L’ispettore Arceri era stato svegliato poco prima dell’alba dalla capitaneria di porto che era stata chiamata dal peschereccio che lentamente si avvicinava al porto. L’aria era calda a causa dello scirocco che aveva soffiato incessantemente, e sul mare gravava una pesante cappa d’umidità che rendeva la sagoma della barca che si avvicinava appena distinguibile.Arceri scosse la testa provando i primi sintomi della nausea che lo assaliva sempre in simili circostanze malgrado gli oltre trent’anni di servizio, il mare non era mai pietoso ed anche quando restituiva i corpi degli sventurati che cadevano tra le sue braccia esigeva il suo pegno. Pareva che si divertisse a rendere le cose difficili ad Arceri che aveva l’ingrato compito di scoprire le storie che quei poveri corpi nascondevano.La barca era ormai arrivata a poche decine dimetri dalla banchina, il capitano manovrò abilmente e qualcuno dalla nave lanciò una gomena che venne subito afferrata e fissata saldamente alla banchina. Meno di un minuto dopo Arceri saliva faticosamente a bordo e toglieva la coperta che i marinari avevano pietosamente steso sui poveri resti.Dovette sforzarsi per fissare con attenzione il corpo, si trattava chiaramente di una donna anche se non era possibile dire molto di più, sarebbe stato un lavoro lungo e difficile per la scientifica, la poveretta doveva essere stata in acqua parecchi giorni. Arceri ripose la coperta e non potè fare a meno di domandarsi quale fosse la storia di quella donna… che cosa l’avesse condotta li…Mara sedeva sulla seggiola lo sguardo fisso nel vuoto, le mani congiunte e strette con tale forza da rendere ancor più pallida la già diafana pelle della bionda.Di tanto in tanto scuoteva la testa in una muta espressione d’incredulità di fronte all’enormità di quanto già aveva fatto ed ancor di più di quello che si apprestava a fare. I rimorsi e la paura l’attanagliavano in ondate sempre più violente scontrandosi con la sua ansia di rivederlo.Proprio quell’ansia, quel bisogno irrefrenabile la spaventava ancor di più "Era veramente disposta a sacrificare ogni cosa, quanto di più sacro avesse nella vita per quell’uomo ??" si domandava respingendo immediatamente con orrore l’idea,. Ma allo stesso tempo la sua mente volava ad immaginare quanto sarebbe accaduto di li a pochi minuti quando lui sarebbe arrivato. I grossi e scuri capezzoli s’inturgidivano quasi istantaneamente mentre l’immagine delle mani di lui che la toccavano sapientemente scacciavano ogni altro pensiero.Due tocchi leggeri alla porta la fecero sobbalzare, ma Mara rimase immobile. I tocchi si ripeterono più decisi e percepibili e nuovamente lei sobbalzò ma ancora senza muoversi.Vi fu una pausa di qualche secondo, poi Mara si alzò e riuscì ad aprire la porta prima che lui bussasse nuovamente. Cercò di parlare prima che lui potesse fare nulla "Non posso.. non possiamo … è una pazzia vattene…" disse con furia ma senza avere il coraggio di guardare quel bellissimo volto.Come se lei non avesse detto niente, l’uomo avanzò sino a giungerle vicinissimo ed a sovrastarla con la sua figura imponente. La sua voce profonda risuonò nel corridoio facendola fremere come un tuono lontano "Hai fatto tutto ?"E le parole rievocarono nella mente di Mara l’orribile immagine di Elisabetta, la figlia appena diciottenne legata nel suo letto. Incapace di reagire Mara scosse affermativamente la testa "Non possiamo farlo…." Gemette per l’ultima volta con un filo di voce.Ancora una volta per l’uomo fu come se lei non avesse parlato "Sei stata brava… meriti un premio…" le sue mani slacciarono la vestaglia, si portarono sulla curva piena e rotonda dei grossi seni di Mara, ne sfiorarono la sensibilissima pelle ed il corpo della dona rispose con un fremito, lei si morse ferocemente le labbra ma non riuscì a trattenere un gemito di piacere mentre i capezzoli s’inturgidivano ed il liquido calore iniziava a diramarsi dal suo ventre in tutto il corpo.Lui la spinse contro la parete richiudendo la porta alle sue spalle, con una mano continuò ad accarezzarle i seni mentre con l’altra scendeva lungo il ventre raggiungendo la soffice e bionda peluria del pube, il successivo gemito di Mara fu soffocato dalla bocca dell’uomo e la sua lingua prese ad esplorare avidamente la bocca della bionda mentre le dita giocavano con il clitoride sempre più gonfio di piacere.Con gesti bruschi la fece voltare, la fece appoggiare al cassettone dell’ottocento che troneggiava nel sontuoso corridoio, Mara inerte sentì le mani del maschio sollevarle la vestaglia sui fianchi, sentì rabbrividendo il rumore della zip che si abbassava, poi gemette mentre il grosso membro la penetrava. Il piacere le salì al cervello con una rapidità inusitata, pensò che non si sarebbe mai abituata a quelle sensazioni esaltanti.L’uomo iniziò a muoversi dentro di lei a colpi secchi e profondi facendo risuonare le sue natiche e sobbalzare i grossi seni mentre le sue mani vagavano sul corpo di lei donandole piacere. Solo molto dopo Mara ansante lo sentì scivolare fuori di lei e la voce di lui richiamarla alla terribile realtà "Accompagnami da lei…".Era certo che ora lei non si sarebbe tirata indietro ed infatti fu così, Mara s’incamminò nel corridoio senza nemmeno darsi la pena di sistemarsi la vestaglia, lui la seguì ed insieme raggiunsero la camera di Elisabetta.La ragazza era ancora addormentata, il sedativo che Mara le aveva dato stava ancora facendo effetto, era completamente nuda e l’uomo accarezzò il giovane corpo dalle forme sode ed armoniose. Le braccia erano distese e fissate saldamente alla spalliera del letto, un grosso pezzo di nastro le tappava la bocca, ma lei continuava a dormire.L’uomo strappò la vestaglia di dosso a Mara, poi si avvicinò al letto e la fece salire sul letto a fianco della figlia "Avanti preparala per bene se non vuoi che soffra troppo.Tremante Mara prese il flacone d’olio che aveva preparato e si unse le dita, poi iniziò a lavorare sul corpo di Elisabetta. L’effetto del sedativo era ormai quasi del tutto cessato ed al tocco delle dita della madre Elisabetta si svegliò. Ancora intorpidida la guardò senza capire che cosa stesse accadendo, poi si accorse di essere legata ed incominciò ad agitarsi, ma i suoi movimenti divennero convulsi e nei suoi occhi si dipinse autentico terrore quando si accorse della presenza dell’uomo.Si dibatté disperatamente lanciando occhiate supplichevoli alla madre, mentre le mani dell’uomo si posavano sul suo corpo accarezzandola. Mara non la guardava e continuava il suo lavoro, l’olio rendeva lucide le sue dita che affondavano nel solco delle natiche della figlia, spingevano contro il giovane forellino anale penetrandovi a lubrificare il più possibile le pareti interne "Hai commesso un errore a stuzzicarmi piccola ed ora te ne accorgerai…" disse l’uomo con la sua voce profonda.Elisabetta smise di dibattersi e lo fissò ansante, i suoi occhi non si staccarono dal grosso membro ben in vista e dalla mano che lo accarezzava. L’uomo salì sul letto e con facilità le bloccò le gambe impedendole di scalciare. Elisabetta tentò disperatamente di sfuggirgli, ma le corde e l’immane forza dell’uomo glielo impedirono. Sul suo viso si dipinse il terrore prima ed il dolore poi mentre il membro affondava inesorabilmente nel suo retto…….Rita era intenta a leggere un polveroso tomo quando la porta del suo ufficio si aprì e comparve Giacomo, uno dei giovani praticanti dello studio "Il capo ha chiesto di te " disse "…. Con urgenza" aggiunse subito dopo. Rita abbassò gli occhiali ed annuì. Non capitava spesso che il capo chiedesse di lei, ma la cosa non la eccitò più di tanto, di solito si trattava di guai o più in generale di cose spiacevoli.Roberto Bicocchi, il titolare dell’omonimo studio legale, uno dei più famosi della città, non era noto per essere di larghe vedute e per i casi difficili preferiva rivolgersi ai maschi. Rita anche se era socia dello studio da oltre 15 anni non faceva eccezione. Sapeva che lui non amava attendere ma la divertiva l’idea di contrariarlo. Attese qualche minuto solo per dispetto, ben attenta a non farlo arrabbiare troppo, poi andò al suo studio."Mi hai fatto chiamare Roberto ?" domandò affacciandosi alla porta, lui visibilmente seccato annuì facendole cenno d’entrare, ma non le diede la soddisfazione di sottolineare il suo ritardo. Si sedette e subito chiese "Brutte notizie ???" lui scosse il capo "Tutt’altro ho un caso speciale per te… qualche cosa di molto importante…." "Come è abile ad indorare la pillola…" pensò Rita "Di cosa si tratta ??" disse invece."Conosci i Roccelli ???" domandò retoricamente Roberto, Rita annuì "Chi non conosce i Roccelli, la più potente famiglia della città ed una delle più ricche d’Italia…" rispose "Appunto… e non hai nemmeno idea di come la ricchezza ed il potere attirino l’invidia se non addirittura l’odio della gente…" aggiunse Roberto "Soprattutto quando non si esita a vivere l’intera esistenza sul filo della legge come fanno i Roccelli…." Pensò Rita… ma non lo disse."Cosa centro io con i Roccelli ?" domandò "Non me ne sono mai occupata in passato…" aggiunse. I Roccelli erano clienti dello studio da tantissimo tempo ma lei non si era mai occupata dei loro affari, nemmeno delle pratiche più insignificanti."Sai che da qualche tempo il vecchio Roccelli ha lasciato… problemi di salute…. Ora degli affari si occupa il più giovane dei figli Lorenzo ne hai sentito parlare ??" "E’ il principale argomento di pettegolezzo della città…. Un gran puttaniere dicono…" aveva usato volontariamente quel termine volgare per stuzzicare un poco Roberto e convincerlo a saltare quegli inutili particolari.Lui annì "Appunto… qualcuno deve aver deciso di sfruttare queste stupide e maligne dicerie per indebolire la famiglia Roccelli e magari giocare qualche carta azzardata…." Disse con convinzione. A Rita fu difficile contenere la risata che le salì alla gola ma vi riuscì