Le due auto procedono lentamente lungo gli stretti tornanti della panoramica di montagna.Il viaggio deve trasferire le cinque ragazze dal punto di raccolta, nella sala d’attesa della stazione, al posto in montagna, dove avrà luogo la selezione e l’eventuale provino.Hanno tutte risposto ad una inserzione pubblicata su vari giornali circa un mese prima, che offriva la possibilità di intraprendere la carriera di attrice e di fotomodella.Era richiesta, ovviamente, una bella presenza, una età compresa tra diciotto e venticinque anni e la libertà da qualsiasi altro impegno.L’appuntamento, per tutte le interessate, era fissato per il primo martedì del mese di aprile, nell’atrio della stazione.Al loro arrivo hanno trovato ad attenderle due giovani, di apparente età intorno ai 30 35 anni, in giacca e cravatta, che, una volta arrivate tutte, le hanno fatte salire sulle due auto, guidate da altrettanti autisti, tre in un’auto e due nell’altra.Il viaggio dura ormai da circa due ore, quando le auto curvano con dolcezza ed imboccano una stradina sterrata, che si inerpica ancora di più, in mezzo ad un fitto bosco di conifere, dove quasi non filtra la luce del sole.Dopo quaranta minuti giungono davanti ad una splendida baita, immersa nel verde.Luca, uno dei due accompagnatori: “Bene ragazze, – dice – scendete, siamo arrivati!”Marco, l’altro giovane, scende dall’altra auto e si avvia verso la baita, dove apre la porta principale e si mette in attesa.Le ragazze, chiacchierando tra loro e gettando rapidi sguardi allo splendido panorama che si intravede tra gli alberi, seguono Luca verso la baita.Marco le fa entrare tutte e le guida verso una porta aperta che dà in una grande sala, senza finestre. Dagli attrezzi, sparsi intorno ed alle pareti, sembra una palestra.”Ok! figliole. Adesso accomodatevi qui, su quelle panche e mettetevi comode.Inizieremo subito, chiamandovi una per una, per le presentazioni e tutto il resto. Intanto, ripassatevi mentalmente il vostro curriculum, se ne avete uno, per essere pronte a rispondere alle domande sulla vostra vita”.Ciò detto, esce e si chiude la porta alle spalle.Le ragazze sentono distintamente la chiave girare nella toppa. In preda ad una certa apprensione,alcune si precipitano verso la porta, girando la maniglia per aprire: inutile, la porta è chiusa a chiave. Dopo numerosi per quanto vani tentativi, alcune si mettono a urlare e a chiedere aiuto, ma le loro voci sembrano rimbombare nel grande stanzone, senza ottenere alcun effetto.Rimangono lì per circa quattro ore, senza aver alcun contatto con l’esterno, senza sentire alcun rumore, per quanto si sforzino, dopo le grida di aiuto, di stare con le orecchie tese, nella speranza di sentire qualcosa o qualcuno.Sono ormai quasi tutte ammutolite, in preda ai pensieri più neri, quasi tutte rimpiangendo di aver risposto all’annuncio e di essersi cacciate in quella brutta avventura.Non hanno alcuna idea, infatti, di quello che le aspetta, anche se qualcuna comincia ad immaginarsi strane cose.D’un tratto sentono la chiave girare nella serratura e vedono la porta aprirsi. Entrano Luca e Marco, insieme agli altri due, quelli che guidavano le auto.Sono vestiti con sgargianti tute da jogging e tutti hanno in mano una specie di bastone, molto corto e tozzo.”Ragazze” inizia a dire Luca, l’unico che finora ha parlato, e che sembra il capo, “penso che sia arrivato il momento di conoscerci meglio. Prima gli uomini, per cavalleria, poi le signore”Non ha ancora finito di parlare che le ragazze, quasi tutte insieme, saltano in piedi e cominciano a subissarlo di domande: “Chi siete? Dove siamo? Perché siamo rinchiuse? Voglio andare via” e simili.Una, più intraprendente delle altre, si avvicina a Luca con fare minaccioso, con le mani protese in avanti. Luca la lascia avvicinare, senza battere ciglio e senza mostrare la minima paura.Quando è ad un passo da lui, allunga la mano armata del bastone e glielo appoggia delicatamente sul petto: la ragazza ha un sobbalzo e crolla a terra:”Vedete, bimbe. Questo è quello che succederà ad ognuna di voi se poco poco proverete anche solo a tentare di metterci le mani addosso: questo è un bastone elettrico, quando viene a contatto emette una scarica capace di tramortire; lo usano i guardiani di greggi per difendersi e per guidare gli animali; quando la scarica è bassa, come è adesso, tramortisce soltanto. La vostra amica fra poco si rialzerà come se non le fosse successo niente, ma se ci fate incazzare, aumenteremo