L’arrivo della mia nuova sorellina Chiara aveva allietato la nostra famiglia già da un paio di mesi e tutto andava per il meglio.A diciotto anni le infantili gelosie da fratello maggiore si esauriscono rapidamente e altrettanto rapidamente cedono il passo alla responsabilità e all’orgoglio quasi paterno che un esserino così piccolo è in grado di suscitare.Raffaella, mia madre, sembravano galleggiare sospesa a mezz’aria, stanca per la fatica di accudire la nuova arrivata ma allo stesso tempo al settimo cielo per la felicità.In questo idilliaco quadretto la notte del venti dicembre sembrava procedere come tutte le altre.Dovevano essere circa le quattro e nevicava copiosamente.Mio padre si era alzato dal letto già da un paio d’ore e probabilmente a quell’ora stava impastando le prime forme di pane nel Forno che la mia famiglia gestisce ad Aosta, praticamente da sempre.Nonostante fossi andato a dormire molto tardi, complici le vacanze natalizie appena cominciate, fui svegliato da un rumore di ferraglia proveniente dalla cucina e, anche se la cosa non mi sembrò affatto strana dato che era l’ora della poppata mattutina, mi alzai per assicurarmi che fosse tutto a posto.”Ecco, lo sapevo che ti saresti svegliato! Se non impari a sistemare le pentole come si deve è ovvio che ogni volta che apro il mobile cada tutto a terra.”Mia madre stava già provvedendo ad allattare la piccola, seduta sul divano, e mi sussurrava quelle parole, che dovevano essere di rimprovero, con il sorriso più dolce e gli occhi più brillanti che avessi mai visto.Alla nascita di Chiara avevo temuto che il rapporto con mia madre, fatto di quella ineguagliabile complicità ed amicizia che si raggiunge solo quando tra genitori e figli vi è una ridotta differenza d’età – e bisogna considerare che il nostro è davvero un caso limite, visto che mia madre è rimasta incinta di me che aveva appena compiuto quattordici anni – potesse rovinarsi.I miei timori, tuttavia, si rivelarono ben presto del tutto infondati e tutto riprese come prima, fino a quella notte.Mi sedetti a mia volta sul divano, ad ammirare quel quadretto.Chiara stava praticamente dormendo, ma ciò nonostante non smetteva un attimo di succhiare.Mamma era splendida.Il suo corpo perfetto, fasciato nella camicia da notte e nella vestaglia, la faceva sembrare ancora più giovane dei suoi trentadue anni, già molto ben portati.La vestaglia aperta sul davanti, poi, metteva in risalto il suo meraviglioso seno, reso ancora più sodo e gonfio dall’allattamento, e il collo, lunghissimo e bianco, che si esaltava nel suo pallore al confronto con i capelli neri e cortissimi e con il profondo blu dei suoi occhi.”Mmmmmmhhh!!! Ahh!”All’improvviso mugolò mordendosi le labbra e contraendosi buttando la testa all’indietro in una smorfia di dolore.Allungai un braccio a sostenerla.”Dio! Certe volte tira dei morsi che fanno un male cane… E fortuna che non ha i denti!””Aspetta, ti do una mano”Mi sistemai dietro di lei, cingendola con una gamba ed accomodandomi alle sue spalle, per fornirle un appoggio alla schiena ed evitarle un carico eccessivo al collo.”Oh grazie, così va molto meglio.”Mia madre si abbandonò a quel rassicurante abbraccio, appoggiando la testa sulla mia spalla, finalmente rilassandosi.Pochi minuti dopo dormivano profondamente entrambe.Stavo per svegliare mia madre, in modo che potesse tornare a letto, ma dormiva così tranquillamente che mi mancò il coraggio