D). GIOCHI PERICOLOSI Il caso ed un treno m’avevano fatto conoscere Elena dopo l’accavallarsi di tre date negative che avevano segnato profondamente la mia vita economica, sociale e sentimentale, una iniziativa imprenditoriale sbagliata, il mio trasferimento ben lontano da persone e luoghi cari, la fine di un fidanzamento importante.Elena fu un temporale benefico, contribuì a spegnere i fuochi brucianti di tre grandi delusioni, a liberarmi dalle apprensioni e dai rimpianti, a dire al mio cuore “vedovo d’amore”, al mio cervello impantanato nei conti in rosso, al mio uccello senza più le tette, la figa ed il culo superbi della bellissima Rosetta, sempre più spesso e sempre più convinto : “me ne frego”.Un merito che non ha prezzo, come non lo hanno il suo carattere, le sue verità, semplicità, spontaneità, naturalità disarmanti, la sua “serietà inconsueta” mai conosciuta prima di lei, mai incontrata dopo di lei, anche se per il modo di pensare corrente nessuno forse la avrebbe voluta nemmeno gratuita (grave errore)Cos’è che colpisce di più il maschio quando vuole “quella” femmina ?La “risposta sessuale” della corteggiata !Con tortuosi giri di parole, titubante, pur avendola di già avuta nel cesso di un treno e dietro un cespuglio della montagnola [che luoghi poetici eh ?] le chiesi la figa e lei mi rispose con naturalezza di portarla in un buon albergo.In camera, mentre si parlava del più e del meno, si è denudata, ha riempito il bidèt, si è lavata ben-bene la fighetta quasi imberbe, con due baffetti sottili e curatissimi come quelli di un damerino dell’ottocento ed il bel culo, proprio come una coscienziosa puttana di mestiere, si è asciugata ed è venuta a letto a dare inizio “al seguito”, intanto l’avevo ammirata in luogo consono rendendomi lietamente consapevole di avere fra le mani una bella donna con tette che avrei preferite un po’ più voluminose ma ben fatte e che sul suo personale stanno bene così : un gran bel pezzo di ragazza insomma.Parlando mi ha preso l’uccello in mano, ammutolendo se lo è messo in bocca e mi ha fatto un pompino tecnicamente perfetto, di qualità veramente superiore, si è fatta leccare gnocca e culo godendone in continuazione, ansimando “A-hà, a-hà, a-hà”, un modo vocale di esternare il piacere sessuale tutto e solo suo.Dopo il mio primo fulminante orgasmo da bocchino avevo preferito restare così, contrapposto a lei, a conoscere meglio ed a coccolarle i “luoghi” appena leccati finalmente in un letto, comodi, le lisciavo i curiosi baffetti che le rendevano graziosa ed incorniciavano la fighetta fanciullina, le palpavo l’armonico culo, le facevo complimenti meritati in onore del “peccato di gola” che m’aveva appena fatto, non potevo certo dirle che da come si comportava mi sembrava una puttana con la “P” maiuscola, forse addirittura una vera professionista che alla fine mi avrebbe presentato il conto.Sapienti carezze di mani, umide pennellate di lingua, presa di labbra carnose, giochi di bocca, spagnolona di tette, il mio cazzo presto e di nuovo duro, bis !Mi scavalcò, se lo insinuò nella topa, incominciò a montarmi e la sua fighetta mi fece imbattere in quella che per me fu e continuava ad essere una novità quasi incredibile, opposta a ciò che mi ero sempre aspettato.La fighetta di Elena era talmente stretta che la prima volta che m’aveva scopato mi dette l’impressione d’esser incredibilmente vergine, il mio cazzo era entrato in una figa normale per pochi centimetri per poi essere “impiccato” da un anello di mucose elastiche sì ma ben più strette dell’entrata e del “dopo anello”… la sensazione era di essere stato montato da una figa con dentro una manina che mi faceva una sega !La stranezza quasi dimenticata e appena ricordata mi immandrillì e mi lasciai montare ben più a lungo del mio solito, godendo assai e davvero come si deve.Quando mi stravolse l’orgasmo e lei si gustò l’ennesimo suo (godeva una volta al minuto o forse senza soluzione di continuità) volle farsi riempir la gnocca dal mio piacere che rinchiuse e conservò al di là dello stretto, strano anello, non s’era affannata, come le altre che scopavo, a chiedermi di non venirle dentro, a farmi tirar fuori il randello, una conferma del mio sospetto ?Elena, la bella Elena con “l’anello” nella figa, doveva essere una gran troiona senza remore e senza limiti come ce ne sono tante, ma almeno era stata ed era sincera, ed io che ci avevo fatto un pensierino !… ma come dargli seguito ?, “Io senza uccello posso starci una settimana, poi o me lo dai tu, o…”.Io a Ferrara, lei a Torino, a conti realistici fatti con la possibilità reale di vederci una volta ogni due o perfino tre mesi… 2 x 4 = 8… 3 x 4 = 12 tradimenti o più dolcemente dette scappatelle che dir si voglia… ma ero diventato matto ?Ma era giovane.Ma era bella.Ma era “gratuita”.E mi obbligai a non farle nemmeno una delle mille curiose domande che il mio cervello avrebbe voluto rivolgerle, mi abituai in fretta alla sua semplicità, al suo bel corpo, alla sua spontanea puttaneria, divenne per me importante.Così nacque, prosperò e visse a lungo una relazione… impossibile.Per la gente divenimmo fidanzati in attesa del traguardo finale e logico di ogni legame di tal tipo, lei sembrava a tutti una ragazza tranquilla, seria, non la troppo calda femmina travolgente e senza freni inibitori che è a letto dove le sue qualità sessuali, la sua preparazione erotica, le sue mani, la sua bocca, le sue tette, il suo culo, la sua figha con “baffetti, anello e manina” facevano sì morir dal gusto me, ma anche altri maschietti.Ma un bel dì mi fece godere veramente troppo e m’uscì spontaneo un sospiro più che una domanda : – Come sei brava !, ma chi ti ha insegnato e preparata così bene nelle “materie sessuali” ? — Un professore colto e molti ignoranti e ognuno d’essi ci ha messo del suo ed ha i suoi meriti ! – mi rispose spontanea e tranquilla come suo solito.- Uno e molti ? – sbottai stupito dalla serenità con la quale mi aveva data una risposta che sapevo vera, ma che nessun’altra ragazza, per “birichina” che fosse mi avrebbe mai data, perché avrebbe trasformato il vero “molti” nel falso “uno”.