Martedì 12 settembre.Oggi finalmente ho preso coraggio. Dopo anni di frustrazioni e rapporti insoddisfacenti, ho trovato il coraggio di inserire una inserzione in internet. Era da tempo che consultavo di nascosto i siti specializzati in ragazze rese schiave. Anch’io sono una ragazza schiava. O meglio, vorrei esserlo e lo sono nell’anima, ma non ho mai trovato il coraggio di vivere questa esperienza dal vivo. Forse la vergogna o il pudore mi hanno impedito, sino a oggi, di dichiarare questo mio stato. Ho capito queste mie predilezioni già da giovanissima, 15 o 16 anni, Da allora i rapporti con i ragazzi sono sempre stati insoddisfacenti e il sesso con loro era solamente un palliativo delle mie reali aspirazioni. Oggi finalmente ho deciso di rischiare. Un annuncio scarno e crudo: “Sono una ragazza di 23 anni, carina e sensuale. Cerco un padrone che mi sappia educare alla sottomissione più totale.”13 settembre.Ancora niente. Nessuna risposta. Speravo che avrei ricevuto almeno qualche risposta da uomini perditempo ed invece niente. Forse ho sbagliato l’approccio, sono sembrata stupida o falsa. Sono molto abbattuta. Ho impiegato anni per trovare la forza di dichiararmi e ora non vengo presa neppure in considerazione.14 settembre.Nulla di nuovo. Ossia, una risposta lo avuta ma conteneva solamente volgarità ed offese. Sentirmi chiamare troia e cagna da uno sconosciuto mi ha eccitata e mi sono masturbata davanti al computer, ma siamo lontani da quello che cerco.15 settembre.Altre mail d’insulti ed immagini di membri maschili in erezione. Almeno ho la certezza che il mio annuncio è stato letto.16 settembre.Una risposta curiosa! “Cerchi me?” Mi indica un indirizzo e-mail: rispondo: “Può essere! Cosa proponi?”17 settembreRisposta dall’anonimo. E’ una mail lunga e minuziosa. Si presenta come un quarantenne colto e raffinato. Dice di avere molta esperienza nell’addestramento di donne schiave. M’incuriosisce in quanto comprendo che è davvero quello che dice. Si dice portato più alla dominazione mentale che alla volgarità ed alla violenza. Chiede di me, se davvero sono convinta della mia scelta e fino a che punto sono disposta a rischiare. Rispondo che sono decisa ad arrivare ai limiti massimi.18 settembre.L’anonimo mi spiega le sue condizioni. Pretende da me la sincerità assoluta. Non avendo modo di sapere se davvero eseguo le sue istruzioni mi scrive un lungo periodo per spiegarmi che dovrò rispondere delle mie mancanze prima di tutto a me stessa. Se non obbedirò lo saprò solamente e questo mi precluderà la possibilità di realizzare i miei desideri. Capisco che ha ragione. Rispondo che m’impegnerò al massimo per raggiungere il risultato e garantisco sulla mia ubbidienza. Sono veramente convinta di questo. M’impongo di essere all’altezza delle sue aspettative, qualunque esse siano. Decido di rivelargli il mio nome vero, Silvia. Devo masturbarmi, mentre rispondo al messaggio, per calmare l’incredibile eccitazione che provo. Forse ci siamo.22 settembre.Dopo quattro giorni di silenzio, durante i quali ho atteso impaziente le prime istruzioni, il maestro anonimo mi scrive. Riporto fedelmente stralci del testo del suo messaggio:” … Devi essere sempre cosciente del tuo stato di schiava. Questo si ottiene sia con l’abbigliamento, sia con il comportamento. Devi essere sempre nuda sotto abiti che sottolineano la tua femminilità ed il tuo stato di schiava sessuale. Gonne corte e camicette scollate indossate sul corpo nudo ti impongono una particolare attenzione nel muoverti e ti danno la costante sensazione di quello che sei, disponibile ed accessibile a chiunque. Ti depilerai il sesso perché questa operazione, che va effettuata almeno due volte a settimana, ti costringerà ad una maggiore cognizione del tuo essere schiava anche nei momenti d’intimità. Devi accettare gli sguardi degli uomini, che sicuramente riceverai sia per l’abbigliamento sia per l’atteggiamento, con gratitudine e umiltà. Non puoi ritrarti agli sguardi e se vogliono toccarti devi ricordare che il tuo maggior merito è la tua ubbidienza. Ogni uomo è tuo padrone e la tua sola ragione di vita è essere a sua disposizione. Non è facile, ma