Mia moglie era bellissima in abito da sposa e mia sorella all’orecchio mi confido che portava un intimo da sballo. Quando poi dopo la cerimonia iniziammo a scattare le prime foto fu di nuovo mia sorella ad incitare mia moglie a fare alcune foto in cui s’intravedessero le calze autoreggenti, la richiesta sembro cadere nel vuoto. Invece fu riproposta dai due fotografi, quando eravamo ormai da soli a fare foto in un parco. I due fotografi erano due bei tipi, uno sulla quarantina e l’atro decisamente più giovane doveva avere circa trent’anni, entrambi alti e muscolosi. Mia moglie un po’ imbarazzata non rispose ma si lasciò guidare dai due registi che la fecero sedere in una panchina facendole accavallare le gambe e la aiutarono a sollevare il vestito sistemandolo in modo che un’ampia superficie laterale della sua coscia nuda, al di sopra della calza fosse visibile. Le chiesero poi di fare finta di agganciarsi le calze al reggi calze, e per fare questo, mia moglie, dovette sollevare ulteriormente il vestito sino a scoprire il punto in cui le calze finivano e quindi divaricare le cosce con gran piacere dei due fotografi che non smettevano di scattare con le loro macchine, riprendendo Paola da tutte le prospettive. In Pochi secondi mi sembro di precipitare in un abisso senza fondo, mai avevo provato tanta gelosia ed imbarazzo. Non riuscivo quasi a respirare e sentivo il mio cuore battere velocemente, il tutto accompagnato da una fortissima eccitazione sessuale. Mentre i due ragazzi si sforzavano in ogni modo di assumere un atteggiamento professionale, e cercavano di mettere a suo agio mia moglie ripetendole che facevano spesso foto di questo tipo alla maggior parte delle spose, ma era lampante la loro eccitazione. Mi chiesero poi di sedermi nella panchina e di far distendere mia moglie facendole appoggiare la sua testa nelle mie ginocchia, sollevare una gamba mettendola sulla panchina e l’altra per terra.Io da quella posizione non vedevo molto potevo solo immaginare quello che stavano vedendo, ma come constatai quando vidi le foto dalla loro posizione si godeva il panorama di mia moglie decisamente scosciata e con il vestito completamente sollevato, mentre dal body di raso trasparente si aveva una nitida visione della sua fica che per la ristrettezza del fondino del body non era totalmente ricoperta lasciando fuoriuscire ciuffetti di pelo nero da un lato e dall’altro. Per finire, mi chiesero di prenderla in braccio ma senza bloccare posteriormente il vestito, che quindi si sollevò anteriormente e lascio completamente esposte le cosce ed i glutei. Durante questa manovra sentii mia moglie irrigidirsi e ripetermi: “gli automatici, gli automatici“. Invece i due fotografi mi ripetevano di stare fermo solo un attimo per poter scattare le foto. Mia moglie era visibilmente imbarazzata e quando la misi giù mi spiegò, rossa di vergogna e con un filo di voce, che come l’avevo presa in braccio erano saltati gli automatici che tenevano il fondino del body. Intanto i due fotografi cercavano in tutti i modi di tranquillizzare Paola sdrammatizzando l’accaduto. Mentre io mi sentivo confuso e impotente su quello che stava succedendo e sentivo esplodermi il mio cazzo dall’eccitazione. Comunque anche allora capii bene cosa era successo solo quando vidi le foto dove si vedeva un bel primo piano di Paola tenuta in braccio, in sostanza senza mutande e con la fica ed il roseo buchetto dell’ano perfettamente in bella vista. Interrompemmo allora di scattare foto, per poi riprendere durante il pranzo. Lì mia moglie si rilasso nuovamente, ed entrambi bevemmo abbondantemente, senza ubriacarci, ma diventammo decisamente allegri. Infatti, quando alla fine della festa i fotografi ci dissero che avevano circa altre 20 foto da farci e che se volevamo ci avrebbero seguito sino a casa per poterle scattare li, mia moglie accettò. Arrivati a casa facemmo alcune foto in soggiorno e quindi ci dirigemmo in camera da letto, che sapevamo esserci stata preparata con lenzuola ricamate e fiori da per tutto. Paola, non disse una parola quando uno dei due, quello più giovane, mi disse cosa stessi aspettando per iniziare a spogliare la sposa, io ubbidii, e bottone dopo bottone iniziai ad aprire il vestito. Arrivato all’ultimo bottone l’abito di mia moglie scivolò per terra lasciando Paola in