Dicembre era arrivato finalmente e con lui le vacanze invernali; i miei genitori ed io stavamo viaggiando verso tre settimane di sci. Avevo diciotto anni a quel tempo e lo sci era la mia passione. Avevamo affittato un piccolo chalet in Austria e mentre le tre settimane sarebbero state per me di sci, i miei genitori avrebbero visitato le belle Alpi austriache. Mio fratello minore e mia sorella avrebbero alternato lo sci e alle gite coi miei genitori. Così la maggior parte del tempo sarei stato solo e questo era proprio il massimo per me che ero amante della vita all’aperto e del silenzio.Dopo un lungo viaggio eravamo arrivati stanchi alla meta ed avevamo preso possesso del caratteristico chalet; il primo pensiero era stato quello di dormire per riposarci, dopo di che i miei genitori, mio fratello e mia sorella avrebbero progettato le loro gite. Appena sdraiato sul mio letto, stanco ma contento, le mie mani hanno cominciato a vagare sul mio corpo ed avevo sospirato di piacere. Ero orgoglioso della mia altezza, i pettorali erano ben sviluppati ed il mio inguine era coperto da un cespuglio di peli pubici che circondavano il mio cazzo lungo dieci centimetri da molle e diciannove quando era duro.Le mie gambe erano forti e con un leggera spolverata di peli. Coi miei capelli neri e gli occhi blu, avevo un bell’aspetto, le ragazze a scuola mi venivano dietro ma non sembravo avere alcun interesse per loro, almeno non ci pensavo ancora; tuttavia ogniqualvolta ero nella doccia della palestra non potevo fare a meno di guardare tutti gli altri ragazzi e questo mi eccitava sempre tanto che quando mi masturbavo, la mia fantasia era piena di immagini di ragazzi e non di ragazze. Questo mi preoccupava molto ma durante questo viaggio mi ero lasciato alle spalle tutte le preoccupazioni.Il giorno seguente ero completamente riposato e pronto a scendere per i pendii. Era una bella giornata soleggiata, proprio perfetta per sciare. La giornata era trascorsa velocemente immerso com’ero nello sfidare le discese alpine e nel gustare le bellezze naturali. Durante la prima risalita avevo incontrato un ragazzo pressappoco della mia età, forse un po’ più vecchio. Era austriaco e sapeva parlare un po’ l’italiano. Mi aveva dato il benvenuto in Austria e mi aveva dato informazioni sulle varie piste e sulla loro difficoltà. Mi aveva parlato di una pista particolarmente difficile e mi aveva detto di provarla solo dopo qualche giorno di sci, perché era molto lunga e difficoltosa; mi aveva anche detto che c’era una piccola baita a mezza strada, dove molta gente era costretta a fermarsi per scaldarsi; nella baita c’era un piccolo camino con legna e fiammiferi; era anche collegata via telefono col fondo valle per poter comunicare eventuali incidenti. Quando alla fine avevamo raggiunto la cima, l’avevo ringraziato e mentre lui filava via, non avevo potuto fare a meno di osservare il suo bel corpo. Era molto attraente, biondo, occhi verdi, alto come me e sotto l’ingombrante abbigliamento da sci sembrava avere un corpo molto ben fatto. Rapidamente avevo messo da parte quei pensieri e mi ero lanciato giù per il pendio a godermi la giornata.Alcuni giorni più tardi c’era una leggera tempesta di neve; questo non mi distoglieva dallo sciare sebbene i miei genitori fossero un po’ preoccupati. Raggiunti gli impianti il personale mi aveva avvertito di stare attento perché il tempo minacciava di peggiorare. Che bello sciare, non c’era quasi nessuno sui pendii. Avevo visto di Hans (l’individuo che avevo incontrato il primo giorno) ed avevo sciato un po’ sciato con lui. A metà pomeriggio il cielo era diventato scurissimo ed il vento improvvisamente era cresciuto in intensità. Arrivato in cima il mio compagno mi aveva domandato se volevo tornare giù con lui dato che stavano per chiudere la pista.Gli avevo detto di no e che tutto andava per il meglio. Stupidamente avevo deciso prendere il pendio più difficile e più lungo; ci sarebbe voluta almeno un’ora col bel tempo, ma, pensate quant’ero stupido, pensavo d’impiegarci lo stesso tempo in quelle condizioni. Cinque minuti di discesa e non riuscivo a vedere un centimetro davanti a me mentre le raffiche di vento mi turbinavano