Anche quest’anno, come tutti gli anni la mia famiglia inaugura la stagione estiva con una gita.Quando parlo della mia famiglia intendo io che mi chiamo Luca ed ho 32 anni, mia moglie Laura che ha 28 anni, mia figlia che ha poco più di un anno, mia madre Chiara, splendida 51 enne, mio padre Antonio, alla soglia dei 60 anni, mia sorella Marcella che ha 37 anni e a volte suo marito Giovanni che ha 42 anni. Di lui dico a volte perché per lavoro è spesso fuori e quindi capita che manchi in queste gite che ormai sono una tradizione di famiglia. Ovviamente lo scopo è quello di riuscire, ogni tanto, a stare tutti insieme visto che altrimenti la vita frenetica di tutti i giorni porterebbe a vederci poco ed in fretta. È qualcosa che abbiamo deciso con gioia tutti insieme su iniziativa di mia madre. Dura da oltre dieci anni e devo ammettere che ormai nessuno di noi, tranne Giovanni, riuscirebbe a farne a meno. Durante la stagione estiva, di queste gite ne facciamo circa una al mese, a volte al mare altre in montagna.Questa di cui vi sto parlando la facciamo sabato prossimo e parteciperemo tutti con entusiasmo. Il tempo è splendido e dovrebbe restare così per tutta la settimana.Luogo prescelto è una zona collinare fuori Arezzo, città dove viviamo.Il venerdì sera telefono ai miei i quali sono tutti eccitati ed intenti a fare i preparativi. A mio padre infatti da sempre spetta l’organizzazione, come ad esempio coperte da mettere per terra, ombrelloni ecc. mentre mia madre ha sempre voluto preparare la pappatoria per tutti.Ovviamente a noi figli che durante la settimana non abbiamo un minuto libero va bene così ma una telefonata il giorno prima la facciamo sempre nell’eventualità servisse qualcosa.Poi, visto che ero in zona, sono passato di persona da mia sorella per sapere se anche lei era pronta per la scampagnata del giorno dopo. “Ciao Luca, vieni entra. Non ci crederai ma quasi mi aspettavo una tua visita…è per la gita o sbaglio? Ultimamente mi vieni a trovare solo quando c’è bisogno di qualcosa. Mai per una visita di piacere a tua sorella. O ti sei dimenticato che sono tua sorella? Quante volte ti ho detto di venirmi a fare un po’ di compagnia? Comunque è tutto a posto anche se come al solito sarò da sola mentre voi sarete a coppie”. “Ma Marcella” faccio io di rimando “non siamo mica degli sconosciuti! Stai andando con tuo fratello, tua madre e tuo padre…cosa c’entra questa storia delle coppie!”. Lei mi guarda un attimo pensierosa poi fa: “Si, è vero, scusa. Voi siete la mia famiglia…. è che questo problema inizio ad averlo continuamente anche nei rapporti con amici e vicinato. Praticamente partecipo da sola al 70 per cento degli incontri. Sempre a chiedere scusa per l’assenza di Giovanni o a farmi pippe mentali per il fatto che intorno a me vedo coppie sorridenti che riescono ad avere una vita sociale normale mentre per me va sempre peggio. La cosa francamente inizia a darmi fastidio e già un paio di volte con mio marito abbiamo avuto di che discuterne. Lui si giustifica dicendo che grazie a queste sue continue assenze posso fare la vita da signora senza avere preoccupazioni di nessun tipo….invece…”. Non termina la frase.Resto un attimo disorientato. Avevo sempre pensato che tra loro andasse tutto bene e che mia sorella non avesse problemi a restare spesso sola visto che è sempre stata un tipo molto indipendente. “Che c’è?” gli chiedo, “con l’età stai diventando più bisognosa della tua dolce metà? Non sei più la sorellona autonoma in tutto che ho sempre conosciuto?” Gli faccio queste domande in tono canzonatorio per provocarla, come eravamo abituati a fare da sempre tra fratello e sorella; più in tono goliardico e complice che altro. Mentre parliamo io sono seduto sul divano mentre lei, di fronte a me, è china sul tavolinetto intenta a preparare due tazze di the con dolcetti secchi. Mia sorella, a differenza di mia madre ha un fisico esile combinato però con una tonicità da fare invidia ad una ragazzina. Questo perché lo ha sempre curato molto ed a ciò ha unito una buona dose di attività fisica, per lo meno fino al giorno in cui si è sposata. Da quel giorno è passato qualche anno ma i risultati acquisiti nel tempo ancora sono ben evidenti. Le gambe che ricordo scolpite ora hanno i lineamenti ammorbiditi e ciò secondo me gli dona in femminilità. Il sedere, che confesso mi è sempre piaciuto, ha preso quel po’ di carne che lo rende ancora più desiderabile. Il ventre invece è rimasto piatto come una volta e su di esso poggiano due masse che ho sempre ritenuto il suo punto di forza. Sto ovviamente parlando delle sue poppe che sono l’unica cosa che ha in comune con nostra madre. Una bella quinta con cui da bambino, quando eravamo soli, mi lasciava anche giocare finché lei non si è resa conto che iniziavo a giocarci in modo meno innocente e ha interrotto quella piacevole abitudine. Sa benissimo però che ho un debole per il suo petto ed ancora oggi, quando cerco di sbirciarlo e se ne accorge non fa niente per impedirlo. Secondo me gli fa piacere sapere che suo fratello glie lo guarda. Io d’altronde ho sempre pensato che, quando mi lasciava giocare con quelle sue masse morbide, ne traesse un’eccitazione a cui poi dava sfogo da sola. Di questo non ho prova diretta se non un lontano ricordo in cui dopo che mi aveva tenuto in braccio una mezz’ora permettendomi di toccargli il seno, era andata in camera sua dimenticando sulla sedia il suo diario che io mi apprestai a riportargli. Aprendo senza bussare la porta della sua camera la vidi riassestarsi in fretta il vestito e, rossa in volto venne verso di me strappandomi dalle mani il diario e chiudendomi fuori dicendo che prima di entrare nelle camere altrui si bussa. E’ stata una delle poche volte in cui è stata brusca con me. Mentre ripenso a queste cose non riesco a staccare gli occhi dalla scollatura della sua maglietta. Ma è più per abitudine che