava anche questo anno. Non è che mi dispiacesse più di tanto. Ritorniamo ai fatti, la prima volta che mettemmo piede in Croazia era nel ’97 le due coppie che ci fecero compagnia erano piuttosto titubanti. “Andiamo in un paese che stanno ancora ricostruendo dai bombardamenti della guerra?” Dopo dodici ore di viaggio finalmente arrivammo. Siamo del sud Italia quindi per noi che viaggiavamo in macchina era una trasferta lunghissima. Appena trascorso il primo giorno a Pula nessuno di noi sei pensava al paese in ricostruzione. Ma la storia che voglio raccontarvi è accaduta dopo tre anni, nell’agosto del 2000. Mi chiamo Simone e la mia ragazza Michela, i nomi sono reali, all’epoca dei fatti io avevo 26 anni e lei pure stiamo da oltre dieci anni insieme. Andiamo molto d’accordo su tutto, quindi non c’era bisogno di trovare altra compagnia per le vacanze, ma una coppia di amici Massimo ed Emma ci pregarono di portarli con loro, non erano mai stati fuori dall’Italia e un’esperienza in Croazia, dopo i nostri racconti, ci tenevano a farla. Partimmo il giorno 8 di agosto tutti euforici, l’euforia che solo i 15 giorni di vacanza estiva può trasmetterti, dopo le solite dodici ore di auto arrivammo a destinazione. Gli anni prima avevamo prenotato tramite agenzie di viaggio qui in Italia invece quella volta decidemmo di andare all’avventura. Infatti avevamo notato che i proprietari di case si sedevano ai bordi delle strade con cartelli in mano facendo sapere ai passanti, in 3 o 4 lingue, che i loro appartamenti erano disponibili. Parlammo con una decina di persone ed alla fine optammo per una villetta alla modica somma di un milione e ottocento mila, non male a 4 di noi. La villetta era, piano terra: salone, cucina, bagno e una stanzetta che aveva funzione di ripostiglio, al secondo piano invece c’erano oltre le due camere da letto anche un bagno, compreso di vasca, e una stanza vuota. Dopo la descrizione della villa, del viaggio manca solo la nostra. Io alto quasi 1.90 peso intorno ai 92 chili, Michela alta 1.70 non molto magra ma con i chili al punto giusto, 4^ di seno e culo a mandolino. Massimo alto 1.78 fisico muscoloso, Emma non tanto alta ma un fisico da infarto. I primi giorni li passammo soprattutto al mare dal mattino al pomeriggio, ritorno a casa doccia e cena, poi serata in giro per le città a fare i turisti, notte a letto. Ancora non avevamo fatto l’amore perché arrivavamo di sera distrutti. Avevamo deciso che la prima volta al mare doveva essere stupenda oltre che molto trasgressiva. Era da qualche anno che chiedevo a Michela di mostrarsi a qualcuno in pubblico. A volte giravamo di sera nel centro di qualche paesino vicino per non farci riconoscere con lei in macchina coperta da una minigonna cortissima, autoreggenti e seno in fuori. A volte in autostrada sempre vestita, si fa per dire, in quel modo per i nostri amici camionisti oppure per i vari benzinai di turno. Le dicevo sempre “poverini devono fare il turno di notte, almeno falli divertire per qualche secondo.” E lei quasi intenerita scopriva ancora di più le gambe per il piacere mio ma soprattutto per il loro. Dopo immancabilmente ci fermavamo in una piazzola di sosta e scopavamo come non mai. Ma per quella estate volevo di più e lei lo sapeva. Era il sesto giorno avevamo voglia di stare da soli ma con Massimo ed Emma alle calcagna non sapevamo come fare, decisi di fingermi con il mal di stomaco e che non avevo voglia di andare in spiaggia per quel giorno, Michela disse che restava con me e ci volle molto tempo per convincere i due ad andare al mare volevano rimanere per verificare le mie condizioni. Solo le condizioni del mio cazzo mi preoccupavano non quelle del mio stomaco ma vallo a dire a quei due. Finalmente riuscimmo nel nostro intento e rimanemmo soli. La nostra stanza era di forma quadrata con una finestra ai piedi del letto, fuori avevamo un piccolo terrazzino comunicante con l’altra stanza da letto. Proprio di