- Sì, ma non credere che io sia una puttana da quattro soldi che si dà a destra ed a manca !, ho incominciato presto a farmi scopare, sui sedici anni, ma da un coetaneo, un errore grave che ho subito pagato ma presto corretto appena mi sono resa conto che stavo godendo troppo poco rispetto a quello che captavo “da chi sapeva” e non imparavo niente oltre che a passar di bocca in bocca dei coetanei informati dallo stronzo, fortuna che una tipa istruita più di me mi ha avvisata, “stai attenta che stai diventando una puttana eh !” e spinta dalla paura sono ridiventata seria in fretta ! –- E come hai fatto ? – insistei.- Semplice, l’ho scaricato in malo modo ed ho iniziato ad andare a letto con un amico di mio padre ! — Con… con un amico di tuo padre ?, e perché ? – (in che giochi pericolosi m’ero cacciato !, e com’ero frastornato !).- Perché maschio vero, bello, “senza età” pur avendo ventitre anni più di me, uno che avrebbero voluto giovanette e vecchiette, amico e coetaneo di mio padre e di mia madre e perciò sicuramente affidabile, serio e leale fino alla morte, simpatico, colto, che ho subito apprezzato come gran montone dalla prima volta che mi ha portata a letto, pur essendo io ancora inesperta e non in grado di giudicare, ma mi ha fatta talmente godere da subito che… e così ho usata la sua esperienza sessuale ed il suo “cazzo d’età” per imparare bene a far godere ed ancor meglio a godere… sai come l’ho battezzato ?, “lo svezzatore” !, già perché è stato lui a svezzarmi, ad insegnare alle mie mani, bocca, tette, figa e culo a godere ed a far godere come si deve !- Ti scopa ancora ? – (che nebbia attorno, addosso, dentro di me).- Secondo logica dovrebbe aver fatto il suo tempo e invece continua ad essere più valente ed esperto di ogni altro maschio che mi scopa e allora… -Ero in ballo e pur angosciato continuai a ballare.- Il tuo passato… il tuo presente… e il tuo futuro ? — Dovresti rendere la domanda più esplicita e precisa — Non saprei come fare, forse la complicherò di più perché le mie curiosità sono sì sentimentali, ma anche fisiche… sessualmente sei soddisfatta ?, e se lo sei da chi e quanto ?… come, quale sarà il tuo futuro sessuale ? -Ride, poi – Mi pare che l’argomento ti abbia frastornato, cercherò di venirti incontro con la sincerità che è la strada più comoda e facile del mondo, sempre in discesa, tutta un rettilineo… le mie esigenze sentimentali sono assai simili a quelle di ogni altra donna, l’ideale sessuale sarebbe il poter contare almeno un orgasmo al giorno, ma gli ideali sappiamo bene che fine hanno fatta e fanno… vengo soddisfatta quando posso farmi una scopata ogni tre-quattro giorni, se resto a secco per più di una settimana, come sai, per il cazzo che mi passa più vicino sono guai – e ride mentre a me mi si “intreccia” il cervello, perché la risposta è la conferma ai conti che avevo appena fatti, “quindi”…Ma la bella Elena continua – Adesso è un periodo di vacche grasse (a proposito di vacche !) per la mia soddisfazione sessuale perché allo svezzatore e a Gianni si è da poco aggiunto Mirko, un ragazzino con quattro anni meno di me ma bravo, vestito o nudo, verticale od orizzontale che sia, un torello che mi fa’ godere troppo, con troppa violenza, “a testa bassa”… dovrò insegnargli cose importanti per un migliore e più razionale gusto per entrambi — Accidenti che cornuto che sono ! — Dammelo tu spesso e volentieri come sarebbe giusto e non sarai più cornuto, ma non fartelo più dire, io sono stata onesta e chiara con te fin dal primo attimo nel quale ci siamo guardati negli occhi, tocca a te scegliere con altrettanta chiarezza ed onestà e togli dal tuo frasario l’aggettivo cornuto, un termine che non amo perché a fronte di un cornuto c’è sempre una puttana ! e io non sono una puttana !, chiaro ? – mi ringhiò in faccia.- No-no !, aspetta, io non volevo… – cercai di riparare.- Aspetta tu invece !, se vuoi una donna seria ne sono pieni i marciapiedi !, sono quelle che ti raccontano che sei proprio sfortunato a montarle oggi perché loro, poverine, sono state vergini “fino a ieri” quando il solito, unico maschio e delinquente morale le ha scopate solo una volta derubandole della verginità, mentre invece si fanno tre cazzi al giorno per anni finché non pescano il pesce scemo che abbocca !, io sono quella che sono !, io ti ho detta la verità perciò sono una donna onesta, seria !, sì perché si è seri ed onesti non quando e perché non si scopa, ma quando si dice la verità a chi la ascolta che può perciò scegliere liberamente e realmente, come è giusto e logico che sia !, chiaro ? -Pur mezzo affogato nella ridda di tante e tali sorprese paradossali, l’ultima ed inattaccabile parte della sua rampogna mi fece compiere un gesto eroico.- Apri le cosce ! – le ordinai.- Come ? — Spalanca le cosce ! – quasi le urlai.Per la prima volta vidi Elena titubante, addirittura pudica, spalancò le cosce lentissimamente, guardandomi interrogativa, calai occhi, mani, lingua e bocca sulla fighetta “con baffetti ottocenteschi e anello incorporato”, la ammirai per un minuto, la palpai per due, la leccai per tre, la montai ed inculai fin che potei, “A-hà, a-hà, a-hà, a-hà, a-hà” godette sempre e non solo lei, alla fine della tenzone le baciai con trasporto e ringraziai di cuore la bocca, le mani, le tette, la figa, il culo di femmina puttana, di donna seria.Mi ringraziò muta, con due occhioni così grandi che non le avevo mai visti prima che non le avrei rivisti più. E). RIFORNIMENTO DA UMBERTO Umberto era mio amico ed amico dei miei amici dai lontani tempi dell’infanzia.Nel nostro gruppo era famoso dal dì che, in rotta disordinata e vile dal “ponte degli uccelli” come tutti noi ragazzini vinti e sbeffeggiati da un branco di feroci puttanelle, non aveva osato rischiare le balle quando una determinata morettina si mise alla pecorina di fronte al branco delle amiche ed al nostro invitandolo a farle il culetto (che lui aveva minacciato di farle con la sua già allora nota “stanga” di circonferenza e lunghezza impossibili) ma avvertendolo che se non la avesse fatta godere come lei voleva, glie le avrebbe strappate coi denti le balle e appese al portone del municipio.Lavorava presso un distributore