per altro, tanto che non me ne sto neanche rendendo conto. Lei però si, e ad un certo punto mi desta dicendo: “Quando hai finito, il te è pronto Luca”. Mi riprendo alzando gli occhi e la trovo che mi guarda ridendo maliziosa e provocante. “Scusa Marcella” rispondo io impacciato, ben sapendo a cosa si riferiva, “non l’ho fatto apposta”. “Cosa vorresti dire” mi risponde “che non ne vale la pena buttarci gli occhi di proposito?” “No… anzi…. cioè volevo dire che…” non so che pesci pigliare, mi ha preso alla sprovvista con questa domanda. Non aveva mai accennato a queste cose in modo così chiaro come oggi. “Vabbé lascia perdere, beviamoci il the che altrimenti si raffredda” dice sedendosi sulla poltrona di fronte a me. Per gioco fa la faccia dell’offesa ma l’espressione del viso è sempre maliziosa. In più mi accorgo che ha una strana luce negli occhi; ma forse mi sto facendo influenzare dalla situazione. Mentre parliamo del più e del meno, ogni tanto si allunga verso il tavolinetto per prendere un biscottino. Ma non lo fa in modo veloce. Si sporge mostrandomi ancora la sua generosa scollatura e resta così decidendo quale dolcetto assaggiare. Nel frattempo io non ci penso nemmeno a perdermi quello spettacolo e guardo dentro la sua maglietta beandomi la vista con quei due enormi globi di ciccia che, essendo schiacciati sulle sue gambe dalla posizione, sembra vogliano uscire fuori da un momento all’altro. Ogni volta che torna su mi guarda compiaciuta e a questo punto non ho la minima intenzione di nascondergli ciò che già sa da anni per cui continuo a guardargliele anche mentre lei mi fissa. “Meno male!” dice lei facendo finta di tirare un sospiro di sollievo, “pensavo che non ti piacessero più” termina strizzandomi l’occhio. A questo punto decido di risponderle a tono: “Finchè le avrai così….. piene e abbondanti sarà difficile rinunciare allo spettacolo che, bontà tua, ogni tanto mi offri…. in fondo mi hai abituato tu così quando ero bambino….. anzi a dire la verità mi avevi abituato meglio!” termino io strizzandogli a mia volta l’occhio. Mentre ci alziamo e ci avviamo verso la porta dice una frase quasi come se pensasse a voce alta : “Avessi pure continuato a fartelo fare! Sarebbe stato meglio anche per me visto come vanno le cose”. Poi rivolgendosi effettivamente a me, prendendomi a braccetto e tirandomi a se: “Non disperare… non è detto che prima o poi non si faccia una rimpatriata io e te soli… che ne diresti?”. Stiamo vicino alla porta aperta, uno di fronte all’altro con lei che aspetta una mia risposta a quella domanda. Sono più alto di lei e i miei occhi, dapprima fissi sui suoi, lentamente scendono giù fino alla scollatura che però in piedi non lascia vedere molto e lei lo sa. “Il sipario è chiuso” sorride ancora provocandomi. “Ma per tuo fratello potresti fare un’eccezione!” proseguo io stando al gioco. Ci guardiamo nuovamente per alcuni secondi in cui capisco che lei sta cercando di prendere una decisione. “Però solo per qualche attimo, ok?”. “E me lo domandi?”, rispondo io ormai eccitato al massimo. “Dovremo farlo in due altrimenti mi sentirei in colpa”. “Tutto quello che vuoi Marcella…. basta che non ci ripensi”. Richiude la porta e con gli occhi fissi sui miei si mette le mani sotto le mammelle e le tira su amplificandone le dimensioni e facendone sporgere una parte maggiore dalla scollatura. A me va già bene così ma lei fa: “Ora tocca a te”. Non so che altro fare ma dal suo sguardo capisco che è più eccitata di me e allora mi faccio coraggio. Se resto entro certi limiti non mi dirà di no. Con i due indici aggancio il bordo della scollatura, lo allargo, lo tiro verso di me e contemporaneamente verso il basso scoprendo quasi completamente le sue stupende poppe coperte ora solo da un reggiseno ricamato in pizzo che lascia intravedere le areole ed il capezzolo. Il reggiseno peraltro è inadatto a sorreggere tutta quella bontà, tanto che resta scoperta, grazie anche alla posizione in cui le tiene Marcella, la stragrande parte di esse, compresa la parte superiore delle areole. Resto come ipnotizzato. Ogni tanto guardo lei per vedere se sto osando troppo ma invece mi accorgo che lo sguardo allupato di suo fratello sul suo seno quasi scoperto gli piace eccome. Respira affannata e forse potrei anche andare oltre e tirargliele fuori completamente dall’ultimo impedimento che mi separa da loro ma non voglio sfidare la fortuna che indubbiamente oggi mi ha baciato così decido di andare a casa dove dovrò indubbiamente farmi una sega gigante. Mollo il tutto, faccio un respiro profondo poi mi avvicino a Marcella e le do un bacio sulla guancia per salutarla. “Grazie”, le sussurro timidamente ad un orecchio. “Per un the? Non mi sembra il caso”. “E chi parla del the Marcella? Io parlo…. dell’intrattenimento di contorno…. specie degli ultimi cinque minuti”. “Allora per quelli devo ringraziarti anche io….. cosa credi? Anche se è un altro il maschio che mi dovrebbe guardare così….. ma lasciamo perdere”. Mentre esco ripenso a queste sue ultime parole e al suo comportamento in casa. Lei mi ha sempre lasciata guardare traendone anch’essa un certo piacere, facendo comunque finta di non accorgersi ed io facendo finta di andare per caso con gli occhi su alcune parti del suo corpo. E’ sempre stato come un gioco che piaceva ad entrambi. Oggi invece, per la prima volta lo ha fatto in modo aperto, anzi, incitandomi a farlo e io a mia volta l’ho guardata altrettanto apertamente. Il suo invito ad aprirle la maglietta poi…Ammetto che la cosa mi ha eccitato a dismisura ma sono sicuro che lo stesso effetto c’è stato su di lei. Infatti più di una volta l’ho vista abbassare lo sguardo fin sopra la patta dei miei pantaloni quasi a voler accertarsi dell’eccitazione che mi provocava. Il riferimento all’altro maschio inoltre è sicuramente rivolto al marito. Forse tra loro non è tutto rose e fiori come crediamo in