Era già da tempo che le mie fantasie masturbatorie, si limitavano a bizzarri rapporti con uomini maturi ed in molti casi poco piacenti.Avevo 20 anni all’epoca, e dall’età di 18 ogni volta che mi dedicavo all’autoerotismo, immaginavo rapporti con persone del mio stesso sesso.Presto mi ero dedicato a del sano sesso tradizionale basato sulla certezza di non dover stabilire un rapporto fisso, senza possibilità di strafare, ma comunque discretamente soddisfacente.Curiosamente, avevo notato di come quel mio desiderio di maschio, che tanto spesso si manifestava mentre stringevo il pene tra le mani, svaniva per trasformarsi in vera repulsione quando mi trovavo a contatto diretto con uomini di ogni specie.Non mi trovavo nell’ambiente giusto per tentare di dare una brusca sterzata alle vie del mio piacere, così accantonai la cosa, riducendola a semplice strumento di piacere.Venne però il momento, in cui annoiato e stanco di una estate calda e senza nessuna emozione particolare, mi convinsi a fare il grande passo, promettendomi che in un modo o nell’altro avrei dovuto soddisfare le mie fantasie omosessuali.Una base di partenza solida, poteva costituirla un professore del mio istituto professionale, un ometto bassino e simpatico,(non dichiaratamente gay ma le voci circolavano costanti su di lui) con cui avevo avuto sempre un ottimo rapporto confidenziale.Ricordavo bene dove abitasse, ed un giorno, preso coraggio mi decisi a fargli visita, così senza intenzioni precise.Citofonai e dopo poco qualcuno mi rispose.Meravigliato dalla sorpresa fattagli, il professore mi fece accomodare, parlammo del più e del meno, e diventando sempre più intimi, gli rivelai qualche particolare scabroso circa alcune scappatelle con donne sposate o più grandi.Ridemmo senza dar molto peso ad una eventuale tensione erotica, e mentre i minuti scivolavano via, sentivo che mancava del tutto l’attrazione che avrebbe potuto spingermi a fare qualche follia.Così, lo lascia senza che nulla fosse cambiato, anche se avevo fatto un passo avanti verso il mio scopo.Da quel giorno però, la voglia di una relazione con un uomo, tornava a farsi sentire prepotente, e la masturbazione non bastava più a placare le mi voglie.Usando la web cam di un amico, approntai alcune foto, molto semplici, vestito e senza pose strambe, rifilando la scusa che ne avrei avuto bisogno magari chattando, per scambiarla con qualche ragazza.Poi con il cuore in gola, inviai annunci con preferenze varie, a siti e giornali, gli stessi siti e giornali che mi divertivo a leggere maliziosamente, additando quelli che invece ne usufruivano con serietà.Anche io ero diventato uno di loro, anche se per placare una fame crescente.Scrissi chiaramente, che desideravo un uomo sui 40-45, molto peloso, possibilmente robusto ma non eccessivamente grasso, paziente e senza preferenze sado maso, attivo in cerca di un giovane non effeminato, glabro sul torace interessato a prima esperienza.Ovviamente non avevo intenzione ne di viaggiare ne di ospitare, in modo da poter godere di una tranquillità che davvero mi era necessaria.Restrinsi il campo alla sola roma, ed in breve mi trovai tempestato di risposte, anche da parte di persone che non corrispondevano affatto alle richieste.Onde evitare uno sputtanamento improbabile, ma comunque possibile, chiedevo sempre una foto prima di inviare la mia.L’unica persona che mi intrigò parecchio, era la perfetta incarnazione di quanto sognato in seghe lunghe e soddisfacenti.Un uomo dalla criniera leonina, barbuto e dalla fronte ampia, alto 1,85, (avvocato civile avrei saputo poi).Gli inviai una foto e