Io e mio marito siamo due poliziotti e lavoriamo insieme in pattugliamento. Ho 29 anni, sono abbastanza esile ma grintosa per questo nessuno dei miei colleghi mi ha mancato di rispetto. Mio marito ha 35 anni un bell’uomo molto alto ed esperto di arti marziali. Una sera mentre facevamo il solito giro di controllo in uno dei quartieri piu’ malfamati della citta’, notammo uno spacciatore che lavorava imperterrito sul ciglio della strada. Lo bloccammo per il solito controllo dei documenti e per l’arresto momentaneo, giusto per fargli capire che le forze dell’ordine sono sempre efficienti. Fu troppo tardi per accorgersi che era una trappola, infatti quell’uomo che spacciava lo avevamo arrestato un mese prima bruciando tutto il materiale stupefacente che aveva e facendogli perdere un sacco di soldi. Dopo alcuni giorni di carcere riusci’ a uscire grazie ad un’avvocato penalista suo parente e pagando una penale. Una volta scesi dalla volante ci trovammo circondati da cinque balordi armati di pistola e con minacce spaventose ci indicarono di entrare in un furgone parcheggiato nell’altro lato della strada. Erano troppi per difenderci quindi ci disarmarono e ci sbatterono con forza all’interno. Mio marito lo picchiarono e gli legarono mani e piedi, era completamente immobilizzato, lo spacciatore si avvento’ su di me con chiare intenzioni di abusare per vendicarsi del mal torto. Naturalmente non potevo certo farmi vedere da lui in una simile situazione quindi gli diedi un calcio in mezzo alle gambe e con una smorfia di dolore cadde a terra bestemmiando. Ero terrorizzata perche’ non potevo assolutamente sottomettermi a quei individui, incominciai a tremare e a urlare che se ci avessero lasciati andare subito non avremo denunciato nessuno. Parole al vento, un ceffone in pieno viso mi arrivo’ diretto dal piu’ grande e robusto, caddi al suolo dolorante ma ancora piena di energia e di adrenalina. Dovevo difendermi a tutti i costi e cercare di farli desistere ma in cuor mio sapevo che cio’ sarebbe stato molto difficile. Uno di loro punto’ la pistola alla tempia di mio marito minacciando di ucciderlo se avessi ancora posto resistenza. A quel punto non potei fare piu’ nulla anche perche’ mio marito incomincio’ a piangere dalla paura. Mi obbligarono sotto minaccia a spogliarmi e ad inginocchiarmi, poi con grande schifo e con le mani dietro la schiena incominciai a spompinare uno di loro sotto gli occhi sgranati di mio marito, mentre quei bastardi ridevano e allo stesso tempo bevevano. Lo spacciatore che intanto si era ripreso, lo prese per i capelli dicendo “guarda quanto é troia la tua mogliettina”, io mi sentivo soffocare perché quell’uomo non mi diede mai il tempo di respirare e continuo’ con forza a stantufarmi la bocca con i suoi 25 cm di pene duro come il ferro. Dopo 10 minuti di violento pompino mi misero alla pecorina, pensai che forse per evitare che mi sfigurassero con le botte avrei dovuto assecondarli purche’ questo orrore finisse il prima possibile. Intanto mio marito mi guardava con un’espressione di sconforto e rassegnazione dicendomi solo.. “fai quello che ti dicono e vedrai che presto dimenticherai” al contrario non mi vedrai piu’perché questi mi uccideranno. Improvvisamente uno di loro mi tiro’ i capelli e mi mise un altro cazzo in bocca, sentivo odore di muschio e zenzero, stavo sballando, vidi tutto nero e il mondo sembrava scomparire, quel cazzo era cosi’ grosso che mi stava dentro a malapena. avevo la bocca oscenamente spalancata e me lo sentivo in gola. “Credo che dovro’ scoparti ancora la bocca disse il porco ridendo” e cosi dicendo mi spinse la testa sul cazzo spingendomelo tutto dentro fino ai coglioni. Iniziai nuovamente a pompare con disgusto come non avevo mai fatto, succhiavo rabbiosamente quel cazzo con la bocca orribilmente aperta e cercando con gli occhi lacrimanti lo sguardo del porco per avere almeno una sua approvazione, e teneva l’asta stretta con la mano e contemporaneamente andava col bacino avanti e indietro alternando movimenti lenti con ritmi piu veloci fino a farmi emettere coati di vomito. Un’altro da dietro con due colpi poderosi di reni mi ficcò il cazzo nella fica e comincio’ a fottermi con tale foga che le mie chiappettine vibrarono in modo imbarazzante. Cercai disperatamente di divincolarmi ma piu’ mi muovevo e piu’ sentivo quel pene entrarmi dentro all’inverosimile…i suoi testicoli li sentivo sbattere ritmicamente nella parte inferiore della mia piccola e fragile vagina, continuo’a stantuffare come un indemoniato facendomi urlare. A volte si fermava all’improvviso giusto per vedere le mie smorfie di dolore per poi