Quando siamo nell’intimità della camera da letto, mia moglie ed io ci raccontiamo le nostre fantasie erotiche, che arricchiamo sempre di nuovi particolari ma che sostanzialmente girano sempre intorno alla stessa figura geometrica: il triangolo. A volte, mentre sono sopra di lei, le sussurro all’orecchio quanto mi piacerebbe che un amico stese sdraiato affianco a noi , pero con il cazzo vicino ai nostri visi, e che mentre io le bacio il collo lei stia succhiando l’uccello del nostro partner. Lei allora mi dice che tra un pompino e l’altro , si volterebbe baciarmi in bocca, e poi mi sposterebbe la testa per aiutarla a continuare il pompino, leccando insieme con le bocche che si toccano e accarezzano l’asta, per tornare a baciarsi e poi di nuovo a succhiare, magari alternandosi, fino a ricevere il fiotto di sperma sulle labbra. Allora, dopo aver ripulito la verga del nostro amico, ci baceremmo e ci leccheremmo le labbra e la faccia, per raccogliere tutte le gocce di sborra. A quel punto del racconto, in genere, veniamo, perché sia io che lei immaginiamo con chiarezza i desideri che ci confessiamo, come se fossero scene di un film in cui siamo i protagonisti. Quando lei è sopra di me, poggiata sulle ginocchia e col busto eretto, e si lascia cadere sull’uccello per poi iniziare a muoversi tenendolo dentro, io la faccio piegare su di me fino a che le sue tette non appoggiano sul mio torace. Allora, con le mani le prendo le natiche e gliele apro, e lei subito capisce ciò che vedo con la fantasia, e subito comincia a muovere il culo con una specie di moto rotatorio come se l’amante immaginario al quale io sto offrendo il suo stupendo culo , le avesse gia introdotto la verga nel buchino. Per simulare meglio questa doppia penetrazione, io le metto il dito medio nel culo, mentre con le mani continuo ad allargarle le natiche. Allora lei, pazza di desiderio, eccitatissima, mi dice che le piacerebbe avere un altro amante dietro, che la prenda per i fianchi e la colpisca ritmicamente con la pelvis, fino a farle sentire tutto il volume del cazzo dentro il suo culo, mentre io glielo tengo nella fica e sento la quantità incredibile di umori che sta producendo. Allora le dico che mi piacerebbe girarmi sotto di lei, per poterle leccare la fica, mentre lei me lo prenderebbe in bocca e lo lavorerebbe con la lingua, cosa in cui è maestra. Io le leccherei il clitoride, le infilerei la lingua nella vagina , mentre il cazzo del nostro amico continuerebbe a farle per bene il culo. Ogni tanto manderei la lingua vicino all’entrata dell’ano, per sentire il sapore del cazzo mischiato all’inconfondibile aroma del suo culo, e magari, aspetterei il momento propizio per ricevere in bocca e succhiare tutta l’asta, quando il nostro amico decida di passare a fotterle la fica. Queste fantasie erotiche hanno un potere di eccitazione enorme su noi due. Dopo dieci anni di matrimonio e due figli, la nostra intesa sessuale è sempre altissima, anche se magari abbiamo sofferto periodi di calo del desiderio, come in tutte le coppie. Lei è una donna che appena si sta affacciando alla maturità, ha 35 anni, è bellissima, curve generose, una pelle di seta color oliva, amata e rispettata da tutti coloro che la conoscono per la sua serietà ed impegno nel lavoro, come madre, come moglie. Solo io conosco questo aspetto nascosto della sua personalità, questa sessualità debordante, questa carica erotica che la porta fino al punto di farmi promettere, quando è all’apice dell’eccitazione, che realizzeremo davvero queste fantasie, che io mi impegni a trovare un partner adatto da portare a casa, col quale bere un paio di bottiglie di vino per riscaldare l’ambiente e poi via libera alle fantasie.. .. Ho voluto raccontare di quest’aspetto della nostra relazione perché sarà più facile comprendere ciò che è avvenuto sabato scorso. Era il suo compleanno e le avevo promesso di portarla a ballare, dopo non so più quanto tempo che non lo facevamo. Abbiamo lasciato i bimbi dalla nonna e