solo se accetti profondamente queste regole e le fai tue, nell’animo, puoi aspirare a diventare una schiava accettabile.”Leggo e rileggo le disposizioni: sono turbate e follemente eccitata. Ubbidirò, ne sono certa. Per quanto difficile sia, seguirò con estrema precisione le disposizioni. Come d’abitudine ormai, i messaggi del Maestro mi costringono a masturbarmi per calmare l’eccitazione.29 settembre.Da una settimana seguo le istruzioni avute. Mi rado il pube ed non indosso biancheria intima. Cerco d’indossare minigonne, in casa più corte di quando esco almeno per abituarmi a muovermi con destrezza senza fare scoprire la mia nudità. E’ capitato un fatto curioso: vivo con la mia famiglia, padre madre e mio fratello, di vent’anni. Ho notato che il mio cambio d’abbigliamento è stato notato da mio fratello che ho sorpreso più volte a guardarmi le gambe. Una sera eravamo seduti sul divano a guardare la televisione e mio fratello mi ha chiesto: “Ma coma mai da un po di tempo ti vesti sempre con minigonne e tacchi alti anche in casa?” Ho riso imbarazzata, poi ricordandomi le istruzioni del maestro, ho pensato che mio fratello era un maschio e quindi un mio padrone. Facendo una sforzo di volontà e vincendo la vergogna ho risposto:”Ti dispiace? Non ti piace guardare le mie gambe?”Mio fratello è arrossito ma non ha detto più nulla. Pensai cosa sarebbe successo se avesse saputo che sotto ero nuda e rasata e che, se avesse voluto, avrebbe potuto toccarmi senza che io potessi impedirglielo.Raccontai l’episodio al maestro e scrissi anche che dopo avevo dovuto masturbarmi per l’eccitazione. 30 settembre.Il maestro mi ha rimproverato. Non vuole più che mi masturbi. Il desiderio sessuale e la frustrazione di non poterlo soddisfare senza permesso sono una buona palestra per forgiare il carattere di una schiava. Ha ragione naturalmente, come sempre. Riguardo all’episodio con mio fratello è contento perché riuscire a dominare il proprio comportamento, anche nei momenti più imbarazzanti, e segno di una sottomissione innata e che evidentemente riconosce in me. Alla mia domanda su come comportarmi nel caso mio fratello mi facesse delle avances troppo scabrose, il maestro risponde che “nessuna richiesta è troppo scabrosa per una schiava! Il tuo ruolo nella vita è, ricordalo, essere a disposizione di maschi. Chiunque essi siano.” Accetto questa disposizione e m’impongo di attenermi ad essa, ma spero sinceramente che non succeda nulla con mio fratello. 5 ottobreVivo da schiava da venti giorni e mi accorgo che i maschi avvertono qualcosa di nuovo in me. All’università un mio compagno, che conosco da tempo e non mi ha mai considerato, mi ha invitato ad uscire con lui una sera, facendomi delle avances piuttosto esplicite. Ho risposto che ci avrei pensato in quanto prima voglio chieder al maestro come devo comportarmi e se mi autorizza ad uscire con un uomo. Sarebbe la prima volta che mi troverei a confrontarmi con la mia nuova situazione di schiava in presenza di un maschio che vuole usarmi. Fino adesso, a parte l’episodio con mio fratello, è stata solo teoria. Sono eccitata ed il desiderio di masturbarmi è prorompente ma, a fatica, mi trattengo.10 ottobreIl maestro mi ha dato il permesso di uscire con il ragazzo che mi ha invitato. Mi ha però avvisata che non cessa la mia condizione di schiava sessuale a disposizione di chiunque. Devo quindi fare molta attenzione per non venire meno ai miei impegni. Devo fare in modo che la mia sottomissione e la mia ubbidienza siano palesi. Devo chiedere al ragazzo il permesso di godere e solo ottenendolo potrò lasciarmi andare. Mamma mia! Sono imbarazzata e fremente di desiderio allo stesso tempo.12 ottobre.Mi preparo con cura. Rasatura del pube, doccia, trucco leggero. Sandali a spillo, mini abito nero; molto mini! Niente biancheria intima. I miei genitori sono fuori e quindi oso un abbigliamento più osè di quello che avrei potuto se fossero stati in casa. Mentre aspetto il mio cavaliere siedo in salotto davanti alla televisione. Mio fratello non stacca gli occhi dalle mie cosce e io sono molto imbarazzata. Non so come mettermi; se accavallo le gambe scopro ancora