Al mattino mi alzo presto e vado in spiaggia a fare colazione nel bar, poi mi godo lo spettacolo del mare prima che si affolli di bagnanti.. Osservo quelli che cominciano ad arrivare e mi sento sempre più sconfortato, donne appetitose ce ne sono tante ma tutte con marito e figli al seguito, in fondo era quello che volevo ma adesso mi pesa non poco. Arrivano i miei amici e poco più tardi i miei vicini. Io li saluto e la signora mi risponde con gli occhi bassi, davvero una donna timida e discreta. Io resto al bar e man mano che la spiaggia si riempie mi sento sempre più a disagio, non solo le ragazze giovani ma anche le signore più attempate non usano il top, e’ un tripudio di tette al sole da far perdere la vista. Anche i tanga non mancano ed io sento il mio problema agitarsi sempre di più in mezzo alle mie gambe. Saluto tutti, torno al residence e parto per un giro con la moto, cerco di distrarmi un po’. Verso le quattro mi sento meglio, ho pranzato leggero lungo la strada e decido di rientrare. Il residence e’ anche oggi avvolto nel silenzio, mi sembra che i miei vicini non siano in casa, la cosa mi rallegra anche se onestamente preferirei il contrario, continuo ad avere davanti agli occhi quel figone spalancato e non riesco a togliermelo dalla testa. Mi dedico al lavoro e dopo un’oretta li vedo ritornare senza il ragazzo, io li saluto ma rimango concentrato sul computer. Il marito esce dopo poco con una canna da pesca in mano, gli auguro buona fortuna ed lui mi risponde con un gesto scherzoso, la signora rimane chiusa in casa e non si mostra in terrazza che per qualche attimo. Meglio così, mi dico. Saranno passati dieci minuti che sento arrivare lo scooter del figlio, arriva, lo parcheggia sulla strada e si precipita dentro. A questo punto tutta la mia buona volontà viene meno e tendo le orecchie a più non posso per cogliere tutti i rumori che mi arrivano da dietro. All’inizio devono essere in cucina perché sento solo monconi di frasi, il tono e’ comunque concitato, poi di colpo devono essersi spostati in camera da letto perché riesco a comprendere quasi ogni parola. — No, Roby, ti dico di no! Ieri mi hai trattata male e ho deciso che non deve succedere più ! Torna dalla tua ragazzina e lascia stare tua madre ! Non si tratta così la mamma. Con la coda dell’occhio sbircio la finestra e le persiane sono poco accostate, non oso avvicinarmi per non farmi scoprire, l’eccitazione mi stà prendendo alla gola e la verga mi tende il tessuto leggero dei calzoncini. Il ragazzo non risponde ma sento come ieri rumori di lotta e poi un tonfo sul letto. — No, ti prego, smettila, non fare così. C’e’ gente fuori e possono sentirci, ti prego, stai fermo ! Lui continua a non rispondere e dopo poco i rumori che mi arrivano sono inequivocabili, Roby sta scopando sua madre con violenza, non ho bisogno di vedere per capirlo anche perché sento i sospiri ed i gemiti di piacere di lei . E’ davvero un ragazzaccio, deve essersi eccitato con Silvia ed e’ corso a casa per sfogarsi con sua madre, non l’ha nemmeno degnata di una parola, sbattuta sul letto e infilata. I gemiti ormai sono inequivocabili e la mia voglia di scopare e’ ritornata irresistibile. — Ah, bimbo mio, tiralo fuori, non venirmi dentro, so che ormai sei pronto, ti imploro. — Si, amore mio, così, bagnami la pancia, come sei caldo. Solo la tua mamma può farti così felice. Lasciati andare, coprimi tutta del tuo succo. E’ incredibile, il figlio non ha ancora detto una parola, doveva essere al massimo dell’eccitazione perché e’ venuto in pochi minuti, anch’io non sono poi messo tanto meglio sinceramente. — No, non scappare così, anch’io ho bisogno delle tue coccole. Non mi lasciare così, sono la tua mamma. La