Salve il mio nome è Gabriella, vivo in una città del nord d’Italia che, per ragioni di privacy preferisco non menzionare, e nonostante abbia ormai compiuto i 60 anni, posso ancora considerarmi una bella donna. Questo non lo dico io, ma lo deduco dal successo che ancora ho tra gli uomini, soprattutto tra quelli più giovani e dai fischi d’ammirazione e non solo quelli … che mi raggiungono per strada. Da qualche mese sono pure in pensione da un lavoro che ho svolto più per diletto che per necessità. Sono alta 1.71 mora occhi neri e capelli ramati mossi e ciliegina sulla torta il seno quarta misura, sono sempre molto elegante,ben vestita e curata nei particolari. Sono fissata sulle scarpe, infatti ne ho una collezione ricchissima e numerosissima costituita da un centinaio di paia che in comune hanno il fatto di avere un tacco non inferiore ai 10 cm . Si, adoro sculettare per vie delle città sui miei altissimi tacchi. Inoltre amo indossare biancheria intima pregiata e molto sexy, aborro i collant ed indosso solo calze sorrette da giarrettiere o reggicalze. Sono come avrete già capito una signora borghese benestante, da quasi 10 anni sono vedova di un marito che aveva 30 anni più di me. Sessualmente, non abbiamo mai fatto faville,anche perché quando mi sono sposata io avevo 24 anni e lui 54 e visto che allora il VIAGRA non esisteva ancora, le prestazioni del mio consorte erano piuttosto deficitarie. Sverginarmi gli costò parecchia fatica e non ci riuscì al primo tentativo e neppure al secondo, comunque nonostante la scarsa vigoria nel primo anno di matrimonio è anche riuscito a mettermi in cinta e nove mesi dopo ho dato alla luce mia figlia Claudia. Dopo la nascita della bambina i nostri già rari rapporti sessuali si sono diradati ulteriormente, dopo una decina, ormai sessantaquattrenne, è diventato completamente impotente e da allora non mia ha più scopata . Nonostante questo gli sono rimasta praticamente fedele fino alla sua morte. Dico praticamente perché ho avuto una particolare relazione con il notaio a cui ho fatto da segretaria, mi spiego meglio : io ed il notaio, mio coetaneo,non siamo mai andati ha letto insieme, non mi ha mai scopata ne analmente ne in maniera tradizionale ma mi sono limitata,per tutti e 35 che ho lavorato da lui, a praticargli inginocchiata ai sui piedi sotto la scrivania dei deliziosi e devoti bocchini. Non lo facevo per piacere ma perché ritenevo quasi un mio obbligo di segretaria sbocchinare il proprio capo. Tutto avveniva in maniera molto discreta e il signor notaio non mi ha mai chiesto di più, anzi nonostante questa particolare intimità ci siamo sempre dati del lei, io lo chiamavo signor notaio e anche lui si riferiva a me dandomi della signora (ho iniziato a lavorare da lui dopo il matrimonio). L’unica eccezione, da parte sua, avveniva durante il bocchino dove mi apostrofava con i peggiori epiteti. La cosa avveniva più o meno in questa maniera : Il notaio dal suo ufficio con l’interfono mi chiedeva di raggiungerlo – Signora Gabriella per cortesia chiuda a chiave l’ingresso e mi raggiunga immediatamente – era il segnale Io eseguivo quanto ordinatomi e lo raggiungevo in ufficio – eccomi Signor Notaio cosa posso fare per lei – dicevo io in maniera molto compita – lo sai che sei solo una grandissima e stupidissima troia? – diceva lui trasformandosi dal tranquillo dottor Jakil in mister Hide – – e qual è il compito delle troione come te, che non hanno neanche un briciolo di cervello? – e senza aspettare risposta – di sucarmi devotamente il cazzo- e aggiungeva – sei una ochetta giuliva con un cervello da gallina e esisti su questa terra solo per succhiare il cazzo agli uomini – – non trovi che questa sia la tua funzione sociale, troia? – – certo Signor Notaio – rispondevo io remissiva e con un filo di voce – bene visto che sei d’accordo accucciati sotto la scrivania e succhiami