riprendere subito dopo ,sotto i suoi colpi incessanti e sempre più violenti. In un momento di lucidità volevo dirgli di non sborrarmi dentro ma il cazzo che stavo succhiando mi impedi’ di parlare. Speravo che venisse il prima possibile per terminare questo atroce incubo, ma la mia speranza si rilevo’ vana perche’ continuo’a sbattermi con violenza. Erano in due che in quel momento mi violentarono perche’ gli altri guardavano e ridevano urlando “dai domate questa piccola poliziotta troia”. Non volevo dare loro la soddisfazione di essere domata come una puledra,il mio orgoglio di poliziottta me lo impediva, quindi con tutte le mie forze mi dimenavo e mi divincolavo imprecando di smetterla. Poi la cosa si fece piu’ drammatica perchè uno di loro che ancora non aveva usufruito della mia piccola e stremata intimita’, si mise sotto di me e fece togliere il membro del suo amico per ficcarci il suo. Incomincio’ a sbattermi selvaggiamente e i suoi affondi non perdevano mai di profondità facendomi sempre sentire con ritmo impressionante ad ogni colpo, il contatto del suo pube peloso contro le natiche e dandomi purtroppo un piacere intenso fin nel profondo della vagina, mentre l’altro punto’ la sua enorme e calda cappella dritto sul mio culetto ancora vergine. Sputava sino a che non lo sentivo allentarsi e ammorbidirsi pronto per ricevere il grosso cazzo. Mi puntava il duro palo eretto iniziando lentamente a farsi spazio, io tremavo e piangevo non sapendo quanto avrei potuto soffrire , ma mi fecevo forza trattenendo il respiro. Capito l’intenzione , gridai con tutto il fiato che mi rimaneva “no vi prego li no” ma fui azzittita con un’altro grosso pene in bocca. Non potevo fare molta resistenza, ed aiutato dal sapiente lavorio di dita sul mio ano e dalla saliva che mi face colare nell buchetto.. alla fine ebbe vinta la battaglia. Sentivo i muscoli dello sfintere che cedevano gradatamente per assecondare l’introduzione e , come uno schianto il grosso cazzo entro’.. il porco sentiva l’uccello che si attestava oltre il buchetto che si richiudeva immediatamente intorno come volesse avvolgerlo in un delicato guanto vellutato. “brava brava cosi tienitelo dentro resisti un po’, ti brucia il culetto eh?” mi diceva ridacchiando con aria visibilmente soddisfatta. Dava tremendi colpi di reni affondando le unghie nelle natiche che diventavano violacee per le forti pacche che a volte ricevevano. Ero completamente sodomizzata, in pochi istanti ero in preda di tre cazzi contemporaneamente. Ero esausta spaventata e schifata, non credevo che arrivassero a tanto. Provavo una sensazione di paura e di eccitazione incredibili e nei brevi momenti che non spompinavo non riuscivo neppure ad aprire la bocca per far uscire la voce.. ma finalmente in un specie di gorgoglio, mi uscì dalle labbra un “noooo!” accolto da una gran risata da quei bastardi, che evidentemente lo avevano interpretato come un’accettazione ,seguito poi da un “vi scongiuro nooo!”, così debole che nessuno di loro prese minimamente sul serio. Continuavano a sbattermi con vigore, io mugolavo e piangevo e non avevo piu’ la forza di contrastarli. Poi mi infuriai con me stessa perche’ passato il primo dolore cominciai ad avvertire una sensazione strana che montava colpo su colpo .. sentivo aumentare il ritmo dell’inculata e ormai stavo godendo anche nell’ano. Il mio povero buchetto arrossato, era ormai violato e sfondato all’invero simile mentre mio marito guardava attentamente i miei sguardi, i miei mugolii, le mie espressioni di sofferenza, mentre mi umiliavano di continuo.. lui mi guardava stupito. Ormai si erano convinti che non avrei più fatto alcuna resistenza e mio malgrado avevano ragione, infatti mi lasciai andare ..ero troppo stanca e demoralizzata per gridare e imprecare ancora, e poi senza volerlo avevo avuto anche due orgasmi. Erano passati 30 minuti e loro non smettevano, ero confusa e avvilita, pensavo alle volte che lo facevo con mio marito sempre con estrema dolcezza e mi piaceva la delicatezza che usava sul mio corpo, le carezze dolci e sincere che si plasmavano sul mio viso promettendoci amore e fedelta’per tutta la vita. La mia anima non poteva sopportare quello che mi stava succedendo. Ero allo stremo della sopportazione, il culo rotto e bruciante, me lo sentivo largo ed aperto come quello di una puttana, ogni qual volta che finiva uno.. subito un’altro mi affondava con verocita’ fino alle palle, mentre chi mi scopava sentivo il cazzo che mi arava le pareti interne della figa provocando un ulteriore secrezione di umori uterini che andavano per fortuna a lubrificare quel membro mostruoso. Passarono altri