tua fidanzata può aspettare, ti prego, fai godere anche me. Non lasciarmi in questo stato ! Sento la porta della camera sbattere e dopo un secondo Roby esce come una furia, mi lancia un’occhiata sorpresa, salta sullo scooter e si allontana a tutto gas. In tutto saranno passati dieci minuti da quando e’ arrivato. Adesso tutto e’ silenzio ed io rimango seduto ad accarezzarmi l’asta congestionata, accidenti, credevo di essere venuto al mare per rilassarmi, invece eccomi qui eccitato come un toro e senza prospettive. Il silenzio e’ sempre totale, mi alzo e cerco di sbirciare tra le imposte accostate, lei e’ rimasta distesa sul letto, le gambe larghe e la fessura spalancata, si sta masturbando con due o tre dita dentro. Preso dallo spettacolo mi sono avvicinato troppo e infatti lei deve aver visto la mia ombra, alza il viso, guarda nella mia direzione e mi fa cenno di raggiungerla. Non ho dubbi ma mi rimane un barlume di lucidità, finche’ mi limito a sbirciare va tutto bene ma entrare in casa d’altri mi sembra di andare a caccia di guai. Rimango un attimo indeciso ma lei mi rinnova l’invito ed a questo punto ogni ragionevolezza mi abbandona, con un balzo arrivo alla porta accostata, la spingo ed entro. A destra c’e’ la camera e mi ci precipito con il cuore che batte a tutto spiano. Alda e’ distesa sul letto a gambe spalancate e con l’accappatoio completamente aperto, tre dita infilate nella figa e gli occhi chiusi. Mi sfilo i calzoncini e senza pensarci un momento le monto sopra schiacciandola con il mio peso. Lei mi abbraccia e mi fa scivolare tra le sue cosce. — Si, ecco il mio bambino che e’ tornato, non potevi lasciare la tua mamma in questo stato. Ne ho tanto bisogno lo senti? Infilalo dentro, ti prego. Sono troppo eccitato per rendermi conto della situazione assurda nella quale mi sono cacciato, lei allunga una mano e mi guida l’asta durissima verso il suo buco bollente, mi ci infilo di colpo. La sento gemere di piacere. — Come e’ grande e forte il mio ragazzo, dai, spingi forte, la tua mamma non resiste più. Falla godere, sii buono. Io sono di dimensioni piuttosto abbondanti ma raramente ho trovato una figa così larga e profonda, mi sembra di affondare in un panetto di burro bollente. Sento le contrazioni massaggiarmi ma mi sembra di non raggiungerne mai il fondo, incredibile. Lei mi schiaccia le chiappe con le gambe imprigionandomi completamente ed intanto inizia a muovere il culo, sento l’utero sbattermi contro la punta e la sensazione e’ stupenda. Prendo l’iniziativa e comincio a pomparla con tutte le mie forze, la signora ha una vagina enorme e dilatata, faccio fatica a sentirla ma sono troppo carico e continuo a sbatterla con violenza. — Si, ancora così! Come sei forte, devi averne una voglia terribile, ma che cosa ti ha fatto la tua ragazzina, dai godi nella tua mamma, lei sola può farti felice completamente. Non trattenerti, scarica tutta la tua voglia nella mia pancia. Sto per godere anch’io. Accidenti, allora ha capito che non sono suo figlio, in effetti e’ difficile confonderci, sta proseguendo il suo gioco erotico ma si e’ resa conto di avere dentro un cazzo diverso da quello del suo ragazzo, mi sta implorando di venirle dentro.. Sembra che la figa sia stia allargando sempre di più, fatico a sentirla nonostante i miei colpi violenti, e’ così dilatata che mi sembra di nuotarci dentro. Anche se sono eccitatissimo fatico a raggiungere l’orgasmo subito e continuo a sbatterla senza pietà finche’ la sento venire con un urlo che soffoco mettendole la lingua in bocca. Appena si libera mi sussurra ansimando. — Roby, non mi hai mai fatto godere così, ma che cosa ti e’ successo, continua a pompare la tua mamma che adesso ti permette di