body, reggi calze, calze e scarpe. Il body era pizzo e di raso bianco trasparente in basso, nella parte che fungeva da mutandina, ed in alto, nella parte che fungeva da reggiseno. Era poi chiuso posteriormente da un lungo legaccio che i due mi fecero segno di slegare.Mia moglie intanto non reagiva, come se fosse in trans si lasciava spogliare facendo quello che le era chiesto mentre io ancora una volta ubbidii, completamente sconvolto dalle forti sensazioni di gelosia ed umiliazione che provavo nel sottostare alle loro richieste. A renderle particolarmente umilianti era il fatto che tutto questo avveniva il giorno del matrimonio, e con mia moglie in abito da sposa. Inoltre uno dei due fotografi, sempre quello più giovane, mi avevano confessato, durante il pranzo, dopo che anche lui aveva dato fondo al vino, che in realtà era la prima volta che gli capitavano di scattare foto così spinte, sia per il tipo d’intimo molto trasparente che mia moglie portava, sia per le posizioni che erano riusciti a farle assumere Infatti di solito quando gli era capitato di scattare delle foto d’intimo a delle ragazze, per moda o per altro queste avevano indossato mutandine e reggiseno molto coprenti o in ogni caso avevano evitato di farsi riprendere con le gambe allargate, e poi soprattutto le spose, erano di solito più pudiche. Mi aveva fatto intendere insomma che io mi stavo sposando una puttana. Quelle parole mi riecheggiavano continuamente nella mente accrescendo la mia eccitazione. Sciolsi quindi il legaccio, mi tolsi le scarpe e invitai mia moglie a sederci nel letto. I fotografi intanto ripresero a scattare, mentre Paola assumeva diverse posizioni. Quindi, si distese nel letto, con la testa sopra le mie gambe e iniziai a baciarla notando come l’aver slacciato il body aveva comportato un suo leggiero abbassamento per cui l’areola e i capezzoli uscivano fuori dal reggiseno che peraltro essendo trasparente non nascondeva gia un granché. Mi fecero quindi cenno di alzarmi per scattare le ultime foto a Paola da sola. Io ubbidii. Chiesero a mia moglie di inginocchiarsi di girarsi di spalle e di sciogliersi i capelli, la sua immagine era riflessa dal grande specchio che c’è di fronte al letto, mentre le sue braccia sollevate provocavano la totale fuoriuscita delle mammelle, che avevano il capezzolo duro ed ingrossato, fuori dal reggiseno. Le chiesero quindi di inchinarsi in avanti fino a reggersi anche con le mani, in quella posizione, le sue tette pendevano fuori del reggiseno e siccome il body, era come ho gia detto, sceso un po’, il fondino le pendeva da un lato in un gluteo, mentre il buco del culo e le grandi labbra della sua fica erano completamente esposti. Io a quel punto cercai di allontanarmi dalla stanza da letto ed entrai in bagno approfittando del fatto che da lì si aveva un’ottima visuale della camera ed al buio non ero visto.Aprii la lampo dei pantaloni e mi masturbai venendo alla vista di uno dei fotografi che poggiava la sua mano nella schiena di mia moglie facendole inarcare al massimo la schiena e divaricare leggermente le coscie cosicché il perineo fosse meglio illuminato e visibile. M pulii velocemente e rientrai in camera.Non so come ci riuscii ma spezzai la tensione che si era creata, e senza essere troppo maleducato indirizzai alla porta i due registi, che mi salutarono gentilmente ricordandomi che ci saremmo rivisti tra una settimana per vedere le foto. Nei mesi successivi non succedette niente d’analogo, e mi resi quindi conto che lasciare tutto al caso rendeva quel gioco alquanto raro, ci voleva una regia Un pomeriggio busso alla porta di casa Giulia, la nostra nuova vicina di casa. Era solo alcuni mesi che era arrivata ma era diventata subito molto amica di mia moglie, mentre a me m’ignorava. Era una ragazza di ventotto anni, infermiera, leggermente più alta di mia moglie non bellissima di viso ma con un fisico mozza fiato. Io appena la vidi le dissi subito che mia moglie non c’era. Anche perché avevo l’impressione di non esserle troppo simpatico. Lei mi chiese in ogni modo se potevo farle un caffè, io la feci entrare non potendo non notare quanto fosse bona soprattutto con quel vestito corto. Parlammo del più e del meno, anzi soprattutto lei parlò. Mi accorsi, come non avessi mai notato quanto erano belli i suoi occhi, di un color verde grigio e come fosse rilassante la sua voce che quasi t’ipnotizzava. Quando le chiesi se si erano divertite lei e mia moglie il giorno del mercatino dell’antiquariato, lei mi rispose di si, anche se avevano dovuto tenere a bada diversi ragazzi che le avevano seguite per un po’. Mi sorrise di nuovo e mi disse, che non era stata colpa sua, ma di mia moglie e di come si era vestita. Poi all’improvviso aggiunse: “ma tu non sei geloso di Paola ?”