la verga, dai vacca vieni a guadagnarti lo stipendio – A questo punto mi inginocchiavo sotto la scrivania gli sbottonavo la patta e dopo avergli estratto il membro dai pantaloni iniziavo a praticargli un gustosissimo pompino. Lui per tutta la durata della fellatio seguitava ad insultarmi e a ricordarmi quanto fossi stupida e come fossi solo una puttana succhiacazzi. Questi pompini si protraevano per oltre una mezzora e sfociavano in una copiosa sborrata all’interno della mia bocca. Quando aveva finito di eiaculare, provvedevo a nettargli il cazzo con la lingua da ogni residuo di sborra e lo riponevo all’interno dei pantaloni. Mi alzavo ed in piedi accanto all’uomo attendevo sue disposizioni : – ottimo Signora Gabriella, ne avevo proprio bisogno, può tornare al suo lavoro – diceva lui senza degnarmi di uno sguardo – grazie Signor Notaio, disponga di me come meglio crede- e mene tornavo tranquillamente nel mio ufficio e sia io che lui ci comportavamo come non fosse successo nulla Questa scenetta accadeva una o due volte massimo alla settimana e come ho detto non è sfociata in niente di più ma mi ha consentito, grazie ad un esercizio costante ed ultra trentennale esperienza, di divenire una grandissima bocchinara. In tanti anni non ho mai avuto il desiderio di farmi possedere, anche nonostante l’assenza di rapporti tra me e mio marito, in pratica fino a 50 anni sono stata frigida. Dopo la morte di mio marito c’è stata la metamorfosi infatti a 50 anni suonati e raggiunta la menopausa sono stata colta da una incredibile frenesia erotica. Purtroppo il notaio non volle arricchire il nostro rapporto ed io dovetti accontentarmi di succhiargli il cazzo quando gradiva, quindi fui costretta ad arrangiarmi da sola. Cosa che feci egregiamente con frutta e ortaggi, infatti mi masturbavo continuamente con l’ausilio di banane, carote e zucchine mano amano sempre più grosse . Mi masturbavo in continuazione anche in ufficio, a volte andavo a far la spesa con qualche ortaggio infilato in fica o su per il culo. Poi un giorno mi decisi ad andare in un sexy shop per comprare qualche attrezzo più come dire … professionale, così presi la macchina e mi recai a Milano, dove trovai vicino la stazione un sexy shop e vi entrai. Qui fui colpita dall’enorme quantità di oggetti di ogni genere a da tutte quelle videocassette dei generi più depravati. Girai nel negozio per più di mezzora senza decidermi ad acquistare nulla a questo punto mi venne vicino il commesso, un ragazzo moro di circa 25 anni di media statura piuttosto brutto e con un’aria da teppista – desidera signora – – ma stavo guardando in giro, non saprei precisamente – risposi io imbarazzata – di qua ci sono i cazzi, di tutte le dimensioni – mi disse sorridendo beffardamente – qui invece può trovare abbigliamento da troia, vede se mette questo credo le farebbe risaltare le grosse tettone – – se vuole lo può provare – disse mentre me lo porgeva – vada li dietro c’è il camerino – insisté l’uomo Io ero completamente frastornata ed anche eccitata e come un automa presi l’abito ed entrai in camerino. L’abito era veramente indecente, era nero aderentissimo e non era più lungo di una camicia, inoltre mi lasciava completamente scoperte le spalle ed del seno copriva appena i capezzoli . Siccome era estate io non portavo reggiseno, visto che nonostante la quarta misura sta su anche da solo, quindi oltre a quel succinto vestitino solo le mutandine, tra l’altro anche loro non molto castigate, mi separavano dalla nudità. – allora signora lo ha indossato – mi disse il commesso stando oltre la porta – si ma non c’è uno specchio qui dentro – gli feci notare io – venga fuori che lo specchio e qui – mi rispose lui Io completamente inebetita uscii dal camerino e camminando sui miei altissimi tacchi, indossavo un paio di sandaletti molto scollati, con un tacco di almeno 10 cm, raggiunsi