venti minuti di quella agonia e mi sentivo “ora” una troia a tutti gli effetti, assecondavo i loro colpi terribili con lamenti di piacere sotto lo sguardo incredulo e sconvolto di mio marito, non riuscivo piu’ a ribellarmi e godevo come una forsennata senza piu’ pensare a nulla, non c’era più niente che riuscisse a fermare il mio continuo godimento, continuavo a dire si, a piegare le gambe per sentirli di più, a drizzarle per seguire i loro movimenti, prima lenti, poi a tratti veloce. La testa mi girava, sentivo dentro di me che non ce l’avrei piu’ fatta con quelle mazze che mi laceravano la carne, e intanto rimuginavo al tempo, allo sforzo che avrei dovuto impiegare per farli venire, un’altra volta. I miei sospiri erano interminabili, poi soffocati, e ancora sussurrati. Lo spacciatore mi si avvicino’ all’orecchio e mi sussurro’ “vuoi che smettiamo?” ed io come una stupida feci di no con la testa mentre sponpinavo voracemente un cazzo enorme e puzzolente, poi chiusi gli occhi e mi rilasciai andare, ripresi l’andatura al galoppo…mi sentivo tremendamente in colpa ma non potevo smettere anche perche’ stavo avendo il terzo orgasmo. No!- Esclamai e subito -Siiii!- E nella mia indecisione gli piantai le unghie sul petto peloso di colui che mi stava sotto, susseguendo ai miei..sii.., sospiri e lamenti indescrivibili. Avevo dentro la forza, l’impeto e il libido di un’animale, di una schifosa puttana vogliosa, accelerai il mio galoppo, li sentivo infondo, mi toccavano le viscere da quanto infondo li volevo. Avevo gli occhi stretti e la bocca semi aperta in una smorfia di dolore a causa delle loro spinte , della profondità a cui arrivavano, sentivo che mi aprivano, mi squarciavano il ventre, ma mi piaceva. Abbassai la schiena e mi inarcai, in modo di tirar su ancor di più il posteriore, allargai di piu’ le gambe e appoggiai la guancia sudata sulla fronte del bastardo sotto di me. Mi punirono ancora, e ancora, li sentivo decisi nel loro godimento, poi, mi inventai di muovere il culo, di fargli sentire come si muove una poliziotta arresa, continuavo bagnata di sudore, a muovere il bacino con i muscoli del sedere tirati al massimo, in una danza a loro adatta. Mi scoparono in tutti i buchi per un’ora intera, con tutto lo sperma che mi avevano pompato dentro il giorno dopo avrei speso un capitale in “pillole del giorno dopo” Uscendomi dal culo e dalla fica sentii come se mi avessero tolto una parte del corpo e la sborra non più trattenuta dai due “tappi” iniziò ad uscire a rivoli. Poi vennero ancora nella mia povera stanca lingua che tenevo fuori, mi riversarono tutto il loro sperma caldissimo, che cercai d’ingoiare completamente, anche se da quanto era abbondante, un rivolo mi scivolo’ dall’angolo della bocca e lo sentivo scorrere sul mento. Lo sperma tracimava dalla mia bocca e mio marito osservava la mia faccia tutta impiastricciata. Era finalmente tutto finito, slegarono mio marito mi fecero rivestire e ci sbatterono fuori dal furgone, poi con una sgommata si dileguarono. Ero distrutta e stremata, il mio corpo era pieno di lividi, le gambe tremavano e la mia mente era confusa e umiliata. Avevo un grande senso di nausea mista a paura e orrore. Mio marito non mi parlo’ piu’ per un mese era deluso e stupefatto ,non tanto per quello che mi fecero fare perche’ dopo tutto gli salvai la vita, ma per come lasciai abbandonare il mio corpo ai loro soprusi. Probabilmente potevo resistere fino alla fine e salvare la mia dignita’ di moglie per bene e di poliziotta integerrima, ma purtroppo sono stati cosi’ violenti, e allo stesso tempo professionisti nel farmi uscire dal profondo dell’anima la mia nascosta fantasia di sottomissione e bravi nell’estirpare quella piccola fetta di “troia” che tutte le donne posseggono gelosamente in un’angolo del loro inconscio, e il mio corpicino non ha potuto resistere per tutto quel tempo a quei colpi sublimi e non mi diedero altra scelta.. che godere e ancora godere fino allo svenimento. Dopo quel episodio diventai molto prudente, e di frequente incubi tremendi mi fecero quasi venire un esaurimento. Passo’ un mese ..e una sera come un automa andai da sola in quel posto, forse inconscemente speravo di rivivere ancora una volta una esperienza di stupro violento. Avevo capito che bisognava trovarsi in una situazione impossibile per scatenare tutta la mia sessualità, sapevo che da ora in avanti, un rapporto normale mi avrebbe lasciata freddina e indifferente. Spero di non aver turbato nessuno perche’ cio’ che ho raccontato fa parte di un sogno ricorrente e che in realta’ non é mai avvenuto.
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