intorno e la neve mi accecava. Avevo cominciato a pentirmi di aver preso quella pista ma non potevo far altro che proseguire. La mezz’ora seguente era stata un vero inferno ed ero gelato fino alle ossa. Non so che miracolo sia stato ma finalmente ero arrivato alla baita di cui mi aveva parlato Hans. Era come un miraggio apparso improvvisamente attraverso il vento e la neve; rapidamente mi ero tolto gli sci, li avevo messi contro il muro della baita sul lato dove il vento non soffiava e, inciampando, avevo spinto la porta. Appena entrato ero stato salutato dal calore di un fuoco che bruciava nel focolare; i miei occhi erano rimasti accecati per qualche secondo mentre la neve si scioglieva sul mio viso e poi mi ero guardato intorno. C’era un sacco a pelo sul pavimento e chi c’era dentro se non Hans. Devo averlo guardato ammutolito mentre rideva e si alzava dicendomi di togliermi e vestiti bagnati ed asciugarmi. Ero rimasto a bocca aperta: portava un sottotuta intero del tipo con bottoni sul davanti; era un paradiso per la mia vista, era come se i nostri corpi fossero uniti anche se distanti ed i miei occhi scendendo al suo inguine avevano osservato un pacco ben riempito.Il mio cazzo aveva cominciato ad agitarsi e la mia mente mi aveva riportato alla realtà mentre uscivo dai miei vestiti. Mi ero tolto maglione e maglia, rimanendo a torso nudo; i miei capezzoli erano eretti per il freddo ed erano molto evidenti; poi avevo rimosso due strati di pantaloni e finalmente ero rimasto con la biancheria intima termica. Eravamo un bello spettacolo; due giovane in mutande lunghe seduti davanti ad un camino. Dopo un po’ finalmente avevo cominciato a scaldarmi ed avevamo parlato di diverse cose. Gli avevo domandato del sacco a pelo e lui mi aveva mostrato un armadio che ne conteneva quattro o cinque oltre ai guanciali. Aveva detto che il personale di servizio li teneva lì in caso d’emergenza. Sentivamo il vento che fuori soffiava ed avevamo pensato che saremmo stati lì tutta la notte.Gli avevo chiesto di telefonare ai miei genitori per dire loro che andava tutto bene e li avrei visti la mattina dopo. Avevo preso alcuni sacchi a pelo e li avevo messi uno sull’altro per fare un letto più morbido. Eravamo rimasti sdraiati per un po’ ascoltando il vento ed il fuoco. La baita era molto calda perché Hans aveva acceso un bel fuoco. Avevo cominciato a sudare ed avevo osservato che Hans sbottonava la sua biancheria intima fino all’ombelico rivelando un bel torace ed uno stomaco ben sagomato. Il torace era liscio e splendeva alla luce del fuoco. Avevamo parlato di diverse cose, delle cose che ci piacevano e di quelle che ci dispiacevano e ben presto avevamo scoperto che avevamo molto in comune. La grande personalità ed il sorriso affascinante di Hans mi stavano eccitando. L’attrazione era qualcosa di più dell’amicizia e non potevo fare a meno di guardare il suo corpo. Il caldo aumentava, Hans si era tolto la parte superiore della sottotuta ed i nostri toraci erano coperti di sudore che splendeva alla luce della fiamma. Mi ero accorto che ogni tanto guardava nella mia direzione.La nostra conversazione alla fine si era indirizzata su amici e sesso. Ambedue non eravamo legati a nessuno ed in qualche modo questo mi aveva confortato. Avevo scoperto che aveva diciannove anni e nessuna esperienza in fatto di sesso. Avevamo taciuto per un po’ e dando uno sguardo a quell’attraente ragazzo che mi stava accanto avevo avuto l’impressione che il nostro discorso sul sesso l’aveva eccitato un po’ perché c’era del movimento al suo inguine e la stoffa delle mutande cominciava a tendersi un po’. Il mio cuore aveva cominciato a balzare ed avevo trattenuto il fiato per nascondere un rantolo mentre il sangue affluiva al mio cazzo. Ero nervoso per questa reazione ma presto mi ero accorto che anche Hans respirava affannosamente e guarda il mio cazzo che sorgeva. Nei seguenti pochi momenti i nostri cazzi avevano raggiunto la pienezza ed io ero rimasto stupito della dimensione del suo, sembrava essere un po’ più lungo e più grosso del mio benché fosse difficile dirlo da quello che si poteva vedere attraverso la stoffa.Le due verghe pulsavano e perdevano pre