I miei trenta anni sono passati velocemente, mi sono sempre considerata una ragazza fortunata, sono carina, un anno sono stata pure miss università, vengo da una famiglia agiata, ho potuto viaggiare molto, ho molte amiche e con dai pochi uomini che ho avuto sono stata sempre amata, per essere sincere ho avuto di sole storie amorose, una dai 15 ai 18 anni e poi a 20 anni ho conosciuto Mario, che è diventato mio marito 4 anni fa, mai nessuna avventura e devo ammettere che per me il sesso non era mai stato importante, non che fossi frigida, ma le donne mi capiranno, non avevo esigenze particolari e se capitava vivevo tranquillamente anche senza. La mia vita è cambiata il 24 giugno del 1997, mancavano 3 giorni al mio compleanno, il trentesimo appunto, avevamo cenato con amici, la serata era andata bene, tornati un po’ tardi non avevamo fatto l’amore per la stanchezza. All’improvviso vedo una luce nei miei occhi, non capisco se sto sognando, sento una mano sulla bocca e una voce mi dice, “buongiorno topina” metto a fuoco la luce è una pila, ci sono tre uomini intorno al mio letto. “Ti conviene fare la brava” sono come paralizzata, capisco che sono albanesi o rumeni, stranieri comunque, penso sicuramente ladri, mi dico di stare calma magari vogliono soli i soldi. Quello che sembra il capo ordina: “portatela di qua”, uno mi fa vedere un coltello a serramanico sposto le coperte, mi maledico perché non ho il pigiama ma una corta camicia da notte, ho fatto tutto velocemente, ma le mutandine bianche le hanno sicuramente, penso che almeno in quelle sono stata fortunata, sono di cotone normalissime anche se a vita bassa. Lui è in salotto, seduto in poltrona: “senti Patrizia, (lui è italiano e sa il mio nome) noi stasera siamo qui per dare una lezione a tuo marito, hai due possibilità, la prima, non collabori allora noi ti violentiamo senza pietà e ti lasciamo qualche ricordino con quello, indicando il coltello poi andiamo di la e tagliamo l’uccello a tuo marito”. Io avevo cominciato a piangere a dirotto. “Non piangere” mi ordino lui, aveva solo qualche hanno più di me, ma era abituato a comandare, non sembrava un delinquente, mentre gli altri due più giovani, ma avevano uno guardo da film dell’orrore. “La seconda è che stanotte tu fai la puttana per noi, tutto ciò che ti verrà chiesto, e domani potrai scordarti di noi”. Mi avrebbero violentato, erano 3, tentai: “Solo te ti prego, fammelo fare solo con te”. Lui sorrise e rivolto ai due albanesi: “Sentito ragazzi voi non l’arrapate”. Mi si avvicinò all’orecchio e mi disse: “Stasera godrai come non hai goduto mai in vita tua” e prendendomi per il collo mi incominciò a baciare in bocca, stavo con la bocca chiusa lui si stacco e senza dire nulla mi gelò con lo sguardo, lo rifece e io apri la bocca sconfitta, cercava la mia lingua, mi baciava con una passione e un trasporto e quando si stacco rimasi senza fiato, con gli occhi indicò la biondo che toccava a lui, fui baciata con la lingua a lungo da tutti e tre, l’ultimo mentre lo faceva mi palpava anche il seno, libero sotto la camicia da notte. Guardandomi il seno, erano evidenti i capezzoli, il capo mi disse: “Che ti avevo detto! Ora vatti a mettere la biancheria più sexy che hai, e un bel rossetto, vediamo se hai gusto”. Ero avvampata dalla vergogna, e dentro di me sapevo che quello era ancora niente. Il ragazzo moro venne con me in camera da letto, mi fece mettere le autoreggenti nere, cercava un reggicalze, ma non l’avevo, le mutandine scelse quelle che avrei voluto non avesse visto, una brasiliana nera molto piccolina e soprattutto tutta trasparente sul davanti, un regalo di mio marito, io non le avrai mai comprate così sexy, e il reggiseno coordinato che per fortuna era imbottito e non lasciava trasparire nulla, mi ritrovai a pensare, che stupida tra poco sarei stata alla loro mercé e io pensavo al reggiseno imbottito. Mi fece spogliare da sola guardandomi da vicino il seno, arrivata allo slip mi girai pur sapendo che non me la sarei cavata così facilmente, stavo infilando la brasiliana ce l’avevo sopra il ginocchio che mi disse ferma così, si alzo mi venne dietro toccandomi il sedere e guardando davanti, sorrideva: “Che bella passerina bionda” e urlò incurante che mio marito dormiva a poco più di un metro “Ragazzi è bionda, ha la passera bionda” la risposta fu: “Che aspetti portala qua”. Mi prese per il pube e mi portò di la, dovevo saltellarli dietro perché