famiglia. Questo da un lato mi dispiace perché non voglio che Marcella abbia problemi, ma dall’altro mi stuzzica perché la cosa potrebbe volgere a mio favore. Che quell’ultima frase l’abbia buttata lì come un’esca per il suo fidato fratellino?Mi volto a guardarla sulla porta da in fondo al vialetto e se non sbaglio mi sembra di notare sul suo volto un’espressione compiaciuta.Quando torno a casa è quasi ora di cena e trovo mia madre in cucina che sta preparando qualcosa da mangiare mentre è indaffaratissima a fare pietanze per il giorno dopo. Ci tiene a fare bella figura visto che è rinomata per la sua arte culinaria. Sta usando il matterello per preparare una sfoglia ed ha le mani sporche di farina. Mi accorgo che a causa del caldo, sia dei fornelli che della bella giornata che volge al termine, ha la fronte leggermente imperlata di sudore.Una vestaglia da casa sopra al ginocchio ed un paio di zoccoli di legno con un leggero tacco è tutto ciò che indossa. Mentre ondeggia avanti e indietro con le braccia, leggermente china in avanti per fare forza con il matterello sull’impasto, nel classico movimento di chi fa una sfoglia, mi accorgo che molto probabilmente non indossa il reggiseno. Il suo ondeggiare infatti genera a cascata l’ondeggiare troppo evidente di quell’ampio petto che ho sempre amato e che come ho già detto la accomuna a mia sorella. E’ fin troppo evidente che è libero sotto la vestaglia. Se la passeggiata prima di rientrare aveva in parte smorzato l’eccitazione messami addosso da Marcella, la vista di mia madre la riaccende in un momento. Sento subito il mio arnese prepotentemente armato dentro i leggeri pantaloni. Lo so che è sbagliato ma per il fisico di mia madre e quello di mia sorella ho sempre avuto un debole.Mi avvicino lateralmente a lei e le do un bacio sulla guancia per salutarla. Nel farlo abbasso gli occhi sul paio di bottoni aperti della vestaglia e ciò che vedo conferma la mia ipotesi. Ho potuto constatare negli anni che mia madre raramente gira per casa senza reggiseno e ciò avviene più frequentemente nei mesi caldi e comunque quando deve fare lavori domestici o preparare pietanze che richiedono ore davanti ai fornelli. Ho visto i suoi reggiseni e francamente non so come fa a stare ingabbiata in quelle armature per giornate intere. Figuriamoci in cucina con questo caldo.”Ciao Luca, come va?”. “Tutto bene mamma. Sono passato da Marcella per chiedergli se era tutto a posto per domani e come al solito mi ha detto che verrà da sola perché il marito è fuori. Vado io a prenderla domattina verso le nove poi veniamo qui e partiamo tutti insieme”. La guardo un attimo e proseguo: “Sei tutta sudata, dovresti riposarti un po’ e allontanarti dal caldo che c’è qui in cucina”. “Hai ragione ma devo prima finire la sfoglia poi dopo cena la condisco e la inforno. Fammi un favore, asciugami il sudore che ho le mani tutte sporche”. Prendo un fazzolettino di carte e mi avvicino per passarlo sulla fronte e sulle guance. Mentre lo faccio abbasso gli occhi e vedo che anche il collo ha bisogno dello stesso trattamento. Scendo con il fazzoletto iniziando da sotto le orecchie per finire sotto al mento. Noto subito alcune gocce che le imperlano la pelle proprio all’inizio del solco dei seni e la sottile riga di sudore che vi sparisce dentro. Penso che oggi sia una giornata particolare visto quanto è successo con Marcella e mi viene voglia di osare anche con mia madre. So che non è la stessa cosa sia per il diverso rapporto parentale che per la differenza di età e quindi di vedute per certe cose. I rischi di una simile mossa sono quindi maggiori ma quelle mammelle libere sotto un sottile strato di tessuto mi rendono coraggioso e decido di fare il passo.Lentamente scendo con la mano a detergere il sudore sul decolté poi, con fare naturale scendo ad asciugare le gocce subito sopra il solco. Mia madre mi guarda sorpresa ma non accenna a nessun atteggiamento ostile, anzi oserei dire che è piacevolmente sorpresa. Ora o mai più. Spingo il fazzolettino tra i suoi seni per asciugare anche il sudore che è sceso tra essi. Sento distintamente sulla mano la morbidezza di quella carne calda e soda. Faccio un paio di volte su e giù lungo il solco; molto lentamente per far durare la storia il più possibile. Alla seconda discesa affondo qualche centimetro di più e sposto anche il fazzoletto a destra e sinistra, prima su un seno poi sull’altro nella zona di contatto tra i due e quindi più soggetta a sudare. E’ stupendo mia madre ha gli occhi puntati su di me ma lo sguardo è assente e le sue guance sono rosse… sicuramente non solo per il caldo. Basta così, sto esagerando e la cosa potrebbe indispettirla mandandomi di traverso ciò che finora ho gustato. Tolgo la mano e con l’altra le carezzo la schiena. “Finito, mamma”. Dico con tono allusivo e nello stesso tempo preoccupato rendendomi ben conto di quanto avevo appena fatto. Lei per qualche secondo continua ad essere assente, poi si riprende: “Grazie Luca, sei sempre tanto premuroso con me”. Non capisco chi di noi due abbia detto la frase più ambigua e con un sorriso mi allontano prima di saltargli addosso. La serata scorre tranquilla e veloce tra gli ultimi preparativi e le ultime telefonate per vedere se siamo tutti pronti per l’indomani. Nella mia testa però il pensiero di ciò che è avvenuto oggi con mia madre e mia sorella mi martella. Il mio comportamento è stato interpretato come qualcosa di naturale ed innocuo oppure è stato visto per ciò che realmente era e mi hanno appoggiato ed incoraggiato di proposito? Perché avrete ormai capito io ho fatto tutto con il chiaro intento di bearmi in qualche modo dei corpi delle mie parenti più strette. E se anche loro lo hanno interpretato così e mi hanno lasciato fare allora gli sviluppi nei prossimi giorni saranno interessanti. Dovrò aspettare un loro segnale o dovrò nuovamente io prendere l’iniziativa? E