All’inizio della seconda settimana di febbraio una sua lettera……l’incarico temporaneo del marito all’acqueminerali era terminato così sarebbero tornati al loro vecchio appartamento del mio palazzo che non avevano mai venduto per il mese di Maggio.Stava riconsiderando attentamente il misero bilancio familiare, diceva, in questo periodo e voleva sapere se il ritorno al vecchio appartamento avrebbe significato riprendere a lavorare per me.Impugnai carta e penna… quella splendida meretrice rientrava nella mia vita nel momento giusto.Avevo da più di due mesi tre fantasie ricorrenti che mi assillavano e nel mio scritto la misi al corrente di questi miei voleri di cui sarebbe sicuramente stata ripagata abbondantemente ma che doveva accettare come extra al normale accordo preesistente tra di noi.Tre giorni, dico tre e le poste italiane unite alla sfrenatezza di Elena fecero il loro compito.La mia personale donna da monta riaccettava a divenir tale, alle mie condizioni e si sarebbe impegnata di realizzare le mie nuove fantasie provvedendo lei al reclutamento di eventuali altri attori a suo carico. La lettera terminava con l’ordine da parte mia che al suo rientro nel palazzo sarebbe toccato a me chiavarla per prima rispetto allo stuolo di uomini che le correvano sempre appresso. Come sempre nessuna biancheria intima, sempre pronta per il mio piacere quando lo desiderassi, tutt’al più reggicalze di pizzo (colorato se possibile, nero al limite) e reggiseno facilmente slacciabile o dai cordoncini facilmente tagliabili comunque di quelli che sorreggono le mammelle ma sono cavi e ne permettono la visione del disegno assieme all’assaporamento nonostante il capo d’abbigliamento.La sera stessa in cui rientrò nei primi di maggio me la scopai dapprima in bocca e poi le feci il culo, secondo il metodo che prediligo. Venni ruggendo e insultandola con parole gratuite e triviali perché volli che cominciasse la giusta disposizione al primo dei miei tre nuovi desideri che doveva essere realizzato per la fine di quella stessa settimana. Nel contempo Elena doveva anche industriarsi di suo conto per iniziare a preparare anche il secondo punto che mi stava a cuore.Il primo dei nuovi favori che le chiesi fu quello di prestarsi ad accettare di sperimentare le mie nuove fantasie sadomasochiste che prevedevano la sua sottomissione e la sua fustigazione in seguito alla quale avvolta nella pelliccia come Aurora Rümellin avrebbe avuto il permesso di scudisciarmi. Il secondo dei miei desideri era quello che lei cercasse, anche all’interno dello stesso palazzo, dove voleva, un ragazzo che mi poteva piacere bello e giovane disposto a praticarmi una fellatio… nello stesso incontro lei avrebbe fatto altrettanto scambiando ruolo col nuovo reclutato.Io avrei colto credo una volta di più se non per tutte le grandi differenze donna-uomo.Il venerdì pomeriggio presa la pausa dal lavoro manuale che mi affliggeva a casa ero pronto per la sottomissione. Suonò i soliti vecchi cari quattro colpi alla porta ed entrò in jeans aderentissimi e con una maglietta verde fosforescente strettissima. La sgridai. Presi un coltello e le sminuzzai l’orribile maglietta dopo averla aperta con uno squarcio posteriore.Aveva il reggiseno che le avevo ordinato! La sgridai di nuovo, insultandola senza motivo.Il mio cazzo e la mia cattiveria perfida e senza prezzo pompavano a mille…Che splendida schiena Elena, che pelle d’ambra…Le ordinai che la volevo godere in culo sperando non provasse il benché minimo piacere, ma la penetrazione non doveva essere la classica da tergo o alla pecora, la pretendevo a smorzacandela e da lì avrei violato una volta di più il suo intestino.Lo fece godetti, provò dolore.La frustai per la prima volta per i suoi gemiti lagnosi insopportabili durante l’inculata di pocoprima volutamente poco lubrificata da me.Il culo ancora non totalmente riavutosi dal varco che avevo aperto rispose subito alla frusta arrossandosi terribilmente in maniera erotica…Le frustai la schiena… la feci girare e colpii con la stessa violenza addome, seni e inguine.La frustai come un pazzo anche se i segni che le inferii quel venerdì non durarono per oltre quattro cinque giorni.La scopai poi in bocca… altra dose di frusta