Basta, ho deciso di prendermi un po’ di vacanza! Anche se siamo ancora in Giugno la stagione sembra molto dolce, pianto tutto e me ne vado una settimana al mare. Ed in moto per giunta, il massimo!. Alcuni giorni lontano dal lavoro e da tutti non potranno che farmi bene. Ne parlo un pò in giro con gli amici e mi convinco per l’Isola d’Elba in un residence di Capoliveri dove Antonio ritorna con la famiglia da diversi anni, me ne ha parlato con entusiasmo e decido di aggregarmi. L’Elba poi non e’ molto lontana e in questa stagione non c’e’ ancora tanta gente, l’ideale per una settimana fuori dal mondo e dal lavoro. Detto e fatto, Antonio mi prenota un appartamentino vicino al suo, terrazza, camera e cucinino, mi sembra di avere fatto la scelta giusta, da solo con la moto ed il mare starò perfettamente. Sul ferry, per ingannare la noia della traversata, mi godo la vista di alcune ragazze tedesche che non rinunciano ad abbronzarsi anche prima dell’arrivo, i loro seni abbondanti e sodi mi allietano il viaggio sino quasi all’arrivo. Si sono accorte del mio interesse e ne godono in maniera evidente, sono giovani e fiere della loro femminilità, io non lesino sguardi discreti ma pieni di ammirazione ma devo stare tranquillo perché non ho una donna in vista ed e’ inutile che mi monti la testa. Però sono solo ad ammirarle, anche qualche signora mi sembra che le apprezzi, non so se per invidia o per piacere. In una oretta siamo a destinazione. Il traghetto attracca alla banchina e dopo aver recuperato la moto nella stiva esco dal porto in direzione Capoliveri e Porto Azzurro. Prima ho chiamato Antonio al cellulare che mi verrà incontro per accompagnarmi nell’ultimo tratto, infatti dopo poco incrocio la sua macchina ferma lungo la strada tortuosa e ombreggiata da pini marittimi. Ci salutiamo amichevolmente e dopo pochi minuti sono arrivato. Aveva ragione il posto e’ stupendo, magari un poco isolato ma le villette sono immerse nel verde con il mare a poca distanza. Ogni villa e’ suddivisa in unità indipendenti, ciascuna con una terrazza ombreggiata dai pini, l’appartamento e’ un po’ spartano all’interno ma nel complesso confortevole. Credo che mi ci troverò benissimo. Io non sono vicino ad Antonio e famiglia, ci dividono un paio di villette ma in tutto poche decine di metri. Scarico il poco bagaglio che ho, accendo il computer e controllo subito la linea telefonica, perfetta, nessun problema di connessione ad Internet. Il mio amico mi viene a dire che sta partendo con la moglie e la figlia per Porto Azzurro, qualche chilometro di distanza, io li saluto ma preferisco fermarmi qualche ora per rilassarmi e riordinare le mie cose. C’e’ un bel sole e l’aria e’ tiepida, sistemo il Pc sul tavolino all’esterno e mi dedico ad alcuni lavori che dovrei completare. Mi sento proprio bene in maglietta e calzoncini, questa e’ davvero un’altra vita. Non ho fatto caso ai miei vicini, anzi, onestamente pensavo che le altre unità della villa fossero vuote, invece sulla terrazza a fianco escono un uomo ed un ragazzo, ci salutiamo distrattamente ed io continuo ad occuparmi del mio lavoro. Sento che il padre dice di voler andare al mare ma il figlio risponde di non averne voglia, magari lo raggiungerà più tardi. Dal tono mi sembra che ci sia stata una discussione tra i due ma non conoscendoli non ne sono certo e comunque la cosa non mi riguarda. –Allora io vado, tu resta con mamma e non andare in giro come al solito in scooter. Io torno verso sera e ti voglio trovare qui! –Va bene, magari ti raggiungo in spiaggia, se ne ho voglia. Dal tono il ragazzo mi sembra imbronciato e rientra immediatamente in casa. Io mi concentro di nuovo sul lavoro e bado solo di tanto in tanto al panorama stupendo che ho davanti. Tutto