Dopo quel meraviglioso pompino caddi esausto. Fu l’aroma del caffè sotto il naso che mi riportò alla realtà. Anna lo aveva preparato con cura. Entrambi ci guardavamo negli occhi mentre sorseggiavamo dalle tazzine. Poi per un attimo mi soffermai a riflettere sulle ultime parole di mia suocera:- Chi intendevi nel dire che qualcun altro mi avrebbe potuto confermare il tuo racconto?- Facciamo una cosa. Io continuo a raccontare la mia storia, poi alla fine sarai tu a decidere se chiedere conferma oppure no.- E allora vai avanti. Sono talmente curioso ed eccitato che rimarrei ad ascoltarti per giorniMia suocera allora sedendosi a gambe incrociate, in modo da mettere ben in mostra la sua enorme fessa completamente spalancata, si accinse a continuare il suo racconto:- Trascorremmo circa tre anni facendo sesso in tutti i modi possibili ed immaginabili. Avemmo rapporti anche con altre persone e non disdegnammo neanche di giocare con un cane.- Come? Con un cane? Ma cosa dici?- Si, hai capito bene. Più di una volta abbiamo fatto sesso con un cane: Antonio mi regalò un cucciolo che aveva trovato per strada abbandonato. Era un meticcio e non immaginavamo che sarebbe diventato una specie di bestione con tanto di attributi. Una sera eravamo seduti con mamma e papà in salotto quando Thomas, il cane, si avvicinò a me ed iniziò ad annusarmi tra le gambe. La cosa in un primo momento m’infastidì al punto di scacciarlo, ma quando mi si avvicinò di nuovo mamma disse che non era giusto trattarlo male e che, povera bestia, anche lui aveva diritto alla sua parte di felicità. A quelle parole iniziammo tutti a ridere perché l’allusione di mia madre era più che chiara. Lasciai allora che Thomas continuasse ad annusarmi e questo bastò a farlo partire. Infatti dopo qualche attimo iniziò a mimare l’atto sessuale sulla mia gamba. Mi sentivo un tantino imbarazzata ad essere l’oggetto del desiderio del nostro cane, ma ad un certo punto ci guardammo tutti in faccia e scoppiammo in una sonora risata. Fu poi naturale per me prendere Thomas per le zampe ed alzarlo per guardare il suo cazzo che enorme era tutto fuori dalla pelle. Al cane non piacque troppo l’interruzione ed allora mamma mi disse di aiutarlo a portare a termine quello che lui aveva iniziato. Gli presi allora il cazzo in mano ed iniziai a masturbarlo con calma. Subito se ne venne con dei lunghi schizzi di un liquido differente dalla sborra dell’uomo. Sembrava quasi essere piscio. Avevo la mano piena della sborra di Thomas e la porsi agli altri per farla vedere. Mamma allora vi si buttò sopra ed iniziò a leccare invitando tutti noi ad assaporare quel nuovo nettare. Lo facemmo tutti e ne fummo compiaciuti. Da quel giorno spesso il nostro cane fu partecipe delle orge che organizzavamo. Ce lo passavamo l’un con l’altro facendocelo sborrare dentro le fiche e i culi di tutti noi.- Anche tuo marito e tuo padre?- Si, anche loro lo prendevano nel culo da Thomas e devo dire che ne godevano moltissimo. Purtroppo qualche mese prima che io ed Antonio ci sposassimo Thomas fu investito da un’auto e morì. Il dolore fu tanto e non è stato mai rimpiazzato. – Fedeli nella perversione!- Già, fedeli nella perversione e per la perversione. Ricordo che quando decidemmo di sposarci il parroco pretese che facessimo dei corsi prematrimoniali. Dopo le prime volte io ed Antonio iniziammo a stufarci e decidemmo quindi di animare un pochino quegli incontri. Io iniziai ad andare vestita sempre in modo più spigliato, con gonne sempre corte e svolazzanti. Il parroco viveva un imbarazzo notevole, ma come avevamo previsto non aveva il coraggio di dire nulla. Un pomeriggio esagerai, perché arrivai indossando un vestitino leggero di garza, senza indossare alcun indumento intimo. Ero praticamente nuda. In modo particolare le mie zizze, di dimensioni notevoli, rimanevano in buona parte da fuori e la trasparenza del vestito lasciava vedere la parte coperta. Don Carmine, il parroco, era paonazzo e connetteva a mala pena. Ad un tratto divenni più decisa e senza alcun ritegno allargai le cosce mettendo in primo piano la mia fessa. Il poveretto rimase qualche attimo a bocca aperta, poi scusandosi si allontanò. Nel seguirlo lo vedemmo entrare nel bagno dove sicuramente si dovette fare una sega con i fiocchi.