da quel poco che i scrisse in risposta mi parve di piacergli molto. Due o tre messaggi e l’appuntamento era fissato.La sera prima, sempre molto titubante, fui sul punto di cancellare la mail e di sparire letteralmente, di non farmi vedere e di abbandonare una idea così assurda.Ma la curiosità e la voglia, trionfanti mi spinsero a rispettare l’appuntamento.Mi recai pieno di ansia al luogo dell’incontro, un bar che non avevo mai neanche sentito, seppure non molto lontano da casa mia.Mi presentati con un leggerissimo ritardo, tanto per non essere quello che riceve l’ospite al tavolo.Lo vidi, e non mi meravigliai della mia scelta. Non ebbi pulsioni erotiche al momento del contatto visivo, ma sentivo di aver scelto bene, che quella forse poteva essere la persona giusta.E poi in fondo se le cose non si fossero messe per il verso giusto avrei benissimo potuto dire arrivederci e grazie e sparire come già avevo pensato di fare.L’incontro andò benissimo, l’uomo(Franco) sembrava in grado di mettere a proprio agio le persone, e si rendeva perfettamente conto di non dover calcare la mano.Parlammo per mezz’ora, ed in quella mezz’ora dovetti ordinare due amari per trovare il coraggio di andare avanti.Lui se ne accorse e rise della cosa.-Guarda che se ti ubriachi non posso nemmeno riportarti a casa, non so nemmeno dove abiti–Mi porterai a casa tua allora-risposi io sorridendo, mentre trangugiavo l’ultimo rimasuglio di amaro.Lui rise ed annuì –sembri più determinato rispetto a quanto scritto nelle mail–Ho bisogno di esserlo, devo fare il passo così senza pensarci- ed ero convinto di quello che dicevo, poiché tentennando non sarei arrivato da nessuna parte.Lui sembrava convinto e dopo aver pagato il conto mi invitò a seguirlo, domandandomi per l’ennesima volta, sempre in maniera molto velata, se fossi effettivamente maggiorenne.-vuoi vedere i documenti?-risposi appena brillo.Arrivammo a casa sua utilizzando la sua vettura, una mercedes vecchio modello, molto ben tenuta.Il suo appartamento era al quarto piano, panoramico, di quelli che a comprarli si dovrebbe dar via un occhio della testa.Dentro l’ambiente era sobrio e pulito, molto ben arredato. Il classico appartamento da scapolo, dove la mano delle governante è fondamentale.Gli domandai un bicchiere d’acqua, e dopo averlo bevuto, subito optai per una pisciatina rilassante, che potesse darmi tempo e tranquillità.Tornai da lui, ed ancora parlammo del più e del meno. Le mie mail erano state esaurienti, e lui sembrava aver capito perfettamente come muoversi. Gli avevo rivelato qualche fantasia molto particolare, altre semplici e banali, il mio terrore del rapporto anale, insomma lo avevo istruito a dovere.Era chiaro che non avremmo scopato subito, ma comunque doveva esserci un inizio, una base su cui costruire gli eventuali incontri futuri.Lui mi disse di rilassarmi e fissandomi intensamente si strinse a me.Ero un bel ragazzo, capelli castani, molto lisci, appena lunghi sul collo, un fisico asciutto ed un bel viso pulito.Io lo lasciai fare e dopo avermi cinto la spalla, lo spinsi con la spalla per fargli capire che poteva accostarsi di più.Presi coraggio ed avvicinai la mia faccia alla sua, lasciandogli però il compito di fare quel primo passo.Detto fatto, le nostre labbra si toccarono, io assecondai il movimento senza strafare.Era andata ci baciavamo e mi piaceva. Lui si staccò per fissarmi con aria autoritaria, io ricambiai con un sorriso sottomesso, poi presi a baciarlo di nuovo. La su lingua prepotente frugò la mia bocca, assaporò le mie labbra lasciandomi stordito. Era impetuoso ma non troppo, insomma