abilmente "E come se posso chiedere ???" disse non appena ripresasi."Da questa Mattina Lorenzo Roccelli è in carcere… trattenuto con un’accusa tanto infamante quanto assurda… te ne renderai conto tu stessa, questo e il mandato d’arresto…" le disse passandole uno spesso plico.Roberto non attese che lei lo leggesse "Voglio che tu lo tiri fuori prima di questa sera e che ti occupi del suo caso…. Hai carta bianca ed avrai dallo studio tutto l’aiuto che ti serve… ora va e mettiti subito al lavoro"Incredula Rita si alzò ed uscì dallo studio tornando al proprio ufficio. Dieci minuti dopo sedeva stupita alla sua scrivania dopo aver letto i capi d’accusa. In effetti, doveva riconoscerlo, l’accusa era apparentemente ridicola ma allo stesso tempo gravissima. Era tutta la storia a sembrare incredibile Lorenzo Roccelli un uomo bellissimo, ricchissimo accusato di stupro e per rendere il tutto ancora più incredibile l’accusa di complicità alla madre della vittima, una donna molto conosciuta in città ed anche molto rispettata.Ora le era chiaro perché Roberto aveva scelto lei… un avvocato donna a difendere con convinzione uno stupratore sarebbe stata una garanzia. La cosa non le piaceva ma era un lavoro come un altro e per giunta anche una grossa occasione. Rita si mise subito al lavoro.Tirare fuori dal carcere Lorenzo Roccelli non fu troppo difficile, Rita lo andò a prendere dopo aver depositato la cauzione e lo accompagnò a casa con un taxi "Se non è troppo stanco potremmo approfittarne per parlare un poco ?" domandò, lui per la prima volta si voltò a guardarla e Rita non potè fare a meno di notare la bellezza ed il fascino di quell’uomo. Di statura alta, quasi un metro e novanta, Lorenzo Roccelli aveva poco più di trent’anni un fisico possente quasi da culturista ed un volto dai lineamenti raffinati nel quale risaltavano i verdissimi occhi dai lampi d’acciaio. La voce calda e profonda la colpì facendola sussultare "Questa storia è tanto assurda… ma la prego mi chieda quello che vuole…" poi si aprì in un sorriso amaro che la colpì moltissimo "Conosceva la vittima ?" domandò e lui annuì "Che rapporti c’erano tra di voi?" Lorenzo fece un gesto con la mano nell’aria come ad indicare nulla d’importante "Elisabetta la conosco bene, la sua famiglia e la mia si frequentano da molto tempo, è sempre stata una ragazzina viziata e per molto tempo ad ogni occasione mi ha ronzato attorno provocandomi come spesso fanno le ragazzine ricche e viziate…" disse "Credo di dover essere sincero se voglio togliermi da questa spiacevole sensazione… è una ragazzina decisamente carina ed in un paio di occasioni ho ceduto alla tentazione…" "Dunque eravate amanti ???" lui rise "No…. Le ho detto che è successo solo un paio di volte… tre al massimo… almeno secondo il mio standard questo non basta a definirci amanti…"A Rita quell’uomo piaceva sempre di meno, era ormai evidente che tutte le voci sul suo conto erano veritiere e non maligni pettegolezzi. S’impose di essere professionali "E che cosa mi dice della madre della ragazza ???" si accorse subito di avere colpito nel segno "Con Mara la cosa è diversa se vuole può dire che siamo amanti… da molti anni…" "Bene… almeno è sincero, mi può anche dire dove si trovava la notte scorsa ?" domandò "Non ha letto la mia deposizione ?" domandò Lorenzo, Rita scosse la testa."La scorsa notte ero a casa di Mara, suo marito era via per affari… ma non ho nemmeno incontrato Elisabetta. Sono rientrato questa mattina giusto in tempo per farmi arrestare…" disse con amarezza "Quando ha avuto l’ultimo rapporto con Elisabetta ?" domandò Rita… "Non ricordo… ma sicuramente almeno due settimane fa…"Erano giunti alla villa dei Roccelli "Ha altre domande ??? Vorrei andare a tranquillizzare i miei…" le disse Lorenzo lei annuì "Verrò a trovarla domani in ufficio o a casa ??" "In ufficio… se qualcuno ha pensato di fermarmi con questa ridicola storia si sbaglia di grosso…." Scese dalla macchina e chiuse la porta. Rita diede all’autista l’indirizzo dell’ufficio… le si prospettava una lunga notte di lavoro.Rita trovò la scrivania ingombra di dossier, lo studio si era dato molto da fare nel reperire tutti i documenti che potevano esserle utili. "Fossero sempre così efficienti…" pensò Rita con un poco di rabbia per le tante volte in cui aveva dovuto sbrigarsela da sola in passato. Si mise comoda ed iniziò a leggere incominciando dai verbali della polizia.Quando il pomeriggio successivo si presentò all’ufficio di Roccelli Rita si sentiva a pezzi. Aveva dormito solo poche ore sul divanetto dell’ufficio, ma almeno ne era valsa la pena. Ora aveva una visione più chiara della situazione e dell’uomo che si trovava a difendere, non restò sorpresa nel trovarsi di fronte la segretaria di Roccelli, una ragazza giovane e bellissima, vestita in modo decisamente provocante con una vertiginosa minigonna ed una camicetta trasparente sotto l’elegante giacca, una segretaria perfetta per un tipo come Lorenzo Roccelli… pensò tra sé mentre la ragazza sculettando si allontanava per andare ad annunciarla.Fu invece sorpresa nel vedere Roccelli uscire dall’ufficio "Bene Giuliana, allora io esco con l’avvocato…. Contattami sul cellulare solo per casi d’emergenza…" disse alla segretaria poi si rivolse a Rita. "Venga… non mi va di discutere di certe cose in ufficio…." Rita avrebbe voluto replicare, ma Lorenzo Roccelli non era uomo che lasciasse replicare la gente che lavorava per lui. Sospirando lo seguì.La condusse in un locale elegante che gli riservò una saletta appartata, l’ambiente era un poco troppo intimo per Rita, ma si adattò. "Questa notte mi sono documentata su di lei e su questa strana vicenda… una cosa molto istruttiva debbo dire…" commentò sarcastica, lui sorrise facendo finta di non capire la velata critica "Sono contento di esserle piaciuto…"Sarò costretta a farle domande molto intime… è assolutamente necessario che risponda con franchezza… costruirò la sua difesa su quanto mi dirà e potrebbe essere molto spiacevole, soprattutto per lei, dover scoprire in tribunale che mi ha mentito…" si affrettò a dire Rita.Lui fece una smorfia "Non ho nessuna ragione per mentire, mi chieda pure quello che vuole…" le rispose e si aprì in un sorriso malizioso che fece risaltare agli occhi di Rita il possibile doppio senso della frase. S’irritò ma s’impose di controllarsi "Iniziamo da Elisabetta, la presunta vittima, mi racconti tutto quello che sa di lei e soprattutto tutto quello che c’è da sapere sui vostri rapporti…".Lui ci pensò un poco poi iniziò a parlare "Inizio dai nostri rapporti, sarà una cosa breve. Come le ho detto la ragazzina mi ha puntato per molti mesi, provocandomi in ogni modo, alle feste cercava sempre di restare sola con me, non perdeva occasione per strusciarsi come una gatta in amore, ho cercato di ignorarla ma in questo genere di cose non sono molto bravo. Elisabetta anche se è solo una ragazzina è molto bella ed a me piacciono molto le belle donne…" sorrise di nuovo mentre apertamente accarezzava con lo sguardo il corpo di Rita soffermandosi a lungo sulle belle gambe.Ancora una volta lei cercò d’ignorarlo e di concentrarsi sul lavoro "Alla fine ho ceduto ed una sera dopo aver bevuto un pò troppo ho accettato di riaccompagnarla a casa. Mi scusi la franchezza, ma la ragazzina non mi ha nemmeno lasciato il tempo di fiatare… avevamo appena lasciato la villa dove si svolgeva la festa che lei se ne stava distesa sulle mie gambe praticando sesso orale mentre io guidavo. Posso affermare con sicurezza che non era certo la prima volta che lo faceva e le garantisco anche che non era vergine quando poco dopo ho fermato la macchina. È successo una seconda volta poche settimane dopo, ma questa volta nel mio ufficio dove lei era venuta senza preavviso, all’occorrenza posso anche provarlo dal momento che non eravamo soli, con noi c’era anche Giuliana la mia segretaria…" tacque subito dopo quella rilevazione, spiando il volto di Rita per verificarne le reazioni."Spero che non ce ne sarà bisogno… non credo che la sua segretaria potrebbe essere considerata una testimone assolutamente attendibile…" rispose Rita non dubitando che lui avrebbe certamente compreso cosa lei realmente pensasse di lui e della sua segretaria. Lorenzo impassibile passò a raccontare tutto ciò che sapeva di Elisabetta, e parlò molto a lungo."Della madre che cosa mi dice ???" lo incalzò Rita non appena ebbe terminato "Mara… una donna fantastica…. Una delle poche donne nate per il sesso… E’ stata lei ad iniziarmi al piacere tanti anni fa…quando ero ancora un ragazzo…" rispose Lorenzo ed aggiunse "Forse per questo ho un debole per le donne con qualche anno più di me…" ed accompagno nuovamente le parole con lo sguardo compiaciuto che si posò sulle gambe di Rita."Queste sue preferenze non mi interessano….. torniamo ai fatti" rispose seccata Rita "Peccato…" non si lasciò scoraggiare lui, ma subito dopo riprese a raccontare. L’incontro andò avanti molte ore sino a che Rita non ritenne di avere elementi sufficienti per incominciare a lavorare. Raccolse i suoi appunti e li ripose nella borsa "Bene, mi farò nuovamente viva quando avrò imbastito una linea di difesa… sarà necessario discuterne assieme" lui annuì "Sarà un piacere, le lascio il numero riservato del mio cellulare… può chiamarmi in qualunque momento e per qualunque ragione… per lei sono sempre disponibile…"Rita prese il biglietto che lui le porgeva ed aggiunse "Non si scomodi ad accompagnarmi… prenderò un taxi…" e dopo un breve cenno di saluto se ne andò.Rita uscì stentando a controllarsi, ogni incontro la sua avversione per Roccelli cresceva e lei era costretta ad arrabbiarsi con se stessa per la scarsa professionalità. Non si riteneva un’educanda ne una bigotta, ma quell’uomo era di una sfrontatezza che superava ogni limite. Anche in quella difficile situazione non esitava un istante a corteggiare, molestare in realtà pensava Rita, il