e scopata vaginale ad un ritmo vertigionoso e maschile per evitarle il più possibile piacere.Non batte mai ciglio e accettò tutte queste umiliazioni, come pattuito in precedenza…La soggiogai anche in meri lavoretti domestici: lavare i piatti, spazzolare la casa, gettare lo sporco sempre dietro ordini perentori.La punii perché dalla sera del ritorno si era già concessa troppe volte.Le legai gambe e braccia e giù frustate. Ma non gridò basta! o semplicemente ahio! Inarcava più la schiena, il culo si gonfiava, le braccia si gonfiavano e accettava tutto.Al termine della giornata la liberai e dopo averla avvolta in una pelliccia parte del suo compenso (e dopo averla immortalata su fotografia e telecamera) le ordinai di frustare me con lo scudiscio. Lo fece, fece tutto benissimo come richiesto. Godetti. Prima e dopo.Quando se ne andò mi disse che per il secondo progetto che le proposi aveva ormai convinto Mattia il 19enne del secondo piano, figlio del Nebbioni, sverginato da lei stessa non più di un anno fa e a quanto pare in un anno di attività l’amico aveva recuperato il tempo perduto attività bisex comprese.Era molto bello come piacciono a me viso rotondo, leggero filo di barba, fisico robusto, petto ben definito ma non pompato chimicamente, capezzolo piccolo e turgido sotto eccitazione… dopo essermelo con massima gioia slinguazzato e spompinato sotto la videocam affidata ad Elena, ebbe inizio la prova vera e propria. Inizio il bocchino di Elena e poi Mattia e poi si cambiarono di turno due volte… Come extra mi feci leccare il culo da entrambi, dopo il morsicamento dei miei capezzoli che mi fa sempre impazzire.Dei due pompini?Ciò che già sospettavo… eccellente, calmo, profondo, ben lubrificato quello di Elena, oppure, avido, vorace, anche tagliente, poco esperto quello di Mattia.Ma il sesso orale praticato a e da un uomo è altra cosa, diversa, complementare. Senza contare che Mattia è molto ben dotato, un uccello abbastanza lungo ma diritto e molto molto grosso di diametro. Non particolarmente liscio, anzi notevolmente irregolare e vergato dalla pelle molto elastica e dal glande carnosissimo e molto esteso. Uno splendido arnese da copula.Per ringraziarlo del suo essere stato così disponibile chiesi a Mattia se desiderasse scoparsi Elena come più lo gradiva e per quanto lo avrebbe desiderato lì in quel pomeriggio nel mio appartamento nella stanza da letto, nel salotto o al limite nella cucina.Accettò scegliendo l’ottimo e classico letto come teatro del suo rituale coitale. Notai sul viso di Elena all’esposizione della mia proposta un sorriso d’approvazione e di golosità dato dall’avere per lei un ragazzo così giovane e così prestante.Fu una delle esperienze più eccitanti capitatemi fino ad ora. Mattia non era per nulla turbato dalla mia presenza contemplativa e si mise a disporre di Elena come più lo aggradava ma con una calma e una dolcezza estenuante che davverò mi stupì in un ragazzo così giovane. Non mancò molto che in quell’ora e mezza con Elena, Mattia non ripassasse l’intero kamasutra riuscendo a venire tre volte. Ma fu Elena che godette ancora di più… lo capii chiaramente, Mattia toccava i suoi punti più nascosti, le sue aree più profonde e sensibili. I loro orgasmi di quel pomeriggio furono talmente splendidi che dopo un po’ tremendamente eccitato decisi di riprendere il lungo amplesso con la mia videocam. Vederli è stato uno spettacolo, vedere i muscoli soprattutto maschili tendersi nello sforzo del piacere, osservare il petto perfetto di Mattia, analizzare i dettagli dei loro visi gaudenti mi ha provocato numerosi brividi tanto che all’addio del ragazzo chiesi stavolta gentilmente una fellatio liberatoria a Elena, anche se era ora che andasse a casa sua anche lei.Dopo d’allora mi ringraziò di ciò che le avevo chiesto perché era così che aveva potuto conoscere quello splendido ragazzo che divenne (e credo lo sia fino ad oggi) il favorito dei suoi amanti. A ragione! Quella sera mi riguardai due volte il filmato pomeridiano masturbandomi furiosamente e bevendo dell’ottimo whiskey, quando alle due decisi di coricarmi.Elena mi chiese se visti gli straordinari di quel pomeriggio avrebbe potuto evitare di vedermi per due giorni ed io