Mi chiamo Remo, ho 30 anni e faccio il fotografo, la mia passione per la fotografia è nata molti anni fa, quando ero ancora molto giovane. Mio padre mi regalò la prima attrezzatura fotografica quando avevo solo 14 anni ed io mi ci appassionai subito e ben presto avevo trasformato la vecchia soffitta della casa in cui abitavo il un attrezzato studio fotografico.Fotografavo di tutto ed in continuazione, ma dai sedici anni in poi le ragazze divennero il mio soggetto preferito, le sceglievo, le studiavo, le fotografavo, a volte con il loro consenso, altre a loro insaputa. Ogni occasione era buona per scattare fotografie, la mia fida macchina fotografica era sempre con me, pronta a cogliere quei brevissimi attimi fuggenti che consentono di fissare poter sempre sulla pellicola fatti altrimenti irripetibili.L’ultimo anno del liceo, ero ormai famoso in tuta la scuola, non vi era avvenimento scolastico in cui non fossi chiamato in veste di fotografo, chiunque organizzasse una festa che intendeva risultasse memorabile mi invitava e molte volte riuscivo anche a racimolare qualche soldino che regolarmente spendevo per aggiornare ed ampliare la mia attrezzatura.Nella vecchia soffitta, conservavo tutte le mie fotografie, accuratamente suddivise per argomento ed organizzate in accurati dossier. Uno era segretissimo e conteneva tutte le foto che scattavo ad ogni ragazza di cui m’innamoravo, ed a quell’epoca capitava di continuo. A volte m’innamoravo di una ragazza per mesi, altre volte per pochi istanti. A volte l’innamoramento era condiviso altre, la maggior parte, nemmeno rivelato alla giovane che restava unicamente la regina dei miei sogni. Passato quello stato di speciale ispirazione mi restavano centinaia di foto a ricordarmi per sempre di lei.Francesco era uno dei miei più cari amici ai quali talvolta, per la verità molto raramente, concedevo l’onore di visionare in parte il mio personalissimi archivio. Un giorno lui mi domandò se avessi mai scattato le mie foto a Roberta, la ragazza con la quale all’epoca stava. Roberta era una ragazza bellissima di due anni più giovane di noi. Per me era stato quasi un obbligo innamorarmi di quel suo delizioso visino, non appena l’avevo vista. Un’ovale quasi perfetto, una pelle morbida e vellutata con il naso piccolo e dalla punta vezzosamente rivolta verso l’alto, solo un accenno che non rovinava assolutamente la perfezione assoluta. Gli occhi d’un verde intenso ed i capelli, castano chiaro, lunghissimi e delicatissimi completavano quel volto che aveva riempito centinaia delle mie foto.Il mio innamoramento per Roberta era stato assolutamente platonico, all’epoca non avevo nemmeno pensato ad lei come ad una ragazza, ma come ad una dea, un simbolo. Solo più tardi, quando l’infatuazione era ormai quasi totalmente spenta, il mio obiettivo si era soffermato sul suo corpo, su quei seni ancora non completamente sbocciati, ma già pieni e sodi, sulle sue gambe lunghe e perfettamente tornite, su quel delizioso sederino che lei amava fasciare in pantaloni attillatissimi che ne esaltavano le perfette curve.Malgrado io inizialmente tentassi di negare, Francesco insistette a tal punto che io cedetti mostrandogli la mia collezione segreta di foto di Roberta. Lui ne rimase entusiasta, e mi chiese di riprendere il gioco immortalando Roberta per lui. Io accettai all’inizio solo per amicizia, poi piano piano, ripresi a appassionarmi nel fotografarla anche perché Francesco fece in modo che io potessi immortalarla in pose, atteggiamenti e soprattutto abbigliamenti decisamente eccitanti.Le mie foto erano perfette, quanto di meglio io abbia mai prodotto, potevo fotografare Roberta in totale spontaneità