La ragazza esce e Franco sorride. Prende poi un libro dalla scrivania ed inizia a studiare: se vuole laurearsi è necessario che studi almeno due o tre ore al giorno. Si immerge nelle formule matematiche. L’argomento lo affascina, e quando guarda l’ora si rende conto che è già mezzogiorno passato. Suona il campanello tre volte e Sebastiano appare immediatamente sulla porta, quasi fosse in attesa della chiamata. – Il signore desidera? – Ho bisogno di un favore da te – dice Franco. – Vai a cercare Annette ed accompagnala qui, non la chiamo con il campanello perché lei non deve sapere che viene da me. Fatti precedere e seguila fino a questa porta perché, quando capirà che sta venendo qui, probabilmente cercherà di sparire, con qualche scusa, per alcuni secondi. Questo non deve accadere. Hai capito bene, Sebastiano? – Certo, signore. La cameriera sarà qui entro pochi minuti.Meno di cinque minuti dopo infatti la porta si apre e compare Annette seguita ad un passo dal maggiordomo. – Ecco la cameriera come mi ha richiesto, signore – dice Sebastiano.Annette è chiaramente disorientata. Non sa dove tenere le mani, né dove posare gli occhi: non è normale che il padrone chiami una ameriera facendola accompagnare dal maggiordomo. – Grazie, Sebastiano – dice Franco. – Tu puoi andare.Franco osserva la domestica sempre più imbarazzata. – Annette – dice alla fine, – fammi vedere se hai ubbidito all’ordine che ti ho dato prima.<<…Nooo… vuole vedere se indosso le mutandine… Ecco perché Sebastiano mi ha accompagnata tenendomi per un braccio… Non ci ho neppure pensato… Se avesse suonato il campanello le avrei sfilate, ma così… Chissà cosa succederà ora? Perderò il posto…. No… no… perché ho voluto essere troppo furba?>>Annette abbassa le mani per afferrare l’orlo della corta gonna nera. – Signore, io… io non… io non credevo… non sapevo… io… mi perdoni… – solleva la gonna di scatto nascondendosi il viso e scoppiando in un pianto dirotto. – Dunque è così che ubbidisci? Dirò di licenziarti subito. Era una prova, e tu l’hai fallita. – La prego, signore… la prego… non mi faccia cacciare via… la prego, mi perdoni… non accadrà più… farò tutto quello che mi dirà.<<…Mi sta guardando… lo sento… Perché non dice niente? Perché?>> – Per questa volta ti perdono – dice Franco. – Ma per dimostrare che sei veramente pentita, ora ti spogli e fai quello che ti dico.<<…Meno male… Non mi fa cacciare… Forse vuole scoparmi… Per non correre rischi è meglio che mi dia da fare per soddisfarlo pienamente… è anche un bel ragazzo…>>Annette smette di piangere, lascia cadere il gonnellino, e si asciuga le lacrime con un piccolo fazzoletto. Porta le mani sl capo e si toglie la crestina inamidata, scioglie il fiocco che tiene in vita il minuscolo grembiulino di pizzo, sfila la camicetta nera, e stessa sorte tocca poi alla gonna. Le restano solo reggiseno e mutandine. Annette, in un ultimo, inconscio atto di ribellione, alza gi occhi come per chiedere a Franco di accontentarsi. Lo sguardo di lui è però determinato e non contempla ripensamenti. Rassegnata, sgancia il reggiseno sulla schiena e lo lascia cadere sulla moquette scoprendo le tette seducenti, culminanti con una grossa areola e capezzoli puntati verso l’alto. Poi toglie le mutandine. Il boschetto che ricopre l’inguine è di colore oro come i capelli, non è molto folto, e lascia intravedere il taglio della vagina succulenta. Franco si fa violenza per evitare di toccare il corpo nudo che gli sta davanti. Per il momento non vuole scoparla, desidera solamente divertirsi facendola masturbare. – Hai un corpo splendido, Annette. Chissà come se lo gode il tuo ragazzo? Ti scopa?Glielo prendi in bocca? In culo, sì, nel culo, te l’ha mai messo?La ragazza arrossisce a tal punto che i capelli sembrano di color rame. – Rispondi, Annette. – Ma signore… Sì… sì, facciamo l’amore e… lo prendo in bocca… no, nel cu… sedere mai. – Siedi sul divano e metti sopra anche i talloni… sì, così… apri bene le gambe… perfetto… ora accarezzati fino a quando non sbrodi.