Mi distendo di nuovo e non posso fare a meno di riflettere sui miei vicini, il marito e’ davvero scontroso, gentile ma concede poca confidenza e la cosa non mi disturba certo. La moglie invece e’ davvero sorprendente, sotto un’aria da timida e discreta madre di famiglia si nasconde una ninfomane scatenata, ha ragione suo figlio quando le dice che non ne ha mai abbastanza . Le dimensioni poi della sua vagina sono davvero smisurate, sia all’esterno che all’interno, mi e’ capitato raramente di infilarmi in una caverna così grande meno male che ho trovato una seconda via perché sinceramente la cosa non mi soddisfava del tutto. Eppure sembra avere orgasmi continui ed intensi, strano perché mi era già capitata una ninfomane che però non riusciva mai a godere nemmeno dopo due ore di monta da parte mia e di suo marito. Invece Alda, così mi sembra che si chiami, gode con una intensità incredibile, anche troppo per i miei gusti perché si bagna e si dilata sempre di più. Il ragazzo ha solo un pensiero fisso in testa, deve aver preso dalla madre, si eccita con la fidanzatina e poi corre a sfogarsi con la madre che sinceramente mi sembra gradire le attenzioni, gioca a fare la restia ma poi…. . Non vuole però che il figlio le venga dentro, non so perché insista su questo fatto, misteri della psiche femminile, forse ritiene che questo non si debba fare tra madre e figlio. Davvero difficile da capire. Eppure mi ha fatto venire in fondo alla sua profonda caverna sin dalla prima volta, continuo a faticare a capirla ma a me va benissimo. Mi e’ piaciuto molto aprirle la porta posteriore, era davvero vergine e nonostante la crema solare devo averle fatto un male terribile, l’ho visto da come camminava dopo, ma sembra che abbia molto gradito, meglio così. Immerso nelle mie riflessioni non mi sono accorto del tempo che e’ passato, mi riporta alla realtà il rumore dello scooter di Roby che ritorna con Gianna abbracciata alla sua schiena, la ragazzina e’ davvero un fiore, devo ammetterlo anche se le minorenni non sono il mio genere, io preferisco nettamente le madri ma una cosa bella non mi lascia indifferente. Mi preparo e raggiungo Antonio, salgo in macchina con loro e andiamo insieme al ristorante. Silvia e’ particolarmente carina, non l’ho mai considerata altro che come la moglie di un caro amico e lei non mi ha mai fatto capire che tra di noi potrebbe esserci qualche cosa di differente. Il mare, il sole e la vacanza cambiano l’atteggiamento delle donne, diventano più morbide, più languide ed i vestiti leggeri accentuano la femminità. Bene, devo ammettere che Silvia e’ davvero una gran femmina ma io mi comporto da buon amico e basta, non mi va di fare lo stupido con la moglie di Giovanni, a meno di essere provocato ma non mi sembra questo il caso. Cerco di pensare ad altro e la serata trascorre in allegria, mi sento bene dopo il relax del pomeriggio, comincio davvero a godermi la vacanza. La notte e’ più tranquilla, dormo come un sasso sino alle nove di mattina, mi alzo malvolentieri, mi infilo sotto la doccia e poi mi trascino al bar per la colazione cercando di svegliarmi. I tavolini sono quasi deserti, ormai la gente e’ già partita per la spiaggia. Poco dopo anch’io scendo in riva al mare, Giovanni e sua moglie sono distesi al sole e cerco di non disturbarli. Silvia sfoggia un paio di tette che mi turbano la vista, per quanto cerchi di guardare da altre parti il risultato non cambia. Con una scusa mi sposto al bar, e affondo la testa nel giornale, meglio così. Comunque la vita di spiaggia mi annoia ed alle undici comincia a fare caldo così ritorno nella mia terrazza ombreggiata e cerco per l’ennesima volta di combinare qualche cosa col lavoro. Mi sento proprio bene, il panorama stupendo davanti, ombra fresca e silenzio. Roby ha lasciato lo scooter parcheggiato in strada, strano perché non lo abbandona mai un momento. Infatti dopo pochi minuto lo vedo uscire insieme a Gianna con fare furtivo, io li saluto con un sorriso e loro scappano a tutto gas come ladri in fuga. Non mi ero accorto che erano in casa, probabilmente sono arrivato quando ormai