– Certo che con quel corpo e quella faccia può fare tutto quello che vuole. Stavamo guardando la televisione e non avevo potuto fare a meno di commentare una “bonazza” che faceva l’eroina dl film. Quella ti fa venire solo se ti si strofina contro! Maura mi guardò storto, come se le avessi fatto un commento indelicato sul suo aspetto o sul suo corpo; commentando in quel modo il fisico dell’attrice lei si sentiva presa in causa. – Cosa intendi dire con questo? – mi ringhio lei fissandomi negli occhi – Forse che solo lei o una fatta in quel modo può ottenere quello che stiamo vedendo nel film? – No! E’ che è veramente stupenda, con quel corpo può ottenere le attenzioni di chi vuole … nel film; ma credo che nella vita reale anche per una donna così bella non sia facile portarsi a letto chi vuole! – Così credi che io non sarei in grado di farmi chi voglio? – mi chiese lei con aria di sfida. Oramai la conoscevo: cercava qualcosa. Quando mi guardava in quel modo e quando parlava con quella voce decisa era segno che aveva un’idea in testa molto precisa e che era propensa a metterla in pratica. Non sapevo dove voleva arrivare ma decisi di stare al gioco; un po’ per curiosità e un po’ per una certa fantasia si stava formando nella mia testa. Al di là di quello che cercava lei poteva nascere qualcosa che avrebbe appagato la mia perversione. Decisi di spingere il gioco verso quella che credevo fosse la direzione che lei desiderava: – Nessuna donna può portarsi a letto chiunque desideri. Ti sembrerà strano ma anche gli uomini hanno la facoltà di decidere, è il così detto libero arbitrio. Lei mi guardò pensosa per alcuni istanti, poi mi disse: – Non sono d’accordo! – Credi di poterti portare a letto chi vuoi? – la incalzai. – Si, ne sono certa! Il discorso stava prendendo una piega interessante. Forse troppo velocemente si stava portando nella direzione che speravo e che senza dubbio desiderava Maura. Chissà perché dopo tutto quello che abbiamo visto come coppia, dopo aver chiaramente dimostrato di non avere remore di sorta sull’uso che facciamo dei nostri corpi, di aver provato di non essere gelosi delle sporadiche avventure che potevano capitare all’uno o all’altra non riuscivamo ancora a parlarci chiaramente quando un desiderio più trasgressivo del solito si affacciava alla nostra mente. Forse faceva parte del gioco il partire da lontano, certamente era molto più eccitante stuzzicarci e creare tutta una situazione trasgressiva intorno che il parlarci chiaro. La realtà era che lei voleva fortemente avere un’avventura fori dai soliti schemi e io desideravo vederla in azione. Mi piaceva quando metteva in campo tutte le sue arti erotiche e godevo della sua femminilità esposta spudoratamente. Era dal giorno che era stata iniziata ai piaceri di un incontro a tre dalla nostra amica Barbara che non provavamo più quella forte eccitazione che solo la trasgressione spinta ti può dare. I nostri incontri con l’altra coppia stavano diventando una routine, sempre molto piacevole ma sempre meno eccitante come novità. Osservai bene Maura. Le pupille leggermente dilatate e le labbra gonfie unite ad un vago rossore del viso erano sintomi di una chiara eccitazione. Il pensiero che la sua sfida stava iniziando a dare i risultati che sperava la stava riscaldando. Aveva capito che la sua idea eccitava anche me e aspettava solo una mia parola per partire con le sue proposte. – Non credo che tu ci riesca! – le dissi strappandogli un sorriso di compiacimento, aveva capito che io ero d’accordo. – Scommettiamo? – mi sfidò lei. – Chi detta le regole? – rilanciai. – Falle tu. Io mi adeguerò! Bene il dado era tratto, ora si trattava di intuire quello che lei desiderava, confrontarlo con i miei desideri e trovare un punto di contatto. Adesso era importante capire quanto volesse sentirsi troia grazie a quel gioco e anche intuire se lo faceva solo per lei o anche per me. Sapeva quanto mi eccitavo