Due fidanzati. Già, sembravamo due stupidi fidanzati del cazzo. Smaniosi di affrontare la prima vera, tanto attesa notte di sesso. Ve l’immaginate voi, fratello e sorella, nati e cresciuti in una famiglia benestante e timorata di Dio, in queste pietose condizioni? Beh, se ci riuscite complimenti. Perché io, prima di allora, non avevo mai neanche sfiorato col pensiero una cosa del genere. Un tornado di dubbi affollava la mia mente, mentre il getto della doccia, bollente, mi bagnava il petto: domande su domande, che venivano però spazzate via in un istante dalla tempesta ormonale che Alessia provocava in me ogni volta che mi capitava sott’occhio. Bella, intelligente, vitale, provocante e aperta a tutte le possibilità che il sesso metteva a disposizione. L’avrei sposata io, giuro, se avessi potuto. Ma non potevo. E mi trovai a maledire quel gran coglione di suo marito che l’aveva mollata così, in un istante e per una qualsiasi. Quanto non ci aveva capito un cazzo, l’idiota, della mia sorellina??!! Che era grande, sotto tutti i punti di vista. E pensare che io, in tutti gli anni che avevamo vissuto insieme nella splendida casa dei miei, pochi chilometri fuori dalla capitale, l’avevo sempre presa in giro per la sua scarsa propensione ad avvicinare gli uomini. "Sei troppo timida, ti devi sciogliere un pò", le dicevo, non conoscendo minimamente il vulcano che era pronto ad esplodere dentro di lei alla prima, piccola scintilla. Che errore ragazzi, che errore gravissimo. Se c’era qualcuno che si doveva sciogliere non era certamente lei!!Questi ed altri pensieri camminavano su e giù per le recondite viuzze della mia mente, quando uscii dalla doccia ed entrai in camera: Alessia era lì, davanti allo specchio, intenta a passarsi le ultime tracce di rossetto sulle pieghe delle labbra morbide e carnose. Le stesse che poco prima avevano imprigionato il mio cazzo costringendolo a esplodere stretto fra di loro. Regalandomi l’orgasmo forse più incredibile della mia vita. La guardai un attimo. Lei si girò e mi sorrise: era bellissima, con quell’abito nero appoggiato addosso, i lunghi capelli bagnati e una sottile aria vogliosa che faceva capolino dalla luce dei suoi occhi verdi. Avrei ricominciato da capo. Subito. ‘Fanculo la cena e tutto il resto.Ma riuscii a trattenermi, anche grazie al mio Gsm che, provvidenziale, squillò all’improvviso: "Pronto tesoro, sono la mamma..".Cazzo, pensai tra me e me: "Ciao mà, come stai?"."Eh, tutto bene. E Ale…??"."Bene, bene…sta qui, adesso te la passo..".Alessia sgranò gli occhi e con un sorriso prese il telefonino: "Ciao mammì.."."Ale, scusa se vi abbiamo chiamato, ma papà era tanto preoccupato: come stai?"."D’incanto, mamma. Mi sto rilassando da Dio e qui è tutto fantastico. Vorrei che non finisse mai…". Ci mancava solo questa, pensai io."Bene, bene. Sono proprio contenta. Ma in che albergo siete?"."Al Ritz"."Ah, ti tratta bene tuo fratello, eh??"."Benissimo mamma. E a dirti la verità non solo per l’albergo che ha scelto…"."Ah meno male – disse mia madre non sospettando minimamente a che genere di attenzioni alludesse Alessia- divertiti e, soprattutto, cerca di scaricare tutte le tensioni. Così quando tornerai a Roma vedrai tutto con altri occhi"."Ok mà, vedrò di scaricarmi al massimo.. Ciao..", disse Alessia facendomi l’occhiolino.Attaccò il telefono: "Sono stata brava??"."Beh, se avessi evitato l’ultima frase saresti andata meglio…", le dissi scherzando."Pensa le risate se sapessero…"."No Ale, questo è un argomento serio: mi devi giurare che non lo dirai mai. Né a loro né a nessun altro. Giura…"."Ma dai Chi, ti pare che vado da mamma e gli dico: "Sai, quando stavo a Parigi ho scopato tutte le notti con mio fratello. Non sai che bel cazzo che ha"…Ragiona fratellino….".E disse questa frase con un tono che mi provocò un sussulto nella zona pubica. "Ok, Alessia. Hai ragione, scusami. Sei pronta??"."Per te, sempre!"."Dai scema, andiamo. Non avevi detto che avevi fame??"