dal momento che lei era totalmente all’oscuro dell’accordo mio e di Francesco, ma nello stesso tempo, tramite Francesco, potevo influenzarla e farle realizzare ciò che la mia fantasia d’artista mi suggeriva senza dover attendere giorni o settimane prima che lei desse spontaneamente corpo ai miei sogni.Le inquadrature si fecero sempre più spinte, e Francesco divenne sempre più eccitato, sino a quando un giorno, lui mi disse che le aveva parlato e l’aveva convinta a posare nuda per le nostre foto. All’inizio debbo confessare che l’idea non mi piacque. Non perché non desiderassi vedere quello stupendo corpo nudo davanti al mio obiettivo, quanto perché all’epoca odiavo visceralmente le foto di posa.Ma bastò che in una sola magica seduta, Roberta mi mostrasse la sua vera natura perché tutti i miei dubbi svanissero. Lei e Francesco giunsero un caldo pomeriggio di Maggio, e dal momento che la vidi con il suo delizioso ed immacolato completino da tennis, le mie mani si portarono alla macchina fotografica ed iniziarono a lavorare rapide ed efficienti, scattando foto dopo foto, cambiando rullino dopo rullino, seguendo il ritmo che Roberta imprimeva naturalmente liberandosi lentamente degli abiti.Il suo corpo si rivelò con grazia e naturalezza, sempre rilassato, sempre a suo agio. Avevo immaginato Roberta timida ed impacciata, avevo pensato di doverla istruire sul come muoversi sul come atteggiarsi, ed invece per tutto il tempo non dovetti pronunciare nemmeno una parola e l’ultima foto che scattai è ancora oggi la mia preferita.Da allora ho fotografato un’infinità di splendide modelle nelle più disparate pose e situazioni, ma nessuna delle immagini scattate raggiunge o raggiungerà mai la perfezione di quel giovane corpo appena maturato immerso nella splendida luce del pomeriggio inoltrato, mentre Roberta nuda e completamente offerta al mio obiettivo, iniziava dolcemente a masturbarsi eccitata.Quella visione non impressionò in modo indelebile solo la pellicola fotografica, ma anche la mia mente ed io ne rimasi assolutamente sconvolto. A tal punto che quando pochi giorni dopo, Francesco mi disse che Roberta aveva tanto apprezzato la mia opera da voler proseguire il gioco facendosi immortalare mentre faceva all’amore con lui, rifiutai energicamente e tra di noi scoppiò la più furibonda lite che io ricordi.Per settimane non ci parlammo, poi Francesco fece di tutto perché superassimo quella situazione e continuò ad insistere velatamente e diplomaticamente per settimane sino a che io non cedetti ed accettai. Francesco, aveva da poco preso la patente, ed un assolato pomeriggio di Giugno salimmo tutti e tre sulla sua macchina e ci recammo in aperta campagna in un tratto del fiume molto solitario. Mentre io preparavo l’attrezzatura fotografica, Francesco e Roberta si spogliavano rimanendo in costume e fecero un bagno giocando e ridendo eccitati.Io iniziai a scattare mentre ancora erano in acqua, poi uscirono mano nella mano ed andarono a stendersi sui teli da spiaggia che avevano portato. Stesi l’uno a fianco dell’altra, si baciarono, le mani di lui liberarono i bei seni di Roberta dall’ormai fastidioso abbraccio del reggipetto ed i grossi e rosei capezzoli colmarono il mio obiettivo. Roberta si sfilò da sola le mutandine del costume offrendomi lo splendore delle sue rosee e tonde chiappe, poi la sua mano scese ad abbassare gli slip di Francesco e s’impossessò del cazzo turgido ed eccitato accarezzandolo dolcemente.Ben presto venne il momento in cui sulla pellicola iniziarono ad imprimersi le incredibili immagini delle sue deliziose labbra che scendevano lungo il corpo di Francesco, raggiungevano il membro, lo ricoprivano