Mi chiamo Andrea, voglio raccontarvi un episodio accaduto qualche anno fa, all’epoca avevo 21 anni e frequentavo l’università di Bari, alla facoltà di giurisprudenza.Abitavo in un paesino a 30 chilometri da Bari e ogni mattina prendevo il treno che mi portava in città, ogni giorno incontravo le stesse persone, chi andava a scuola come me e chi come pendolare andava al lavoro.Tra i ragazzi che vedevo ogni giorno c’era un ragazzo di circa 19 anni, era molto alto e come tutti i ragazzi che si alzano tutto di un colpo era magrissimo, quasi anoressico, aveva il viso pieno di acne, un male abbastanza frequente in quell’età, stava sempre da solo, non lo vedevo mai parlare con nessuno.Un altro gruppo di persone che incrociavo ogni mattina era composto da quattro ragazze, tutte sui 18/19 anni che stavano sempre insieme e facevano ogni mattina un gran casino, ridevano e gridavano prendendo in giro chiunque capitasse loro a tiro, una era più esaltata delle altre, era molto carina e si vedeva che era stata eletta loro capo, erano molto sboccate e devo dire che dopo qualche giorno non le sopportavo più, infatti quando potevo, se c’era posto in un altro vagone cambiavo posto.In una di queste mattine il treno era particolarmente pieno e dovetti rimanere nel vagone occupato dalle ragazze, in questo vagone quel giorno c’era anche il ragazzo con l’acne, le ragazze come al solito parlavano ad alta voce e una di loro, che mi aveva notato iniziò a bisbigliare nelle orecchie delle compagne le quali iniziarono a guardare nella mia direzione, con degli sguardi di approvazione, infatti non per vantarmi ma a quell’età non ero proprio messo male.Purtroppo notarono anche il ragazzo di prima che, purtroppo per lui non era proprio un adone, fregandosene se tutti potevano sentirle iniziarono a prenderlo in giro, dicevano che sembrava uscito da un campo di concentramento, e che aveva la faccia di un malato di vaiolo; il poveretto capì immediatamente che stavano parlando di lui e si fece tutto rosso in faccia.Da quella volta per quelle quattro maleducate, il ragazzo divenne il loro bersaglio preferito, non passava mattina che lo cercassero, andavano in tutti i vagoni fin quando non lo trovavano e poi lo bersagliavano di scherzi cattivi, come quando una di loro cominciò a parlargli invitandolo per uno spuntino a pranzo, quando lui accettò lei non si fece vedere e il giorno dopo questo fu argomento per ulteriori prese in giro, tipo che loro non sarebbero mai uscite con un rospo simile.Io non ce la facevo più allora organizzai una vendetta nei loro confronti, mi presentai al ragazzo che mi disse di chiamarsi Mirko aveva 20 anni, diventammo amici e facevamo il viaggio insieme ogni giorno, quando lo conobbi bene gli dissi che avevo organizzato uno scherzetto per le quattro rompiballe del treno, lui fu subito interessato.La mattina dopo avvicinai la ragazza che sembrava il capo di quelle scalmanate, iniziai a chiacchierare, lei si presentò, si chiamava Debora, aveva 19 anni, lusingata dalle mie attenzioni lasciò perdere le amiche e rimase con me per tutto il viaggio, arrivati alla stazione le dissi che non avevo voglia di andare a lezione e le proposi si bigiare con me, lei all’inizio tentennava ma poi accettò, salutò le amiche e andammo via insieme.La portai in un bar e poi in un appartamento di una mia zia che al momento era in ospedale, appena entrati cominciai a farle molti complimenti e lei lusingata quando la baciai ricambiò con entusiasmo, poi iniziai a mettere le mani dentro la scollatura della camicetta, lei all’inizio cercò di opporsi ma poi non disse più nulla, qualche minuto di questo trattamento e la sentivo docile tra le mie braccia, allora la spinsi sul letto, e le misi una mano tra le cosce, lei faceva un po’ di resistenza ma si vedeva che la cosa le piaceva, iniziai