Il lunedì mattina le ragazze avrebbero dovuto lasciare il villaggio turistico, ma Cinzia si era svegliata quasi all’una e Francesca, sapendo della sfacchinata sessuale notturna dell’amica, l’aveva lasciata riposare, dicendo alla reception che la sua compagna non stava bene ed aveva ottenuto di potere tenere la stanza sino al primo pomeriggio. Una volta che Cinzia si era alzata, e dopo che avevano preparato i bagagli, le due ragazze avevano deciso di rinunciare al pranzo per scendere in spiaggia. Data l’ora, avevano trovato il lido deserto e, così, avevano potuto distendere i teli in prossimità dell’acqua e, dopo essersi bagnate appena, si erano abbandonate al sole, ancora gocciolanti. Cinzia era splendida e, se la spiaggia fosse stata affollata, col suo monokini giallo oro avrebbe creato non poco disagio ai mariti ed ai fidanzati accompagnati dalle loro partner. Invece, per una buona mezzora non c’era stato nessuno che avesse goduto dello spettacolo irradiato dal suo fondoschiena. Poi, mentre le amiche sonnecchiavano a pancia sotto, erano state disturbate da una voce maschile. “Ciao mandolino.” “Ahi!! Ma che cazzo fai?!? Sei scemo?!?” Appena ricevuta la pacca in piena natica, Cinzia si era girata con il fuoco negli occhi, con l’intenzione di annientare l’idiota che l’aveva palpata in quel modo cafone e manesco. Si era ritrovata Nicola, il bagnino, inginocchiato accanto a lei, ed altri due ragazzoni in piedi che, indiscutibilmente – indossando maglietta e boxer da mare uguali a quelli suoi – dovevano essere altri addetti alla spiaggia. La vista di un volto conosciuto, invece di calmarla, l’aveva fatta incazzare ancora di più. Ma cosa credeva quel coglione? Che, siccome erano stati a letto insieme, si poteva permettere certe libertà? “Ma ti sei rincoglionito?” lo aveva apostrofato, ma quello, invece di arrossire, mostrava il solito sorriso sicuro. “Ehi! Ma come te la prendi per niente?! Scusa,.volevo presentarti i miei amici. Roberto e Licio.” E con la mano le aveva indicato i due in piedi. “Per me potete andare a farvi fottere!” e così dicendo, si era distesa nuovamente, dandogli le spalle, convinta di avere messo un punto definitivo al colloquio. “Però questa notte non mi dicevi che ero rincoglionito?!!” Le parole erano state pronunciate sommessamente, ma ben scandite, mentre una mano si poggiava sulla coscia della ragazza. “Leva quella mano da la!!” Si era alzata infuriata, ritrovandosi faccia a faccia con quel bellimbusto burino. Era stata una pazza a cedere alle sue avances. Se l’era voluta! Lo aveva affrontato mitragliando parole su parole. “Ti piace farti bello con i tuoi amichetti, vero?? Li hai portati a vedere la tua ultima preda, no?! Ecco, ragazzi!! Guardatemi pure.” distendendo le braccia ai lati, aveva compiuto una giravolta completa. “Sono di vostro gusto? Posso passare o ho qualcosa che non va?” li fissava negli occhi uno per volta, ma non vi leggeva né imbarazzo né mortificazione. Si era rivolta al bagnino con disgusto. “E poi…. Ti dico il superuomo….” “Cosa?! Ma sei scema?!” Evviva! L’aveva ferito nell’orgoglio. Aveva colto nel segno dicendo che era una mezza cartuccia. Era meglio insistere, magari sarebbe andato via. “Perché? Secondo te non ho dormito pensando all’adone con cui ero stata? Ne ho conosciuti di migliori di uno che si accontenta di una sveltina.” Era una bugia, ma tanto era la sua parola contro quella dell’idiota. Ma perché non le rispondeva? La guardava, sorrideva sornione e non diceva una parola. “Una sveltina, Cinzia?” Ecco che doveva mostrasi sicura di sé. Invece di rispondere aveva calato la testa in modo deciso, in assenso. “e tu non ti sei divertita?” “certo che no!” a quel punto era come se Francesca e gli altri due fossero scomparsi. Era una sfida tra lei e quel bastardo. “Non hai goduto?” “Scherziiii!!! Con uno come te?! E come avrei potuto?” Lo vedeva scuotere la testa, sorridendo rivolto