per farlo.Con una operazione degna di un contorsionista riuscii a sollevare delicatamente Chiara ed a sistemarla sulla sua carrozzina, senza che si accorgesse di nulla.Poi mi sistemai alla meno peggio appoggiandomi alla spalliera del divano, la sua testa ancora appoggiata sulla mia spalla, il suo corpo mollemente adagiato sul mio petto, e mi apprestai a cercare il sonno in quella scomoda posizione.Ma ogni tentativo di dormire risultò vano.Mi sentivo strano, agitato, il calore del corpo di mia madre che insisteva su di me mi rendeva inquieto.Mi soffermai a guardarla, la testa reclinata verso l’esterno mi offriva una splendida visione del suo meraviglioso collo che si perdeva nell’incavo del seno, perfettamente visibile da quella posizione privilegiata.Il suo respiro, calmo e regolare, la faceva muovere lentamente su di me, con un piccolo, impercettibile movimento ondulatorio che stava diventando per me una specie di piacevole ossessione.Le accarezzai i capelli, dolcemente, assaporandone il profumo, poi la nuca e le guance, solamente con il leggero tocco di un dito.Proseguii, sfiorandole il collo e spostando leggermente la vestaglia a scoprirle una spalla: accidenti come amavo quella donna!.Oramai avevo la fronte completamente imperlata di sudore e il cuore pareva voler uscire dal petto, ma mia madre sembrava non accorgersi di nulla: il suo respiro continuava regolare, immutabile.Mi chinai su di lei e presi a darle piccoli baci sul collo, appoggiando a stento le labbra su quella pelle calda e salata che mi faceva impazzire.Mia madre reagì, anche se solo con un sospiro ed un mugolio appena percettibile, ma fu sufficiente ad impietrirmi terrorizzato per un attimo.Ero cosciente di aver imboccato una strada, nuova, inesplorata e terribilmente pericolosa, desiderata per tanto tempo, dalla quale non si poteva tornare indietro, almeno non ancora, non in quel momento.La abbracciai cingendola alle spalle e stringendola ancora di più al mio petto.Per reazione mia madre si spostò per sistemarsi meglio, voltando la testa verso di me e appoggiando la fronte sulla mia guancia.L’odore del suo respiro caldo e dolciastro che ora mi solleticava il collo fece il resto.Chiusi per un attimo gli occhi, nell’estremo tentativo di razionalizzare ciò che stavo facendo ed arrestarmi prima di rischiare l’irreparabile, ma mi arresi.Con studiata lentezza infilai una mano oltre il bordo della vestaglia da notte. Il contatto con la pelle morbida e tesa del seno mi bloccò ancora per un attimo, poi, con un sospiro, proseguii.Raggiunsi il capezzolo, reso ancora turgido e caldo dalla poppata, e lo presi tra le dita.”Mmmmmhhhh!!”Presi a massaggiare l’aureola, che reagì prontamente al mio tocco con piccoli brividi.”Mmmhhhhhh! Ooooohhh!”L’altra mano scivolò più in basso, ad incontrare la cintura della vestaglia, la aprii con un gesto lento e il più leggero possibile, lasciando che questa si aprisse di quel tanto per consentire un agevole passaggio.Intanto sentivo il respiro di mia madre farsi sempre più irregolare, a tratti affannoso, mentre la mano che indugiava sul suo seno sentiva ormai sotto di sé un turgore inverosimile, come se il sangue che correva ad irrorare il capezzolo rischiasse di farlo esplodere.”Ooooohhhh…ssss…..ssssiiii….”Raggiunsi il lembo della camicia da notte, all’altezza delle ginocchia, e presi a risalire seguendo l’interno della coscia.Arrivai tremando fino all’inguine dove