Il mio lavoro mi porta spesso a girare l’Italia in lungo e in largo; durante questo girovagare, tra le tante persone che mi capita di incontrare ce ne sono alcune con le quali sono convinto potrebbe sicuramente nascere un’intesa, intendo sessuale, molto speciale. Sono sensazioni che mi capita di cogliere solo in certi momenti, o meglio solo con certe persone. Quasi mai si va fino in fondo, anche perché da uomo sposato quale sono, prima di attivare una storia, devo essere veramente sicuro che ne valga la pena, altrimenti lascio perdere in partenza. Il mese scorso mi è capitato una cosa alla quale non avrei creduto se me l’avessero raccontata, ma siccome è capitata a me, non posso che crederci. Mi trovavo in Toscana, vicino a Prato, da un cliente, il quale aveva richiesto un mio intervento per un problema che si verificava sulla sua rete interna di computer. Quando arrivo in azienda, il direttore generale mi fa parlare con un tecnico interno il quale mi spiega il tipo di inconveniente che ogni tanto si verifica. Il problema sembrava di non semplice risoluzione, quindi ascoltate tutte le indicazioni del tecnico, mi metto subito al lavoro. All’ora di pranzo se ne vanno tutti, mentre io preferisco rimanere per poter finire il lavoro. Con me rimane il tecnico, un ragazzo sui 30 anni, molto muscoloso, fin troppo, un po’ il fisico da torello ingrassato troppo, e la segretaria del direttore generale, la quale era solita mangiare un panino in ufficio per poter uscire prima la sera. Mentre provavo alcuni cavi nei quali secondo me si nascondeva il problema, probabilmente muovendo inavvertitamente il cavo sbagliato, ho interrotto tutte le comunicazioni tra i computer e i server gestionali, causando un blocco generale di tutte le attività. Ovviamente cercai di riparare subito il guasto ma la cosa non passò ovviamente inosservata. Pochi minuti più tardi venni richiamato dal tecnico, Maurizio il suo nome, nel suo ufficio, per relazionargli dell’accaduto. Appena entrai mi accorsi subito che non era di buon umore, il guasto causato era molto grave per il loro sistema produttivo, ed avrebbe sicuramente avuto parecchie grane con la direzione, in quanto era lui il responsabile. Cercai di giustificarmi, ma non mi fece quasi parlare, iniziando subito ad alzare la voce facendomi sentire un verme oltre che un incapace. Mentre parlava girava nervosamente per la stanza, passandomi sempre dietro la schiena, facendomi sentire sempre più insicuro. Il danno causato dal guasto era sicuramente grave, ma tutta questa reazione mi sembrava sinceramente esagerata, non capivo il perché di tutta quella sceneggiata. Lo capii qualche minuto più tardi, quando entrò in ufficio la segretaria del direttore (Monica era il suo nome) la quale, essendomi alzato in segno di rispetto, mi squadrò da cima a piedi con uno strano ghigno. Era una ragazza molto formosa, sicuramente sovrappeso, ma nonostante questo era molto attraente. Aveva un trucco molto pesante, due seni enormi ed un culo che pareva una portaerei. Portava una camicetta piuttosto scollata, ma soprattutto molto sottile, che non lasciava niente all’immaginazione. Appena chiuse la porta, Maurizio le spiegò quello che era successo e lei, senza aggiungere una parola, mi guardò e mi fece segno di seguirla. Uscimmo da una porticina secondaria, e attraverso un corridoio stretto, ci spostammo in una sala completamente isolata dall’esterno. Ci seguì anche Maurizio, e dopo aver chiuso la porta, mi disse che se non volevo che segnalasse l’accaduto alla direzione aziendale e di conseguenza alla mia azienda, dovevo fare quello che loro volevano. Ero sinceramente sbalordito, ma non spaventato. Era tutto surreale, senza senso, troppe volte erano capitati incidenti