se prenderò io l’iniziativa dovrò farlo con una scusa o in modo aperto? Mi addormento con questi pensieri e mi sveglio al mattino successivo con gli stessi pensieri.Questi vengono in parte diradati quando vado a prendere mia sorella. Ho sempre avuto le chiavi di casa sua ma non le uso mai quando so che c’è il marito. Quando invece so che è da sola apro tranquillamente come se fossi a casa mia….. e in parte è così, almeno per come mi dice sempre Marcella. Sulla sedia vicino la porta c’è il suo zaino pronto. La chiamo ma non ho risposta. Sento però provenire dalla zona notte una musica di sottofondo. Mi avvicino e dalla porta aperta della sua camera da letto vedo la sua immagine riflessa in un grande specchio a muro. E’ in reggiseno e sta indossando i pantaloni della tuta. Il suo sedere è ancora scoperto…. e che sedere! Per ora indossa solo un tanga molto semplice ma proprio per questo ancora più eccitante. Non l’avevo mai vista in tanga. Non c’è dubbio, è fatta proprio bene. Chinata in avanti per infilare i pantaloni mi concede attraverso lo specchio la vista del suo stupendo seno che nell’agitazione del movimento è quasi fuori dal reggiseno. Come io riesco a vedere lei, lei alzando gli occhi riesce a vedere me e per un attimo ha un moto di vergogna che la induce a cercare in qualche modo di coprirsi. Me ne rammarico ma la cosa mi sembra naturale e sto quasi per chiedergli scusa per l’intrusione quando lei, come a proseguire il gioco della sera prima, riprende a vestirsi tranquillamente e lentamente, guardandomi attraverso lo specchio e lasciandosi guardare attraverso lo specchio. Finisce di indossare i pantaloni e si rimette in posizione eretta. Si avvicina allo specchio e si sistema per bene quei bei globi di carne dentro le coppe da dove erano quasi usciti. Poi indossa una maglietta abbastanza aderente e viene verso la porta. Faccio un passo indietro tanto per salvare le apparenze ma, quando lei esce e incrocia il mio sguardo col suo, tutti e due sappiamo benissimo dove ero mentre lei si vestiva. Ormai ho la certezza che mia sorella mi provoca ma non riesco a capire lo scopo di questo suo comportamento. Non può pensare di far durare troppo a lungo questo gioco. Ho 32 anni e, anche se sono suo fratello non sono un santo e lei sa benissimo di avere un fisico che mi è sempre piaciuto.Dopo aver raggiunto mia moglie e i miei genitori partiamo per la gita. Come se avessimo abbassato un interruttore, la partenza coincide con un positivo cambiamento di umore generale. Ci si predispone tutti per questa giornata di vacanza lontano dal tran tran e dai problemi della vita di tutti i giorni.Quest’anno abbiamo deciso di fare un picnic in collina a poca distanza dalla città ma dal posto scelto si gode di un panorama bellissimo.Arriviamo intorno alle undici e in pochi minuti ci accampiamo nel luogo che io e mio padre abbiamo scelto la settimana scorsa durante un sopralluogo. E’ un bel prato con l’erba bassa che davanti ha la visione della nostra città in lontananza e dietro, a qualche decina di metri, inizia un bosco. All’inizio pochi alberi qua e là rendono la zona piacevolmente ombreggiata. Ci sono anche ogni tanto dei tronchi sdraiati a terra, poi ci si addentra nel vero bosco dove l’aria è più fresca che non all’aperto. Mentre le donne se la chiacchierano sedute su una coperta io e mio padre facciamo una passeggiata verso il bosco. Porto con me mia figlia in braccio che dorme paciosa e tra un discorso e l’altro, tra andare e tornare, non ci accorgiamo che è passata un’ora.Quando raggiungiamo le donne c’è mia moglie che sta preparando la pappa per la bambina mentre mia madre e mia sorella imbandiscono la “tavola” per noi adulti con ogni ben di dio. Non posso fare a meno di cercar di rubare di nascosto qualche pezzo di scollatura tra mia madre e mia sorella. Per fare questo mi sposto da una parte all’altra con la scusa di aiutarle per poter usufruire della visuale migliore. I miei movimenti non sfuggono però alle due donne le quali, separatamente, mi lanciano occhiate complici. In particolare quella di mia madre è accondiscendente mentre quella di mia sorella è indubbiamente provocatoria. Non so perché è quella di mia madre che mi eccita di più. Come già detto mia sorella indossa un paio di calzoni di tuta con sopra una maglietta aderente mentre mia madre un prendisole a casacca molto comodo appeso alle spalle con dei bretelloni. E’ quindi normale che è proprio la sua scollatura più generosa che mi regala ampie vedute di quanto contiene nella parte superiore. La veduta è in parte impedita dalla presenza del reggiseno che blocca l’altrettanto eccitante ondeggiare delle sue mammelle. Mentre mangiamo mia moglie, ignara di tutto, con naturalezza sbottona la camicia e, tirata fuori dal reggiseno una mammella inizia ad allattare nostra figlia. In altre situazioni sarebbe stata una scena normalissima visto che siamo in presenza dei soli parenti più stretti ma oggi, dopo gli avvenimenti di ieri e in parte di poco fa, mi accorgo che alla vista di quella scena mia madre e mia sorella mi lanciano ogni tanto delle occhiate tra l’eccitato e l’imbarazzato. Il pranzo va avanti tra un boccone ed un sorso di vino casereccio, ma senza esagerare. Verso le due e mezza, dopo il dolce finale, mia sorella chiede a mio padre se la accompagna nella zona boscosa alle nostre spalle e se ne vanno salutandoci con un “A più tardi.”, mentre mia moglie si addormenta con nostra figlia accanto protetta dal sole da un provvidenziale ombrellone portato da mio padre. Io invece decido di fare altrettanto ma mettendomi nella zona dove c’è qualche albero, spostandomi quindi di una ventina di metri. Lo dico a mia madre la quale, mentre rimette a posto pentole e posate, mi fa cenno di si con la testa. Dopo un quarto d’ora, mentre sto in dormiveglia, sento dei rumori di foglie calpestate ed apro gli occhi senza muovermi a causa