<<…Cose da non credere! Invece di scoparmi mi fa fare un ditalino… E’ impotente… Però è osceno essere così davanti a lui a gambe aperte… mi vergogno ma non c’è niente da fare… Ho voluto fare la furba, ma lui è stato più furbo di me… In ogni caso è piacevole… mmmh… No, non è impotente… vedo dai pantaloni che l’ha duro… Ma perché non mi scopa invece di continuare a guardarmi? – Mi scopi… Oh, per favore, mi scopi. Non… non stia lì a guardarm, me lo infili dentro… sì dentro… oooh, sto godendo… godo… gooodooo!!! – Annette si rovescia scompostamente sul divano mentre i suoi umori ne macchiano la stoffa. – Non temere, troietta – dice Franco, – ti scoperò, però quando lo deciderò io. Ora rivestiti e vai, ma ricorda, niente mutandine.Annette raccoglie la sua roba e, nuda, lascia la camera di corsa.AnnaUltimi giorni di scuola. Al contrario di altre, Anna non è più chiamata alla cattedra.L ultimo compito in classe, come il solito, è un disastro, e le tocca il consueto quattro. Ormai solo le violenze subite dal professore possono salvarla da un estate con i libri. Compaiono i quadri delle votazioni e nella casella della matematica, a fianco del suo nome, è scritto il sospirato e quasi insperato sei. Promossa! L’attendono tre mesi di libertà e le vacanze al mare dove troverà gli amici degli anni precedenti e… Dario. Con Dario, l’anno precedente, si erano lasciati male. L’ultima sera, fuori dalladiscoteca, lui, più vecchio di tre anni, l’aveva baciata sulla bocca poi, sussurrandole dolci parole, l’aveva condotta sulla spiaggia, tra le barche. Seduti sulla sabbia, cullati dal rumore del frangere delle onde, continuarono a baciarsi. Poi l’aveva sdraiata, sollevata la leggera gonna e, sempre senza una parola, abbassate le mutandine fino alle ginocchia. Aveva iniziato ad accarezzarle la vagina ed a penetrarla gradevolmene con un dito. Anna aveva chiuso gli occhi e si era rilassata in quella beatitudine. A poco a poco il corpo di Dario fu sul suo, ed una cosa grossa e rigida cercò di sostituire il dito. Lei si era ribellata. L’aveva spinto via, si era ricomposta furibonda, e piangendo, era fuggita in albergo. Da quella sera non aveva più né visto né sentito Dario.Fine di Luglio. Finalmente è arrivato il giorno della partenza e forse quella sera stessa rivedrà Dario. Chissà se era ancora deluso per quanto era, o meglio, non era, successo sulla spiaggia? Si sistemano nel solito albergo. E’ pomeriggio inoltrato. A lei, come premio per la promozione, tocca una camera singola. Ormai è tardi per andare in spiaggia, così Anna si stende sul letto e si addormenta. – Anna. Anna, svegliati. E’ ora di cena. Alzati e scendi nel ristorante – la voce di sua madre la ridesta un po’ bruscamente.Dopo cena, durante una lunga passeggiata, Anna incontra parecchi amici, ma di Dario neppure l’ombra. I genitori si ritirano e lei, nel giardino dell’albergo, chiede notizie a comuni amici: Dario è stato tutto il giorno in spiaggia, ma quella sera non si è visto in giro. Si raccontano un anno di vita, Anna però tace la sua esperienza con il professore.Il mattino successivo Anna si catapulta in spiaggia dove finalmente vede Dario. E’ sempre al medesimo posto e come il solito solo: Dario non partecipa mai alle chiassose sarabande degli altri ragazzi. E’ un lupo solitario. – Ciao, Dario. Mi fa piacere rivederti – dice Anna. – Mi fai un po’ di posto? – Ciao, Anna. Come stai lo vedo da solo: sei sempre più carina… Ti aspettavo. Ieri sera avevo dei parenti e non sono uscito dall’albergo… ho saputo che mi hai cercato. – Grazie, sei gentile. Dario, mi spiace, l’anno scorso sono scappata come una scema, ma proprio non me la sentivo. Se mi