Le mie vacanze in collina erano iniziate in modo piacevole, sentirmi posseduta da un uomo grande mi faceva impazzire, mi piaceva la sua rudezza, mi eccitava la sua voglia di possedermi e di comandarmi, sentirmi dire che sono una puttanella. I miei zietti mi dissero che da quel giorno in poi avrei dovuto fare tutto quello che loro desideravano e che si sarebbero presi cura di me. Mi dettero una serie di regole che aumentarono la mia curiosità ed eccitazione, dovevo durante la mia vacanza con loro restare disponibile e non molto vestita, dovevo servirli in tutto, ero la loro schiavetta. Tale situazione aveva una forte carica di morbo che eccitava zia Veronica e Franco. Per concludere mi dissero che avrei dormito non più nella grande stanza che in un primo momento mi era stata assegnata ma nella stanzetta della servitù che normalmente doveva essere occupata da una signora di servizio che doveva prendersi cura della casa, ma che attualmente nessuno occupava in quanto avere della servitù che dorme a casa è ormai un lusso che hanno pochi. Andai quindi nella mia nuova stanzetta che era situata sulla terrazzetta al lato della grande casa che faceva da sfogo alla cucina, là dove era la zona di servizio, dove si lavava, e stirava, naturalmente siccome la stanzetta era indipendente dalla casa era situata nella sua struttura ma per entrarvi su usciva dalla cucina e dal terrazzo si entrava in essa, dallo stesso terrazzo poi vi era un piccolo cancelletto da dove normalmente sarebbe dovuta entrare la servitù. Mi sentivo strana perché mai avrei pensato di essere trattata in questo modo, io una ragazzetta usata e controllata da un uomo che mi comandava, la verità che ciò mi eccitava in modo straordinario. Mi era stato poi dato il compito di preparare la colazione e di fare tutte le faccende domestiche, e in casa dovevo essere completamente nuda. Durante la prima notte fantasticai di essere davvero una ragazza povera che aveva dovuto accontentarsi di un lavoro modesto in una casa lussuosa, e immaginai di sentirmi umiliata, non sapevo cosa si sentisse per davvero, immaginai che il padrone della casa, un uomo maturo si approfittava della sua posizione in qualsiasi occasione, allora desiderai di essere trattata così e di fare tutto quello che mi dicevano i miei padroni. La prima mattina mi alzai e andai in cucina a preparare la colazione, preparai il caffè, il latte i biscotti, entrarono dopo poco i miei zii: – Buongiorno, vedo che già stai lavorando, hai preparato tutto. – Si, ho preparato il caffè il latte. – Brava, la zia è contenta di averti qua con noi. Dopo la colazione Franco disse: – adesso vieni qua che devi fare anche tu colazione. Tirò fuori il suo fallo ed io mi abbassai a fargli un pompino, dopo pochi minuti mi venne in bocca ed ingoiai tutto il suo sperma. Durante il giorno feci i servizi di casa e verso fine mattinata mi dissero: – Vieni a prendere un poco di sole con noi in giardino. Io e la zia Veronica ci mettemmo a prendere il sole completamente nude, mi avevano lasciato un posto in mezzo a loro, dopo poco ci tuffammo tutti e tre in acqua a rinfrescare le nostre membra. Dopo aver giocato non poco in acqua risalimmo a prendere il sole, lo zio decise di spalmarci della crema abbronzante e iniziò dalla sua donna, le sparse di abbondante crema le mammelle il ventre e tutte le gambe, e poi fece lo stesso da dietro. Passò poi a me, iniziò dal seno, il mio era di una terza misura, molto duro con il capezzolo che ai primi tocchi già era eretto e rivolto verso l’alto, ciò sicuramente piaceva a Franco che continuava a maltrattarmi i seni, poi scese e iniziò ad accarezzarmi le gambe fino ad arrivare in su alla mia fighetta, addirittura stava ungendo anche lì, ad ogni passaggio io provavo bellissime sensazioni ad occhi chiusi e mordendo le mie labbra per non gridare. Mi fece porre poi pancia in giù per ungermi anche lì, il massaggio continuava ad essere piacevolissimo, le spalle, i glutei, le cosce. Arrivato ai miei