a vederla all’opera quindi le chiesi: – Io sarò presente? – Mi farebbe molto piacere, mi eccito di più a scopare sotto i tuoi occhi! – mi sussurrò con una voce che era già un programma. – Bene e la prima regola è stabilita. La seconda è questa: sarò io a decidere chi sarà il fortunato … o i fortunati! A quest’ultima affermazione i suoi occhi s’illuminarono. – E dovrò scopare o farmi scopare? – mi domandò lei. – Questo lo vedremo sul momento! Maura non stava più nella pelle, non credeva di ottenere così velocemente quello che desiderava. Guardò l’ora, non era tardi. Si poteva realizzare tutto quella sera stessa. Aveva già pensato a tutto, il luogo dove trovare i possibili candidati, il posto dove realizzare il tutto e aveva già pronti i vestiti scelti per quella prova. Si andò a cambiare. In breve fu pronta ad uscire da casa, m’indicò il luogo scelto da lei per la caccia e ci avviammo. – Non abbiamo stabilito la posta in gioco! – mi disse una volta in macchina. – Nessuna! Se vinci tu godi se non c’è la fai rimani a bocca asciutta. – Asciutta in tutti i sensi! – mi fece eco con lo sguardo più sfrontato che non avessi mai visto – d’accordo, ma vedrai che riuscirò nel mio intento. Aveva scelto bene l’abbigliamento, complice il clima favorevole aveva indossato un abito leggero in cotone, molto aderente in vita e sul seno che terminava in una gonna non molto corta ma ampia e svolazzante. Lo portava con i primi due bottoni aperti in modo da lasciare intuire la pienezza del suo seno. Non mancavano le scarpe alte che slanciavano in maniera molto seducente le gambe. Giunti sul luogo, che non sto a descrivere in quanto non determinante ai fini del racconto, ci mettemmo subito alla ricerca del possibile candidato. Notai che gli occhi di Maura indugiavano su di un tipo che a giudicare dall’aspetto si sarebbe detto ben dotato e fantasioso. Il suo sguardo deciso aveva attirato l’attenzione della potenziale cavia, infatti, lui si era portato in una posizione isolata in attesa degli eventi, molto probabilmente era avvezzo a quella situazione e sapeva di essere facilmente notato dalle donne in cerca di avventura. Non volevo rendergli le cose troppo facili, quindi dopo un rapido giro per il locale le indicai il prescelto. – Vedi quell’uomo laggiù, al terzo tavolino a destra del bancone? – Si! – mi confermò lei con un’aria leggermente delusa. – Bene … fatti quello se ne sei in grado! – A quello faccio scoppiare il cervello ancora prima di tirarglielo fuori! – disse e fece per dirigersi verso di lui. – Aspetta! – la fermai – Non ti farai solo lui. C’è n’è vuole un altro! Ho visto che hai puntato quel ragazzo che sta in piedi la in fondo, vero? – Si, quello è decisamente meglio! – mi confermò lei – O.K. Allora ti devi fare anche lui … insieme al primo che ti ho indicato. Credi di esserne capace? – Ti farò vedere cosa sono in grado di fare! Vado? – Vai! Avevo deciso di consentirgli di avere il suo rapporto con l’uomo che aveva puntato appena entrata ma non volevo rendergli la cosa troppo facile. Non dimentichiamo che c’era in ballo una scommessa! Il primo uomo che le avevo indicato era chiaramente disponibile ad un incontro avventuroso con una bionda come Maura, ma non mi sembrava il tipo che accettasse facilmente il confronto con un altro uomo durante i suoi rapporti. Per quello lo avevo scelto. La difficoltà di Maura non era quella di convincerlo a seguirla ma quella di spingerlo a dividerla con un altro molto più prestante di lui, almeno all’apparenza. Lei non si perse d’animo. Senza dubbio aveva capito il mio gioco ed era decisa a dimostrarmi tutta la sua capacità di seduzione. Si avvicinò al primo, quello che aveva puntato lei. Gli si fece incontro camminando piano, ancheggiando più del solito; attaccò discorso e parlò a lungo con lui. Ad un certo punto fece una piroetta molto elegante, stava mettendo in mostra la sua merce. Difatti lui sembrava molto interessato e