suo stesso avvocato solo perché portava la gonna anziché i pantaloni.Certo, non lo poteva negare, Lorenzo Roccelli era un bell’uomo, inoltre era ricco e potente come pochi quindi era naturale che molte donne subissero il suo fascino, ma questo non gli dava il diritto di credere che tutte dovessero cadere ai suoi piedi. Quasi certamente era uno di quei poveretti che per dimostrare a se stessi di essere un uomo debbono portarsi a letto ogni giorno una donna diversa, Elisabetta, Mara, Giuliana la sua segretaria e chissà quante altre erano state immolate sull’altare di quell’ego mostruoso.Quella sera decise che si sarebbe riposata, probabilmente era così irritabile perché troppo stanca. Sarebbe andata a letto presto e si sarebbe alzata di buon ora la mattina successiva per lavorare con la mente fresca.La notte fu comunque agitata con mille incubi che la tormentavano specchio dei dubbi che ormai l’attanagliavano. Il principale soggetto di quegli incubi era naturalmente Lorenzo Roccelli, ora vile stupratore ora irresistibile seduttore.La mattina successiva Rita si risvegliò parecchio turbata ed impiegò un poco a scacciare quelle spiacevoli sensazioni prima di rimettersi a lavorare.Le ci vollero parecchi giorni per impostare vagliare e correggere l’ipotesi di linea di difesa, impiegò più tempo del necessario anche perché inconsciamente tendeva a rimandare il nuovo incontro con il Roccelli.Alla fine però si decise a chiamare l’ufficio per ottenere un appuntamento. Dall’ufficio le comunicarono che il Roccelli era partito per lavoro e Rita s’infuriò "Ma deve essere impazzito, è fuori su cauzione e non può andarsene dove gli pare…" disse furiosa "Il signor Roccelli ha cercato di contattarla ma allo studio hanno detto che era meglio non disturbarla in questa fase ed hanno pensato loro alle pratiche in procura."Resa ancor più furiosa da quel comportamento dello studio, Rita riattaccò e subito dopo cercò il bigliettino con il numero del cellulare di Lorenzo e compose freneticamente i numeri."Pronto…" rispose la voce inconfondibile di Roccelli "Lei deve essere impazzito… andarsene così senza informarmi… io ho bisogno di parlarle urgentemente e se non torna subito in città andrò da Bicocchi per rassegnargli il mio incarico…" lo investì Rita. "Non si arrabbi così, ho cercato di contattarla ma non avevo il suo numero ed allo studio hanno preferito non disturbarla…" Lorenzo ripeté la versione che già le aveva raccontato la segretaria "Ho dovuto partire… ragioni di lavoro, ma possiamo rimediare facilmente… la mando a prendere, va bene tra un’ora…" continuò con calma.Rita sorpresa restò a lungo in silenzio pensando di rifiutare e costringerlo a ritornare in città, ma alla fine cedette "Quanto dovrò stare via ???" domandò lui ci pensò un attimo poi rispose "Si tratta della mia difesa, voglio avere tutto il tempo necessario per valutare e decidere…. L’ideale sarebbe che si fermasse anche per il week-end… vedrà il posto è stupendo non le dispiacerà…".Due ore dopo Rita decollava dal aeroporto con un jet privato e dopo altre due ore più tardi la macchina mandata da Roccelli raggiungeva la villa, una stupenda villa fine ottocento nelle vicinanze di Taormina, immersa in una rigogliosa macchia mediterranea e protesa sul mare grazie allo sperone di roccia sulla quale si ergeva a strapiombo sul trasparentissimo mare sottostante.Dalla villa le vennero subito incontro "Il signor Lorenzo è impegnato in una importantissima riunione, si scusa e la prega di pazientare ancora qualche minuto la incontrerà non appena possibile… nel frattempo se vuole seguirmi l’accompagno nelle sue stanze…" le disse il premuroso maggiordomo.Mentre percorreva il bellissimo vialetto fiorito che portava alla villa Rita non potè fare a meno di ammirare la bellezza di quel luogo, e subito dopo notò anche che era abbastanza affollato. In lontananza, in una radura che si apriva tra i pini mediterranei vide una piscina intorno alla quale si trovavano parecchie persone, non le sfuggì che tra di loro vi erano anche parecchie ragazze. Da lontano non poteva cogliere i dettagli, ma quel che vedeva era più che sufficiente per capire che erano tutte belle e giovani ed anche non troppo vestite a giudicare dal candido sobbalzare dei seni bagnati che luccicavano al sole "Riunioni d’affari stile Roccelli…" pensò Rita.L’interno della villa era altrettanto splendido, l’arredamento d’epoca i grandi lampadari di cristallo tutto creava un ambiente raffinatissimo. Le sue stanze, un vero e proprio appartamento erano all’altezza del resto, sistemò rapidamente le sue poche cose nel grande armadio a muro che fungeva anche da spogliatoio e si stese un poco a riposare per il viaggio, addormentandosi.Fu svegliata dal leggero bussare alla porta "Si.." disse cercando di risvegliarsi "Il signor Roccelli l’attende nello studio…" disse la voce del maggiordomo da dietro la porta. "Scendo subito…" rispose Rita ed andò in bagno a rinfrescarsi e risistemarsi il trucco.Scese le maestose scale e vide il maggiordomo che l’attendeva e che l’accompagnò nello studio di Lorenzo. Non appena la vide entrare lui le sorrise e le si avvicinò porgendole un bicchiere con una bibita fresca, per una volta Rita gli fu grata e sorseggiò la gustosa bevanda "Non si è ancora cambiata ?? " domandò Lorenzo, "Come avrà certamente avuto modo di vedere qui l’ambiente anche se austero è piuttosto informale…" disse facendo una mezza giravolta per mostrare l’accappatoio che indossava sopra al costume."Lei sarà forse abituato a questo genere di riunioni di lavoro…" rispose secca Rita… "Ma se non le dispiace troppo…" aggiunse sarcasticamente "Io preferisco il mio tradizionale modo di lavorare.." ed a sua volta mostrò il suo abito elegante ma serio e castigato scimiottando il gesto che poco prima aveva fatto Roccelli. "Peccato… lei non lo sa ma non avevo nessun impegno di lavoro era tutta una scusa per poterla vedere in costume da bagno…." Disse lui scoppiò a ridere ed aggiunse "Non ci faccia caso scherzo…""Certo…" rispose Rita "ho visto l’importante riunione d’affari che si svolgeva alla piscina… mi domandavo solo se tutte quelle belle ragazze seminude fosse le segretarie… e nel caso come facessero a stenografare…" continuò, Lorenzo rise nuovamente "E’ più facile trattare affari con uomini rilassati…. Le ragazze servono solo a creare un ambiente tranquillo e sereno…" rispose Lorenzo e Rita non si trattenne "Lei è un vero porco…." Se ne pentì subito, ma lui non si mostrò ne colpito ne irritato, si limitò a scuotere le spalle "Sono certamente in buona compagnia a questo mondo…"."Allora, si sieda e mi spieghi con calma che cosa ha in mente per la mia linea di difesa…." Disse Rita aprì la borsa e ne estrasse le carte, poi si sedette ed iniziò a parlare "I punti fermi ai quali mi sono appoggiata sono tre, i suoi precedenti rapporti con Elisabetta, la sua relazione con Mara e la sua ben nota reputazione di donnaiolo…" le ci volle più di un’ora per descrivere la complessa strategia di difesa e Lorenzo l’ascoltò senza interromperla "Comprende bene che se adottiamo questa strategia, l’unica che io consideri sicuramente vincente, saremo costretti a sbandierare la sua relazione con Mara e la cosa potrebbe essere parecchio imbarazzante per la donna.." spiegò alla fine "Più imbarazzante che un accusa di aver partecipato allo stupro della figlia ??" domandò Lorenzo e Rita fu costretta ad ammettere che aveva ragione."Mi sembra ben costruita, solida nelle sue basi, ma voglio rifletterci un poco prima di darle una risposta.." poi sfoderò il suo solito sorriso e le domandò "Questa sera ci sarà una cena di gala sarà dei nostri vero ?", Rita scosse la testa "Preferisco cenare in camera mia se non le dispiace… comunque non avrei nulla da mettermi per una cena di gala… non crede che tutte quelle bellissime ragazze ravviveranno la serata anche senza di me ??".Lui sorrise "Se guarda bene sul suo letto rientrando in camera si accorgerà di essersi sbagliata sul fatto di non avere un vestito adeguato… mi dispiacerebbe molto se lei non partecipasse e le assicuro che non sfigurerà a confronto di nessuna delle ragazze… anzi sarà certamente la più ammirata… almeno da me" rispose lui galante.Sorpresa e confusa, Rita raccolse le carte rimettendole nella borsa "Ci penserò…" disse per togliersi dall’imbarazzo, poi uscì dallo studio mentre Lorenzo le diceva "Alle 20… la cena è alle 20…".Come Lorenzo aveva promesso, sul letto trovò una grande scatola, vinta dalla curiosità l’aprì e vi trovò uno splendido vestito di un azzurro tenue che risaltava sulla sua capigliatura biondo chiaro. Con tipica vanità femminile, se lo appoggiò al corpo e si voltò verso lo specchio per vedere come le sarebbe stato, subito dopo arrossì leggermente al pensiero. L’abito era scollatissimo e trasparente, con due alette rigide che avrebbero fasciato e sollevato i suoi piccoli seni facendoli sembrare più voluminosi, il tutto era fintamente celato da sottilissimi veli e l’abito scendeva aderentissimo modellando i fianchi per aprirsi secondo la linea piena e matura dei fianchi. La gonna lunga ma con un profondissimo spacco avrebbe completato l’opera.Rita scacciò il pensiero e gettò il vestito sulla poltroncina, poi si spogliò e se ne andò a fare una docciaDi tanto in tanto Lorenzo mentre i suoi ospiti parlavano lanciava una rapida occhiata alla scalinata, le 20 erano passate da alcuni minuti, ma lui esitava a dare inizio alla cena, era certo che lei sarebbe scesa, certo poteva anche sbagliarsi, ma raramente gli capitava con le donne, il maggiordomo gli lanciò un’occhiata impaziente, ma lui non ci fece caso e si voltò a parlare con un invitato, ad un tratto sorrise mentre notava che l’attenzione del suo interlocutore era distratta da qualche cosa alle sue spalle.Senza troppa fretta si voltò e vide Rita che scendeva dalla grande scalinata, dovette ammettere che era veramente affascinante ed il suo sguardo