non mi strappasse i peli e le mutandine sopra il ginocchio mi impedivano di camminare normalmente. Erano in cucina ad aspettarmi si erano versati da bere, quando il capo che poi seppi si chiamava Daniele vide come mi aveva portato si irrigidì e disse: “Abbiamo fatto un patto con lei, lasciala immediatamente” capii da chi mi dovevo guardare, il moro era sicuramente il più sadico. E poi rivolto a me: “E tu muoviti vatti a truccare che inizia lo spettacolo”. Il rossetto misi quello che avevo la sera era rosso perlato, mi stava bene contrastava molto con i capelli biondi e l’abbronzatura del viso, mi asciugai le lacrime e misi un po’ di rimmel, poi andai alla scarpiera e presi dei sandali con il tacco a punta, non so perché lo feci non me l’avevano chiesto, ma sperai che accontentandoli sarebbe stati più buoni con me. Passai dalla cucina e vidi una scatola vuota di viagra, erano in salotto ad aspettarmi, si erano spogliati ed erano due erano seduti sulle poltrone il capo sul divano, avevo spostato il tavolo da fumo, fui certa che l’avrebbero fatto lì sul tappeto, il biondo aveva in mano una telecamera, quando la vidi mi irrigidii e farfugliai “Quella no, perché mi volete riprendere?”. Calmissimo Daniele mi disse: “Primo è la prova che ti abbiamo dato una bella ripassata e secondo è una specie di assicurazione se tu volessi denunciarci, a tutti questi (aveva in mano la mia agendina tascabile) gli arriverebbe un bel porno gratuito e sai che sorpresa vedere l’interprete principale”. Mi fecero dire davanti la telecamera nome e cognome che stasera sarei stata la loro puttana per colpa di quel bastardo di mio marito, guardai l’orologio erano le 4 di notte. E lo fui mi fecero fare di tutto, se ne andarono che erano le 8,30 mi dissero che mio marito si sarebbe svegliato verso mezzogiorno, come sospettavo l’avevo drogato, avevo tutto il tempo di mettere a posto e riposarmi un po’. Erano le 4 di notte ero sequestrata nella mia casa da tre uomini, mio marito dormiva drogato in camera da letto, mi avevo fatto vestire come una donna di strada, ma devo ammettere che guardandomi allo specchio sembravo più una ballerina della televisione. Mi fecero ballare, spogliare, rivestire e rispogliare, erano completamente nudi seduti intorno a me, e potevo vedere benissimo la loro eccitazione (avevo pure preso il viagra). I due albanesi, non stavano più nella pelle, ma era il capo Daniele che comandava, lui nonostante eccitato sembrava impassibile, poi arrivò il momento che tanto avevo temuto e immaginato, speravo almeno che lo facessero uno alla volta. “Vieni facci vedere come sai usare la lingua”, mi inginocchiai davanti al capo e incominciai a farlo, mi sorprese ancora, non volle venire, ma cedette a loro, andai prima dal biondo e poi dal moro cattivo e lo feci anche a loro, per fortuna ci impiegarono pochissimo, mi vennero tutti e due sul seno, con tutta la calma del mondo mi face andare a lavarmi e solo allora volle venire, mi ricordo benissimo le sue parole: “Io sono un po’ più sofisticato, cerca di impegnarti di più” ed io lo feci, non so perché ma lo feci, devo anche ammettere che mentre ero lì con la telecamera che continuava a riprendermi, per la prima volta sentii improvviso un gran calore in mezzo alle gambe, mi vergognai allora e mi vergogno adesso ad ammetterlo, non era giusto nei miei confronti di donna e nei confronti di mio marito che amavo. Misero un poof nel centro mi ci fecero sedere e mi costrinsero a masturbarmi davanti a loro, con le gambe oscenamente aperte, mentii più volte dicendo che non ce la facevo, volevano che godessi con le mie dita, finche il moro di nuovo eccitato disse: “Capo fammi provare a me, la faccio godere io”. Fui fatta inginocchiare di nuovo e così a pecorina venni presa, ero incredibilmente tornata secca, il mio corpo sembrava come impazzito, un minuto prima avevo trattenuto l’orgasmo a fatica adesso venivo scopata a più non posso davanti ad altri due sconosciuti, arrivo anche il biondo mi si mise davanti senza nemmeno ordinarmi nulla, abbassai la testa e per la prima volta in vita mia fui presa da due uomini contemporaneamente. Finito il moro dietro di me, ci si mise il biondo, prima di entrare disse: “Posso farli il culo?” Mi sentii gelare, dentro di me sapevo che l’avrebbero fatto, ma volevo credere che almeno quella umiliazione me l’avrebbero risparmiata; Il capo rispose “No! Deve ancora godere, se non viene ci provo io a farla