fronte alla nostra finestra, a circa 150 metri c’era una piccola palazzina e se qualcuno si fosse affacciato al secondo piano riusciva a vedere perfettamente io e Michela nel letto. Mentre Michela si preparava in bagno io già mi trovavo sul letto con solo un costume da bagno addosso. Dopo qualche minuto lei entrò era bellissima, vestita solo con perizoma, calze autoreggenti e sandali con un tacco vertiginoso. Appena entrò si rese conto del balcone aperto e mi chiese di chiuderlo. “Dai chiudi che così ci possono vedere tutti” “Ma non è quello che volevamo” “Si ma non nella stanza nostra, con vicini che se ci vedono oggi curioseranno per il resto della vacanza.” Un po’ contrariato decisi di chiudere le ante. Michela venne sul letto accanto a me e mi disse: “Fammi vedere in che condizioni sta il mio giocattolo preferito.” “E’ tutto tuo” Ed iniziò a prendermelo in bocca. Alternando a succhiate pazzesche e ingoio di tutta la lunghezza del mio cazzo. Le tolsi il perizoma e dopo qualche minuto di sali e scendi sul mio cazzo, divenuto di marmo, la feci sdraiare al posto mio, ora toccava a me. Iniziai a leccarla pian piano come piaceva a lei, quando stava salendo di giri iniziai ad infilarle un dito nella fica, prima uno poi due poi tre dita. Lei gemeva ed era pronta ad essere penetrata. “Dai dammelo che non resisto più” “Ti piace il mio cazzo? Troia” “Si è bellissimo dai vieni” Subito fui in mezzo alle sue gambe, la penetrai in un solo colpo ed entrò tutto, lei sotto io sopra. Dopo qualche minuto decidemmo di cambiare quando mi alzai aprii un poco le ante e lei non disse nulla. Mi distesi sul letto e Michela si mise in groppa al suo cavallo preferito. “Mi piace troppo così, riesco a sentire tutte le vene anche le più piccole” Iniziò una cavalcata degna delle migliori pornostar, passava da un ritmo adagio fino ad arrivare ad una cavalcata quasi furiosa. Sapevo che da lì a poco sarei arrivato e decisi di giocare le mie carte: “Apri tutto fatti vedere dai vicini fatti vedere da tutti.” Senza farselo chiedere la seconda volta aprii la finestra quasi sbattendola contro il muro all’esterno. Poi risalì sul mio cazzo ma ora non con la faccia verso di me ma verso la finestra spalancata. Stavo sul letto quasi in trance ora chiudevo gli occhi, ora guardavo il suo culo salire e scendere sul mio cazzo. Qualche istante dopo si alzo per un secondo dalla mia asta per infilarsela nel culo, mi sembrava alquanto strano perché non le era mai piaciuto, invece quella volta il suo culo accolse il mio cazzo fino le palle. Per curiosità più che altro allungai il volto sulla mia destra per vedere fuori dalla finestra e sorpresa delle sorprese un uomo affacciato dalla palazzina di fronte che guardava Michela che si impalava il mio cazzo nel culo. “Puttana vorresti che lui fosse qui con noi?” “Si Simone ho voglia di un altro cazzo di tanti cazzi” La frase la terminò quasi urlando. Il ritmo dell’inculata divenne tremendamente veloce segno che stava arrivando all’apice del godimento, anche io ero certo di non resistere oltre. “Sto arrivando non fermarti infilamelo tutto dai dai daiiii” Ed arrivò, però non scese dal mio cazzo anzi aprii ancora di più le gambe per far vedere al nostro amico guardone meglio che era arrivata con il cazzo in culo non nella fica. “Michela sto arrivando anche io” “Fermati lo voglio in bocca” Mi alzai dal letto e mi misi in piedi in profilo in modo che il nostro amico potesse vedere la mia spruzzata in gola a Michela. Bastarono poche penetrazioni in bocca che arrivai con schizzi che le ricoprivano gran parte del viso. Ma ecco la tragedia, il nostro amico muoveva le mani come a mimare un applauso da lato del balcone ma dall’altro dove c’era la porta della nostra stanza c’era il volto di Massimo con un’espressione mista tra l’eccitato, il sorpreso e l’imbarrazzato. “Scusate non credevo” Massimo non finii la frase e scappò via. Chiudemmo il balcone lo spettacolo era finito. Mentre Michela correva