si stavano riposando, i due ragazzi mi sono simpatici con quell’aria clandestina e sempre in cerca di intimità. Vista l’intraprendenza di lui non scommetterei un soldo sul fatto che Gianna torni da questa vacanza ancora vergine, mi scappa un sorriso mentre faccio queste riflessioni. Vado al ristorante per una insalata e poi decido di farmi una pennichella pomeridiana. I miei vicini sono tornati e mi sembra che siano a tavola, mi addormento in pochi minuti. Quando mi sveglio salto in sella alla moto e passo un paio d’ore gironzolando per le strade dell’Elba, sono felice e rilassato. Poco dopo le quattro ritorno ed il rumore che faccio non mi fa passare inosservato infatti il mio vicino esce e mi saluta sempre senza troppo calore, strano che sia ancora a casa. Gliene chiedo il motivo e lui mi risponde che sua moglie non si sente bene percio’ hanno deciso di rimanere nel residence. Ho qualche idea del malanno che ha colto la sua consorte ma mi fingo sorpreso e dispiaciuto. Vado in spiaggia e trovo il solito spettacolo di tette e chiappe che si arrostiscono al sole, raggiungo Giovanni e insieme ce lo godiamo. Vicino all’ombrellone c’e’ distesa Gianna che mi guarda con aria preoccupata, io la rassicuro con un sorriso sulla mia complicità e lei si distende di nuovo come una lucertola. Tra madre e figlia davvero non saprei chi scegliere, accidenti, la tentazione e’ forte ma non voglio cedere così mi attardo poco e mi rifugio nel mio terrazzo. I miei vicini stanno discutendo animatamente, non posso evitare di ascoltare, parlano ad altissima voce e con tono concitato. — No, non dire che e’ mio figlio, e’ anche tuo! E poi lo scooter glielo hai comprato tu. Se non e’ mai a casa cosa ci posso fare. — E’ una gatta morta come te, falso e infingardo, ha preso il tuo carattere. Appena io gli dico qualche cosa corre a rifugiarsi dalla mamma che gli dà sempre ragione. Non mi bastava una come te in casa, adesso devo anche sopportare tuo figlio! — Ma Franco, non ti permetto di trattare tua moglie e tuo figlio in questo modo, e’ un ragazzo giovane e pensa solo a divertirsi come e’ naturale ma e’ molto attaccato ai suoi genitori. Preferiresti che fosse sempre triste e arrabbiato come te? Non glielo auguro proprio. Sento due o tre schiocchi secchi, sicuramente sberle, infatti subito dopo sento lei singhiozzare. Io mi ritiro all’interno, non voglio proprio essere coinvolto nella discussione anche perché il marito sembra proprio manesco. Dal rumore di passi affrettati direi che lui e’ uscito precipitosamente, meno male, in fondo mi dispiace per Alda. Passano pochi minuti e vedo la mia porta di ingresso aprirsi e lasciar passare una figura in accappatoio, e’ Alda con gli occhi gonfi e rossi e l’aria disperata. — Hai sentito cosa mi ha fatto mio marito? Guarda ho ancora i segni sulle guance. Non ne posso più di lui, ma che cosa ho fatto di male per meritarmi questo supplizio! Così dicendo si siede sul letto e comincia a piangere sommessamente. — Si, e’ davvero violento, ha un pessimo carattere. Ti ha fatto male, fammi vedere un po’ il tuo viso. Prendo un asciugamano e lo bagno con acqua fresca, in effetti l’impacco sulle guance sembra alleviarle il dolore, smette di piangere e mi guarda con occhi riconoscenti. Mi fa compassione così conciata. — Si, Franco e’ sempre stato violento fin dall’inizio e con l’età e’ peggiorato continuamente. Anche a letto non conosceva alcuna delicatezza, mi lasciava piena di lividi, per fortuna non mi tocca più da anni ma continua sempre a maltrattare me e suo figlio, non ce la facciamo più! — Mi dispiace davvero per voi ma penso che se ti trova qui da me succede davvero il finimondo, forse e’ meglio che tu ritorni nel vostro appartamento. Non credi? Cerchiamo di non peggiorare la situazione. — Hai ragione ma avevo bisogno di sfogarmi e di essere consolata da te, grazie, sono così triste e arrabbiata che piangerei continuamente. Con te mi sento tranquilla, vorrei non andarmene più. Cerca di farmi un sorriso ma i suoi occhi sono ancora rossi e pesti, intanto l’accappatoio si e’ aperto ed io dall’alto non posso fare a meno