Stefano era un ragazzo di 19 anni cresciuto col mito dei film erotici anni ’70, e dopo anni di ricerca in vecchie videoteche (“certi capolavori mica li trovate da Blockbuster” ripeteva ai suoi amici) e tra collezionisti rintracciati via Internet aveva messo su un archivio di tutto rispetto. I suoi film preferiti erano quelli in cui una donna matura si divertiva a sedurre giovani adolescenti: maestre, babysitter, le secondine del riformatorio erano i soggetti più frequenti delle sue fantasie (e di intense masturbazioni), ma a dargli il godimento più grande erano le situazioni incestuose in cui zie, o ancora meglio madri, provocanti facevano impazzire i rispettivi nipoti/figli. Se dapprima Stefano considerava tutto ciò come semplici fantasie da ragazzi, dovette ricredersi quando si accorse che quasi inconsciamente non perdeva occasione di ammirare le forme di sue madre; già… sua madre… Paola: divorziata, 45 anni, alta 1 metro e 70 circa capelli rossi lunghi alle spalle, dotata di un bel paio di tette vivaci e di un culo così bello che chiunque lo vedesse non poteva far altro che desiderarlo. Ovviamente Paola ignorava la passione cinematografica del figlio, perciò potete comprendere la sua meraviglia quando una mattina, entrata nella sua stanza a riporre nell’armadio i vestiti invernali, trovo in alcune scatole la collezione di Stefano. D’istinto richiuse subito l’armadio, ma appena un attimo dopo, il virus della curiosità mandò in crisi il sistema immunitario della sua morale e del suo pudore, quindi iniziò a visionare un vhs: era una commedia incestuosa, in cui una madre premurosa faceva scoprire le gioie del sesso al suo dolce figliolo. Non era finito il primo tempo che Paola aveva le mutandine inzuppate di goduria, così si sdraiò sul letto del suo Ste e si fece un ditalino davvero furioso. Ore 13.30 Stefano era appena tornato da scuola e Paola non poté fare a meno di guardarlo sotto una luce diversa, non era più soltanto il suo bambino, era diventato il bel ragazzo oggetto dei suoi pensieri piccanti…..ormai non riusciva a trattenere la sua eccitazione mentre osservava come i jeans stretti mettevano in risalto il suo potente membro, e fu proprio in quell’ istante che avvenne la sua trasformazione da brava mammina a madre erotica decisa a far perdere la ragione al suo adorato Stefano. Per condurre un così complicato gioco di seduzione occorre non soltanto tempo e cautela nonché un’elevata fantasia, ma perché il gioco riesca davvero è essenziale una buona dose di ironia : così la nostra Paola iniziò la sua partita con piccoli accorgimenti nell’ abbigliamento, portando calze e reggicalze, biancheria di pizzo, taieur sobri ma capaci di evidenziare le sue forme conferendole una maggiore carica erotica. Stefano da parte sua, sebbene acuto osservatore sempre attento ai dettagli, non sospettò neanche lontanamente di essere l’oggetto delle macchinazioni materne, anzi pensò che il nuovo look le servisse per attirare l’attenzione del suo capoufficio, cosa che lo faceva eccitare come non mai. Si trovava così ad alzarsi alla mattina presto per spiare di nascosto la vestizione della mamma e poterla vedere nuda. Paola, naturalmente sapeva, e quindi con estrema malizia si vestiva mediante gesti sempre più erotici, talvolta strofinandosi un collant sulla figa, coperta da una leggera peluria rossa, altre volte infilandosi parte delle mutandine tra le grandi labbra e lasciandole così tutto il tempo. Fu così che sempre più spesso uscendo dalla sua camera, Paola notò tracce di sperma sul pavimento, segno che Stefano aveva gradito lo spettacolo e che era quindi ora di passare alla fase successiva : gli atteggiamenti. A questo punto il gioco si faceva interessante : Paola iniziò creare situazioni sempre più eccitanti, come ad esempio far sparire la chiave del bagno, di modo che potesse sorprendere Stefano nudo sotto la doccia magari mentre si stava masturbando, ma anche allo stesso tempo farsi sorprendere lei stessa sdraiata nella vasca a gambe aperte col tubetto dello shampoo infilato nella sua figa calda. Ancora la cara mammina si divertiva a girare per casa con un corto accappatoio di modo che ad ogni minimo movimento saltasse fuori una tetta o parte del suo straordinario culetto. Stefano era sempre più eccitato ormai il suo cazzo non aveva pace, era sempre in piedi a richiedere attenzioni e i continui ammiccamenti di sua madre peggioravano la situazione rendendola insostenibile. Tuttavia il “peggio” doveva ancora arrivare, fu