."Si…"."E allora forza, Maxim’s ci aspetta"."Eeeeeehhhhh, che esagerato…."."Esagerato?? Per te niente lo è…".Insomma, eravamo arrivati a farci i complimenti a vicenda. Roba dell’altro mondo. Uscimmo, attraversando la hall dell’albergo e un taxi ci portò all’ingresso del ristorante più famoso di Parigi. Dove cenammo tranquillamente. Scherzando e prendendo bonariamente in giro chi ci circondava. Come due bambini al primo giorno di libertà dai genitori."E tu, fratellino? Che mi racconti delle tue donne??"."E che te racconto Ale…"."Beh, avrai delle storie, immagino.. A giudicare da oggi non mi pare che ti sia fatto frate Camaldolese"."Storie è una parola grossa. Ogni tanto vedo qualcuna; ma il mio lavoro, per ora, mi assorbe completamente"."Dovrai pur iniziare a pensare di farti una famiglia…"."Sembra facile, col mio lavoro neanche Giobbe mi sposerebbe…"."Addirittura!!! Pensa che a me, invece, sarebbe piaciuto tanto sposare un giornalista. Sempre in giro, informato, pensante. Capace di darti tanto, anche dal punto di vista della voglia di vivere…"."Vorrà dire che quando torniamo a Roma ti presenterò un mio amico.."."No, grazie. Io il mio giornalista l’ho già trovato. E me lo tengo stretto…"."Ma non lo puoi sposare, però…". "E chi te l’ha detto?"."Ale ti prego…come chi te l’ha detto?…"."Guarda che io mi posso sposare un uomo anche senza farlo in chiesa…"."Certo. E poi come lo spieghi il fatto che viviamo insieme? Per un po’ si può fare, ma poi…"."Io vivo alla giornata fratellino, lo sai. Il poi non mi interessa, adesso".Non c’era verso, e il discorso cominciava a prendere delle pieghe pericolosissime. Lo capii e deviai la conversazione sulle storie d’amore dei nostri amici in comune, sempre afflitti e tormentati da problemi di maggiore o minore entità. Risate, complicità, sguardi, affetto, attrazione. C’era tutto in quella nostra cena a due. Una situazione che si amplificò ancora di più dopo essere usciti dal ristorante: quando girammo a piedi abbracciati per le stradine di Montmartre, tra scalinate e panorami splendidi. Era tutto perfetto, in ogni minimo dettaglio. E ci mancava anche la cartomante che, quando erano ormai passate le due di notte, disse ad Alessia che aveva finalmente trovato l’uomo della sua vita. L’uomo? Il fratello, semmai. E in questa situazione idilliaca, chi avrebbe potuto sottrarsi, davanti ad una ragazza come Alessia, al "dopo serata"?? Nessuno, credo. Soprattutto pensando al fatto che Ale, durante la nostra passeggiata, aveva continuato a darmi baci sulla bocca, sulle mani e, soprattutto, quelli più pericolosi, sul collo. Difficili da "sopportare" senza doversi chiudere, tatticamente, la giacca sul davanti. Ed ero in queste condizioni da più di un ora, quando il taxi, alle due e mezza di notte, ci riportò al nostro albergo. E appena entrati in ascensore, ci guardammo un attimo e ci "partimmo" a vicenda. Fu un bacio molto intenso, durante il quale le nostre lingue si intrecciarono scambiandosi passione allo stato puro. Improvvisamente le porte dell’ascensore si spalancarono, e per noi, vedere la porta del nostro appartamento, fu come raggiungere il paradiso perduto. Due passi dentro la camera, la porta chiusa alle spalle e, sempre continuando a baciarci, ci spogliammo a vicenda. Poi sul letto, nudi. Io sopra di lei, con il cazzo svettante appoggiato alla sua coscia e la lingua che, infilata nella sua bocca, Alessia continuava a succhiare e mordere delicatamente. Poi scesi, cominciando a succhiarle i capezzoli e a massaggiare le sue bombe avvicinandole l’una all’altra. Sempre più forte, sempre di più. Che tette, quelle di Alessia. Grandi, pesanti, morbide. Ogni volta che le stringevo l’una all’altra si creava un solco meraviglioso, capace di suscitare in un uomo una e una sola idea. Non riuscivo a staccarmene, continuando a baciarle e a bagnarle con la saliva. E nel momento in cui ero pronto a salirle sul petto per cominciare a scoparla tra