Così sabato 3 luglio siamo all’aeroporto Malpensa che aspettiamo qualcuno: non sappiamo bene chi, ma individuiamo già uno che potrebbe essere dei nostri: borsone da avventuriero, sconvolto quanto basta. Ci scrutiamo a vicenda: forse pensa lo stesso di noi! Dopo poco cerchiamo con gli occhi gli altri che dovrebbero unirsi al gruppo, una ragazza bellissima, bionda con i capelli a caschetto. Inizia così la vacanza mia e di Francesco in Venezuela. Arriviamo là con un viaggio organizzato siamo in quattro, per uno sconto comitiva in un’agenzia in internet. Non ci conosciamo, ma abbiamo modo di fare amicizia durante il volo. Io attacco bottone con la ragazza e la prima sera dormiamo a Maturín, centro di sviluppo peschiero e commerciale nella parte est del paese che diventerà il nuovo centro di sviluppo petrolifero. Dormiamo in una casa albergo, con porte sottili come carta velina. Io decido di provarci e dopo qualche coktail la invito in camera mia. Francesco dorme solo, e quindi non ho problemi. Lei accetta. Entra in camera, parliamo un po’ e poi iniziamo a baciarci. Lei ha indosso una tuta leggerissima, iniziamo a toccarci. Un dito scivola da dietro verso la vagina dopo essersi intrufolato sotto il tessuto. Trovo i suoi peli, piano le scosto e mi introduco tra le labbra, divaricandole. Le si avventa sul mio cazzo, lo bacia delicatamente, poi dischiudendo poco alla volta le labbra lo ingoia. Inizia a succhiarlo, aspirando a con forza mentre la lingua scorre tutto ciò che ha in bocca. Immobile in silenzio, la sento balbettare, “voglio essere presa… mi sento male, ho voglia di cazzo, voglio sentirti dentro… voglio che tu mi faccia male”. La ragazza è veneta e conferma tutto ciò di buono si dice sulle donne di quella terra. La giro, mi infilo il profilattico, e inizio a scoparla alla pecorina. Lei gode, grida, ma mi invita a incularla: “Godo solo così al massimo”. L’accontento e la inculo, sento che sto per venire ma resisto, mi fermo lecco la figa, è bagnata, il clitoride duro sembra un pisello, glielo mordicchio, ansima come non mai, credo sia venuta, l’odore è forte. Mi alzo è rimetto il cazzo nella calda figa della ragazza, ma non mi sento appagato, non mi piace così, mi sfilo il preservativo e glielo rimetto nel culo, pochi assestai colpi e le sborro completamente dentro. La ragazza sembra un po’ irritata dall’accaduto ma dopo un po’ si lascia andare a un grande sorriso. I sensi ormai erano sconvolti, io e la ragazza non voleva neanche alzarsi dal mio cazzo. Si china e fa uscire la sborra dal suo culo sulla mia pancia. Si mette a lato e raccoglie tutto il nettare che era dentro di se. Quella notte ha dormito con me. Spesso mi ritrovavo con il cazzo scappellato nel cuore della notte, mi svegliavo di soprassalto e lei mi prendeva il cazzo per ficcarselo nel culo da sola con violenza. Dopo tante scopate la vacanza è finita con il ritorno a Milano.
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