di benzina ed era il probabile erede del gestore anziano che stravedeva per lui, bravo ragazzo, lavoratore, onesto e senza grilli per la testa, venuto dalla campagna come tanti di noi.Noi tutti passavamo a far rifornimento da lui ogni volta che ci era possibile.Anche quando andavamo verso o tornavamo da divertirci mentre lui doveva sgobbare ci fermavamo per chiacchierare con l’amico più impegnato di noi e tirarlo un po’ su di morale.Fu così anche quella volta, con l’aggiunta che ci eravamo accordati per dargli un passaggio di ritorno a casa.Io e gli altri stavamo tornando da una serata trascorsa in gelateria sul fiume e quando arrivai al distributore mi fermai ad aspettare gli altri per stare un po’ con l’amico comune.Era l’una e stava chiudendo, la mia fidanzata Elena ed io lo seguivamo da una pompa all’altra ciarlando mentre le sigillava.Una macchina strombazzante si fermò sulla strada proprio lì davanti attirando la nostra attenzione.Ripartì subito lasciando a terra un Gigi snocciolante imprecazioni che avrebbe dovuto star viaggiando dietro di me con altri amici.- Meno male che ho trovato quel signore così gentile che mi ha dato un passaggio fin qui e tu non hai ancora chiuso perché sono rimasto senza benzina come uno scemo, dammene una tanica per favore, mentre tu, Babele, mi dovrai riportare alla macchina ! — No-no, te la fai a piedi invece, così impari ! – bofonchiai.Lasciai Elena a far compagnia ad Umberto ed accompagnai Gigi alla sua macchina, ma non era questione di benzina.- Se domattina mio padre non trova la macchina in garage mi spella ! – fece Gigi cupo – mi dovresti trainare… – aggiunse guardandomi fisso in cerca dell’assenso – se facciamo la scorciatoia dell’ospedale in mezz’oretta siamo a casa mia -Non avrei certo lasciati lì lui e gli amici che erano con lui, poi conoscevo suo padre, perciò detto e fatto.Ma la mezz’oretta preventivata diventò un’ora abbondante.Tornai, da solo e sparato, al distributore immaginando lo “smadonnamento” della mia Elena e di Umberto, a cinquanta metri da esso spensi il motore arrivando sul piazzale per inerzia, volevo tenerli ancora sulla corda, ma il distributore era buio, deserto.Volevo far loro uno scherzo, avevano fatto uno scherzo a me ?Scesi e quatto-quatto girai attorno al magazzinetto degli attrezzi dirigendomi verso il piccolo ufficio con brandina dove Umberto era solito riposare.La notte era frizzantina, ormai troppo fresca, si erano sicuramente rifugiati lì ad aspettarmi… più mi avvicinavo, più le loro risate divertite si sovrapponevano l’un l’altra ed a volume sempre più alto… una luce giallina, fioca usciva dal piccolo pertugio ottenuto grattando via, ad altezza d’occhi, la vernice bianca con la quale erano stati opacizzati i vetri della porta.Accostai gli occhi al riquadro e la mano alla maniglia.Mano ed occhi rimasero paralizzati.Umberto era disteso sulla brandina ma nudo dalla cintola in giù, Elena seduta di sbieco sulla stessa aveva il pugno della mano destra chiuso ma con l’indice puntato verso il gran mazzuolo e a circa venti centimetri dalla cappella “senza cappello” stava disegnando rette e cerchi nel nulla mentre, come obbedendo ai comandi dei fili invisibili di un burattinaio, la stanga del mio amico seguiva la punta del dito qualsiasi fosse la direzione che prendeva… il polpastrello era sempre più vicino alla “bocca” della cappella… si fermò ad un centimetro dalla stessa e lì rimase immobile… Umberto alzò il culo quel niente che bastava per far poggiare la “bocca” al polpastrello…- Fammi un pompino –- No -E il grande randello divenne ancor più duro.- Dammi la figa — No –E fu ancor più lungo, grosso, duro — Fammi almeno una sega — No -E fu paracarro.Il polpastrello abbandonò la bocca verticale della cappella sulla quale pigiava, il randello sferrò una manganellata al ventre dell’Umberto e lì rimase, come se vi si fosse appiccicato.Elena si sganasciava dal ridere, imprigionò ad anello la capocchia, la tirò con fatica evidente fino a che si allineò alle cosce, la mollò, la verga scattò e “sbam!” randellò la pancia del malcapitato ancora una volta, Elena si spanciava, Umberto grugniva, la mia fidanzata vide il mio volto sgomento, allegra e ridente mi invitò ad entrare, l’amico sbiancò come un cencio e fece una specie di salto verso l’alto con tutto il corpo orizzontale come se gli avessero piantato un chiodo rovente nel culo, lei continuò nel gioco di mollar sferzate al ventre del malcapitato, a ridere a crepapelle come se fosse un gioco solamente fanciullesco divertente… pian piano Umberto incominciò a sorridere, io pure… a sogghignare… a ridere… tutti e tre in modo sfrenato… e senza che nessuno se lo aspettasse, lui forse meno di tutti e Umberto sborrò.Senza un pompino, senza una figa, senza almeno una sega.Nello smarrimento di tutti e tre, nel caos che regnava nel mio povero cervello riuscii a dirmi che quanto stava succedendo doveva essere figlio della notorietà che aveva acquisito il pisellone di Umberto nel nostro gruppo del quale stasera in gelateria avevamo riso ricordando lo stupore e le meraviglie che avevan fatto andare fuori di testa una signora che l’aveva provato e riprovato di recente.Ed ecco lì davanti ai miei occhi il risultato di certa propaganda.La mia curiosa fidanzata aveva creduto bene di sincerarsi della… “cosa”.“Dagli amici (con certi cosoni) mi guardi Iddio”…“Dalle fidanzate (con certe curiosità) mi guardi il diavolo”…Lo sconcerto m’aveva talmente annebbiati i sensi che non m’ero ancora accorto che Elena era senza mini e senza tanga, anche lei nuda dalla cintola in giù.Di prim’acchito decisi di lasciarli lì ed a piedi, di andarmene, di vendicarmi di entrambi, di punire Elena per davvero e una volta per tutte, di inscenare uno scandalo, ma Elena era… Elena e precedette le mie intenzioni smorzandole sul nascere, si alzò da dov’era seduta (ecco perché non avevo “visto” prima) dicendo a sua giustificazione e per mia conoscenza sul “perché” : – Ero troppo curiosa di sapere se “l’esagerazione” da voi più volte raccontata era davvero esagerata… per sapere ho dovuto contrattare, lui “me lo avrebbe fatto vedere”, ma io come ovvia contropartita “dovevo fargliela vedere”… poi è stato solo e tutto un gioco e pure assai divertente… -Ed interviene Umberto che rinfaccia alla mia fidanzata : – Non siamo mica pari però, non è mica giusto sai !