le tette, Alessia liberò le sue labbra dalle mie e mi fece cambiare idea con una di quelle proposte che, come si dice, non si possono rifiutare. Mai."Scopami, ti prego, non ce la faccio più…mettimelo dentro…", mi disse, mentre mi carezzava il petto con la lingua.Accarezzai con il palmo della mano i peli morbidi della sua fica e, lentamente, infilai un dito dentro: era vero, non ce la faceva più, la sua "piccola" (come la chiamava lei) era un fiume in piena ed ebbi l’impressione che le mie dita rischiassero di essere risucchiate dentro di lei. Non che mi dispiacesse, ma, pensai, "visto che ci siamo, meglio farsi risucchiare qualche altra cosa". Per questo mi staccai dal suo corpo bollente e mi misi in ginocchio tra le sue cosce. Poi la guardai negli occhi e, dopo averle afferrato le caviglie tirandole in alto le gambe, cominciai a strofinare la cappella gonfia sulle grandi labbra. Una, due, tre quattro volte. Finché: "Cristo… basta Chi…. non mi vorrai far godere così?..".Certo che no. Per questo appoggiai la cappella all’ingresso della sua fica e glielo spinsi tutto dentro fino alle palle. Era calda, avvolgente, stretta. Da morirci dentro, insomma. Lei si irrigidì come se le avessi trasmesso un scossa elettrica. "Ooohh … ti sei deciso amore mio…finalmente….adesso spingi… spingimelo dentro"."Si Ale…"."Daaaaiii…. così… sei durissimo… ma ti piaccio così tanto?? …""Si Alessia… mi fai morire… sei fantastica… bellissima… adoro la tua "piccola"…. adoro stare dentro di te…"."E allora forza…scopala, la mia "piccola" …così… così…. continua così…".La guardavo, abbandonata su quel letto, e pensavo che non avrei più potuto fare a meno di lei: della sua espressione sognante, delle sue tette che ballonzolavano furiosamente ad ogni mio colpo di cazzo, delle sue mani che cercavano disperatamente le mie. Protese in avanti per creare un ulteriore contatto nel momento in cui sarebbe esplosa. Un momento che si stava avvicinando a passi da gigante."Perché sei così… sei troppo…. troppo…. adesso baciami amore….. baciami mentre mi scopi…".Mi avvicinai alle sue labbra, continuando a fotterla con colpi potenti. La baciai."Ti amo lo sai???’"."Si Ale… anch’io ti amo…e ti voglio far venire… voglio che esplodi amore… voglio sentire la tua broda sul mio cazzo…"."Ah sii!!??…. e allora forza… dai… che sto per godere"."Ale…vieni tesoro …fammi sentire come godi…fallo sentire al tuo fratellino..".Alessia mi infilò le unghie nella carne delle mie chiappe impazzite nel fare avanti e indietro e, aprendo le sue labbra sulle mie, urlò dentro la mia bocca il suo orgasmo: "Godo amore… ecco… siiiii… godo….. godoooooooooo…".Il mio cazzo, veramente di marmo e ormai pronto a liberare tutto il suo succo, fu inondato dal suo sperma. Che in piccola parte scivolò, denso, fuori dalla sua fica in fiamme. Era un inondazione, che andava a dare un po’ di sollievo al mio cazzo, stretto tra le pareti della fica più accogliente che avessi mai "incontrato". E lei era lì, in estasi sotto di me e con la lingua che roteava lentamente accarezzandosi le labbra. Ebbra dopo l’orgasmo che l’aveva appena devastata. Ma ancora non soddisfatta, per fortuna."Dai, adesso non fermarti però… continua…veniamo insieme…"."No Ale… e chi si ferma… sto per godere anch’io…."."Si…bravo…non fermarti….. dammi tutta la "mia" sborra… perché lo sai che ormai è la mia, vero???……"."Si…lo so amore…è tua…..per sempre….la darò solo a te ….ma adesso vieni….. vieni insieme a me…"."Si…. rallenta un po’ adesso….ecco….così…".Cominciai a scoparla in modo sconnesso. Uno, due, tre colpi secchi. Poi altrettanti, molto più morbidi e profondi, affondando dentro di lei fino al punto da far "baciare" i peli del mio pube con quelli del suo. Funzionava, non c’è che dire, visto che Alessia cominciò a irrigidirsi, a socchiudere gli occhi e ad urlare frasi che sarebbe stato difficile, in condizioni normali, pensare potessero uscire dalle sue preziose labbra."Mmmmhh… siiii… sbattimi….. così… scopami….. aprimela