intorno e’ silenzio, credo che nel residence siamo rimasti proprio in pochi, mi sembra il posto giusto per rilassarmi e non pensare alla solita vita di città. Il sole e’ ancora forte e per cercare più ombra sposto il tavolino verso il bordo della mia terrazza, alle spalle ho una finestra dei miei vicini che e’ chiusa e quindi non mi sembra di disturbare. I vetri devono essere aperti ma le persiane sono accostate lasciando solo una piccola fessura, da quel che vedo di sfuggita mi sembra la camera da letto. Appena seduto però mi accorgo di due persone che parlano a bassa voce, a parte le persiane semichiuse devo essere ad un paio di metri da loro e intorno e’ tutto silenzio, quindi il non posso sbagliarmi. Non mi piace essere indiscreto quindi mi concentro sugli affari miei senza prestare alcuna attenzione. Dopo alcuni minuti però le voci si alzano di tono e anche senza volerlo non posso fare a meno di ascoltare alcune frasi. La voce e’ quella del ragazzo che si rivolge ad una donna, sicuramente la madre ed il tono sembra stizzito e arrabbiato. –Non me ne frega niente di quel coglione di mio padre, capito! –No, Roby, non devi dire questo, ti dico che non e’ giusto e non voglio che tu lo ripeta, tuo padre e’ una brava persona e devi portargli rispetto. A volte penso che non mi meriti, lui tutto lavoro e casa ed io invece… La frase si perde in un sussurro e penso che siano le solite normali discussioni tra genitori e figli, mi viene da sorridere, tutto il mondo e’ paese, mi dico. Ma dopo poco il tono si alza ancora e non posso fare a meno di seguire i discorsi che mi arrivano dalla stanza alle mie spalle. –No, no, Roby, ti prego, ti ho detto che non sta bene e che non voglio che tu lo faccia più, smettila, ti prego. Dopo mi fai vergognare troppo e poi non e’ giusto. Smettila! Lasciami stare, stai fermo! Non solo non devo fare alcuno sforzo per ascoltare i discorsi che i due si fanno nella stanza alle mie spalle, il volume e’ decisamente elevato, ma qualche cosa comincia a suonarmi strano. Le ultime parole catturano la mia attenzione, smetto un attimo di lavorare e tendo l’orecchio per cercare di capire qualche cosa di più sui miei vicini. Non devo fare alcun sforzo perché ormai il volume e’ alto, probabilmente non si rendono conto ora hanno un vicino di casa e la finestra aperta lascia passare anche il più piccolo rumore. –Mamma, non vedi che ne ho bisogno e tu non puoi lasciarmi in questo stato, mi era sembrato che piacesse anche te, non e’ vero ? Lo so che fai sempre così all’inizio ma dopo invece…. La risposta della madre e’ quasi un sussurro e non riesco a sentirla, poi mi arrivano rumori ovattati come di persone che lottano, accidenti non vorrei che succedesse qualche cosa ai miei vicini, io sono venuto qui in cerca di tranquillità. Tendo l’orecchio ed i rumori sono inequivocabili, due persone lottano e sento scricchiolare anche il letto, sto per alzarmi e far notare la mia presenza per farli smettere quando tutto cessa di colpo. Rimango incerto, non so cosa fare, forse non dovrei immischiarmi negli affari altrui, anzi questa e’ una regola che mi ha sempre portato fortuna e che tradisco raramente. Il silenzio continua per qualche minuto ed io cerco di ricostruire il senso delle frasi che ho ascoltato ma alla fine concludo che sicuramente erano discorsi senza importanza. Faccio un altro tentativo di concentrarmi sul lavoro ma in quello che ho sentito c’era qualche cosa di intrigante. Affari loro in ogni caso ma non mi sembravano discorsi del tutto innocenti tra madre e figlio. Il silenzio intorno e’ adesso quasi palpabile, a metà del pomeriggio non deve proprio esserci nessun altro nel residence. Anche senza volerlo però non posso fare a meno di ascoltare i rumori che mi arrivano