dello stato di torpore che mi è preso. E’ mia madre che, ormai giunta vicino a me, allunga per terra un’altra coperta e ci si sdraia sopra. Si muove più volte cercando una posizione comoda poi si siede e mi lancia un’occhiata. Io non mi muovo e chiudo subito gli occhi per non farle vedere che la sto osservando. Lei, pensando che dormo, si guarda intorno poi, rassicurata, tira giù le bretellone del prendisole facendolo scendere fino sulla pancia, mettendo in mostra il busto coperto solo dal grosso reggiseno. Un’altra occhiata intorno e a me, che richiudo immediatamente gli occhi, poi mette le mani dietro la schiena e se lo sgancia togliendolo completamente. Lo piega con calma e lo mette in una tasca del prendisole. Sono sull’orlo dell’infarto. Ero riuscito a vedere le poppe di mia madre in rarissime occasioni e sempre attraverso un buco di serratura, camera sua o bagno che fosse. Poi niente più da quando mi sono sposato e sono andato a vivere per conto mio. Ora invece questo spettacolo ad un paio di metri da me mi sta eccitando al massimo e penso che la cosa si veda attraverso la sottile stoffa dei calzoni. Quando credo che lo spettacolo sia finito e che si ritirerà su i bretelloni, ecco invece che lei si prende in mano quelle grosse zinne e inizia a massaggiarle. Evidentemente tenere tutta quella roba imprigionata dentro quei rigidi reggiseni che usa deve essere una sofferenza. Però non fa un massaggio veloce, anzi. E’ un massaggio lento, fatto più come se fosse un atto erotico che altro. D’un tratto mi accorgo che guarda ogni tanto verso la mia patta palesemente gonfia…. e, incredibile a dirsi, è questo che l’ha eccitata. Mia madre si sta massaggiando le poppe mentre guarda con avidità e sicuramente con voglia il cazzo di suo figlio! Chissà che tipo di pensieri ci sta facendo sopra. Spero gli stessi che ho io su di lei. Ho il video telefonino poggiato vicino a me e molto lentamente, senza farmi accorgere lo apro, tenendolo nascosto dietro al mio braccio, poi, in più riprese, riesco ad inquadrarla e scattare un paio di foto. Le ricontrollo con la coda dell’occhio e sorprendentemente noto che sono perfette sia come luce che come inquadratura. Guardandole si hanno pochi dubbi su cosa stia facendo mia madre.La situazione è perfetta, il luogo altrettanto. Decido di agire facendo affidamento sulle foto che sono una prova con cui farla cedere in caso di resistenza. Apro gli occhi ed inizio a guardarla con naturalezza mentre lei, ad occhi chiusi continua il massaggio. Poi riapre gli occhi direttamente sulla mia patta che indubbiamente gli fa gola e continua con fare così esperto che quasi mi sorprende. Quando si accorge che la sto guardando con aria allupata resta gelata. E’ talmente shockata che passano alcuni secondi prima che si renda conto che è a poppe fuori davanti a suo figlio. Come realizza cerca di coprirsi con le mani poi cerca goffamente di tirare su il prendisole. E’ così nervosa che neanche questi semplici movimenti gli riescono. “Aspetta mamma…. lasciamele guardare ancora….. in fondo che ti costa, siamo solo io e te”, gli dico con tono di supplica. “Ma che dici Luca io…. io….. non so cosa mi sia preso….. scusami…. è che… insomma…..”. Cerca di accampare scuse ma l’ho studiata per circa un quarto d’ora mentre si massaggiava e il suo atteggiamento non lasciava dubbi: se avesse continuato altri dieci minuti se ne sarebbe venuta. Sollevo il bacino e tiro giù pantaloni e slip di quel tanto che basta a far schizzare fuori il mio uccello con un’erezione spaventosa. Mia madre si mette le mani alla bocca per non gridare, non so se scandalizzata dal mio comportamento o sorpresa dalla tanta abbondanza che nota tra le mie gambe.Nel farlo, senza rendersene conto scopre nuovamente quell’abbondante paio di zinne che si ritrova e io a quella vista ho un nuovo sussulto che si ripercuote sul mio attributo facendolo oscillare in modo impertinente davanti ai suoi occhi. “Luca!! Ma che fai!? Ti rendi conto del comportamento che hai davanti a tua madre?” dice sottovoce, per non farsi sentire da mia moglie o eventualmente da mio padre e mia sorella se fossero nei dintorni, ma in modo autoritario per cercare di riprendere il suo ruolo di genitore. Mentre termina la frase, dal mio sguardo fisso sulle sue mammelle, realizza che le ha lasciate ben in vista e cerca di girarsi per darmi la schiena. Questo movimento fa si che lei si ritrovi per qualche secondo a quattro zampe rivolta verso un tronco sdraiato a terra in direzione del prato dove dorme beatamente mia moglie con nostra figlia. Io invece gli sono dietro e non posso non notare il prendisole che da seduta le se è infilato nel solco delle chiappe e, non potendo scendere, le lascia scoperta una bella fetta delle cosce. Non volendo mi permette di assistere ad un doppio spettacolo: quello in primo piano delle sue gambe abbondanti ma lisce e senza un filo di cellulite e quello in secondo piano delle zinne che, stando lei a quattro zampe, gli dondolano scomposte sotto il busto. Non ragiono più ed in un secondo gli sono dietro proprio mentre lei sta cercando di tirarsi su per coprirsi con il prendisole. Non glie lo permetto e la blocco in quella posizione facendo forza con una mano sulla sua schiena. “Ma….come….come ti permetti Luca!! Togliti immediatamente!! Avanti….non farmi arrabbiare!! Sono sempre tua madre….cosa credi?”. Non cedo di un millimetro anzi, quando lei cerca di alzarsi credendo che le sue parole mi abbiano intimorito la rispingo carponi con maggiore forza. “Buona mamma! Non sono mica io quello che si strizzava le zinne guardando in modo eccitato l’uccello del figlio!”