- Poveretto.- Povero un corno, lo scoprirono mentre si faceva fare un bocchino da un ragazzo. – Anche il prete pedofilo…- In un primo momento avevamo pensato di creare scalpore anche il giorno del matrimonio, purtroppo però dovemmo rinunciarci in quanto tra gli invitati c’erano delle persone per noi importanti e ben in vista. Decidemmo quindi di rimanere nei ranghi. Trascorsero un paio di anni durante i quali io e Antonio ne combinammo di tutti i colori. Avevamo un’intesa perfetta. Pensa che una volta abbiamo fatto l’amore nella metropolitana sotto gli occhi di una ventina di persone. Arrivò poi il momento di avere un figlio: e nacque tua moglie. Era bellissima ed era tutta la nostra vita. Quando Maria aveva circa otto anni iniziò a fare domande sempre più insistenti sul perché a casa nostra venisse sempre gente di sera e perché poi andassero tutti a dormire nella nostra camera da letto. Capimmo allora che per il bene di nostra figlia dovevamo sacrificarci e limitare i nostri divertimenti sessuali. La cosa, specie all’inizio, fu triste, ma dovemmo abituarci gioco forza. Maria era diventata ormai grande e frequentava il liceo. E venne così pure la classica gita scolastica di addio. Partirono per Parigi una mattina all’alba. Io ed Antonio la salutammo con il magone per poi ritornarcene a casa piuttosto giù di morale. Quasi come degli automi entrammo nella sua cameretta notando che ormai era il momento di cambiare l’arredamento con uno più adatto ad una ragazza della sua età. Da alcuni scaffali presi un libro di favole che le leggevo quando la sera non voleva dormire. Nel prendere quel libro notai che dietro c’era qualcosa. Dissi allora ad Antonio di vedere. Ne tirò fuori alcune videocassette. Ci guardammo in faccia come per chiederci il perché fossero conservate dietro i libri e non insieme alle altre. Fu quindi naturale avere la curiosità di vedere cosa ci fosse registrato. Infilammo una delle cassette stesso nel videoregistratore in camera di Maria. All’inizio le immagini erano piuttosto confuse e traballanti, poi dopo qualche attimo il tutto si stabilizzò. Io e Antonio rimanemmo piuttosto stupiti perché era inquadrato il nostro letto matrimoniale ripreso dall’alto. Mentre eravamo intenti a chiederci il perché di quella ripresa, nell’inquadratura apparvi io che vestita solo con autoreggenti mi stendevo al centro del letto. Il respiro si fermò per un attimo ad entrambi. Dopo qualche attimo entrò nella ripresa mia madre anch’essa completamente nuda che senza preamboli iniziò a succhiarmi le zizze. Seguirono subito dopo papà ed Antonio che subito si diedero da fare tra di loro. Eravamo sconvolti: nostra figlia ci aveva ripreso in uno di quei rari incontri di sesso che avevamo avuto con i miei genitori. Il fatto che lei sapeva mi sconvolgeva: Cosa pensava di noi? Come ci aveva scoperto? Quando lo aveva saputo? E principalmente, perché ci aveva filmato? Decidemmo di continuare la visione delle altre cassette. Erano tutte con la stessa inquadratura. Maria doveva aver sistemato la telecamera sopra l’armadio dove difficilmente si poteva vedere in quanto avevamo da sempre sopra alcuni pacchi. Già però dalla seconda cassetta sia io che Antonio avevamo iniziato a provare una certa eccitazione. Il rivivere certi momenti, tra le altre cose divenuti molti rari, ci faceva venire una voglia di sesso notevole e inoltre sapere che nostra figlia ci spiava ci procurava una grande eccitazione. Ci spogliammo e iniziammo lentamente a masturbarci mentre le immagini scorrevano. Ad un certo punto si ad orgia finita e dopo che tutti ci eravamo alzati la ripresa s’interrompe per far posto ad un’altra scena. Capimmo subito che la telecamera era posta a terra nel bagno ma la cosa ci sembrò strana in quanto chiunque l’avrebbe tranquillamente vista. Antonio fece avanzare il nastro fino a che comparvero dei piedi. Si vide che la telecamera fu presa per essere messa su qualcosa di più alto per inquadrare in primo piano il bidet. Dopo qualche attimo fece la sua comparsa nell’inquadratura Maria vestita solo con un paio di slip. Istintivamente fermammo il video rimanendo senza parole. Fu però in quel momento che sentii dalla mia fessa colare una quantità incredibile di umori provocati proprio dalla vista di mia figlia nuda. Si, era proprio così: mia figlia mi aveva eccitato e anche tanto. Mi voltai allora verso Antonio quasi per confessargli il mio peccato, ma vidi che anche lui era enormemente eccitato e non solo dallo sguardo ma principalmente dalle dimensioni del suo cazzo. Era enorme come mai lo avevo visto. Ci guardammo negli occhi e con tacito consenso decidemmo di continuare la visione.