di baci. Non era più Roberta, o almeno non era la Roberta che conoscevo. Nemmeno nelle mie più frenate fantasie avevo immaginato che lei potesse comportarsi così.Ed invece l’angelica Roberta dava prova di sapere molto bene che cosa fosse il sesso, la sua piccola lingua lavorava instancabile sul cazzo di Francesco percorrendolo in continuazione dal glande sino allo scroto. Le morbide labbra avvolgevano il membro guidandolo esperte ad affondare nella giovane bocca sempre più profondamente oltre ogni ragionevole limite. Il suo corpo danzava armonioso spostandosi in continuazione per consentirle di dare libero sfogo alla sua fantasia.Io scattavo in continuazione, ipnotizzato ed eccitato, la vidi salire su Francesco ed abbassare i fianchi con energia affondandosi il membro nel ventre, la vidi danzare scatenarsi godere. Lei venne urlando, poi si accasciò su Francesco che la rovesciò sotto di se scopandola con furia sino a godere estraendo il cazzo dal suo caldo ventre e ricoprendone il morbido ventre di bianche e viscose gocce di sperma. Nei mesi successivi affinammo la nostra tecnica, io imparai a vincere la mia eccitazione, ed a svolgere il mio lavoro con professionalità scegliendo accuratamente gli scatti, a valorizzare con le opportune inquadrature la meraviglia del corpo di Roberta in amore. Loro impararono a muoversi in modo da non ostacolare il mio lavoro e la qualità dei nostri prodotti crebbe in continuazione.Incominciammo a comprare riviste pornografiche, ad analizzarle ed a studiarle e Roberta lavorava con noi eccitata e maliziosa, deliziosamente puttana. Nulla era troppo per lei ed imparò ad usare tutto il suo corpo per dare piacere. Mille e mille volte la sua bocca ed il suo volto vennero riempiti dallo sperma di Francesco, i suoi seni pieni e sodi gli regalarono spagnole indimenticabili. Sacrificò con gioia la sua verginità anale sull’altare del piacere facendosi immortalare da me mentre danzava armoniosa sul cazzo di lui che la sodomizzava.Un pomeriggio Roberta e Francesco arrivarono nella vecchia mansarda per programmare come al solito le nostre future azioni. Francesco si mise a sfogliare una nuova rivista dalla quale trarre spunto, mentre Roberta riguardava le foto dell’ultimo servizio, “Sei sempre eccezionale Remo, non riesco a capire come tu possa farlo” mi disse “Come fai a non perdere la testa mentre io e Francesco scopiamo davanti al tuo obiettivo ?” mi domandò.Io cercai di nascondere l’imbarazzo e risposi evasivamente “E` solo una questione di professionalità”, ma lei m’incalzò, sentii il suo corpo sfiorare delicatamente il mio “Dimmi, almeno mi trovi eccitante ?” mi domandò “Certo, non essere sciocca, tu sei bellissima” risposi io con voce un poco rotta dall’emozione “Allora forse mentre mi fotografi mentre scopo con Francesco, vorresti essere al suo posto” continuò lei con voce maliziosa.La sua mano all’improvviso si appoggiò ai miei pantaloni cercando il membro e trovandolo per poi accarezzarlo lentamente mi trovò già eccitato. “Non mentivi, mi trovi eccitante, chissà, forse ti piacerebbe se adesso te lo succhiassi” mi sussurrò avvicinando il suo volto al mio. Non mi diede modo di risponderle. Il suo corpo scivolò lungo il mio mentre lei si accovacciava davanti a me, ed io percepii nettamente i suoi capezzoli già duri ed eccitati.Le sue mani abili e veloci presero i a slacciarmi i pantaloni mentre io smarrito gettavo uno sguardo disperato verso Francesco sperando che fosse ancora intento a leggere la rivista. Ma lui si era interrotto ed osservava la scena sorridendomi furbescamente. Non potei trattenere un gemito mentre le morbide labbra di Roberta mi circondavano il glande e la sua