si posò sulle belle cosce generosamente offerte dallo spacco che si apriva ad ogni gradino percorso. "Donna molto interessante chi è ??" gli domandò il suo interlocutore "Non fa parte della festa Carlo… è il mio avvocato… riserva di caccia personale…" rispose lui e subito dopo si staccò per andare incontro a Rita. Lei evidentemente imbarazzata dalla reazione dei presenti, prese il braccio che lui le porgeva sfruttando l’occasione per sibilargli nell’orecchio "Volevi mettermi in imbarazzo, mi è venuto un colpo quando vi ho visti radunati qui…" lo stress senza che se ne accorgesse l’aveva portata a dare del tu a Lorenzo, che soddisfatto rispose "Non volevo metterti in difficoltà… volevo solo guardare meglio le tue splendide gambe..".Per la prima volta Rita rise nervosamente del complimento di Lorenzo ed aggrappata al suo braccio lo seguì in sala da pranzo. Durante la cena, Lorenzo non la lasciò mai sola, sempre solerte e premuroso, ma anche inaspettatamente galante e piacevole, Rita incominciò a pensare che se Lorenzo Roccelli aveva tanto successo con le donne dopo tutto non doveva essere solo per la sua ricchezza."Piaciuta la cena ?" domandò Lorenzo alla fine, Rita annuì "Hai un cuoco eccezionale… dovrò digiunare una settimana per smaltire le calorie di questa cena…" "Una buona passeggiata fa miracoli…ti va di visitare i giardini della villa… sono uno spettacolo molto suggestivo la notte…" propose lui "Mi piacerebbe ma i tuoi invitati ?" domandò retoricamente Rita lui alzò le spalle "Faranno senza di me…". Uscirono quasi inosservati e lui la accompagnò lungo i verdi vialetti illuminati da luci sapientemente disposte per creare meravigliosi giochi di luci e di ombre. Per tutto il tempo lui fu un perfetto anfitrione, raccontandole la storia di quel posto incantato ed anche le leggende che nei secoli erano nate dalla fantasia popolare.Rita era talmente presa da quella magica atmosfera che quasi non si accorse del braccio di lui che si portò a cingerle i fianchi, la vicinanza di quel corpo giovane e forte anzi le piacque e ci si abbandonò rilassandosi. Giunsero in una stupenda radura che si apriva su un alto parapetto. Giuntivi davanti ai loro occhi si aprì il meraviglioso spettacolo del mare a strapiombo sotto di loro sulla superficie del quale si rifletteva con mille giochi di luce la luna.Rita ebbe un sospiro "Assolutamente meraviglioso vero…" disse Lorenzo e lei annuì resa muta dalla meraviglia "Nella storia della villa in questo posto sono nati grandi amori o grandi passioni…." Continuò lui "Non stento a crederci.." riuscì finalmente a dire Rita e subito dopo rabbrividì mentre lui l’abbracciava da dietro "Questa vista mette i brividi vero…" disse Lorenzo "Ma io fremo soprattutto perché qui con me ci sei tu….. ".Le sue mani l’afferrarono e la costrinsero a voltarsi, si chinò e le sue labbra incontrarono quelle di lei, le mani di Rita puntarono contro il petto dell’uomo ma non spinsero nella disperata parodia di un rifiuto. La lingua di Lorenzo penetrò nella sua bocca, prendendo subito a giocare abilmente con quella di lei. Rita si sentì sciogliere mentre un immane calore iniziava a diramarsi dal suo ventre verso gli angoli più remoti del suo corpo. Ebbe un sussulto quando le dita di lui s’infilarono nello spacco del vestito, sfiorarono la sua pelle sensibilissima attraverso il sottile velo delle calze.Non poté fare a meno di arrossire mentre il delicato ma intenso profumo della sua eccitazione si spargeva nell’aria intorno loro. Solo quando Lorenzo si spinse oltre e le sue dita scostarono il bordo delle mutandine raggiungendo l’epicentro del suo desiderio, Rita dopo essersi per un attimo abbandonata ad un gemito, si riscosse.Le mani tornarono a spingere sul petto di Lorenzo, questa volta con forza alla quale lui si oppose solo per un istante, le loro labbra si scostarono e lui la guardò sorpreso "Non posso… non qui … potrebbe arrivare qualcuno…." Ansimò lei e lui sorrise scuotendo la testa "Non succederà… ma se anche fosse… cosa credi che stiano facendo adesso tutti gli altri ospiti…." Rita lo guardò incredula, lui la prese per mano "Vieni… vedrai con i tuoi stessi occhi". Rita lo seguì come un automa. Lorenzo si spostava con sicurezza anche nell’oscurità del grande giardino, Rita credette di riconoscere il percorso che portava alla piscina. Erano ancora distanti quando sentì la prima risatina argentina risuonare nell’aria alla quale fece eco un suono più gutturale e basso. Lorenzo si arrestò mentre con la mano la spingeva davanti a se e Rita ebbe la visuale aperta verso la piscina illuminata. Notò subito la bionda capigliatura di una ragazza immersa nell’acqua, con i gomiti appoggiati al bordo della piscina. Dopo qualche istante notò anche l’uomo alle sue spalle e gli inequivocabili e ritmici movimenti del suo corpo Le mani di Lorenzo tornarono abilmente in azione, questa volta sui suoi seni, accarezzando i turgidi capezzoli attraverso la stoffa sottile del vestito. "Loro non si fanno problemi… si desiderano e lo fanno…" sussurrò poi la lasciò guardare ancora un poco la scena e la condusse dolcemente via. Rita non parlava, si avvicinavano alla villa sentirono nuovamente risate maschili e femminili mescolarsi nell’aria.Passarono a fianco della villa, protetti dall’oscurità della notte, non visti passarono di fianco alle porte spalancate della grane salone, Rita non riuscì a non guardare quei corpi nudi che si rincorrevano si avvinghiavano in coppie… in gruppi il cui unico fine era il piacere più sfrenato.Lui la condusse oltre, entrarono e salirono le scale, Rita non si oppose nemmeno quando lui aprì la porta della sua stanza e vi entrò insieme a lei.Il corpo possente di Lorenzo la schiacciò contro la porta appena richiusa, le sue mani s’impossessarono di lei, con una delicatezza sorprendente, in assoluto contrasto con il vigore di quel corpo atletico, vagarono liberandola ben presto della stoffa che la proteggeva. Rita cercava di opporsi al desiderio che la sconvolgeva, ma dovette arrendersi quando la bocca di Lorenzo scese sui piccoli seni e s’impossessò dei rosei e turgidi capezzoli.Ad un tratto si ritrovò sollevata dalle braccia di Lorenzo che la condusse sul letto, ormai era nuda ad eccezione delle calze e delle mutandine, lui si chinò su di lei e mentre le mani toglievano anche l’ultima barriera la sua bocca s’immerse nel suo pube e la lingua saettò con precisione. Rita gemette mentre una terribile fitta di piacere le trafiggeva il cervello. La nebbia avvolse la sua mente, la vista le si oscurò.Quando si riprese si ritrovò di fronte Lorenzo che terminava di spogliarsi, non si trattenne e la sua mano sfiorò la linea prorompente dei muscoli del maschio, quando lui si sfilò anche i boxer, Rita fissò sgomenta il membro eccitato, la mano di lui la spinse a chinarsi verso l’asta protesa e lei non si oppose. Il glande le sfiorò le labbra e lei le dischiuse gioendo del gemito di piacere che proruppe dalla gola di Lorenzo.Chiuse gli occhi mentre la sua lingua iniziava a lambire il turgido glande e nella sua mente comparve l’immagine di Lorenzo in compagnia di una delle tante bellissime ragazze che popolavano la villa china su di lui con il grosso membro affondato in bocca.L’eccitazione la colse travolgente al pensiero che lui invece fosse li con lei, che lui desiderasse lei invece di quelle bellissime e giovani ragazze. Dischiuse la bocca ed iniziò ad accogliere l’enorme membro cercando di ingoiarne quanto più potesse. Sentì le vibrazioni di piacere che pervasero l’asta, sentì la mano di lui aiutarla nell’immane compito con una leggera pressione sulla nuca ed esplose in un precoce orgasmo che la fece gemere.Perse il contatto con la realtà e continuò a succhiare e pompare con foga crescente….quando si riprese un poco tutto era già cambiato, Lorenzo l’aveva fatta stendere sul grande letto ed il suo corpo muscoloso la sovrastava mentre il membro strusciava sulle grandi labbra, solleticandole il clitoride mentre si lubrificava prima d’iniziare a penetrarla. "Lo voglio… subito…" sussurrò Rita incapace di controllarsi. Lorenzo si chinò a baciarla mentre con abilità guidava il glande a penetrarla.Per un attimo Rita restò sconvolta dalle dimensioni e dalla potenza di quel membro, si sentì dilatare oltre ogni limite immaginato ma non provò alcun dolore… anzi si sentì esaltata, con le braccia lo attirò ancor più a se, gli avvolse le cosce intorno alla vita accogliendolo con un gemito prolungato che ben presto si tramutò in un nuovo orgasmo.Divenne un giocattolo nelle esperte mani di Lorenzo, una bambola pronta a qualunque cosa purchè lui non smettesse di regalarle piacere.E Lorenzo instancabile la accontentò, dedicandosi interamente a lei, mescolando sapientemente dolcezza, selvaggia potenza e fantasia sino a che non la vide stremata e sognante, se in quel momento Rita fosse stata ancora in grado di guardarlo sarebbe stata sorpresa dallo strano ghigno soddisfatto che per un breve attimo si dipinse sulle labbra di Lorenzo. Lui subito dopo si chinò e le sussurrò "Succhiamelo te ne prego…. Vorrei tanto godere nella tua bocca…"Rita non lo aveva mai fatto, ma non esitò nemmeno un istante. Sino a quella mattina l’idea l’avrebbe disgustata ma in quel momento la riempì di gioia incontrollata. Si gettò avida sul gigantesco membro rilucente dei suoi stessi umori, lo leccò è succhiò freneticamente desiderosa di donargli tutto il piacere di cui era capace e quando il membro di Lorenzo iniziò a sussultare non si sottrasse, ma anzi strinse le labbra intorno all’asta e lasciò che il caldissimo sperma le allagasse la bocca, le colasse in gola come se fosse ambrosia il nettare degli dei….Molte ore più tardi, Rita giaceva ne letto, incapace di dormire e gustava il ritmico rumore del respiro di Lorenzo che dormiva accanto a lei. Ora che i suoi sensi si erano calmati, la sua mente era comunque un’esplosione di emozioni. Sino a quel giorno