sapeva come muoversi e cosa fare. Io mi piegai meglio verso di lui, la sua mano finì così per accarezzarmi il sedere.Mi trattava come una donna e la cosa mi piaceva molto, cosa ché cominciai a massaggiargli il petto, sino a scendere alla patta dei pantaloni, bella gonfia e voluminosa.Il nostro primo incontro finì con quel petting molto spinto che mi aveva fatto esplodere letteralmente nei boxer.Anche lui sembrava molto soddisfatto, e con aria impassibile mi diede appuntamento di lì a due giorno.Nelle 48 ore seguenti, mi sforzai di non pensare troppo, e di prendere la cosa per come veniva, pentito quasi di non essere andato oltre in quella prima circostanza.Quando fui di nuovo sul divano di casa sua, luogo che aveva scelto poiché io già in confidenza mi sarei trovato maggiormente a mio agio, senza esitare troppo in chiacchiere insensate, presi a baciarlo, desideroso di essere dominato.-Levati la maglietta-mi disse.Io obbedii senza battere ciglio, dando vita ad un massaggio al basso ventre che diede in tempi lampo i suoi frutti.Determinato, tirai giù la cerniera e con le dita frugando tra gli slip sentivo la carne pulsante del suo sesso, bramoso di avere di più.Slacciai la fibbia dei pantaloni, lui si sganciò per un attimo dal divano, e tirando giù pantaloni e slip rivelò il sesso in erezione, che forse toccava i 19 centimetri.Bello e voluminoso, più grosso del mio, quello era l’importante.Lo carezzai e poi lentamente presi a masturbarlo, sempre con maggior vigore, fino a farlo esplodere in uno schizzo lunghissimo che andò a colpire il tavolino.Lo lasciai e presto i nostri incontri divennero quasi una consuetudine.La terza volta, una sorta di fuga lampo dal suo studio, lo masturbai ancora rapidamente, e mentre ci baciavamo, sentivo quantità industriali di saliva passarmi in bocca, la cosa mi eccitò, tanto che dovetti masturbare me e lui.La quarta volta, nella tranquillità di casa sua, dopo la sega, portai la mano sporca del suo sperma alla bocca, e gli sorrisi.-Questo è per il prossimo passo- dissi.Nel successivo incontro, mi volle nudo ed a 90 gradi.Mi fidavo di lui e quindi supponevo non avrebbe cercato di incularmi, tuttavia come supposto, prese a frugare il mio ano con un dito cosparso di vaselina, l’indice andava su e giù per il mio buchetto, poi anche il medio, entrambe le dita dilatarono il buco più segreto del mio corpo per una decina di minuti.Una volta terminata l’operazione di sondaggio de terreno di sedette completamente nudo sul letto, pronto a ricevere il pompino che gli avevo promesso.Io timidamente mi accostai a quel glande meraviglioso, e dopo averlo imboccato, timidamente cominciai a fare su e giù con la testa, per quel che potevo, cercai di ingoiarne il più possibile.Con le sue forti mani, mi guidava spesso la testa, dandomi il ritmo giusto.Mi piaceva succhiare quel grande cazzo, e preso dalla foga scesi sino alle palle, leccandole come meglio la poca esperienza mi induceva a fare.Lui lasciò che della saliva colasse sulla punta del suo uccello, e con fare prepotente mi disse di ciucciare per bene.Io naturalmente non mi sognai di dire no, ed ancor più eccitato liberai il cazzo dai pantaloni per farmi una sega.Non saprei dure quanto andammo avanti, fatto sta che alla fine lo implorai di venirmi in faccia.Lui sorrise soddisfatto, evidentemente le cose andavano per il verso giusto.Mi disse di alzarmi e di sedermi su di lui, ed una volta sulla sua pancia, mi piazzò il cazzo esattamente sotto l’inguine. Io che avevo già visto quella pratica, lo strinsi come meglio potevo e dandomi la giusta spinta, aiutato da lui, presi a