la corrente ed allora saranno cazzi vostri, veramente!””Bene, chiarito questo punto, veniamo alle presentazioni ed ai chiarimenti.Qui siano in un posto dimenticato da Dio, e anche dagli uomini; siamo lontani almeno cinquanta chilometri dal più vicino posto abitato, in cima ad un monte ed mezzo ad una fitta foresta.Qualsiasi cosa succedesse qui, fosse anche lo scoppio di una bomba, non verrebbe sentito da nessuno, tranne dagli animali, anche feroci, che vivono qui intorno. Potrete urlare e sfogarvi quanto volete, nessuno di noi ve lo impedirà, a meno che non sia infastidito dai vostri squittii; quanto a scappare, siete libere di farlo: ci farà un immenso piacere organizzare una bella battuta di caccia e, se non riuscissimo a trovarla noi, quella malcapitata là fuori non riuscirà a passare sana e salva neanche la prima notte, con tanta soddisfazione dei vari lupi, orsi e via discorrendo.Vediamo adesso le cose più importanti: c’è una cucina, con un surgelatore pieno di cibi precotti e surgelati: in qualsiasi momento potrete aprire, prendere quello che volete, scaldarlo nel forno e mangiare e bere tutto quello che volete: non ci sono limiti di orario né di quantità.Tutto quello che dovrete fare è tenere e lasciare in ordine come se fosse casa vostra, intesi?Ci sono due bagni con tutte le comodità; per quanto riguarda il “servizio lavanderia”, proprio non servirà, e ve ne accorgerete presto.Un’ultima cosa: la proprietà non è grande, anzi. Tutto il perimetro è controllato con delle telecamere a circuito chiuso sempre in funzione, che registrano chiunque entra o esce.Ogni sera vengono visionati i nastri e fatti ripartire da zero: quindi, se una di voi scappasse, in poco tempo, massimo alcune ore, lo verremmo a sapere, e ci metteremmo in caccia.Perché siete qui? Ma come. Non l’avete ancora capito? Per farci divertire, divertire e ancora divertire: in tutti i modi possibili e con tutti i mezzi possibili. Inutile dirvi che quelle che ci prenderanno gusto, si faranno una bella vacanza con tanto sesso e altro, per le altre sarà un po’ diverso e forse meno piacevole.Io sono Luca, Marco l’avete già conosciuto, mentre i due “autisti” sono Andrea e Mimmo.C’ è un quinto personaggio, ma per adesso è impegnato a fare qualcos’altro: lo conoscerete in seguito. Ma adesso vediamo di conoscere meglio questo bendidio che ci sta davanti” “Tu -dice, indicando una biondina, che se ne sta seduta su una panca con aria impaurita – vieni qui. Le altre rimangano buone e sedute.””Come ti chiami?” le chiede quando la ragazza è vicina.”Mara!” “Bene, allora sarai Mara la tetta, visto quei due pompelmi che hai davanti. Adesso spogliati e facceli vedere”.La ragazza, sbigottita, rimane immobile e muta. Ad un cenno di Luca, Marco le si avvicina e le molla una sberla in piena faccia. La guancia di Mara comincia subito ad arrossarsi, mentre grossi lacrimoni le riempiono gli occhi. Marco la prende per i capelli e la tira su dal pavimento, dove era finita. Sempre tenendola per i capelli, le prende una tetta con l’indice e il pollice e stringe con forza, girando. Mara caccia un urlo e cerca di divincolarsi, ottenendo solo che Marco stringa e giri ancora di più.”Allora, ti spogli senza tante storie, o dobbiamo continuare?” fa Luca, sorridendo.Quella scena l’hanno vista e vissuta ormai più di una volta: con la prima ci vuole sempre un po’ più tempo, le altre capiscono alla svelta e si adeguano:Quello che le cinque ragazze ovviamente non sanno è che altre loro sfortunate “colleghe” le hanno precedute nella risposta all’annuncio sul giornale, in altre città, nel viaggio alla baita e dopo un periodo di “ammorbidimento ed educazione”, nel trasferimento clandestino dentro una nave portacontainer verso gli emirati arabi, dove sono state vendute a peso d’oro a degli sceicchi tanto pieni di petrodollari quanto di voglia di carne bianca e tenera.E’ un’attività così redditizia e piacevole che Luca è diventato un vero specialista nel settore: le sue “prestazioni” sono sempre più richieste e sempre meglio pagate. Ormai gode di una fitta rete di protezioni, che lo rende inattaccabile, anche qualora il suo “giro” sia scoperto.Ma questo ben difficilmente potrebbe succedere, viste tutte le precauzioni che vengono prese e il totale anonimato della faccenda. Anche i modi di “raccolta della merce” sono sempre diversi sia per la forma, che per i luoghi. Un ottimo business quindi, con guadagni da capogiro e con un lato estremamente piacevole e divertente: il