malauguratamente accettai. Soprattutto perché il giovane Mattia non aveva resistito infine alla tentazione di sodomizzarla, rimanendo ovviamente incantato da quel culo d’oro, prendendola, quando già s’era rivestito, d’innanzi alla porta. Quindi mi parve ovvio concederle il meritato riposo pensando alle difficoltà che una perfetta verga di tali dimensioni poteva averle creato.Inutile a dirsi quei due giorni non finirono più! Domenica sera i coglioni erano gonfi esageratamente, l’asta era da tutto il pomeriggio (ovviamente con morning glory mattutino) in erezione semi-permanente, che fare? Tirarmi una sega? No, avevo bisogno di una persona. Le mie amichette erano irrecuperabili per quel weekend, poi Elena l’avevo messa in pausa e non avevo voglia di noleggiare un femmina da accoppiamento, avevo mandato anche troppo denaro in puttane quel mese.Ripensai a Mattia.Sapevo quale fosse il suo appartamento e scesi presentandomi alla sua famiglia chiedendo l’aiuto del figlio per un problemuccio ad un infisso del bagno, cosa neanche fuori dalla norma visto che ogni tanto vedevo il ragazzo sbrigare qualche lavoretto nel palazzo. La madre, una donna decisamente carina, dai deliziosi capelli tinti di rosso deciso mestato mi disse che era da un’amica e se volevo potevo entrare per un caffè, Mattia sarebbe tornato a momenti.Indaffarata nella preparazione della moka la squadrai da cima a fondo e notai quanto Irma, così si chiamava la madre del mio giovane amante, fosse decisamente appetibile. Parlammo dei nostri lavori e delle reciproche solitudini. Nel preciso istante che quasi del tutto innavertitamente sfiorai la sua paffuta e graziosissima mano nell’atto di versarmi il caffè compresi vedendo una luce nuova nei suoi occhi blu che di lì a poco saremmo finiti a letto, con somma benedizione della mia incontenibile esplosione ormonale dovuta ai due giorni d’astinenza.Tanto il figlio era delicato e leggero tanto la madre era smaniosa di iniziativa ed una vera scatenata.Dopo fugaci e rapide conoscenze orali volle scoparmi standomi cavalcioni danzandomi aritmicamente come una forsennata sul mio petto. Il ballo dei suoi seni esagerati sono una di quelle cose che non si scordano mai in tutta la vita, ma indelebile ugualmente era la forza con cui cingeva il mio sesso dentro di lei. Era in grado di controllare i muscoli della fica esattamente alla stessa maniera di quelli delle falangi. L’orgasmo fu sfasato di poco tra di noi e lei mi precedette addirittura. Stavo risistemandomi e accordandoci di quando ci si sarebbe potuto incontrare nuovamente, vista la fortuna di essere così compatibili, così vicini, così fisici che Mattia rientrò.Cazzo! Non volevo assolutamente che mi vedesse lì, né che sapesse che da quella sera sarei diventato l’amico di scopate di mamma. Men che meno volevo che la madre sapesse di cosa avevo fatto io con Mattia solo (solo?) due giorni prima. Quella donna ancora nel fiore degli anni e fresca d’orgasmo riuscì a sparire in cucina col figlioletto permettendomi così una ritirata silenziosa nelle mie accoglienti stanze. Mi ero abbandonato sul divano e già sentivo arrivare il sonno misto ai ricordi della pelle di Irma di poco prima quando bussarono alla porta.Era Mattia.Entrò sorridendo, salutando con estrema cortesia secondo sua natura, con fare scherzoso e buttandomi lì il mio portafoglio disse di ricordarmi che è la prima regola non lasciare indizi del proprio passaggio nelle abitazioni ancora calde delle nostre amanti. Ooops!!Con mia sorpresa non era affatto dispiaciuto benché meno incazzato del fatto che mi scopassi… beh qui avrei qualche remora nell’uso dell’espressione… più giusto sarebbe del fatto che mi fossi fatto trombare da sua madre, visto lo svolgersi degli accadimenti. Gli versai da bere un ottimo brandy e col vetro poco distante dal bel disegno delle sue labbra mi disse che era molto contento che sua madre avesse trovato uno come me, che riteneva, sorvolando sul fatto che fossi un porco come pochi badate inserendo lui stesso nel club, dopotutto una brava persona. Pensava che sua madre aveva proprio l’urgenza naturale di scopare di più e se che avere avuto una persona vicino, non inteso come un rapporto d’amore, ma proprio come una vicinanza fisica