Quello stronzo mi ha segato: oltre ad essere incazzato mi dispiace da morire aver deluso Luca. Ci tiene molto ai miei studi, è molto orgoglioso dei miei Trenta con i suoi amici. Vivo a casa sua dall’inizio dell’università, ci siamo conosciuti la sera della festa delle matricole di lettere in discoteca, sapevo che ci sono sempre uomini in cerca di un ragazzo per un’avventura per la notte. L’ho notato subito, quel corpo massiccio, i pochi capelli brizzolati e un viso molto carino e degli occhi azzurri dolcissimi, io sono sempre stato molto attratto dagli uomini più grandi, non mi sono mai piaciuti i miei coetanei. In un compagno cerco coccole, sicurezza e lui mi ha ispirato subito. –ciao Federico piacere, ti va di bere qualcosa?- non mi sono sbagliato cerca un ragazzo -certo volentieri. Io sono Luca. Così tra una birra e un cuba mi invita a casa sua: un bel appartamento in quello che si definisce un complesso signorile, un bel giardino recintato, piscina e campo da tennis. Da lì a trasferirmi a casa sua il passo è stato breve: io ero in cerca di una sistemazione, lui aveva spazio e voglia di compagnia. Entrato in casa mi guarda e capisce subito: -Bocciato? -si Un interminabile silenzio. Lo guardo e mi scendono le lacrime. -lacrime da coccodrillo. Il tempo per stare in piscina l’hai trovato, quello per studiare no. Ma da adesso si cambia registro: basta baci, coccole e in giro a fare lo stronzetto. Adesso vai in camera e aspettami. Un ora interminabile: sono sul letto e continuo a piangere. -risparmia le lacrime ti serviranno. Spogliati e mettiti sulle mie ginocchia. Mi sento gelare. A vent’anni sono nudo come un monello sulle ginocchia del papà. -speravo non ce ne fosse bisogno ma evidentemente mi sbagliavo. Adesso ti raddrizzo io. Scoppio in lacrime. Sono disperato. Ho sempre avuto una paura micidiale del dolore. Ma lo amo e sono cosciente di aver sbagliato. Il primo colpo mi sorprende. A mano aperta con tutta la forza sul mio culetto bianco. Ma non faccio in tempo a muovermi che ne arriva subito un altro. Inizio a piangere, gli chiedo perdono. Niente. Inesorabilmente si succedono le sculacciate. Mi sento il sedere in fiamme. Vorrei andarmene ma non riesco più nemmeno a muovermi per il dolore. E lui continua. Non ho più nemmeno la forza di gridare. Poi il ritmo cala. Ma non smette: uno a destra e uno a sinistra a intervalli di una decina di secondi. Si ferma ma non me ne rendo conto subito. Inizia ad accarezzarmi il culetto.E’ tornato ad essere l’uomo dolcissimo di cui mi sono innamorato. Ma il sedere mi brucia. Mi bacia sulla bocca. -Hai il culetto tutto viola. Dovresti vederti monello. Gli sorrido. -Adesso ascoltami attentamente. Questa è solo la prima. Da oggi ogni tua mancanza sai come sarà punita. E se ti fai segare ancora ti sculaccio in piscina davanti a tutti. Adesso mettiti a letto. Domattina sveglia alle 6: mi prepari la colazione, riordini la casa e ti metti a studiare. Domani sera quando rientro ti interrogo. Se non sei preparato sai già. Un ultima cosa:se non ti va bene prendi la tua roba e vattene per sempre. Mi sento gelare. Speravo non si sarebbe più ripetuta. Ma ha ragione, sono stato un discolo e fa bene a punirmi quando me lo merito. -allora stronzetto? Aspetto una risposta. -si papà. A domattina
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