alle orecchie anzi, ormai la mia curiosità sta prendendo il sopravvento.. Dalla stanza non arrivano più voci da alcuni minuti ma , accidenti, quello che sento e’ un ansimare sempre più forte e concitato. Direi che e’ inequivocabile, se permettete un po’ me ne intendo, tra i miei vicini sta succedendo qualche cosa sicuramente non spiacevole, anzi direi proprio il contrario. Tendo l’orecchio e adesso sono certo di non sbagliarmi, mi alzo senza fare rumore, mi appoggio con la schiena al muro proprio a fianco delle imposte socchiuse. L’ansimare e’ sempre più evidente e intervallato ormai da gemiti, direi di piacere. Mi sembra che si tratti della donna ma e’ difficile stabilirlo con certezza. Il dubbio me lo toglie la voce maschile che spezza improvvisamente il silenzio. –Vedi mamma che ti piace! Sento che stai godendo come una troia, dimmi che ti piace! Tutte le volte non vuoi cominciare ma poi ti comporti una vacca in calore e ti faresti leccare per ore la bernarda dal tuo bambino. Apri bene le gambe adesso, fatti succhiare come si deve! Si, così! La voce femminile che risponde e’ rotta dai sospiri e il tono sembra completamente sconvolto. –Si, Roby, mi piace, mi piace! Non smettere, fammi godere come sai tu, non fermarti ti prego, quasi ci sono, fammi venire! Dai, fai venire la tua mamma! Si, mi piace come mi lecchi, continua ti prego! Senza accorgermene mi ritrovo di colpo l’asta durissima nei calzoncini leggeri ed una voglia tremenda di menarmela ma sono all’aperto e tutto quello che posso fare e’ infilare una mano nella tasca ed accarezzarla, io sono all’aperto in terrazza e non ho idea se qualcuno mi sta osservando in questo momento. Accidenti, il ragazzino sta succhiando la figa di sua madre che sembra indubbiamente gradire le sue attenzioni , la sorpresa mi fa accelerare le pulsazioni e crescere l’eccitazione di colpo. Non resisto e furtivamente cerco di sbirciare dallo stipite delle persiana, la fessura e’ sottile e devo abituare l’occhio alla penombra che c’e’ nella stanza ma lo spettacolo che finalmente riesco ad intravedere mi lascia senza fiato. La signora, vestita con una maglietta corta e’ distesa di traverso sul letto con i piedi a terra rivolti verso la finestra, la gonna e’ alzata e in mezzo alle gambe vedo la testa del ragazzo inginocchiato ed intento a leccarle la figa con movimenti lenti e misurati. Il suo capo si alza e si abbassa mentre la madre lo tiene per i capelli cercando di guidarlo o per impedirgli di smettere.. Ormai l’ansimare e’ diventato un rantolo, la signora deve essere vicina al piacere, anche le sue mani si sono contratte tra i capelli del figlio. La voce e’ ormai un’implorazione rotta dai sospiri di piacere. –Non smettere, lecca bene la tua mamma, così, falla godere! Sto per venire Roby, dai, fammi venire, non fermarti. Dopo ti faccio felice anch’ io, ma non smettere! Bimbo mio, succhiami così, così, di più! Ahhhh! Anche volendo lui non riuscirebbe proprio muoversi, ha la testa imprigionata tra le cosce della madre che ormai ha perso ogni controllo, si agita e geme in preda ad un orgasmo travolgente. Se passasse qualcuno davanti alla villetta non avrebbe dubbi su quello sta succedendo all’interno ma per fortuna anche mia non c’e’ nessuno nei dintorni. –Si, si, si, ci sono! Sto venendo! Roby, come mi fai felice! Senti come ti sto bagnando, ragazzo mio, nessuno mi ha mai fatto godere così. Come sei bravo bambino mio! Succhia bene la passera della tua mamma! Le parole finiscono in una specie di singhiozzo, vedo le cosce stringersi forte intorno alla testa del ragazzo e poi rilassarsi lentamente. Anche se sono in preda ad una eccitazione incontenibile io mi giro e fingo di guardare il panorama per un attimo appoggiato al muro con fare