Il culo di zia Betty Mia zia, Betty, venne a stare con me e mia moglie subito dopo un divorzio veramente tribolato e burrascoso, uno storia che la portò sull’orlo di un esaurimento. Il suo corpo, che consideravo sempre molto attraente, stuzzicava moltissimo la mia sempre fervida fantasia sessuale. Non potevo resistere all’idea di spiarla mentre si cambiava. Avevo sempre desiderato farlo. Avevo sempre desiderato, fin dove arrivava la memoria, vedere come erano le sue tette. Averla ora in casa era un pensiero che presto divenne prima un tarlo, poi una persecuzione. Finché un giorno, non senza un lievissimo senso di colpa, mi nascosi nell’armadio della sua stanza. La sola attesa già mi eccitava e sentii chiaramente l’erezione salire non appena mia zia apparve, uscita dal bagno, indossando solo un asciugamano intorno alla vita. Mi abbassai gli slip e mi strinsi le palle in una mano mentre con l’altra presi a massaggiarmi l’uccello. Iniziò ad asciugarsi per bene e poi lo show: zia Betty appoggiò delicatamente i piedino destro sul letto e iniziò ad infilarsi la calza, cambio piede e la seconda calza, poi si infila un corpetto rosso e nero e aggancia le calze al reggicalze… fu una visione paradisiaca che da ragazzo avevo sempre immaginato. Se mia moglie mi avesse visto in quel momento probabilmente per prima cosa mi avrebbe buttato immediatamente fuori casa. Raggiunsi quasi l’orgasmo mentre mia zia si vestiva. Le sue tette erano prosperose e i peli della sua fica color castani erano dello stesso colore dei suoi capelli. Il suo corpo era perfetto, niente pancia ed un culo tondo e sodo. Si guardò in torno nella stanza come per cercare qualcosa. Poi, prima ancora che io avessi il tempo di nascondermi meglio dietro qualche vestito prese la direzione dell’armadio ed aprì le ante che avevo lasciate socchiuse. Trovandomi nascosto nell’armadio, con l’uccello di fuori, rimase a bocca aperta, con gli occhi di fuori, portandosi immediatamente una mano davanti la bocca. Avvertii il suo respiro mozzato e tentai di tirarmi su gli slip. Non urlò, e mentre allontanava la mano dalla bocca vidi i suoi occhi blu abbassarsi ed andare a posarsi sulla mia mano ancora serrata intorno al mio uccello, che non cessava di pulsare forte. Pensai che la successiva mossa sarebbe stato un tentativo di coprirsi, ma non lo fece. Rimase lì a fissarmi ed accennò anzi ad un sorriso mentre assisteva ai miei tentativi impacciati di tirarmi su gli slip, anche perché l’uccello non sembrava voler tornare sottocoperta. – Bene, cosa abbiamo qui? – disse infine, dopo qualche istante che sembrò un’eternità. – Ti piace quello che vedi, eh? – Mi scrutò dalla testa ai piedi. – E così la piccola mogliettina non si prende abbastanza cura di te, eh? Oppure ti piacciono semplicemente queste mie vecchie tette? Si portò le mani a coppa sulle tette e, tenendosele strette, si passò i pollici sui capezzoli dritti. Abbassai il capo: – Scusami, non glielo dirai, vero? Lei si prende cura di me, zia Betty, veramente, ma vedi, è che tu sei così…, così bella, ecco tutto. – Cercai ancora di alzarmi gli slip ma lei allungò una mano ed afferrò la mia. – Dirglielo? – mi chiese. – Perché mai dovrei dirle se qualche bel ragazzo mi vuole guardare? – Cessai i miei tentativi, per altro non riusciti, di tirarmi su gli slip. Lei era ancora lì in piedi, sorridente, con lo sguardo puntato al mio uccello impavidamente eretto. – Non sei dispiaciuta? – – Mi piace l’idea. Non pensavo che provassi questo. – disse prendendo la mia mano e portandosela sul petto. I suoi capezzoli erano duri e rosso scuro. Delicatamente feci muovere i miei pollici sui suoi capezzoli. – Uhuuu – mi scappò di bocca. Potevo sentire chiaramente il suo cuore batterle in petto. Fece involontariamente un sospiro più profondo ed il suo petto si gonfiò mostrando un’imponente massa. Le sue tette erano fredde, probabilmente per essere rimaste lì fuori dopo la doccia. Portai anche l’altra mano sul petto di mia zia ed agguantai l’altra tetta. Sode e tonde, avevano una forma perfetta. Non sapevo cosa fare. Ero lì fermo con il mio uccello di fuori all’aria. – Hai bisogno di toglierti quegli slip – disse. Portando le mani avanti infilò i pollici nell’elastico e li tirò giù fino alla caviglia fermandosi quando il mento toccò la mia cappella. Boccheggiai. – Ah, ti