perdoni, oggi ti faccio salire in camera mia. Ho una camera tutta per me, e lì saremo tranquilli. – Perdonata! Per siglare la pace, vieni che ti offro un gelato di quelli chepiacciono a te. La mattina trascorre tra sole, acqua, e sabbia. Appena dopo pranzo Anna e Dario sono nuovamente assieme. – Ascolta – dice Anna. – Ora i miei genitori sono a fare un pisolino, poi verranno in spiaggia e se non mi vedono si preoccupano. Aspettiamo che arrivino, poi dopo mezz’ora ci alziamo e ce ne andiamo. Io salgo in camera, è la duecentonove, tu procurati dei fumetti così, se il portiere fa delle storie, hai la scusa per salire. D’accordo? – Certo. Hai detto duecentonove?Anna assente con il capo e o bacia frettolosamente sulle labbra. Per portare il loro piano a compimento devono attendere fino alle sedici e trenta. Finalmente però sono seduti sul letto, nella camera di Anna, a sbaciucchiarsi. – Dario, ti voglio far vedere una cosa. Non ti muovere, vado a prenderla in bagno.Nel bagno, Anna sfila rapidamente il bikini, si pettina accuratamente, poi riapre la porta. Si presenta completamente nuda agli occhi esterefatti del ragazzo. – Dario… non sono un miraggio. Se allunghi una mano puoi toccarmi, prima però spogliati anche tu.Il ragazzo, che sopra al costume indossa una camicia, la toglie, ma quando si appresta ad abbassare lo slip si rende conto che la vista del corpo nudo di Anna lo ha eccitato.Imbarazzato rimane immobile ed arrossisce. – Su, dai – lo incita Anna. – Ho già visto che l’ hai duro. Togli il costume e vieni sul letto.Finalmente Dario si decide e svela l suo arnese. Anna lo osserva per un attimo e vede che non è lungo e grosso come quello del professore, in ogni caso di dimensioni rispettabili. Imbarazzato, Dario si distende su letto con il pene rivolto al soffitto e divora Anna con gli occhi. Le gli mette le ginocchia ai lati del capo, si abbassa, prende in bocca la verga e succhia. La vagina semiaperta per l’eccitazione è sospesa a cinque centimetri dalla bocca di Dario, ed estasiato lui vi affonda il viso leccando poi con ingordigia. E’ eccitatissimo ed il lavorio della bocca di Anna lo porta rapidamente sulla strada del non ritorno. – A… more? Amore, togliti… sto per venire… togliti se no… se no ti… tisborro in bocca… togliti… vengo… ven… aaah!!!Anna non si ritira e beve fino all’ultima goccia mentre il pene, ancora nella sua bocca, si va lentamente rilassando. Coricandosi poi al fianco di Dario, lo vede paonazzo fino alla radice dei capelli, e che evita in tutti i modi di incrociare il suo sguardo. – Dario… Dario… Amore, guardami… mi ha fatto piacere bere la tua roba. – Ve… veramente, amore? – Certo, altrimenti non l’avrei fatto. – Per me è stata la prima volta. – Anche per me – dice Anna. – E mi è piaciuto moltissimo – una piccola bugia, ma in quel momento Franco è molto lontano e non conta.Il pene, nonostante l’orgasmo, è nuovamente rigido. Anna solleva le ginocchia e si apre completamente. – Vini, amore. L’anno scorso, da stupida, non ho voluto, ora però sono qui, e questa volta non fuggirò.Dario la penetra fino in fondo senza difficoltà e, soprattutto, senza ostacoli. – Ma… Ma tu… – Sì, Dario, non sono più vergine. E’ accaduto alcuni mesi fa. E’ una storia che forse un giorno ti racconterò. Ti giuro però che non l’ho fatto di mia volontà ma ci sono stata costretta. Ora scopami: per me tu sei il primo vero uomo.Dario inizia ad entrare ed uscire lentamente dalla vagina calda ed accogliente, poi accelera progressivamente il ritmo. – Sì, amore… sì così… chiavami… fammi ve… nire… sborrami den… tro…ven… gooo!!! – Sì, fichetta cara… Sì, vengo anch’io e ti… ti riempio tutta… tuttaaa…aaahhh!!!Anna si riscuote per prima: il tempo è poco. – Ora ci facciamo una doccia poi torniamo in spiaggia. I miei, se tardiamo, possono insospettirsi e venirmi a cercare.Fu un mese