… tu ci hai almeno giocato con il mio uccello, io invece di tuo ho solo visto due baffetti di pelo ed altrettante culatte, ma non una figa ed un buco di culo e tanto meno ci ho giocato almeno con un dito ! –Ma Elena “è Elena”, si piega alla pecorina e forse anche un po’ di più sul muso di Umberto e : – Eccoti figa e buco del culo, poggia un bacino sul polpastrello dell’indice e depositalo sulle “labbra”, un altro sull’asola del culetto e così pari siamo… non mi piace passare per una che non rispetta i patti ! –Ma come faccio a sopravvivere alle incredibili “malefatte” di questa donna, di questa femmina ?, come faccio a non essere uguale agli altri e insultarla, forse maledirla, cacciarla da me come una infame ?… perché non ha un comportamento sessuale “normale e nascosto” come tutte ?, come farò a star senza di lei ?… che direbbe per esempio mia madre sapendo che leggo, che guardo, che so che la mia fidanzata, la fidanzata di “suo” figlio gioca con il cazzo di Umberto, che si fa scopare “almeno una volta la settimana” da altri uccelli ?… farebbe il diavolo a quattro, la “inviterebbe” ad andarsene e pure di corsa, si schiferebbe anche di me, farebbe uno sconquasso non dominabile, diventerei… “famoso”.No-no !, meglio andarci cauto, se dovevo “svegliarmi” dovevo farlo pian piano, meglio affrontare il problema con più calma, in altro luogo e momento, adesso avevo il cazzo troppo duro e le palle di sasso.Ero talmente assorto che non mi ero nemmeno accorto che Umberto ed Elena erano vestiti, lui sembrava normale pur se a testa bassa come ogni colpevole, lei no !Salimmo in macchina, accesi il motore, partimmo.Guidavo in silenzio, ero sicuro che se fossi arrivato dopo, se anche non avessi visto con i miei occhi me lo avrebbe raccontato lei quanto era accaduto, per filo e per segno, come sua leale natura Elena non sarebbe mai riuscita a dire una “bugia sessuale”, a raccontarmi una “fandonia erotica” e restar “seria”.Ma se fossi arrivato “dopo” avrebbe continuato a dire no a tanto uccello o lo avrebbe assaggiato con la bocca, scopato con la gnocca, munto con il culo ?Umberto ed io, nel silenzio, facevamo fatica a guardarci in faccia, io perché mi sentivo stupido, lui perché si sentiva colpevole, Elena invece era la solita chiacchierina allegra perché a lei non glie ne importava proprio niente, come sempre, come al solito, perché per lei tutto ciò era del tutto normale.Durante il breve viaggio di rientro ebbi il tempo di ricordare e di rincuorarmi, già, perché nel mio dramma cerebrale causato da un evento così dirompente avevo dimenticato che Umberto ed io non eravamo ancora pari.Infatti era da un bel po’ di tempo cha stavo allenando il… “versante nord” di Angelina, la sua ragazza, una mia cara amica, per abituarlo pian-piano e come si conveniva ad accogliere finalmente le imponenti misure del pisellone di Umberto, sempre più insistente e determinato nel cercar di piantarlo “nel quel posto” della sua ragazza e mia amica.Angelina ed io eravamo stati ed eravamo ben più riservati però, lui mica sapeva.A casa avevo ancora quello scemo del mio cazzo duro, anzi, più duro che mai !Incominciò a carezzarmelo… incominciai a carezzargliela…- Non hai mica resistito alla curiosità sessuale “di sapere” eh, birichina ! –- Ma è stata, appunto, solo una birichinata !, per due ragioni, la prima perché sono qui con te e non ho bisogno di nessun altro, la seconda perché in genere attaccata alla quantità non c’è la qualità, è tipico dei super dotati, credono che basti avere un uccellone da offrire alle fortunate che se lo trovano in mano e vivono di rendita, ma spesso insulsa — A Piacenza eri con me ma hai lo stesso avuto bisogno del pisello di Gianni, e allora ? — Ma caro, non devi mica mettere Gianni e nemmeno lo Svezzatore nel conto degli “altri”, loro sono… loro ! -Tutta qui la mia rivalsa, tutto qui lo scandalo scatenato, tutto dimenticato e accettato, anche questo “loro sono… loro” che non ho capito.E fu l’inzio per me ed il proseguimento per lei di una lunga, indimenticabile nottata erotico sessuale. F). LA VENDETTA Sabato : Il telefono squilla che è quasi mezzanotte, è Elena che dall’area di servizio più vicina mi avverte che sta arrivando, meno male, cominciavo a stare in pensiero, prendo la macchina, le vado incontro e la aspetto all’uscita del casello autostradale dove arriva un quarto d’ora dopo con la sua “500” blu.Ci scambiamo saluti, baci, abbracci e poi via di corsa verso casa e il letto ove : – Non vedevo l’ora di farti un pompino ! – mi sussurra mentre ci accingiamo a farci “quel bel numero” ma senza ulularne come meriterebbe.Anche gli orgasmi della scopata e delle altre cose che ci godiamo in seguito ce li imponiamo muti o forzatamente bisbigliati per non rischiare di svegliare mia madre, un bel sacrificio sia suo che mio, una mancanza di libertà che pesa e ci ruba gusto e spontaneità.- Speriamo che ci vada meglio domani – si augura sottovoce Elena.- No purtroppo, mia madre ha invitate a pranzo le sorelle – la avvilisco ancor di più.- Accidenti che viaggio sfigato, inutile ! averlo saputo… – ribatte quasi irata.- Passavi queste notti con un… “fidanzato” più libero ? – la sprono.- Eh sì, ci puoi giurare ! – mi conferma.- Respira che il problema non esiste, mi sono fatto riservare una camera da Elle nel suo albergo – la tranquillizzo.- Meno male ! – esclama sollevata.Soddisfatta la mia Elena e dopo aver spese tutte le energie sessuali disponibili la lascio sola vado a dormire nella mia stanza per “il rispetto delle forme” voluto da mia madre.Domenica : Le accoglienti poltroncine rosse di un bar del centro ci tengono comodamente seduti a chiacchierare e a sorseggiare i nostri drink per tutta la tarda mattinata, tra gli argomenti che affrontiamo con il nostro tanto dialogare faccio in modo che entrino anche notizie sull’ultimo partner sessuale della mia Elena, stuzzicandola a parlarmi del suo “fidanzato nuovo e più libero di me” con il quale avrebbe passato il week-end se non fosse venuta da me, che definisce, lapidaria e come suo solito leale : – Interessante, bello, forte ! — Forte ?