siamo andati in una multisala di Roma dove c’è anche una sala con musica latina. Abbiamo bevuto un paio di Negroni al nostro tavolino, poi ci siamo messi a ballare un po’ di salsa, tanto per entrare nel ritmo. Tornati al tavolo, non so perché mi venne in mente di chiederle di togliersi le mutandine e farmi sentire l’odore. Lei acconsentì divertita e, approfittando della semioscurità, con un paio di rapidi movimenti, se le sfilò e me le porse. Intanto avevamo già finito un altro Negroni e ne avevamo chiesto un quarto. Stavo annusando i suoi slip quando incrociai lo sguardo divertito di un ragazzo che sedeva due tavoli più in là. Era solo, anche se si vedevano vari bicchieri sul suo tavolo e borsette e giacchette sui sofà. I suoi amici dovevano stare sulla pista ballando, mentre lui era rimasto seduto a bere, nascosto nella penombra. Il suo sguardo e il suo sorriso ammiccante facevano capire che aveva seguito tutta la vicenda degli slip, ed ora mi aveva colto in fragrante, nell’atto di annusarli. Chiunque, passando, avrebbe visto, un uomo portarsi un fazzoletto bianco al naso, ma lui sapeva che stavo annusando le mutandine che mia moglie si era appena tolto. Ebbi una specie di flash e seppi subito cosa avrei fatto. Dissi a mia moglie che dovevo andare al bagno, le sorrisi dicendo che se qualcuno la invitava a ballare, andasse tranquilla, che tornerei subito. Passai vicino la tavolo del ragazzo, gli sorrisi e lasciai cadere gli slip sulle sue ginocchia, proseguendo verso il bagno e senza dire una parola. Certo che avvicinandomi a lui l’avevo osservato e mi sembrò molto simpatico. Statura media, pulito, capelli corti e scuri, una camicia bianca mezza aperta sul torace, una espressione tranquilla e divertita sul viso, lineamenti regolari, proprio quello che si direbbe un bel ragazzo, probabilmente sui venticinque anni. Al bagno, mi accorsi con sorpresa di non poter fare pipì, tanta era l’eccitazione che gia c’e l’avevo duro. Ma sapevo che non ero andato lì per fare pipì. Aspettai qualche minuto rimanendo nei pressi del bagno, in un punto da dove potevo vedere il mio tavolo, ed effettivamente, lei non era più seduta. Guardai al tavolo del ragazzo, ed effettivamente era vuoto. Allora mi avvicinai alla pista e li vidi ballare. Il cuore mi saltò in gola. Ero contento ed eccitato nel vederla compiaciuta di quell’invito a ballare da parte del giovane. Lei balla molto bene, ha il ritmo nel sangue, e le sue curve in movimento, sulla pista da ballo, sono uno spettacolo al quale non si rimane indifferenti. Giusto in quel momento il d.j. mise un famoso reggaetton, che è una musica lenta e ritmata che si balla in modo particolare, con molta sensualità. Io vedevo la mia Anna con quell’espressione tipica di quando si sta riscaldando, era radiante, allegra, gli occhi le sorridevano. Ero certo di intuire tutto ciò che le passava per la testa, le nostre fantasie, i suoi desideri, ma sapevo che non avrebbe mai trovato il coraggio di andare più in là di un ballo o di un pensiero ardito se io non avessi preso in mano la situazione. Così passai alla seconda fase del mio piano. Loro stavano ballando piuttosto vicino, ma senza veramente strusciarsi, come facevano invece le coppie più affiatate. Mi avvicinai e dissi a voce alta: “Posso ballare con voi due?”. Ricevetti due sorrisi di risposta e allora mi misi dietro ad Anna, movendomi al suo tempo, e prendendola con le mani sulla vita, un po’ più su delle mani dell’altro che la tenevano per i fianchi. Ci muovevamo tutti e tre allo stesso tempo, solo che io facevo pressione sul culo di lei, facendo in modo che sentisse la mia eccitazione accarezzarle le natiche. Allora appoggiando il mento sulla spalla di Anna, chiesi al ragazzo come si chiamasse, e lui si avvicino un po’ di più e mi rispose “Piacere, Remo, e tu?”