Abbiamo amici a cena. Mi sai spiegare perché per la paura di fare brutta figura sono appena le 5 del pomeriggio e abbiamo praticamente finito di preparare tutto? Ci manca solo il risotto che faremo all’ultimo minuto. E’ stata un’altra giornata calda. Però mi sento bene. Ti sto osservando nella tua tenuta estivo – casalinga. Mi piace quando d’estate giri per casa così come sei adesso. Maglietta del tipo "se non ci fosse si vedrebbe meno" e con un paio di boxer che in origine erano miei. Sono d’accordo con te quando dici che ci stai comoda, che è il giusto compromesso tra il girare nuda per casa e un minimo di decenza per i nostri dirimpettai anziani. Non capisco però se fai apposta. Se il tenerli sbottonati davanti faccia parte di un "piano strategico" o sia solo pigrizia. Secondo me, pochi minuti fa quando ti sei chinata per asciugare l’acqua versata, sapevi benissimo che restavano meravigliosamente aperti e io avevo una splendida visione di tutto il tuo pelo scuro. Sei tendenzialmente una "depravata". "Donnadaibassistinti" Visto che abbiamo finito tutto e che tu sei depravata., allora giochiamo un po’. Se ti vengo dietro così, mentre lavi i piatti e le pentole, ti metto le mani sotto la maglietta (insisto nell’affermare che chiamarla maglietta è un eufemismo!) e ti prendo i seni, tu cosa fai? Come immaginavo. Sei una polveriera. Ti sei immobilizzata e hai appoggiato la testa sulla mia spalla. Occhi chiusi. Non puoi continuare così però. L’abbiamo fatto ieri sera, stamattina e adesso sembra che non ci vediamo da un mese. Non so più cosa fare con te! Hai sempre dei capezzoli che rispondono immediatamente alle carezze. Li senti che bei turgidi? Cosa fai? Ti giri e mi baci? Direi che va benissimo. Il bacio lungo con lingue esploranti rimane insostituibile. E poi baciamo entrambi benissimo. Sì l’ho levata io la maglietta. Farai mica finta di vergognarti vero? Sei proprio bella. Siamo già nudi. I corpi combaciano in un abbraccio difficile da sciogliere. Vediamo se hai cucinato bene. Vieni qui, chinati piano. Un tuo seno è dentro la tazza della maionese che abbiamo appena fatto e che doveva servire per il pesce. Vedi la fortuna di avere il seno piccolo? Ne è ricoperto solo poco oltre il capezzolo. Fai un bell’effetto. Dal tuo respiro la cosa ti sta coinvolgendo. Guarda che è solo un gioco, prendi sempre tutto sul serio. Fammi assaggiare. E’ venuta proprio buona. Guarda come spunta fuori il tuo capezzolo. E’ tutto ricoperto di maionese densa. Come va? Meglio? Solo con la lingua vero? Sei oscena da quanto è duro. Non riesci proprio a trattenerti. Ecco sei contenta? Ti ho pulita tutta. Vieni distenditi sul tavolo. Cosa sto facendo? Mi pare evidente! Sto disegnando sul tuo corpo un percorso. E’ come una strada fatta di pinoli, che parte dal collo e arriva al tuo pelo, passando per i seni e la pancia. Non ti muovere però, altrimenti cadono. Li prendo con le labbra o con la lingua? Va bene faccio io. Non partecipi molto attivamente. Devo anche dire che raramente ti ho vista così coinvolta e abbandonata. Hai visto? Qualche pinolo si è andato ad incastrare tra le labbra del tuo sesso. Quelli li aspiro dolcemente. Perché sono umidi? Non rispondi. Vieni. Ti faccio diventare attiva. Sì hai proprio ragione. E’ la terrina con il cioccolato fuso che è avanzato dalla torta. Sì stai tranquilla si è raffreddato. Cosa ne faccio? Lo vedi anche tu! Ci sto infilando dentro il mio sesso rigido. Eccolo. Ti piace il colore? Guarda come cola. Se non vuoi che ti sporchi tutto il pavimento, ti conviene darti da fare al più presto. Lo so sei combattuta tra l’infilartelo tutto in bocca in un solo colpo o se farmi soffrire e leccarlo piano. So già che opti per la seconda ipotesi. Ecco. Così, da brava. Non capisco se la tua passione è il cioccolato o il mio sesso. Meglio non indagare! Non esagerare altrimenti oltre al cioccolato dovrai mangiare altro di cui sei molto ghiotta! Anche lì sulla piega del glande. Bravissima! Pulito perfettamente. Ti rialzi e mi abbracci. Hai il viso tutto sporco di cioccolato. Sì hai ragione. Adesso ti pulisco io. Senti come punta sulla tua pancia? Vieni siediti sul tavolo. Ti penetro così. Bello vero? Muoviti piano. Non far sentire subito la tua impazienza. E se fosse stato ancora ricoperto di cioccolato? Lo avresti preso ugualmente? Dici di sì? Ho capito. Poi dovevo io pulirti con la lingua in profondità. No! Stai già venendo. Ma che figura fai? Stringimi forte. Brava, restiamo abbracciati mentre godi. Mi sembra proprio bello. Come dici? Che non devo venire? Che senti che non ti basta? Se lo racconto in giro non mi credono. Ho capito mi devo inventare qualche cosa. Scendi dal tavolo. Le gambe non ti reggono? Girati e distenditi. Ti sto penetrando da dietro. I tuoi gemiti che continuano. Ma sento che hai bisogno di qualche cosa di più forte. Hai avuto l’orgasmo, ma non ha fatto altro che aumentare il tuo desiderio. Sei come una bomba inesplosa. Hai dentro una diga che basta un nulla per farla crollare. Che ne dici? Ritorniamo alla maionese? Il tuo seno ne ha usata pochissima. No! Non sai cosa farò E’ una sorpresa. Da qui vedo il mio sesso entrare e uscire dalla tua vagina. E vedo anche il tuo culo che sembra implorarmi. Adesso nella maionese ci infilo il mio sesso. E’ un nuovo lubrificante. Ne è piena tutta la punta e parte dell’asta. Ti apro le natiche e affondo in un solo colpo. Senti qualche cosa di strano? Tranquilla è solo maionese. Dovresti vedere da qui dietro. Uno spettacolo. Mi stai trascinando con te. Ogni penetrazione lo tolgo del tutto per poi rinfilarlo subito. Non resisto molto così. Tu dal rumore che fai ancora meno. Ti immagini cosa sarà dentro di tè quando vengo? La mescolanza di maionese e sperma? Cosa fai con quella mano? Il cioccolato sulla clitoride? Lo sai che stai urlando? No, non posso più uscire del tutto e rientrare. Verrei subito. Mi muovo tutto dentro. Certo che così agevolmente non è mai entrato. Sento che ti abbandoni. La diga oramai si è rotta e sta travolgendo tutto. La mano che si muove in maniera oscena. Non credevo tu potessi gridare ancora più forte. Le contrazioni del tuo sedere mi stanno risucchiando. Anche la mia diga si frantuma e l’onda di sperma caldo si insinua in tutti i meandri della tua pancia. Lo so. Riesci a sentirne il calore che si diffonde piano dentro di te. La distruzione fisica. Tu piegata in due e abbandonata sul tavolo e io sopra di te. L’erezione che diminuisce. Tra poco uscirà da solo. E io ti porterò in braccio a lavarti. Ti insaponerò tutta e lo stesso farai tu con me. E non sarà altro che la preparazione per quello che faremo questa sera quando i nostri amici se ne saranno andati.
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