Era un sabato pomeriggio piovoso del novembre 2003, mi annoiavo come non mai, e decisi di avventurarmi in chat per rompere un po’ con la noia. Accesi il computer e mi collegai ad una comune chat. Mi attirò più di altre, una stanza che si chiamava col nome della mia città. Vi entrai e cominciai a discutere di vari argomenti con i miei compaesani. Ad un certo punto fui contattato in privato da una donna che disse di avere 35 anni e di essere sola in casa, perché il marito era fuori città per lavoro. Continuammo a chattare per un po’ per conoscerci meglio, e ogni particolare che lei aggiungeva mi dava l’impressione di conoscere quella donna. Lei disse di voler incontrare un bel 20enne come me per divertirsi un po’ alla faccia del marito gelosissimo. Iniziò a fare battute allusive alla sua condizione di donna sola in casa con una gran voglia di … Io ero eccitato dalla situazione, ma non avevo il coraggio di dare la mia disponibilità ad incontrarla, e lei resasi conto del mio totale imbarazzo decise di affondare il colpo dicendomi: “allora vieni o devo contattare un altro?” Io non aspettavo altro e le dissi di darmi il suo indirizzo. Presi una penna e lo trascrissi su un pezzo di carta. In un primo momento non ci feci caso, ma dopo una doccia che mi rese decisamente più lucido, mi resi conto che l’indirizzo della donna della chat mi portava all’appartamento dei nuovi inquilini del piano superiore. Ero titubante, volevo rinunciare all’appuntamento, ma poi l’istinto e l’eccitazione mi portò ad accelerare i tempi ed a raggiungere il piano superiore. Uscito dall’ascensore fui riassalito dai dubbi, ma presi coraggio e suonai il campanello. La porta si aprì e lei si mostro stupita nel vedermi, io le feci capire che ero il giovanotto con cui aveva chattato poco prima, e lei dopo un momento di riflessione, fece cenno di accomodarmi in salotto. Rimasi per circa 15 minuti solo in salotto, preso ancora dalle mie ansie, in attesa di ciò che mi sarebbe accaduto. Ad un certo punto si aprì la porta ed entrò con mio grosso stupore il marito, che sapevo si chiamasse Enzo. Io trasalì, che cavolo stava succedendo? Che gli raccontavo a quell’energumeno? Dov’era finita Marzia sua moglie? Mi avrebbe massacrato di botte, palestrato com’era. Avevo fatto proprio un bel casino. Fui stupito però, dalla calma delle sue parole, che mi chiesero se gradivo qualcosa da bere e cosa.Non ci capivo più nulla, lui sapeva cosa stessi facendo in casa sua o no? Se lo sapeva che ruolo aveva in tutto ciò? Anche se non bevo, ritenni opportuno accettare un whisky almeno, così avrei perso un po’ di lucidità e i mille pensieri angosciosi sarebbero andati via. Ma la situazione precitò drasticamente quando Enzo, mi chiese se ero ancora intenzionato a scoparmi la moglie, io a quel punto balbettai qualcosa e lui mi sorrise. Lui rincarò la dose dicendomi che era stato lui a chattare e prendere appuntamento con me, dato che sceglieva sempre lui i giovanotti per i loro giochetti. Di che cosa stava parlando? Io non ero gay, e non ci tenevo a diventarlo. A quel punto per rincuorarmi mi spiegò un po’ cosa intendeva per “giochetti”. In poche parole mi spiegò che i sarei stato il giudice di una gara tra lui e la moglie per assegnare a uno di loro due il titolo di miglior TROIA. Detto ciò venne verso di me, che ero in preda al più totale panico, e mi passo una mano sui pantaloni e cominciò ad accarezzarmi il cazzo attraverso la stoffa dei jeans. Inspiegabilmente il mio cazzo rispose ai suoi massaggi ed in men che non si dica divento duro come una roccia. A quel punto entrò Marzia, vestita tutta di seta con tanto di autoreggenti e reggicalze coordinato, mi rivolse un ammiccante sorriso e poi disse al marito che non era corretto a cominciare senza di lei. Poi si chinò verso di me, che ero ancora seduto sul divano, e avvicinandosi al mio orecchio mi disse di stare tranquillo e che non avrebbero fatto nulla contro la mia volontà. Poi fece un cenno al marito e lui, mi sbottonò prima la camicia poi mi aiutò a toglierla lasciadomi a torso nudo, poi mi sbottono i jeans e dopo avermi tolto le scarpe me li sfilo. Io rimasi a torso nudo con i soli boxer addosso e come paralizzato dalla situazione che stavo vivendo. Marzia, capito il mio imbarazzo fece cenno al marito di sedersi