non faticavo a crederlo. Lei allungò una mano sulla sua spalla e gli si fece ancora più vicina, appoggiandogli il seno sul petto; la vidi premere contro di lui mentre avvicinava anche il pube alla sua coscia. Completamente aderente sollevò il viso verso le sue labbra invogliandolo a baciarla. Lui le cinse la vita e dopo averla ben guardata negli occhi lasciò scivolare una mano sui glutei, quindi la afferrò con forza alzandola verso le sue labbra. Potevo vedere le guance di Maura che s’incavavano e gonfiavano durate lo scontro delle loro lingue, mentre la gonna le saliva sempre di più a causa della stretta del giovane. Soddisfatta dei risultati ottenuti parlo nell’orecchio del giovane, probabilmente lo stava rendendo partecipe del suo piano. Tant’è che poco dopo si avvio verso l’uomo che le avevo indicato io. Camminando verso di lui allungo il suo giro per passare vicino a me e mi disse: – Il primo è fatto ora tocca al secondo … chi ben comincia è a metà dell’opera! – Ricorda che devi farteli tutti e due insieme altrimenti devi rinunciare a tutto! – Ricordo, ricordo! A proposito, non mi hai detto se devo farmeli o farmi fare da loro … dimmi come devo comportarmi per farti piacere! – Umm! Dal primo, quello che hai già conquistato, ti farai scopare. Il secondo te lo farai tu … va bene? – Perfetto. E’ quello che speravo! – mi rispose con evidente sollievo. – Lo so! – la congedai. Ripartì verso la seconda cavia. Si avvicinò al suo tavolo e dopo poche parole si accomodò al suo fianco. Ordinò da bere e avvio una discussione chiaramente a tema con l’uomo. In breve notai i primi sintomi di eccitazione sulla vittima, iniziava a muoversi a disagio sulla sedia, era evidente che non si aspettava di entrare nelle grazie di una donna come Maura. Lei fu molto abile a spingerlo verso un’eccitazione sempre maggiore. Parlava mentre si sistemava i capelli, bevendo il suo drink lasciò cadere maliziosamente alcune gocce sul seno; per asciugarle sbottonò ulteriormente il vestito e le raccolse con la mano poi si leccò le dita fissandolo negli occhi. Era chiaramente cotto a puntino tant’è che ora osava allungare una mano sulle gambe di lei. Mano che Maura accettò senza protestare. Quando ritenne che era giunto al punto da desiderarla oltre ogni limite gli parlò del suo piano. Questa nuova rivelazione raffreddò immediatamente i bollenti spiriti dell’uomo che ritrasse la mano dalle gambe. Maura non si perse d’animo e continuò nella sua opera. Poco dopo vidi che l’uomo tentennando allungava nuovamente la mano verso di lei. Questa volta Maura fu svelta a tirare verso di sé il tessuto della gonna per consentire a lui di toccare la sua pelle. Non era un brutto uomo, anzi; quindi il compito di sedurlo non era gravoso per lei e il fatto di scoparselo non era certo una punizione. Poco alla volta lo fece nuovamente eccitare e vinse le sue ultime riserve afferrandogli la mano per trascinarla verso l’alto sotto il vestito. Notai la sua espressione di stupore e meraviglia quando raggiunse il pube della mia donna, evidentemente non protetto dagli slip. Fu la mossa decisiva che vinse i timori dell’uomo. Si alzarono mentre lei faceva segno al primo giovane di raggiungerli. Era il segnale anche per me. Dovevo raggiungere il suo studio dove comodamente seduto al buio nella veranda prospiciente il suo ufficio potevo vedere quello che accadeva al suo interno senza essere visto, grazie ai vetri affumicati che fungevano da specchio quando illuminati all’interno. Per strada persi tempo in una telefonata che serviva a completare il mio programma quindi giunsi appena in tempo, poco prima del loro arrivo. Maura fece accomodare i due uomini sulle sedie che stavano di fronte alla sua scrivania mentre lei si poneva in mezzo a loro appoggiata al piano. Lei non poteva saperlo ma mentre si preparava ad uscire avevo nascosto la telecamera con il cavalletto nel bagagliaio dell’auto ed ora la stavo sistemando in