piace, eh? – mi chiese. Prese con una mano il mio uccello alla base e lo guidò nella sua bocca. Immediatamente la cappella fu inghiottita dalle calde e umide labbra della sorella di mia madre. Io rimasi lì, estasiato nel sentire la sua bocca intorno al mio uccello, che lentamente spariva tra quelle labbra. Lo prese fino in fondo, fino a farmi sentire la sua gola con la cappella. Potevo vedere le sue labbra che quasi toccavano le mie palle. – Oh, zia Betty – mormorai. Con un movimento lento del bacino sfilai lentamente l’uccello dalla sua bocca per poi riaffondarlo nuovamente. Poi tirò via la bocca dall’uccello e prendendomi per mano mi portò vicino al letto. – Sdraiati qui – mi disse. Mi sdraiai sul letto e lei mi balzò sopra. Si girò sottosopra e tutto quello che potevo vedere era la sua fica proprio sopra il mio viso. Poi, avvertii la sua bocca sulle mie palle, le prese con una mano e le soppesò. Guardai in alto e vidi le labbra della sua fica a pochi millimetri dalla mia bocca; tirai fuori la lingua ed iniziai a leccarle le grandi labbra, prima da un lato e poi dall’altro. I suoi peli contro la mia lingua mi fecero veramente andare fuori di testa. La pelle liscia e la fresca pulita sensazione che saliva dalla sua fica furono la goccia che fece trabbocare il vaso. Avvertii mia zia infilarsi tutto il cazzo in bocca solo qualche attimo prima di farmi venire tra le sue labbra. Non riuscii a trattenere un gemito di piacere. Sentii il mio cazzo contrarsi ripetutamente mentre zia Betty ingoiava tutta la sborra che riversavo nella sua calda e umida bocca. Poi con un movimento del busto spinse la sua fica giù sulla mia bocca ed io infilai la mia lingua tra le sue grandi labbra. Era calda e bagnata e la pelle era la cosa più morbida che io avessi mai sentito con la mia lingua. Il suo gusto era differente da quello di Elena, mia moglie. C’era qualcosa di fresco e pulito nella fica di mia zia. Agitai la mia lingua velocemente dentro e fuori, sentendo le sue gambe serrarsi intorno al mio viso. Sapevo che stava per venire. Vidi il suo culo proprio sopra la sua fica e tirai fuori la lingua per farla correre tra le sue gambe fino al culo. – Oh, mio Dio! – urlò, accompagnando con una contrazione e rotazione del busto. Stava venendo anche lei. Non ancora soddisfatta, si fermò, si rigirò nuovamente e posizionò la sua fica proprio sopra il mio cazzo ancora dritto. Lo sentii scivolare dentro la sua fica. In un attimo e fu avvolto nella calda e umida cavità del suo ventre. Si lasciò andare violentemente sul mio cazzo, lo sentti chiaramente arrivarle in fondo, tutto fino alle palle. – Scopami, Antonio – mi disse. – Scopami per bene e con vigore. Che cazzo, che bel cazzo duro che hai. – disse. Iniziò a torcersi e lamentarsi, facendo ogni tipo di smorfia. Divenne veramente selvaggia, urlando e dimenandosi su tutto il letto, sopra di me, inondandomi il cazzo e le palle dei suoi umori. Iniziai ad assecondare i suoi movimenti prendendo il suo ritmo, sentendo il mio cazzo sprofondare nella fica di mia zia. Si muoveva su e giù sopra di me, sempre più velocemente; le sue tette mi ballonzolavano davanti alla faccia. La afferrai per il culo la spinsi contro di me mentre inarcavo il busto tra le sue cosce. Sentii chiaramente l’orgasmo salirmi fino a perderne il controllo, stavo per venire di nuovo. – Adesso sbatti quel tuo bel cazzo nel culo di zia Betty – Voglio sentire la tua calda sborra schizzare dentro il mio culo – Continuai ad inarcarmi in su, mentre lei si lasciava andare sul mio cazzo, sbattendomi sulle cosce. Poi uno spasmo elettrico attraversò il mio corpo mentre uno schizzo di sborra innaffiava il culo caldo di mia zia. – Oh, Antonio, si – mi disse – Si! – Lei iniziò a torcersi e lamentarsi fino a raggiungere il suo orgasmo. Appena ebbe finito di fremere sotto l’effetto dell’orgasmo si sfilò il mio cazzo dal culo scivolando verso i piedi lo portò all’altezza della bocca e lo ingoiò tutto. Lo succhiò tutto ripulendolo per bene. Poi mi spinse fuori dal letto e subito si alzò anche lei. – La prossima volta che mi faccio la doccia e vuoi guardarmi mentre mi vesto, basta che me lo dici. – mi disse ammiccando. Sono una gran troia e alla mie età avere intorno un cazzo giovane come il tuo non può che farmi piacere!
Aggiungi ai Preferiti