eiaculazione come si poteva vedere dalla grande macchia apparsa sulle mutande. Avevo girato la testa e l’avevo fissato nei begli occhi, ci eravamo guardati l’un all’altro per un po’, il nostro respiro accelerava. Hans allora aveva allungato una mano e mi aveva carezzato i capezzoli che erano ritti. La sensazione era stata di una scossa, non avevo mai saputo che le mie tette ed il cazzo fossero connessi ma appena li aveva toccati il pene era sobbalzato ed aveva aumentato l’emissione di pre eiaculazione. Volevo rendergli il favore così avevo cominciato a giocare coi suoi capezzoli eretti. Si era lamentato rumorosamente ed aveva sgroppato le anche verso l’alto, il suo cazzo palpitava selvaggiamente. Avevamo giocato teneramente con le nostre tette traendo piacere dal movimento delle nostre mani. Hans allora si era alzato su uno gomito e mi aveva guardato con desiderio negli occhi ma anche con calore ed io speravo anche un po’ d’amore perché sapevo che io amavo veramente questo ragazzo. Il suo viso mi si era avvicinato e le nostre labbra si erano incontrate. Dapprima ci eravamo solo toccati con le labbra, poi avevamo cominciato a giocare l’uno con quelle dell’altro, belle e bagnate. Improvvisamente la sua lingua era uscita e si era inserita nella mia bocca a cercare la mia calda e bagnata. Volevo sentire qualcosa di più di lui così il mio braccio gli aveva circondato la vita e l’avevo portato più vicino a me.I nostri corpi ora erano stretti l’uno all’altro, le nostre gambe erano allacciate ed i nostri inguini si erano incontrati. I nostri cazzi chiusi nelle mutande erano venuti in contatto ed un calore incredibile si era sprigionato quando lentamente avevamo cominciato a strofinarli l’uno contro l’altro. Ci baciavamo appassionatamente e le nostre mani erano dappertutto sulle nostre schiene e sui nostri toraci. Hans aveva abbassato la destra e l’aveva spinta sotto le mie mutande, le dita avevano accarezzato i miei neri peli pubici e si erano avvolte intorno al cazzo eretto. Ero sobbalzato quando la sua mano aveva toccato il mio cazzo, allora avevo tirato il suo e l’avevo tenuto nella mia mano calda. Quando avevo strizzato i suoi diciotto centimetri aveva emesso un lamento e la sua saliva era gocciolata nella mia bocca. I nostri cazzi gocciolavano e le nostre mani erano state ben presto coperte degli umori dell’altro. Avevo lasciato brevemente il suo pene e le mie dita avevano vagato attraverso i sui corti peli pubici biondi. Accarezzavamo lentamente e sensualmente i nostri cazzi che scivolavano nel palmo della mano dell’altro. Hans mi aveva detto di sdraiarmi sulla schiena, si era sdraiato al mio fianco appoggiato al gomito sinistro e con la destra lentamente aveva cominciato a masturbarmi. Ero in paradiso, il suo corpo caldo brillava al bagliore del fuoco, la sua mano imbrattata dei miei umori muoveva delicatamente il mio prepuzio avanti ed indietro mentre mi guardava negli occhi.A questo punto avevo compreso definitivamente di essere gay e mi era piaciuto. Si era sdraiato su di me, io avevo spinto la lingua nella sua bocca e ci eravamo scambiati la saliva. Hans aveva lasciato il mio cazzo e si era alzato per togliersi completamente il sottotuta che era arrotolato intorno alle sue caviglie, poi si era messo in ginocchio e mi aveva tolto il mio lasciandomi completamente nudo. Avevamo cambiato posizione e ci eravamo seduti uno di fronte all’altro sul pavimento a gambe incrociate, avevo allungato la mano ed avevo cominciato a masturbarlo mentre lui faceva lo stesso con me. Mentre respiravamo affannosamente masturbandoci l’un l’altro, Hans mi aveva detto che non l’aveva mai fatto prima di allora, io gli avevo detto che anche per me era la prima volta e questo fatto aveva aggiunto calore alla situazione. Avevo detto a Hans che volevo succhiargli l’uccello, così avevamo abbandonato i cazzi e lui si era sdraiato sul pavimento. Mi ero sdraiato su di lui, i nostri cazzi bagnati strofinavano contro i nostri stomaci duri.L’avevo baciato e lentamente ero sceso sul suo giovane corpo liscio, mi ero arrestato per spingere la lingua nel suo ombelico, provocandogli un lamento di delizia. Il mio viso ora era di fronte al suo bel cazzo