come quello, ma nessuno era mai stato maltrattato fino a quel punto. Dissi che tutto ciò mi sembrava esagerato, ma volli sapere COSA dovevo fare. Monica non mi lasciò tempo per decidere, da dietro mi prese le braccia, le ammanettò e mi obbligò ad inginocchiarmi. Incominciai ad avere paura. Si tolse la gonna ed il minuscolo perizoma che tra le sue immense chiappe era completamente sparito, e rimase nuda davanti a me. Si avvicinò, mi obbligò ad annusare la sua passerona molto prominente e soprattutto pelosa, poi mi disse di leccare finché non si fosse stancata di quel trattamento. Pensai che in fondo non era poi così male quello che mi stava capitando, ma ancora non sapevo cosa mi aspettava. Maurizio, su un lato, ci guardava incuriosito, ma anche eccitato, al punto che incominciò a toccarsi il pacco. Dopo qualche minuto di slinguate alla figona pelosa, con la coda dell’occhio vidi Maurizio togliersi i pantaloni ed estrarre un arnese veramente enorme. Si avvicinò a Monica che quando lo ebbe vicino, gli prese in mano quel favoloso pezzo di carne. Si chinò in avanti, lasciando a me il posteriore da leccare, ed ingollò tutto quel bastone insalivandolo a dovere. Ero veramente felice, perché immaginavo di assistere, nella peggiore delle ipotesi, ad una grande chiavata di Maurizio e Monica, magari potendo anche approfittarne un po’; ma appena Maurizio fu pronto, non volle scopare Monica, ma venne da me e pretese che glielo prendessi in bocca. Cercai di divincolarmi, anche insultandoli, ma non ci fu niente da fare, perché Monica mi prese per i capelli e tirò fino a farmi così male che non potei che gridare dal dolore, ed a quel punto Maurizio riuscì ad infilare l’arnese nella mia bocca, che mai aveva assaggiato un uomo. Era talmente duro il cazzo di Maurizio, che anche provando a stringere con i denti non riuscivo a farlo desistere dall’operazione e tenendomi per la nuca, incominciò a scoparmi in bocca, con molta violenza, mentre Monica, lasciatomi i capelli, mi slacciò i pantaloni, ed abbassandoli fino alle ginocchia, incominciò a toccarmi il cazzo, peraltro già duro. Poco dopo si inumidì le dita nella figa umida ed incomincio a solleticarmi la mia rosellina posteriore, penetrandomi prima con uno poi con due ed infine con tre dita, aiutata anche dal sapiente movimento della sua lingua che usava come lubrificante. Quando pensò di avermi preparato a dovere, fece un cenno a Maurizio il quale lasciò la mia bocca, mi fece alzare ed appoggiare al tavolo e, facendosi aiutare da Monica, mi allargò le chiappe per penetrarmi col suo trapano umano. La punta era talmente grossa che non riuscì, nonostante la precedente preparazione di Monica, a sverginarmi al primo colpo, ma insistendo e senza fretta, nonostante le mie urla, riuscì a ravanarmi il culo, spaccandomelo in modo lacerante. Il dolore fu immenso tanto che svenni. Ma lui andò avanti, sotto la supervisione di Monica, la quale lo incitava con foga. Dopo qualche minuto rinvenni ed il dolore non era più forte, anzi, prese possesso di me una forte ondata di calore che, partendo dalla testa, arrivò direttamente ai coglioni, facendomi sborrare con un orgasmo fortissimo che non avevo mai provato prima. Sgocciolai per terra e Monica si chinò a leccare il mio nettare. Si alzò, mi venne vicino e me lo passo in bocca, spingendomelo tra le labbra, con la sua lingua. Ero interdetto. Violentato da una donna e da un uomo che hanno profanato tutti e due i miei buchi ad allora ancora totalmente vergini.; ma la cosa più sconvolgente fu di rendermi conto che anche io avevo goduto di quel trattamento, ma soprattutto che non sarebbe sicuramente stata l’ultima volta che incontrai Maurizio e Monica
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