… forte in che senso ? – indago.- Di cuore, di cervello, ma soprattutto di uccello ! – precisa.- E’ un pezzo che te lo fai ? — Un paio di mesi — Non me ne hai mai nemmeno accennato nelle tue lettere, cosa che di solito invece fai, è una novità, come mai ? — Per scaramanzia, è troppo signore, talmente ricco di qualità e di quantità che ho persino paura a pensarlo vero, temendo di svegliarmi in una realtà senza di lui, ecco perché non ho ancora osato parlartene ! — Ma allora è grave… come lo hai conosciuto ? — Un giorno che ero andata a provarmi un abitino che avevo visto esposto nella vetrina di una boutique di Leinì, come facciamo sempre noi donne ne ho provati altri assistita e consigliata dalla commessa, credevo che fossimo sole e così tra una prova e l’altra non sono stata lì a chiudere la porta del camerino di prova e ad un certo punto mi sono trovata trafitta dagli occhi di un maschio, il titolare… — Com’eri… “svestita” ? — Calze autoreggenti, tanga e reggiseno neri velati — Un niente, ma assai erotico… e poi ? — Signorina, mi permetterebbe di chiederle se le farebbe piacere venire prima a cena con me “Dal Gobbo” poi… poi a letto in un buon albergo ? – mi ha chiesto facendo “l’ascensore”, su e giù, con gli occhi sgranati lungo il mio corpo.- Ci provi ! – gli ho risposto sfacciata alla sua impudenza girandomi di culo e simulando un pudore che non ho, ma con il fine di fargli ammirare anche quello.- Come si chiama, signorina ? — Elena ! — Elena, vorrebbe, per favore, affacciarsi alla boutique dopo le venti quando chiuderò il negozio ? – mi ha sparato sempre più spavaldo.- Certo, con piacere ! – l’ho stecchito.La commessa stava “bruciando”, non comprai neanche un abito, ma fui puntuale all’appuntamento : lui è un bel tipo, io sono curiosa.“Dal Gobbo” è stata una bella cena, con un compagno educato, colto, simpatico, a letto è stata una gran bella notte, con un amatore fantasioso, formidabile per qualità, quantità e durata.La colsi immersa nel piacevole ricordo del suo “fidanzato nuovo”.- Vi “vedete” spesso ? — Il martedì ed il sabato — E gli altri giorni ? – le chiedo come un cretino.- Il giovedì e la domenica vado a letto con il mio ragazzino che sotto la mia guida ed insegnamenti diventa sempre più bravo — Ti rimangono tre giorni “liberi” a settimana — In quelli dieta purtroppo – e ride soddisfatta.- Ma non ti sembra di star nuotando tra un numero eccessivo di pesci di tutte le risme ? – le ribatto adombrato.Elena si immerse in un silenzio contrariato, quasi subito però tornò ad essere quella di sempre, esageratamente verace, naturale e cominciò : – Con un po’ più di coraggio potevi definirmi puttana, ma ti sei rifugiato in un giro di parole più educato, il mio modo di fare sesso è quello di sempre, che non avevi mai criticato, non so quindi se stai cambiando binario o cercando appigli, comunque tu non sei tanto scemo da rinunciare ad una bella figa se ti si offre qui ed io non sono tanto scema da rinunciare ad un bel cazzo quando mi si offre là, perciò o viaggi ancora sui binari che piacciono e fanno comodo a tutti e due e io ho capito male, o tu hai deragliato e allora me lo dici sinceramente, chiaramente — No, Elena, io non ho ne deragliato ne cambiato e non ho nemmeno inteso farti appunti, forse non mi sarò espresso bene ! –- Prova a farlo –- Ti voglio bene, pur se sei troppo monella ! -Di nuovo sorridente e sollevata mi si avvicina all’orecchio e : – Ti dà troppo piacere leggere le mie porche scappatelle, sentirtele raccontare, o guardarmi, o partecipare, vizioso maiale, sennò perché mi aizzeresti a viverle, scrivertele, raccontartele eh ?, io ho un gran bisogno di un porcellone come te, che approva i miei vizietti e mi lascia peccare e tu di una porca come me che applaude i tuoi !, non lasciamoci mai !, noi due siamo fatti l’uno per l’altra !, siamo uguali, sensualoni e porcelloni ! -Mezz’ora dopo eravamo sommersi dai “bla, bla, bla” di mia madre e delle sue due sorelle e appena dopo aver pranzato schizzammo via, traguardo : il letto di una camera (la numero tre) dell’albergo di Elle e fratello.Sapevo bene che quella era la stanza-palcoscenico che Elle, il fratello Esse e l’amico comune Rico (ai quali mi ero talvolta aggregato) affittavano alle belle gnocche e lor montoni da guardare quando eravamo giovani con pochi soldi e ancor meno figa, erano passati parecchi anni da quei bei tempi, ma non me l’ero certo dimenticato !, loro lo credevano forse ?Appena entrati in camera guardai di sottecchi la tapparella della porta-finestra che dà sulla veranda, era chiusa sì ma con “l’innocua” fessura tra un paio di stecche che so punto-spia per i miei amici curiosi quando vogliono vedere bene ciò che avviene su quel letto.Mi sentii i loro occhi addosso, ma sopratutto puntati su Elena.Ci denudammo ognuno dei propri abiti mentre parlavamo del più e del meno, io mi distesi sul letto ad aspettarla, lei si chinò a cosce e chiappe larghe sul bidet a lavarsi figa e culo, se li asciugò, venne a stendersi accanto a me, mi prese l’uccello in mano e incominciò a giocarci, spalancò bene cosce, figa e chiappe alle mie carezze, il tutto di fronte a sei occhi sbarrati, ombre leggere quasi invisibili, io ne gongolavo, lei non sapeva… Elena si piegò sul mio uccello a farmi un inizio di pompino che lasciai loro veder bene… a cazzo mezzo duro mi rigirai verso la sua bella figa, me la tirai a scavalco sul volto alla pecorina e girata verso sei occhi, lei mi faceva l'”orale”, io le leccavo la gnocca e masturbavo il buco del culo badando bene di tenere l’una ben spalancata, l’altro bene in vista, indovinai i loro ammiccamenti salaci, i loro commenti sboccati, i loro uccelli duri.Il mio cazzo fu più duro del solito data la novità e la necessità di “fare bella figura” di fronte agli amici, perciò la sbattei sotto e la montai, mi schiaffò sotto e mi montò, la rigirai, glie lo piantai nel culo, la inculai, un piacere sopraffino ma “ingiusto” perché lei non sapeva, allora non resistei e sussurrai nell’orecchio di Elena la novità e lei che sguazza in tutte le situazioni più spinte o strane e ci si diverte tanto, diventò più puttana che mai oscenizzando ogni posizione, movimento, interpretazione o ruolo.Godemmo “alla faccia loro” come forsennati, poi, raggiunta la pace forzata per mancanza di munizioni e nel silenzio che si era affermato mi sussurrò appena : – Non hai un conto, una vendetta da saldare ad Elle tu ?