lingua iniziava a giocare abilmente come le avevo visto fare tante volte.Francesco a quel punto si alzò e ci raggiunse “Per una volta Remo dovrai lasciare stare la tua macchina fotografica e mi dovrai aiutare, Roberta ha avuto una nuova fantasia, scopare con due maschi contemporaneamente” mi disse mentre a sua volta si slacciava i pantaloni estraendone il cazzo già eccitato.Rimanemmo a lungo in piedi di fronte a lei che si alternava nel leccare succhiare e masturbare i nostri membri, poi ci trovammo a terra e mentre io leccavo avidamente la sua deliziosa rosea e quasi completamente imberbe vagina, Francesco salitole a cavallo la chiavava freneticamente tra i seni polposi.Non dimenticherò mai il dolce sapore della fichetta di Roberta, non che non l’avessi già fatto, ma lei era speciale, tenera profumata, e tanto calda, gli umori le colavano abbondanti imbrattandomi il viso mentre lei si contraeva ad ogni mio tocco. Incapace di resistere smisi di leccarla e le affondai il cazzo nel ventre. Scivolai in lei facilmente trovandola deliziosamente stretta, ma calda ed accogliente. Roberta gemette in preda ad un’orgasmo quasi immediato e Francesco affondò subito il cazzo nella sua gola iniziando a chiavarla in bocca, poi si spostò in modo da consentirmi di vedere perfettamente Roberta intenta a spompinarlo mentre io la chiavavo facendo sobbalzare le sue elastiche tette. Ci alternammo nel chiavarla e nel farci spompinare e lei venne piùvolte.La stavo nuovamente scopare quando lei per qualche istante lasciò il palo che le ostruiva la bocca e mi fissò con aria stravolta dal piacere e m’implorò “Ti voglio sentire nel culo. Inculami ti prego” , io mi diedi subito da fare eccitatissimo e le feci muovere il bacino, le sollevai le cosce in modo da avere libero accesso al suo delizioso forellino anale, mentre lei riprendeva a succhiare Francesco con foga. Il mio membro ben umettato dai suoi abbondanti umori scivolò tra le sode natiche e si appoggiò allo sfintere che prese a contrarsi ansioso. Le prime spinte s’infransero contro gli elastici muscoli, poi incitato da Francesco spinsi con decisione e la sentii aprirsi davanti al mio glande che lentamente la dilatò sino a superare la stretta soglia ed affondare profondamente in lei.Roberta emise un lungo gemito a bocca spalancata che si ripetè ad ogni affondo sino a che ai suoi gemiti non fece eco il ritmico sbattere del mio pube contro le sue sode natiche. Francesco la fissava e le accarezzava le belle tette e Roberta venne nuovamente, lui rapido si spostò e ci fece ruotare in modo che io mi venissi a trovare subito dietro Roberta e lui avesse libero accesso alla sua fichetta.Così quel pomeriggio Roberta per la prima volta ricevette contemporaneamente due maschi nel suo corpo. Io le stantufavo nel culo mentre Francesco la scopava, adattando il suo ritmo al mio. I nostri due cazzi si muovevano all’unisono in lei separati da pochi millimetri. Ormai Roberta dopo l’ennesimo orgasmo, si era abbandonata inerme tra le nostre braccia. Io vidi Francesco staccarsi da lei e portarsi a sborrarle copiosamente in bocca e sul viso e lei bere golosamente il bianco e caldo liquido per poi ripulire il cazzo di Francesco con la tumida lingua.A quella vista, incapace di controllarmi anch’io esplosi allagandole il culo con copiosi getti di sperma che le riempirono l’intestino, quando sfilai il cazzo che andava ammosciandosi lo sfintere lentamente si contrasse ed espulse una grossa goccia di sperma e davanti ai miei occhi trasognati, Roberta allungò la mano e con le dita la raccolse portandosela alle labbra per gustarne perversamente il sapore.
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