riempirla con il tuo seme. Vai sino in fondo e vienimi dentro quando vuoi, la tua mamma non vede l’ora. Io non smetto di darle botte che le fanno tremare le tette abbondanti, mi sento come indiavolato, ho le palle che le sbattono contro il suo culo quando mi infilo sino alla radice e lei continua a tenermi imprigionato con le gambe dietro le mie chiappe, Non so per quanto tempo continuo ma quando la sento venire di nuovo anch’io sono alla fine, mi conficco a fondo e comincio ad allagarle la figa con una possente sborrata. — Si, così ti voglio sentire! Sento che stai godendo dentro di me, amore mio, come e’ bello sentire il tuo sperma bollente contro il mio utero. Dammene ancora, svuota tutte le palle d’oro dentro la mamma, non trattenerti. Non me lo faccio ripetere e sparo tutto il mio seme dentro di lei, adesso l’allagamento e’ totale ma io resto conficcato dentro e faccio da tappo. Dopo un minuto estraggo la mia verga e dal buco dilatato esce una cascata di umori biancastri, io la guardo come affascinato. Mentre indugio un attimo lei si alza e si infila il mio cazzo in bocca, lo succhia e lo ripulisce alla perfezione, non ho ancora perso completamente l’erezione ma adesso mi rendo finalmente conto della situazione pericolosa nella quale mi trovo. Mentre lei si lascia di nuovo cadere sul letto io recupero i miei calzoni ed in un attimo raggiungo la porta, sbircio fuori e tutto e’ tranquillo, allora esco e riguadagno il mio appartamento. Spero che nessuno abbia visto la mia manovra, accidenti, finirò col cacciarmi nei guai di questo passo. Comunque sto meglio, le palle scaricate mi fanno sentire leggero, veramente non ne potevo più, ho corso un bel rischio e sono il tipo di cose che non mi entusiasmano, ma ho perso la testa. Mi caccio sotto la doccia e subito dopo mi sento meglio, esco nel terrazzo e tutto sembra immobile e silenzioso anche la mia vicina non mostra segno di vita. Salto sulla moto e vado in spiaggia, ho bisogno di vedere gente. Infatti trovo tutti distesi al sole, i miei amici mi accolgono con piacere e ce ne andiamo al bar insieme. Roby sta uscendo in pattino con la loro figlia, sono davvero giovani e belli anche se la ragazzina sembra una bambina nel suo costumino ridottissimo. Dopo essermi sfogato sono molto più rilassato e riesco a guardare le donne in modo normale, meno male. Silvia, la moglie di Antonio, sta andando verso la quarantina ma l’abbronzatura le dona molto, e’ ancora una bella donna, per venire al bar si e’ infilata il top del costume ma so che ha due belle poppe piene e i capezzoli circondati aureole scure e larghe. Cerco di non fare l’assatanato e scherziamo sino al ritorno dei ragazzi poi ci avviamo verso il residence, mi hanno invitato a cena da loro verso le otto, bene, ci sto bene con loro. I miei vicini sono in terrazza, io scambio con il marito alcune frasi poi vado a prepararmi per la serata, la moglie si fa vedere solo per pochi attimi e abbassa lo sguardo in mia presenza, io non vedo l’ora di defilarmi. Mi preparo per la cena e quando esco loro sono tutti a tavola, meglio così. Quando siamo quasi alla fine della cena Roby arriva in scooter a prendere Gianna, capisco che lei non vedeva l’ora e se ne vanno insieme verso la spiaggia dove c’e’ una specie di discoteca all’aperto. Me ne vado a mezzanotte ed i ragazzi non sono ancora tornati, l’appartamento vicino al mio e’ silenzioso e buio, evidentemente stanno dormendo anche se passando mi sembra di sentire rumori nella camera da letto. Ormai sono troppo sensibile, certamente mi sono sbagliato La notte trascorre più tranquilla della precedente, al mattino c’e’ un sole stupendo già alto sul mare e mi preparo la colazione in terrazza. Quando sto per