- Accidenti, con me ha sempre fatto la santarellina mentre invece si dilettava a spiare i genitori.- E ti assicuro che non si è limitata a spiarci.- Dai, racconta. – Maria si sedette sul bidet a cosce larghe e iniziando a toccarsi s’infilò gli slip nella fessa. Dopo averli inzuppati per bene dei suoi umori se li tolse per portarseli al volto per annusarli e leccarli. Poi con una naturalezza assoluta prese a pisciare nel bidet che evidentemente doveva essere tappato, perché dopo aver pisciato per un bel po’, con la mano prese il suo stesso piscio iniziando a strofinarselo per bene sulla fica e sul tutto il resto del corpo soffermandosi particolarmente sulle zizze. Ormai io e Antonio ci stavamo masturbando come due ossessi seguendo lo stesso ritmo di Maria. Non so se fu un caso o un segno del destino, ma nel momento in cui vedemmo e sentimmo Maria raggiungere l’orgasmo ce ne venimmo anche noi in modo quasi animalesco.- Bene, bene, bene. Hai capito la piccola? Allora quand’era ragazza se la spassava? E a me non ha mai detto nulla.- E il motivo c’è.- Cosa vuoi dire.- Voglio dire che se non ti ha mai detto nulla è perché non sapeva tu cosa avresti pensato.- Che significa questo? Certo non è da tutti filmare i propri genitori mentre chiavano con altri, ma non è che mi doveva dare proprio i dettagli. Bastava che mi dicesse che il sesso le è sempre piaciuto. – Ma non era quella la cosa più importante.- Ho capito. C’è qualcosa di ancora più grosso. Dai, racconta tutto.- Finita la visione di quella cassetta io e Antonio ci mettemmo a chiavare sul letto di nostra figlia. Mentre mi faceva il culo gli chiesi se gli avesse fatto piacere se al posto mio ci fosse stata Maria. La risposta me la diede un grugnito accompagnato dall’inondazione da parte del suo sperma del mio culo. Me lo sfilò ancora grondante di sborra porgendomelo in bocca. Questa volta fu lui a chiedermi se mi avesse fatto piacere di leccare la fessa di mia figlia invece che succhiare il suo cazzo. Ricordo che nell’annuire con la testa provai come un pugno allo stomaco seguito da un violentissimo orgasmo che mi rovesciò a terra tremante quasi come se avessi avuto una crisi epilettica. Nei giorni che seguirono discutemmo più volte dell’accaduto, ma in qualsiasi modo ne parlavamo, rimaneva sempre ben evidente il fatto che ci eccitavamo pensando a lei. Alla fine giungemmo alla conclusione che in un modo o in un altro avremmo cercato di coinvolgerla nei nostri giochi.. Finalmente Maria tornò dal viaggio. Era entusiasta dell’esperienza vissuta. Ci raccontò che lei e altri tre compagne avevano fatto amicizia con una cameriera dell’albergo e che avevano avuto il permesso di girare per Parigi insieme a lei. La sera a tavola ci raccontò un mare di cose, tra cui anche il fatto che erano entrate in un porno shop. Io feci finta di essere scandalizzata ma lei per tutta risposta mi disse che era convinta che anche io ci fossi entrata. Ebbi un attimo d’imbarazzo e cambiai subito discorso. Dopo cena Maria andò subito a letto e altrettanto facemmo noi, ma non certo per dormire. Chiavammo da matti ripetendoci in continuazione che sarebbe stato bello farlo con nostra figlia. Ad un certo punto Antonio iniziò addirittura a fare apprezzamenti sul suo corpo, sul suo bel culo e la sua bella pucchiacca pelosa. Dopo aver avuto diversi orgasmi ci alzammo per andare nel bagno passando davanti alla stanza di nostra figlia. Ci fermammo e aprimmo leggermente la porta. Lei era stesa sul letto completamente nuda e pancia all’aria. Il suo triangolo pelosissimo