fradicio di succhi di ragazzo. Con la destra avevo alzato il pene che era appiattito contro il suo stomaco e lentamente l’avevo masturbato per un po’; poi avevo messo le labbra contro la cappella, l’avevo leccata e quindi l’avevo preso in bocca. Avevo spinto la lingua sotto il prepuzio ed avevo assaggiato la sua pre eiaculazione. Mentre continuavo a masturbarlo avevo leccato la cappella facendolo impazzire. Aveva alzato la testa e vi aveva messo sotto un guanciale per guardarmi mentre lo succhiavo.Dopo alcuni minuti aveva detto che stava per sborrare; io volevo che mi eiaculasse in bocca, così avevo avvolto ermeticamente le labbra intorno al suo cazzo. Immediatamente Hans aveva inarcato la schiena ed aveva emesso forte lamento mentre sentivo uno spruzzo di sperma caldo nella mia bocca. Dopo tre spruzzi enormi avevo spostato la bocca ma avevo continuato a masturbarlo e lui aveva sparato la sborra sopra il mio viso, sulla mia mano e sul suo stomaco. Dopo aver rilasciato quattro altri fiotti della sua calda crema bianca su di noi aveva emesso un anelito ed aveva lasciato cadere la testa indietro sul guanciale. Avevo ancora il suo sperma in bocca e mi colava giù per il mio mento; mi aveva guardato e mi aveva detto di baciarlo per far gocciolare la sborra nella sua bocca, mescolandola con la nostra saliva. Quando avevo allontanato la mia bocca dalla sua un lungo filo di sperma aveva connesso le nostre labbra e, dopo essersi spezzato, era caduto sul suo torace. Hans allora aveva guardato il mio cazzo dolente e rapidamente avevamo cambiato posizione. Non aveva perso tempo, la sua bocca calda succhiava con forza il mio cazzo; spinto indietro il prepuzio con le labbra mi aveva stuzzicato sotto la cappella con la lingua.Col sapore e l’odore della sua calda eiaculazione tutta su di me, non era passato molto prima che venissi ed in pochi secondi avevo eiaculato una quantità enorme di sperma nella sua bocca, emettendo un anelito mentre venivo. Come avevo fatto io, aveva lasciato uscire il cazzo dalla bocca mentre continuavo ad esplodere getti di sborra sul suo viso, sul torace e sulla mano. Aveva continuato a masturbarmi fino a che le ultime gocce di sperma non erano state spremute dal mio pene. Ci eravamo guardati l’un all’altro ed avevamo sorriso, ambedue bagnati fradici dello sperma dell’altro. Hans si era arrampicato su di me ed i nostri stomaci erano sdrucciolevoli per la sborra. Ci eravamo baciati ed avevo potuto assaporare la mia eiaculazione nella sua bocca. Eravamo rimasti sdraiati a baciarci per mezz’ora, e ciò ci aveva fatti ritornare duri. Le nostre erezioni pigiavano contro lo stomaco dell’altro, ancora sdrucciolevole per la sborrata precedente. Ero sdraiato sul pavimento e Hans aveva cominciato a strusciare il suo corpo contro il mio, causando lo strofinare dei nostri prepuzi avanti ed indietro l’uno contro l’altro; con le bocche serrate l’una sull’altra, avevamo eruttato di nuovo nello stesso momento, il nostro sperma si era sparso tra i nostri corpi coprendo stomaco e torace delle nostre eiaculazioni mescolate e noi ci eravamo lamentati uno nella bocca dell’altro.Hans era scivolato via da me e mi si era messo al fianco; la sua mano aveva cominciato a strofinarmi il torace, spandendovi sopra la nostra sborra, poi aveva portato la mano coperta di sperma alla mia bocca ed io l’avevo leccata per pulirla. L’odore di sperma era molto forte ed avevamo passato il resto di quella notte ciascuno nelle braccia dell’altro davanti al fuoco. La mattina, quando ci eravamo svegliati, la bufera di neve si era calmata e prima di lavarci e vestirci ci eravamo masturbati l’un l’altro riversando i nostri carichi appiccicosi l’uno sull’altro.Per il resto delle vacanze avevo passato la maggior parte del tempo con Hans in quella baita a baciarlo, masturbarlo, succhiarlo ed assaggiare la sua sborra cremosa. Un giorno l’avevamo passato masturbandoci ogni ora e raccogliendo lo sperma in un bicchiere. Al termine della giornata ne avevamo bevuto un po’ e poi ci eravamo massaggiati l’un l’altro usando lo sperma come lozione.È stata la migliore vacanza della mia vita e non la dimenticherò mai.
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