di sbirciare le sue tette abbondanti e completamente nude. Senza accorgermene il mio amico si e’ svegliato e spinge con decisione la stoffa dei calzoncini leggeri. Con un gesto improvviso lei me li abbassa e prima che io possa rendermene conto ha già ingoiato la cappella dura e lucida. Anche contro la mia volontà non posso fare a meno di lasciarmi andare ad un sospiro di piacere. Alda succhia come un’indemoniata, mi accarezza le palle e ne tasta la consistenza, sembra in preda ad un raptus inarrestabile. Le mie perplessità scompaiono di colpo, spero solo che il marito non torni in questo momento perché rischieremmo davvero la vita. Si libera la bocca un attimo per dirmi. — Ho bisogno di scaricarmi la tensione, ti prego aiutami. Sii buono, lasciami fare. Vorrei che mio marito fosse buono e gentile come te. Intanto si e’ aperta completamente l’accappatoio, come solito non ha nulla sotto e si lascia cadere all’indietro nel letto spalancandomi le gambe davanti agli occhi. Non riesco ad abituarmi alle dimensioni del suo spacco per niente nascosto dal pelo rado, la fessura e’ aperta e brilla di liquido denso, sta colando come una fontana. — Non toccarmi dietro perché mi fa ancora molto male ma per favore facciamo l’amore, fammi venire subito, ne ho bisogno adesso, non posso aspettare. Mi stendo su di lei e le infilo il cazzo durissimo nella sua tana calda e bagnata. Come l’altra volta ho la sensazione di affondare in un panetto di burro, mai provata una vagina così dilatata. Lei comincia subito a gemere e ad accarezzarmi la schiena ed il culo. Io pompo a più non posso, non riesco a trovarci il fondo ma lei si agita come indemoniata, deve averne una voglia incontenibile. — Si, dai scopami alla faccia di quello stronzo di mio marito. Sono anni che lui non lo fà più, metti le corna a quel coglione! Così impara a trattare meglio sua moglie, spingi forte e non fermarti, ti prego! Allunga una mano e comincia ad accarezzarmi il buchino, si bagna un dito nella passera e riesce ad infilarmelo dietro. Questo mi manda fuori di testa, la sto scopando con botte da romperla in due e lei gode sempre di più. Con il cazzo dentro non capisce più niente, sembra che cerchi di aspirarmi anche le palle. — Chiavami, dai, di più, non sa cosa si perde quello stupido. Si faccia pure le sue seghe di nascosto, io lo so benissimo, ma io voglio un cazzo vero dentro, ne ho diritto. Sborrami nella figa, fammi sentire donna completamente, quel coglione lo ha sempre tirato fuori sul più bello, riempimi tutta alla faccia sua!. Ormai la sto sbattendo da una decina di minuti ma il pensiero del marito che potrebbe sorprenderci mi disturba, cerco di finire alla svelta. Mi concentro e finalmente lo sperma comincia a ribollirmi alla base dell’asta. — Ecco, così sento che ci sei. Voglio venire con te alla faccia di mio marito. Lasciati andare e bagnami tutta. Tu sei un uomo mica lui, vorrei che fosse qui a vedere come fai godere sua moglie. Che testa di cazzo ho sposato. Molla tutto il tuo seme nel mio ventre, vai! Quando sente arrivare il primo spruzzo contro l’utero impazzisce e si lascia andare ad un orgasmo travolgente, io continuo a pomparle dentro il mio succo mentre lei si agita come una gatta in calore. Anche dopo che ho finito lei continua a muoversi languidamente e a godere finche’ non faccio uscire il mio cazzo grondante. Rimango ipnotizzato alla vista della sua vagine, e’ aperta e sta colando come un ruscello. Solo a questo punto lei rimane distesa quasi senza respiro, poi si solleva lentamente. — Grazie, adesso sto meglio. Vorrei poterti dare ancora il culetto, quello stronzo di mio marito non merita altro, ma mi fà ancora un male terribile, passerà presto vedrai. Adesso scappo prima che ritorni qualcuno dei miei. Si stringe addosso l’accappatoio ed io sbircio fuori, via libera, così lei di corsa rientra nel suo appartamento. Non posso fare a meno di notare la striscia di macchie umide che ha lasciato correndo, accidenti, l’ho proprio riempita come un uovo. Io non sono soddisfatto, queste sono cose che non mi va di fare, e’ così facile cacciarsi in mezzo ad una