mi fermai un attimo, sorpreso dall’aver incontrato solo pelle calda e vellutata dove avevo creduto di trovare il cotone di uno slip.Appoggiai allora l’intera mano aperta sulla fessura di mia madre, cominciando a massaggiarle le grandi labbra con un lento movimento circolare.”Mmmmhh….. oooohhhhh… OOOOooohhh”Lei istintivamente divaricò leggermente le cosce.Brividi continui, dovuti all’incredulità e all’eccitazione, mi pervadevano il corpo e mi annebbiavano il cervello, mentre sentivo l’umidità di mia madre che cominciava a colarmi sulle dita.Quasi piangendo presi a sussurrarle all’orecchio.”Oh Dio, mamma, sai splendida…bellissima…bellissima…”Allargai con due dita le grandi labbra e le introdussi all’interno, mentre l’altra mano ormai torturava il capezzolo, dal quale avevano preso a fuoriuscire piccoli schizzi di latte che mi inumidivano le dita.”Oooohh…..Diioooo… Siiii. Oh…Dai piccolo!!…… Ooohhh mioooodioooo….”Mi sentii gelare il sangue nelle vene.Abbassai lo sguardo verso il suo viso e lei era lì che mi guardava, i suoi occhi azzurrissimi chiusi a fessura che mi osservavano in una epressione di godimento, la bocca semi aperta, il respiro affannoso.Era sveglia..Si allungo verso di me e senza dire nulla mi baciò con una passione tale che quasi mi fece arretrare, ma lei si fece avanti e le nostre lingue si intrecciarono, mentre piccoli rivoli di saliva le scendevano ai lati della bocca.Si girò con una veemenza di cui non la credevo capace e si mise a cavalcioni su me.Prese a sussurrarmi nell’orecchio, abbracciandomi, mentre ondeggiava il bacino strusciando la sua figa bagnata sul gonfiore dei miei pantaloni.”Oh piccolo…piccolino mio..adesso mi scopi vero? Ooooohh si…siiiii…chiavami piccolo….”Continuando a muoversi sopra di me introdusse entrambe le mani sotto i pantaloni del pigiama e li scostò di quel tanto sufficiente ad estrarre il mio cazzo, ormai già scosso dai brividi precedenti l’orgasmo.Si sollevò e lo introdusse nel suo sesso, cominciando a montarmi selvaggiamente.”Ooooohhh siiiiiii! Siiiiiiii! Cosììì! Ohhhhh…oooooohhhhhhhhhhhhhh!””Oh Diooo…..Mammmaaaaaaa!!!!!””Aaaaaaahhhhh…. siiiii fammi godereeeeeeehhhhh oooohhhhhhh!!!!!!! Voglio venireeeeee… gggghhhhaaaaaaa…..!!!!!!!!!!”Ad un passo dall’orgasmo cominciò a massaggiarsi i capezzoli e le dita si bagnarono del latte che ormai le fuoriusciva copioso dal seno, colandole sul ventre fino a mescolarsi con gli umori dei nostri sessi che si incontravano.”MMMMMMMMMhhhhhhhhhhhh!!! OOOOOOOOhhhhhh! Tieni piccolo ….. bevi… bevi il latte di mamma… ohhhhh cielooooo oooohhhhhhh!!!!!”Leccando le dita di mia madre colme del suo latte l’orgasmo fu immediato ed inevitabile.”Ooohhh! Mammaaaaaahhhh diioooo! Vengoooo…… oooohhhhh ti vengo dentrooooooo!!! Godoo!!! GOODOOOOOOOOO!!!!!!””Siii ooohh siiii piccolooooohhoooo!!!!! Vieni…. oooohhhh…… con me…… ooohhh SSIIIIIIIII VIENI CON MEEEE Ooohhhhh Siiiiiiiii!!!!!””Ecco…prendi… oooohhh prendi!!! PRENDILA!!!! TUTTA! TUTTAAAAAaaaaahhhh!!! OOOOOHHHHHHHhhhhhhhhh!!!!!”Mi svuotai completamente dentro di lei, nell’ogasmo più intenso della mia vita, nato senza motivo, senza senso, senza ragione e, anzi, contro ogni logica ed ogni ragione.Si accasciò su di me per qualche minuto, poi cominciò a piangere silenziosamente.Si alzò, si ricompose e si allontanò.Non abbiamo mai più fatto alcun cenno alla notte del venti dicembre duemilaquattro.
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