le avrebbe fatto solo bene. Purtroppo nonostante i cinque lunghi anni trascorsi dalla morte del padre, faticava ancora a riprendersi, vedeva uomini assai di rado e non aveva molte amicizie. Io ero sempre più stupito dalla saggezza di quel ragazzo e avvolto dalla sua rara bellezza e appoggiato il bicchiere sul tavolino del tavolo mi avvicinai a baciarlo sulle sue labbra ancora saporose d’alcool. Fu un bacio lungo e dolce, nel mentre le mie mani aprivano la sua camicia e i pantaloni, scesi sul suo petto che baciai ripetutamente e succhiai la sua vitalità, i suoi sapori, il suo piacere dai suoi capezzoli piccoli ed irrigiditi. Scesi con la bocca sulla sua pancia e più giù dove i pantaloni si aprivano e senza l’impedimento dei boxer trionfava la sua asta, un sesso magnifico come pochi. Lo feci godere con la bocca con un lavoro esclusivamente sul glande grossissimo e sempre più paonazzo al crescere del suo piacere. Mi concessi solo un minuto di pausa in contemplazione della sua virtù che tenevo con delicatezza fra le mie mani, poi la feci scomparire nuovamente nella mia bocca fino al meritato parossismo di gioia che quel ragazzo meritava. Non fu per nulla indifferente il piacere fisico che ne ricavai io che non seppi trattenermi dall’abbracciarlo dopo tanta serena gioia.Stettimo lì una decina di minuti poi rivestitosi scese a casa sua ricordandomi di stare attento al portafoglio… e così dicendo mi sfioro il sesso attraverso la stoffa dei miei pantaloni e mi intimò che se avessi fatto del male a sua madre Irma avrei dovuto sperare di non incontrarlo. Lo sapevo benissimo, le mie intenzioni verso di lei erano tutt’altre.Le restanti settimane dal punto di vista sessuale furono abbastanza abitudinarie: chiamai Elena ad ogni mio desiderio e lei pronta al mio piacere, vestita di soli pizzi, una volta scostatele la lunga veste leggera, intimi che comunque non ostruivano i canali adatti a contenere il mio sesso in cerca di appagamento.La frustai solo un giorno che non ne avevo nemmeno voglia, mentre quasi quotidianamente mi feci scudisciare da lei avvolta nuda nella calda pelliccia d’ermellino.Nei momenti di riposo lavorativo ed edonistico iniziai a costruire nella mia mente come realizzare la mia ultima fantasia che avevo chiesto ad Elena a suo tempo.Molto semplice eppure difficilissima da realizzare: avrei voluto osservarla senza essere visto fare l’amore con una donna, ma non quelle cose dove una delle due è un mezzo uomo, si finge un maschietto… io volevo due donne, due femmine fare l’amore, darsi piacere tra di loro in quanto esseri femminili. Ovviamente io volevo che la partner di Elena fosse Irma, pur non sapendo nulla di eventuali realtà bisessuali della bella rossa (realtà poiché penso che mentalmente chi più chi meno lo siamo tutti).Concupivo Irma una volta alla settimana, quando lei lo desiderava non faceva altro che chiamarmi al cellulare più spesso con un messaggio dicendomi solo questo: «Sono al massimo». Quella sarebbe stata una grande notte. Mi ci vollero due mesi di frequentazioni e riuscii ad appurare due cose, ottime per i miei scopi bassi: aveva notevoli fantasie saffiche e seppur passate eternità da allora al liceo aveva avuto delle occasioni con due sue amiche. Naturalmente era un discorso molto ampio in cui anch’io cedetti qualcosa di me svelando l’interesse che certi uomini risvegliavano in me, senza citare però alcunché di preciso. Sfacciato le chiesi se delle donne che quotidianamente incrociava ve ne fosse qualcuna che risvegliasse in lei antiche passioni, non andò molto lontano e mi indicò la Venturi, una giovane universitaria che stava al terzo piano del palazzo e la Berigelli, che voi conoscete… si tratta di Elena! Bingo! Affidai alla mia passionale macchina da monta l’organizzazione del tutto, compresa la seduzione di Irma che si protrasse per sette mesi abbondanti che alla fine valsero l’attesa.Nel frattempo la mia vita sessuale si era rarefatta… scopavo Elena di rado, pochi trojai, due care colleghe, qualche squallida avventuretta, Irma settimanalmente… ma non mi lamentavo lavoravo freneticamente, anche sul possibile svolgimento dell’abbraccio di Saffo fra Irma ed Elena. Fermo restando che avevo incominciato ad avere alcuni