rissa tra moglie e marito, davvero non sono contento di me stesso. Speriamo solo che tutto si risolva per il meglio, in fondo io sono qui per rilassarmi, mica in cerca di guai. Mi sistemo alla meglio ed esco in terrazza, accidenti non avevo notato lo scooter di Roby parcheggiato a fianco della casa, non l’ho sentito arrivare ma sono sicuro che prima non c’era. Questo e’ un bel guaio, deve essere arrivato mentre stavo montando sua madre e non ce ne siamo accorti. Non può non aver notato la sua assenza e lo stato nel quale e’ ritornata, il ragazzo e’ sveglio anche se non ci vuole poi molto a capire quello che era successo un momento prima. Cerco rapidamente di inventarmi scuse più o meno plausibili ma c’e’ poco da fare, mi sono cacciato nei guai, accidenti alle donne ed a me! Quello che sento nell’appartamento a fianco non mi rassicura per niente, e’ Roby che parla ad alta voce. — Mamma, sei proprio una troia, non puoi stare sola un momento che ti fai sbattere dal primo che passa, sei una vacca schifosa! E con me hai il coraggio di fare storie, dai svuotami le palle che ne ho voglia, subito. Gianna mi ha fatto venire un cazzo di marmo e non vuole nemmeno menarmelo. Sbrigati e non fare storie che tanto so che ti piace! Sento solo il singhiozzare sommesso di Alda, non so se intervenire o no, non vorrei peggiorare le cose ulteriormente. — Succhiami il cazzo, puttana che non sei altro! Così va bene! Dopo ti sborro anche nella figa, tanto ormai lo fanno tutti, perché non può farlo solo il tuo bambino! Sei piena come un uovo, ti piace farti riempire, vero! Adesso ci aggiungo anche la mia razione! Non oso sbirciare ma mi sembra che la situazione sia molto evidente, anche i rumori che mi arrivano non ammettono dubbi. — Succhia bene, fammi vedere che vacca sei, apri le gambe che voglio sentire quanta sborra hai in quel tuo figone da troia, apri bene, così. Cazzo, ma ti ha proprio riempita bene, ma quanti ti hanno scopata? Adesso il tuo bimbo completa l’opera, apri le gambe che ti sborro nella figa! Decisamente Roby non mi e’ simpatico, anzi, a parte tutto si tratta di sua madre, non si può trattarla così. Con la coda dell’occhio vedo in fondo allo stradello d’ingresso il marito che sta ritornando sempre con la stessa aria cupa e imbronciata. Realizzo immediatamente che sta per succedere davvero un pasticcio serio e reagisco d’istinto, con un balzo raggiungo la moto e la spingo di corsa verso il marito che mi guarda stupito. Quando lo raggiungo assumo un’aria desolata e arrabbiata. — Meno male che e’ arrivato, non riesco ad avviare il motore e mi serve una mano per spingerla in cima alla salita. Mi può aiutare per favore? Non devo essergli molto simpatico ma la mia aria preoccupata non ammette rifiuti, si mette anche lui a spingere la moto e ci allontaniamo dalla villetta. Io lo ringrazio molto e mentre maledico i giapponesi che non sanno fare le moto, in breve siamo fuori portata e mi fermo. Esaminiamo insieme il motore ma lui sembra poco esperto, meno male, così riesco ad inventarmi mille balle per guadagnare tempo, benzina, batteria, ecc. Dopo una decina di minuti ci raggiunge Roby che ci degna appena di uno sguardo e scappa verso la spiaggia a tutto gas. Pericolo terminato. Io mi mostro sconfortato ed a piedi ci avviamo insieme verso il residence lasciando la moto parcheggiata dove l’abbiamo spinta. Semplicemente non avevo inserito la chiave a fondo ma lui non se ne e’ accorto. Quando arriviamo c’e’ Alda fuori che sta stendendo i costumi, io lo ringrazio di nuovo e mi chiudo nel mio appartamento. Spero che tutto sia andato per il meglio, in ogni caso nei minuti successivi non noto niente di particolare tra i miei vicini, ci siamo salvati proprio per un pelo. Queste cose non mi piacciono proprio, accidenti! Meno male che avevo deciso di prendermi una vacanza rilassante, invece rischio di trovarmi invischiato in problemi famigliari che proprio non mi piacciono e non mi riguardano. Non mi va di restare ancora nel mio appartamento, mi vesto, recupero la moto e vado a trovare Giovanni.
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