… Dory… — Un conto ?, una vendetta ?… Dory ?, ah, sì, la signora Dory, mi ero scordato di avertelo raccontato, un sabato di mesi fa mi ha messo a letto con la signora Dory poco dopo averla scopata e riempita di sborra il porco !… perché ? — Fattelo saldare da me ! — Da te ?… e come ? — Ti vesti, esci, istruisci Esse e Rico e fingete di andare a vedere la partita, prendi il giornale e le marlboro che sono in macchina, chiedi ad Elle di farmele avere dal portiere, ma vedrai che giornale e sigarette me le porterà certo lui, al resto penserò io, voi tornate a spiare dopo mezz’ora e “bzzz, bzzz, bzzz… -Questo mi propose e così fu fatto.Fingemmo la fine dei nostri rapporti, mi vestii, scesi, ingaggiai Esse e Rico, non andammo a vedere la partita, mezz’ora dopo rientrammo furtivi in albergo e poco dopo eravamo già dietro le famose fessure a goderci lo spettacolo.Elle, mandrillo a cazzo duro in calzini e canottiera, stava dando la caccia con balzi felini alla mia nuda, sgusciante fidanzata che stava guadando il letto, la ghermì, sembrò vinta, le puntò la pistola contro il “bersaglio”, ma la preda con un magistrale colpo di reni colse di sorpresa l’assatanato sfuggendogli, ma lui, inciucchito, con presa rugbistica la fece stramazzare sul letto, ma l’anguilla gli sfuggì di nuovo.- Fermo, fermo, fermo che ti faccio una proposta ! – gli gridò in faccia Elena con le mani avanti come per parare l’urto di un panzer che, fortunatamente, si bloccò in ascolto.- Sei troppo teso ed eccitato, rischi di venire subito, non è così che si gode… dai, fai per me una cosa che mi farà impazzire, fatti una sega così scarichi la troppa tensione poi ci facciamo una lunga scopata, io mi stendo sul letto, ti do la carica e dopo ti faccio morir di gusto, non sciupare questa occasione ! -Intanto s’era stesa sul letto, s’accarezzava e titillava passera e soldatino torcendosi e posando lasciva di fronte ad un Elle esterrefatto che, piantato sulle gambe divaricate in mezzo alla stanza, cominciò a farsi un segone che lo scuoteva tutto.- Sì, bella troiana, prima ti gratto la gola fino al palato, poi te li riempio io ben-bene il tuo bel fragolone e il tuo gran culooo… -Il menarsi di Elle diventò furibondo, caotico, la mia Elena lo aizzava sempre più sensuale, erotica, anzi, oscena.Quatti quatti fummo dietro la porta, il paspartout inserito nella toppa della serratura e pronto in mano ad Esse.- Godooo… sborrooo… – udimmo dalla voce di Elle e : – Settete ! – fu l’urlo che gli scagliammo addosso catapultandoci dentro la stanza.- Che gran chiavatore questo Elle eh ? — Eh, sì, lui sì che è un vero toro ! — Mamma mia che cazzo lungo !, scopa una figa che sta a letto dal centro della stanza !, in piedi e a mano, come ogni bravo artigiano che si rispetti ! — Però, come segaiolo chi lo batte questo ? -La sequela infinita delle nostre frecciate trafisse il malcapitato trasformando il suo cazzo duro in un ammasso flaccido che perdeva sui suoi stessi piedi il prodotto di un piacere ucciso sul nascere invece di schizzarlo lontano.Sudava, tremava esterrefatto, inviperito, ma muto, vinto.L’avvilito inferocito Elle raccolse le sue robe sparse, sparò insulti sanguinosi a destra e a manca e se ne andò rabbioso senza neanche infilarsi le braghe.Continuammo a punzecchiarlo fin che potemmo con i nostri lazzi, frattanto Elena era scesa dal letto, si era accesa una marlboro ed unita al crocchio irridente così come era, nuda-cruda, a bofonchiare, a fumare, a ridere della burla giocata ad Elle, a farsi contare i peli della gnocca, ammirare tette e culo da vicino vicino, cose che mi fecero ancor più effetto che guardarla, insieme a loro, torturare il malcapitato ed eccitato amico nudo Elle o di quando, sapendo di essere guardati, mostravo loro, in tutte le migliori pose ed attività, le sue mani, bocca e lingua, figa, buco del culo, tette.Ad un certo punto nessuno di noi seppe più cosa dire, ma Rico un appiglio lo trovò : – Elena, hai una ciocca di peli di figa fuori posto – le fece notare.- Quale ? – gli chiese cadendo nel tranello sapientemente tesole abbassando lo sguardo verso il monte di Venere.- Questa – le replicò mentre aveva già presa tra pollice ed indice una ciocca ribelle che le attraversava le grandi labbra.- Rimettila a posto e mollala, grazie ! – lo beccò.Ridemmo, Rico dovette obbedire, Elle era stato punito ed i miei due aiutanti e testimoni non avevano più motivo valido di restare ancora lì.Loro avrebbero voluto non andarsene mai, cercarono ancora cose da dire che non esistevano, la scusa giusta per restare, ma era loro proibito trovare qualcosa di… “serio” da dire mentre si guarda con occhi concupiscenti e si desidera ad uccello duro una bella ragazza nuda che si muove, fuma, parla, ride, ascolta, risponde, in una stanza dove c’è un letto sul quale si sarebbe potuto…Uscirono dalla stanza staccando di malavoglia occhi arrossati e grande desiderio stampato sulle loro patte dalla mia ragazza che li ringraziò per la preziosa collaborazione, li salutò bofonchiando : – Un’altra volta vi faccio pagare il biglietto eh ! -Non ebbero neanche la forza di dire “A”.Previdi un’altro par di seghe.Una per uno.O forse anche qualcuna di più.Mentre noi ci scopammo e facemmo “tutto il resto” come folli, come non mai. G). LO SVEZZATORE Passai i primi mesi nella città mia nuova sede di lavoro dedicando tutto il tempo possibile alla ricerca di un appartamento per cercar di evitare le troppo onerose spese d’albergo.Ebbi fortuna perché, parlando con un collega, scoprii che proprio lui, nel mese entrante, avrebbe lasciato libero quello che abitava.Il giorno appresso avevo già firmato il contratto d’affitto con la proprietaria.Ci spesi i fine settimana di due mesi per sistemarlo, adattarlo ai miei voleri e per ammobiliarlo oltre che dotarlo di tutto ciò che serviva a renderlo veramente funzionante e funzionale.Alla fine ne fui soddisfatto e me lo gustai molto nei primi giorni in cui, lasciato l’albergo, potei incominciare a vivermelo e godermelo.Ma non ci misi un’era a rendermi conto che mancava qualcosa… no, qualcuno… anzi, qualcuna per essere veramente accogliente come meritava : una colf ?, un’amica ? una fidanzata ?, una convivente ?, una moglie ? (moglie ?, piano eh !).Incominciai perciò a vagliare eventuali possibilità in tal senso, valutando le ragazze-soluzione che potevo avere sottomano.L’ideale sarebbe stata una ragazza del luogo ma con la mentalità che qui regnava certo non l’avrei mai trovata.Passai mentalmente in rassegna le gioiose e furbe “birichine sessuali” che erano state oggetto del mio piacere, ma così furbe da sfuggire alle malelingue pur essendo tutte promesse spose o già mogli !