a spogliarla quando fu nuda mi tolsi anch’io i vestiti, le misi il mio cazzo fra le mani e lei iniziò a farmi una sega meravigliosa, si vedeva che non era la prima che faceva, poi le spinsi giù la testa e spinsi il cazzo nella sua bocca, lei era titubante ma io spingevo sulle sue labbra e fu costretta ad aprire la bocca e il mio cazzò scivolo fin nella sua gola, allora la presi e stando seduto sul divano la feci sedere sopra il mio cazzo, era stretta anche se non vergine e cominciai un lento su e giù, lei era estasiata e godeva come una troia, le infilai un dito nel culo, lei sobbalzò e lanciò un gridolino di dolore, mi disse che da lì non era mai passato nessuno e che aveva paura, le dissi di non preoccuparsi e per un po’ continuai a scoparla.Nel frattempo, Mirko, entrò dalla porta che io avevo lasciato aperta, rimase per qualche minuto ad osservarci poi si spogliò, il suo cazzo era già duro e devo dire che non me lo aspettavo così grosso, infatti malgrado il corpo magrissimo, tra le gambe aveva una vera bestia, grossi così li avevo solo visti nei filmini pornografici che guardavo in casa di nascosto.Quando lo vidi venire verso di noi abbracciai Debora, stringendola contro il mio petti, in modo che il suo culo sporgesse all’infuori, Mirco si avvicinò e cominciò ad accarezzarle il culo, lei si accorse solo allora della sua presenza nella stanza, mi guardò furibonda e cercò di sfuggire dalle mie braccia, ma io me l’aspettavo e la strinsi in una morsa, Mirco allora prese in mano il suo cazzo e senza alcuna lubrificazione lo appoggiò all’ano di Debora e iniziò a spingere, Debora gridava e si contorceva ma non poteva fare nulla se non subire l’inculata di Mirco, infatti con una spinta più forte il glande superò i muscoli dell’ano, Debora lanciò un grido lacinante ma Mirko non se ne preoccupò e continuò a spingere finche il suo cazzo fu tutto nell’intestino di Debora che ormai non gridava più ma si lamentava debolmente. Mirco la scopava nel culo con tale violenza che io sentivo il suo cazzo che era separato dal mio solo dalla sottile membrana che separa la vagina dall’intestino e in breve sentii che stavo per venire allora feci segno a Mirco che tirò Debora per le spalle facendola alzare e senza mai tirare fuori il cazzo dal suo culo si girò sedendosi sul divano nella posizione in cui prima mi trovavo io, avvicinai il mio cazzo alla bocca di Debora spinsi e appena entrò le sborrai in gola.Dopo fu il turno di Mirco, tirò fuori il cazzo dal culo di Debora la fece inginocchiare e la costrinse a leccargli il cazzo tutto sporco di sangue, gliel’aveva veramente rotto, e di merda.Eravamo esausti, Debora rimase in ginocchio sul tappeto non aveva la forza di alzarsi, io andai verso la libreria che stava davanti a noi e presi una telecamera, che era sempre stata in funzione e che aveva ripreso tutto quello che era successo nella stanza, riavvolsi la cassetta e collegai la telecamera al televisore e feci vedere la registrazione a Debora che la guardava con aria terrorizzata, poi le spiegai che se non voleva che una copia del filmato andasse in mano alle sue amiche ogni mattina quando incontrava Mirco sul treno doveva dimostrarsi contenta di vederlo andandogli incontro e baciandolo con la lingua in bocca.Così fece, Mirco da parte sua ne approfittava, appena poteva infilava una mano sotto la gonna di Debora, spostava le mutandine di lato e metteva un dito dentro la sua figa, Debora sussultava sotto gli occhi increduli delle sue amiche ma non poteva dire nulla, quando Mirco tirava fuori il dito bagnato dall’umore della figa lo annusava poi lo avvicinava alle labbra di Debora e se lo faceva succhiare come se fosse un piccolo cazzo.Da quella mattina i miei viaggi in treno sono stati più tranquilli.
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