il commesso mostrandomi in tutto il mi splendore – le sta proprio bene signora – disse il commesso vedendomi – sembra proprio una battona così vestita – aggiunse pensando forse di farmi un complimento e poi aggiunse – lo sa che ha proprio un bel paio di tette, proprio belle sode – Nel frattempo senti la porta del locale aprirsi e in un attimo, senza riuscire ad allontanarmi, vidi comparire altri tre ragazzi, potevano avere circa la stessa del commesso ed erano bassi e tarchiati comunque piuttosto massicci. – ciao ragazzi – disse allegramente il commesso accogliendo i tre, che evidentemente dovevano essere suoi amici – guardate che bella manza stagionata – disse uno dei tre quando mi vide – chi è quella vecchia troia che ti sta triturando i coglioni affinché la faccia partecipare ad un film porno –chiese al commesso un altro dei tre figuri – no la signora è una cliente – rispose il commesso che poi aggiunse – anche se penso che non sfigurerebbe a girare un bel pornazzo, la faccia da troia nel le manca- Io fino ad allora ero rimasta zitta ed inebetita mi trovavo praticamente nuda o per meglio dire ero forse più indecente che se fossi stata nuda, davanti a quattro ragazzi molto volgari e maleducati e che avevano la metà dei miei anni – allora le piace il vestito? – – adesso se vuole può scegliere qualcuno di questi bei cazzi – mi disse indicandomi una mensola piena di cazzi posticci di ogni dimensione – se vuole glieli faccio provare anche questi – e si mise sghignazzare insieme ai suoi amici – La signora è in calore è si è comprata il vestitino da troia nella speranza di ringalluzzire il marito – disse uno dei tre nuovi entrati – Sono vedova – precisai io – Eh allora è in cerca di cazzi la signora – concluse lui facendosi un’altra risata – Su signora provi queste mutandine – esclamò il commesso porgendomi uno straccetto quasi inesistente nero – Ma cosa dice – protestai io – Faccia come le dico, vedrà come le risalta il culo con queste Io presi le mutandine e mi girai per andare nel camerino – non c’è bisogno che vai nel camerino, cambiale qui davanti a noi le mutandine – mi disse il commesso iniziando a darmi del tu Così esortata dal ragazzo mi calai le mie mutandine e mi infilai il ridottissimo tanga – che bel culo ha la signora – disse il commesso dandomi una sonora pacca sul culo – e mi sa che ha pure voglia di cazzo la troia, ma di carne – – vero troia che vuoi un cazzo di carne? – e così dicendo mi mise una mano tra le cosce – minchia come è bagnata la vecchia bagascia – esortando anche agli altri a toccare con mano che non se lo fecero dire due volte e constatarono. – puttana la miseria sta troia si sta bagnando a farsi vedere nuda – – hai proprio fame di cazzi tu eh??? – oggi è il tuo giorno fortunato hai vinto quattro bei cazzoni – Ed in un attimo estrassero dai calzoni le loro superbe mazze,erano veramente ben dotati non erano meno di 23-24 cm ma la cosa più impressionante era il diametro almeno 6 cm . – vado a chiudere la porta prima che entra qualcuno – disse il commesso – dai troia levati il vestito adesso, se no si sciupa – commentò uno dei ragazzi tra le risate generali – si ma prima di darti i nostri bei cazzoni te li devi meritare – – dai troia facci un bello spettacolino, dai fai la gallinella accovacciati e fai coccodè – io ero titubante ed ormai solo con un ridottissimo tanga per coprirmi invece, i ragazzi erano molto decisi – dai vecchia bagascia ti ho detto di accovacciarti e di fare coccodè – e così dicendo appoggiò le sue mani sulle mie spalle e mi fece accosciare a terra – dai fai la gallinella – A questo punto esortata dai 4 maschioni iniziai a razzolare come una gallina – coccodè, coccodè,coccodè – ripetevo mentre con le mani appoggiate alle tette agitavo i gomiti a mo di alette – guarda come le cola la fica a questa puttana – – cazzo mi stai conciando il pavimento con la