terminare la famiglia dei miei vicini esce al completo, mi saluta e scende verso la spiaggia, io mi attardo e penso di riprendere il mio lavoro, non sono ancora riuscito a combinare nulla da quando sono arrivato. Il sole all’aperto però mi disturba così mi attrezzo nella penombra del soggiorno e mi concentro sul lavoro. Saranno ormai le dieci o poco più quando sento il rumore dello scooter di Roby, ormai lo conosco bene, che si ferma davanti a casa. Sbircio dalla finestra e vedo che non e’ solo, c’e’ Gianna con lui che sta scendendo dal sellino. Lui la prende per mano ed insieme entrano in casa. Accidenti, il ragazzino e’ indiavolato, approfittando del fatto che tutti sono al mare si e’ portato la fidanzata in casa, ma bravo! Mi sta diventando sempre più simpatico, farà della strada il ragazzo! Sento chiudere la porta d’ingresso poi più nulla, credo che i genitori arriveranno tra un paio d’ore quindi il piano e’ stato congegnato bene, il residence e’ deserto, forse io sono il solo rimasto. Sorrido tra di me e riprendo ad occuparmi degli affari miei. Ma sono curioso, terribilmente curioso ed il pensiero dei due ragazzi nella stanza accanto non mi da tregua, mi alzo e furtivamente esco in terrazza avvicinandomi alla finestra con precauzione. Dai rumori ovattati che mi arrivano capisco di non essermi sbagliato, si sono precipitati a letto, potenza della gioventù! Cerco di vedere cosa stanno facendo con molta cautela, dalla fessura li vedo distesi che si baciano e si accarezzano senza badare la mondo che li circonda. Gianna ha soltanto una maglietta che le copre la parte superiore del costume, e’ giovane con due gambe fresche e guizzanti da fare voglia. Roby ha ancora i calzoncini e si sta strofinando su di lei mentre non smette di baciarla sulla bocca, sono abbracciati e persi uno nelle braccia dell’altro, non posso fare a meno di sorridere. Lentamente però la maglietta si e’ sollevata e sotto intravedo il top del costume che lui cerca di togliere, lei si oppone ma sempre più debolmente ed infine il pezzetto di stoffa finisce a terra. Quando Roby si solleva riesco a vedere due tettine acerbe e piccole con capezzoli minuti ma e’ solo un attimo perché subito sono di nuovo avvinghiati, lui sta trafficando con i suoi calzoncini e presto anche loro vanno a fare compagnia al reggiseno. Vedo il suo culo bianco e immagino che abbia il cazzo duro contro la pancia di Gianna che continua a baciarlo con passione. Ma non si dà per vinto, si sta strusciando contro le mutandine di lei e giurerei che lo abbia infilato tra le sue gambe contro la fighettina ancora protetta dal tessuto del costume. Ormai non riesco più a distogliere lo sguardo, accidenti, non mi ero mai scoperto così guardone, sarà l’età mi dico e comunque non abbandono lo spettacolo. Lui sta decisamente strofinando il cazzo tra la gambe di Gianna con movimenti sempre più frenetici, ad un certo punto allunga una mano e tenta di abbassarle ma lei lo blocca con decisione. — No, Roby, mi avevi promesso che saresti stato buono, sai che sono vergine e non voglio che combiniamo guai. Lascia stare, ti prego, non mi sento pronta ancora. Lui smette per un poco ma poi ritorna alla carica, deve essere ormai al colmo dell’eccitazione ed io lo capisco perfettamente. Lei puntualmente lo ferma e cerca di divincolarsi dalla sua presa. — No, adesso basta, non riesci a stare buono e allora e’ meglio smettere. Io ti voglio bene ma non voglio che tu ti approfitti di me. Basta, torniamo in spiaggia ! Roby sembra tornare alla realtà, si solleva e adesso si vede benissimo che il cazzo duro e dritto puntato verso il ventre della ragazzina, lei lo guarda incuriosita e poi cerca di recuperare la maglietta da terra. — Ti