così, infatti, che una domenica Paola chiese al figlio di accompagnarla al mercato organizzato per la festa del santo patrono della città : prendere l’auto era fuori discussione, così dovettero imbarcarsi su un affollatissimo bus dove tutti i passeggeri maschi, ma anche qualche ragazza, cercavano ogni scusa per strofinarsi sul dolce sedere di Paola sotto gli occhi attoniti di Ste, che ormai non poteva più trattenere la sua erezione che quasi gli usciva dai pantaloni. Cercò di distrarsi volgendo lo sguardo fuori dal finestrino, ma fu tutto inutile perché sua madre aveva letteralmente appoggiato il culo sul suo cazzo eretto, e a causa dei sobbalzi del mezzo glielo stava praticamente strofinando in mezzo alle chiappe, e per un attimo gli sembrò di udire la madre gemere… Arrivati a destinazione fecero un rapido giro tra le bancarelle quindi decisero di fermarsi in uno stand a mangiare una crepes. Nel momento in cui si sedettero l’uno di fronte all’altra Paola decise di passare alla fase finale del suo piano: scoparsi Stefano! Finse di farsi cadere il tovagliolo sotto al tavolo e chiese al figliolo di raccoglierlo, quindi una volta che Ste era sotto al tavolo spalancò le gambe mostrandogli la sua figa aperta senza mutandine. Stefano, a quella vista paradisiaca stava per svenire, quindi risalì velocemente con lo sguardo basito. “C’è qualcosa che non va, caro?” gli chiese la madre che contemporaneamente si era sfilata una scarpa ed aveva appoggiato un piede sul cavallo di Ste, il quale deglutì rumorosamente e fece no con la testa, non riusciva più a parlare ; Paola, invece, continuava a mangiare e a discutere del più e del meno senza smettere di palpare col piede il cazzo del figlio come se nulla fosse. E alla stessa maniera si alzò dal tavolo e disse che era ora di tornare a casa. Una volta casa, Paola notò che il figlio era ancora stravolto e teso come una corda di violino così lo invitò a stendersi sul letto dicendogli che gli avrebbe fatto un massaggio anti-stress. Fece sdraiare Ste pancia sotto e gli consigliò di tenere gli occhi chiusi per riposare meglio, lei intanto era rimasta in babydoll e autoreggenti neri trasparenti e si mise a cavalcioni del figlio: iniziò a massaggiarlo partendo dalle spalle, e dopo aver lavorato con le mani si chinò schiacciando il seno prosperoso sulla giovane schiena quindi arretrò e tolti i jeans e i boxer prese a palpargli i glutei e finì leccandogli il buco del culo. Al contatto della lingua di sua madre, Stefano si girò di scatto e la vide bellissima nel suo succinto indumento. Fu un attimo e le lingue iniziarono a tormentarsi a vicenda senza tregua, fino a quando Stefano cominciò a leccarle le tette e a mordicchiarle i capezzoli, Paola urlava sempre di più il suo godimento, in preda all’eccitazione afferrò la testa del giovane amante e la ficcò in mezzo alle sue gambe che colavano di desiderio. Ste non si tirò indietro di certo e penetrò quella dolce figa con la lingua sempre più in profondità mentre la stretta di sua mamma aumentava sempre di più, fino a quando Ste non le mise un dito nella rosellina posteriore e lei venne impetuosamente inondando di umori la bocca del figlio. “Sei davvero fantastico porcellino della mamma ” disse Paola “ora tocca a me farti godere” e così parlando gli prese in mano il cazzo ed iniziò a segarlo dolcemente : era lungo 20 cm circa ed era lucido per l’eccitazione, “un bocconcino davvero invitante” pensò la madre vogliosa e senza perdere tempo prezioso se lo ingoiò tutto fino alle palle. Lo fecce scorrere per tutta la sua lunghezza nella sua bocca quindi volle assaggiare i testicoli gonfi di sperma. Era al limite, lo voleva dentro : si mise alla pecorina e si fece penetrare con forza. Ste sentiva il calore della figa che gli avvolgeva il cazzo e spingeva sempre più affondo e con forza sempre più grande. Paola venne urlando e orami anche il suo toro da monta era quasi arrivato, così decise di estrarre il cazzo dalla figa per farlo scorrere tra le sue tette. Strinse col suo seno più che poté il membro di Ste e quest’ ultimo prese a fotterla nuovamente fino quando esplose come un vulcano ricoprendo di caldissimo sperma bianco il volto e il seno di sua madre la quale gli ripulì l’uccello con la lingua e quindi ancora sporca di sborra baciò il figlio con passione. “Sei stata grande mà!” disse Stefano “Merito tuo, caro…” rispose la madre con un sorriso estasiato “…e della tua passione per il cinema d’autore!!!”
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