di più le cosce, se resto con le ginocchia avvicinate ho il terrore che lui veda che ho l’inguine nudo e rasato Penso che forse ho esagerato con l’abbigliamento sexy. Vorrei alzarmi ed andare a cambiarmi, indossando qualcosa di meno succinto. Poi ripenso alle istruzioni del mio maestro e decido di rimanere esposta agli sguardi di mio fratello. Per rompere l’imbarazzo chiedo:”Sto bene? Mi trovi abbastanza sexy?””Anche troppo! Non ti sembra di esagerare? Sembri una da marciapiede…”Resto in silenzio. Cosa può dire in fondo una schiava in risposta ad un commento di un maschio?Mentre sono seduta a mostrare le gambe a mio fratello penso che meno di un mese prima ero una normale ragazzetta mentre ora, sarei quasi felice se mio fratello mi ordinasse di allargare le cosce e mostrargli il sesso esposto. Chissà, mi chiedo, come reagirei; ubbidirei o scapperei in camera piangendo? Pensieri da schiava, concludo.Quando suonano alla porta mi alzo dal divano. Prendendo lo spolverino dall’appendiabiti sento che il corto vestitino si solleva ed avverto chiaramente lo sguardo di mio fratello sull’attaccatura tra le natiche e le cosce. Mi giro di scatto e lo sorprendo che mi osserva sorridendo. Arrossisco ed esco in fretta.13 ottobreHo raccontato minuziosamente al maestro le vicende della sera precedente. Appena salita in auto il mio cavaliere e ammutolito guardando il mio abbigliamento:”Sei bellissima, solo che vestita così mi fai venire voglia di saltarti addosso subito!”Trovando il coraggio non so nemmeno io dove, rispondo:”Se ti fa piacere io sono disponibile…”Lui, dopo un attimo di silenzio, posteggia l’auto in un vialetto vicino a casa mia e mi salta letteralmente addosso. Quando mi tocca tra le gambe e si accorge che sono nuda e rasata impazzisce dall’eccitazione e si scarica dentro di me in pochi colpi. Non devo umiliarmi a chiedere il permesso di godere perché il rapporto è così rapido che mi scaldo appena. Dopo mi comporto come ritengo sia corretto per una schiava: pulisco il mio utilizzatore con la lingua, lasciandolo scaricarsi una seconda volta nella mia bocca. Quando tutto è finito il mio cavaliere è più imbarazzato di me. Balbetta qualche giustificazione, si scusa e mi lascia davanti alla porta di casa mia, sola e frustrata dal mancato appagamento. Rientro in casa mezz’ora dopo che ne sono uscita. Mio fratello rimane sorpreso ne vedermi rientrare così presto, con l’abito stropicciato ed il trucco leggermente sfatto. Ho le guance arrossate dalla vergogna e dall’eccitazione, i capelli scomposti.”Silvia, cosa è successo?””Tutto e niente! Niente di quello che speravo, almeno…””Ti ha fatto del male?””No, male no!” Forse per reazione scoppiai a ridere:”In realtà non ho sentito niente….””Ma… Silvia…”Comincia a ridere anche mio fratello e ci troviamo sul divano a ridere tutti e due come matti.Poi mio fratello diventa serio di colpo. Seguo il suo sguardo e mi accorgo che, ridendo, il corto abito si è sollevato ed io ho il sesso esposto alla vista di mio fratello che lo fissa come ipnotizzato. La prima reazione è quella di coprirmi, ma le istruzioni ricevute e, forse soprattutto, la tensione sessuale repressa e non soddisfatta da quell’incontro, mi fanno invece rimanere ferma; le cosce leggermente allargate ed il sesso completamente visibile.Ricordo; la mia disponibilità deve essere sempre palese. Mi sento chiedere a mio fratello:”Ti piace?”Lui risponde con la voce roca e rotta dall’emozione:”Si! Tantissimo. Te la bacerei… Apri di più le gambe, fammela vedere meglio!”Ubbidisco e mi ritrovo a cosce allargate a mostrare a mio fratello la mia fica.”Se vuoi toccare, fai pure…”Lui mi sfiora le labbra con le dita e poco dopo mi infila un dito dentro. Quando capisce che sono davvero disponibile e che non lo sto prendendo in giro, s’inchina a comincia a succhiare e leccare il mio sesso gonfio. Comincio ad ansimare ed a fremere; in pochi minuti mi trova pronta a godere e, vergognandomi un poco, mi sento domandare il permesso di godere. Mio fratello si blocca e rimane per un attimo ad osservarmi in viso, poi riprende a baciarmi:”Certo che puoi godere ma dopo tu fai lo stesso a me…”Vengo esplodendo