aveva nutrito molti dubbi su Lorenzo, covato il sospetto che quell’uomo ricco e potente potesse avere veramente commesso il crimine del quel lo accusavano. Ma ora ogni dubbio era svanito… lui gli aveva dimostrato di poter avere qualunque donna volesse e di essere capace di un’attenzione ed una delicatezza sorprendente.Ora capiva bene quanto assurde fossero quelle accuse.Certo a Lorenzo piacevano le donne e piaceva il sesso… forse era anche un poco maniaco, ma da li ad accusarlo di quelle cose orribili… ma non l’avrebbero avuta vinta… ci avrebbe pensato lei. Iniziò a fare subito piani mentali. Non appena rientrata in città avrebbe fatto iniziare le ricerche. Doveva al più presto sapere tutto di Elisabetta e di suo padre… sentiva che quella doveva essere la pista giusta. Il quadro che si delineava pareva essere promettente…. Avrebbe fatto indagare su quei due ed in particolare sui loro spostamenti in quel maledetto giorno….Era talmente immersa nei suoi ragionamenti che non si accorse che Lorenzo si era svegliato, sussultò sentendo il membro eccitato del maschio che si adagiava nel solco delle sue natiche "Non dormi ??" domandò lui con la sua irresistibile voce che la fece fremere, Rita scosse la testa "Bene… mi sarebbe spiaciuto doverti svegliare…" continuò Lorenzo e la costrinse a girare la testa per baciarla.Al tocco delle sue labbra Rita si sciolse e poco dopo il membro di Lorenzo la riempiva nuovamente facendola gemere ed il pube del maschio iniziava a sbattere ritmicamente contro le sue natiche. Ben presto lui la fece ruotare leggermente e le fu sopra. Rita affondò il viso nel cuscino soffocandovi i gemiti di piacere che accompagnavano ogni affondo e si abbandonò raggiungendo ben presto l’orgasmo. Lui se ne accorse e ruotò sul letto trascinandola con se, sollevandola con la facilità con cui avrebbe sollevato un bambino. Rita si ritrovò sopra di lui in un’oscena posizione che la fece arrossire nel buio, ma iniziò a muoversi a ritmo crescente cercando di donare anche a lui il piacere che aveva provato poco prima e che ancora provava.Le mani di Lorenzo, presero a stuzzicarle il clitoride ed i turgidi capezzoli e mantenendo vivo il suo desiderio ansante Rita lo sentì gemere e fremere dentro di lei, poi si sentì allagata dall’orgasmo del maschio ed a sua volta venne per l’ennesima volta in quella notte.Stremati entrambi dormirono sino a tardi, Rita fu l’ultima a svegliarsi, lui era ancora steso vicino a lei, e la guardava lei abbassò gli occhi stiracchiandosi, ma non potè fare a meno di provare un nuovo brivido guardando il corpo nudo di lui "Mi sembra che sia l’ora di una succulenta colazione… che ne dici ??" le domandò, "Ho una fame terribile…" rispose lei ridacchiando. Lui sollevò il telefonò e ordinò la colazione.Rita si sentì un poco imbarazzata… ora altri sapevano che lei aveva passato la notte con Lorenzo, lui notò la sua espressione "Qualche cosa non va ??" lei scosse la testa "Sono solo una sciocca… ma non mi era mai capitato di fare colazione a letto con un uomo che non fosse mio marito…" lui rise "Sei sposata ???" domandò, lei scosse la testa "Divorziata….mio marito ed io eravamo troppo impegnati con il lavoro…" disse sorprendendosi di poterne parlare tanto tranquillamente con uno che sino a pochi giorni prima nemmeno conosceva, lui elegantemente cambiò argomento "Ti da fastidio che sappiano che siamo diventati amanti… te ne vergogni forse??? la stuzzicò e con sicurezza lei scosse la testa negativamente "Bene perché io voglio che lo sappiano tutti… sei una donna fantastica…" aggiunse Lorenzo chinandosi a baciarla nuovamente.Poco dopo bussavano alla porta "Avanti .." rispose Lorenzo, senza darsi la pena di coprirsi mentre Rita pudicamente si copriva con il lenzuolo. Una giovane cameriera entrò spingendo un carrello imbandito, Lorenzo si alzò e con un balzo fu accanto a lei e prelevò qualche cosa dal carrello iniziando subito a mangiare. La ragazza bloccò il carrello dispose le seggiole e poi uscì dalla stanza "Vieni Rita se ne è andata… puoi uscire dal tuo nascondiglio…" "Dovevi proprio esibirti così… la poveretta ora mi odierà…" scherzò lei alzandosi ed avvolgendosi il lenzuolo intorno al corpo per andare a fare colazione.Lui scosse la testa "Ti sbagli… guarda che lei guardava te… è lesbica…" involontariamente Rita arrossì "Ma dai…." Farfugliò confusa "Non scherzo… se solo gliene dessi l’occasione ti mangerebbe viva… metaforicamente parlando s’intende…" Rita si sentì ancor più confusa, lui la attirò a se abbracciandola la baciò sul collo e sussurrò…"Sarebbe molto eccitante poterti vedere alle prese con lei… la tua prima esperienza lesbica… credo che impazzirei…" Rita non disse nulla cercando d’ignorarlo ma lui insistette "Se vuoi quando torna possiamo provare…. Dimmi di si…." Rita trovò la forza di dire "Sei pazzo…" ma quando lui le rispose "Si… pazzo di tè ed iniziò a toccarla come sapeva ed ad evocare quanto sarebbe potuto accadere… cedette all’eccitazione e sussurrò "Cosa mi fai fare…" arrendendosi alle sue insistenze nascondendosi il viso tra le mani ed arrossendo visibilmente.Quando Alessia la cameriera, una bella bruna di circa 20 anni dalle origini chiaramente mediterranee, rientrò nella stanza per riprendere il carrello della colazione, notò subito che nell’aria c’era qualche cosa d’insolito. Lorenzo era tranquillo e sorridente come al solito, ma Rita appariva confusa e nervosa ed evitava accuratamente di guardarla. Lavorava per il Roccelli da quasi un anno ed ormai non si meravigliava più di nulla, aveva comunque la sensazione di essere lei la causa ed il pensiero la eccitò. Ne ebbe un’immediata conferma quando Lorenzo le si rivolse dicendole. "Cara Alessia… questa mattina sei ancora più bella del solito… anche la mia amica Rita se ne è accorta…", la brunetta prontamente si adattò al gioco e facendo un grazioso inchino ringraziò sfoderando un bel sorriso malizioso "Lei è troppo gentile signor Lorenzo… ed anche lei signora…" Lui soddisfatto della risposta della ragazza continuò il gioco "Un poco ti invidia…. Dice che hai un bellissimo seno mentre lei pensa che il suo sia troppo piccolo…" e le sorrise in segno d’intesa. Alessia capì subito che cosa lui volesse da lei e non esitò neanche un istante… conosceva bene il Roccelli e sapeva che ogni esitazione le sarebbe costata il posto."Ma cosa dice signora… da quanto posso vedere lei ha un seno meraviglioso… è il mio che è troppo grande…" cinguettò, poi si avvicinò a Rita che stava distesa sul letto "Ne sono certa… ma mi faccia vedere meglio…" disse la ragazza e la sua piccola mano iniziò a scostare il lenzuolo che copriva il corpo di Rita. Ben presto i rosei capezzoli e la delicata curva del seno furono scoperti "Proprio come pensavo… è veramente stupendo ed anche sodissimo…" disse Alessia mentre la sua mano sfiorava la vellutata pelle della bionda."Brava Alessia… convincila tu…" le fece eco Lorenzo spingendo apertamente la ragazza ad andare oltre. L’invito fu immediatamente recepito. "Guardi se non ci crede.. il mio seno è grande ma molto più morbido del suo…. Mi salvo perché ho vent’anni…" esagerò Alessia e con rapide mosse slacciò l’uniforme scodellando i grossi seni di fronte all’esterrefatto viso di Rita. La giovane prese la mano di Rita e se la portò al seno, guidandola nella carezza "Sente… uhmmm che mani deliziose ha signora…" disse mentre le dita di Rita sfioravano i grossi e scuri capezzoli che risposero inturgidendosi.Alessia subito dopo si chinò su Rita "Signora mi ha talmente eccitata che non posso resistere…" disse con un sorriso, poi si chinò e la sua bocca si portò abilmente sui capezzoli della bionda succhiandoli e leccandoli. Malgrado la tensione che l’attanagliava Rita non riuscì a trattenere un sospiro di piacere che, quando i denti della ragazza mordicchiarono dolcemente il capezzolo che teneva serrato tra le labbra, si tramutò in un gemito.Alessia sentì su di se le mani impazienti di Lorenzo…"Togliti questa uniforme… t’impaccia solo…" e poco dopo si ritrovò nuda, stesa accanto a Rita intenta a baciarla ed ad accarezzarla. Sapeva di dover offrire quello spettacolo a Lorenzo e quando scese a leccare il sesso della bionda, lo fece scosciandola oscenamente in modo che il maschio potesse gustarsi al meglio lo spettacolo.Anche se la mente di Rita continuava a rifiutarsi di partecipare al suo gioco, il suo corpo si era ormai da tempo arreso, le dita di Alessia penetrarono facilmente nel suo ventre ormai umettato solleticandola mentre la tumida lingua inturgidiva il clitoride con sapienti tocchi.Ogni resistenza di Rita cadde quando la giovane rigirandosi sul letto senza smettere di leccarla si portò ad offrire la profumata vagina, strusciando il pube sul suo viso. Con un gemito soffocato, Rita iniziò a sua volta a baciarla e leccarla mentre l’orgasmo iniziava a scatenarsi in lei.Non si era ancora ripresa che una nuova ondata di piacere la travolse quando il membro di Lorenzo scivolò nel suo ventre e lui prese a scoparla mentre la brunetta non smetteva di stuzzicarle il clitoride con la tumida e mobilissima lingua. Di tanto in tanto quando la sentiva troppo prossima all’orgasmo, Lorenzo estraeva il membro dal suo ventre concedendole qualche istante di pausa.In quelle occasioni Alessia era pronta ad impossessarsi del membro sussultante che veniva subito avvolto dalle sue morbide labbra e risucchiato nella calda bocca dal vorticoso frullare della lingua. Rita non se ne accorse, ma in una di quelle occasioni, Lorenzo si chinò sulla bruna fissandola intensamente negli occhi mentre con le dita raggiungeva il solco delle marmoree natiche della giovane spingendo le dita a solleticare l’elastico sfintere.Lorenzo riprese a scopare Rita e la portò ad un nuovo orgasmo, poi si staccò dalla bionda e girò sul letto portandosi alle spalle di Alessia e fece atto di penetrarla, ma la ragazza con un leggero movimento si sottrarre "La prego signor Lorenzo… la