in due…. cosìììììì".Io ero ormai in cima alla salita, ancora un passo e sarei precipitato giù. Senza alcuna possibilità di fermarmi. L’unica cosa che ancora mi tratteneva era la lotta intestina tra la voglia sovrumana di liberarmi e l’imbarazzo mentale di riempire di sborra la fica di mia sorella. Ma le sue urla, deliranti, polverizzarono ogni pensiero e diedero la spinta decisiva al mio orgasmo ormai sull’orlo del baratro."Eccolo, vita mia…arriva…e’ una bomba cazzo, una bomba……"."Sii…vengo Ale… anch’ io….te la faccio esplodere io la bomba… prendila amore…prendi tutta la sborra"."Si cazzo…dai che vengo…. dai che vengo….è troppo forte…..oddiooo….non so se ce la faccio …aiutami…. ecco ….. godoooooooooo"."Tieni Ale….godo anch’io …. ti sborro in fica……..eccola amore….eccolaaaaa…….".Lei urlava il suo orgasmo aggrappata con le mani alle mie chiappe, mentre io le allagavo la fica con un numero incredibile di fiotti di sperma. Non finiva mai, come non accennavano a placarsi gli spasmi del mio cazzo: che continuava a "battere" e a pulsare dentro di lei anche quando la cascata di sperma si era ormai placata. Le rimasi dentro, boccheggiante, non so per quanto tempo: continuando a baciarla in bocca e a far "litigare" la mia lingua con la sua. Alessia era completamente abbandonata sotto di me. Inerme, con gli occhi chiusi e il corpo scosso da brividi leggeri. La baciai, ancora, e lei ricambiò in un modo inequivocabile. Prendendomi in bocca le labbra con foga, mordendomele e facendomi capire che, per quanto la riguardava, era tutt’altro che finita lì. "Che hai provato a venirmi dentro, fratellino??"."Eh, tesoro, come te la spiego?? "."Provaci.."."Non so Ale, è stato come se tutte le cellule del mio corpo stessero esplodendo nello stesso istante. E pensare che stavo venendo dentro di te ha acuito il tutto…Sei la ragazza più calda che abbia mai conosciuto, te lo giuro.."."Eh, però non tutti la pensano come te, evidentemente"."Meglio perderli che trovarli, questi coglioni. Non ci pensare e vieni qui, da me"."Eccomi…. mmhhhh, ma tu sei già pronto, a quanto mi sembra di sentire…."."Sono le tue tette, Alessia. Se me le tieni addosso sarò in queste condizioni per tutta la vita …". Rise: "Buono a sapersi. Mi hai svelato un segreto importante, lo sai???"."Sì, lo so. Ma l’ho fatto volutamente…. Anche se a dire la verità tutto di te, mi eccita"."Ma hai detto che sono le mie tette, la chiave di tutto…"."Già…."."E allora vieni qui, guardale, sai chi stanno aspettando??…". Si staccò dal mio corpo, si stese con la schiena sul letto e cominciò a massaggiarsele. Seguendomi con uno sguardo irresistibile, che mi portò a salirle addosso e ad appoggiarle il cazzo nel solco delle tette. Cominciando a scoparla lì, facendo avanti e indietro tra quelle due bocce da sogno."Quanto ti piace fottere le mie tette eh..?"."Si Ale, sono la cosa più morbida che abbia mai sfiorato…"."E come farai quando torneremo, senza di me e le mie tettone..""Senza di te e la tua bocca, la tua lingua, le tue gambe e la tua fichetta…. No, non ci posso più stare senza di te, ormai…".Alessia mi guardò con un sorriso splendido, mi prese in mano il cazzo e, carezzandomi gli addominali, se lo infilò tutto in bocca. Lo pompava lentamente, ciucciandolo e segandolo con la mano. Tutto con una dolcezza che non avevo mai trovato prima in una donna. E che mi stava per far venire subito. Un’altra volta e pochissimi minuti dopo un orgasmo che avrebbe steso chiunque. Ma non me. Non con lei, soprattutto.Per questo le tirai fuori il cazzo dalla bocca e lo strofinai un po’ sulle sue guance, prima di ricominciare a scoparle il seno. Poi, guardando il mio cazzo che scompariva letteralmente tra le sue tette, mi venne voglia di fare ancora l’amore con lei."Girati Ale… voglio mettertelo dentro da dietro.."