prego, Gianna, vedi come ti voglio, sei la ragazza più bella che abbia mai visto e ti amo. Non resisto quando sono con te, vedi in che stato mi riduci. Per favore, se mi vuoi bene, non puoi lasciarmi in questo stato. Lei ormai si e’ rivestita in un attimo anche se ha ancora tutte le gambe nude mentre lui si e’ ancora disteso sul letto con il cazzo dritto rivolto verso l’alto. — No, non sono una donnaccia, andiamo, i miei mi staranno aspettando, andiamo, dai! Lui le afferra una mano e se la avvolge intorno alla verga, lei cerca di sottrarsi ma non ci riesce, rimane in piedi con il braccio allungato. — Tu non sei una donnaccia ed io ho bisogno di te, ti prego lascia che ti insegni come alleviare la voglia che mi hai messo addosso. Se sei la mia ragazza non puoi abbandonarmi così. Se mi ami devi aiutarmi. Intanto sta guidando la sua mano avvolta intorno all’asta in su’ ed in giu’, lei sembra meno contrariata ora, deve essere una esperienza nuova ed un misto di libidine e curiosità la tiene inchiodata al suo posto. Quando Roby le lascia il braccio lei continua a masturbarlo con gli occhi fissi sulla verga paonazza. — Si, Gianna, amore mio, così, continua così, non smettere ! Mi piace, non smettere. Si, così ! Continua ! Lei sembra prenderci gusto anche se capisco che le manca l’esperienza, in ogni caso Roby e’ troppo eccitato e dopo qualche minuto si inarca e comincia ad eiaculare lunghi getti di sperma bianco in aria. Alcuni raggiungono la maglietta di Gianna che sembra ipnotizzata dallo spettacolo e non smette di menare il cazzo dritto anche quando la cascata si e’ esaurita, e’ lui che le deve fermare la mano. Lei si rende conto di avere tutta la mano e la maglietta coperta si sborra bianca e corre in bagno a ripulirsi, lui si alza lentamente e la raggiunge con i calzoni in mano. Io ritorno nella mia stanza e di nuovo la terrazza e’ deserta e silenziosa, li sento uscire furtivamente e ripartire con lo scooter. Anche oggi, accidenti, non sono riuscito a combinare nulla col lavoro, in più mi ritrovo di nuovo con il cazzo duro nei calzoni. A pensare che doveva essere una vacanza rilassante e fuori dal mondo, accidenti. Non mi va di masturbarmi di nuovo, esco e mi dirigo a piedi verso la spiaggia, devo stare attento perché l’asta nei calzoncini leggeri si vede, eccome se si vede. Mi avvolgo l’asciugamano sui fianchi e mi sento un po’ più decente. Quando arrivo vado a salutare i miei amici che sono distesi al sole, Silvia ha le sue stupende tette fuori e questo non mi aiuta niente nello stato in cui mi ritrovo. Chiacchiero con Antonio del più e del meno mentre cerco con lo sguardo i miei vicini che sono a poca distanza, la signora si sta abbronzando con la schiena verso l’alto, non vedo il seno ma devo dire che ha un culo pieno e tondo davvero appetitoso. Mi si sta rizzando di nuovo l’attrezzo e mi copro come posso con l’asciugamano, direi che la mia vicina mi osserva con insistenza, deve aver capito il motivo della mia manovra. La spiaggia non riesce a rilassarmi, meglio tornarmene nel fresco e nella tranquillità del residence. Saluto tutti e mi avvio verso casa, saranno ormai le cinque ma il sole e’ ancora forte. Mi sistemo di nuovo in terrazza, senza donne in vista spero di calmarmi, non ci riesco del tutto ma va meglio. Sarà passata una mezzora e vedo arrivare la mia vicina da sola, ci salutiamo e lei mi dice che non sopportava più il caldo della spiaggia, meglio l’ombra tra gli alberi. Non posso che essere dello stesso parere e lei rapidamente si infila in casa mentre io resto disteso nel terrazzo. Dopo poco però esce, si e’ cambiata ed ha addosso l’accappatoio, deve aver fatto una doccia, mi sorride e si avvicina con fare furtivo. — Mi scusa se