problemi con alcune mie amanti per i segni tanto desiderati che lo scudiscio agitato da Elena mi lasciava impressi sulla pelle. Irma ancora una volta si dimostrò una delle più sensibili amanti che avessi mai avuto e semplicemente accettò la cosa come un qualsiasi mio altro bisogno, anzi a volte ha accennato al fatto che avremmo potuto ricorrere nei nostri passatempi a pratiche sadomaso soft quali foulard, corde, catene o manette sostenendo inoltre che prima o poi avrebbe provveduto all’acquisto di una valida frusta di cuoio finemente ricucito per rendere più intensi i nostri momenti di piacere. Tuttavia, riconosco trattasi di me, non riuscivo a desiderare il piacere attraverso la fustigazione di Irma e sebbene il suo ruolo a letto con me fosse prevalentemente dominante non mi era facile immaginarla infliggermi ferite di piacere con lo scudiscio nero per poi riempirle con la cera liquida della candela rossa superhash profumata come la voluttuosa macchina programmata per il sesso che era Elena era solita praticarmi.Tuttavia era un periodo che avevo diradato molto queste attività s/m concentrando tutte le mie pulsioni sadiche nella lunga fustigazione di una mia vecchia tipa ormai troppo insopportabile anche solo da scopare, che avevo rimorchiata una sera anni fa in una lurida discoteca locale; invece liberai due volte, con sorprendente ma somma gioia, il mio masochismo latente pagando una splendida ragazza liberiana, a cui, una volta che fu nuda tale da ammirarne la sua sublime bellezza e immortalarla con la tecnologia, chiesi di fustigarmi senza pietà per il mio piacere, per i suoi soldi, per tutto il male che la società civile aveva arrecato ad un paese del centro africa come il suo; similmente feci con una deliziosa ragazza cinese che avevo conosciuto ad un congresso presso il centro lettario universitario il mese scorso esclusivamente per calmare il mio piacere masochistico ribollente. Il giorno che Elena venne a dirmi che era fatta, che Irma era sedotta pronta a cadere tra le sue braccia da tanto che ero felice non la scopai, volli solo che rientrasse nel suo appartamento completamente nuda con la possibilità di essere beccata nel tragitto che divideva le nostre residenze, durante il quale avrei ammirato alla luce rarefatta e spaziale delle scale la sua prorompente perfezione, il suo piacere trasudante e manifesto.Aveva organizzato l’incontro in camera sua che era stata debitamente illuminata fiocamente e ridimensionata da teli e specchi che permettevano di nascondermi e godere lo spettacolo.E splendore fu.Nel rapporto lesbico era Elena la scatenata, l’avvoltoio predatore che si scagliava sulle carni di Irma soccombente e arresa che offriva alla lingua sapiente della mia amante procace ogni zona del suo corpo implorandola di soddisfare l’ardore che sconvolgeva il suo roseo sesso. Da parte sua rispondeva timidamente e di rado masturbando la compagna d’avventure, il massimo che raggiunse durante il suo primo rapporto lesbico adulto fu nell’inserire tre dita nella zuccherosa e umida vagina di Elena che a tanti era stata disponibile in un passato recente e se non sempre piacere certamente aveva fruttato spesso doni o più vilmente denari. Quel pomeriggio Elena la portò ad orgasmi intensissimi e ripetuti fino a penetrarla doppiamente digitalmente momento che coincise con un urlo acutissimo e stentoreo di Irma che dopo le si gettò sopra per abbracciarla. Fu splendido vedere Irma carezzare con tanto amore una persona del suo stesso sesso e lodarla per quel godimento che troppe volte le fu vietato durante la sua vita fino a quel momento.Non avevo ancora finito di assaporare la magnifica sequenza che si era svelata sotto i miei occhi che Elena presa una mutandina di pizzo rosa legò il polso destro di Irma ad un braccio della testiera del letto e disse alla madre di Mattia che di lì a poco qualcuno le avrebbe raso i fulvi peli che ricoprivano il suo pube prima di venirne nelle e delle sue carni, ma non sarebbe stata lei a svolgere l’operazione ma un amico fidato, che la rispettava e l’amava, lei aveva troppe faccende arretrate per l’insoddisfatto maritino da sbrigare, non aveva tempo per altro piacere…
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