." Si amore, scopami ancora… ho voglia di venire tutta la notte…".Si girò lentamente e si mise a pecorina sul letto. Io mi portai dietro di lei e, dopo averglielo strusciato un paio di volte sul solco delle chiappe, gli infilai tutto il cazzo nella fica."Uuhhh…che meraviglia…era un secolo che non mi fottevano così…."."Ti piace eh… ti piace sentire tutto il mio cazzo dentro…"."Si…. è bellissimo… fammi venire amore….. fammi venire…. ti prego..".Non chiedevo di meglio, che farla esplodere ancora sotto di me: e allora cominciai a pomparla con forza da dietro, appoggiandomi con le mani alle sue splendide chiappe. Che, morbide e burrose, sussultavano ritmicamente ad ogni mio affondo."Che godo amore mio….continua così che vengo… cazzo, hai deciso di uccidermi oggi?.."."No Ale…ho deciso di farti ricominciare a vivere, semmai…spingi anche tu che veniamo insieme… anch’io sto per scaricartela tutta.."."Si….dammela…. dammela… svelto però, che se nò non ce la facciamo a farla insieme…svelto che sto per schizzare …."."Tienila ancora un attimo Ale…. ti prego…. ce la fai?…"."No amore… mi dispiace…. noooooo……. eccolaaaaa…… godoooooo…".Continuai a scoparla, più lentamente stavolta, per cercare di far defluire come si deve la valanga di piacere che l’aveva appena sommersa. Alessia ansimava. Giustamente, visto che aveva perso ormai il conto degli orgasmi provati nel giro di poche ore. Rimasi dentro di lei per un po’. Sdraiato sulla sua schiena e con il cazzo ben piantato nella sua fichetta. Poi, quando stavo per ricominciare a pomparla per scaricarle dentro il fiume di sborra che avevo già accumulato, la mia attenzione fu deviata dal suo piccolo, stretto buchino.Che mi deviò subito la mente verso un nuovo desiderio: quello di incularmela. Di metterglielo tutto nel culo e di scaricarle lì tutta la sborra che ormai premeva per essere liberata. Forse è troppo…, pensai per un istante. Ma le mie condizioni non mi permettevano di ragionare lucidamente, e allora la domanda mi fu ricacciata in gola dal seguente pensiero: me l’ero già scopata più volte, l’avevo chiavata in bocca e fra le tette, gli ero venuto nella fica, in faccia, in gola, sulla pancia. Ormai…E allora, scacciati i buoni propositi, provai a sfiorargli le pieghe del buchino con un dito. Delicatamente, cercando di non spaventarla. Ma Alessia aprì gli occhi e mi guardò con i suoi splendidi occhi, ormai a mezz’asta: "No amore mio, adesso non ce la faccio… sono distrutta… non me la godrei, la prima volta…"."La prima volta?"."Sì, nessuno mi ha mai toccato prima. E tu sarai il primo a scoparmi lì, la notte che torneremo a Roma"."Ok Ale….tranquilla…"."Eh, io sono tranquilla. Ma tu?… Mica puoi stare tutta la notte in queste condizioni?".In effetti ero stravolto, con il cazzo di marmo e i coglioni indolenziti. Appoggiato sopra di lei, a sua volta stesa con la pancia a contatto con il materasso."Strusciati sulle mie chiappe e schizzamele tutte, amore…così comincio ad abituarmi al contatto con "lui" e con "lei"…prima di incontrarli domani..".E allora appoggiai il cazzo nel solco delle sue natiche e cominciai a strusciarlo con forza afferrandola per le chiappe. Che, belle carnose e avvicinate tra loro dalle mie mani, avvolgevano il cazzo in quella che era una specie di spagnola. Pochi, pochissimi colpi e le schizzai sul buco del culo una marea di sborra. Che gli allagò le chiappe, la schiena, e che, in parte, andò a bagnare anche il lenzuolo.Poi, appena mi fui ripreso dallo choc di un orgasmo da delirio, con le mani, su suo suggerimento, gli spalmai tutto lo sperma addosso. Alessia si girò a pancia in su, si avvicinò alla mia bocca e mi baciò: "Preparati fratellino, perché domani ne rivoglio così tanta, di sborra. Non vorrai lasciarlo all’asciutto, il mio culetto…???".E allora, complice la stanchezza, ignorai totalmente lo stimolo ormonale provocato dalle sue ultime parole, gli sorrisi, la baciai sulla fronte, lei appoggiò la testa sul mio petto e ci addormentammo. Domani era un altro giorno. Già, un altro giorno….
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