Io e Tania e Franco e Patrizia siamo due coppie assortite allo stesso modo. Tania, mia moglie da oltre venti anni, è una bella donna mora, mediterranea, tranquilla e socievole. E’ una delle migliori scopatrici che ho incontrato nella mia vita, ma il suo capolavoro sono i bocchini. E’ una vera maestra, lecca le palle e la cappella in maniera divina e quando ingoia il cazzo nella sua calda e capace bocca capisci subito che la tua resistenza sarà messa a dura prova, e se non vuoi sborrarle in bocca, se i tuoi programmi sono altri, devi sbrigarti a tirarlo fuori dalle sue labbra, altrimenti la sborrata nella sua bocca golosa è inevitabile. Tania, però, è una grande mignotta casalinga;all’esterno del nostro rapporto nessuno penserebbe che il cazzo le piace da morire e che quando se ne viene scopando con me addirittura le escono le lacrime dagli occhi per il godimento. Un altro aspetto non piacevole nel nostro rapporto sessuale è rappresentato dal fatto che non ha mai voluto darmi il culo. Ci abbiamo provato, ma lei dice che il mio cazzo 18 per 14 è troppo grosso e che il dolore è superiore al piacere, perciò fica e bocca quanto e quando ne voglio ma culetto niente. E proprio questo è quello che voglio utilizzare per convincere Franco, se ce ne sarà bisogno, a scambiarci le mogli. Infatti Franco, che io conosco da una vita, ha un cazzo lungo ma fino, il classico cazzo da inculata e da leccata infinita dalle palle alla cappella. L’idea di vederlo infilare il cazzo tra le chiappe belle piene di Tania e dentro il buchetto vergine mi fa arrapare subito. Ed a lui, ne sono certo, lo farà impazzire il sapere di essere il primo a sborrare in culo a mia moglie. Patrizia, invece, è una biondina tutto pepe, minuta ma ben fatta, con due chiappette, che mette in mostra in spiaggia con il tanga ed in casa con il perizoma appena coperto da un pareo trasparente, che ti viene subito tanta voglia di spaccargliele infilandoci in mezzo un cazzone robusto come il mio. Ha lo sguardo sveglio delle donne alle quali piace il sesso e la bocca che sembra dire sempre:vuoi che lo succhi? Penso che se riesco a coinvolgerla, scopriremo insieme confini inaspettati. L’occasione giusta, quella che io aspettavo, si è presentata subito la prima notte di permanenza sull’isola. Quella sera, un po’’ perchè eravamo stanchi del viaggio, un pò perchè non eravamo abituati al silenzio che ci circondava, eravamo andati a letto molto presto. Io e Tania ci eravamo sdraiati nudi sul letto, prima a leggere un pò, poi a carezzarci dolcemente e delicatamente. Dovete sapere che Tania, quando è eccitata, tira fuori un clito che sembra un cazzetto per quanto è prominente. Un cazzetto al quale spesso io faccio dei veri e propri pompini. Quindi i ditalini vengono che è una bellezza. A lei, poi, evidentemente in ricordo delle sue prime emozioni dell’adolescenza, piace ancora fare delle grandiose seghe con le quali mi fa sborrare schizzando. Quella sera le carezze tenere erano finite proprio così: un dolcissimo ditalino a fica spalancata ed una succosa pippa con lo schizzo sul petto e sui peli del cazzo. Tania, quasi subito, era crollata per il sonno;io , invece, avevo ripreso a leggere quando, nel silenzio mi era sembrato di udire un bisbiglio, forse un gemito. Mi ero alzato silenziosamente e mi ero avviato verso la veranda per controllare, quando mi ero accorto che Franco e Patrizia non erano rimasti a letto ma si erano sdraiati sui due lettini nel giardino, con lo sguardo rivolto al mare, alla luce di una splendida luna piena mediterranea. Veramente solo Franco era sdraiato ed io ne vedevo soltanto le gambe e la parte inferiore del busto, mentre Patrizia era piegata su di lui. Mi ero appena abituato alla luce della luna ed avevo davanti uno spettacolo interessantissimo: Patrizia si era sollevata con la testa ed io avevo visto il cazzo lunghissimo di Franco svettare in mezzo alle sue gambe mentre la moglie gli carezzava le palle. Ero rimasto bloccato e stavo per andarmene quando mi ero accorto che Patrizia mi aveva visto e che, lungi dal vergognarsi, mi aveva guardato e poi, con una lentezza voluta e dedicata a me, si era di nuovo calata sul cazzo del marito iniziando un pompino fantastico. Ogni tanto, quando risaliva con la bocca o lasciava il cazzo per leccare la cappella, guardava verso di me godendo della sua esibizione. Dopo qualche minuto di pompaggio, evidentemente il bocchino era giunto a conclusione e lei si era rialzata, e sempre guardando dalla mia parte si era più volte leccate le labbra con la lingua, quasi a farmi capire quanto le era piaciuto farsi sborrare in bocca. Io, eccitato come non mai, mi ero ritirato ed avevo cominciato a pensare che il mio progetto sarebbe stato più semplice a realizzarsi di quanto