modo da riprendere tutto quello che sarebbe successo. Ignara di essere l’attrice principale del mio piccolo filmato erotico parlava amabilmente con i due. Aspettava che la sua eccitazione crescesse al punto da perdere completamente il controllo di se, contemporaneamente giocava con il desiderio dei due uomini. Li guardava soddisfatta del risultato che aveva ottenuto e si capiva dai suo occhi che si stava pregustando la serata e il piacere che n’avrebbe tratto da essa. Ogni tanto lanciava brevi occhiate nella mia direzione con uno sguardo pieno di significati per me che la conoscevo bene. I suoi messaggi andavano dalla gratitudine per il regalo che le avevo fatto, concedendogli di realizzare il suo desiderio di trasgressione, alla sfida. Non credeva che sarei stato in grado di stare a guardarla sino in fondo resistendo alla tentazione di intervenire per aggiungere il mio pene ai due che stava per spremere. Ad un tratto pensai: “ è giunta l’ora di darti da fare, sbrigati!”. Come se mi avesse letto nel pensiero si avvicinò al giovane scelto da lei e lo invitò ad alzarsi. Si appoggiò al piano della scrivania e lasciò che lui esplorasse il suo corpo con le mani. Reclinò la testa all’indietro offrendo il collo ai suoi baci mentre le mani su di lei divennero quattro. Il vestito sbottonato frettolosamente dai due uomini scivolò dalle sue spalle adagiandosi lentamente sul piano della scrivania. Maura assaporava quelle mani che frugavano ogni anfratto erogeno del suo corpo. Piano e poco alla volta aprì le gambe sotto lo stimolo della mano del giovane che tentava di raggiungere la vagina, sospirò quando lui le appoggiò la mano contro e ansimò, spalancando gli occhi e la bocca, quando le infilò dolcemente un dito dentro. Maura voltò il viso verso la finestra, nella mia direzione, mi guardò diritto negli occhi come se sapesse esattamente dove mi trovavo; mentre apriva ancora di più le gambe alla mano che la penetrava mutò la sua espressione assumendone una di puro piacere. Mi lanciò un’ultima occhiata poi chiuse gli occhi. Si lasciò cadere sul piano della scrivania sdraiandosi sopra con la vulva rivolta verso la finestra. Non poteva essere penetrata in quella posizione, il messaggio per i due uomini era chiaro: voleva essere accarezzata, stimolata, stuzzicata al limite sditalinata o leccata nelle parti intime. L’uomo scelto da me si rivelò un’abile linguista, anche in quella posizione riuscì ad insinuare la sua lingua tra le labbra della vagina. Nel frattempo il primo le stuzzicava i capezzoli mordicchiandoli. Lei inarcò il corpo e spalancò le gambe. Il piano trasparente della scrivania mi permetteva la piena visione dei suoi glutei schiacciati dal suo peso e delle goccioline che cadevano dalla sua vagina dilatata dalle mani dell’uomo. Il giovane approfittò dell’avvicinarsi del suo viso a bordo del piano per slacciarsi i pantaloni, tirare fuori il suo membro, quindi appoggiarlo alle labbra di Maura. Come lei sentì il contatto con quel pezzo di carne dura e calda spalancò la bocca. All’inizio si accontentò di tenerlo appoggiato alle labbra stuzzicandolo con la lingua, poi non parca ruotò il viso verso di lui e lo ingoiò sotto le sue spinte. Stava godendo e ormai non controllava più il suo corpo, lo s’intuiva dalle ritmiche contrazioni del ventre e dall’espressione del suo viso. Sapevo che tra non molto avrebbe desiderato qualcosa di più consistente delle dita di una mano nell’interno della sua vagina, era questione di attimi! Lasciò uscire il membro del giovane dalla bocca accompagnandolo con la lingua, poi ritirò il pube dalla faccia del secondo uomo. Raddrizzò la schiena e con un’espressione decisa ma goduta ruotò portando le gambe giù dal piano; i due uomini capirono le sue intenzioni e le avvicinarono le due sedie in modo che lei potesse appoggiarvele sopra, ne regolarono la distanza costringendola a spalancarle a loro favore. Maura prese per mano il giovane