in un orgasmo devastante. Subito dopo apro la cerniera dei jeans di mio fratello e mi avvicino con la bocca al suo sesso duro. Comincio a leccarlo ed a succhiarlo, prima di prenderlo tra le mie labbra, dove si scarica poco dopo. Passata l’eccitazione rimaniamo in silenzio, imbarazzati tutti e due per quello appena successo. Io vado in camera mia e lui rimane a guardare la televisione.15 ottobreIl maestro vuole che dica a mio fratello quale è la mia condizione di schiava. Dice che devo metterlo al corrente delle sue istruzioni e che vuole farlo diventare il suo braccio operante. Inoltre dice che è ora che provi le punizioni fisiche e pretende che sia mio fratello ad infliggermele se non rispetto le istruzioni che lui mi da tramite e-mail. Sono molto imbarazzata, anche se la cosa, in fondo, mi solletica. Anche perché, dopo la serata in cui mi ha assaggiato, mio fratello sembra che mi eviti e comunque non ha più accennato all’argomento, ed io non so come affrontare il discorso.18 ottobreIeri ho parlato a mio fratello. Approfittando del fatto di essere in casa da soli ho indossato il corto abitino della precedente esperienza, i tacchi e mi sono presentata davanti a lui. Mi sono seduta sul divano al suo fianco, sollevando la gonnellina e tenendo le cosce allargate. Lui ha osservato tutta la scena poi ha detto:”Silvia, non ti sembra di esagerare? Cosa vuoi da me? Siamo fratelli, cazzo! Non ti vergogni a startene così a gambe larghe davanti a me?””Non ti piace che io resti esposta per te?””Si che mi piace, per la miseria, sei molto bella e sexy, ma sei mia sorella! Non una puttana qualsiasi…”Gli presi la mano e l’appoggiai sulla mia fica nuda:”Senti, sono già pronta per l’uso se vuoi…””Ma di quale uso stai parlando? Di che cosa cazzo stai parlando?!….”Mi alzai e tenendolo per la mano lo invitai a fare altrettanto:”Vieni, devo farti vedere una cosa.”Lo condussi in camera mia e lo feci accomodare davanti al computer; lo accesi e gli mostrai le corrispondenze tra me ed il maestro. Mentre lui leggeva io mi misi al suo fianco in piedi ed in silenzio. Dopo qualche minuto, mano a mano che afferrava il significato di quello che leggeva, una sua mano s’infilò sotto alla corta gonna per toccarmi il sedere. Quando volle accarezzarmi la fica allargai la gambe per agevolare l’operazione. Mio fratello mi guardò sorridendo:”E brava la mia sorellina schiavetta…”30 ottobreSono passati solamente 45 giorni da quando ho trovato il coraggio d’inviare il mio annuncio, ma sembra sia passata una vita intera. Da quando mio fratello ha saputo della mia condizione ha preso in mano le redini della mia istruzione, o meglio, del mio addestramento. Lui ed il maestro si scrivono con una certa regolarità, organizzando e pianificando la mia esistenza secondo i loro capricci. Mio fratello mi ha scattato, per inviarle al maestro, delle fotografie in posizioni che non celavano allo sguardo nessun particolare del mio corpo. Ho potuto assaggiare la frusta, abilmente e sadicamente maneggiata da mio fratello su indicazioni del maestro. Su suggerimento di mio fratello e approvazione del maestro, vengo sottoposta quotidianamente a sedute con la frusta, indipendentemente che abbia colpe per le quali venire punita o meno. Mio fratello gode abbondantemente di questo nuovo dominio che ha su di me ed in sua presenza, quando possibile, devo sempre restare con le parti intime esposte al suo sguardo e alle sue carezze. Inoltre vengo controllata costantemente nei miei rapporti con altri uomini, al punto che mio fratello chiede loro, dopo che mi hanno usata, se sono soddisfatti o meno di me. Sono tenuta ad essere sempre abbigliata in modo sexy ed a tenere un atteggiamento sottomesso ed ubbidiente anche, purtroppo, in presenza di mio padre, il quale, per adesso e fortunatamente, non ha dato segni di aver notato questo mio cambiamento, parenti ed amici. Mio fratello e il maestro stanno organizzando le vacanze natalizie in maniera che sia possibile finalmente incontrarci di persona e mi è stato ordinato di tenere questo diario da consegnare al maestro come regalo, quando c’incontreremo.
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