. Mentre parlo con la mano libera gli sfilo tra le chiappe il prendisole e lo sollevo fin sulla schiena scoprendogli il culo. Adesso il prendisole è tutto concentrato intorno alla vita e quindi mia madre, a parte lo slip, è praticamente nuda e a quattro zampe davanti a me. Cerca di divincolarsi ma io non la mollo e le tiro giù lo slip mettendo in mostra il solco indifeso tra le chiappe su cui noto subito il bottoncino marrone dell’ano e il cespuglio nero della sua fica. Ormai non posso più fermarmi e anche mia madre capisce ciò che ho intenzione di fare. Presa dal panico alza un po’ più la voce per dirmi di non provare a fare una cosa del genere. E’ proprio questa frase che invece non gli lascio finire di dire. In un secondo gli poggio la cappella tra i peli e gli affondo i miei 22 centimetri di cazzo dentro. Mia madre non dice niente e non si muove. Non riesce a capacitarsi del fatto che ha dentro di se il cazzo del figlio. Prima che si riprenda e inizi a urlare gli dico: “Non strillare mamma. Altrimenti cosa raccontiamo agli altri? Pensa che figura con mia moglie e Marcella…… e cosa racconterai a papà? Rischieremmo due divorzi per qualcosa di piacevole che tra qualche decina minuti sarà terminata e volendo dimenticata”. Parlo e nel frattempo inizio a scoparla. Prima lentamente poi, resomi conto che la sua fica era un lago, più velocemente. Ho il cervello in brodo. Davanti a me, a pecora, c’è mia madre praticamente nuda con il suo fisico di donna matura che non ha niente da invidiare a tante gnocche che vedo sui siti porno. Leggermente abbronzata, segno che in vista dell’estate ha fatto qualche lampada o ha preso il sole nel giardino di casa, chiappe piene e toniche che è un piacere sentirle sulla pancia, zinne grosse che oscillano al ritmo che impongo con i miei affondi. Tolgo la mano sulla schiena e, a riprova che lei si sta sciogliendo, non accenna più a divincolarsi ma inizia ad assecondarmi mentre la sbatto. Siamo in parte coperti dal tronco che è a pochi centimetri da noi ma non dobbiamo fare eccessivo rumore altrimenti potremmo attirare l’attenzione di mia moglie. “E’ questo quello a cui pensavi mentre ti strizzavi queste grosse poppe guardandomi la patta, mamma? Pensavi a tuo figlio che ti scopava come sto facendo? E dimmi mamma, ti piace? Lo senti come è grosso?”. Gemendo e sospirando è questo che gli sussurro ad un orecchio mentre, poggiato sulla sua schiena gli impasto le zinnone che madre natura gli ha fornito. “Luca…. Ma che gli stai facendo alla mamma…… mmmmmm…… non dovresti……. lo sai che è un rapporto incestuoso quello tra madre e figlioooooo…. mmmmm….. però…….. ssssssiiiiii…. è vero….. hai un cazzo proprio grosso….. altro che tuo padre! Neanche da giovane aveva un arnese così….. adesso poi…… me la scordo qualche buona scopata….. daiiiiiiii Luca….. oooooooohhhhh ormai è fattaaaaaaa…… per questa volta finisci… fai godere la mamma daiiiii…. mmmmmm….. poi però non dovrà succedere più…….. ssssssiiiiiii…… che gusto che mi dai……. sto venendo Luca daiiii…… sssssiiiiii…… sssssssiiii…..”. Il tono della sua voce cresce insieme al ritmo che ora lei cerca di imporre alla scopata con spinte all’indietro del culo sempre più frenetiche. Le sue frasi sono sempre più frequentemente interrotte dal suo ansimare e gemere di piacere. “Quand’è che ti sei fatta l’ultima bella scopata mamma? Quanto tempo è che qui dentro non ci entra un bel cazzone? Ti piace essere pistonata eh? Ammettilo che ti piace essere sbattuta da tuo figlio dai! Te lo voglio sentir dire….dai!”. A sentire quelle parole oscene dette dal figlio, mia madre comincia a godere come una…. si, proprio come una vacca, a giudicare anche dalle dimensione delle mammelle che continuo a strizzare con gusto. Gli devo mettere una mano davanti la bocca per tappargliela e non farsi sentire da mia moglie. La situazione farebbe eccitare anche un santo: mia moglie, inconsapevole di tutto che riposa a pochi metri da me che nel frattempo sto scopando a pecora mia madre! Sembra non voglia smettere più di godere mentre la pistono all’impazzata. Ha poggiato i gomiti sul tronco tirandosi leggermente su con la schiena cosicché anch’io sto più comodo per continuarla a scopare mentre mi gusto all’infinito le sue grosse zinne carezzandogliele, massaggiandogliele, impastandogliele. Sono più grosse di quelle di mia sorella; non c’è dubbio….ma un trattamento del genere pure a Marcella….A questo pensiero sento che sto per venire. Cerco la tasca in cui mia madre aveva messo il reggiseno e lo tiro fuori mettendoglielo in bocca come un tappo. Lei lo morde e continua a gemere come un’ossessa. “Sto per sborrarti nella fica mamma…… oooohhhhh come è bello…. te la voglio proprio riempire…”. Mi abbranco alle sue zinnone e inizio a schizzargli dentro densi ed abbondanti fiotti di sperma caldo. La sento quasi venire a mancare per il piacere che prova, e per me è lo stesso. “Mmmmmmm….. mmmmmm……. mmmmmm”. E’ tutto ciò che riesce a dire con il reggiseno in bocca ma la cosa è ancora più arrapante. Sudati ed ansanti restiamo abbrancati per qualche minuto con mia madre che continua a dondolare lievemente il bacino. Ho la testa poggiata su una sua spalla e inaspettatamente lei, toltosi il reggiseno dalla bocca, gira il viso e mi da un bacio su una guancia. “Quanto tempo era che non godevo così Luca….. anzi forse non ho mai goduto così. Non penso che tuo padre sia mai stato in grado di possedere una donna come hai fatto tu con me…. è stato bellissimo…..”. Mentre parla mi sto riprendendo e sentendo le sue parole, eccitando di nuovo. Lentamente inizio ad assecondare il suo movimento facendo scorrere in lei il mio cazzo che inizia ad avere dimensioni accettabili. “…..mmmmmm…… bambino mio…. ne vuoi ancora? Come posso dirti di no??…… mmmmmm ….” mi sussurra mentre con la testa indietro poggiata sulla mia spalla si morde il labbro inferiore. Mi prende le mani poggiate sul tronco e se le riporta sulle grosse poppe. “Dai bambino mio…… strizzale ancora come hai fatto fin’ora!….. Sono belle vero? Ti piacciono così grosse?….. e pensare che tuo padre dice che così grosse sono volgari. Tu che ne dici?”