masturbarlo con le cosce.La cosa doveva piacergli molto, perché lo sentivo contorcersi sotto di me come elettrico.Mi carezzava la coscia e mi infilava il dito medio in bocca, mentre sempre più violentemente di dimenava.Venne imbrattandomi le cosce, poi dopo aver ripreso fiato di fece accomodare sul fianco ed alzandosi in piedi mi accostò l’uccello alla faccia.Io gli sorrisi e lo presi in bocca tutto senza pensare. Il sapore dello sperma non mi disturbo, ma per evitare di bere troppo, anche se il residuo non era eccessivo, mi limitai a leccargli poi tutta la cappella. Lui chinandosi aprì la bocca e lasciò che della saliva cadesse dalla punta della sua lingua.La prima volta mancò il bersaglio, la seconda invece centrò perfettamente il mio palato.Avevo gradito e glielo feci notare, masturbandomi con foga.Lui lasciò che gli ripulissi il cazzo per bene, e mentre venivo mi sputò ancora in bocca soddisfatto.-Che porco-dissi stringendoglielo tra le mani.Dopo la doccia, il pomeriggio strascorse tra una chiacchiera e l’altra, ma visto che nessuno dei due aveva granchè da fare, decidemmo di cenare in casa assieme.Dopo aver ordinato la cena, affrontammo una conversazione circa le fantasie, che potevano e dovevano essere attuate, di come lo sputare in bocca facesse parte della sua perversione e tanto altro.Arrivata al cena, in cucina ebbi l’idea di regalargli un altro momento hot, sfruttando le conoscenze accumulate guardando film porno.Sedetti sul tavolo e lo invitai a venire da me per baciarlo e massaggiargli in cazzo. Quando il mio scopo(farglielo indurire) ebbe compimento, lo invitai a sedersi di fronte a me completamente nudo. Lui era rimasto in boxer e maglietta dopo la doccia, così non ebbe difficoltà ed accontentarmi.Aveva capito subito dove volevo andare a parare, ed offrendo il ventre ai miei piedi mi guidò nell’operazione.Una bella sega coi piedi era quello che ci voleva prima di cena, ne ero certo. Non ero bravo, ma abbastanza atletico, e facendo leva con le mani sul tavolo non ebbi difficoltà ad eseguire l’operazione, mentre lui ridacchiava soddisfatto di tale iniziativa.-visto che siamo in tema di piedi perché lo dai una leccatina ai miei-io titubante mi accascia sotto il tavolo, e ovviamente presi a leccargli il dorso, offrendo colpi di lingua brevi e veloci.Lui si alzò in piedi offrendomi la vista delle sue belle palle gonfie che si agitavano spinte da una sega coordinata.Mentre leccavo cercavo di capire cosa stesse facendo, poiché lo avevo distintamente sentito armeggiare con le buste.Quando era prossimo all’orgasmo, ed io a dire il vero contento del mio ruolo di leccapiedi, mi fece cenno di alzarmi.Finalmente pensavo che mi avrebbe sborrato in bocca, ma al contrario, diresse il getto verso il piatto di insalata che aveva posizionato in precedenza, aggiungendo ulteriore condimento a quelle fresche foglie verdi.-Adesso è più saporito ed adatto a te-mi disse strusciando il pene su quelle innocenti foglioline.La cosa mi eccitò da morire, visto che quello non lo aveva mai immaginato nemmeno nella sega più fantasiosa mai sparatami.Avvicinai il piatto e con garbo consumai quel pasto arricchito, senza smettere di dispensare sorrisi al mio amante che invece con naturalezza prese a mangiare della pasta.Adesso non potevo esimermi dal pensare di essere un gay a tutti gli effetti, ma la cosa non mi disturbava affatto, poiché io non mi sentivo cambiato di una virgola, tranne che nell’intimità certo, ma quella non apparteneva a nessuno quindi potevo stare tranquillo.Di cene come quella ce ne sarebbero state altre, ed anche di esperienze e scoperte.