. Io mi presentai “Piacere, Alberto, ti stai divertendo? Se ti senti solo, avvicinati un po’ di più”. Scoppiarono a ridere mentre lui cominciò ad aderire sempre più, per quello che il ballo permetteva, al corpo di lei, che adesso era eccitata da morire. Sentivo che i suoi movimenti erano sensuali come non mai, cercando di darsi il più possibile sia davanti che didietro, e certa che stavamo vivendo qualcosa che assomigliava molto ai nostri desideri nascosti. Quando fini il brano, passarono ad un ritmo più veloce, così ci ritirammo tutti e tre verso il nostro tavolo. Ci disponemmo sul sofà a semicerchio con Anna in mezzo e noi due ai suoi lati. Anna rivolta a me e mostrandomi i suoi slip:”Amore, meno male che Remo ha ritrovato questo, ma come si fa a perdere una cosa così preziosa”. E lui: ” Giuro che non so perché li ho restituiti, me li sarei voluti tenere come ricordo. Un oggetto così non si trova tutti i giorni….e poi sono così profumati…” Anna, in tono di scherzoso rimprovero:”ahhh…ma allora li hai pure annusati?…. mascalzone…” Io: “Pensa come profumerebbero se ti li fossi sfilati adesso, dopo quel reggaeton che abbiamo ballato in tre….” Remo: “Non riesco a immaginare un odore più dolce di quello che ho sentito sugli slip…dici che adesso sarebbe diverso? Come posso vivere con questo dubbio…mi piacerebbe…come potremmo fare per sentire…?” Allora mi avvicino all’orecchio di Anna e le sussurro di essere compiacente e di bagnarsi le dita nella fica per farle odorare a Remo. Nel sussurrarle l’idea, le passo la lingua sull’orecchia e avverto che un’altro brivido di eccitazione l’ha scossa. Subito esegue, e tira fuori dalla gonna la sua mano con le punte delle dita completamente avvolte da abbondante umore, e le appoggia sulle labbra di Remo, che dopo aver annusato profondamente se le fa entrare in bocca, e le assapora con le labbra, estasiato. Intanto lei si è infilata l’altra mano sotto la gonna, stavolta per me, e quando me la porge io gliela succhio avidamente. Tutto questo avviene nella semioscurità, e stando attenti a dissimulare i nostri movimenti e che intorno a noi nessuno si renda conto che ci stiamo eccitando in quel modo. A quel punto Remo dice: “Perché non andiamo a casa mia a bere qualcosa con una musica un po’ più soft? Io vivo solo e a dieci minuti da qui se vi va possiamo andare in taxi”. Non deve insistere neanche una volta, dopo due minuti lui ha gia salutato i suoi amici e siamo fuori della discoteca. Entriamo in uno dei taxi parcheggiati lì fuori sempre rispettando la posizione centrale di Anna, e noi ai suoi lati, come due angeli custodi. Dopo che il taxi è partito, io comincio a baciare Anna in bocca, e la sua mano, intanto, mi accarezza la patta dei pantaloni, sotto la quale, il mio cazzo sta implorando di uscire. Vedo la testa di Remo che si avvicina dall’altro lato, ed inizia a baciarle il collo, e sento che la mano del ragazzo sta facendo lo stesso percorso della mia, lungo le cosce di Anna, diretta alla fica. Allora tolgo la mia mano, con la quale le prendo una tetta, e dopo un po’ percepisco il movimento dell’altro braccio di Anna, quello dal lato di Remo. Per curiosità seguo il suo braccio con la mano e trovo subito la conferma che aspettavo. Quando la mia carezza, dopo aver percorso tutto il suo braccio, arriva sino alla sua mano, mi accorgo che sta stringendo il cazzo di Remo e lo sta massaggiando. Avvolgo l’esterno della sua mano con la mia, seguendo i movimenti lenti della sega con cui sta omaggiando il nostro amico, per farlo eccitare, senza che arrivi all’orgasmo. Sento che apre le gambe, sicuramente per farsi penetrare meglio dalle dita di lui, e penso che dopo tante fantasie, stiamo facendo per davvero quello che abbiamo sempre sognato. Scopro che tutti i timori erano infondati, non sento gelosie né niente che gli somigli. Sento solo una eccitazione che viene moltiplicata per mille dall’eccitazione che vedo in Anna. Arrivati a casa di Remo, un monolocale da single semplice e piuttosto gradevole, ci togliamo i vestiti e Anna si siede sul divano, con noi due che siamo in piedi davanti a lei. Ha tutte e due le lance puntate verso di se, due cazzi che urlano di essere presi in