sbroda che ti cola dalla fica – – coccodè, coccodè,coccodè – continuavo a ripetere io eccitata dalle molestie dei quattro bastardi – ficchiamole questo in fica – disse uno dei ragazzi brandendo un grosso cazzo di plastica e fattami mettere alla pecorina mi puntò il cazzo posticcio in fica ed in solo colpo lo fece sparire all’interno del mio utero. – minchia è entrato in colpo solo – – la fica di questa puttana si è letteralmente divorata 25 cm di cazzo – – già la troia oltre ad essere allagata è pure sfondata, deve essere abituata a prendere grossi calibri – se avessero saputo che erano 20 anni che non scopavo ed era solo da qualche mese che avevo iniziato a penetrarmi con ortaggi vari. A questo punto presero dei frustini, nel luogo non mancavano simili utensili, ed iniziarono a colpirmi sul culo esortandomi a zampettare per il locale come una cagna. – dai troia muoviti stack –stack –stack – – ti vogliamo sentire guaire come una cagna – Si divertirono a torturarmi in quella maniera per oltre 20 minuti e solo dopo avermi fatto il culo a strisce a furia di nerbate si calmarono e si accomodarono sul divanetto che c’era all’entrata. Si erano sfilati i pantaloni e nudi dalla cintola in giù esibivano le loro maestose erezioni . – dai puttana adesso ci succhi per bene le minchie, ci fai un bel lavoretto di bocca- – hai due labbra che sembrano fatte apposta per attaccarsi al cazzo – – si prima ti fai una bella scorpacciata di sborra calda, poi ti mettiamo allo spiedo – – già noi ci,mettiamo gli spiedi e tu fai la maiala e poi ti cuciniamo per bene – Io dall’alto della mia ultratrentennale esperienza di bocchinara abboccai agli splendidi bastoni esibendomi nel più laido dei pompini, li leccai li succhiai uno ad uno e tutti e quattro nel giro di pochi minuti mi riempirono la bocca con calda e copiosa sborra . Non ne persi neanche una goccia, la trangugiai con voracità e smisi di leccare le fantastiche mazze solo dopo aver asportato ogni residuo di succo di cazzo da quei fantastici piselloni. Dopo aver finito di pulirli per bene li fissai negli occhi mentre mi passavo la lingua tra i denti con fare lascivo come per nettare anche quelli da eventuali residui di sperma. Naturalmente il gesto non lasciò indifferenti i ragazzi che rincararono la dose degli insulti : – che succhiacazzi, che puttanone scafato – – guarda la zoccola se l’è bevuta la nostra sborra – – troia guarda che abbiamo appena iniziato, quando uscirai di qui camminerai storta per un mese – – si vacca che non sei altro, tutti quelli che ti vedranno camminare, capiranno che hai fatto indigestione di cazzi – – dai vieni sopra di me è infilati il cazzo nella fica, troia – mi disse il commesso Io non me lo feci ripetere due, erano 20 anni che un cazzo non entrava nella mia fica e soprattutto uno così grosso e duro non l’avevo mai preso . Così mi precipitati sul ragazzo e mi infilai a smorzacandela sul suo cazzo, che sensazione paradisiaca un cazzo che mi riempiva la fica fino in fondo eccitata come ero, venni all’istante. – minchia non ha fatto in tempo a infilarselo che gia gode sta troia – – già deve essere proprio in calore sta vecchia vacca – – adesso io glielo ficco in culo – disse un altro dei ragazzi Così mentre ero accasciata sul commesso e con il suo cazzo ben piantato nella fica sentii una cappella forzarmi il buco del culo e farsi strada nel mio retto. – minchia come è stretta in culo sta troia – commentò il ragazzo mentre sbuffando introduceva il suo dardo infuocato nel mio culo . Fantastico ero piena, avevo due cazzi dentro di me li sentivo scorrere l’uno sull’altro separati dal lembo di carne che separa il mio buco del culo dalla mia fica. I ragazzi si muovevano con buon ritmo ed erano molto affiatati tra di loro, si vede che dovevano essere abituati a scoparsi le femmine in coppia. Io ero al settimo cielo godevo a ripetizione, godevo tutti