spiccava sul suo corpo candido. Era la prima volta che la vedevamo nuda escludendo quando era piccola. Rimanemmo lì per qualche istante ad osservarla ritrovandoci entrambi di nuovo eccitati. Dissi sottovoce ad Antonio che volendo la fessa della figlia era lì a disposizione per farsi infilare dal suo cazzo. Senza rifletterci entrammo nella stanza avvicinandoci al letto di nostra figlia. Aveva un corpo stupendo. Mi abbassai con il volto fin quasi a toccarle la fica per sentire il suo profumo. Aveva un odore forte. Stetti lì ad annusarla per diverso tempo. Antonio nel frattempo aveva preso a masturbarsi e per poco non le arrivava addosso se non fossi corsa ai ripari prendendoglielo in bocca. Fare un pompino a mio marito davanti a nostra figlia, seppur addormentata, fu magnifico, ma il risucchio che facevo era talmente forte che avemmo paura di svegliarla. L’indomani mattina per fortuna era domenica.- Che porci che siete. Ma continua pure, la cosa mi piace. – Io e Antonio stavamo facendo colazione quando Maria entrò in cucina. Aveva l’aria assonnata e camminava ancora con gli occhi socchiusi. Aveva addosso un cortissimo baby doll di tulle completamente trasparente. Era un capo che le avevamo regalato per gioco al suo compleanno un mese prima e che lei aveva indossato solo quella volta per stare allo scherzo, ma comunque aveva slip e reggiseno, mentre invece questa volta non aveva nulla. Le tette che stavano ben su sorreggevano il baby doll che sembrava rimanere appeso ai capezzoli di Maria che erano belli grossi e ritti e ogni movimento che lei faceva la stoffa svolazzava scoprendo, se mai ce ne fosse stato bisogno, il pelo della sua fica. Senza alcuna convinzione le chiesi se le sembrava proprio il caso di girare davanti a suo padre quasi nuda, ma la sua risposta fu fulminante in quanto mi fece notare che il mio indossare una semplice canottierona vecchia era certamente molto più indecente e che avrei fatto meglio a togliermela. Le dissi che sotto non avevo solo gli slip e lei giustamente di rimando disse: – non avrai mica vergogna di papà? O hai paura che possa eccitarsi? – mi girai verso Antonio che con un cenno della testa mi fece capire che non aveva tutti i torti. Io aggiunsi: – va bene, me la tolgo, ma in quanto a tuo padre credo che eccitato già lo sia. – Maria rise di gusto e chiese cosa mai lo avesse potuto eccitare. Fu allora Antonio a prendere l’iniziativa: si alzò e avvicinandosi alla figlia si sfilò i pantaloncini che indossava. Aveva il cazzo mostruosamente grosso e duro come non lo avevo quasi mai visto. Maria rimase per un attimo sbalordita dalle dimensioni del cazzo del padre, poi riprendendosi mi guardò negli occhi quasi come per chiedermi il permesso ma senza aspettare oltre si tolse il baby doll e s’inginocchiò davanti al padre rimanendo estasiata. Allora anch’io mi spogliai completamente e raggiunsi mia figlia inginocchiandomi di fianco a lei. I nostri volti erano in fiamme. Le diedi un bacio leggero sulle labbra e lei mi rispose facendo altrettanto, poi come nel seguire un copione, presi con una mano il cazzo di mio marito e con l’altra da dietro la nuca gli avvicinai la bocca di Maria. Vedere mia figlia fare un pompino al padre era una cosa bellissima. Mi unii anch’io e come due buone amiche ci alternavamo a succhiare quel palo di carne. In poco tempo Antonio ci schizzò in faccia un’infinità di sperma. Alla vista del volto di mia figlia imbrattato dalla sborra del padre non capii più nulla e mi precipitai a leccarla tutta invitando mio marito a fare altrettanto. Le nostre lingue roteavano tra di loro scambiandosi sperma e saliva. Poi reclamai anch’io la mia parte e stesa mia figlia a terra le fui sopra tuffandomi a leccarle la fessa e ordinandole di fare altrettanto con me. Maria non se lo fece neanche finire di dire perché iniziò a succhiarmi la pucchiacca come un ossessa, tanto che dopo solo pochi istanti riversai nella sua bocca il risultato del mio orgasmo. Ma lei imperterrita continuò a leccarmi facendomi arrivare nel giro di pochi secondi altre due volte. Ebbi la forza di ricambiare il favore una sola volta per poi crollarle addosso tremante e sfinita.