avessi pensato. La mattina ci eravamo alzati di buon ora e, dopo aver fatto colazione, eravamo andati in perlustrazione sulle spiaggette dell’isola che nessuno di noi conosceva. Soltanto alcuni sguardi tra me e Patrizia lasciavano intuire, esclusivamente a me ed a lei, qualche pensiero un pò particolare. Trascorse un paio d’ore sotto il sole quasi africano, avevamo deciso di tornare a casa, farci una doccia ed andare a fare la spesa. I primi a docciarsi erano stati Tania e Franco, e proprio il mio amico, mentre era sotto il getto dell’acqua della doccia esterna, protetta dalla ns. vista soltanto da un mezzo muretto divisorio, aveva creato l’occasione che io avevo pensato di cogliere subito. Infatti Franco, mentre era nella doccia, aveva gridato alle donne di non avvicinarsi se non volevano ammirare un serpentone acquatico, in quanto lui si era tolto il costume ed era rimasto nudo all’aria aperta. erano seguite le solite battute alle quali, stranamente, si era accodata anche mia moglie. Patrizia, a sua volta, pur scherzando con il marito, mi aveva lanciato un paio di sguardi molto significativi. E, al momento di recarsi in pase per gli acquisti, aveva detto che le sembrava inutile andare in quattro, che gli esperti erano Tania e Franco e che io e lei saremmo potuti rimanere in casa a dare una sistemata al giardino ed alla cucina. la proposta era stata accolta e mia moglie e Franco erano saliti in macchina per andare a Favignana. Appena erano scomparsi dalla vista, quella troietta di Patrizia si era tolto il pareo e sculettando sotto il tanga si era infilata sotto la doccia, dietro al muretto basso, sfilandosi subito il reggiseno e le mutandine con fare decisamente provocatorio. Dopo qualche minuto, ancora con i capelli coperti dallo shampoo e con gli occhi chiusi, mi aveva pregato di portarle l’accappatoio che aveva dimenticato sulla sdraio in giardino. Però, mi aveva detto, non avrei dovuto guardarla, visto che era completamente nuda. Io avevo promesso e le avevo portato l’indumento. Lei si era fatta trovare di spalle, un pò lontana dal divisorio, in modo che, anche se avessi voluto, non avrei potuto evitare di vedere le sue splendide chiappette, sode e raccolte intorno ad un buchetto che io immaginavo roseo e stretto, tutto da leccare ed aprire con il mio cazzo che, nel frattempo, aveva iniziato a reagire. Quando io le avevo porto l’accappatoio, lei si era girata e, sempre con gli occhi chiusi, aveva allungato una mano, mentre io mi beavo della vista della sua fichetta piccola, quasi quella di una bambina, circondata da un delicato pelo biondo che nulla nascondeva. Che differenza con la fica di Tania, bella, larga, capiente, con due labbra cicciotte e con un pelo nero e folto. Una vera e propria fregna. Era evidente che Patrizia sapeva che la stavo ammirando ed allora avevo deciso di rompere gli indugi. Appena lei era uscita dalla doccia, mi ero infilato io sotto l’acqua, mentre lei si era allungata sulla sdraio, con lo sguardo fisso verso di me e con l’accappatoio tutto aperto sulle sisette ed appena posato sulle cosce, a coprire a malapena la fica. In questa situazione, mano a mano che l’acqua scendeva sul mio corpo, l’eccitazione saliva ed il cazzo si induriva. Senza quasi accorgermene avevo chiuso gli occhi, mi ero preso il cazzo in mano ed avevo iniziato a farmi una pippa. Qualche attimo dopo ero stato richiamato dalla voce di Patrizia che mi chiedeva cosa stessi facendo. Avevo risposto, fissandola negli occhi, che stavo rivedendo la scena della notte precedente, che la pensiero mi ero eccitato, e che mi stavo “facendo le coccole” da solo. Patrizia ci aveva pensato un attimo, aveva guardato l’orologio, quasi a rendersi conto di quanto tempo avevamo a disposizione, si era alzata e, tutta nuda, si era avviata verso di me, dicendo che non era giusto che all’età mia facessi come un ragazzino di quattordici anni e che lei non vedeva l’ora di sentire il mio cazzo in bocca. Avrei, infatti, scoperto dopo che, in una rarissima confidenza, mia moglie le aveva rivelato che io avevo un cazzo bello grosso, non lungo come quello del marito, ma di ottima circonferenza. Era quindi arrivata vicino a me e, senza dire altro, si era inginocchiata sotto il getto d’acqua, proprio in mezzo alle mie gambe, e aveva subito imboccato il cazzo. Era stato un pompino selvaggio, quasi cattivo, una pompa affamata ed assetata che era finito prestissimo con una gigantesca sborrata in bocca. Avevo sborrato tanto che i rivoli di sborra le colavano dagli angoli della bocca e si confondevano con l’acqua della doccia. Il pompino di Patrizia mi aveva lasciato senza fiato e senza sborra. Lei invece era fresca come una rosa e mi aveva detto che non le sembrava giusto che in poche ore aveva fatto