quegli orgasmi che non avevo avuto in tanti anni, ero troia, mi sentivo troia, mi facevo trombare contemporaneamente da due ragazzi che avevano l’età di mia figlia, mentre altri due aspettavano il loro turno ed ero felice. – dai puttana muovi il culo, impalati da sola su sti bei cazzoni – – dai zoccolona facci godere pure a noi – Mi scoparono a lungo e con veemenza poi, prossimi all’orgasmo, i ragazzi si alzarono e mi sfilarono dai loro cazzi, mi fecero inginocchiare ai loro piedi ed iniziarono a segarsi gli splendidi bastoni davanti alla mia faccia – sta ferma così troia che ti sborriamo su quella espressione da troia estasiata – – si puttana ti facciamo una cura di bellezza con la sborra – Così mi riempirono il viso di sborra e mi costrinsero a spalmarmela tutta, cosa che feci senza obbiettare anzi felice di obbedirgli facendo una cosa così schifosa. A questo punto anche gli altri due mi fecero lo stesso trattamento con la variante che invece di riempirmi la faccia di sperma mi sborrrarono tra i capelli . A questo punto i maschioni avevano in serbo per me ancora qualche giochino – visto che la troia è così disponibile conviene approfittarne – – che ne dite se questo bel culone e se lo usassimo come punta spilli? – – dai bagascia a quattro zampe,come si conviene ad una cagna della tua risma – mi ordinò il commesso, che sembrava essere il leader del gruppo Io completamente soggiogata ubbidii senza fiatare – guardate che belle chiappone che ha sta troia e che belle tette, non mi stanno in mano da quanto sono grosse – diceva il commesso mentre con tutte le due le mani mi accarezzava e palpava lascivamente decantava i mie pregi come fossi stata una vacca o una cavalla ad una fiere di animali ed io così mi sentivo. Addirittura la situazione mi piaceva talmente che incominciai nuovamente a bagnarmi tra le cosce, se mi avesse visto mia figlia li a quattro zampe che mi lasciavo degradare come una bestia da quattro ragazzi volgari e forse pure delinquenti. Poi li sentii armeggiare dietro di me con qualcosa che non riuscii a vedere ma che poco dopo avrei decisamente sentito. Infatti mi senti trafiggere sulle chiappe, tentai di scansarmi ma i ragazzi mi bloccarono nella mia posizione e seguitarono a torturami: mi stavano conficcando sul culo delle puntine da disegno. Riempirono le mie chiappe con una miriade di queste puntine continuando a ridere e a sghignazzare durante tutta l’operazione. – che vacca docile, si può farle di tutto – – vero troia che possiamo farti quello che vogliamo? – e per rafforzare la domanda mi diede una pacca sul culo provocandomi una fitta di dolore e conficcandomi ulteriormente le puntine nelle mie bianche chiappone. – pietà ragazzi, sarò una brava puttana per voi, ma per carità non fatemi così male – – tranquilla troia adesso ti diamo lo zuccherino, visto che sei stata così docile ed ubbidiente adesso ti fottiamo un’altra volta – e dopo una breve pausa – ma senza toglierti le puntine dal culo – e così dicendo si fece una bella risata seguito in coro dai suoi degni compari Così mi rivoltarono e mi fecero sdraiare sul pavimento, provocandomi un’altra fitta di dolore. Infatti le puntine schiacciate dal mio peso stesso si conficcarono ulteriormente nelle mie carni. I bastardi si divertivano a torturami e deridevano le mie smorfie di dolore – guarda che faccia che fa la vecchia – – eh puttana ti è piaciuto il cazzo ed adesso ti puniamo come si conviene ad una vecchia zoccola come te – Poi come promesso, visto che gli uccelli erano nuovamente in tiro, tornarono a scoparmi questa volta alla missionaria. Così che oltre al mio peso si aggiunse anche il loro con la aggravante delle spinte che menavano i maschioni nel fottermi. Era veramente un supplizio ad ogni spinta mi sentivo pungere da mille spilli le chiappe ed i ragazzi non si impietosivano, anzi si eccitavano ulteriormente davanti