bellissimo, e non passò quasi giorno che i due ragazzi non facessero l’amore. Purtroppo, come tutte le cose belle, anche le vacanze al mare sono agli sgoccioli. Anna riparte per la città mentre Dario rimane. Il mattino precedente a quello della partenza Anna è sdraiata, come il solito, in spiaggia al sole, cercando di catturarne tutto il calore possibile in attesa dell’ inverno. Dario, pensieroso, osserva le onde. – A cosa pensi? – dice Anna. – Domani me e vado, e non vorrei trascorrere l’ultimo giorno di vacanza con un musone. Sdraiati e dammi un bacio. Nel pomeriggio andremo in camera: ho una sorpresa per te.Dario non parla, ma si distende al suo fianco e la bacia teneramente sulle labbra che sanno di salsedine.La manfrina con i genitori ed il portiere dell’albergo viene ripetuta per l’ennesima volta, ed ora Anna e Dario sono sdraiati nudi sul letto e lui le accarezza il volto ed il seno. – Domani tu te ne vai ed io, dopo questo mese assieme, cosa farò? Anna, io sono cotto di te, ma siamo troppo giovani. Per quanto tempo ancora dovremo vederci ed amarci per un mese l’anno? Un anno intero senza di te: probabilmente andrò fuori di testa. – Lo so, ma non possiamo farci niente. Godiamoci quest’ultimo pomeriggio assieme, e se vorrai ci rivedremo l’anno prossimo. Ora facciamo l’amore.Quasi con le lacrime agli occhi, senza smettere di carezzarla, Dario la ricopre con il suo corpo e la penetra nel sesso che ormai non ha più segreti. Anna, tra gemiti di piacere, lo ferma. – No. Oggi no. Aspetta.Dario la guarda sorpreso mentre lei prende un cuscino, se lo infila sotto al ventre, e poi separa le natiche con le mani. – Così – dice Anna. – Oggi mi devi prendere così. Fammelo piano però, perché per me è la prima volta.Dario guarda estasiato il culetto vergine oscenamente aperto ed il buchetto più scuro al centro. Eccitato allo spasimo si mette, non senza difficoltà, in posizione. Appoggia la punta del pene e spinge, mentre Anna, per simulare la verginità perduta, contrae leggermente lo sfintere. Dario, inesperto, non riesce però a forzare lo stretto pertugio. Tenta parecchie volte, eccitandosi sempre di più, finché riversa il suo seme sulle natiche e sulla schiena di Anna. – Non… non ci riesco, tesoro – dice Dario. – E’ molto stretto e poi ho paura dfarti male. – Certo che ci riesci, amore. Ora riproviamo.Anna si gira e prende in bocca il pene svuotato e lo riporta rapidamente in pieno turgore. – Spingi forte, amore – lo incita Anna. – Non aver paura di farmi male… Voglio sentirlo tutto.Incitato da Anna, questa volta Dario spinge con decisione, e lentamente si apre il passaggio nello stretto budello. – Lo senti, amore? Ti sono dentro… come sei stretta… Aaah… che bello.Dario affonda poco alla volta fermandosi tutte le volte che Anna geme per il dolore.Infine è tutto dentro con i testicoli che solleticano la vagina grondante. Inizia eccitato a salire e scendere, sentendo sotto di lui il corpo di Anna fremere di piacere. – Ti sento tutto dentro… mi hai riempita… mi piace… sì, mi piace… Così… più forte… spingi… spingi di più… dammelo tutto e fammi godere… Godiamo assieme… sento che stai per sborrarmi nel culo… ve… vengooooo!!! – Sì amore, ti sborro nel culo… ecco… ecco… aaah!!!Dario le stramazza sopra e rimane per parecchi minuti con il pene ormai svuotato tra le natiche di Anna, poi si lascia scivolare al suo fianco e la bacia sulla punta del naso. – Grazie, amore. – Lo farai ancora con altre – dice Anna. – Ma il mio non lo dimenticherai mai, ed io non dimenticherò che tu sei stato il primo.Dopo, tra le gambe di Anna, la verga affonda nella vagina, le bocche incollate. Fanno nuovamente l’amore, ma è l’ultima volta.Il mattino successivo lei parte, e mentre Dario la saluta dal marciapiede, Anna sente che non lo rivedrà più.
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