indifferente, tutto sembra tranquillo e nessuno si occupa di me. Da dentro non mi arrivano più rumori, lancio appena un’occhiata e vedo che il ragazzo si e’ alzato mentre la madre e’ sempre distesa sul letto, adesso per me la prospettiva si e’ fatta ancora più interessante. Ho proprio di fronte la sua figa ancora dilatata e imperlata di piacere, i peli sono radi e chiari, le labbra paffute ed in alto vedo benissimo il clito lucido e duro. E’ una vagina enorme, raramente ho visto uno spacco così lungo e aperto. Mentre mi sto godendo lo spettacolo lei allunga una mano, si allarga con un dito la fessura, lo infila nell’apertura e ed inizia a muoverlo dentro e fuori. Da come spalanca le gambe capisco che sta procurandosi un altro orgasmo, evidentemente non e’ ancora soddisfatta dalla leccata del figlio anzi, sembra che sia in preda ad una frenesia incontrollabile. Ho gli occhi calamitati da questo spettacolo e non presto attenzione a lui che nel frattempo si e’ abbassato i calzoni e girandosi mi mostra un cazzo rigido piuttosto sottile e di dimensioni non eccessive, comunque duro e con la punta quasi del tutto scoperta e rivolta verso l’alto. Se lo sta accarezzando mentre si avvicina di nuovo alla madre che sembra persa completamente nelle sue carezze agitandosi e gemendo piano. Sembra una gatta in calore in attesa del maschio. –Adesso mamma tocca a me. Devi fare felice anche il tuo bambino, vedi come sto soffrendo ? Non hai cuore! Ho bisogno di venire anch’io, mamma! Non essere egoista. Lei alza appena il viso, e’ la prima volta che lo vedo ma solo per un attimo, sorride con una smorfia di piacere sulle labbra. E’ di una sensualità irresistibile, ormai ho la verga che sembra di ferro e le mie carezze non fanno che peggiorare le cose. –Si, ragazzo mio, vieni qui che la mamma ti vuole aiutare. Avvicinati, lasciami baciare la mia gioia. Ma com’e’ grande e bello il mio pisellino, la tua mamma non vede l’ora di farlo felice, vieni sopra di me. Il ragazzo non perde un secondo, sale sul letto a gambe larghe e porta il suo attrezzo davanti alla bocca della mamma che si apre immediatamente ingoiandolo tutto. Lui rimane un attimo come impietrito poi comincia a scoparla in bocca con colpi lenti e profondi. Da dietro vedo le sue chiappe irrigidirsi e spingere sempre più forte. –Cazzo, mamma, che bocca stupenda hai, mi fa impazzire! Succhia il tuo bimbo, leccami la cappella, tu sai come farlo felice! Senti le palle che mi hai fatto tu come sono dure e piene, voglio farti bere tutto il succo che c’e’! Ti sto scopando in bocca, lo senti! Lo spettacolo e’ incredibilmente eccitante, ho davanti la figa spalancata della madre che lei continua a masturbare con la mano e da dietro vedo i colpi del ragazzo che la sta scopando in bocca senza alcun ritegno . –Mamma, sai che non resisto, quando mi succhi così non vedo l’ora di farti bere la mia sborra. Vorrei mettertela nella figa un attimo però, ti prego solo un momento, fammela assaggiare. Non dirmi che non lo vuoi anche tu! Io ne ho una voglia pazzesca! Ti giuro che lo tiro fuori come le altre volte, ti prego, mamma! Ormai in preda alla frenesia lui si solleva e toglie il cazzo dalla bocca che rimane ancora aperta come per aspettarlo, si alza e scivola verso il basso avvicinandolo al pelo della madre ancora coperto dalla mano che non ha smesso il suo andirivieni. –No, Roby, ti prego! Anch’io lo vorrei ma non possiamo! Per carità non venirmi dentro, sono la tua mamma, non si può! Fammi bere il tuo succo caldo, ti prego, sai che mi piace. Sai che anch’io vorrei farmi bagnare da te ma non possiamo! Il ragazzo non intende ragioni, con decisione strappa la mano della madre che gli impedisce di violare la fessura spalancata e con un colpo secco conficca il suo cazzo