sborrare due maschioni e lei ancora non aveva goduto. Mi aveva preso per mano, anzi per il cazzo ancora barzotto, mi aveva trascinato fuori della doccia, e si era sdraiata a gambe larghe sul lettino in giardino. Davanti a noi avevamo soltanto il mare e la costa africana. Guardandomi con i suoi occhi puttaneschi mi aveva attirato con il viso in mezzo alle sue gambe e mi aveva chiesto di leccarle la fica. A me non era sembrato vero;dopo poche ore di vacanze avevo praticamente realizzato almeno la metà del mio programma. Mi ero infilato con la faccia tra le sue cosce e con la lingua prima avevo aperto le labbra della fica già piena di cremina, e poi avevo iniziato a leccarla tutta, dal basso verso l’alto, fermandomi ovviamente sul grilletto. Era evidentemente in arretrato con il godimento perchè esano bastate poche slinguate a farla godere fino a farmi bere il suo succo. Appena avevamo recuperato una condizione normale e ci eravamo rivestiti, sia pure sommariamente, ci eravamo confessati le nostre fantasie ed i nostri desideri che, guarda caso, erano coincidenti. Mi aveva rivelato che lei non avrebbe avuto nessuna difficoltà a convincere Franco ma che, anzi….. , ed aveva alluso a qualcosa che io non avevo capito in quel momento ma che mi sarei ricordato in seguito. Aveva anche detto che mi avrebbe aiutato a coinvolgere Tania, perchè lei aveva, al riguardo, un arma segreta. Pochi minuti dopo erano rientrati Franco e Tania ed il mio amico, sorprendentemente per me, aveva pronunciato qualche battuta spiritosa sul fatto che io e la moglie eravamo rimasti soli e su quello che avevamo potuto aver combinato. Io avevo fatto finta di niente mentre Patrizia, invece, aveva risposto a tono, in maniera spiritosa, che avevamo fatto tutto, ma proprio tutto. In quel frangente mi era parso di cogliere lo scambio di uno sguardo complice tra i due. Nel pomeriggio, subito dopo pranzo, ci eravamo messi a riposare, ognuno nella propria stanza. Avevamo chiuso le porte ed avevamo acceso l’aria condizionata, ma i letti erano praticamente a parete e l’intimità era davvero scarsa. Io avevo una voglia di scopare che non vi stò a spiegare, ed anche Tania smaniava dal desideri del mio cazzo. Il sole, il mare, la libertà, infatti ci avevano eccitato e quasi subito ci eravamo liberati del poco che indossavamo ed iniziammo un fantastico 69:lei sopra ed io sotto, con le bocche in mezzo alle gambe e le lingue sul cazzo e sulla fica. Tania mi leccava la cappella, le palle, che mi aveva depilato prima di partire, ed anche il buchetto del culo che, quando mi prendeva il cazzo in bocca mi massaggiava sempre con le dita. Il 69 ormai non bastava più, avevamo voglia di cazzo e di fregna, ed allora l’avevo fatta mettere alla pecorina ed avevo infilato il cazzo nella ficona tutta bagnata. Me la stavo godendo, immobile con il cazzo piantato nel suo corpo, quando Tania mi aveva fatto cenno di tacere, di non fare rumore e di ascoltare. Aldilà della parete, si sentiva , sommessamente ma chiaramente, che Patrizia stava raccontando qualcosa a Franco. Ci eravamo fatti più attenti, a me questa cosa mi eccitava molto ed il mio cazzo, se possibile, si era ingrossato ancora di più nella fica di mia moglie. Avevamo così sentito Patrizia che diceva a Franco di aver visto il mio cazzo mentre mi facevo la doccia, e lo aveva visto dritto e duro. aveva continuato con il dire che le era piaciuto molto e che avrebbe voluto, dopo tanto tempo, riprovare un bel cazzo cicciotto e robusto, dopo tanti anni di uccello bellissimo, lunghissimo ma non troppo dotato in circonferenza, come il suo. Andava affermando che la sensazione che provava quando lui la scopava, la inculava ed anche quando glielo metteva in bocca, era fantastica perchè si sentiva penetrata fino nel più profondo, ma che ora aveva voglia, invece di sentirsi riempita, allargata nella fica, nella bocca e nel culo. Soprattutto nel culo, che voleva sentirsi aprire anche con dolce violenza. Aveva concluso che tutti i loro desideri di trasgressione e le loro fantasie irrealizzate, o provavano a metterle in atto in questa settimana con noi che eravamo i loro migliori amici, che davamo affidamento e che, nella peggiore delle ipotesi avrebbero rifiutato le loro proposte senza nessuna complicazione perchè avrebbero sicuramente compreso e perchè, alla fine, lei riteneva che io, come tutti i maschi, ci sarei stato senza problemi , che Tania, forse, si sarebbe incuriosita anche lei, scatenando quella sua sessualità nascosta che un giorno le aveva confessato che, soprattutto, la confidenza che c’era tra noi avrebbe consentito di esplorare tutte le trasgressioni accettabili, nessuna esclusa, e lui sapeva a cosa si stava riferendo.
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