le faccio una domanda indiscreta, posso? — Chieda pure e le risponderò con sincerità — Mi sono ritrovata tutta la casa in disordine, per caso non ha visto se mio figlio e’ rientrato mentre io e suo padre eravamo in spiaggia? Non posso mentire ed in fondo non trovo niente di male in quello che ha fatto Roby. — Credo di si, prima di scendere ho sentito il suo scooter fermarsi qui davanti, sono sicuro che fosse il suo. Ha combinato qualche guaio? — Nessun guaio ma ho la camera da letto che sembra un campo di battaglia, niente di male, solo volevo capire chi era stato. I ragazzi sono terribili, mai che rimettano in ordine le cose, sono egoisti e disordinati, tanto sanno che ci pensa la mamma sistemare tutto. — Ha ragione, beata gioventù, eravamo così anche noi quindi non vale la pena di prendersela. Intanto, non se casualmente, l’accappatoio si e’ aperto leggermente e direi che sotto non ha niente altro, intravedo il pelo rado che ormai conosco bene e parte dei seni. La cosa finisce per mandarmi subito fuori di testa e si vede chiaramente dalla bozza nei calzoncini leggeri che non riescono a contenere la mia erezione. I miei occhi percorrono il corpo della mia vicina in modo inequivocabile e lei non fa nulla per impedirmelo anzi sembra fare di tutto per favorirmi. Non resisto più, senza distogliere gli occhi dal suo corpo le chiedo. — Io sono in questo residence per la prima volta e mi trovo bene, lei ha idea se tutti gli appartamenti sono uguali o sono disposti diversamente? Direi che si sta passando la lingua tra le labbra e mi risponde con voce roca e bassa. — Non so, noi siamo sempre stati in questo, mi piacerebbe vederne un altro tanto per capire se ci sono differenze. Senza pensarci un momento mi alzo e le dico guardandola fissa. — Venga a vedere il mio allora così mi saprà dire. Le faccio strada e lei entra rapidamente dopo di me, c’e’ il disordine tipico dello scapolo ma sono arrivato da poco e potrebbe andare peggio. Si aggira incuriosita e poi si siede sul letto come per saggiarne la morbidezza. — Direi che si assomigliano molto, anzi sono identici, anche l’arredamento e’ uguale al mio. Sedendosi l’accappatoio si e’ definitivamente aperto sulle gambe, in mezzo alle sue cosce semiaperte mi appare la figa enorme che conosco bene. Non apro bocca, mi metto di fronte a lei e lentamente abbasso i calzoni, la mia verga esce dura e con la punta lucida e paonazza scoperta. Faccio un altro passo avanti e gliela appoggio sulle labbra, immediatamente la bocca si apre ed ingoia golosamente tutto quanto riesce. Devo dire che ci sa fare, mi lavora la punta con la lingua, la succhia e accarezza con le mani la parte che non riesce a contenere. Vedo le tette che si alzano ritmicamente, deve averne una voglia pazzesca, pari solo alla mia. Per qualche minuto mi godo il bocchino, mi accorgo che lei si e’ infilata una mano tra le gambe e si sta accarezzandosi la fessura ed il bottoncino duro. Spingendo con la verga la costringo a coricarsi sul letto, mi sfilo dalla bocca e le punto la figa che mi sembra già bagnata e dilatata. Mi fa entrare con un sospiro, sembrava che non aspettasse altro, io comincio a pomparla con violenza ma di nuovo mi ritrovo in un tunnel bagnato ed enorme, fatico a sentirla, mi sembra di avere un cazzetto da neonato. I suoi gemiti e come muove il culo mi dicono che sta venendo e questo non fa che peggiorare le cose, questa donna ha una caverna al posto della figa, accidenti, a me piacciono strette! E poi si bagna come una fontana peggiorando ulteriormente le cose. Per cercare di sentirla di più le sollevo con le mani il culo e mi conficco sempre più profondamente, la cosa non migliora, anzi. Allora con un dito le cerco il buco del