glutei mi passava la crema solare anche nel solco, le sue mani esperte ed unte mi accarezzavano in modo paziente ed esperto. Tra le mie natiche le sue mani iniziarono a restare con più insistenza, tale situazione mi faceva impazzire, ero ormai eccitatissima ed in completa balia dei suoi tocchi. Ad un certo punto iniziò ad insinuarsi con un dito dentro il mio ano, sentii un leggero dolore che l’eccitazione rendeva sopportabile, il dito era ormai ben inserito e grazie alla lubrificazione scorreva facilmente; dopo poco gli intrusi nel mio ano erano due e poi tre. Intanto la mia bella zietta, aveva iniziato a spompinare Franco che già presentava una erezione incredibile. Lo zio mi diceva parole come: – Vedi che bella che sei, adesso ti farò un bel servizietto anche al tuo bel culetto, sarai pronta a godere e a far godere anche da lì. Ti piacciono le mia dita nel culo? – Si, zio mi fai impazzire, ma fai più piano, altrimenti mi fai male… – Non ti preoccupare, devi soffrire un poco, ma ne vale la pena. Oramai ero completamente dipendente da quelle sapienti mani. E spostandosi dietro di me disse: – Adesso ti inculo bene, ti faccio sentire il mio cazzo anche nel tuo bel culetto; – No zio, mi fai male, la differenza è troppo grande, non puoi entrare di lì. – Sei la mia troietta e devi fare tutto quello che ti dico. Iniziò ad appoggiare il suo glande sul mio ano, con una mano mi teneva la schiena a terra e con l’altra dirigeva il suo mostruoso pene, la zia mi accarezzava e mi teneva leggermente su il mio culetto. – Ecco adesso ti apro tutta, ti sto entrando, rilassati. Io ad occhi chiusi, sentivo farsi largo nel mio ano, la resistenza era forte ma la forza messa da Franco era tanta, entrato il glande lo sentivo palpitare, si fermò alcuni secondi e poi iniziò di nuovo ad entrare, il culo mi ardeva. Arrivato più o meno alla metà del mio retto, si fermò, oramai lo tenevo ben inserito dentro, mi sentivo completamente umiliata, con il mio culo in aria. Con una spinta sovrumana si inserì interamente dentro, detti un grido mostruoso, ed iniziai a piangere per il dolore, mi sentivo completamente rotta e lacerata, un rivolo di sangue scendeva per le mie cosce. – Cristina non ti preoccupare, non è niente, – Ahii , esci mi fa maleeee. – Non ci sperare proprio, adesso ti faccio sentire le stelle. Iniziò dunque a muoversi prima lentamente e poi sempre più rapidamente, mi diceva: – Senti come ti sto sfondando, bella mia, sei una rotta in culo anche tu. – Ahiiiiiiiiiii, ahiiiiiiiiiii Il dolore con mio stupore iniziò a diminuire e iniziai a sentire piacere, non ero più passiva nella inculata ma partecipavo ad essa con il movimento del mio busto. – Vedi Veronica come la tua nipotina gode, è proprio di famiglia essere troie. – Si sfondala tutta questa troia. Franco continuava come un matto a penetrarmi con tutta la sua forza, io sentivo riempito ogni centimetro del mio culetto, mi piaceva ero in estasi, riuscivo a malapena con le braccia a sorreggermi, ero sfinita di piacere, venni non so quante volte. Sentii lo sperma bollente entrare dentro il mio intestino, Franco rallentò e poi si fermò, uscito dal mi ano disse: – Guarda come ti ho ridotto il tuo bel culetto, è completamente aperto, ho fatto un bel lavoretto. – Ahhh mi fa male, mi brucia… Sentivo un venticello entrare nel mio ano non ancora richiusosi e rinfrescare piacevolmente l’intestino, un rivolo di sperma e di sangue rigava una gamba. Mi sentivo umiliata ma soddisfatta e pensare che ero una ragazza di buona famiglia con la puzza sotto il naso, ma che ora non era altro che una troia con il culo scandalosamente aperto, e che voleva continuare a godere delle belle sensazioni. Mi alzai e non riuscivo a mantenermi in piedi, dovetti sedermi e scoprire che non potevo farlo, deciso allora di stendermi di lato, avevo tutto il corpo indolenzito, ripensavo alle sensazioni avute e quanto mi piaceva farlo. Mi rilassai e mi addormentai.
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