… forse Giorgia ?, una tipa evoluta, intelligente, indipendente (guida turistica per escursionisti di lingua inglese e francese).Quando la interpellai in proposito mi rispose addirittura alterata.- Eh no, caro, io posso scopare, se di nascosto, con dieci uomini al giorno e restar donna stimata seria e da marito, ma se mi esponessi con te ed addirittura in casa tua anche per un sol giorno seppure “vestita e verticale” sarei fregata per l’eternità ! -La stessa “canzone” che mi cantarono le altre.Ero solo, steso sul letto, ancora abbacchiato per i decisi dinieghi subiti… ma c’era Elena accidenti !, la mia menefreghistissima e torinese Elena… chissà se… peccato che abitasse così lontano !, lei si che non avrebbe avuto problemi !Rincuorato e speranzoso estrassi le sue lettere dal cassettino del comodino e mi accinsi a leggerle in ordine di data.Da quando ero qui ne avevo ricevute una dozzina ma avevo trascorso insieme ed a letto con lei un solo fine settimana.In esse ritrovai la reale, gioiosa lealtà sentimentale e la spensierata libertà sessuale che caratterizzava il nostro strano fidanzamento che avrebbe dovuto morire pochi minuti dopo esser nato (per i benpensanti) ma che era tenuto vivo da un invisibile e indistruttibile filo d’acciaio fatto di onestà e di rispetto della verità che rischiava di farlo eterno… in ognuna di esse rilessi anche il racconto “dalla A alla Z” della sua ultima (che tale non era mai) “scappatella”.Elena !, mi basta leggerti per drizzare !, dovrò farmi una…Le telefonai la sera stessa invitandola a venirmi a trovare nella mia nuova casa senza però dirle ciò che avrei voluto chiederle.Arrivò di sabato accompagnata da Guido che, dovendo recarsi a Roma il lunedì, le diede un passaggio deviando fin qui a La Città.Apprezzarono la mia nuova sistemazione, ma erano molto stanchi, e pur essendo Guido un conversatore convinto e piacevole, dopo la doccia, un pasto leggero e quattro chiacchiere andò a dormire nella cameretta che avevo adibita a studio o, in caso di necessità, a camera per gli ospiti, mentre noi due ci ritirammo “in camera nostra”.Anche Elena si addormentò quasi subito, io invece no e fantasticai, pressoché immobile per non disturbarla, per ore.Presi sonno dopo aver letto le due sul quadrante fosforescente della sveglietta.Una barca dondolante, soffice come una culla ed ormai prossima al bagnasciuga era il piacevole sogno che s’affievoliva facendomi sbarcare tra gli svegli.Aprii gli occhi ancora irretito da una irrealtà nebbiosa ma che volevo chiara… ma… ma al mio fianco non doveva esserci Elena ?… ma non c’era neanche il suo cuscino !, non c’era niente !, ma allora avevo solo sognato che fosse qui ?… mentre cercavo di svegliarmi davvero e bene il mio orecchio captò il tipico “A-hà… A-hà… A-hà…” inspirato ed espirato con la violenza caratteristica e ritmica degli orgasmi di Elena.Accc… adesso sì che ero sveglio ! e senza pensare mi precipitai nello studio dal quale provenivano i “segnali a me ben noti”… Elena aveva il culo sopra il suo cuscino ed era “sotto” Guido : Guido stava scopando Elena !La mia presenza non li distrasse neanche per dirmi “buon giorno” !Montata classica, perfettamente adatta alla età ed esperienza… la mia ragazza stava intanto sottolineando un suo nuovo orgasmo con l’inconfondibile, tutto suo “A-hà… A-hà… A-hà… A-hà”…Guido aveva “svezzata” Elena [mi aveva raccontato lei già nei primi giorni del nostro fidanzamento (questa sì che è lealtà, serietà)] insegnandole ad amare già da quando aveva sedici anni e non più vergine perché scopata da un po’ di tempo da un amichetto, anche lui ignorante, che non gli insegnava niente, allora pensò bene di farsi “dar lezione” da Guido che da allora definisce “lo svezzatore”.Elena adesso ha ventotto anni, Guido quasi il doppio e continuano a “svezzarsi”.Guido, scapolo, smilzo, spigliato, intelligente, è il tipico uomo bello e “senza età” che piace alle ragazzine, alle coetanee e alle tardone.Lo stavo guardando “all’opera”… era veramente bravo come me lo aveva raccontato Elena… ma anche “diverso” da me, dagli altri… sul suo volto era stampata una estasi dolcissima, sul suo cazzo (bello!) doveva esserci impresso un Piacere di altri mondi, Elena era Beatitudine, l’uccello di Guido la scopava delicatamente, soavemente, amabilmente… anche quando Svezzatore venne e sborrò nella figa con anello e baffetti della mia fidanzata lo fece dolcemente, come lo erano e forse ancor di più le lor sembianze… quello in atto non poteva essere un tradimento… spasimi da gusto sempre più lievi… e alfine la pace…Quattro occhi raggianti, limpidi, due volti sereni, naturali mi inquadrarono, ci dicemmo “buongiorno”, iniziammo a conversare con voci ed in modo del tutto normale, ma di cosa parlammo ?, mah !Intanto Elena si sfilò da sopra il cuscino e da sotto Guido, si alzò e andò a fare la doccia lasciandomi solo con lui nudo e… “profumato”, disarmante ed a suo agio come un pargolo in fasce, iniziammo a parlare di tutto o forse di niente, ma continuammo includendo Elena ed il suo “modus vivendi e… scopandi”.- Scusami se stamattina con Elena… ma tu dormivi ancora quando lei ed io avevamo già voglia… – cercò di giustificare e di render “legale” il loro… agire Guido.