Erica lo aveva conosciuto per caso, amico di amici, e subito lo aveva trovato incredibilmente interessante. Era così grande, maturo, e il fatto che le dimostrasse tante attenzioni la faceva stare bene. Non credeva di piacergli, però, la differenza d’età era troppa, pensava, per poter sperare nascesse qualcosa. Ma una sera lui si fece più diretto, le confessò il suo amore e la baciò. Furono giorni felici per Erica, viveva come in una bolla di sapone, sempre sospesa nel pensare a Paolo, il primo vero uomo della sua vita. Lo amava alla follia ed era contenta che lui non pretendesse da lei più di quanto si sentisse di fare. Lui non chiedeva ma lei voleva farlo così una sera, se ne andarono in spiaggia, lui la corteggiò romanticamente come faceva sempre e lei con voce soffocata si liberò delle sue ansie. – Voglio farlo, voglio farlo con te! Paolo, con dolcezza, le chiese se ne fosse sicura. La rassicurò che non c’era nessuna fretta, avrebbe aspettato senza problemi, ma Erica era sicura. Indossava una magliettina rosa e una gonnellina celeste con le pieghe. Paolo la spogliò completamente, prima la gonna, poi la maglietta, il reggiseno e infine la lasciò a sedere nudo sulla sabbia sfilandone un paio di mutandine bianche e pizzettate. Erica nuda pensava a cosa sarebbe successo se fosse arrivato qualcuno, i vestiti affianco a lei sulla spiaggia e lei lì nuda con le gambe appena aperte per permettere alla lingua di Paolo di regalarle i primi piaceri. Poi Paolo la accarezzò a lungo, sui capezzoli appuntiti, e poi sulla vulva bagnata, eccitata quanto nervosa. Le disse di stare calma, le accarezzò le cosce con delicatezza e la penetrò. Per Erica fu meraviglioso, nessun dolore a ricordarle le sue paure. La scoperta del sesso, per lei, fu senza controindicazioni. Si rivestì con calma, senza più paura di essere vista, e rimasero a chiacchierare a lungo col cuore di lei che batteva felice. Tornò a casa entusiasta, euforica e non riuscì a dormire se non dopo svariate ore di sogni ad occhi aperti. Ma il risveglio fu meno felice. Paolo non la chiamò il giorno dopo, e nemmeno quello successivo. Non era stata brava? Cosa aveva fatto di male? Improvvisamente il suo mondo di carta le crollò ai piedi. Paolo non rispondeva nemmeno al telefono così, dopo una settimana di lacrime e sofferenza, decise di andare a casa sua per chiedergli spiegazioni. Suonò al citofono e lui le aprì subito il cancello, la fece accomodare sotto il portico, da dove si poteva vedere l’enorme giardino della villetta a schiera. – Paolo perché non mi hai chiamata? – Scusami, ho sbagliato con te! Credevo di poter cambiare ma non ce la faccio! Tu non puoi darmi quello che voglio io veramente Il pesante macigno delle parole di Paolo la colpirono duro, era seduta ma sentì le gambe tremare e balbettò qualcosa. – Ma cosa, cos’è che io non posso darti? – Erica, io voglio tutto dalle donne che amo, voglio possederle, voglio farle schiave. Tu non riusciresti al mio gioco! – Ma..ma..- disse stavolta piangendo . Io ti amo, io farò tutto per te, te lo giuro…! Paolo se la guardò con aria perplessa, scosse la testa, ad Erica sembrò di non averlo convinto. – Saresti davvero disposta a tutto per me, senza mai fare domande, senza mai contraddirmi? – Si si, ti prego…gridò singhiozzando. – Ok, ti metterò alla prova, se mi deluderai, però, devi promettermi che sparirai dalla mia vita per sempre. Ora spogliati. Decisa come non mai, Erica obbedì senza fare domande. Nonostante il giardino fosse comunicante con altri due villini, nonostante si vergognasse da morire a spogliarsi alla luce del giorno davanti un uomo. Si tolse i jeans e la camicia e rimase in mutandine e canottiera, entrambe rosa. Con uno sguardo cerco di capire se dovesse togliersi anche quelle, lo avrebbe fatto ma lui le fece cenno di no. La prese per un braccio, la porto in un angolo del giardino e le chiese di restare lì, in piedi, fino a quando non sarebbe tornato. Poi prese gli abiti di lei e tornò dentro. Passarono tre ore, nessuno si accorse di Erica ma cominciava s sentirsi stanca quando Paolo le permise di rivestirsi. – Sei stata bravissima! – Le disse accarezzandola sulle mutandine – Torna domani alla stessa ora se vuoi farmi felice. La baciò rapidamente e rientrò di nuovo in casa, lasciando Erica a rivestirsi da sola lì fuori. Sconvolta ma felice, Erica passò il resto della giornata ad aspettare con impazienza il giorno successivo. IL giorno dopo fu di nuovo a casa sua. Trovò il cancelletto aperto ed entrò fino a suonare alla porta. Le venne ad aprire una ragazza, sulla trentina, molto bella. Questa la squadrò dalla testa ai piedi e le fece cenno di entrare. Solo allora arrivò lui e la baciò contenta di vederla. – Se ancora convita di essere disposta a tutto? Le sussurrò in un orecchio Rispose di si con la testa, con la gola secca per l’emozione e la sorpresa di trovare l’altra donna. Sediamoci in salotto, disse Paolo e così tutti e tre si diressero nel grande salone. – Fammi vedere di cosa si tratta! Disse Chiara, l’altra donna. Si sedettero Paolo su un salotto e Chiara nell’ altro e fu chiesto a Erica di rimanere in piedi davanti a loro. Senza chiederle nulla, Paolo le cominciò a sbottonare i pantaloni e li abbassò fino alle sue caviglie. Poi le chiese di tirarsi su la maglietta e la canottiera le sganciò il reggiseno. Paolo le chiese allora di andarsi a mettere davanti a Chiara che cominciò ad accarezzarla sui seni, poi sulle gambe, in mezzo alle cosce. In quella posizione così ridicola, con i pantaloni abbassati fino alle caviglie, e le mani occupate a lasciare scoperti i seni, Erica si sentiva enormemente a disagio. Chiara le infilò le dita nelle mutande e lentamente le abbassò. Ora Erica era completamente nuda davanti a loro. Chiara la guardò prima senza toccarla poi le passo il palmo della mano sulla peluria tra le gambe e infine le accarezzò il sedere. Si insinuò tra le chiappe e per un secondo tentò di penetrarla con un dito. Erica immobile non protestava, ricordava sin troppo bene le parole di Paolo. In quel momento lui la prese e la scansò in un angolo della casa, sempre in quella posizione, sempre nuda e le ordinò di rimanere a guardarli. Guardare Paolo e Chiara fare l’amore fur per Erica un dramma. In silenzio, mentre lui la montava da ogni posizione e la baciava, e l’accarezzava, cominciò a piangere. Cosa voleva dire quello, cosa era lei per Paolo?
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