. Mentre ormai la sto nuovamente scopando a buon ritmo, ballonzolandogli le zinne rispondo: “A me fanno impazzire mamma. Ti confesso che non so quante volte ho desiderato massaggiartele. L’ho capito sai, che papà non ti dedica più le attenzioni di una volta…. ma se vuoi ora ci sono io mamma….vuoi?” gli domando mentre la scopo con gusto. “Oooooohhhhh Luca, bambino mio, se me lo chiedi così come posso dirti di no? Sapessi quante sono le cose che avrei voluto mi facesse tuo padre e invece…… sempre la stessa minestra…..”. A questo punto glie lo devo chiedere: “Dimmi, mamma, papà ti ha mai….. insomma…… dietro….. papà te lo ha mai…..”. “Ma che dici Luca!” risponde la mamma un po’ piccata da tanta sfrontatezza. Poi, come a scusarsi prosegue: “Tuo padre non è mai stato il tipo per certe cose…..”. Ogni volta sembra che voglia aggiungere qualcosa e poi rinuncia. Devo essere sempre io a mettergli in bocca le parole, quindi continuo: “E tu mamma? Tu sei il tipo per fare certe cose? A te sarebbe piaciuto?” Questi discorsi la stanno eccitando. Ha ripreso ad ansimare vistosamente e ad ondeggiare con foga. “Che dici Luca….. mmmmm…. non so….. non ho mai avuto occasione di pensarci…”. Dal suo tono capisco che gli piacerebbe provare ma si vergogna di dire una cosa del genere a me, suo figlio.Devo provare! Devo incularmela. E’ un quarto d’ora che vedo il suo buchetto poco sopra il mio cazzo che scorre nella sua fica. Ed è gia dischiuso per il piacere che sta provando mia madre. Non dovrebbe essere così doloroso per lei farselo sverginare. Tiro fuori il cazzo dalla fica e glie lo poggio lungo il solco delle chiappe tirandola il più possibile a me e facendoglielo scorrere sopra la rosetta anale. “Lasciati inculare da me mamma! Se non lo ha fatto quella sega di papà, lascia che sia io a prenderti la verginità posteriore. Un culo così non può restare vergine mamma……. vedrai che piacere proverai…..”. Senza aspettare risposta, mi scanso e gli faccio cadere molta saliva nel solco spalmandogliela poi con delicatezza intorno al buco del culo. Poi lentamente gli infilo tutto il dito medio dentro. Lei non si muove. Sta con gli occhi chiusi ma l’espressione non è di dolore o fastidio….. anzi sembra quasi sorridere. Ripeto l’operazione e poi ci affondo dentro due dita con cui glie lo allento considerevolmente. Come supponevo, l’eccitazione mi aiuta nell’impresa. Non è più stretto di quello di alcune ragazze che invece lo prendono dietro spesso e volentieri. E’ giunta l’ora. Me lo insalivo abbondantemente e gli poggio la cappella sul buco forzando leggermente per vedere la sua reazione. Continua a restare immobile e quindi inizio a spingere. Apre la bocca e strizza gli occhi. Ora ha un’espressione sofferente ma non mi posso fermare e continuo ad entrare in lei facendo sparire la cappella nel suo culo. Stiamo tutti e due fermi per abituarci a quella nuova sensazione. Quando capisco che posso continuare gli rimetto in bocca il reggiseno da mordere poi con un colpo di reni glie lo spingo, lentamente ma inesorabilmente, tutto dentro. E’ stato più facile del previsto, segno che nonostante il naturale dolore che ora sta provando, la mamma desiderava da tempo avere questa esperienza.Per aiutarla inizio ad accarezzarle tutto il corpo soffermandomi di più sulle poppe, stuzzicandogli molto il clitoride e riempiendole di piccoli baci la schiena.La manovra ha gli effetti desiderati infatti piano piano la sua espressione cambia passando prima a rilassata per poi tornare sempre più eccitata. Ansima nuovamente per il piacere e impercettibilmente muove il bacino avanti ed indietro. Non mi muovo; lascio gestire a lei questi primi minuti. Voglio metterla il più possibile a suo agio per poi sfogarmi. Con una sua mano mantiene la mia sul suo pube e con l’altra mi fa capire che vuole essere massaggiata ancora sulle zinne. Non mi faccio pregare e quando sono all’opera la sento gemere ed aumentare il movimento del bacino. A questo punto, prima che scoppio , inizio a muovermi anche io lentamente e subito ci troviamo con i tempi. Lo sfilo quasi completamente mentre ci allontaniamo, per poi riaffondare in lei quando ci riavviciniamo. Quando lo sfilo del tutto geme con il reggiseno in bocca come per reclamare. Si tranquillizza solo quando inizio ad insalivarla ancora, come e più di prima. Il servizio che voglio fargli altrimenti potrebbe infiammarglielo. Lo stesso faccio con il mio pisello duro come il marmo.Quando gli rispingo dentro la cappella è tutta un’altra cosa rispetto alla prima volta. Senza fermarmi proseguo arrivando fino in fondo con un colpo secco. Non se lo aspetta ed apre la bocca con un gran sospiro che è un misto di dolore e piacere. Il reggiseno cade e quando accenno a rimetterglielo in bocca rifiuta. “Non ti preoccupare….. starò attenta a non far eccessivo rumore” dice ondeggiando il culo. “Pronta?” le dico conscio che lei sa a cosa mi riferisco. “Pronta” risponde lei. La prendo per i fianchi ed inizio ad incularla a regola d’arte. Dapprima con cautela per vedere la sua reazione poi, capito che non chiede altro, inizio a stantuffarla a sangue. Iniziamo un forsennato andirivieni in cui non si capisce se sono io o lei a gestire la cosa. Tanto sono arrapato io dal vedere il mio cazzo sparire nel buco del culo di mia madre quanto è eccitata lei nel sentire il cazzo di suo figlio che gli entra ed esce dal culo. Che goda come se non più di prima lo capisco da come in pochi minuti riesco ad entrare in lei con una facilità all’inizio impensabile.Conscia di non poter far rumore la sento gemere di piacere. Con le mani gli spalanco le chiappe e la pistono con affondi che solo grazie alle sue mani poggiate sul tronco riesce a ricevere e contrastare con altrettanto vigorose spinte all’indietro del suo pastoso culo.”Ti piace essere inculata mamma? E’ come pensavi o è diverso?” le sussurro nel solito orecchio.”E’ bellissimo Luca….. io… io non pensavo che potesse essere così…… non ho mai goduto tanto……!”