. Io non feci neanche in tempo a pensare alla risposta che aggiunse: “O sei uno di quei mariti che gode nel mostrare agli altri sua moglie”. Sentii un forte calore in faccia, sicuramente ero diventato rosso come un peperone. Perché Giulia ridendo mi disse: “non mi dire, sei proprio di quel tipo di mariti”. Non so ancora spiegare perché ma le risposi di si. Giulia inizio a farmi molto morbosamente tutta un a serie di domande sempre più esplicite che riguardavano la mia vita sessuale e quella di mia moglie. Mi chiese come e quando avevo scoperto che mi piaceva mostrarla, se non avessi mai pensato di farla scopare o solo toccare da altri uomini, se poi mi masturbavo pensando a come altri uomini avevano potuto godere nel vedere le sue parti intime. Io rispondevo a tutte le sue domande perché provavo uno strano piacere nel dirle tutte quelle cose che riguardavano me e mia moglie. Forse perché mi sentivo anche un po’ umiliato per come rideva e si beffava di me. Mi chiese anche se scopavo con mia moglie, se la soddisfavo e se ero normalmente dotato. Io le confessai che da qualche anno mi capitava che ha a volte le erezioni non durassero bene come prima. Lei essendo un’infermiera mi propose una visita medica. Mi disse che mi avrebbe fatto visitare da una sua amica dottoressa urologa. Guardo l’orologio vide che era tardi e se ne andò senza neanche lasciarmi il tempo di dirle che non ero d’accordo. L’indomani, mi telefono al telefonino, dicendomi che mi aveva preso l’appuntamento per due giorni dopo e anche in quell’occasione non mi lascio parlare. Quando quel pomeriggio arrivai all’ospedale il reparto sembrava deserto. Dopo qualche minuto d’attesa spunto da dietro un a porta Giulia che mi invitò ad entrare nell’ambulatorio, indicandomi lo stanzino per spogliarmi e il camice verde, totalmente aperto di dietro che dovevo mettermi. Finito di prepararmi Giulia mi indicò un lettino facendomi segno di coricarmi. Solo allora compresi che Giulia avrebbe assistito alla visita e che non avrei più potuto nascondere le dimensioni del mio pene che non in erezione erano di 3 cm, ma anche in piena erezione raggiungevano a mala pena i 9,5 cm di lunghezza e i 9 cm di circonferenza. Mi coricai nel lettino come da lei richiesto. Lei solleva delle staffe e mi chiese di poggiarci sopra le gambe come nella posizione ginecologica. Io sentii il rossore invadermi la faccia, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro e ubbidii. Puntuali arrivarono le considerazioni di Giulia sulle dimensioni del mio pene. Prima fece una faccia stupita, quindi una risatina beffarda e mi disse, sotto voce, con tono un pò scherzoso ed avvicinandosi al mio orecchio che capiva ora come mai mia moglie la fa vedere a destra e a manca. Io sorrisi anche sé ero molto imbarazzato. Entro in quell’istante la dottoressa, una bella donna sui 48 anni, che con fare molto professionale si avvicino mi saluto ed inizio la visita, avvisandomi subito che mi avrebbe dovuto fare anche un’esplorazione rettale. Sentii palparmi il pene ed i testicoli mentre Giulia rivolta alla dottoressa gli chiedeva se il mio era un micropene. Lei sorridendo, rispose che era un pene piccolo, ma che non aveva le caratteristiche del micropene, quindi mi chiese quali erano le dimensioni in erezione. Io gliele dissi lei annui. Sentii allora il dito bagnato di lubrificante della dottoressa che si appoggio all’ano e sentii ! penetrarlo. La visita duro pochissimo e mentre la dottoressa si toglieva i guanti, mi assicurò che non aveva trovato nulla che non andava e che in ogni modo mi avrebbe fatto fare alcuni esami. Mi saluto e rivolgendosi a Giulia le chiese se ci avrebbe pensato le agli esami, lei rispose di si. Rimasi solo di nuovo con Giulia che si mise i guanti e mi stava facendo un prelievo sì sangue, quando fece capolino dalla porta una sua collega. Giulia salutandola le