agli altri due ragazzi. Aveva alzato le braccia sconfortato e si era rivolto nuovamente a lei. “Non abbiamo concluso la serata facendoti il culo? Me ne sono venuto dentro due volte ricordi? Dovresti averlo ancora indolenzito.” Aveva volutamente distanziato una parola dall’altra. Erano state frecce avvelenate una per una e lei si era sentita mancare la forza nelle gambe. Lo sguardo, smarrito, aveva incrociato gli occhi di Francesca che era intervenuta in suo aiuto. “Ma come ti permetti di parlare così?! Ti faccio licenziare!!” e quello, con una calma glaciale. “Forse la tua amica non lo ricorda, ma loro..” aveva indicato i due accanto a lui, “… l’hanno vista a quattro zampe mentre mi davo da fare col suo sederino. Non è delizioso, ragazzi?” “COSA?” Era stato Licio a rispondere, mentre Nicola si pavoneggiava sempre di più. “Si! Questa mattina, presto, ci ha fatto vedere il video. Cinzia, ricordi male. Non è stata una sveltina…” A quel punto i tre si erano allontanati, lasciandole sole e silenziose. Dopo circa dieci minuti Francesca era andata alla carica cercando di convincere Cinzia che avrebbero dovuto fare di tutto per venire in possesso della videocassetta. A malincuore lei si era alzata e, accompagnata dall’amica, si era diretta verso i tre. “E perché dovrei restituirti il video? Hai detto che sono un rincoglionito.” La trattativa era iniziata nel peggiore dei modi. Erano le due e restava poco tempo. “Va bene, hai vinto. Quanto vuoi per quella dannata cassetta?” “Soldi?! Nooooooo!!” Cinque minuti dopo, Cinzia faceva il suo ingresso nel magazzino delle attrezzature. Con lei c’era Licio, mentre Roberto era rimasto fuori di guardia e Francesca aveva accompagnato Nicola a prendere il video in camera. “Succhiamelo un po’, prima di divertici. Che ne pensi?” Come se potesse fare qualcosa di diverso?! Si era dovuta inginocchiare per imboccare il cazzo già sfoderato dai boxer. Sapeva di sale e non poteva essere altrimenti. Nicola e Francesca avevano fatto il loro ritorno quando già era il turno di Roberto. “Come è andata?” aveva chiesto il bagnino all’amico. “Strabiliante! Quel culo è una mozzarella!! “Ok! Io entro a vedere a che punto è Roby.” Roby se la stava fottendo alla grande, costringendola ancora una volta nella posizione canina. Nicola lo aveva visto spingere energicamente, uscire dalla passera ed infilarsi bruscamente nel foro posteriore e continuare così per minuti e minuti. “Come va?” “E’ formidabile! Grazie Nic!” “Di che! Lei se n’è venuta?” “Certooooooo!!! Mica siamo egoisti noi!!! E mica una volta!!” Avevano iniziato a sghignazzare, facendola vergognare ancora di più. Cazzo!! Erano odiosi, arroganti e cafoni. Ma con i loro cazzi ci sapevano fare e se la stava spassando anche lei, alla fin fine. “Vengooooooooo!!!” Lo aveva sfilato un attimo prima, inzozzandole tutto il fondo schiena. “Nic, se non ti fa schifo, è tutta tua…” e Cinzia non aveva avuto nemmeno la possibilità di sgranchirsi che si era sentita profanare l’ano dal terzo individuo in meno di un’ora. Con lui aveva raggiunto un nuovo orgasmo quando aveva deciso di fotterla ma, in cambio, lei aveva dovuto ingoiare la sua sborra, dopo averla ricevuta una prima volta dentro il buco posteriore ed una seconda tra le mammelle per una “spagnoletta veloce”, come l’aveva chiamata lui. Alla fine era uscita esausta dal capannone, ma le sorprese non erano finite. La cassetta era ancora in mano a Nicola. Si era rivolto a Francesca. “Ecco. Io e gli altri abbiamo pensato che tu potresti considerarci scortesi se pensassimo solo alla tua amica. Ti spiace?” e le aveva indicato l’ingresso del magazzino. Anche lei aveva dovuto regalare ai tre gnocca, foro posteriore e bocca, assaporando il loro seme in tutti e tre i pertugi. Alle sei, sfinite, erano in macchina già in autostrada. La videocassetta faceva bella mostra sul cruscotto.
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