Ancora cinque giorni e la noia della campagna sarebbe finita. Fabrizia, 40 anni compiuti il 19 luglio, si era lasciata convincere dal marito a trascorrere una settimana in un agriturismo. Ma lei al secondo giorno era già satura dalla noia. La mattina il marito la lasciava sola per andare a percorrere cento chilometri in mountain bike; il pomeriggio era dedicato alle escursioni che Fabrizia odiava. E lei se ne stava sola nella masseria. Dopo due giorni l’aveva girata in lungo ed in largo.Quella mattina si svegliò presto. Il marito era già andato via e lei scese per fare colazione. Un pareo copriva le sue intimità, per il resto lasciate completamente nude. Un paio di sandali con un alto tacco contribuivano a conferirle l’aria da gran troia.Fece colazione seduta da sola ad un tavolo e si divertì a provocare i maschi presenti. Quindi si alzò e fece l’ennesimo giro dell’agriturismo. Quella mattina camminò a lungo sino ad arrivare in prossimità di un caseggiato che non aveva ancora visitato. Vide un cartello: “MANEGGIO”. La fica si bagnò subito. Aveva sempre subito un’attrazione per i cavalli; li vedeva forti, possenti, eleganti e… ben dotati.Individuò subito le stalle e con passo deciso si diresse verso le stesse. Sentiva l’eccitazione montare e l’adrenalina scorrere per tutto il corpo. Non incrociò nessuno e tanta era l’emozione che cominciò a sudare.Finalmente arrivò alle stalle. Si fermò davanti all’ingresso; non vide nessuno ed entrò. Anche dentro non vi era traccia di alcuna presenza umana. C’erano soltanto quattro cavalli ognuno nel proprio spazio assegnato. Uno era bianco maculato, altri due marroni e poi c’era il quarto che colpì l’attenzione della donna: imponente, altezzoso, dal pelo nero e lucido. Fabrizia si avvicinò all’animale con timore, ma con molta trepidazione. Il cavallo digrignò i denti e scalciò. Poi si acquietò quanto Fabrizia cominciò ad accarezzargli il muso. Appoggiò le labbra sul pelo e lo baciò con tenerezza, calmandolo. Entrò nel piccolo recinto dove stava il cavallo, si mise di lato e lo accarezzò. Il pelo era morbido ed il cavallo cominciò a gradire il tocco della donna; dopo pochi minuti l’animale si rilassò. Fabrizia aveva il fuoco dentro. Continuò ad accarezzare il quadrupede fino a massaggiargli le zampe posteriori.Con emozione si chinò per osservare ciò che più l’attirava: l’organo sessuale. Rimase sconcertata quanto vide il principio di erezione del pene. Fabrizia avvampò. Era sempre stato un suo sogno segreto ed ora era lì da sola con il cavallo e l’eccitazione era palpabile nell’aria.Si sollevò in piedi e si guardò intorno. Non c’era nessuno. I capezzoli, al solito enormi, le erano diventati oltre che grandissimi, durissimi. S’inginocchiò e si mise sotto il cavallo. Spostò la mano verso la verga dell’animale. L’accarezzò con dolcezza e la vide crescere e diventare enorme. Si spaventò per la grandezza dell’arnese. Continuò ad accarezzarlo, ma con una mano non riusciva nemmeno a prenderlo. Si distese sotto il cavallo e prese a segarlo con entrambe le mani. L’animale si mise a scalciare sentendo montare l’eccitazione. Fabrizia perse ogni ragione, tirò fuori la lingua e prese a leccare la cappella di quel grandissimo cazzo. Lo baciò sulla punta e lo leccò per tutta la sua larghezza. Allargò la bocca, ma non riuscì a prenderlo tra le labbra, così si limitò a leccarlo e con la punta della lingua cercava di solleticarlo. Fabrizia teneva le mani intorno al grosso membro e cercava con sforzo di segarlo. Intanto ci dava con