chiese di entrare perché le voleva far vedere una cosa. Lei rispose inizialmente di no perché non era da sola, infatti, la seguiva un’allieva infermiera. Giulia insistette perché entrasse anche l’allieva dicendole che non c’erano problemi perché io ero un amico, e rivolgendosi a me chiese se non mi seccasse. Io risposi di no anche se non era vero, visto che ero ancora coricato nel lettino, in quella posizione diciamo ginecologica, con i genitali completamente esposti. Sentii crescere lentamente l’imbarazzo quando capii che Giulia doveva far vedere proprio il mio pene. Giulia, ridacchiando, chiese alle sue colleghe se avessero mai visto un pene cosi piccolo. Le due ragazze, una mora sull’età di Giulia e l’altra bionda e alta con occhi celesti più giovane, forse l’allieva. Entrambe molto carine. Risposero a bassa voce ed un po’ ridendo di no. Tutte e tre le ragazze si misero quindi a parlottare, non capivo tutto quello che dicevano ma in ogni caso intuivo. Sentivo intanto crescere anche una sensazione di umiliazione che mi procurava eccitazione sessuale. Intanto le colleghe di Giulia salutarono ed uscirono dall’ambulatorio. Io rimasi nuovamente solo con Giulia, che si mise i guanti e m’infilò nuovamente un dito nel retto, spiegandomi che per prelevare le secrezioni prostatiche mi avrebbe massaggiato la ghiandola dal retto. Io intanto mi ero eccitato e non riuscì a frenare l’erezione. Giulia fece una fragorosa risata, mentre io le chiedevo scusa per l’accaduto. Lei per tutta risposta mi disse che mi conveniva cercare un bello stallone, che avrebbe potuto dare una bella grattata a mia moglie ed anche a me., Io mi sentii un verme mentre l’eccitazione e l’erezione crescevano sempre più. Rividi nuovamente Giulia dopo circa un a settimana quando venne a casa per dirmi i risultati degli esami fatti. Era vestita in maniera molto sexy come sempre e mi disse che testosterone e secrezione prostatica andavano bene, anche se secondo lei il mio pene era troppo piccolo per soddisfare completamente mia moglie. Io le chiesi quindi cosa potevo fare. Lei mi disse sorridendo che non sempre un buon marito era anche un buon amante, e che se le cose non coincidevano, avrei sempre potuto cercare un bel super dotato per soddisfare sessualmente mia moglie. Così entrambi avremmo goduto, io guardando mia moglie che scopava, e lei provando finalmente le gioie del sesso. Io rimassi ammutolito, mentre sentivo crescere l’erezione. Giulia accavallò lentamente le gambe facendomi intravedere il suo intimo, mi fisso negli occhi e che se volevo mi avrebbe aiutato lei nell’impresa. Io con un filo di voce per l’emozione risposi di si. Non più tardi di qualche giorno, quando io ero solo in casa, Giulia suono alla porta e m’invitò a casa sua per continuare quel discorso. Accese il computer e si collegò ad internet. Io allora non ne capivo niente non avendo ancora un computer. Lei si collegò ad alcuni siti specializzati per lo scambio di coppia e mi fece scoprire questo nuovo mondo per me, dove esistevano molti mariti, che godevano nel mostrare le loro mogli, ed altrettanti ragazzi, attratti dalla situazione di scoparsi una donna sposata, magari di fronte al marito guardone. Io, ero chiaramente molto eccitato, nel vedere tutte quelle immagini di mogli esposte e di ragazzi che proponevano situazioni molto intriganti per coppie. Sentivo la mia cappella scoppiare e decisi di chiedere a Giulia di poter andare nel suo bagno. Quando entrai, scoprii che purtroppo mancava la chiave per chiudersi dentro (gia a lei a cosa serviva poiché viveva da sola), decisi ugualmente di rischiare, iniziai a frugare nel cesto dei panni sporchi fin quando non mi rimasero tra le mani un paio di sue mutandine che iniziai ad odorare e leccare smanettandomi l’uccello. Poi all’improvviso sentii spalancare la porta del bagno era Giulia che con aria molto seria chiamandomi segaiolo mi disse cosa stavo facendo, io mi fermai e cercai di ricompormi, lei allora disse che se volevo farmi una sega mi avrebbe accontentato, rimasi fermo nell’attesa di un suo ordine. Mi disse di mettermi in ginocchio e protese il suo piede che calzava un sandalo aperto e mi fece capire di leccarlo. Io non avevo mai leccato i piedi di nessuno e tanto meno mi sarei immaginato di farlo con le scarpe, in ogni caso ubbidii. Iniziai a leccare