alle manifestazioni della mia sofferenza, dimostrando così di essere dei veri e propri sadici, mio Dio in che mani ero capitata chissà cosa mi avrebbero fatto ancora . – a che bello fotterti troia – – ti fa male, io non sento niente anzi mi piace – mi canzonava il bastardo mentre mi chiavava Proprio mentre ero in preda alla disperazione più nera sentii salire uno strano calore, la mia fica incredibilmente aveva ripreso a bagnarsi, stavo di nuovo provando piacere . Anche il bruciore alle chiappe si era trasformato in sensazione piacevole ed i miei singhiozzi di dolore si stavano trasformando in sospiri di godimento. – minchia sta bagasciona gode di nuovo – – il cazzo le cura tutti i mali a sta puttana – – non c’è niente da cui non può essere consolata una buona limata, vero troia? – – vero che il cazzo è la tua malattia – – si ragazzi fatemi quello che volete ma scopatevi, ho troppo bisogno di cazzo, farò tutto quello che vorrete ma saziatemi di cazzo – ripetevo io completamente in preda all’esaltazione – ti prendiamo in parola TROIA – disse il ragazzo che mi stava chiavando Uno dopo l’altro mi scoparono tutti e quattro anzi l’ultimo mi inculò ma senza cambiare posizione . Dato che erano alla terza sborrata durarono a lungo ed io ebbi orgasmi uno dietro l’altro e godetti fino a perdere i sensi. Mi ripresi che ero riversa sul pavimento mentre i quattro ragazzi si erano già rivestiti e mi osservavano divertiti – ti sei destata finalmente puttanona – – dai alzati che devo chiudere il negozio troia, sono le nove passate – mi alzai e per prima cosa tentai di sfilarmi le puntine che avevo conficcato sulle chiappe – ferma troia, quelle te le regaliamo come ricordo e te le porti a casa così : ben piantate sulle chiappone – – ti regalo anche il vestito che hai provato ed un paio di calze nuove, visto che quelle che indossi sono malridotte – Così mi infilai le calze nuove (nere e con la riga) calzai nuovamente le scarpe ed indossai il vestito – queste ce le teniamo noi per ricordo – disse il commesso riferendosi alle mutande che avevo indosso quando ero entrata nel negozio e che lui adesso stringeva in mano – tu indossa queste – e mi lanciò il tanga che avevo provato all’inizio – ma sono troppo indecente, non posso tornare a casa così conciata – tentai di protestare io – senti troia ci hai rotto i coglioni, ora tu ti levi da qui e te ne vai a casa vestita da quella puttana che sei – rispose uno dei ragazzi perentoriamente ponendo fine alla discussione Così misi in un sacchetto i miei vestiti originali e vestita come una battona da marciapiede, con la sborra rappresa sulla faccia e tra i capelli e con la aggiunta di un centinaio di puntine conficcate sulle chiappe, uscii dal sexy shop per raggiungere la mia macchina. Salita in macchina con grande difficoltà, passata l’eccitazione le puntine facevano solo male, mi diressi verso l’autostrada per raggiungere la mia città. Fortunatamente avevo fatto il pieno di benzina all’andata e non mi sarei dovuta fermare per rifornirmi, il problema maggiore era quindi rappresentato dal casellante all’uscita dell’autostrada che avrebbe potuta vedere in quelle condizioni, ma di certo non potevo rischiare di fermarmi a cambiarmi d’abito in qualche piazzola in fondo, di avventure, quella giornata me ne aveva già regalate parecchie. Così tra mille difficoltà e nella speranza di non avere guasti, ve lo immaginate se avessi dovuto chiamare il carro attrezzi, inorridisco solo a pensarci. Tra l’altro nella città dove vivo sono considerata una signora molto per bene ed ad esclusione del notaio, dove all’epoca dei fatti ancora lavoravo, tutti pensano che sia una donna molto tranquilla che vive castamente la sua vedovanza. Comunque come dicevo, terrorizzata dalla paura di essere vista in quello stato arrivai a casa dove finalmente mi levai le puntine e mi medicai il sedere, che dato il