sulla poltrona di fronte al divano dov’ero io, e lui obbedì, poi mi sfilò i boxer lasciando scoperto il mio cazzo che ormai era in tiro da un po’, si chino su di me e cominciò a leccarmi prima le palle e poi tutta l’asta. Dopo avermi insalivato bene, fece scivolare la mia prepotente asta all’interno della sua bocca e cominciò un meraviglioso pompino che però dovette subito terminare, dato che dopo pochissimo le avevo riversato il mio caldo liquido nella sua bocca. Subito dopo mi fece cenno di seguirla in bagno, dove ci attendeva una enorme vasca idromassaggio con acqua caldissima, mi fece entrare in acqua e dopo si spoglio ed entrò anche lei. In acqua cominciò a strusciarsi su di me ed in breve tempo il mio cazzo ritornò durissimo. Lei resasi conto di ciò mi salì sopra e cominciò a cavalcarmi violentemente, fino a quando Enzo entrò in bagno, io mi ero quasi dimenticato di lui che ci aspettava sul divano in salotto, e mi dimostrai alquanto infastidito dal suo ingresso in bagno, ma lui sempre con fare gentile mi afferrò da sotto le braccia e senza farmi male fece scivolare il mio cazzo fuori dalla fica della moglie. Preso dall’eccitazione non mi resi conto di quello che stava per avvenire, lui infatti dopo avermi fatto sedere sul bordo della vasca si spogliò ed entrò in vasca, si inginocchiò dinanzi a me e cominciò a farmi un pompino. Andava su e giù ed era forse anche più bravo della moglie che, dopo un po’ prese a leccarmi le palle. In poche parole da bravi marito e moglie stavano lavorando il mio cazzo, palle comprese. Tutte queste emozioni insieme mi portarono a schizzare ancora il mio sperma, questa volta però nella bocca di lui, che a differenza della moglie non ne perse nemmeno una goccia ed ingoiò il tutto come una vera zoccola assetta di sborra. Ero stanchissimo e loro mi dissero di riposare un po’ prima di tornare a casa, io accettai e andai a mettermi sul loro letto matrimoniale, ma dopo un po’ fui svegliato da delle urla, aprii gli occhi e vidi che Enzo e Marzia stavano scopando come animali, lei era sotto e lui glielo spingeva in culo con tutte le forze che aveva. Non avevo mai vista nulla di simile e mi eccitai per l’ennesima volta in poche ore, loro mi sorrisero, con l’aria di chi aveva raggiunto il proprio scopo, cioè svegliarmi e farmelo ridiventare duro. Io ero nudo, e pronto a tutto oramai, Enzo mi invitò ad unirmi a loro scegliendo il buco che più mi piaceva. Io senza farli spostare da quella posizione a pecora in cui erano mi ficcai sotto Marzia e decisi di ficcarglielo nella calda e bagnatissima passera. La posizione era delle più grottesche io sotto col mio cazzo nella figa ed Enzo dietro col suo cazzo in culo. Una volta preso il ritmo non ci fermava più nessuno e pompavamo con foga Marzia che godeva come una cagna in calore. Allora Marzia decise di dare una svolta al tutto e lanciò un occhiata al marito, in pochi secondi loro erano nella classica posizione del 69, Marzia sotto ed Enzo sopra, io dovevo scegliere tra due buchi ed un istinto mi portò ad appoggiare il mio cazzo durissimo sul buco del culo di Enzo, fui stupito dalla facilità della penetrazione, e loro furono contenti della mia scelta, avevano ottenuto ciò che volevano. Cominciai a stantuffare il culo di Enzo, preso da un raptus omosex, e ad ogni affondo nel suo culo spingevo sempre più. Enzo cominciò ad emettere gemiti di piacere ad ogni mio affondo sempre più forti, il mio cazzo pulsava, ma di venire non ne voleva sapere minimamente e andai avanti per più di 10 minuti. Quando stavo per finire cercai di tirarlo fuori ma Enzo mi afferrò per i fianchi e lo fece rimanere dentro, e riversai in lui quello che ancora nelle mie palle. Ero esausto ma Marzia voleva ancora godere e allora cominciò ad afferrare i nostri cazzi e porto quello di Enzo vicino al suo culo, prese il mio tra le labbra e prese a leccare le gocce di sperma rimaste. Dopo poco mi divincolai da loro, andai a fare una doccia, e mi rivesti per andare a casa. Arrivato sulla soglia, loro mi chiamarono e mi chiesero chi aveva vinto la gara tra loro due. Chi era la vera troia di casa? Io risposi che non ero riuscito a capirlo, e che mi ci volevano altre sedute per esaminarli ancora magari anche il giorno dopo.
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