signora si sta già occupando stupendamente della mia fichetta…. Per favore lei si occupi del mio culetto". Lorenzo sorrise soddisfatto certo che Rita non potesse osservare la sua espressione.Le sue mani afferrarono i fianchi di Alessia, la spinsero ad abbassarsi un poco, ora le natiche della giovane erano perfettamente visibili a Rita, il grosso glande si fece largo tra le sode ed abbronzate natiche e si appoggiò allo sfintere, lui spinse con decisione la giovane trasse un gemito mentre le carni si dilatavano sotto l’immane pressione. Rita fissò incredula quell’enorme bastone di carne che forzava le giovani carni della brunetta, sentì incredula la voce di Alessia incitare il maschio. Lentamente ma inesorabilmente il membro di Lorenzo scomparve nello stretto ma elastico culetto ed il suo pube aderì perfettamente alle sode natiche.Poi Lorenzo prese a muoversi mentre il suo scroto iniziava a strusciare sul viso di Rita. Alessia si mise a lavorare con foga sul sesso di Rita e l’eccitazione riprese possesso del corpo di Rita che si rigettò a leccare e succhiare ora la giovane ora i duri coglioni di Lorenzo. Il maschio lentamente accelerò il ritmo sino a far assumere all’amplesso un che di selvaggio. Se l’ano di Alessia non fosse stato ben allenato quell’enorme membro l’avrebbe dilaniato, ma era giovane ed elastico e sopportava bene quel rude trattamento. Lorenzo all’improvviso si sfilò, potenzi schizzi di sperma piovvero sulle natiche di Alessia e sul viso di Rita poi lui si lasciò cadere sul letto mentre la bionda leccava le bianche gocce sulle natiche della giovane che poi si voltava ed a sua volta le ripuliva il volto dal copioso sperma che la imbrattava per chiudere con un appassionato bacio lesbico.Lorenzo la lasciò mezz’ora dopo per tornare a dedicarsi ai propri affari, a Rita non dispiacque perché si sentiva frastornata da quanto accaduto ed aveva bisogno di restare un poco da sola per riordinare le idee. Mai in vita sua si era comportata in modo simile anzi, la sua era stata una vita abbastanza normale e tranquilla un paio di ragazzi poi il matrimonio che si era consumato in una tranquillità quasi eccessiva sino a che da buoni amici lei e suo marito si erano lasciati, troppo presi dal loro lavoro e senza più nulla da dirsi. Dopo il divorzio, qualche uscita con amici ma nulla di serio per molti anni ed ora si era lasciata travolgere dall’indubbio fascino e dalla carica sensuale di Lorenzo Roccelli.Ripensando a quanto aveva fatto in sole 24 ore avrebbe dovuto spaventarsi, ma non era così. Il ricordo anche di quanto accaduto poco prima con Alessia non le provocava nessun disagio anzi le dava ancora un brivido d’eccitazione. Era come uno squarcio nel sipario che sino ad allora le aveva nascosto i piaceri della vita, un piccolo squarcio che Rita sentiva si sarebbe ben presto allargato. Lorenzo salutandola le aveva dato appuntamento alla sera sussurrandole "Ho in serbo qualche cosa di speciale per questa sera… spero tanto che accetterai" poi l’aveva baciata con dolcezza per concludere dicendole "Te ne parlerò questa sera a cena".Rita provò un brivido e decise sin da quel momento che avrebbe accettato la proposta di Lorenzo. Con un uomo come lui non vi potevano essere certezze e lei voleva trarre da quell’esperienza nuova tutta quanto era possibile.Nel pomeriggio si mise a lavorare alla causa ma fu spesso distratta da attimi in cui la grande casa pareva improvvisamente animarsi d’insolita eccitazione. Gente che andava e veniva, elicotteri che atterravano e ripartivano dalla grande radura posta a circa un chilometro dalla villa. Più volte Rita si affacciò al balcone per capire quanto stava accadendo ma riuscì solo a concludere che vi erano stati nuovi arrivi o nuove partenze.Venne la sera ed una cameriera portò un nuovo vestito che Lorenzo aveva fatto prendere per lei, ed un favoloso collier di perle. Rita eccitata iniziò a prepararsi, il vestito era cortissimo ed aderente, di un rosso fuoco e molto scollato, il collier di perle faceva risaltare lo splendido decoltè.All’ora di cena Lorenzo venne a prenderla per l’aperitivo, poi a cena, Rita conobbe i nuovi arrivi. Non vi fu bisogno di presentazioni, le tre donne arrivate con gli elicotteri quel pomeriggio erano famose ed anche Rita che solitamente non si occupava di cronaca mondana non ebbe difficoltà a riconoscerle. Vi era Brigitte, una bionda di origini francesi altissima e giunonica, dalle forme statuarie. Molte volte Rita l’aveva vista su giornali e televisioni. Poi vi era Deny, una Top model di colore altrettanto alta ma dalle linee flessuose ed eleganti infine quella che Rita considerava la più bella di tutte, la splendida Niky, una celebre attrice americana.Nel vedere quelle donne Rita non ebbe più dubbi sulla fama ed il potere di Lorenzo, la curiosità la spinse a chiedere a Lorenzo "Scusa ma che ci fanno qui quelle tre… mi risulta che almeno due di loro siano sposate… ma non vedo i loro mariti…." Lui sorrise poi scosse la testa "Frena la tua curiosità ancora un poco…. Te ne parlerò dopo cena". La cena fu come al solito piacevole anche se Rita si sentiva nervosa d ansiosa di conoscere i progetti di Lorenzo, un poco la irritava vederlo divertirsi mentre lei si rodeva nell’attesa, ma era un’attesa piacevole e la sua fantasia vagava libera immaginando le situazioni più strane e coinvolgenti. Finalmente dopo la cena Lorenzo la prese sotto braccio e la condusse nuovamente nel giardino."Dai… non farmi soffrire… dimmi subito che cosa ha inventato quella tua testolina perversa…" disse lei impaziente, strattonandolo per il braccio, Lorenzo rise "Nulla di particolare devi sapere che io ho molti amici nel mondo…. Ma in particolare 3…che sono presenti questa sera." Fece una breve pausa poi riprese "Io e questi tre signori abbiamo studiato assieme… siamo stati giovani assieme insomma poi la vita ci ha separati ma abbiamo mantenuto i contatti e ci ritroviamo 3 o quattro volte all’anno ospiti di uno dei quattro."Rita ascoltava impaziente, frenando le domande che le sorgevano nella mente per paura di prolungare la rivelazione del progetto di Lorenzo "Inutile dirti che a tutti e quattro piacciono le belle donne…" Rita fece una smorfia come a sottolineare l’ovvietà di quell’affermazione "Da qualche anno abbiamo instaurato una piccola tradizione… il padrone di casa offre agli altri la compagnia di splendide donne…" Rita assunse un’espressione stupefatta e scandalizzata mentre incominciava a capire. Lui rise divertito ma continuò "E’ una specie di gioco, ciascuno di noi esprime un giudizio sull’ospitalità ricevuta ed alla fine dell’anno il vincitore riceve da ognuno degli altri tre un piccolo assegno…" Rita riuscì a vincere la sorpresa ed a domandare "Piccolo quanto…" "Cinque milioni di dollari…" disse lui con non curanza.Ci vollero molti secondi prima che Rita riuscisse a pronunciare parola "E io cosa centro con tutto questo…." Domandò con voce tremante lui le sorrise e le sfiorò le labbra con un bacio "Se accetterai questa sera insieme a Brigitte , Niky e Deny costituirai la squadra che mi farà vincere la sfida….". Rita l’aveva già intuito ovviamente eppure sentirglielo dire la fece tremare e scuotere il capo con forza, solo il giorno prima avrebbe schiaffeggiato Lorenzo per una simile proposta invece farfugliò confusa "Non è possibile loro sono bellissime… famose… io invece…" lui le pose le dita sulle labbra , spinse il pube contro di lei facendole sentire la pressione del suo membro eretto "Tu sarai la più eccitante di tutti….." le sussurrò.Rita esitava ancora "Ma succederà quello che penso…. Come hai fatto a convincere quelle tre ????" domandò cercando di prendere tempo. Ma le mani di lui vagavano già sul suo corpo, fitte di piacere iniziavano a giungere al suo cervello rubandole lucidità. "Con il denaro si può tutto… soprattutto in quel mondo…." Rispose lui con un sorriso, poi la prese sottobraccio "Vieni andiamo… ci stanno aspettando…" le disse e Rita ancora una volta lo seguì docilmente combattuta tra il desiderio di sottrarsi e quel calore che incominciava a diffondersi dal suo ventre in tutto il corpo.Lui la condusse in uno studiolo privato, nel quale stavano già aspettando i suoi tre amici in compagnia di Brigitte, Deny e Niky, non appena entrarono gli sguardi dei tre si posarono su Rita e l’ammirazione fu più che evidente nei loro occhi "Caro Lorenzo, ci chiedevamo chi fosse l’ultima delle prescelte a completare il tuo splendido poker e debbo dire che ora che la vedo posso confermare che ti sei superato…" esclamò uno dei tre prendendo la mano di Rita e baciandola elegantemente.Le altre tre donne la fissarono con diffidenza evidentemente sorprese di vedere qualcuna che non conoscevano in mezzo a quel consesso di persone importanti. "Possiamo sapere chi è questa splendida signora ??" domandò un altro rivolto a Lorenzo. Lui rise "Caro Mitch… vederla dovrebbe bastare… ma voglio comunque soddisfare la tua curiosità. La signora si chiama Rita ed è uno dei più importanti avvocati d’Italia.." calcò un po la mano lui "… nonché la mia attuale amante…." L’ultima rivelazione ebbe molto più effetto della precedente a Rita parve di cogliere un lampo d’invidia nelle tre bellissime e famose donne che stavano davanti a lei."Stiamo chiacchierando troppo…" sbottò un altro degli amici di Lorenzo…"Abbiamo un lavoro da fare e sarebbe meglio incominciare…" "Il solito rompiscatole Kurt…" rispose Lorenzo ".. comunque anch’io sono impaziente di mettermi al lavoro.I quattro uomini si misero a sedere poi Lorenzo si rivolse alla top Model "Mia cara Deny.. non ti dispiace vero iniziare tu ??? io ed i miei amici vorremmo ammirare il tuo splendido corpo da pantera…" la splendida negra sorrise divertita e posò il bicchiere dal quale stava sorseggiando champagne. Poi avanzò verso i quattro uomini e giunta a pochi passi da loro, si slacciò li nastro che le passava intorno al collo e sorreggeva il