bocca. Anna, memore delle nostre fantasie erotiche e di qualche film porno che abbiamo visto insieme, alterna i cazzi nella bocca, e mentre succhia uno, carezza l’altro e così via, finche non si mette a quattro zampe sul divano, offrendoci la vista del suo magnifico culo. Io invito Remo ad iniziare la funzione, e mi porto davanti ad Anna per baciarla in bocca, esplorale le labbra con la lingua e godermi tutti i suoi sospiri quando iniziano ad arrivare le stantuffate di Remo, che la tiene per i fianchi e la colpisce forte sbattendo il pelvis sulle sue natiche e causandole così quel tipico tremore delle carni morbide delle natiche che è come una eco solida del piacere. Mi allungo per poterle mettere una mano sul solco, e tra una sbattuta e l’altra della pancia di Remo sulle chiappe di Anna, arrivo con il dito medio ad insinuarle il buchetto del culo. Lo sento contrarsi e perciò affondo, fino a farlo entrare completamente. Quando il cazzo di Remo sta dentro di lei, la punta del dito che le tengo dentro il culo sente perfettamente la cosa dura che arriva prepotente nella fica e dalla quale mi separa solo un millimetro di carne. Sento che Anna sta per avere uno dei suoi orgasmi più belli, sento che mugola, non può gridare, per via del pompino che mi sta facendo, ma i mugolii sono sempre più intensi e ritmici, mentre instancabilmente Remo le affonda la verga da dietro. Sento il suo culo contrarsi ritmicamente e so che sta per venire, mentre anche Remo inizia ad ansimare, ed ecco che finalmente, lei viene, proprio un attimo prima che lui tiri fuori l’uccello e inizi a coprirle la schiena di caldo sperma. Alla vista di quella magnifica fontana, anch’io non posso più trattenere il mio godimento, che scarico tutto in bocca ad Anna. Poi, come se lei sapesse tutto, rimane come si trova, senza muoversi, mentre io le passo la lingua sulla schiena. Poi si volta, mi aspetta con la bocca aperta piena del mio sperma e ci abbracciamo baciandoci a tutta lingua, pieni di sapori ed odori erotici, con la sborra mia e di Remo che si mischia sulle nostre labbra.. . Remo, a quella vista si ritrova con il cazzo più duro di qualche attimo prima, ma non può far altro che sedersi sul sofà, guardarci e masturbarsi, dato che il bacio tra Anna e me è di quelli esclusivi ed escludenti. Solo dopo qualche minuto, Anna si accorge del vigore ancora intatto di Remo e decide di fargli un regalo: si siede sopra di lui e comincia a muoversi come solo lei sa fare, mentre si tocca il clitoride con una mano e con l’altra si strapazza le tette. Fino a quel giorno, l’avevo vista muoversi così solo su di me e mi fa un certo effetto vederglielo fare su un altro. Lui allunga le mani verso le sue tette e gliele stringe. Io mi avvicino da dietro e le bacio il collo, le orecchie, poi lei si volta, sempre movendosi su di Remo, e mi da la lingua da succhiare. Io le tengo un dito dentro il culo, e con il dorso della mano sento i testicoli di Remo e a volte la base del suo membro duro Pochi minuti sono sufficienti ad Anna per portare Remo all’orgasmo, sotto gli occhi compiacenti ed ammirati di suo marito. Poco prima che lui venga, lei si toglie, si inginocchia davanti a quella magnifica verga e lo spompina fino a farsi dar da bere tutta la sborra, rimanendo in posizione per passargli la lingua tutt’attorno all’uccello’ sui testicoli, tra le natiche, proprio come fa con me quando vuole farmi sentire un trattamento speciale. Io mi avvicino e l’aiuto, e quando lei manda la lingua nel culo di lui, che solleva il bacino ed apre le gambe per facilitare l’operazione, io aspetto di poterle succhiare la lingua e passarle le labbra sulla bocca. Finiamo così, in ginocchio davanti al sofà dove è seduto il nostro amico, con il suo cazzo sfinito tra le nostre labbra, mentre lei gli passa con delicatezza la mano sul ventre e sul torace in una tenera carezza di ringraziamento. E’ vero, sono proprio orgoglioso di essere amato da una donna cosi bella, cosi seria ma anche, a volte, cosi troia.