. “Mio padre è proprio un coglione mamma. I maschi farebbero carte false per incularsi una bella donna come te e lui che ti ha avuto a disposizione per una vita niente….. incredibile…. dovrò rimettere a pari io mamma, che ne dici?”. “Adesso non riesco a risponderti Luca. Adesso non riesco a pensare a niente se non a concentrarmi sul piacere che provo…… mmmmm dove hai imparato a fare lo sporcaccione in questo modo? Che razza di amiche hai?….. ooooohhhhh…… però in fondo devo essergli grata per l’esperienza che ti hanno fatto fare e di cui ora traggo beneficio iooooooo….! Che cazzo che ti ho fatto Luca……ssssssiiiiiii……e come lo usi bene. Non te ne venire ancora….. per favore…… fai godere ancora prima la mamma dai…. datti da fare”. Mia madre a pecora davanti a me con le belle chiappe che gli tengo allargate, il mio cazzo che ci scorre in mezzo, le grosse zinne che oscillano all’impazzata sotto di lei, le sue parole da puttana arrapata. Ancora una volta tutto questo genera un cocktail esplosivo nel mio cervello. La inculo con ancora più foga e mi accorgo che lei sta per venirsene di nuovo. “Bambino mio cosa mi fai….. cosa fai alla tua mamma…. bravo…… così! La mamma è stata tanto trascurata dal papà….. pensaci tu a farla felice….. così…… cosìììììì. Mi fai morire Luca…… è troppo bello! Inculami ancora dai… non ti fermare che sto venendoooooooo… mmmmmmm”. Il tono della sua voce si sta alzando pericolosamente. Non riesce più a controllarsi. Le metto una mano davanti la bocca e continuo ad incularla con gusto. “Mmmmmm……. mmmmm…..mmmmmmm” . Geme e gode come una forsennata. Spinge il culo all’indietro per farmi entrare il più possibile nelle sue viscere. Inizio a sborrargli nel culo anch’io. Come e più di prima. “Ti sborro nel culo mamma…… oooooohhhhh…… la senti? La senti la mia sborra che ti riempie? Senti quanto è calda?”. Uno, due, tre, quattro getti di sborra dentro il suo bel buco ormai allargato ben benino e poi gli cado sopra stremato. Mamma abbassa la testa e resta immobile con me che da dietro gli massaggio nuovamente le poppe. Impieghiamo qualche minuto a riprenderci.Mia moglie si sta svegliando e mio padre con mia sorella dovrebbero essere di ritorno a momenti. Abbiamo passato mezz’ora di fuoco io e la mamma. Lei, appena si riprende, si riveste in fretta e mi lancia un’occhiata incredula. Ha davvero fatto certe cose con me? Questo è ciò che pensa. Io sicuro di me mi avvicino e strizzandogli ancora una volta le zinne ormai celate da reggiseno e prendisole, gli do un bacio in bocca per confermargli che quanto è successo è reale e non un sogno. Torna turbata verso mia moglie mentre anch’io mi risistemo. Prendo la mia coperta e mi guardo intorno per vedere se abbiamo dimenticato qualcosa ed i miei occhi notano un luccichio a qualche metro alla mia destra. Mi avvicino incuriosito e raccolgo vicino ad un albero un orecchino d’oro. Un colpo di fortuna anche se da solo è inservibile. Quando torno verso mia moglie mi accorgo che poco distante da lei c’è anche mio padre che sonnecchia e chiedo: “Ma quando è tornato?”. E mia moglie: “Saranno una ventina di minuti”. Poi mi giro e vedo mia sorella che esce ora dal bosco. Si avvicina e quando i nostri sguardi si incrociano mi noto che è molto imbarazzata. La cosa finisce là e per le due ore successive stiamo tutti insieme a parlare del più e del meno ed a scherzare. Quando, verso le 17, decidiamo di rimetterci in moto per tornare a casa, mia moglie dice a mia sorella: “Marcella, non vorrei dirtelo ma forse hai perso un’orecchino. Te ne vedo uno solo”. Mia sorella si tocca i lobi delle orecchie ed esclama: “Mannaggia! Li avevo appena comprati! E ora dove lo vado a cercare? Con tutta la strada che abbiamo fatto nel bosco”. “Lo so io dove ti è caduto”, penso sbigottito. “L’orecchino che ho trovato è proprio quello di mia sorella….. ed era a pochi passi da dove eravamo io e la mamma! Ora capisco il suo sguardo imbarazzato! Ci ha visti! Da quando era lì? Ha visto tutto o è arrivata alla fine? Ma se fosse arrivata alla fine poteva uscire tranquillamente allo scoperto e venire da noi…… invece è restata nascosta, è tornata indietro ed è uscita dal bosco da tutt’altra parte per non destare sospetti! Ci ha visti mentre scopavamo!”. Ne sono quasi sicuro ma mi serve la conferma. Mentre risaliamo in macchina ci guardiamo ancora ed ora ambedue abbiamo lo sguardo imbarazzato. Tornati a casa faccio il giro prima ad accompagnare mia moglie e mia figlia, poi mia madre e mio padre ed infine mia sorella. Arrivati a casa sua scendo anch’io e la accompagno alla porta di casa.”E’ stata veramente una piacevole giornata, non trovi?” gli chiedo. Lei mi guarda maliziosa e risponde: “Hai ragione….. e per te deve essere stata doppiamente piacevole……”. Si interrompe imbarazzata pensando che mi posso insospettire. Non immagina nemmeno che so benissimo a cosa si riferisce. Sta sicuramente tornando con la mente alle scene a cui ha assistito perché mi accorgo che è un po’ su di giri. Conosco quei suoi sguardi e quel suo respirare corto che gli fanno alzare ed abbassare sotto i miei occhi l’ampio seno.Ho un conto in sospeso con la mia sorellona e quindi senza pensarci troppo decido di lanciargli l’esca. Faccio finta di andarmene ma, dopo pochi passi mi fermo come se avessi scordato di dirgli qualcosa e mi giro nuovamente verso di lei tornando indietro. “Dimenticavo, Marcella. Questo se non sbaglio è tuo. L’ho trovato vicino dove stavamo riposando io e la mamma”. Glie lo dico consegnandogli l’orecchino e sottolineando con un sorrisino ed un ammiccamento la parola “riposando”. Lei resta a bocca aperta con l’orecchino in mano mentre mi allontano. Faccio i pochi metri che mi separano dalla macchina e prima di salire la guardo e gli strizzo l’occhio ridendo lasciandola di stucco davanti l’uscio.Se son rose fioriranno…. ma questa è un’altra storia.