vestito. La stoffa incominciò a scorrere e la ragazza fermò la caduta solo dopo che la stoffa fu scesa abbastanza da lasciare scoperti i deliziosi seni dai capezzoli scuri e già turgidi. Poi Deny con un sorriso malizioso si girò e tolte la mani lasciò che il vestito cadesse a terra scoprendo lo splendore delle curve nascoste dei fianchi e delle natiche. Senza piegare le gambe si chinò a raccogliere il vestito le natiche sode e rotonde si aprirono leggermente lasciando intravedere qualche ciuffo della morbida peluria pubica.Poi si rialzò e fece alcuni passi avanti ed indietro davanti ai quattro. "Grazie Deny…" disse Lorenzo con voce che tradiva l’evidente eccitazione "Brigitte tesoro… moriamo dalla voglia di dare un’occhiata a quelle tue belle tettone…" la bionda rise sguaiatamente e li raggiunse. Ben presto fu nuda anche lei e venne la volta di Niky. Malgrado l’aria sdegnata ed altezzosa la splendida bionda si spogliò senza esitazioni davanti ai quattro. Quando venne il turno di Rita lei pensò di non farcela, il cuore le batteva all’impazzata e le gambe le tremavano, ma bastò un’occhiata di Lorenzo per darle forza.Le quattro donne erano nude, gli uomini si alzarono e le raggiunsero, iniziarono a girare intorno a loro, accarezzandone i seni, palpandone le sode natiche. Rita fu grata a Lorenzo che per primo iniziò ad accarezzarla. Il tocco di quelle dita sapienti le regalò sensazioni tali che il temuto contatto con le mani dei suoi amici non le arrecò alcun trauma, anzi sentire quelle dita vibrare di desiderio a contatto con la sua pelle la eccitò come la eccitò rivaleggiare con donne tanto belle e famose.Quando Lorenzo tornò davanti a lei e le pose le mani sulle spalle spingendola ad inginocchiarsi lei lo fece e fissò il pube di Lorenzo mentre l’uomo si slacciava i pantaloni estraendone il membro che poi porse alle sue labbra. Rita diede una rapida occhiata attorno e si accorse che tutti li guardavano, le bastò aprire la bocca ed accogliere il glande pulsante, sentirne il sapore sulla lingua per iniziare a fremere scossa dal primo orgasmo.In poco tempo anche i quattro maschi furono nudi e le quattro donne inginocchiate davanti a loro li succhiavano rivaleggiando tra loro in abilità. Persino l’aristocratica ed altezzosa Niky aveva i bei lineamenti del visto stravolti dallo sforzo di cercare d’ingoiare il più possibile l’enorme membro di Lorenzo. Gli uomini spesso cambiavano posizione e quando Lorenzo giunse davanti alla giunonica Brigitte la bionda accarezzò a lungo il membro mentre si leccava il palmo della mano depositandovi abbondante saliva che poi le serviva a lubrificare il glande e l’intera asta, quando si sentì soddisfatta il glande varcò le labbra carnose ed iniziò ad affondarle nella calda bocca prima e nella gola poi sino a che il naso non s’infilò nella peluria del pube e l’intera asta scomparve alla vista.Vi furono commenti entusiasti dei maschi a quella autentica prodezza e la bionda esaltata iniziò a farsi scopare in gola muovendo furiosamente avanti ed indietro la testa sino a che non fu costretta ad abbandonare la presa per poter nuovamente respirare. Lasciato libero il membro di Lorenzo sobbalzò nell’aria sino a che le grosse tette della bionda non l’avvolsero ed iniziarono a massaggiarlo.Quando venne il suo turno Deny la negretta cercò di recuperare il terreno perduto deliziando Lorenzo con una gustosa succhiata ai duri coglioni mentre la piccola mano scorreva sulla grossa asta, poi contorcendosi sotto di lui senza smettere di masturbarlo si spinse a leccargli il culo strappando a Lorenzo un grugnito d’approvazione.Ormai l’eccitazione aveva raggiunto livelli incontrollabili.Rita venne fatta sollevare da Kurt e spinta ad appoggiarsi al divanetto in stile. L’uomo alle sue spalle la penetrò iniziando a scoparla con foga, ad ogni affondo un gemito di piacere sfuggiva dalla bocca della bionda. Lorenzo vide la scena e prese la biondissima Niky e li raggiunse, a sua volta la prese da dietro mentre affondando le mani nella folta capigliatura bionda spingeva la testa della donna ad avvicinarsi a quella di Rita. Le due donne si sfiorarono e si baciarono. Intanto Mitch e Frank avevano fatto allacciare Brigitte e Deny in un lesbico 69 dopo di che le avevano penetrare gustandosi contemporaneamente gli abili tocchi delle lingue delle due.Ad un tratto si sentì un urlo di piacere selvaggio e tutti si voltarono. La biondissima Brigitte danzava sopra il corpo di Mitch con il cazzo profondamente affondato nel culo. I grossi seni sobbalzavano furiosamente nell’aria attirando irresistibilmente gli sguardi dei maschi. Franck che era il più vicino si staccò dalla negretta ed andò a baciarli e leccarli, poi si portò tra le potenti cosce della bionda e affondò nel suo caldo ventre. Brigitte lanciò un nuovo urlo di piacere e prese ad invocare il Nome di Lorenzo. Lui si staccò da Niky e la raggiunse ed anche l’ultimo buco di Brigitte venne colmato dall’enorme glande che scomparve nella sua bocca. Rita sentì che Kurt si staccava da lei, si voltò a guardare che cosa stesse accadendo e vide l’uomo intento a lubrificarsi il glande che poi avanzò puntando diritto verso le sue natiche. Lei spaventata si sottrasse e respinse l’uomo che cercava nuovamente di penetrarla. Kurt per un attimo parve infuriarsi poi scosse la testa e si rivolse a Niky che era restata sola. La bionda attrice non si sottrasse ed il membro di Kurt le scivolò ne culo senza troppe difficoltà. Nel frattempo Lorenzo e Mitch avevano lasciato Brigitte e stavano godendosi la bella Deny. Il corpo gracile della Top Model pareva un giocattolo stretto tra i corpi dei due maschi che si muovevano furiosamente nella sua fichetta e nel suo culo.Kurt fu il primo a godere, irrorando la perfetta schiena di Niky con il proprio seme. Poco dopo anche Franck estraeva il membro dal culo della giunonica Brigitte e si portava a spargere il suo sperma sulle tette della bionda. Lorenzo e Mitch a loro volta vennero sul viso e nella bocca spalancata di Deny. Lasciata in disparte Rita guardò la scena accarezzandosi per darsi piacere.La mattina successiva lei e Lorenzo finalmente parlarono del processo, definendo gli ultimi dettagli, poi Rita si preparò a partire. Lui venne a salutarla. Triste per dover lasciare qual paradiso, Rita venne assalita dal timore di averlo perso. Sapeva di averlo deluso la sera prima sottraendosi alle avances di Kurt. Lui non le aveva detto nulla ed aveva continuato a mostrarsi gentile e premuroso, ma lei aveva ugualmente paura. "Senti Lorenzo… scusami per ieri sera non avrei dovuto… ma sai ho avuto paura…" fu sollevata nel vederlo sorridere "Stai tranquilla piccola… va tutto bene… ci vediamo non appena avrai delle novità da comunicarmi… sia come trovarmi…" le diede un bacio che Rita non avrebbe mai scordato.L’elicottero si sollevò e si allontanò per portarla all’aeroporto mentre Rita cercava di mantenere fisso il suo sguardo sull’imponente sagoma di Lorenzo. Tornata in città Rita iniziò subito a lavorare , contattò subito l’investigatore dello studio e lo incaricò di ricercare tutte le possibili informazioni su Elisabetta e suo Padre. Per prima cosa gli chiese di verificare gli spostamenti che i due avevano dichiarato alla polizia, poi di controllare tutti gli orari dei voli dei treni che dalle località indicate portavano in città quindi di ricercare tra i noleggiatori di auto eventuali noleggi per la notte dello stupro.Mentre aspettava le informazioni si mise a lavorare sull’architettura dell’impianto difensivo e ben presto realizzò che se anche avesse trovato incongruenze nei racconti di Elisabetta e suo padre, non sarebbe bastato. Occorreva trovare un movente che giustificasse la montatura ai danni di Lorenzo. Da sola non ci sarebbe mai riuscita, si recò da Roberto e gli chiese il suo aiuto."Tu conosci un sacco di gente importante…. Io ho bisogno di dare un’occhiatina ai conti di quei due… vedere se vi sono stati versamenti anomali negli ultimi tempi…" gli disse. Lui si fece serio "Quello che mi chiedi non è legale sai… non potresti comunque servirtene in tribunale…" le rispose lui "Lo so questo ma debbo assolutamente sapere fino a dove mi posso spingere nell’ipotizzare il complotto…. Non vorrei sbilanciarmi ed essere sconfessata in tribunale.." rispose Rita. Lui annuì "Vedrò che cosa posso fare…".Una decina di giorni dopo, meno di una settimana prima dell’inizio del processo, incominciarono ad arrivare i primi dati. Dopo poco Rita si sentì euforica. Erano solo piccole tracce ma promettenti, che con il passare del tempo nella sua mente diventarono certezze che divennero granitiche quando incominciarono a giungere le prime informazioni bancarie che Roberto le aveva procurato.La piccola Elisabetta aveva aperto di recente un conto in una città vicina, un conto che meno di una settimana prima del presunto stupro si era improvvisamente rimpinguato con un bell’assegno ad 8 zeri, anche il padre aveva molti conti e su numerosi di essi da alcuni mesi piovevano con regolarità accrediti cospicui. Si sentì rinfrancata. La ricerca sul noleggio della macchina diede buon esito, il padre di Elisabetta il giorno prima del presunto stupro aveva preso a noleggio un’auto che aveva restituito nella loro città dopo essere rientrato precipitosamente, a suo dire avute le notizie dalla figlia. Fece controllare le chiamate all’hotel dove alloggiava ma nelle ore immediatamente successive al presunto stupro non risultava alcuna chiamata. Probabilmente lo avevano chiamato sul cellulare ma non vi era modo di dimostrare dove si trovasse quando aveva ricevuto la telefonata, almeno così credeva lei, ma l’investigatore la smentì "I cellulari usano ponti radio, debbono sapere dove indirizzare la chiamata quindi è sicuramente possibile rintracciare la località o almeno la zona in cui è stata ricevuta…. Mi metto subito al lavoro….". La pista si rivelò buna… il padre di Elesiabetta si trovava