- Beh, so da sempre di te, “lo svezzatore”, come ti chiama lei, quindi sentirti raccontato o guardarti dal vero e dal vivo non è che cambi la sostanza delle cose o dei fatti — Sì… certo Elena non direbbe mai bugie… Elena è veramente, in questo, la donna più onesta e quindi più cristallina del mondo… – e pensieroso come se parlasse a se stesso, continuò – gran donna Elena… peccato che non possa o sappia scegliere che sia a volte una figa senza ritegno, disponibile anche per maschi non certo meritevoli… somigliasse a sua madre sarebbe la donna ideale ! — Non somigliano ? – riuscii a dire, come un vero cretino, ricordando l’ancora piacente madre di Elena, coetanea di Guido e da lui svezzata quando erano ancora ragazzetti e coinquilini.- No, no, da sempre la scopiamo solo suo marito ed io, si è permessa solo poche “curiosità” diverse… magari Elena fosse come la madre ! — Tu che la conosci da quand’è nata, come spieghi questo suo modo di gestire e di interpretare la sua attività sessuale ? — Con la sfortuna più nera… quella di una ragazzina che ancora giovanissima si scopre portatrice di cisti vaginali e che perciò deve sottoporsi ad intervento chirurgico plastico per evitare complicazioni e rendere “operativa” la figa… uno shock che l’ha dapprima sconvolta poi marchiata per sempre… ecco perché la sua figa è così diversa da tutte le altre… con quel centimetro di vagina fasciante e stretta come il culo di una eterna vergine, ma la tragedia sta nell’aver saputo da quello stronzo che l’ha operata che non potrà avere figli, stronzo che, fatta la frittata, si corresse aggiungendo un pietoso ma bugiardo “al novanta per cento”… Elena perciò è solo una disperata che colleziona maschi sperando sempre nel miracolo di trovarsi, prima o poi, dentro quel falso dieci per cento e di essere finalmente “come le altre”… infatti quando le altre hanno un ritardo del ciclo soffrono per paura di essere rimaste incinta, lei di non esserlo… la psiche di una donna che di per se è già assai complessa tende ad essere ancora più complicata in casi-limite come questo.- Elena non è certo ne una puttana per soldi, lo sappiamo bene, ne una ninfomane perché dovrebbe essere egoista e bugiarda !… è solo una femmina sfortunata che si sente diversa dalle altre femmine e che non vuole esserlo ! -Non avevo altre domande, non avevo alcuna risposta, ero rattristato come Guido “lo svezzatore di famiglia” della mia fidanzata.Ed eccola qui che è tornata, nuda, profumata, fresca, sorridente, chiacchierina, sono seduto “di sguincio” sul divano-letto accanto al sempre nudo e disteso Guido, siede il suo burroso culetto sulle mie ginocchia, vicino all’uccello, un mio braccio le cinge la vita, il suo mi allaccia il collo e ci coccoliamo…Guido la guarda, vedo che i suoi occhi la fasciano nell’affetto di un candore fanciullesco, che la ammirano commossi come fosse una visione, un bel sogno… questo suo “non solo sesso” nei confronti di Elena gli fa onore e mi fa piacere.Sembravo a mio agio ma non era vero ed il mio cervello, per fare qualcosa e distrarsi dall’intrigo in atto, stava ricordando i fatti cruciali della “vita da femmina” di Elena che mi aveva raccontati lei stessa forse già la prima volta che facemmo l’amore : il suo primo ragazzino, il suo primo maschio (Guido), il suo primo uomo (il dott. Gianni B.), i suoi tanti amanti, le sue esperienze più belle e più brutte, la rabbia, il dolore e la gelosia che provò quando scoprì che Guido, coetaneo ed amico d’infanzia del padre e della madre, ne era stato lo svezzatore e ne era l’amante, lo stupore che la ferì quando seppe che suo padre sapeva ed approvava moglie ed amico con un consenso convinto, la voglia irruente torva di punire i peccati della madre, del padre e suoi competendo sessualmente contro tutti per diventare la sola femmina del maschio del loro branco-famiglia per poi buttarlo nel fango.Ma il primo gusto vero goduto proprio con e per merito di Guido aveva cancellato in fretta da lei le gelosie, facendole apprezzare da subito il bello nel gioco delle complicità sessuali del loro gruppo e stringere una birichina alleanza con la madre e con la moglie del fratello quando anche la cognatina entrò nel gruppo per imprigionare Guido nel ruolo di eterno “amico” e cavalier servente di tutte le donne di casa.E Guido era ed è il loro devoto e fedele “prigioniero” !Ricordai che, sgomento e ancora incredulo per quanto udito dalle mie orecchie, feci osservare ad Elena – Lo stesso, unico maschio per tre femmine e pure d’età… ma sarà carestia per tutte ! – e che lei mi rispose con una risata squillante e sicura : – Il nostro Guido ha svezzata e monta mia madre “per tradizione” da trent’anni, ha svezzato e monta me da sempre, da quando mia cognata Alessia s’è gettata nella mischia si fa tutte le volte che ne hanno voglia anche lei, senza sottrarre un minuto od un centimetro a nessuna delle tre !, perché l’uccello di Guido è di ghisa vera, mica così, tanto per dire ! -M’ero tuffato nel magma dei ricordi dimenticando il presente e mi ritrovai il “buco del” di Elena fasciato attorno all’uccello che aveva estratto dalla patta del pigiama… il culo della mia fidanzata che avevo in grembo giocava a rotolare attorno, a salire e scendere lungo, a stringere e a mollare il mio divinizzato cazzo, ingenuamente, bambinescamente, dolcemente, naturalmente, pur se avvinti in un amplessso puro ed impuro, colmo di oscenità e d’innocenza… le sditalinavo con trasporto e piacere la figa che aveva goduto e sborrato e dove aveva goduto e sborrato lo Svezzatore che adesso godeva, psicologicamente e moralmente, il nostro godere fisico seguendo ammirato il nostro volare “in quel modo” verso il piacere della carne e il piacere di ognuno fu di tutti, il gusto di tutti fu di ognuno.Elena ed io eravamo compenetrati, saldati, fusi fisicamente, Guido era saldato, fuso con noi psicologicamente, esplodemmo, ci annullammo nel Piacere.Provai un Gusto che m’avrebbe fatto accettare supinamente qualsiasi cosa, fatto o misfatto, persino di “entrare a far parte del gruppo”.Avevamo creata complicità, affetto, rispetto, amicizia, generosità, sentimento. Un Paradiso pazzo, regno di ogni impossibile o possibile conquista o resa.Poi : la Ragione.E dopo : il Freddo.Alfine : il Niente.
Aggiungi ai Preferiti