le dita dei piedi, che rimanevano completamente scoperti, mentre con l’altra mano ripresi a smanettarmi l’uccello. Forse per la situazione che si era venuta a creare forse per quel leggiero odore di piedi e di scarpa che sentivo, iniziai nuovamente ad eccitarmi. Poi all’improvviso sposto il piede e sedendosi sul bordo della vasca indirizzo il tacco verso la mia bocca dicendomi di leccarlo. Era un tacco a spillo alto circa 10 cm, la cosa mi risulto spiacevole ma lo feci lo stesso, mi chiese quindi di sputarci sopra, di mettermi a quattro zampe appoggiando pero i gomiti anteriormente e di girarmi con il di dietro verso di lei. Rimasi quindi con le chiappe per aria per alcuni secondi senza capire cosa volesse fare. Sentii quindi un forte dolore al buco del culo mi girai e vidi che sempre stando seduta aveva il suo piede con il sandalo appoggiato al mio sedere mentre con il tacco mi stava sodomizzando. Mi incito quindi a continuare la sega. Io ubbidii e nonostante la posizione scomodissima ripresi ad eccitarmi, mentre sentivo lei spingere ancora di più sul piede e soprattutto sul tallone. Questo si traduceva in una maggiore penetrazione da parte del tacco che sentivo entrare sempre più allargando lo sfintere. Raggiunsi l’orgasmo in pochi minuti, mentre sentivo lei ridere e chiamarmi cornuto e frocetto. Appena finito mi fece pulire il bagno dallo sperma che era caduto per terra e mi disse di andarmene, ci saremmo risentiti fra qualche giorno appena contattato un ragazzo disponibile per mia moglie.Prima di lasciarmi mi disse di fare qualche foto a Paola perché sarebbero sicuramente servite.Portai le foto a Giulia l’indomani stesso, lei era come sempre, come sé, il giorno prima, non fosse successo niente e mi liquidò velocemente dicendomi che si sarebbe fatta sentire lei. Rividi Giulia quasi venti giorni dopo, mi invitò a casa sua e sorridendomi mi disse che dopo una lunga ricerca forse aveva trovato chi faceva al caso mio. Mi disse che aveva gia parlato più volte, con questi ragazzi spiegandoli appunto che il servizio era da fare ad una donna sposata di 35 anni, ancora molto stretta nella fica e vergine di dietro, a cui bisognava far provare ancora i veri piaceri del sesso. E che comunque suo marito (io) ero consenziente e non avrei partecipato se non guardando. Io sentivo battere il mio cuore all’impazzata, Le intense sensazioni di paura e gelosia mi impedivano quasi di parlare. Poi dalla mia bocca usci finalmente la domanda che volevo fare a Giulia e cioè come mai aveva parlato di ragazzi al plurale. Lei candidamente mi aveva risposto che alla fine aveva scelto un gruppo di amici perché in questo modo per mia moglie sarebbe stato più facile sceglierne uno. Mi porto quindi di fronte al computer e mi mostro alcune foto di quei ragazzi. Semi nudi e comunque sempre con il cazzo bene in vista. Alcuni erano in erezione, altri no, comunque tutti avevano grossi peni. Giulia mi disse che erano le foto di quei ragazzi e che tutti avevano dei peni almeno il doppio del mio sia come lunghezza che come diametro. Mi fissò un po’ ridacchiando e mi disse: “questi te la sfondano, quando riscoperai con tua moglie il tuo cazzettino ci ballerà dentro, vedrai tua moglie godere sino allo svenimento”. Io rimasi ammutolito.Quindi mi disse che anche le foto di mia moglie erano piaciute molto e che avevano trovato la situazione molto intrigante. Prese il telefono e compose un numero dicendomi che mi avrebbe parlato con uno di questi per mettersi d’accordo su come e quando vederci. Io cercai di fermarla ma lei continuò fin quando qualcuno non rispose. Sentii che Giulia si presentava chiacchierando in maniera affabile, ricordandogli che io, il marito, godevo nel mettere in mostra mia moglie e che quindi dovevano comunque coinvolgermi. Prese l’appuntamento peri il fine settimana successivo. Giulia era visibilmente soddisfatta e mi disse che ci saremmo risentiti nei giorni seguenti. Giulia si presentò a casa mia due giorni dopo, quando a casa c’era anche Paola, dicendo che aveva vinto un fine settimana in un villaggio turistico per due ma che lei non poteva andarci. In realtà il villaggio era quello dove lavoravano come animatori ed istruttori, quei ragazzi che ci avrebbero anche ospitati visto che ormai era settembre.
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