in bagno a darsi una sistemata io mi ricomposi un po’ e scesi da Massimo. Appena mi vide subito si scusò: “Scusami, scusami Simone non volevo ero ritornato per vedere come stavi, sentivo strani mugolii e credevo che eri tu che non ti sentivi bene, la porta era aperta e quindi ho guardato dentro ma ti giuro che non era mia intenzione” “Ti credo Massimo ma la colpa è stata nostra, convinti che non ritornavate non ho chiuso la porta a chiave, e non devi scusarti anzi devo scusarmi io con te.” Senza nemmeno farci caso guardai in mezzo alle sue gambe e altra sorpresa il costume era rigonfio, quindi al mio amico era piaciuto lo spettacolino. Dopo qualche minuto scese Michela un pochino imbarazzata ma giusto un pochino, si vede che la cavalcata con il guardone aveva rimosso quei pochi freni inibitori che le erano rimasti. Di nuovo scuse da parte di Massimo che ora si era seduto sul divanetto in soggiorno con le gambe accavallate, si vede che il suo amichetto tra le gambe dava ancora segni di vita. Penso che se ne accorse anche Michela perché sorrideva e mi guardava in modo inequivocabile. Il pomeriggio trascorse sereno io e Michela parlammo poco di quello che era accaduto e Massimo non sembrava più imbarazzato forse perché la maggior parte del tempo si trovava con noi anche Emma. La mattina dopo andammo in una spiaggia un po’ isolata, dopo qualche ora Michela chiese ad Emma se aveva mai preso il sole in topless, alla risposta negativa di Emma Michela, che onestamente non sapevo dove voleva andare a parare, le fece una proposta: “Perché non togliamo la parte di sopra dei costumi tanto i nostri ragazzi hanno una certa età e sono maggiorenni non penso che si scandalizzino, o mi sbaglio ragazzi.” Prima guardò me che con un cenno della testa feci capire che non avevo problemi poi si rivolse a Massimo: “Massimo tu hai qualche problema a mostrare il seno della tua ragazza davanti a me e Simone?” Dopo un rapido sguardo tra i due Massimo rispose che non c’erano problemi nemmeno per lui. Michela non aspettò nemmeno un secondo di più, si slacciò il reggiseno ed uscirono quasi di botto i suoi seni favolosi. Emma dal canto suo pure abbassò il reggiseno mostrando un seno non troppo grande in paragone a quello di Michela ma belli sodi e a punta. Ma poi tutto si calmò. Le ragazze continuarono a prendere il sole e noi uscivamo ed entravamo ogni mezz’ora in acqua. Quella sera fummo tutti e 4 concordi per non uscire, quindi dopo cena giocammo a carte e poi ognuno nella sua stanza. Sapevamo che Emma soffriva di insonnia però quella sera, dato che era stanchissima, aveva preso dei sonniferi potenti. Io e Michela nella nostra stanza continuammo sul letto a giocare a carte. Decidemmo, per ogni partita vinta da me o da lei, di far pagare all’altro un pegno. La prima partita vinsi io e decisi di farla spogliare completamente, poi per tre partite consecutive fu lei a vincere e consumò la sua rivincita, il primo pegno mi dovevo spogliare anche io, secondo dovevo andare nudo giù a prendere nel frigo un po’ d’acqua, terzo un massaggio di 10 minuti però senza toccare le parti intime, solo la schiena. Alla fine del massaggio sentimmo bussare alla nostra finestra, indossammo solo gli slip, tanto mi disse Michela se è Massimo il seno lo ha visto stamattina e il resto due mattine fa. Era Massimo si affacciò nella stanza e subito vide Michela coperta solo dal minuscolo perizoma. “Ragazzi posso stare un po’ con voi o disturbo? Emma già dorme da un pezzo ed io non so cosa fare” “Certo Massimo io e Michela stavamo giocando a scala quaranta se vuoi unirti a noi” “Mi va benissimo, meglio che fissare il soffitto in camera mia.” Massimo si accomodò sul letto vicino a noi gli spiegammo come stavamo giocando e lui accettò senza remore. Passò un’ora quasi e completammo una decina di partite, i pegni erano cambiati ma non per molto. Subito facemmo spogliare anche lui, fino agli slip, come primo pegno, poi i seguenti le solite