da lei scelto e lo invitò nel mezzo delle cosce, prese in mano il suo membro, lo scappellò per bene e lo avvicinò alle labbra semiaperte dalla vagina. Sé lo strofino contro con un movimento alternato verso l’alto e il basso, dilatando sempre di più il foro d’ingresso; volse ancora una volta lo sguardo nella mia direzione poi con gli occhi fissi sul vetro tirò verso di sé il pene che stringeva. L’imbocco fu molto facile, socchiuse gli occhi per un attimo mentre il giovane entrava in lei, inclinò il pube a suo favore poi aprì nuovamente gli occhi fissandomi mentre afferrava i glutei del giovane traendolo a sé. Completamente riempita da quel membro lasciò uscire un gridolino di piacere, volse il viso verso l’uomo che rimaneva in attesa e gli indicò di portarsi dietro di lei, all’altro capo della scrivania. Si appoggio sui gomiti spingendo leggermente più in alto il pube e si soffermò ad osservare il dettaglio della sua vagina che prendeva dentro il pene del giovane, lo guardò uscire e gioì nel vederlo lucido dei suoi umori, si eccitò ulteriormente studiando la reazione del suo ventre mentre entrava; avendolo tenuto tra le mani aveva ben chiare le dimensioni e si divertiva ad immaginare sino a che punto il suo corpo era violato da quel palo di carne, focalizzandolo sulla pelle del bacino. Pochi colpi dolci ma decisi e Maura si abbandonò completamente sul piano della scrivania appoggiando solo sulle spalle. Il suo seno danzava al ritmo dei colpi del giovane mentre lei con la testa cercava il pene del secondo uomo. Prontamente lui lo offrì alle sue labbra. Lei non poteva muoversi come voleva e non intendeva spostare la sua concentrazione da quello che le stava accadendo in mezzo alle gambe alla bocca; si limitò ad aprirla accogliendo il pene del secondo all’interno, dispensandogli qualche leccatina ma lasciando che fosse lui a muoversi dentro e fuori di lei guidato dai suoi grugniti di piacere. Stava mettendo in pratica quello che le avevo chiesto o almeno lei lo credeva. Infatti, la mia richiesta di scoparne uno e lasciarsi scopare dall’altro si era materializzata nella mia fantasia in un modo diverso da quello che lei stava mettendo in pratica. Intendevo vederla cavalcare il secondo uomo mentre il primo s’impossessava de suo ano, una doppia penetrazione, una pratica che non avevamo ancora provato nei nostri giochi con Barbara e Marco. Forse non aveva capito o forse voleva realizzare quella cosa in un momento più tranquillo, in una situazione in cui avrebbe potuto aprire l’ano al mio pene o a quello di Marco in tutta calma. Comunque sia stava prendendo dentro la vagina un pene che la penetrava con una violenza tale da spingerla passivamente con la bocca contro il secondo membro. Lei non appagata da questo apriva sempre di più le gambe offrendosi senza nessuna remora ai desideri del giovane. La telecamera fissata sul cavalletto riprendeva tutta la scena da sola permettendomi di osservare la mia donna da tutte le angolazioni possibili. Spettacolare risultava la visione dal basso sfruttando la trasparenza del piano di cristallo, le natiche semi dilatate lasciavano libero l’occhio di raggiungere la vagina le cui labbra si adattavano perfettamente alla forma del membro che stava prendendo. Maura non aveva più volto lo sguardo nella mia direzione, segno evidente che stava pensando solo a godere. Vedevo il suo bacino che seguiva le spinte del giovane che aveva davanti, contraendosi quando entrava per sentirlo meglio. Forse l’abilità dei due o molto più probabilmente la situazione e la consapevolezza di avere i miei occhi addosso la portarono presto in vista dell’orgasmo. N’ebbi sentore quando notai che il suo pube si angolava in modo da sentire meglio il pene che entrava dentro di lei e n’ebbi conferma quando inarcò la schiena spingendo il bacino contro il giovane che la stava scopando. Si bloccò per un attimo che parve eterno, trattenendo il respiro, poi rantolo