duro tra le labbra fradice. Non perde un attimo, comincia a pompare con una violenza inaudita, la madre e’ abbandonata sul letto con le braccia allargate e subisce questa violenza, anzi, alza le gambe per facilitarla e singhiozza di piacere. Passano pochi secondi poi la donna sembra tornare su questa terra. –No, Roby, no! Sento la tua punta dura, ormai sei alla fine, non venirmi dentro, ti prego! Non scaricarti in fondo alla mia pancia, lo sai che non si può, tu sei mio figlio. Me lo hai promesso, tiralo fuori adesso! Ma lui non sembra darsene per inteso e lo vedo pompare sempre più forte. –Basta, Roby! Sai che lo voglio anch’io ma non devi, non dobbiamo! Tiralo fuori e vieni sul mio ventre, adesso, subito, prima che sia troppo tardi. Non venire dentro la mamma! Con un guizzo improvviso la madre afferra il ragazzo e lo solleva facendolo uscire dalla sua intimità, lui resta come sorpreso e paralizzato dal gesto. Ma lei gli prende il cazzo in mano e inizia a masturbarlo con rapidità puntandolo verso il suo pube, in pochi attimi vedo schizzi bianchi allagarle il ventre. Il ragazzo si contrae e spara tutta la sua sborra con spruzzi violenti che si infrangono sotto l’ombelico della madre mentre lei si agita in preda ad un orgasmo travolgente e con una mano si spalma il seme caldo addosso. Quando il flusso cessa entrambi crollano sul letto, da dove mi trovo godo di uno spettacolo incredibile. Vedo il cazzo del ragazzo ancora umido di piacere che si sta afflosciando e la figa della madre a fianco ancora completamente spalancata. Non riesco a staccare gli occhi da quella una vagina che mi sembra enorme, il pelo rado non nasconde nulla, le grandi labbra sono spalancate e vedo chiaramente il buco dilatato nel mezzo. Sotto l’ombelico ci sono chiazze di sperma biancastro che lei continua a spalmarsi addosso. Per un minuto la scena rimane immobile poi improvvisamente lui si alza di scatto e raccoglie i vestiti che ha scagliato a terra con l’intenzione di rivestirsi. La madre si e’ infilata di nuovo due o tre dita nella figa e riprende a masturbarsi, ho visto raramente una donna così in calore. Ormai anch’io sento le palle contratte e pronte a scaricare il seme, accidenti, sono all’aperto e con i calzoncini addosso, se sborro mi succede un casino. Appena lei si accorge che il figlio si e’ alzato la sento dire. –No, Roby, ti prego, ne ho ancora voglia. Bimbo mio, fai godere ancora la tua mamma, non lasciarmi in questo stato, ho bisogno ancora di te. Non essere crudele, ti prego! Ma lui ormai si e’ rivestito rapidamente e si sta avviando alla porta. –Smettila mamma, quando fai così mi sembri una troia, mi fai schifo quando ti comporti in questo modo. Rivestiti e smettila! Hai già goduto non so quante volte, ma non ne hai mai abbastanza! Non ne ho più voglia, copriti. –No, Roby, ti imploro, te lo ordino, vieni qui subito, rimettimelo dentro un attimo, non resisto! Non puoi lasciarmi così dopo aver fatto i tuoi comodi. Mi imploravi prima vero ? Adesso sono io che sto male ed ho bisogno di te. Vedrai che piacerà anche a te! Intanto si alza ed afferra il figlio che ormai si e’ infilato i calzoni, gli afferra il cazzo e lo trascina verso la sua bocca. Lui cerca di resistere ma evidentemente non ci riesce, le cade addosso a peso morto. Con una furia indiavolata lei lo sta già masturbando davanti alla sua bocca spalancata, l’asta comincia ad indurirsi di nuovo e intanto lei si rituffa tre dita nella figa e se la pompa con una foga incredibile. –Mamma, sei una vera vacca. Prima non vuoi poi non ti basta mai il cazzo, ma quanto ne vuoi! Ma come ha fatto il babbo a soddisfarti, chissà quanti cazzi ti sei presa alle sue spalle. Sei una vacca schifosa. Ormai però e’ di nuovo in preda all’eccitazione, la