trattamento era veramente mal ridotto ed andai a dormire Il giorno seguente, adducendo a problemi inerenti alla recente morte di mio marito, chiesi quindici giorni di ferie al mio datore di lavoro, d’altronde facevo fatica anche a sedermi . Il notaio non fece difficoltà a concedermi il permesso, anche perché i lavoravo solo mezza giornata e lui aveva anche un’altra collaboratrice in ufficio ed anche lei tra le sue funzioni svolgeva quella di succhiargli il cazzo. Vissi in piena tranquillità i giorni seguenti, le ferite, che erano meno gravi di quello che mi sembrarono a prima vista, si stavano rapidamente rimarginando ed io vivevo serenamente i postumi dell’orgia. Anche il mio stato di eccitazione sembrava darmi tregua, tanto che i sensi di colpa per le turpitudini che avevo commesso quel benedetto pomeriggio iniziavano a farsi strada nella mia mente. Mi chiedevo come una signora borghese e seria come, che stava pure per diventare nonna possa essersi lasciata andare in quella maniera e per giunta con quattro teppisti da strapazzo. Si potrebbe obbiettare che il bocchino settimanale che elargisco al notaio potrebbe essere considerato anche quello un atto indegno per una signora per bene, ma vi ripeto che quello l’ho sempre fatto senza partecipazione e l’ho sempre considerato come un atto di lavoro dovuto più che voluto. Comunque tornando alla nostra storia mentre vivevo tranquillamente la mia convalescenza, la mia serenità fu interrotta da una telefonata – pronto troiona come va, ti ricordi di me – era il commesso del sexy shop che dall’altro capo del telefono irrompeva nuovamente nella mia vita – cosa vuole ancora da me – tentai di rispondergli con decisione – divertirmi come la settimana scorsa – rispose placidamente lui – come si permette, guardi che potrei pure denunciarvi per quello che mi avete costretto a fare, lei e suoi degni compari – – denunciaci pure troia – rispose con sicurezza il ragazzo – ma sappi che noi abbiamo girato un bel filmatino l’altro pomeriggio – e dopo una breve pausa proseguì – sai nel filmino si vede una puttana matura che si fa fottere con gusto da quattro ragazzi dell’età di sua figlia – – come fai a sapere che ho una figlia – chiesi preoccupata io – mentre eri tutta presa a prendere cazzi l’altro giorno, abbiamo rovistato nella tua borsa e abbiamo dato un’occhiata ai tuoi documenti e alla tua agendina – – sai c’era anche una foto di una bella ragazza in abito da sposa, è proprio una gran figa tua figlia e ti somiglia – – con quelle tette e quella scollatura il prete al matrimonio avrà detto messa con il cazzo in tiro – disse riferendosi sempre alla foto in abito da sposa di mia figlia, che tengo sempre nella borsetta – allora ci vuoi sempre denunciare – aggiunse dopo essersi fatto una risata – no, non vi voglio denunciare – risposi io rassegnata – bene allora da buona amica, che ne dici di venire qui a trovarci – – o preferisci che veniamo noi – aggiunse con cattiveria – Per carità vengo io da voi – mi affrettai a replicare – Bene ci vediamo lunedì prossimo nel pomeriggio – – Cosi visto che il sexy shop è chiuso potremo divertirci con calma – Senza attendere risposta riattaccò lasciandomi li come un ebete . Improvvisamente mi accorsi non senza raccapriccio che mi stavo eccitando nuovamente, stavo andando in calore come un animale, orami il mio destino di troia era segnato . Era finita la mia tranquillità adesso sentivo ancora il bisogno di masturbarmi, cosa che feci immediatamente con l’aiuto di una zucchina. Mentre mi masturbavo con l’ausilio dell’ortaggio pensavo con libidine a quanto i quattro teppisti mi avevano costretta a subire. Poco dopo l’inizio di questi miei maneggi arrivai all’orgasmo, ormai ero impaziente non vedevo l’ora che arrivasse lunedì per subire ancora gli oltraggi e le umiliazioni che i quattro bastardi mi avrebbero inflitto.
Aggiungi ai Preferiti