e urlò di piacere. Restando in quella posizione ordinò al giovane di sfondarla, di sbatterla con foga sempre maggiore. Urlo questi comandi con una voce tanto forte che riuscii a percepirla io da fuori. Il ragazzo non se lo fece ripetere e si mise d’impegno nell’affondare il suo membro dentro il ventre di Maura sempre più velocemente, adottando un ritmo indiavolato che non poteva reggere a lungo. Come lei rilassò i muscoli adagiandosi sfinita sulla scrivania lui estrasse prontamente il pene dal suo corpo e stringendolo con forza venne spruzzandola sul ventre e sul pube. L’altro molto appagato dal lungo pompino menò rapidamente il suo membro raggiungendo l’orgasmo pochi attimi dopo il primo. Lui venne sulle sue labbra inondandole il viso. Maura restò sdraiata ansimante di piacere mentre i due si ritiravano da lei per ripulirsi e rivestirsi. Sembrava che dormisse mentre i due ritornarono da lei. La osservarono nei dettagli, il suo corpo sdraiato sulla scrivania era bellissimo e ancora molto eccitante nonostante li avesse appagati nei loro istinti. Ancora ricoperta di sperma biancastro si alzò avvicinandosi a loro. Diede un bacio sulla guancia ad ognuno poi li accompagnò alla porta. Il giovane sapeva sin dall’inizio che quella era per lei una semplice avventura di una notte, chiaramente era abituato a quel genere di cose, si limitò quindi a salutarla calorosamente ricordandogli dove poteva trovarlo il giorno che avesse desiderato ripetere l’esperienza, quindi uscì dalla porta senza più voltarsi indietro. Per l’uomo, un forestiero di passaggio in città, quello che era accaduto quella sera non era un fatto normale e lo s’intuiva dal suo sguardo. Non riusciva a staccarsi da lei e la salutò con la triste consapevolezza che non l’avrebbe più rivista. Maura tornò nel suo ufficio completamente nuda, mi aprì la porta che dava sulla veranda ancora ricoperta dal seme dei due uomini che ora iniziava a colare sul suo corpo. Per nulla imbarazzata mi rivolse la parola: – Come hai potuto notare ho vinto la scommessa! – Si, sembrerebbe proprio così … complimenti! Ma … – Ma? – mi chiese incuriosita. – Forse non ci siamo capiti, prima. – Le dissi mentre la spingevo dolcemente verso la scrivania. – Che cosa non avrei capito? – mi domandò mentre raccoglieva con la lingua una goccia di sperma che le stava scivolando sul labbro. Non risposi subito alla sua domanda ma la feci girare in modo che mi volgesse le spalle. Con una mano appoggiata sulle natiche la guidai verso la scrivania e la invitai a scendere su di essa in modo che si piegasse a novanta gradi. Appoggiando il busto sul vetro spalmò ulteriormente lo sperma che aveva sparso sul bacino e se si muoveva staccando la pelle dal vetro ne risultava un leggero suono di risucchio tipico della pelle bagnata, molto eccitante se si ricordava a cosa era dovuto. Sbottonai i pantaloni e tirai fuori il mio membro con la chiara intenzione di penetrarla in quella posizione. – Cos’è vuoi scoparmi mentre sono ancora ricoperta del seme di due uomini? – Non mi pare una brutta idea! – fu la mia risposta. – Nemmeno a me! – fu il suo invito – Ma dimmi cosa ti eccita di più: il ristabilire il possesso sulla tua donna o il sentire la mia vagina ancora dilatata dal pene dell’uomo che mi ha appena preso? – Non solo questo? – Cosa allo…allora, Ahh! La domanda di Maura fu interrotta dal mio pene che entrava in lei. Spingendo con decisione entrai completamente dentro il suo ventre, trovando l’interno della sua vagina caldo e enormemente dilatato. L’abbondante lubrificazione che mi faceva scivolare dentro di lei era testimone del grande piacere che aveva appena provato, fui scosso da un improvviso sentimento di invidia nei suoi confronti; non gelosia ma pura invidia per quanto doveva aver goduto poco prima. Spinsi dentro il suo ventre con tutto il desiderio accumulato mentre la osservavo, i mie colpi erano assorbiti bene dal suo corpo che stava