godere, magari gli piace” e rivolto a me: “Ti piace prenderlo nel culo?” scossi la testa. Ma lo eccitava umiliarmi inizio a farmi una specie di interrogatorio, “Se lo avevo mai fatto?” “Come facevo a sapere che non mi piaceva se non avevo mai provato?” Ammisi che una volta avevamo fatto un tentativo, ma io non avevo voluto continuare per il dolore, non capivo che a fare così li eccitavo ancora di più. Finito anche il biondo, Daniele mi ordinò di andare a prendere il panetto del burro, era intero, me lo face passate sul suo pene, mi prese per mano e mi portò in camera, c’era mio marito che dormiva, mi ero completamente dimenticata di lui, come se la mia vita prima non fosse esistita. “Vediamo se così ti piace” mi mise davanti ad uno specchio, mi poggio una mano sulla pancia e una sul collo per farmi assumere la posizione desiderata, mi apri leggermente le gambe, e lo senti appoggiarsi a me, con i tacchi era proprio all’altezza giusta, doveva solo flettere leggermente le ginocchia per entrare. Lo fece piano, oserei dire dolcemente, mi sentivo forzare e mentre lo faceva mi parlava, stai calma, rilassati sentirai meno dolore, brava così, mi stavo guardando allo specchio sembrava tutto irreale, mi sembrava di vedere un film io con le autoreggenti e le scarpe con il tacco, le mani appoggiate all’armadio, vedevo il mio sesso e suo testicoli, il pene era scomparso dentro di me, come in trance lo sentii fermare: “Brava, è entrato tutto, può essere anche bello, se ti lasci andare” sentii uscire dalle mie labbra: “E tu che ne sai bastardo?” Mi prese per i fianchi e iniziò a spingermi su e giù, non volevo dargli soddisfazione, ma mi scapparono degli urli, mi sentivo aprire tutta, era così duro, sembrava di marmo, mi disse che se “il cornuto si sveglia e mi vedeva prenderlo nel culo così, magari ci rimaneva male”. Avevo i denti serrati per non urlare, mi fece passare un fazzoletto che mise in bocca, “Dai provate a farla godere” iniziarono così a toccarmi il biondo a destra! e il moro a sinistra, il seno se lo divisero, una tetta per uno, con le due mani rimaste libere scesero giù, uno dentro e l’altro sul pube, cercava la clito. E’ diffide oggi spiegarmelo, nonostante ora mi conosca molto di più, ma era no sensazioni uniche, che non ho mai riprovato, un misto di dolore-piacere, con il mio cervello che lottava contro il mio corpo. Quando aprii gli occhi vide un’altra donna, ero stravolta in preda all’orgasmo più assordo della mia vita, reggevo con due mani il braccio del mio masturbatore avevo il moro con la mano davanti la mia bocca, urlavo, dentro sentivo il cazzo pulsare una, due, decina di volte in preda all’orgasmo, rimasi quasi tramortita, forse mi addormentai addirittura, non so. Socchiusi leggermente gli occhi e c’era solo Daniele, il capo, accanto a me che mi carezzava una guancia e mi diceva “Brava hai visto che ce l’hai fatta” “Adesso vatti a lavare e facci un piatto di spaghetti, mi è venuta fame”. Dopo mangiato mi dissero che dovevo godere anche con i due albanesi, anche perché in camera non mi avevano ripreso, il biondo si sdraiò per terra e io lo dovetti cavalcare, l’orgasmo arrivo subito, appena mi descrissero la serata. Il moro volle sodomizzarmi, fu dolorosissimo, molto di più della prima volta, un po’ perché era un po’ più grosso, un po’ perché non aveva, a differenza di Daniele, nessun riguardo, era volgarissimo mi ricordo solo: “Troia ti ho presa in bocca, nella fica e nel culo” e poi voleva che gli dicessi io le porcate. Non avevano ancora finito, Daniele mi chiese: “Dove lo vuoi?” Ci pensai un attimo, dietro mi bruciava da morire, la migliore soluzione per il corpo era sicuramente un pompino, ma mi sentii pronunciare: “Scopami”. Ero sdraiata sul tappeto, aveva fatto andare via i due albanesi e mi aveva detto: “Voglio che sia bello per te”, io avevo fatto di si con la testa, sentivo il peso del suo corpo, la sua lingua che mi frugava in bocca, le mani che mi accarezzavano, forse per la prima volta un tutta la serata, ore e ore di sesso, mi lasciai andare, non pensando a niente, solo che il mio corpo a lungo esibito, usato, stanco adesso stava provando piacere con quell’uomo. Ebbi così il terzo orgasmo della mia serata, inutile dire che fu il più bello, il primo vaginale della mia vita, (scoprii lì che ne esistono di due tipi uno classico clitorideo, l’altro ben più raro per me vaginale).
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