in realtà in città la sera dello stupro……Due giorni prima del processo Rita si sentiva pronta ad affrontare la battaglia ed a vincerla… felice chiamò Lorenzo "Sono pronta per il processo, vorrei spiegarti a che punto siamo e cosa ci aspetta…" disse in tono professionale, poi cambiando ton9o di voce gli sussurrò timorosa di essere sentita "Che ne diresti di cenare assieme… oltretutto io muoio dalla voglia di stare un po con te…" si stupì di poter essere così sfrontata, ma allo stesso tempo fu felice di esserne stata capace quando lui le rispose "Pensavo che non ti decidessi mai ad incontrarmi nuovamente…. Ti mando a prendere alle 20 a casa tua…".Rita corse quasi subito a casa per prepararsi, si fece una doccia, si truccò con ricercatezza ed indossò un vestito molto sexy, poi attese il momento di poter nuovamente raggiungere Lorenzo. Fu una serata fantastica per lei che gioì nel leggere l’approvazione e l’ammirazione negli occhi di lui mentre gli raccontava gli sviluppi. La sua gioia quella notte accentuò ancor di più il piacere che Lorenzo seppe regalarle scopandola per tutta la notte con la solita fantasia…Il processo incominciò e Rita confortata dalla costante presenza di Lorenzo, dovette farsi forza per non bruciare le tappe e rispettare i tempi che il rito richiedeva. Giocò le sue carte ad una ad una, da consumata giocatrice di poker, riservando le migliori per ribattere ai punti forza dell’accusa con colpi di scena teatrali che rivoltavano la situazione a favore suo e di Lorenzo. Ben presto incominciò a notare il dubbio balenare negli occhi del pubblico ministero e la disperazioni in quelli di Elisabetta e di suo padre che vedevano sgretolarsi uno alla volta i cardini dell’accusa.Poi decise di giocare la sua carta finale, dopo aver per l’ennesima volta confutato le affermazioni di Elisabetta e suo padre, Rita si rivolse al giudice e disse "Credo di aver sollevato ormai sufficienti dubbi sulla possibile esistenza di un complotto ordito per screditare la reputazione del mio cliente e trarne benefici economici. Chiedo per tanto una sospensione del processo per dar luogo ad un accertamento sulle proprietà ed i conti di Elisabetta e Fulvio Rigamonti che possa definitivamente accertare se le accuse che questi rivolgano al mio assistito non siano state adeguatamente sollecitate da terzi…"La reazione del giudice fu molto dura, ma Rita se lo aspettava e si era preparato un dossier di precedenti sull’ammissibilità della richiesta. Dopo una sospensione di alcuni giorni il giudice capitolò ed accolse la sua domanda.Quello che avrebbe dovuto essere il processo che doveva spazzare via Lorenxo Roccelli dal mondo della finanza si tramutò presto in una delle sue tante sonanti vittorie. Lorenzo venne prosciolto con formula piena mentre Elisabetta e suo padre vennero accusati di complotto ai danni del Roccelli.Quando Lorenzo l’abbracciò e la ringraziò per quanto aveva fatto a Rita parve di toccare il cielo con un dito, e la sua felicità esplose quando lui le sussurrò "Questo processo mi ha fatto perdere un sacco di tempo… gli affari chiamano… ma non appena potrò ti chiamerò e passeremo un paio di giorni assieme alla villa ti va ???" Rita annuì con forza con gli occhi raggianti di felicità.I giorni da quel momento trascorsero con esasperante lentezza nell’attesa della chiamata di Lorenzo ma l’attesa non fece che esaltare le sensazioni quando sentì finalmente la voce di Lorenzo al telefono. "Scusami se ci ho messo tanto…"esordì lui "Senti non sono riuscito ad organizzare tutto come l’atra volta… me ne è mancato il tempo, dovresti vedere tu di riuscire ad arrivare alla villa.. pensi di riuscirci ???" lei con entusiasmo disse di si "Benissimo allora ci vediamo domani sera…non vedo l’ora…".concluse Lorenzo.Rita non appena riattaccato compose il numero dell’agenzia di viaggi per prenotare il volo e noleggiare un’auto con la quale raggiungere la villa. Vi arrivò ed il solito cameriere le si fece incontro "Buonasera signora…" le disse prendendole la valigetta di mano "Il signor Lorenzo è arrivato…" l’uomo assunse un’espressione stupita…"Lo attendiamo solo per domani…" rispose. Questa volta l’espressione stupita la assunse Rita "Ma veramente.. mi ha dato appuntamento… avrò capito male…" farfugliò. L’uomo le sorrise "Non si preoccupi.. domani sarà qui e per lei c’è sempre una stanza pronta alla villa…"Giunta nella sua stanza, più volte Rita cercò di contattare Lorenzo al cellulare ma senza riuscirvi, le servirono la cena e dopo lei un poco delusa e triste si mise a guardare la televisione. La stanchezza del viaggio, la delusione ebbero ben presto il sopravvento e Rita sentì le palpebre calare inesorabilmente e si preparò ad andare a letto.Non appena spenta la luce si addormentò profondamente.Si svegliò molto più tardi rabbrividendo di freddo… si sentiva intorpidita e fece fatica ad aprire gli occhi. Si stupì ne vedere che nella stanza vi era una luce giallastra e tremula, si mosse per accendere la luce…ma non ne fu capace, qualcosa le bloccava le braccia. Si mosse con violenza cercando di liberarsi mentre il panico la assaliva e lo sforzo attivò la circolazione del sangue ridandole la lucidità che il sonno le aveva tolto.Si accorse di non essere più nella sua stanza ma in una cantina, illuminata dalla luce tremolante delle torce. Era legata, solide strisce di cuoio le bloccavano le braccia ed altre le tenevano la vita bloccata ad un tavolaccio.Ad un tratto nel suo campo visivo comparve una donna completamente nuda, era bionda, dalle forme opulente con seni grandi ed elastici… a Rita ci vollero parecchi secondi per riconoscere Mara, la bionda le sorrideva. Poi si voltò e disse "Si è svegliata…" Rita spinse lo sguardo nella direzione in cui si era voltata Mara e vide Lorenzo… per un attimo provò sollievo, ma le bastò guardare il volto di lui perché quella fugace sensazione svanisse. Sul volto di Lorenzo era stampato un ghigno maligno.Lo fissò incredula mentre lui avanzava, era nudo ed eccitato "Buona sera mio bel avvocato…" le disse Rita non seppe trattenersi "Lorenzo ma che cosa significa perché questa messa in scena…." Lui le si fece ancor più vicino "Non è una messa in scena mia cara… è la giusta punizione per una troia come te che nel momento più importante ha deciso di fare la difficile e mi ha fatto perdere cinque milioni di dollari per salvaguardare il suo bel culetto…" le rispose e le sue mani si posarono sul seno di Rita e strizzarono con ferocia il roseo capezzolo. La donna urlò ed il suo corpo si dibattè per il dolore."Ti chiederai il perché della presenza di Mara…. Te lo voglio confessare…come ti ho detto Mara è stata la mia maestra… ed ora è la mia unica vera amante… l’unica abbastanza puttana da sacrificare persino la figlia alle mie voglie…" Rita lo guardò inorridita. "Vuoi dire che hai veramente violentato Elisabetta ???" domandò incredula."Con grande piacere… per me e per Mara è stato uno dei più grandi piaceri mai provati… forse superato solo da quello con cui questa sera sfonderò il tuo culo…" ed esplose in una grande risata. Poi si rivolse a Mara "Preparati…" le disse.La bionda si allontanò e tornò con un grosso fallo di plastica appeso al ventre. Le mani di Lorenzo slegarono Rita, la sollevarono come un fuscello malgrado si dibattesse. Mara si stese al suo posto e Lorenzo la calò in modo che l’osceno fallo di plastica le affondasse nel ventre. Rita urlò di dolore per quella ingombrante penetrazione nella vagina non lubrificata. La bionda l’avvolse con le sue braccia trattenendola mentre Lorenzo saliva a sua volta sul tavolaccio e protendeva l’enorme membro tra le natiche di Rita appoggiandolo allo sfintere. La penetrazione fu brutale.. il durissimo cazzo sfondò in un sol colpo l’inviolato sfintere, affondò inarrestabile scomparendo in lei mentre un caldo fiotto di sangue scaturiva dalle carni lacerate. Per Rita fu un indicibile tormento sino a che Lorenzo vibrando e gemendo di piacere le riempì l’intestino con il suo sperma. Ma anche quando lui si sfilò la bionda urlò di dolore.Lorenzo la legò nuovamente "Bastardo.. la pagherai…" sibilò con odio Rita. Lui rise e scosse la testa "Non commetto mai due volte lo stesso errore….." disse e si allontanò per un attimo e poi tornò portando un registratore portatile. Spinse il tasto e Rita sentì le loro voci impegnate in un dialogo mai esistito "Che cosa vuoi.. perché continui a cercarmi ???" domandava Lorenzo "Voglio vederti… ho tanta voglia di stare con te…" rispondeva lei "Basta Rita.. è finita… lasciami in pace…" rispondeva lui "Mai… non puoi scaricarmi così io ho bisogno di te…." Concludeva la voce di Rita."Un capolavoro…" disse Lorenzo spegnendo il registratore…"Lo troveranno nella segreteria telefonica del tuo studio e fornirà molte spiegazioni… del perché tu sia venuta alla villa ad esempio… del perché tu te ne sia andata delusa non trovandomi…. Del perché tu abbia fermato la macchina lungo la strada e ti sia gettata in mare dalla scogliera….." la disperazione ed il dolore ebbero il sopravvento e Rita, per sua fortuna, svenne….."Mi stava tormentando da alcune settimane…. Ma mi dispiace che sia finita così… se avessi saputo " disse Lorenzo con un’espressione contrita sul volto "Capisco signor Roccelli… questo conferma il nastro che abbiamo ritrovato nell’ufficio della signora…. Mi scusi per il disturbo ma era assolutamente necessario interrogare lei e le persone della villa…" disse l’ispettore Arceri, Lorenzo annuì… "Stia tranquillo capisco benissimo… e poi dovevo qualche cosa a quella donna, è stata il mio avvocato in un processo…" aggiunse.Guardò l’ispettore allontanarsi e tornò a rivolgersi a Mara "Tua figlia è arrivata ??? E’ pronta a rimediare al torto fattomi ???" domandò e la bionda annuì "Farà quello che vuoi…" "Vieni… ho voglia di scoparvi assieme…" le disse e presala per mano la condusse verso la villa….
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