periodo di “ammorbidimento ed educazione”, necessario perché le ragazze arrivino alla loro destinazione finale docili e sottomesse, si rivela sempre una inesauribile fonte di divertimento. Più di tutti gode Marco, il sadico della compagnia: anche se tutti provano piacere nel maltrattare e dominare le ragazze, Marco è proprio assatanato nell’infliggere sofferenze e torture di ogni tipo.Adesso ha appena incominciato con Mara.Continuando a tenerla per i capelli con una mano, con l’altra estrae un coltello a serramanico e, dopo averlo aperto con un colpo di pollice, utilizza la lama affilatissima per tagliuzzare con due o tre rapidi colpi la gonna di Mara e le mutandine. Le afferra i polsi stringendoli in una mano e la fa cadere bocconi sulle sue ginocchia. Mara si trova così completamente esposta e sente le natiche messe a nudo contrarsi per la paura. Sa di essere vulnerabile e intuisce lo spettacolo che sta offrendo di sé a Marco e agli altri.Marco si sta godendo lo spettacolo: osserva attentamente quelle carni nude che sono a portata delle sue mani, a sua disposizione. Ammira da esperto quelle belle natiche piene nelle quali fanno bella mostra di sé due deliziose fossette. Accarezza per un momento la groppa che freme sotto la sua mano. Lo fa non soltanto per accrescere la paura in lei, ma anche per prolungare l’umiliazione che le sta imponendo, per farle capire meglio la condizione cui si trova, la sottomissione incondizionata a colui che tiene nelle proprie mani non solo il suo culo ma tutto il suo essere. Poi senza por tempo in mezzo da una sonora sculacciata su uno dei tondi glutei, che si contrae con un lieve ritardo. Dalle labbra di Mara sfugge un grido sonoro. “Aaaaahhh! Ah, che male!!”Mara tenta di ritrarre il culo, agitandosi, ma invano. Già la mano si abbatte sulla carnosa semiluna ancora risparmiata fino a quel momento. Gli schiaffi somministrati vigorosamente si alternano ora su una ora sull’altra natica con regolarità, a un ritmo che non fa altro che aumentare la paura e il dolore provati dalla vittima.. Lei si dibatte, gesticola, agita i piedi nell’aria, disperatamente e il suo corpo si contorce in maniera grottesca come quello di una marionetta mossa da mani scatenate.”Aaaaahhh! Ah, che male! Ahiii! Basta! La prego! Aaahhh, per favore!”Ben presto lo stupendo culetto è tutto una striatura di un rosa acceso.Marco si ferma un attimo, quasi a riposarsi. Si sentono ora solo i gemiti di Mara, che singhiozza come un cucciolo senza la mamma.”Forse adesso è un pochino più chiaro per tutte, vero ragazze? Alla minima esitazione nell’eseguire gli ordini, Marco entra in azione!” La voce di Luca cala in un silenzio sbigottito.Le cinque ragazze avevano pensato al peggio, ascoltando la tirata di Luca, ma adesso non erano più tanto sicure che si sarebbe trattato solo di pompini e scopate o, alla peggio, di inculate. Qui si trattava di soffrire fisicamente, e tanto.Intanto Mara, a un cenno di Marco, ha incominciato a togliersi quel po’ che le è rimasto addosso ed in breve rimane nuda, con le mani e le braccia a coprirsi in qualche modo.”Via quelle mani, tienile lungo i fianchi” ringhia la voce di Luca. E le braccia obbedienti si scostano, rivelando uno splendido corpo: due bellissime tette, a forma di pera, ben divise e distanziate tra loro, con i capezzoli che puntano all’insù in maniera impertinente.La vita stretta si apre in un bacino leggermente convesso, con una folta foresta di pelo nero come il carbone.”Così ci tingiamo i capelli, eh?” ringhia la voce di Mimmo, che finora non aveva spiccicato parola:Si avvicina a Mara, tenuta per le braccia da Marco, e, afferrato con tutte e due le mani il ricco pelame, dà un forte strattone. Gli rimangono in mano due buoni ciuffi, mentre Mara prorompe in un urlo disperato. “Bene, dopo continueremo fino a ripulirti tutta quella bella fighetta, così impari a fare i trucchi. Adesso mettiti questa e tornatene al tuo posto” Così dicendo le porge una tunichetta di flanella bianca, che Mara si affretta ad indossare. E’ generosamente scollata e arriva appena sotto le natiche.”Questa è la divisa che porterete sempre qui, pronte comunque a togliervela al minimo cenno. Come vi ho detto prima, non ci sarà bisogno di un servizio di lavanderia: questa è l’unica cosa che è permesso indossare, intesi?” Luca fa cenno a Mara di tornarsene seduta e si rivolge quindi ad altre due ragazze, che se ne stanno abbracciate e tremanti.
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