la lingua, leccando tutto intorno al glande che teneva scappellato.Non si accorse dell’arrivo dello stalliere.L’uomo vedendo il cavallo notò subito qualcosa di strano. La sua espressione era diversa dal solito ed il suo grugnire lo indusse ad avvicinarsi. La vide subito. Stesa sotto il cavallo, che cercava di spompinare quel cazzo dalle dimensioni indescrivibili.Fabrizia continuò la sua opera senza assolutamente rendersi conto di essere vista. Rodolfo, questo il nome dello stalliere, si eccitò all’istante. Si tolse gli stivali e la salopette e rimase con indosso la camicia e gli slip. Prese una panca ed in silenzio entrò nel box del cavallo. Si avvicinò alla femmina. Fu allora che Fabrizia percepì la presenza di qualcuno. Interruppe la propria opera e girò lo sguardo. Vide l’uomo e rimase immobile con il cazzo del cavallo tra le mani ed il pareo completamente sollevato a mostrare le proprie intimità. Rodolfo la rassicurò- No cara. Non ti fermare. Sei fantastica. Ti ho portato una panca dove farti distendere per stare più comodaFabrizia si alzò rimanendo di fianco al cavallo che non capì il motivo dell’interruzione, scodinzolando la coda e scalciando, facendo intuire il dissenso di quell’attesa. Rodolfo calmò l’animale e sistemò la panca sotto di esso. Fabrizia, titubante, si sdraiò sulla panca mettendo il pene del quadrupede tra le proprie cosce. Si stimolò il clitoride ed allargò le labbra della fica. Ma il cazzo era troppo grande per penetrarla. La seppur minima pressione le procurava un gran dolore, così si accontentò di strusciarsi con la fica sulla cappella del membro.Fabrizia venne. Urlò come una forsennata. Non aveva mai raggiunto un orgasmo così intenso e, soprattutto, aveva finalmente soddisfatto un suo eterna e segretissimo desiderio. Subito dopo capì che anche l’animale stava per godere. Spostò velocemente la panca e si distese sotto il cavallo, sdraiata sulla terra, riprendendo a leccare la verga dell’animale. Poco meno di un minuto ed un’ondata di sborra cavallina le riempì la bocca e la faccia. Il gusto le parve simile a quella umana, anche se più acida, ma la densità era certamente superiore, per non parlare della quantità. Aveva il viso e gran parte dei capelli completamente ricoperti di sperma. Il cavallo si rilassò e Fabrizia pulì il membro dai residui di sborra ancora rimasti attaccati.Si tirò in piedi con il viso ancora sporco e vide Rodolfo che stava smanettando il proprio cazzo.Fabrizia si tolse con le dita alcune traccia di sborra dagli occhi così da poterli aprire bene e si avvicinò allo stalliere. In quel momento l’uomo godette schizzando il seme sui propri piedi.- Leccami i piedi, troiaFabrizia si mise carponi con lo sperma del cavallo che ancora gocciolava dal proprio viso. Guardò per un attimo Rodolfo, quindi abbassò il capo e cominciò a leccare le dita dei piedi dell’uomo. Le pulì per bene dallo sperma colato e quando ebbe finito, sollevò la testa. Non si accorse subito di ciò che stava accadendo, ma quando il getto diventò più forte capì che l’uomo le stava pisciando sul viso. Rodolfo le pulì la faccia dallo sperma del cavallo con gli schizzi della propria urina. Fabrizia aprì la bocca cercando di assaporare il gusto del piscio, e quando l’uomo ebbe finito si vestì e si allontanò.Fabrizia rimase ferma per alcuni minuti, guardò il cavallo e si asciugò il volto con il pareo buttato per terra.Quindi si mise l’indumento indosso e tornò verso l’albergo, appagata per quell’inaspettata gioia mattutina.
Aggiungi ai Preferiti