iniziando a ritrovare tonicità dopo il rilassamento dopo l’orgasmo. Maura scivolava sul piano di cristallo lubrificata dallo sperma di cui era stata inondata, ruotò il viso di lato guardandomi con un occhio, il seme che aveva in faccia, orami schiarito e semi trasparente le ricopriva le gote. – Dimmi per quale motivo mi scopi allora? – mi domandò con la voce rotta e sincopata dai miei colpi. – Per darti una dimostrazione di quello che ti avevo chiesto di fare e che speravo di vederti mettere in pratica. – rallentando il ritmo continuai – Vedi ti avevo chiesto di scopare il secondo uomo e avresti potuto farlo prendendolo nella vagina cavalcandolo e provando quello che ti faccio provare adesso. – Sii! – Poi dal primo volevo vederti scopata, magari in questo modo … Estrassi il mio pene da lei, lo strofinai sulle labbra della vagina, salendo sempre più in alto. Raggiunsi l’ano aprendo le sue natiche con le mani, notai che il buchino era pienamente dilatato dal piacere provato e dall’eccitazione. Puntai il pene contro di lui strappando un gemito di stupore dalle labbra di Maura. – Che cosa vuoi farmi … ti prego fai piano … non spingere così! Le sue parole non corrispondevano alle azioni, mentre parlava sistemava il sedere in modo da facilitarmi il compito. Quando afferrai il mio pene per guidarlo meglio fu lei a dilatarsi le natiche. Lo imboccai, spingendo piano la penetrai per pochi centimetri, sapevo che non era ancora molto abituata a quel tipo di rapporto. – Capisci cosa volevo da te? – le domandai mentre entravo poco alla volta. – Oh! Sii! … ora lo capisco. La presi in quel modo mentre giocavo con il suo clitoride alternando delle profonde penetrazione vaginali effettuate con due dita della mano. Maura era ancora troppo rilassata per avere un nuovo orgasmo e io ero troppo eccitato per aspettare. La forte sensazione che mi dava il buco stretto del suo sedere mi portò rapidamente all’orgasmo, uscii da lei per venirle sulla schiena. Mentre la spruzzavo pensai: “Ecco! Ora sei ricoperta di sperma anche dietro!”. Quel pensiero acuì il mio piacere. Uscimmo dopo una veloce doccia di Maura dirigendoci verso l’auto. Una volta partiti lei notò che non prendevo la via di casa e mi domando il motivo. – Abbiamo un appuntamento con due amici che desiderano vedere come hai passato la serata – Barbara e Marco? – mi chiese più per conferma che per dubbio. – Si! Gli ho telefonato mentre raggiungevo il tuo studio … e poi ti ho filmata questa sera. – confessai. – Cosa hai fatto? Mi hai filmato? – Si! – Che stron…Che adorabile stronzo! – terminò con un sorriso. Il viaggio proseguì mentre Maura tentava di recuperare le forze spese sonnecchiando sul sedile. Una volta saliti dai due amici dopo pochi ragguagli collegammo la telecamera al televisore. Ci gustammo le scene ad alto contenuto erotico in religioso silenzio. Quello che sembrava un tempo eterno durante la ripresa in realtà occupava circa venti minuti di nastro, compresa la mia spiegazione dopo che i due erano usciti. La cosa più sconvolgente erano gli occhi di Maura quando guardava verso la finestra, la telecamera posta contro il vetro innanzi a me riprendeva tutto dal mio punto di vista quindi anche gli sguardi che lei indirizzava a me. Tutta una serie di emozioni era possibile leggere nel suo sguardo quando tentava di comunicare silenziosamente con me, ed era un grande piacere rivivere quei sentimenti. Barbara, molto più pratica e decisamente eccitata da quello che aveva appena visto, volle sapere di più, entrare nei dettagli di quella serata grazie alle parole di Maura. La incitò a parlare, a raccontare come era nata l’idea e il desiderio di quella serata. La cosa interessava molto anche me che sin dall’inizio l’avevo assecondata, traendo piacere da questo, senza pormi troppe domande. Sapevo che in seguito Maura mi avrebbe raccontato tutto come al solito ma, a quanto
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