bocca della madre di tanto in tanto si chiude sulla punta della sua asta e la inumidisce, da come si contrae capisco che non resisterà ancora a lungo. –Vieni, dai vieni bimbo mio! Riempimi la bocca del tuo succo dolce, la mamma vorrebbe farti venire nella sua passera, ma non si sta bene. Adesso lasciati andare, io sto per godere ancora e voglio farlo con il tuo seme dolce in bocca. In effetti le sue gambe sono sempre più spalancate e la fessura mi sembra sempre più grande, ormai sotto le chiappe si e’ formata una macchia bagnata, io sono sempre più in preda all’eccitazione e non so cosa fare per alleviarla. Come previsto il ragazzo dura poco e schizza il suo piacere nella bocca spalancata della mamma. –Ecco, troia che non sei altro, bevi, spero che adesso nei avrai abbastanza!. Sei la peggior vacca che esista, il cazzo non ti basta mai, mi fai schifo quando fai così. Dai movimenti della gola vedo che sta ingoiando la sborra che le e’ entrata in bocca ma una buona parte le ha allagato il viso che e’ una maschera di lussuria indescrivibile. –Dai mamma, ripulisciti, non vedi che fai schifo e rivestiti! Così sembri proprio una puttana, anzi la sei davvero. Ti chiavo solo per svuotarmi i coglioni ma sei troppo vacca per essere la mia donna. Il papà ha proprio sposato una puttana da letto. –Roby, per favore, non trattarmi così, io lo faccio perché ti amo e perché sei il mio bimbo. Non trattarmi così, ti imploro. Io sono sempre stata fedele al babbo, ti giuro. Non essere ingiusto. Tu, piuttosto, ti fai eccitare dalla tua ragazzina e poi vieni a sfogarti dalla mamma, anche questo non e’ giusto. Ma io lo faccio volentieri perché sei il mio bimbo e ti amo tanto. –Non raccontare balle, mamma. Tu non resisti quando vedi un cazzo, devi essere sincera. E non ti basta mai. Poi lascia stare la mia ragazza, lei e’ troppo giovane per queste cose e poi non e’ troia come te. Lasciami tornare da lei adesso, mi sta aspettando. Esce dalla stanza e io faccio appena in tempo a togliermi dalla finestra che lui esce in terrazza e salta sullo scooter dandomi solo un’occhiata distratta. Appena si e’ allontanato guardo di nuovo dalla fessura delle imposte e vedo la madre che e’ sempre distesa sul letto con le gambe spalancate, mi sembra che stia singhiozzando. Non riesco a commuovermi, ho l’asta durissima in mano e le palle contratte dall’eccitazione mi fanno male. Non riesco a staccare gli occhi da quella figa ancora spalancata che ho davanti agli occhi, quando la vedo alzarsi mi ritiro di scatto e rientro nel mio appartamento dove posso finalmente abbassarmi i calzoni e affrontare il problema che mi assilla ormai in modo insopportabile. Resto in piedi e mi bastano poche carezze per scaricare la tensione con una sborrata bollente nel lavandino. Resto come paralizzato, non mi va di masturbarmi ma l’ho fatto d’istinto, non potevo resistere un secondo in più. Ritorno in terrazza ma ormai e’ inutile che cerchi di concentrarmi sul lavoro, mi accendo una sigaretta cercando di rilassarmi in poltrona guardando il panorama. Improvvisamente esce la madre che mi guarda sorpresa. Ha l’accappatoio addosso e della biancheria in mano da stendere. A prima vista sembra una signora come tante, non molto alta, grassottella, con un aspetto da buona madre di famiglia. Insomma come se ne incontrano tutti i giorni al supermercato. Io la anticipo. –Salve, io sono il vostro nuovo vicino. Mi chiamo Gabriele. La vedo ancora più perplessa ma fa buon viso, sicuramente si e’ resa conto che se io ero fuori in terrazza da dove dovrei aver sentito tutto quello che e’ successo tra lei ed il figlio. Mi risponde cauta. –Salve, io sono Alda e sono qui con mio marito e mio figlio, non immaginavo che la sua unità fosse occupata, magari l’abbiamo