cavolate, bacia l’orecchio di lui, metti le tue mani sotto ai piedi di lei, fai il solletico a loro e cosi via. Fui io a rompere il ghiaccio vinsi una partita e come pegno decisi di far togliere il perizoma a Michela: “Tanto Massimo già conosce qualcosa di te” Ripetendo le sue parole di prima. Si alzò in piedi sul letto rivolse il culo verso di noi e le sfilò molto lentamente. Da dietro si vide il buco del culo e la sua bellissima figa in primo piano. Mentre il pegno per Massimo era leccare i capezzoli di Michela orologio alla mano per 5 minuti. Massimo protestò per un po’ ma poi fu ben contento di farlo, anche Michela era felicissima glielo leggevo negli occhi. Finì il pegno e finì anche un’altra partita vinta da Massimo, prima il pegno per Michela: “Se Simone me lo permette vorrei vederti passeggiare sul terrazzino avanti e indietro due volte, la prima con la luce spenta, la seconda con la luce accesa.” “La mia risposta è si però nuda come stai ora” Michela senza scomporsi aprii le ante ed usci fuori, primo giro a luci spente andò benissimo, secondo giro accendemmo la luce fuori in terrazza andò ancora meglio, in chiusura prima di entrare si accovaccio davanti al balcone della stanza con la figa rivolta al palazzo di fronte ed allargò le gambe al massimo dell’estensione. Però c’era il pegno anche per me. “Simone tu togliti gli slip.” La voce di Massimo era quasi un sussurro, dopo quel spettacolo era pure normale. Senza indecisioni tolsi le mutandine e il mio cazzo svettò in tutta la sua durezza. Dopo un attimo di smarrimento di tutti riprendemmo a giocare. Pochi giri e vinse Michela. Pegno per me e Massimo. Fu la volta mia di farmi una passeggiatina sulla terrazzina, a luci spente però. “Invece Massimo………….. si Massimo tirerà fuori il suo cazzo.” Sapevo che glielo avrebbe chiesto. Massimo lo tirò fuori ed estrasse un cazzo di tutto rispetto, ad occhio e croce lungo un po’ di meno del mio ma molto più largo tipo una lattina di coca con una cappella spropositata. Fu l’ultima partita eravamo tutti eccitati Michela senza chiedere subito si buttò sui nostri cazzi, ora leccava il mio poi succhiava quello di Massimo. Dopo un po’ iniziai io a penetrarla lei sempre con il cazzo in bocca di Massimo. Poi scambiammo i ruoli io in bocca e massimo dietro di lei a fotterla. Dopo qualche minuto non saprei definire quanti decidemmo di provare la doppia penetrazione io il culo e Massimo la figa. Fu meraviglioso soprattutto per lei che urlava e si dibatteva come una dannata. “Avanti sfondatemi mi piace troppo che bei cazzi che ho, ditemi che sono la vostra troia.” E giù di lì. Ma ci fu una sua richiesta che mi colse impreparato. “Simone vieni tu sotto, voglio provare questo coso così grosso in culo” Mi sdraiai sul letto lei sopra di me e Massimo indietro che la penetrava molto lentamente. Dopo qualche lamento di dolore di Michela fu solo godimento allo stato puro. Non so quante volte arrivò all’orgasmo ma quanto io e Massimo stavamo all’apice lei ci fermò in tempo. “Non qui di fuori.” Ci accompagnò per mano all’esterno si inginocchiò ai nostri piedi gambe larghe e cazzi in bocca. Dopo poco arrivammo, la inondammo nel vero senso del termine. Un po’ lo bevve un po’ lo sputò. Però di fuori non c’era nessun testimone, peccato pensai. L’altra settimana passò in modo fantastico di mattina mare sole con Emma, di notte divertimento assoluto senza Emma ma con Michela che riusciva a stupirci sempre di più. Ecco l’estate del 2000 mi il nuovo millennio mi aveva donato come fidanzata la migliore delle puttane ed io ne ero completamente felice. So che per alcuni è difficile credere nelle storie che si leggono in giro su internet ma vi assicuro che è tutto vero per filo e per segno. Se vi è capitato qualcosa di simile oppure volete consigli su come disinibire la vostra ragazza, fidanzata o moglie sono felice di aiutarvi. Dimenticavo Michela che ora è qui con me desidera ricevere commenti.
Aggiungi ai Preferiti