culo, e’ fradicio dagli umori che stanno colando dalla vagina, lo infilo e lo sento molto stretto. — No, ti prego, non l’ho mai fatto da dietro, non farmi male. Mio marito non ha mai voluto. Non le rispondo ma ormai la voglia di incularla e’ troppo forte, ho bisogno di un buco stretto per godere, accidenti! La faccio girare e provo ad infilarla alla pecorina, un po’ meglio ma non ci siamo proprio, ma da chi si e’ fatta scopare, da un toro? Sono sicuro che però non c’entra, le dimensioni sono un fatto genetico, non dipendono dalle esperienze fatte, altrimenti…. Intanto che lei continua a gemere e agitarsi incitandomi a spingere sempre più forte io afferro il tubetto della crema solare che ho sul comodino e comincio a spalmarle il buchetto posteriore. — No, no, per favore, non voglio. Non voglio che mi fai male, non farlo, ti prego! Ma non ha la forza di reagire, e’ completamente presa dagli orgasmi che la tolgono ogni volontà. Estraggo il cazzo tutto fradicio, lo spalmo di crema e lo dirigo verso il suo culo. Accidenti se e’ stretto, ma ormai nulla mi può fermare, spingo sempre più forte e lentamente la punta riesce ad entrare. — Basta, ti prego. Mi fa troppo male ! Non farlo, così mi uccidi . Non voglio così ! Fermati, ti prego ! Con la mano libera le masturbo la figa così riprende ad agitarsi e le sue lamentele si spengono lentamente. Io aspetto un attimo per farla abituare alle mie dimensioni poi affondo e finalmente mi sento avvolto in buco stretto che mi fa godere come dico io. Ormai non si lamenta più che tanto, io cerco di essere delicato ma lei risponde con decisione alle mie spinte così mi lascio andare e la inculo senza ritegno. — Mi piace, mi piace. Non sapevo che fosse così bello, dai spingi, rompimi il culo. Come mi piace! E’ proprio una vacca da monta, non mi era mai capitato di sverginare un culo e sentire la donna godere immediatamente. Meno male. Continuo a lavorarle il culo con colpi secchi e profondi, l’effetto però si fa sentire e presto mi ritrovo con la sborra che preme tra i coglioni. Se ne deve essere accorta perché moltiplica i gemiti e agita le chiappe sempre più freneticamente.. — Si, voglio che mi riempi il culo, e’ troppo bello. Vorrei un altro cazzo nella figa per essere felice. Sborrami dentro, vai ! E’ la prima volta, mi piace troppo ! Io mi lascio andare e scarico tutto la mia crema nel suo intestino, intanto con due dita piantate nella figa mi accarezzo la verga che sta pulsando nel retto. Lei e’ in estasi e non smette di agitarsi. Lentamente estraggo la verga e la vedo macchiata di sangue, accidenti le ho proprio rotto lo sfintere, comunque non le dico niente anche perché lei rimane immobile distesa sul letto con le sue chiappe aperte verso l’alto.. Secondo me le brucerà per qualche giorno ma non sembra preoccupata, io nemmeno. Rimane qualche minuto bocconi sul letto ansimando poi si alza e si avvolge nell’accappatoio. — Devo scappare, mio marito potrebbe tornare da un momento all’altro e devo anche riordinare la casa. Quando cammina si vede benissimo che il bruciore al culo e’ fortissimo ma non si lamenta, si muove a passettini tenendo le gambe chiuse, uno spettacolo buffo. Raggiunge la porta e dopo aver dato uno sguardo fuori, ritorna nel suo appartamento. Tutto sembra tranquillo come prima all’esterno e direi che anch’io sono mi finalmente rilassato. Mi lavo con cura e mi distendo di nuovo sul lettino all’ombra, credo di essermi anche addormentato perché sento arrivare improvvisamente i miei amici insieme al marito. Un saluto rapido e lui entra in casa, io mi accordo per la serata con Antonio e Silvia, i ragazzi arriveranno tra poco, così hanno detto.
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