disturbata io e mio figlio. –No, non si preoccupi, nessun disturbo. E poi io ho dovuto disfare i bagagli nella mia stanza, ho visto suo marito uscire per andare in spiaggia. Non sembra convinta comunque sta al gioco. –Sa com’e’, con i figli c’e’ sempre da discutere, il mio poi e’ molto ribelle e devo sempre sgridarlo per farlo obbedire. E’ così difficile fare i genitori oggi. –E’ normale che sia così, anch’io sono stato un figlio poco arrendevole. Ma il suo mi sembra un bel ragazzo e vedrà che metterà anche lui presto la testa a posto, dia tempo al tempo. Mentre ci scambiamo queste ovvietà io la osservo, ho ancora una voglia pazzesca di scoparla ma cerco di non darlo a vedere. Lei si accorge delle mie attenzioni e mi sembra quasi che arrossisca di fronte al mio sguardo indagatore, si stringe addosso l’accappatoio con il solo risultato di mostrarmi le sue rotondità in modo ancora più evidente. E’ evidentemente a disagio ed io anche, con lei presente la mia verga si e’ rizzata di nuovo tendendo i calzoncini leggeri, non vorrei dover ripetere l’operazione di qualche minuto fà. Taglio corto e vado a cambiarmi per raggiungere i miei amici, spero di riuscire a distrarmi dal fuoco che mi sento bruciare nel basso ventre. La moto e l’aria fresca contribuiscono a calmarmi un poco e quando incontro Antonio con famiglia sono quasi rientrato nella normalità. Facciamo due passi sino all’ora di cena, il ristorante scelto non tradisce le aspettative e devo dire che davvero mi trovo molto bene all’Elba ed in compagnia dei mie amici. Mentre ceniamo cerco di indagare sui miei vicini, così senza mostrare troppo interesse. Silvia, la moglie di Antonio li conosce bene perché li incontra nel residence da diversi anni. –E’ una brava famiglia molto unita e riservata, il marito e’ a volte un po’ scontroso ma la signora Alda e’ davvero cordiale e gentile. Stanno quasi sempre per loro conto ma ci si incontra sulla spiaggia tutti i giorni. Il loro ragazzo piuttosto e’ molto amico di Gianna. Così dicendo lancia uno sguardo complice alla figlia che abbassa il viso un attimo. Io cerco di stare allo scherzo e raccolgo la provocazione. –Guarda Gianna che e’ davvero un bel ragazzo, mi sembra anche sveglio per la sua età. La ragazza prende coraggio e risponde sulla difensiva. –Si, siamo amici perché ci vediamo tutti gli anni in vacanza. Questa volta però con la moto non e’ mai fermo, l’ho visto solo un momento in spiaggia oggi poi e’ scappato per tornare poco dopo. Sembra che non riesca a fermarsi in un posto per più di pochi minuti. –I ragazzi sono così, non preoccuparti. Appena hanno un giocattolo nuovo non riescono a stargli lontano. Vedrai che tra qualche giorno si stuferà anche della moto e si calmerà. Ero così anch’io alla sua età. Comunque, a parte altri particolari senza importanza, sembra che i miei vicini siano il prototipo della famiglia perfetta. Onestamente non saprei che cosa obiettare e mi guardo bene dal far trapelare i miei pensieri. Lascio cadere il discorso e ci godiamo la serata insieme. Rientriamo che ormai e’ quasi mezzanotte ed i miei vicini sono già addormentati o almeno nessuna luce filtra dalle loro finestre. Mi infilo a letto ma passo una notte agitata, mi ritorna in mente lo spettacolo al quale ho assistito nel pomeriggio e non riesco a calmare l’eccitazione, ho il cazzo in tiro e non voglio masturbarmi di nuovo! Accidenti a me e a quando ho deciso di rintanarmi qui senza una donna, avrei proprio bisogno di scaricare la mia tensione con una bella scopata. Accidenti a me! Il guaio e’ che non vedo prospettive, in questo posto ci sono solo famiglie e riuscire a combinare qualche cosa in breve tempo mi sembra un’impresa impossibile…..
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